mercoledì 9 dicembre 2009

RATTI A VIENNA


E pensare che se non mi scappava l'occhio su questo articolo visto su Roma.Indymedia e tratto dal quotidiano"Liberazione"la notizia degli infami insulti nazifascisti dello scorso giovedì durante il match valido per l'Europa League tra Austria Vienna ed Athletic Bilbao con relativa incursione(invasione è un parolone per la decina ditestedicazzo scappate quando hanno visto il primo sbirro a sessanta metri di distanza)nel terreno di gioco per l'occasione trasformata in porzione di ratteria.
L'articolo riporta come il mondo mediatico italiano abbia taciuto sull'evento nonostante fossero implicati un manipolo di cojoni laziali reduci dalla sconfitta di Salisburgo:un silenzio complice su di un fatto che trattandosi comunque di calcio ovvero religione tacendo su queste gesta vigliacche di merde nazifasce.
Comunque per la cronaca come all'andata le viennette ne hanno palpate su tre e tutti a casa a pugnettarsi cameratisticamente nelle fogne di diverse proveniene(addirittura da Sofia,Barcellona e Madrid):fan proprio rabbia i baschi che con la loro lotta bagnano il naso a questi quattro sfigatelli in libera uscita dalle loro topaie che potevano benissimo annegarsi nel Danubio.
Contributi Youtube sia della partita che degli incidenti di queste merde fognose.

Gora Euskadi,Franco è morto come il Duce,viva la Resistenza!

Adunata di tifoserie “nere” a Vienna: c’erano italiani.

Tre a zero e tutti a casa. E' stata questa la risposta, sul campo, dei giocatori dell'Athletic Bilbao ai gruppi neofascisti e neonazisti che da tutta Europa sono accorsi sugli spalti del Franz Horr Stadion per "accogliere" i sostenitori baschi. E' accaduto mercoledì scorso, in occasione del match di Europa League, la ex Coppa Uefa, fra die veilchen, i "violetti", dell'Austria Vienna e i zurigorriak, i rosso bianchi, dell'Athletic Bilbao.Ma se, com'è giusto che sia, le immagini dell'invasione di campo che ha costretto a interrompere il match al 66' e per oltre venti minuti, i saluti romani nella curva austriaca, lo striscione "Viva Franco" e le croci celtiche e uncinate hanno occupato tutte le prime pagine dei quotidiani austriaci e spagnoli, desta preoccupazione la poca attenzione che i media italiani hanno dedicato all'accaduto. Perché, come ha spiegato in una conferenza stampa l'amministratore delegato dell'Austria Vienna, Marckus Kraetschmer, ai supporter dell'estrema destra locale si sono aggiunti quelli della Lazio reduci dalla partita (e dalla sconfitta, con conseguente eliminazione dalla competizione europea) mercoledì sera in casa del Salisburgo, nonché neofascisti e neonazisti provenienti da Madrid (sponda Real), da Barcellona (sponda Espanyol), da Sofia (sponda Levski) e da diverse città tedesche.Ovviamente, l'intento di queste "tifoserie" non era certo quello di sostenere l'Austria Vienna bensì quello di provocare i tantissimi tifosi baschi al seguito dell'Athletic. Veniamo alla cronaca. E' il 66' quando, per la terza volta, l'arbitro Moen è costretto a interrompere l'incontro. A scatenare le ire (da noi si direbbe il "rosicamento") dei camerati presenti nella curva austriaca è stato il gol dello 0-2 siglato da San Josè che ha ribadito in rete una conclusione di Javi Martinez respinta dal portiere austriaco. In quel momento, dal settore dove erano radunati i gruppi di Lazio, Real Madrid, Espanyol e Lavski Sofia, è iniziato un fitto lancio di oggetti mentre decine di "tifosi" hanno iniziato a invadere il campo. Per venti minuti la partita viene sospesa e la palla passa alle forze dell'ordine che, a fatica, riescono a riportare la calma al Franz Horr Stadion. E siccome "il calcio non perdona" ecco arrivare lo 0-3 segnato da Llorente. Per i tifosi del Bilbao è festa grande ma, al 90', a tener banco su tutti i media europei, tranne quelli italiani, è proprio questa nuova alleanza tra tifoserie di estrema destra.«Gli ultras della Lazio» ha spiegato l'amministratore delegato dell'Austria Vienna «erano i più numerosi e si trovavano nella tribuna est del nostro stadio, proprio il settore da cui è partita l'invasione». Come ha raccontato il portavoce del club, Christoph Pflug, «si sono visti da prima dell'inizio della partita cartelli con slogan contro il popolo basco e inneggianti a Franco firmati anche Espanyol e Real Madrid». Ma se «sono in corso le analisi dei filmati registrati per valutare, con la polizia, la presenza di tifosi provenienti dalla Spagna e da altre nazioni europee» quel che è certo «è la presenza di ultras italiani fra le fila di quelli dell'Austria».Intanto il club austriaco ha già inviato una lettera di scuse all'Athletic: «abbiamo completamente fallito nell'organizzazione di questa partita» ha scritto Kraetschemer «ma ora reagiremo rigorosamente contro chi ha usato lo stadio per proclami fascisti sugli spalti di un club che sa bene quale sia la sua responsabilità storica».Chiaro il riferimento alla fuga alla quale fu costretta la dirigenza e la squadra del club dopo l'annessione dell'Austria al Terzo Reich. Era il 1938. «Ora qualcuno vorrebbe farci tornare indietro di settanta anni» spiegano le tifoserie democratiche dell'Austria «ma noi ricordiamo quello che è stato e non permetteremo che gruppi di estrema destra dipingano la nostra squadra come filo-nazista o filo-fascista».Ma un campanello d'allarme dovrebbe suonare anche in Italia. Peccato che, ad oggi, l'unica preoccupazione delle nostre autorità sembra essere quella di limitare al massimo l'accesso degli spettatori agli stadi tramite provvedimenti quali la "tessera del tifoso" che ha come unico obiettivo quello di incentivare il "tifo da poltrona", fatto di Sky, Mediaset e spot pubblicitari. Ma così facendo le curve rischiano di rimanere, come hanno spiegato più volte punti di riferimento calcistici dell'estrema destra quali Paolo Di Canio, «il centro sociale più grande d'Italia» dove far attecchire, però, simboli e ideologie legate al ventennio. Simboli e ideologie che stiamo iniziando ad esportare anche all'estero e che, di certo, non fanno bene non solo al nostro calcio, ma al nostro paese. Ma fuori dagli italici confini qualcuno si è accorto di quanto sta accadendo nell'estrema destra: la dimostrazione viene dai 28 arresti di Madrid della settimana scorsa che dovrebbero destare attenzione anche in Italia. Mentre era in corso, in un albergo della capitale spagnola, un incontro di esponenti dell'estrema destra europea (fra i quali il "nostro" Roberto Fiore di Forza Nuova) organizzato da Manuel Canduela, leader di Democrazia Nazionale, un altro gruppo di estrema destra, il Movimento Patriottico Socialista, vicino alla "nostra" Casa Pound, ha tentato di introdursi nell'edificio per scontrarsi con i camerati rivali. Eccolo lo scenario, a livello europeo, in quell'antidemocratico universo chiamato estrema destra.Scontri intestini per la supremazia nel mondo della celtica ma alleanze strategiche contro comuni rivali, il popolo basco in questo caso, utilizzando gli stadi come terreno di battaglia e prendendo in ostaggio intere tifoserie che vorrebbero solo seguire la propria squadra.

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