venerdì 30 dicembre 2011

ALTRO CHE NON CONFORMI...IL CASO MARIO VATTANI

Grazie ad uno degli ormai pochi scoop de"L'Unità"ripreso nell'articolo di Indymedia ecco che si è scoperto che il neoconsole italiano ad Osaka in Giappone altri non è che un nazifascio merdoso ex consigliere diplomatico di Alemanno e cantante famoso nell'ambito delle decine di unità in ambito nazi rockettaro,tale Mario Vattani.
Ennesimo figlio della casta essendo già il padre famoso bazzicatore di ambasciate,da sempre legato ad ambienti dell'estrema destra e già prosciolto per un brutale pestaggio a giovani della sinistra,ecco che il prode Vattanculo comincia una carriera nella diplomazia italiana così come capita ora al Trota cioè raccomandatissimo ed ignorantissimo,razzista ed insomma,un ratto nero.
Come si può evincere nel link del Messaggero(http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=175055&sez=HOME_INITALIA )la Farnesina si è mossa per diffidarlo anche se per ora non l'hanno ancora levato dall'incarico,situazione già paventata da diversi parlamentari e spero auspicata da molti italiani,magari pronto ad un ritorno in Italia dove sicuramente gentaglia come Alemagno sarà pronto ad accoglierlo a braccia(tese)aperte.
Convinto che pure qualcuno sia deciso a dargli un bentornato a calci in faccia come ogni merda nazifasicsta meriti.

Lo scoop dell'Unità: Katanga è il diplomatico Mario Vattani
di Maria Grazia Gerina

Per anni ha lasciato che i cantori della destra “identitaria” celebrassero la sua musica, magari con qualche ammiccamento, ma senza mai svelarsi pubblicamente. Alla fine però anche lui non ha resistito a mostrarsi, senza veli. Per il battesimo del pubblico, a maggio scorso, ha scelto la scena fascio-rock più in vista del momento. La «Tana delle tigri», il raduno organizzato da Casapound, dietro allo stadio Olimpico di Roma, nella ex stazione di Italia ‘90, occupata tre anni fa.
I padroni di casa, Casapound appunto, lo hanno presentato sul palco «non conforme» come «l’evento della serata». Il tutto documentato con tanto di video ufficiale diffuso su youtube.
«È la prima volta che Sotto fascia semplice suona dal vivo», si celebra dal palco lo stesso ospite misterioso: «Grazie a voi non è più un gruppo fantasma». «Il vero volto dei Sotto fascia semplice», come viene apostrofato in un altro video-omaggio, diffuso sempre su youtube. Katanga per il pubblico che da sotto al palco tende le braccia. Chi invece frequenta ambienti più istituzionali, non stenta a riconoscere in quel volto, in quella voce dal timbro basso Mario Vattani, 45 anni appena compiuti, già consigliere diplomatico del sindaco Alemanno e da luglio volato in Giappone dove è stato promosso console generale d’Italia a Osaka.
Mario Vattani è figlio d’arte: il fedelissimo di Alemanno è il primogenito di Umberto, uno dei diplomatici più importanti d’Italia. Ma ha anche un passato di “testa calda” della destra italiana. Giovanissimo, finisce su tutti i giornali, insieme all’amico Stefano Andrini - che poi “ritroverà” in Campidoglio - e ad altri militanti dell’estrema destra in seguito al pestaggio di due giovani di sinistra davanti al cinema Capranica. Viene prosciolto. E due anni dopo si spalancano per lui le porte della diplomazia. Inizia così questa specie di doppia vita di Mario Vattani, al servizio dello Stato come diplomatico, legato ai vecchi amici della destra “identitaria” attraverso il filo della musica.
Sulla scena fascio-rock, del resto, Katanga è molto conosciuto, prima come voce degliIntolleranza, poi dal 1996 come fondatore dei Sotto fascia semplice. Anche prima della esibizione-evento di maggio nell’ambiente, senza tradire l’anonimato, in tanti sembrano conoscere bene «quell’entità brillante che si cela» dietro ai due gruppi («un altissimo funzionario pubblico», aggiunge quasi il nome all’identikit Ugo Maria Tassinari, massimo esperto del campo, sul suo blog Fascinazione) e che si toglie tutti gli sfizi dell’artista nero, sfornando uno dopo l’altro i suoi album di musica identitaria, con tanto di testi tradotti in giapponese. L’ultimo, Filospinato, inciso nel 2007, con la casa discografica Rupe Tarpea dell’amico Flavio Nardi (anche lui prosciolto per la storia del Capranica). E si merita la recensione del “maestro” di Casapound, Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che lo definisce addirittura «un evento di Rivoluzione culturale».
Mario Vattani, intanto, percorre le tappe di una carriera diplomatica, che oscilla tra il Giappone e Roma, dove Alemanno lo chiama due volte accanto a sé come consigliere per le Relazioni internazionali, prima al ministero dell’Agricoltura e poi in Campidoglio. Vattani è accanto al sindaco in molti viaggi, da Auschwitz a Hiroshima. Con un compenso che supera i 200mila euro l’anno.
Le vite parallele sono continuate fino a quando Mario Vattani ha deciso di dare un volto ai Sotto fascia semplice, salendo sul palco della Tana delle tigri. Forse un assaggio ci fu già nel 2010, ne parlano in rete i suoi fan. Nel 2011 comunque il “debutto” vero e proprio è stato documentato nel video in cui lo si vede duettare con Gianluca Iannone, voce degli Zeta Zero Alfa, contro i pacifisti e i disobbedienti. «Come mai», cantano insieme. Quasi un inno per la nuova destra cresciuta all’ombra di Casapound. E del Campidoglio. Firmato Sotto fascia semplice. E poi via con gli omaggi «all’altra Repubblica», che è quella romana, ma anche quella di Salò, contrapposta alla Repubblica italiana che è tutto un «vivere in mezzo alla merda dei cani». Dedicato a «tutti quelli che non hanno avuto modo/tempo di cambiare idea».

giovedì 29 dicembre 2011

PETTO D'ANATRA CON I CHIODINI

Complice l'eccezionale stagione di raccolta funghi partita in ritardo e conclusasi atipicamente a dicembre inoltrato e con ottimi risultati,ecco una ricettina dove i chiodini sono il degno contorno(il termine sminuisce il loro apporto al piatto)al petto d'anatra.
Una combinazione autunnale vecchio stampo,alla"cacciatora"in cui i due principali elementi si fondono in un'inebriante matrimonio di sapori squisiti elevati dall'aggiunta della fatica e del sudore ma anche la soddisfazione di aver colto i chiodini personalmente,nonostante graffi di rovi,punture d'ortica e rischi di volare nei fossi e mattinate e pomeriggi quasi freddi.
Ingredienti:
-petto d'anatra
-funghi chiodini
-cipolla
-salvia
-olio
-burro
-vino bianco
-dado ai funghi
In un tegame cominciamo a scaldare olio e burro aggiungendo subito la salvia alzando la fiamma per far impazzire la cipolla tagliata grossolanamente,e dopo aver bagnato col vino bianco si lascia quasi seccare il composto e si mette il petto d'anatra a far rosolare(il petto si può anche infarinare e cuocere da solo prima e togliere dal fuoco dopo cinque minuti di cottura per lato).
Dopo che l'anatra ha preso colore si aggiungono i chiodini precedentemente puliti e sobbolliti per una decina di minuti,usando del dado ai funghi per insaporire meglio la pietanza:da servire ben caldo!

mercoledì 28 dicembre 2011

LA VITA DI GIORGIO BOCCA


I commenti alla morte di Giorgio Bocca sono stati quelli di dolore e costernazione per la mancanza di un uomo che nel suo piccolo ha cercato di cambiare le sorti dell'Italia negli ultimi settant'anni,e se i messaggi di numerosi politici,colleghi giornalisti e persone comuni sono stati di questo tono altri hanno puntualizzato l'appartenenza di Bocca al primo fascismo,del suo razzismo verso i meridionali e la sua omofobia.
Tracce che hanno gettato un'ombra su quest'uomo che ha anche combattuto assieme ai partigiani e che ha contribuito grazie al suo modo di scrivere,di fornire un autorevole ritratto dell'Italia prima e dopo il secondo conflitto mondiale arrivando fino ai giorni nostri.
Ognuno di noi ha scheletri più o meno ossuti nell'armadio,Bocca di certo un santo non lo era ma chiossenefrega di essere sacri per quel che vale in una vita:i personaggi si amano e si odiano,si elevano a dèi o si seppelliscono vivi,e tutto questo può accadere,alternare e cambiare nel corso di una sola esistenza.
Per quel che mi riguarda ho sempre reputato Giorgio Bocca persona degno di stima e rispetto,anche se conscio di certe sue boutade dettate più dalla sua schiettezza piuttosto che preferire seguire qualcuno o qualcosa col guinzaglio stretto al collo.
Anche perché dopo 91 anni di vita si fa presto a raccontare dei pochi errori e sbagli a fronte delle innumerevoli opere virtuose di un uomo.
Articolo preso da"Repubblica.it".

IL CASO

L'ultimo saluto di Milano
al "partigiano della verità"
Gran folla di cittadini, giornalisti e intellettuali alla cerimonia funebre per Giorgio Bocca. Boeri
annuncia per fine gennaio un incontro sul suo pensiero “duro come la roccia e utile come il pane”
di CARLO BRAMBILLA
L’ultimo saluto dei milanesi a Giorgio Bocca, quando finita la messa, nella chiesa di San Vittore, il feretro viene portato al cimitero di Lambrate per la cremazione, è un lungo, interminabile applauso, sulle note di Bella Ciao, intonate da un gruppo di amici e vecchi partigiani. Nella chiesa gremita di cittadini, mescolati alle autorità, ai conoscenti, ai moltissimi giornalisti, ieri mattina era palpabile la commozione per la scomparsa di una delle più grandi firme del giornalismo italiano.
SPECIALE MULTIMEDIALE: VIDEO, AUDIO, FOTO, EDITORIALI - LASCIATE UN VOSTRO RICORDO
Stretti nella folla, nonostante il funerale fosse celebrato in forma privata, c’erano in rappresentanza del Comune la vicesindaco Maria Grazia Guida e l’assessore alla Cultura Stefano Boeri. Intellettuali come Umberto Eco, amici di sempre come Ottavio Missoni con la moglie e l’editrice Rosellina Archinto. E poi, tra gli altri,
il direttore di Repubblica Ezio Mauro, quello del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, il direttorte dell’Espresso Bruno Manfellotto. Carlo Feltrinelli, editore dei suoi libri. Giornalisti come Gad Lerner e Marco Travaglio. Il critico d’arte Philippe Daverio, il sacerdote don Virginio Colmegna della Casa della carità.

Boeri annuncia la volontà di ricordare presto in città, con una serie di iniziative, anche nelle scuole, la figura di Bocca. E in serata scrive sulla sua bacheca di Facebook: «Ultimo saluto a Giorgio Bocca. Per fine gennaio con la famiglia e il sindaco prepareremo un momento civico di riflessione sul suo pensiero a Palazzo Marino. Un pensiero duro come la montagna e utile come il pane». Tra tutti in commenti della giornata, lapidario quello di Umberto Eco ieri mattina, prima di entrare nell’abitazione di Bocca, in via Giovannino de Grassi, per un saluto alla famiglia: «Era un grande montanaro che non la mandava a dire a nessuno».
«Un partigiano della parola» lo definisce dall’altare il sacerdote amico, don Roberto Vignolo. Che lo ricorda con grande intensità: «Credeva nel valore della verità. Ha difeso la distinzione tra fatti e opinioni. E se di qualche grande giornalista si può dire che usava il fioretto, di lui si potrebbe dire che usava la sciabola o una spada a doppio taglio. Ruvido, qualche volta perfino abrasivo, Bocca non scriveva per corteggiare il lettore. In qualche caso arrivava perfino a ferirlo, così da suscitare una reazione di pensiero. Una reazione morale».
Sull’altare salgono a commemorarlo la collega di una vita, Natalia Aspesi, che ricorda la sua visione pessimistica, negli ultimi tempi, del giornalismo di oggi e del futuro dell’Italia. E il suo agente letterario, Marco Vigevani, che definisce Bocca un «rabdomante» per la sua capacità di «fotografare l’invisibile».
«Ci mancherà la sua voce coraggiosa, la forza del suo essere “partigiano della parola"», dichiara all’uscita, sulla piazza, la vicesindaco Guida. «Giorgio Bocca lascia un grande vuoto nella nostra città e in tutto il Paese per la sua capacità di incarnare il ruolo di giornalista e scrittore nel senso più alto del termine, con rigore, onestà intellettuale e coerenza. Una funzione fondamentale nella vita di una società complessa come la nostra, nella quale le opinioni intelligenti e impavide possono costituire un faro per le persone perbene». Mentre Stefano Boeri commenta ancora: «Giorgio Bocca rappresentava un’eccellenza nella cultura della sinistra italiana. Quella cultura liberale e socialista che durante la Resistenza si era riconosciuta in Giustizia e Libertà. Una cultura intransigente nei valori ma avversa a ogni ideologismo».
(28 dicembre 2011)© Riproduzione riservata

martedì 27 dicembre 2011

LA LEGA,LA CASTA,LE TASSE

Ormai euforizzati dalla nuova campagna elettorale non ancora aperta ufficialmente ma sempre più vicina,i legaioli stanno svariando(e svarionando)a tutto campo contro tutto e tutti,contro Monti,Berluscojoni,i comunisti e i fascisti,rendendosi ridicoli agli occhi della stampa e televisione estera e un pò di meno di quella italiana.
Perché il loro vantaggio sta proprio nell'agire nelle loro deliranti ideologie nel belpaese,zeppo di smemorati che ora vedono in Bossi & co.(anche se decisamente l'asse Maroni-Tosi si sta staccando dal senatur)all'opposizione un rinnovo nella solita vecchia storia della politica italiana,non rendendosi conto che sono stati praticamente al potere fino a quasi due mesetti fà senza combinare nulla tranne che spartirsi poltrone su poltrone alla faccia di Roma Ladrona.
Tornando,assieme al Pdl che ha subìto una bella mazzata,a parlare di tasse,vecchio leitmotiv lombardo e non solo,oltre a prendersela con quella casta cui ha sempre fatto parte come elemento integrante e attivissimo.
L'articolo di Infoaut ripreso da Senza Soste offre un quadro sulla Lega in cui ho cercato di riassumere i punti essenziali qui sopra,aggiungendo il fatto che i legaioli trovano terreno fertile in ambienti di sottocultura e diciamocelo in faccia,nell'odio e nell'ignoranza che spesso si confonde in vera e sacrosanta stupidità umana,perché è proprio da idioti seguire certe idee oltre che reiterarle dopo vent'anni di balle colossali in cui la Lega al Parlamento non ha combinato nulla di quello che farnetica e promette.

La Lega Nord, emblema vivente della casta italiana .
Il repentino avvicendamento di governo ha messo in evidenza alcune caratteristiche della classe politica che ci governa. Esse possono essere individuate attraverso l’accostamento di due fenomeni: l’intesa parlamentare tra Pd, Pdl e Terzo Polo attorno all’esecutivo Monti e il ritorno all’opposizione della Lega. Quest’ultimo avvenimento, in particolare, sembra poter aprire la strada a un recupero del consenso popolare da parte di questo partito, che nel corso degli ultimi mesi aveva raggiunto, da questo punto di vista, i minimi storici. Cresciuto negli anni Novanta attorno alla protesta dei piccoli e medi proprietari contro le tasse imposte da Roma, e radicatosi negli ultimi quindici anni nei quartieri operai di molte città settentrionali grazie alla sua indisponibilità strategica ad adottare i linguaggi del “politically correct”, questo movimento sembrava ormai divenuto la stampella di un governo corrotto e inefficiente, e di quella “Roma ladrona” che aveva a lungo indicato come il nemico.
La nuova situazione politica cade a fagiolo per togliere la Lega dall’imbarazzo. Attraversata da un pesante malcontento nella base, lacerata all’interno a causa della fronda capeggiata dall’ex ministro Maroni e dal sindaco di Verona Tosi, la Lega si trova improvvisamente nella sua condizione ideale: politicamente isolata, è in parlamento a votare no, opponendosi all’inciucio romano più grande di sempre, quello che accomuna ex comunisti, ex fascisti, ex democristiani e berlusconiani nel lavoro sporco di togliere denaro a chi lavora per regalarlo al sistema parassitario della finanza internazionale. La Lega, fino a ieri stampella dell’incarnazione più scandalosa della “casta” può oggi denunciare il complotto che essa ordisce ai danni degli italiani, e in particolare (a suo dire) del Nord. Mentre quasi tutte le forze politiche rinunciano a rappresentare interessi sociali diffusi in favore di discorsi ideologici sui sacrifici da compiere, la Lega mette in scena la sua rinuncia a un ruolo politico in questo processo, pur di non rendersi corresponsabile di un attacco senza precedenti ad alcuni dei suoi principali referenti sociali.
La Lega interpreta la mancanza di consapevolezza, in larghe fasce popolari, di quali siano le ragioni effettive della privazione economica e sociale cui siamo sottoposti. Per contrastare il suo radicamento nei territori non è sufficiente la critica, per quanto intelligente o accesa, della sua xenofobia; l’opposizione meramente antirazzista alla Lega, anzi, ha mostrato in modo preoccupante alcuni lati deboli in questi anni. Una simile critica è fortemente radicata nella parte più istruita della popolazione: studenti universitari e dei licei (meno negli istituti tecnici), lavoratori della conoscenza e della cultura, mondo accademico, scientifico e dello spettacolo. L’apparire la Lega un partito lercio, culturalmente arretrato e portatore di contenuti rozzi ne fa sovente l’obiettivo polemico di chi non può evitare di sbandierare la propria “cultura” senza usarla, mentre attira pericolosamente a questa formazione le simpatie di chi magari istruito è meno, ossia di chi è legato – sul versante commerciale o imprenditoriale, ma anche operaio – al mondo del lavoro inteso in senso stretto o tradizionale, o allo scenario esistenziale del quartiere e della periferia.
Si noti che, molto spesso, la critica alla Lega è consistita nel ripetere con tono scandalizzato le frasi stesse dei suoi esponenti: “Ma vi rendete conto?! Hanno detto che…”. A queste critiche, la Lega ha sempre risposto sorridendo e sfregandosi le mani. Pubblicità gratis: il messaggio non era stato confezionato in quel modo per stupidità o per caso, ma per ottima (e persino facile) intuizione circa i flussi linguistici che avrebbero assicurato più voti, cioè più potere. La Lega è il primo movimento post anni di piombo ad aver additato un assetto istituzionale, la “casta” romana appunto, come nemico, cogliendo una distanza tra paese reale e politica istituzionale che in Italia ha radici profondissime, precedenti addirittura la fine dei partiti di massa. La sinistra storica che, attraverso tutte le trasformazioni dei relitti del PCI, ha invece insistito sulla centralità del mondo istituzionale, non ha avuto grandi argomenti contro la Lega, contrariamente a ciò che ha sempre (spocchiosamente) creduto; ed ora che credeva la Lega stessa si fosse suicidata, logorandosi per l’amicizia fatale con Berlusconi (quasi a rimediare ai deficit irrimediabili dei ceti politici “illuminati” del Belpaese), rischia di restare delusa. È lei stessa – la “sinistra” dei sacrifici, quella di retrograda e berlingueriana memoria – a imporre e giustificare sofferenze sempre meno accettabili per le masse precarie, mentre la Lega denuncia facilmente l’inaccettabilità di queste misure con un occhio agli operai e piccoli imprenditori del nord.
Come opporsi, in questo contesto, a una nefasta ripresa di consenso per la Lega? Non è un compito impossibile, ma occorre essere in grado di (ed essere sufficientemente credibili per) smascherare questo tipo di operazione per quello che è. La Lega non è soltanto parte della casta, ma è la quintessenza e l’emblema della casta italiana. Approfitta di tutti i privilegi che la caratterizzano, permettendosi anche il lusso di atteggiarsi ad agente politico ad essa esterno. Che cos’è, in verità, la “casta”? Essa non si definisce come gruppo sociale chiuso o impermeabile; è un elemento socialmente privilegiato che necessita, per esistere, del suo contrario – cioè di quella parte della società che della casta non fa parte. L’essenza di una casta non è nella sua impenetrabilità, perché i suoi membri cambiano sempre, continuamente: essa ha come obiettivo la propria autoconservazione come organo politico e sociale, non quella della sua composizione specifica, contingente; è uno spazio che deve continuare ad esistere perché sempre nuove minoranze vi possano attingere privilegi. (E non è certo la matrice, né l’unico bacino del privilegio; è un tassello del vasto ingranaggio dell’accumulazione sociale del privilegio, che ha ben altre radici. Né – la storia continua a dimostrarlo – dei meccanismi di “casta” è semplice disfarsi, anche durante o dopo le rivoluzioni).
Sbaglia quindi chi crede che l’esistenza di una casta parlamentare, in Italia, sia sintomo di un deficit di democrazia parlamentare, o si eviterebbe con più democrazia parlamentare. Là dove la cricca dei privilegiati della politica forza le procedure formali della democrazia o esibisce, tronfia, i suoi agi, la casta è, anzi, in pericolo: la possibilità della sua esistenza si basa in effetti sull’inganno e sulla dissimulazione, sul suo nascondersi dietro le procedure anche corrette di una presunta democrazia, che è tale formalmente, ossia nominalmente. Una casta sana, che può sopravvivere cento o mille anni, è una casta che non appare tale: meglio ancora, una casta che interpreta i bisogni di cambiamento e di critica del privilegio. Soltanto fino a poche settimane fa la Lega governava l’Italia, promuovendo e giustificando, attraverso i suo ruolo di governo nazionale e locale, le grandi truffe ai danni della collettività nei rapporti tra politica, banche e impresa in Italia, e nei rapporti tra debiti più o meno sovrani nel consesso internazionale. Oggi, improvvisamente, si scopre forza d’opposizione al “malaffare” che essa stessa è ed è stata, alle sanguisughe che essa stessa ha creato, allevato e difeso, al sistema decrepito che essa stessa ha gestito per dieci anni e, attraverso regioni e comuni, gestisce tuttora.
La capacità del ruffiano è – nel suo ambiente ideale, che è la politica – voltare gabbana con una rapidità e una nonchalance tali da frastornare l’opinione pubblica, ignorando ed esorcizzando ridicolo e patetico con l’autocontrollo della faccia tosta. I leghisti, politicanti di professione, hanno questa capacità esattamente come i democratici, i rifondaroli (ricordiamo le politiche dei governi Prodi) i berlusconiani, i post-fascisti o i democristiani, ma loro peculiarità è esibire ostilità alla “casta di Roma”. È su questo elemento che occorre insistere oggi, in un nuovo e più efficace processo di critica alla Lega come partito; attaccarla esclusivamente per la sua xenofobia rischia di non indebolirla abbastanza. I diseredati sociali e le tante vittime della crisi che troveranno nella retorica leghista un punto di riferimento sono redimibili esclusivamente nella misura in cui è possibile far aprire loro gli occhi su ciò che hanno di fronte e non vedono, perché è troppo evidente. La Lega non può che essere, come ogni partito moderno, sulle poltrone governative soltanto a intermittenza; ma è parte della casta nel suo ruolo operativo generale, nel suo inganno quotidiano in favore dell’ingranaggio complessivo del privilegio della politica, anche e soprattutto quando è all’opposizione, pronta ad approfittare lautamente e parassitariamente dei vantaggi (anche volgarmente economici) del potere alla prossima occasione. Bacino di raccolta della rabbia sociale, convogliata genericamente contro vaghe plutocrazie o contro settori specifici del lavoro salariato o della disoccupazione (i migranti, ma non solo), è pronta a convogliarla nel parassitismo dei palazzi romani o delle amministrazioni e delle lobbies locali, come ha già fatto più volte e fa tuttora.
Non è un caso che i leader principali del versante maggiormente anti-berlusconiano della Lega, Maroni e Tosi, abbiano all’attivo la gestione più soffocante e brutale dell’ordine pubblico che l’Italia ricordi in tempi recenti: che si tratti delle politiche contro i migranti, gli omosessuali o gli spazi occupati a Verona, o delle manganellate sui tunisini a Lampedusa e dei lacrimogeni lanciati a tonnellate contro la popolazione “nordica” della Val Susa, i membri della casta confermano la propria essenza quando sperimentano l’ascesa di fenomeni sociali anomali, imprevisti o conflittuali, difficilmente governabili all’interno dell’organizzazione presente delle cose, e in particolare della rappresentanza politica. Se la casta ha bisogno del suo contrario per sopravvivere depredandolo, non può smettere di combatterlo; giacché il suo contrario contiene le forze sociali in grado, potenzialmente, di decretarne la fine. Ecco perché, come già accadde con il fascismo, la forza e la radicalità dei movimenti può essere in grado di sgonfiare tali fenomeni cerchiobotteschi e paraculi anche e soprattutto compiendo la propria semplice opera storica: procedere al sabotaggio dell’attuale organizzazione generale della politica. Rimarrà una priorità togliere e non concedere spazi di agibilità alla Lega nelle nostre città; ma la creazione di spazi di conflitto sociale sarà la ricetta principe per togliere alla Lega ossigeno politico e possibilità di rilancio sociale e riciclo istituzionale.
tratto da www.infoaut.org
24 dicembre 2011

venerdì 23 dicembre 2011

LE DIFFERENTI MORTI DI KIM JONG IL E VACLAV HAVEL

I due articoli tratti dal"Corriere della sera on-line"tracciano i commenti sulla morte di due politici molto importanti che sono deceduti in meno di una settimana l'uno dall'altro e che hanno ricevuto differenti trattamenti e riguardi dovuti all'indottrinamento mediatico e politico proprio delle nazioni occidentali.
Parlo del"demonio"nordcoreano Kim Jong Il e del"divino"ex presidente della Cecoslovacchia prima e della Repubblica Ceca poi Vaclav Havel che hanno ricevuto sia dai massmedia che dai politicanti di tutto il mondo due pesi e due misure in quanto il primo è stato uno dei baluardi del comunismo ancora al potere nel mondo,detto"il dittatore",mentre il salvatore della patria Havel uno che è riuscito a"sconfiggere"e/o"debellare"questo grande nemico canceroso che è il comunismo.
Sicuramente contrario al culto della persona vigente in Nord Corea e in generale in tutti i campi politici e sociali,Kim Jong Il non ha ricevuto attestati di lutto da gran parte del mondo,anzi con la maggior parte degli Stati occidentali(quelli che hanno in seno il lume della ragione e della giustizia)che hanno boicottato il minuto di silenzio alla riunione del consiglio dell'Onu.
Al contrario Havel è stato centro di manifestazionii di stima e commozione da ogni parte del mondo alla faccia della morte che dovrebbe essere uguale per tutti almeno a certi livelli dove la burocrazia e i piccoli gesti che ruotano attorno al rispetto di una nazione con l'altra dovrebbero essere sinonimi di galanteria e buona educazione.

Esteri La monarchia rossa Al timone è il giovane Jong-un
Addio al Caro Leader E la Nord Corea ora spaventa l' Asia
Si spegne Kim Jong-il, timori d' instabilità

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO - Proveranno a elevare la sua fine alla mitologia fiammeggiante che avvolge la sua nascita. Kim Jong-il è morto per i «grandi sforzi fisici e mentali», immolando se stesso per la Repubblica Democratica Popolare di Corea che il padre Kim Il-sung aveva fondato (1948) e della quale continua a essere, 17 anni dopo il decesso, «presidente eterno», come da Costituzione. Ieri l' annuncio. Crisi cardiaca, alle 8.30 di sabato mattina. Più che nato, l' epica nazionale canta un Kim Jong-il messianicamente sceso in terra sul monte Paektu, nel 1942, nel pieno della guerra antigiapponese («lucente astro su un cavallo alato»). La realtà più prosaica lo vorrebbe venuto al mondo nella Siberia sovietica del ' 41. Il Caro Leader era comunque il signore assoluto della Corea del Nord, oggetto di un culto tra Stalin, Mao e confucianesimo. L' ironia sta nel fatto che sia morto sul treno, suo prudente mezzo di trasporto, anche nel caso di trasferte in Cina o fino a Mosca. Ora tocca al terzo Kim, il figlio Jong-un. Meno di trent' anni, scuole in Svizzera, capace di sorpassare fratelli e fratellastri avventati (Jong-nam venne arrestato nel 2001 mentre cercava di visitare la Disneyland giapponese). Colpito da ictus nel 2008, Kim Jong-il aveva avviato una transizione a tappe forzate, carica dopo carica, presentando il Giovane Generale come erede nell' autunno del 2010. I suoi ritratti già affiancavano qua e là padre e nonno. Ora è il Grande Successore, e ieri gli speaker in lacrime di radio e tv raccomandavano al partito, al popolo e all' esercito di stringersi a lui. «Un passaggio troppo veloce. Lui non è pronto», spiega al Corriere Shi Yinhong, dell' Università del Popolo di Pechino, analista molto ascoltato dai leader cinesi. «Però di buono c' è che sia riuscito a promuovere intorno a sé generali giovani. E comunque Kim padre aveva predisposto che sorella e cognato costituissero una sorta di comitato di reggenti che si prendesse cura di lui». L' investitura di Kim «Secondo» Jong-il era durata due decenni. E se ora la dinastia arriva a un Kim «Terzo» partendo da un Kim «Primo» Il-sung, è proprio perché il lungo apprendistato fece del Caro Leader uno stratega del potere. Aveva studiato in patria, dedicando energie ad arti e propaganda. Appassionato di cinema, al punto da far rapire un regista sudcoreano e la moglie attrice per farli lavorare per sé, sapeva che narrare una gloriosa nazione poteva alimentare una sorta di realtà parallela, nella quale nel 1953 gli Usa erano stati sconfitti, come 8 anni prima i giapponesi. Purghe e gulag facevano il resto (alcune stime parlano di 200 mila detenuti a tutt' oggi). E una serie di operazioni attribuite a Kim Jong-il hanno reso la Corea del Nord bushianamente «canaglia»: attentati terroristici, rapimenti di cittadini giapponesi, un' ostinata fedeltà a dogmi economici trapassati che, col dissolversi dell' Urss e del suo sostegno, sfociò nella Strenua Marcia, ovvero una spaventosa carestia e il collasso del sistema. Centinaia di migliaia di morti negli anni Novanta. Cina, Stati Uniti, il mondo, tutti scrutano Pyongyang, ciascuno coi suoi desideri ma con un comune timore d' instabilità. A sorpresa, il Giappone ha fatto le sue «condoglianze». «Adesso la politica estera passerà in secondo piano», prevede Shi Yinhong. La Corea del Sud ha messo le truppe in stato d' allerta: il Nord ha pur sempre un esercito monstre, testate atomiche, due test nucleari all' attivo (2006 e 2009). Ancora ieri Pyongyang ha lanciato un missile a corto raggio, esercitazione di routine. L' anno scorso era stata affondata una nave militare sudcoreana e bombardata un' isola. Intanto è l' ora del lutto, fino al funerale del 28 e il memoriale pubblico del 29. Più forte è Kim Jong-un, meno rischi d' instabilità patiranno a breve la Corea e la regione. M. D. C. leviedellasia.corriere.it RIPRODUZIONE RISERVATA **** La dinastia Capostipite Kim Il-sung (1912-1994) è stato il padre della Corea comunista, l' eroe della guerra di liberazione dall' occupazione giapponese prima e del conflitto con gli americani poi. Ha dato inizio alla «dinastia rossa» che dal 1945 tiene insieme il Paese con il pugno di ferro Il secondo Kim Alla sua morte, nel 1994, gli succede dopo un lungo apprendistato il figlio Kim Jong-il (sotto da bambino con il papà Kim Il-sung): Jong-il, studi in patria (arti - soprattutto cinema - e propaganda), sale al potere poco più che cinquantenne e governa per 17 anni con potere assoluto. Con lui, per una serie di operazioni attribuite alla Nord Corea (attentati, rapimenti di giapponesi, sperimentazioni dell' atomica, ostinata fedeltà a dogmi economici superati) Bush aveva definito il Paese «Stato canaglia» L' erede Colpito da un ictus nel 2008, Kim Jong-il ha designato il terzogenito, Jong-un, come suo successore. Meno di trent' anni, scuole in Svizzera, il Giovane Generale ha avuto poco tempo rispetto al padre per prepararsi al nuovo ruolo di «guida della nazione»
Del Corona Marco
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

LUTTI
È morto Vaclav Havel, protagonista
assoluto delle Rivoluzioni dell'89

È spirato dopo lunga malattia a 75 anni , primo presidente
della Cecoslovacchia postcomunista

MILANO - Vaclav Havel è morto. Il protagonista della Rivoluzione di Velluto del 1989 e il primo presidente della Cecoslovacchia post-comunista e della Repubblica Ceca, dopo che si separò dalla Slovacchia, è spirato dopo lunga malattia.
DISSIDENTE DI LUNGO CORSO - Fu uno dei protagonisti assoluti delle Rivoluzioni del 1989 che misero fine ai regimi comunisti, alleati all'Unione Sovietica. Dissidente di lungo corso, drammaturgo, fu l'ispiratore primo di Charta 77, movimento che insieme al polacco Solidarnosc fu una delle spine nel fianco di Mosca per diversi anni. Nonviolento per convinzione, nell'autunno del 1989, Havel riuscì ad abbattere la presidenza del filosovietico Husak senza ricorrere alla violenza. Così come in modo assolutamente pacifico, gestì, una volta diventato presidente, la divisione della Repubblica Ceca dalla Slovacchia nel 1993.
WALESA E MERKEL - Intanto arrivano le prime reazioni dal mondo della politica internazionale. Il vecchio compagno d'arme Lech Walesa, che svolse analogo ruolo in Polonia ha commentato : «È stato un grande teorico della nostra epoca e la sua voce mancherà enormemente all'Europa soprattutto ora che attraversa un periodo di profonda crisi». Angela Merkel, cresciuta anch'essa sotto regime socialista, nella Germania Est di Honecker e dello stesso partito, la Cdu, di un altro grande protagonista dell'89, Helmut Kohl, esprime il cordoglio dei tedeschi: «La sua dedizione alla libertà e alla democrazia è indimenticabile tanto quanto la sua grande umanità. Noi tedeschi abbiamo molto di cui ringraziarlo».
IL RICORDO DI MONTI- A rendere omaggio all'ex leader ceco anche il presidente del consiglio Mario Monti ricordando come la sua lotta pacifica sia stata coerente con i valori che hanno guidato la sua vita. «L'esempio di Vaclav Havel deve costituire per tutti noi uno sprone ad andare avanti nel nome di quei valori che egli incarnava e che è nostro dovere trasmettere alle giovani generazioni: quelli della libertà, della democrazia, della dignità di ogni essere umano, che sono alla base della costruzione europea». Dal governo italiano le condoglianze alla famiglia e a tutti i cittadini della Repubblica Ceca.
Redazione Online

giovedì 22 dicembre 2011

LA CURA PER LE BANCHE

Breve introduzione ad un articolo preso da Senza Soste che ne riprende uno de"Il Sole 24 ore"e che parla apertamente di una manovra in cui la Bce mette all'asta qualcosa come quasi 500 miliardi di Euro a favore delle banche europee a un tasso dell'1% e praticamente senza limiti,ed è non è la prima volta.
Oltre ad avere un potenziale(direi sicuro)effetto boomerang non per i singoli istituti di credito ma per i loro clienti,questo ennesimo salvataggio consente di ottenere facili speculazioni in quanto,parlando ad esempio dell'Italia,tali banche comprano buoni del tesoro dello Stato(che attualmente rendono il 6,5%)guadagnando subito come margine ben il 5,5% su cifre enormi che possono avere in prestito praticamente senza intoppi dalla Bce.

Truffa truffa, falsità: tutti i soldi della Bce alle banche.
Corsa delle banche europee al maxi-prestito della Bce a tassi stracciati (1 per cento). Con quei soldi si ricompreranno titoli di Stato al 6 per cento. E l'inganno continua
Richieste boom per 489 miliardi di euro alla prima asta di rifinanziamento a 3 anni della Bce senza limite di ammontare e al tasso dell'1%: all'operazione hanno partecipato 523 banche che hanno ottenuto prestiti a bassisimo costo utilizzati anche per ricomprare i propri titoli o i titoli di Stato che oggi rendono anche il 6 o il 7 per cento. Un sistema ampiamente spiegato da Eric Toussaint nel libro Debitocrazia.
La borsa premia i titoli bancari con tanti segni positivi.
Nell'articolo che segue, del Sole 24 Ore, si spiega come funziona il meccanismoù
tratto da http://www.ilmegafonoquotidiano.it - 22 dicembre 2011
***
Corsa delle banche italiane all'asta Bcedi Morya Longo da Sole24ore.com
Quando oggi la Banca centrale europea aprirà i rubinetti della liquidità, gli istituti di credito italiani potranno giocare jolly nuovi di zecca per «prelevare» denaro a Francoforte: le obbligazioni bancarie garantite dallo Stato previste dalla manovra del Governo Monti. Tutte le banche italiane sono già pronte a calare questo jolly, nella speranza di superare la pesante crisi di liquidità che le sta soffocando da mesi: già oggi, secondo le indiscrezioni raccolte dal «Sole 24 Ore», gli istituti italiani hanno a disposizione qualcosa come 50 miliardi di euro di questi nuovi titoli.
Li hanno già creati. Li hanno pronti all'uso. E li utilizzeranno già oggi per andare dalla Bce: questo significa che gli istituti italiani (dai big come Intesa e UniCredit, ai medi come Veneto Banca, Credito Valtellinese, Iccrea, Popolare di Vicenza e Popolare dell'Emilia) hanno la possibilità di prelevare da Francoforte 50 miliardi in più. E, in futuro, potranno arrivare a 228 miliardi di euro. Ecco la nuova 'medicina', artificiale, contro il credit crunch.
Il 'bancomat' della BcePer capire questa rivoluzione bisogna partire da Francoforte. La Bce organizza regolarmente delle operazioni di rifinanziamento: si tratta di momenti in cui tutte le banche d'Europa possono prendere in prestito, al tasso super-agevolato dell'1%, tutti i soldi che vogliono. Le quantità sono illimitate. C'è però un solo «paletto»: le banche devono consegnare alla Bce obbligazioni (titoli di Stato, ma anche bond bancari o aziendali) in garanzia per tutto il tempo della durata del finanziamento. Questo negli ultimi tempi è diventato un problema, perché i titoli da dare in garanzia iniziano a scarseggiare.
Ecco perché il Governo Monti (come in altri Paesi) è intervenuto. Ha dato alle banche la possibilità di emettere nuove obbligazioni, su cui lo Stato mette una garanzia senza aumentare il debito pubblico, per un importo massimo pari al patrimonio di vigilanza di ogni istituto. Dato che, secondo Bankitalia, il patrimonio totale delle banche italiane è pari a 228 miliardi di euro, a tanto potrebbero arrivare le nuove emissioni: gli istituti possono quindi creare «artificialmente» nuovi titoli, fino a tale importo, con il solo scopo di darli in garanzia alla Bce. Proprio oggi l'istituto di Francoforte, oltre alle tradizionali operazioni a tre mesi, organizzerà il primo finanziamento illimitato della durata di tre anni: per le banche c'è dunque l'imperdibile occasione di ottenere prestiti al tasso dell'1% di durata triennale.
«Medicina» anti-crisiPer gli istituti di credito è come manna dal cielo. Oggi, a causa della bufera finanziaria, le banche italiane non riescono infatti a finanziarsi sul mercato obbligazionario. Ieri le obbligazioni triennali di Intesa e UniCredit quotavano con tassi d'interesse anche superiori al 7%: livelli proibitivi. Questo è un grave problema: l'anno prossimo - secondo i dati di Dealogic - gli istituti italiani dovranno infatti rimborsare obbligazioni per 78 miliardi di euro. Se non riuscissero a trovare finanziamenti sul mercato, o se li trovassero a tassi d'interesse da usura, l'intera economia del Paese rischierebbe di bloccarsi.
La Bce, invece, oggi offrirà finanziamenti triennali al tasso dell'1%. Per ottenerli, gli istituti dovranno consegnare titoli obbligazionari e/o i nuovi bond auto-prodotti e garantiti dallo Stato. Considerando i costi di questi nuovi titoli (bisogna pagare una commissione allo Stato che offre la garanzia), per le banche significa comunque finanziarsi a tre anni pagando un tasso lordo intorno al 2%: si tratta di un gran risparmio. Considerando che potranno «creare» nuovi bond per 228 miliardi, questo dovrebbe metterle al riparo per tutto il 2012: «Gli importi sono importanti» spiega l'avvocato Franco Grilli Cicilioni di Clifford Chance. «Questo significa che le banche potranno fare raccolta anche se il mercato obbligazionario dovesse restare chiuso». Insomma: la Bce potrà sostituirsi al mercato e finanziare in toto le banche italiane.
Effetti collateraliMa gli istituti potrebbero usare i soldi, prelevati dalla Bce anche grazie ai nuovi titoli, per farne altri usi. Non solo per rimborsare i propri titoli in scadenza, ma anche ‐ testimonia un banchiere ‐ «per ricomprare parte del proprio debito sul mercato a prezzi bassi». Ma le banche potrebbero anche fare altro (caldeggiate dalle stesse Autorità): utilizzare i finanziamenti della Bce (all'1%) per comprare BTp (che rendono il 6,5%). Questo avrebbe il merito di abbassare anche i rendimenti dei BTp e di dare un sollievo allo Stato. Ma avrebbe anche l'effetto collaterale di creare un corto circuito spaventoso: lo Stato mette la garanzia sui bond bancari, le banche li usano per finanziarsi in Bce e con i soldi comprano titoli dello stesso Stato. Non serve un genio per vedere, dietro questa «manna», una potenziale bomba.

martedì 20 dicembre 2011

FIGLIO DI SATANA

Per genitori che preoccuopati guardano la prole e pensano:"ma come ha fatto questo qua ad uscire dal mio corpo?"oppure si chiedono:"questo non l'ho fatto io"ecco un burlesco test che gira in internet nelle ultime settimane anche se di anni ne ha quattro e non è stato tratto dalla rivista Famiglia Cristiana come erroneamente detto ma si crede dalla newsletter di una chiesa statunitense.
Sto parlando del test per scoprire se tuo figlio è degno erede di Satana,ed avendolo letto mi sento un provetto piccolo anticristo visto che molti dei dettagli e dei comportamenti elencati rispecchiano aspetti del mio vivere quotidiano.
Esprimendo rammarico per il bigottismo cui la chiesa in tutto il mondo è portatrice eletta rimando alla totale credulonità ed ignoranza che va a braccetto con il razzismo ed il neonazismo che in questo periodo è entrato dirompente nelle news dei telegiornali e dei quotidiani,facendoci scoprire come l'ottusità simile a quella medievale gioca a favore di ideologie e religioni che stuprano sistematicamente il cervello delle persone più deboli e malleabili.
Articolo preso da http://www.totemblueart.it/famiglia-cristiana-il-test-su-figlio-di-satana-una-bufala/
Famiglia Cristiana e il test su figlio di Satana: è una bufala.

Da qualche giorno è tornato in rete, in primo piano su Facebook e i vari social network, un articolo che – secondo chi lo ha pubblicato – sarebbe stato tratto da un numero della rivista “Famiglia Cristiana”. Il contenuto dell’articolo riguarda un test, che permetterebbe ai genitori di smascherare il Satana presente nei propri figli. Dunque per capire se il proprio figlio è figlio del Diavolo, basta capire se alcune di queste voci sono abbinabili al proprio figliolo. L’articolo è chiaramente una bufala.
Ma riportiamo ugualmente l’elenco delle voci:
- Si veste spesso di nero.
- Si mette t-shirt di bands o riferite al rock.
- Mette quantità eccessive di rossetto, smalto per le unghie e makeup nero.
- Si mette ogni tipo di strani gioielli di metallo e con simboli, come: croci rovesciate, pentagrammi, pentacoli, o altri simboli di Satana.
- Manifesta interesse verso tatuaggi e piercing.
- Ascolta musica gothic oppure ogni altro tipo di musica antisociale. (Marilyn Manson dice di essere l’anticristo, e parla pubblicamente contro il Signore. Eliminate ogni tipo di questi album).
- Fa amicizia con altra gente che si veste, si atteggia o parla in modo eccentrico.
- Si mostra disinteressato riguardo ad attività costruttive, come: la Bibbia, pregare, chiesa o sport
- Sembra molto interessato alla morte, ai vampiri, alla magia e all’occulto, alla stregoneria o qualsiasi altra cosa che implichi Satana.
- Si droga.
- Beve alcolici.
- Ha istinti suicidi o è depresso.
- Taglia, brucia o partecipa ad ogni genere di autolesionismo. (Questo è un rito Satanico che usa il dolore per portarlo via dalla luce e dall’amore del Signore. Pregasi fare attenzione e rivolgersi al centro locale di sanità mentale)
- Si lamenta di annoiarsi.
- Dorme troppo, o troppo poco.
- E’ eccessivamente sveglio durante la notte.
- Odia il sole oppure ogni altro tipo di luce. (Rimando ai vampiri, che odiano la Luce)
- Chiede troppa privacy.
- Passa molto tempo in solitudine.
- Chiede tempo per stare da solo e in silenzio. (Questo perché potrebbe parlare con gli spiriti malefici attraverso la meditazione. )
- Insiste per passare del tempo da solo con i suoi amici, senza l’accompagnamento di un adulto.
- Non porta rispetto alle autorità; insegnanti, preti, e anziani, ma anche altri.
- Non va a scuola.
- Passa molto tempo fuori casa.
- Mangia troppo o troppo poco.
- Mangia cibi gotici
- Beve sangue o manifesta interesse nel berlo. (I vampiri credono che questo attiri Satana. Questa azione è molto pericolosa e deve essere fermata immediatamente.)
- Guarda la televisione via cavo o altri programmi corrotti. (Chiedi alla tua chiesa locale per i programmi che tuo figlio dovrebbe guardare)
- Gioca a videogames che contengono violenza oppure videogames di ruolo.
- Usa internet eccessivamente oppure passa molto tempo sul PC.
- Fa simboli satanici e/o fa headbanging ascoltando musica.
- Balla in modo sensuale o provocatorio.
- E’ omosessuale e/o bisessuale.
- S’interessa di religioni pericolose: Satanismo, Scientology, Filosofia, Paganismo, Wicca, Induismo e Buddhismo.
- Indossa spille, adesivi, o qualsiasi altra scritta come: “Sono gothic”, “Sono morto”, “Sono così gothic”.
- Si definisce “gothic”.
L’articolo completo è consultabile qui
Facendo un giro nella rete si possono consultare alcuni siti che parlano proprio di questa enorme bufala peraltro anche datata: la data dell’articolo che potete consultare al link sopra, è 2008. Un blogger, nel 2007, scriveva: “Ho fatto un pò di ricerche: il post di Arbogaste è stato preso pari pari da un blog (compreso i commenti iniziali) che a sua volta ha scopiazzato altrove. Ma il titolo lo dice chiaramente “pubblicato su Famiglia Cristiana USA”. Ma esiste “Famiglia Cristiana USA”? No. Basta farsi un giro sulla casa editrice delle Paoline, qui: [www.sanpaolo.org] per trovare il link alla pagina americana qui: [www.stpauls.us]
Girando ancora, ho trovato finalmente il testo americano originale. “If Your Child is a Gothic, Reform Through the Lord!”. Segue in calce il testo integrale, preso da questo sito: [littleblackbird.livejournal.com]
Sembra (ma è da verificare e onestamente non ci credo…) che il test sia stato tratto da una newsletter della St. Mary’s Church di Colorado Springs. La St. Mary’s Church è una chiesa cattolica romana, se volete contattarla per chiedere delucidazioni, c’è anche un indirizzo e un numero di telefono sul sito web:[www.stmaryscathedral.4lpi.com]“.

domenica 18 dicembre 2011

STRENNE NATALIZIE

Come al solito quelle birbe di Don Zauker la mettono sul ridere sulle questioni di cronaca come l'invio di plichi e pacchi bomba o quello di proiettili a cariche dello Stato o istituzioni più o meno legate tra di loro.
Che poi secondo me chi spedisce i proiettili sono persone inoffensive che si scervellano e fanno più fatica a mandare bossoli in buste piuttosto che gambizzare i diretti interessati(sempre che il loro intento sia quello di terrorizzare piuttosto che farli fuori).
L'articolo breve ed uno dei commenti che è messo alla fine raccontano dell'importanza che i destinatari assumono con tali"avvertimenti"tanto da farli divenire quasi degli eroi o dei prossimi martiri quando invece meriterebbero sistematicamente dei grandi calci in culo:proposta del sito è quello di regalare per le feste natalizie a chi più ci aggrada dei proiettili,che come lo slogan dice sono come i diamanti,per sempre.

Un proiettile è per sempre
16 dicembre 2011

Ecco a voi il nuovissimo servizio, offerto da donzauker.it:
SPEDISCI UN PROIETTILE!
Sì, al posto del bigliettino di auguri, per Natale spedisci una bella pallottola alle persone a cui vuoi bene.
Un proiettile in una busta non si nega a nessuno, non fa male e soprattutto dà sostegno, fiducia e autorità alla persona che lo riceve, per andare avanti a fare il cazzo che gli pare con il supporto di tutti.
Per ogni proiettile spedito, viene garantito anche un passaggio nella striscia del TG2. Ogni 5 proiettili, un servizio con giornalista.
Da oggi anche in confezioni da 12 e di calibri diversi: più è importante la persona, maggiore è il calibro da dedicarle. Per un Santo Natale di festa, da trascorrere in famiglia.
Spedisci un proiettile, anche ai tuoi amici, via Facebook.
Un proiettile allunga la vita.

Buste con proiettili a Monti, Berlusconi e quotidiani
Dieci buste con proiettili e un volantino di minacce firmato dal Movimento Armati proletari, rivolte al premier Monti, all’ex premier Berlusconi e ai direttori di alcuni quotidiani nazionali sono state intercettate nella serata di ieri al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme.
Tra gli altri destinatari ci sono anche Pier Luigi Bersani (con bossoli del calibro 7.65), al ministro del Welfare Elsa Fornero (calibro 9.21). Plichi con un proiettile calibro 12 sono stati inviate a Pierferdinando Casini e ai direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania), Lamberto Sechi (Il Tempo)
… una colletta … per la pistola no?

sabato 17 dicembre 2011

LA RAZZA PADANA(OVVERO L'INVOLUZIONE DELLA SPECIE)

Come il vecchio detto che dice"la mamma dei cretini è sempre incinta"ecco che parallelamente su Facebook esiste un gruppo(non il solo di questi toni purtoppo)che si chiama"padani si nasce"che è la trasposizione e la conferma dell'adagio di cui sopra.
Che questo assembramento di dementi sia ricettacolo di ignoranza,cattiveria e stupidità si evince dai commenti riportati qui sotto tratti da Senza Soste che riprende un articolo de"L'Espresso",con un assortimento di frasi e di imperativi degni di una società che fa dell'arretratezza culturale e sociale un vero e proprio cavallo di battaglia,e noi sappiamo che il popolo leghista ben rappresenta tale mondo.
Comunque tutti leoni(o conigli)da tastieria che scaricano nevrosi e tensioni caricate e aggravate dalla vita"reale"e per fortuna(credo)messe in pratica esclusivamente a titolo informatico,poichè questi eroi barbari dalle corna ben piantate in testa riescono(addirittura!)solo a fare questo e altro.
Galvanizzati e gasati solo quando si ritrovano in branchi tipo feste della padania o festini privati dove non voglio sapere nemmeno cosa possa accadere,la sottospecie padana esprimea parole,seppur con molta fatica,ciò che il loro intelletto sotto(ma mooolto)la norma non riesce a commutare in azione.
Che il popolo padano sia oggetto di studio di tipo antropologico per confermare senz'ombra di dubbio che l'uomo derivi dalla scimmia è un dato di fatto condiviso da tutti gli studiosi,come è verificato pure che le frasi sotto riportate implichino in certe zone italiane(soprattutto del nord)un principio d'involuzione della specie.

Eccola qui, la vera Lega.

Eros Domenico è un militante leghista. Il suo profilo Facebook è una profusione di foto di cene e di manifestazioni del Carroccio. Maglietta col Sole delle Alpi addosso, ama ritrarsi al fianco di Matteo Salvini o ai piedi di una qualche statua dell'Alberto da Giussano. Ha un'opinione su tutto: sul piano "svuota carceri" («mi trasformo in cecchino con un bel mitragliatore sul balcone e via con lo show»); sulle origini meridionali di Giorgio Napolitano («Napoli merda, Napoli colera») e sui due cittadini senegalesi uccisi martedì scorso a Firenze: «Meglio così, due in meno da mantenere».

Sempre su Facebook, ha fondato "Padani si nasce, cuore leghista", gruppo - chiuso e riservato - dell'orgoglio padano.

Ne fa parte anche Giovanna, bresciana, «casalinga, moglie e mamma», immagini di Topolino, Bambi e Winnie The Pooh sul proprio profilo pubblico. Sulla cittadinanza ai figli degli immigrati ha le idee chiare: «Un bel lanciafiamme, e che si brucino queste merde». Quanto ai loro genitori invece si chiede: «Perché, quando aprono la porta, c'è una puzza strana che fa schifo?».

Opinione condivisa da Remo, un odontotecnico di Mantova: «Sapessi che odoraccio quando vengono da me, sono peggio della capre», mentre Anna Paola prova a rispondere: «Puzzano perché non si lavano dopo che fanno l'amore, per non parlare della loro puzza naturale, che è nauseabonda. Tempo fa ho sentito dire in televisione che il loro sesso ha un odore disgustoso, indelebile, che non va via neanche se lo lavi con un sapone speciale».

Appartiene al gruppo anche "Maestra Marzia", insegnante di una scuola elementare che sul web amministra un blog di filastrocche, ninne nanne, esercizi di scrittura ed altro materiale didattico «utile agli alunni in caso di assenze prolungate per malattia». Una maestra modello, che sulla propria bacheca condivide foto di «pasticcetti in cucina» e di Topo Gigio, ma che nel gruppo "Padani si nasce", da quando il presidente Napolitano ha definito «una follia» negare la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori immigrati, non si dà pace: «Non si trovano 3000 miseri euro per un ingranditore utile ad un mio alunno ipovedente, mentre si pagano almeno tre volte tanto i facilitatori linguistici per gli alunni cinesi che si rifiutano di ripetere anche la più semplice parolina di italiano. Cosa mai potranno invece dare i cinesi che sia di utilità comune?».
Con soluzioni agli sbarchi di "clandestini" che vanno dal «napalm» a «una bella bomba, così saltano in aria», "Padani si nasce" è qualcosa di più di un semplice gruppo leghista di area. O almeno è il solo che possa vantare tra i propri membri tanti nomi eccellenti. Tra gli altri: il presidente del gruppo parlamentare della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni; i deputati Marco Rondini e Maurizio Fugatti; i senatori Roberto Mura, Mario Pittoni, Piergiorgio Stiffoni e Michelino Davico; gli assessori della Regione Lombardia Daniele Belotti e Monica Rizzi; l'assessore alle politiche agricole della Regione Veneto Franco Manzato; il vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli; l'europarlamentare Claudio Morganti; il segretario provinciale della Lega Nord di Milano Igor Iezzi, più una sfilza di sindaci e amministratori locali.

Tutti iscritti ad un gruppo che per mettere a tacere quel «vecchio di merda» e «terrone del cazzo» di Napolitano propone «un colpo in testa» e, per ritorsione, «un attentato alle Coop». Un gruppo esplicitamente razzista («mischiare le razze non ha mai portato bene») e omofobo («dovremmo equiparare i gay ai pedofili così Vendola la finisce di fare il ricchioncello per strada») che, a fronte dei reati commessi da cittadini stranieri, vorrebbe «dare una ripulita», «aprendo la caccia con i pallettoni per cinghiali, almeno li traforiamo per bene». Con un trattamento di riguardo per gli immigrati malati di TBC («con loro usiamo la fiamma ossidrica, così non ne rimane nemmeno una cellula»), e per i rom: «Mettiamoli nelle stufe a legna, in modo da farne carburante alternativo».

Perchè «i rom», spiega Luca, bresciano, amorevoli foto dei suoi bambini in bacheca, «ladri, stupratori e assassini nascono, ladri, stupratori e assassini moriranno: personalmente adotterei per loro le stesse politiche usate dal Führer». «Anziché stanziare fondi per l'integrazione dei rom, L'Unione Europa dovrebbe finanziare l'apertura dei forni», rilancia Alessandro, consulente aziendale nel comasco. Mentre Giovanna – quella appassionata di Topolino, Bambi e Winni The Pooh - euforica applaude: «Evvai! Che bello vederli bruciare!».
tratto da http://espresso.repubblica.it
dicembre 2011

venerdì 16 dicembre 2011

LA TRISTE SORTE DEI FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO

Due articoli presi da Senza Soste e da Indymedia caratterizzano questo post che parla di collusioni e responsabilità(anche scomode ed impensabili)oltre che a coperture politiche e giornalistiche che gli autoproclamati"fascisti del terzo millennio"hanno nel belpaese.
E anche come tra le varie organizzazioni di estrema destra ci siano invidie e differenze anche sostanziali che hanno portato a vendette e ripicche come per esempio tra Fogna Nuova,Caga Pound e Militia.
Il primo articolo è una riflessione sui fatti di Firenze dove oltre a ribadire il connubio tra la polizia,la giustizia e l'estrema destra si occupa della pseudosinistra parlamentare che negli ultimi anni ha permesso sempre più spazio(in dibattiti o in occupazioni di posti pubblici)alle merde nazifasciste,come se fosse di moda parlare con razzisti e nostalgici del ventennio.
Come sottolineato nel breve resoconto bisogna tornare a parlare in politica del nemico e non dell'avversario come si auspicano politici ed"intellettuali"sinistrorsi,altro che diritto alla parola di questi stronzi che hanno cacciato l'Italia nell'oblio e nella vergogna del fascismo e dell'occupazione nazifascista,il cui caro prezzo stiamo pagando ancora oggi.
Il secondo contributo parla più delle differenza tra le varie fazioni dei ratti di fogna,passando dai duri e puri estremisti razzisti e xenofobi di Militia agli altrettanto razzisti e xenofobi di Ca$$a Pound con la sola differenza che questi ultimi si nascondono dietro una facciata politica(vedi Alemanno a Roma)e diciamo più burocratica ma sempre deviata e pericolosa ed assolutamente da debellare come un cancro.
Che si sia trovato nell'arresto di Boccacci e di altri"uomini"piccoli piccoli un capro espiatorio è lapalissiano,anche perché Militia non è implicata almeno direttamente nei fatti di Firenze,e anzichè colpire i più colpevoli(in questo caso)Cagapoundisti col culo parato dai politicanti di destra si è preferito colpire i bifolchi e non adeguatamente coccolati Militantini.
Tra complici,cameratti di diverse etnie e piagnucoloni capaci di lanciare il sasso e nascondere la mano c'è una sola azione da compiere che è quella di zittirli ed azzerarli in ogni modo...che alla fine sia chiaro che quelli che menano,ammazzano o sono talmente convinti e deficienti da crederci davvero non sono qualitativamente e quantitativamente chissà chi.

Cercate i complici? Eccoli.
In questi giorni abbiamo volutamente evitato di commentare la strage di Firenze, ogni frase che provavamo a buttare giù finiva col suonarci fastidiosamente retorica e poi comunque non avremmo aggiunto nulla a quanto già scritto anche efficacemente altrove. Così non ci siamo neanche accodati al coro di chi adesso chiede che Casapound venga messa fuori legge, e questo per due semplici ragioni. La prima è che aspettarsi che lo Stato sciolga l’organizzazione messa in piedi da Iannone e soci significa non averne capito la natura, i legami e la funzione, oltre che ignorare cosa sia lo Stato, a che cosa serva e quali interessi rappresenti. Per farsi un’idea di quello di cui stiamo parlando basterebbe leggersi il dossier dei rapporti tra Casapound Pistoia e la Questura (leggi). La seconda ragione è che questo è un compito che spetta solo e soltanto al movimento di classe e a cui, piaccia o non piaccia, non si può supplire nè con i proclami velleitari nè con gli appelli su facebook. Leggiamo però, sui giornali di oggi, che si starebbe valutando l’esistenza di eventuali complici “non solo sotto il profilo materiale ma anche in forma di concorso morale, sotto il profilo di eventuale istigazione o agevolazione dei reati stessi” e su questo, se permettete, due parole invece le spendiamo. Perchè di complici morali di Casapound e dunque del suo militante omicida ce ne sono eccome e li conosciamo tutti. Ci riferiamo all’ex Sindaco di Roma, Walter Veltroni, che con spirito bipartisan ha accettato di equiparare l’occupazione dello stabile di Via Napoleone III° con le occupazioni dei movimenti di lotta per la casa avviando l’iter per l’assegnazione del palazzo. Ci riferiamo all’attuale Sindaco Alemanno che, oltre ad assumere nelle municipalizzate diversi di questi signori, ha portato a termine a suon di milioni di euro il percorso iniziato dal suo predecessore. Ci riferiamo a tutti quei deputati, assessori e consiglieri del centrodestra sempre pronti a garantire loro l’accesso privilegiato ai bandi pubblici, a fornirgli copertura istituzionale e a firmare comunicati di solidarietà. Ci riferiamo a quella sinistra radical chic che in questi anni ha trovato tremendamente à la page cinguettare coi fascisti del terzo millennio prestandosi così alla loro legittimazione. Pensiamo a Sansonetti, alla Concia, a Telese, a Morucci e a tutti quelli che hanno provato a spiegarci che in politica non ci sono più nemici ma, al massimo, avversari. A quelli che sono andati a presentare libri o a partecipare a dibattiti. Per non parlare poi di quei sinistrati che in nome di un astratta quanto assurda concezione della democrazia sono arrivati a firmare appelli perchè venisse garantita ai fascisti la libertà di manifestare. Ritanna Armeni, Angela Azzaro, Massimo Bordin, Andrea Colombo, Lanfranco Pace, Gian Luca Minotti, Massimo Ilardi, Paola Tavella, Alberto Abruzzese, Rita Bernardini, Carlo Grassi, Guido Allegrezza. Sicuramente ce ne dimentichiamo qualcuno, ma se cercate i complici cominciate da questi.
Vedi anche: Evoluzione di stampo neonazista
tratto da http://www.militant-blog.org
15 dicembre 2011
Caproni espiatori all’amatriciana per gli omicidi razzisti.

Preciso e ragionato articolo di Mazzetta sull'arresto dei militati neofascisti di Militia e il duplice omicidio razzista di Firenze
---------
L’arresto di Maurizio Boccacci e di altri quattro militanti associati alla formazione della destra estremista Militia per “associazione per delinquere finalizzata alla diffusione di idee fondate sull’odio razziale, l’apologia di fascismo, l’incitamento alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici e religiosi“, è sembrata la reazione ovvia e immediata all’orrendo crimine di Firenze, ma non è stato particolarmente apprezzabile.
La storia politica di Boccacci e del suo gruppo è nota e data qualche anno e sicuramente il gruppo poteva essere fermato prima, se lo si fa adesso è per questioni di contingenza politica. Una contingenza che porta a sacrificare un gruppo tra i più razzisti e meno allineati della destra italiana, di quelli che hanno sempre rifiutato l’ipocrisia con la quale altre formazioni della destra estremista, come Casa Pound, cercano malamente di dissimulare la loro natura di fascisti.
Militia non ha certo di queste accortezze, è anzi in aperta polemica con il nume tutelare della destra fascista capitolina, quel sindaco Alemanno che nei dissestati bilanci comunali ha trovato una decina di milioni di euro proprio per regolarizzare l’occupazione di uno stabile da parte di Casa Pound.
Per quelli di Militia Alemanno è un “servo degli ebrei” e fine del discorso. Prese di posizione auto-emarginanti in un centrodestra che oggi guarda a Israele un po’ come a un’utile nemico dei musulmani e un po’ come alla casa del più tradizionale ebreo dal naso adunco impegnato nella conquista del mondo attraverso il controllo delle banche, ma cercando di evitare in ogni modo che questa tradizionale ossessione sia bollata come razzista.
Così tocca a Militia pagare con gli arresti la strage di Firenze, anche se il killer era un militante di Casa Pound e probabilmente con Militia non ha mai avuto alcun contatto. Lesti, quelli di Casa Pound hanno invece ripulito i loro archivi e mandato Iannone, il leader, a dissociarsi in televisione. Non che l’operazione sia riuscita nella sostanza, ma la forma che ci consegnano i media è quella di una dissociazione dal razzismo e dalla violenza che più d’uno ha già preso per buona.
Ovviamente non è per niente vero, le aggressioni razziste da parte di militanti di Casa Pound non hanno mai smesso di punteggiare le cronache e, al di là dell’evidente sforzo per darsi una patina di rispettabilità, quelli di Casa Pound sono messi come quelli di Milizia, solo appena più attenti alle forme e più vicini alla politica vera, quella che in cambio li ricompensa con finanziamenti e garanzie sulla loro inoffensività.
Un’operazione di cosmesi che ha una certa efficacia e che ha visto collaborare anche sedicenti esponenti di sinistra allo sdoganamento dei “fascisti del terzo millennio”, i soliti furboni e qualche ingenuo che non si è reso conto di gettarsi tra le fauci del lupo fascista in nome di una tolleranza che loro per primi sopprimerebbero insieme agli stessi tolleranti, se solo potessero..
Quelli di Militia non sono certo innocenti agnellini e hanno anche rivendicato con orgoglio quelli che a tutti gli effetti sono reati, non sono quindi vittime, semmai i primi a poter essere sacrificati nel momento del bisogno, quelli con meno aderenze nella politica e nelle istituzioni amministrate dalla destra, che invece con Casa Pound vanno a braccetto da tempo.
Per questo l’arresto dei cinque, con l’abbondante invocazione di leggi speciali che dovrebbero essere state abolite da tempo, assume più l’aspetto di un provvedimento populista che di un effettivo cambio di passo da parte della giustizia e delle forze dell’ordine, che in altre occasioni e per molto meno hanno perquisito a tappeto le abitazioni di quasi tutti gli anarchici italiani per scovare gli autori di modesti attentati, per lo più dimostrativi.
In questo caso non solo è mancata completamente tutta quella politica e quella “informazione” che quando un anarchico rompe un vetro invoca la soluzione finale contro i centri sociali e punizioni draconiane. Ma anche l’intervento della giustizia è sembrato marcare questa diversità, puntando a Boccacci invece che ai neofascisti più accostabili al killer di Firenze, chiudendo di corsa un’indagine probabilmente vecchia di anni invece d’indirizzarsi sugli ambienti più affini all’autore dell’orrendo crimine. Poco comprensibile, visto oltretutto che quelli di Casa Pound sono stati visti da tutti mentre cercavano di cancellare le tracce della loro frequentazione con il killer e quindi inquinare degli importanti elementi probatori su un gravissimo fatto di sangue.
Un atteggiamento, quello della giustizia e delle forze dell’ordine, in questo tradizionalmente benevolo con le formazioni d’estrema destra, libere anche negli ultimi anni di mettere a segno una lunga catena di omicidi, aggressioni e vandalismi senza grandi conseguenze.
Violenze motivate politicamente o razzialmente, che dai media non raccolgono mai attenzione, diversamente dalle gesta di altri militanti o manifestanti che, non essendo di destra, vanno incontro a una sistematica criminalizzazione, accusati di essere terroristi anche quando si limitano a farsi picchiare brutalmente dalla polizia in piazza.
Oggi tocca a Boccacci andare in galera per proteggere questa ipocrisia e per permettere al resto dei camerati italiani di continuare ad agire indisturbati, di conserva con la politica di destra “alta” che in certi ambienti ha sempre trovato utile manovalanza al momento del bisogno e che sa essere riconoscente, soprattutto con i camerati che portano tanti voti e Mussolini nel cuor.
----
Link:
http://mazzetta.wordpress.com/2011/12/15/caproni-espiatori-allamatrician...

giovedì 15 dicembre 2011

UNA BELLA STORIA DI MOLTI ANNI FA'

Come antidoto alla brutta storia raccontata nel post di ieri faccio un viaggio indietro nel tempo arrivando fino al periodo in cui i nazisti avevano occupato l'Italia ed in particolare mi riferisco ad un episodio verificatosi a Roma.
Riassumendo brevemente il racconto riportato dal sito"antifa"ripreso da quello dell'Anpi il medico romano Giovanni Borromeo riuscì tramite un astuto tranello a salvare centinaia di perseguitati,ebrei,polacchi e partigiani dalle grinfie della bestia della polizia nazista che coadiuvata dai delatori fascisti cercavano d'individuare tale carne da macello.
Lo stratagemma consentiva nel fatto di aver diagnosticato ai suoi protetti un fantomatico Morbo K,una malattia altamente contagiosa che sia medici che soldati nazisti non vollero quasi nemmeno controllare confutando le dotte tesi mediche del dottor Borromeo.
Grazie a tale inganno e salvando molti ebrei da morte certa il medico venne onorato come"giusto"fra le nazioni,particolare status di quasi santità da parte del mondo ebraico:questo post vuole essere foriero di memoria e di solidarietà verso i nuovi diversi e i nuovi perseguitati in Italia che devono sapere sì che latenze di nazifascismo ancora girano in menti bacate ma che la maggior parte degli italiani metterebbe a repentaglio la propria di vita per salvare quella dei loro fratelli in difficoltà.

G.Borromeo, Il Morbo di K che gabbò le SS ·

Secondo un proverbio talmudico “Chi salva una vita, è come se avesse salvato il mondo intero”, perché esso sussiste soltanto per merito delle azioni dei Giusti (uomini e donne) che vivono in mezzo a noi, tra le nazioni del mondo. In queste pagine c’è la storia del prof. Giovanni Borromeo (1898-1961), medico, dal mondo ebraico riconosciuto “Giusto” fra le Nazioni, il 2 marzo 2005.
Figlio del medico romano Pietro e nipote di un altro medico, di famiglia di lontana origine milanese, già iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma, a diciotto anni, appena compiuti, parte per la Grande guerra, dalla quale ritorna con una medaglia di bronzo al valor militare. L’esperienza bellica non gli impedisce di laurearsi con 110 e lode e Premio Girolami, ad appena ventidue anni. A trentuno anni vince il concorso degli Ospedali Riuniti di Roma quale Primario Medico. Antifascista, avendo rifiutato di prendere la tessera del Partito, gli è negata l’assegnazione del posto.
Nella primavera del 1934 avviene l’incontro che cambierà la sua vita professionale; conosce il Priore dell’Ordine Ospedaliero San Giovanni Calibita, Fra’ Maurizio Bialek, un polacco coraggioso e dalla vista lunga.
A Roma, sull’isola Tiberina esisteva ancora l’Ospedale fondato nel ‘500 (Fatebenefratelli) ormai ridotto a un cronicario con pochi vecchi malati. L’idea di Fra’ Maurizio è semplice: recuperare l’antico Nosocomio per farne una delle più efficienti strutture della Capitale. La proposta al giovane Primario è questa: “Tu hai il titolo e non hai il posto, io ho il posto e non ho medici, se ci mettiamo insieme possiamo riuscire nel progetto”. L’unica condizione posta dal prof. Borromeo, nell’accettare, è che non si badi a spese, per dotare l’antico Ospedale di tutte le strutture, i macchinari e il personale che egli stesso riterrà occorrenti. Non c’è problema, perché proprio da questa condizione Fra’ Maurizio ha conferma di non aver sbagliato nella scelta.
Durante l’occupazione nazista, con rischio della vita e in osservanza al Giuramento d’Ippocrate, il prof. Borromeo riesce a salvare la vita di oltre un centinaio di ebrei romani, inventando una malattia per la quale ricoverarli, che chiamerà Morbo di K (K sta indifferentemente per Kesserling o per Kappler), con i suoi sintomi, il suo decorso, il temuto contagio (pericolosissimo!), gli eventuali esiti permanenti. Solo un medico veramente padrone della scienza può arrivare a tanto, al punto da sostenerne l’esistenza anche in contraddittorio con altri medici.
Una mattina di fine ottobre 1943, un ragazzino arriva di corsa in Ospedale, chiedendo del Primario: “Stanno arrivando due camion di tedeschi per circondare l’intera struttura e controllare i malati”. Subito dopo, arriva uno dei due camion, che sosta in attesa del secondo che inspiegabilmente tarda.
Ricoverati nel reparto “K”, oltre a un numero consistente di ebrei ci sono anche diversi polacchi sfuggiti alla prigionia tedesca, che non conoscono una sola parola d’italiano. Il primo camion riparte alla ricerca del secondo che arriva poco dopo. La perfetta organizzazione tedesca pare essersi inceppata. Ci vuole più di mezz’ora prima che entrambe le squadre siano pronte al blitz. Tutto ciò è un insperato vantaggio per il prof. Borromeo che passa in rassegna tutti gli affetti dal morbo: “Non dite una parola nemmeno se interrogati, ci penso io, abbiate fiducia”. Con i polacchi fa da interprete Fra’ Maurizio.
Ora le SS sono pronte, circondano e presidiano l’Ospedale. Insieme all’ufficiale in uniforme nera ce n’è un altro, un medico della Wehrmacht e un interprete altoatesino. Scrive l’Autore di queste pagine, figlio del prof. Borromeo: “Papà li accoglie con il miglior sorriso che riesce a sfoderare. Parla fluentemente la loro lingua che ha studiato fin da bambino e che ha perfezionato in seguito… Comincia un’accurata ispezione. La gravità del Morbo di K è scientificamente illustrata. Papà ne descrive i sintomi, l’estrema incertezza di una possibile guarigione, il terribile contagio che lo accompagna, i gravi esiti permanenti. Mostra le cartelle cliniche e chiede all’ufficiale medico di visitare egli stesso i malati, ma il quadro che ne ha fatto terrorizza i tedeschi che cominciano a tenersi alla larga dai degenti… Di fatto poco dopo se ne vanno. Papà mi dirà in seguito che, per fortuna, quel medico non era un genio. Ma questo è tipico della sua modestia: il genio era lui”.
Il prof. Borromeo partecipa anche alla Resistenza, installando insieme a Fra’ Maurizio, negli scantinati dell’Ospedale, una radio ricetrasmittente clandestina, in continuo contatto con i partigiani operanti nel Lazio e soprattutto con il suo amico Generale Roberto Lordi (del quale è medico personale). Questi coordina le truppe italiane sparse, organizzandole per la Resistenza e rifornendole di armi e munizioni. Il Generale viene arrestato dai tedeschi per un suo atto di generosità: il 17 gennaio 1944 si presenta spontaneamente alle carceri di via Tasso, insieme al Generale Sabato Martelli Castaldi (nome in codice “Tevere”)per scagionare il proprietario del polverificio “Stacchini”, dove entrambi lavoravano. I due generali erano stati allontanati dall’Aeronautica militare, per avere segnalato per via gerarchica le deficienze e le disfunzioni dell’organizzazione. Finirono nelle Fosse Ardeatine. Entrambi Medaglia d’oro alla memoria.
Poco tempo dopo l’arresto del Generale Lordi, alle sette e mezza di mattina, a casa Borromeo arriva una telefonata. Una voce con forte accento tedesco chiede del Professore. È il comando di via Tasso. A rispondere è la moglie: “Mi dispiace è già uscito”. Dall’altra parte del telefono: “Bene, veniamo a prenderlo, lo aspetteremo”. Ricorda ancora il figlio: “Papà afferra la cornetta: stavo uscendo, vi aspetto. Teme rappresaglie per la famiglia. Non può non andare… al portone c’è già la pattuglia delle SS in attesa… A via Tasso papà scopre il perché della convocazione: il Generale Lordi è malato di cuore e ha chiesto del suo medico. Data la sua posizione di alto ufficiale, gli è stato concesso… Papà ottiene di visitare privatamente il proprio paziente. Appena soli, Roberto Lordi gli sussurra: mi tortureranno e io non so se riuscirò a non fare i nomi di tutti e tu devi impararli a memoria con gli indirizzi, i recapiti, tutto, devi avvertirli che si mettano in salvo al più presto. Papà intanto lo visita perché potrebbero essere spiati. Si salutano con una stretta di mano. Tutti vengono immediatamente avvertiti e fuggono”.
Con la liberazione di Roma e con l’arrivo degli Americani, l’Ospedale Fatebenefratelli, ormai dimessi i pazienti affetti dal Morbo di K (tutti guariti), torna alla sua normale attività.
Al prof. Borromeo verranno rilasciati attestati di benemerenza dalla Comunità Israelitica Romana e da quella nazionale; verrà insignito della Croce al Merito dell’Ordine di Malta e gli sarà anche conferita la Medaglia d’Argento al Valore, con questa motivazione: “Durante la seconda guerra mondiale e nel periodo clandestino volle dedicare ogni sua dote di illustre e valoroso clinico a curare partigiani, patrioti ed ebrei ricercati dalla polizia nazifascista unendo a un raro disinteresse un così spiccato ed elevato spirito di sacrificio da essersi fortemente esposto a gravi e non pochi pericoli. Il suo contributo alla causa della libertà si estese entusiasticamente anche extraprofessione, partecipando in diversissimi campi all’opera altrettanto pericolosa e benefica di dare e far dare asilo, sostegno e conforto morale a tanti perseguitati, contribuendo alla disgregazione materiale e morale del nemico”.

Fonte: anpi

mercoledì 14 dicembre 2011

CA$$A POUND FOGNA DA CHIUDERE IL PRIMA POSSIBILE

Il grave e vile attentato alla vita di numerosi senegalesi ieri a Firenze e che ha provocato la morte di due di essi è figlio di una sempre più perversa ascesa dell'odio razzista tra gli italiani,perpetrata nel caso specifico da un ratto di fogna di Ca$$a Pound appartenente alla realtà pistoiese,tale Gianluca Casseri che come racconta il primo contributo tratto da Senza Sosta era sempre presente ai processi riguardanti l'incarcerazione di compagni antifascisti sin dal 2009(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/09/dossier-sulle-amicizie-tra.html )e partecipe alla vita politica della cricca nazifascista.
Tanta odio e soprattutto paura ed ignoranza nascono per forza in un terreno che brulica di stupidità e non di follia come vogliono far credere i massmedia:per organizzare un attacco di massa come questo e come quello ben più grave come numero di vittime come quello di Oslo(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2011/07/con-il-neonazismo-il-buonismo-non-paga.html )ci vuole una certa lucidità mentale(che non ha niente a vedere con la acutezza ideologica),altro che pazzia.
Il secondo articolo parla delle prodezze televisive della giornalista(!??)Lucia Annunziata che pensa d'avere a che fare con un agnellino vestito da lupo come Iannone,leader di Fogna Pund,(vedi tra gli altri:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/05/una-marcetta-marcia.html oppure http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2011/05/il-mutuo-sociale-di-alemanno-favore-di.html )che senza troppa fatica riesce a dribblare le domande ed etichettare per l'appunto come folle chi ha sparato ai senegalesi a Firenze.
Recentemente il rogo del campo rom a Torino(e proprio tra parentesi se la ragazza avesse subito davvero uno stupro la vendetta sarebbe stata legittima?)ha fatto capire all'Italia,se ce ne fosse stato bisogno,che siamo dei razzisti e xenofobi,e solo ora i politicanti tipo Napolitano e alcuni arresti odierni dei nerissimi di Militia si tenta di porre un freno a questo treno ad alta velocità d'ignoranza(che gli antifa stanno facendo deragliare).
Il fatto che il mercato di San Lorenzo di oggi sia stato sospeso e che i fiorentini tutti si siano stretti attorno alla comunità senegalese è di buon auspicio per un ritorno se non alla normalità,verso un percorso di rispetto e di integrazione che spero sia solo stato rallentato e non concluso.

Il killer dei senegalesi? Era a tutte le udienze del processo di Pistoia
Statene certi, ciò che è successo quest'oggi a Firenze sarà presto ricondotto da media, politici e questure all'atto di un folle. Così come era stato derubricato a atto di follia quello del naziattentatore norvegese Breivik. Lo ha già scritto Casa Pound in un suo comunicato e lo hanno già traghettato le varie trasmissioni di intrattenimento politico.
Ma quello che è successo oggi a Firenze, così come sabato scorso a Torino con l'incendio del campo rom, rappresenta un'Italia che cova i germi del fascismo e razzismo dentro di sè e mostra la pericolosità di soggetti e ideologie cresciute fino ad oggi col sostegno fattivo del partito che ha governato fino a poche settimane fa (il PdL che li ha foraggiati e fatti montare sul carro elettorale), con la tolleranza partecipativa del Pd e con gli intrighi con varie questure d'Italia. Senza considerare l'onda razzista e di paura che certi media e la Lega Nord hanno cavalcato negli ultimi 10 anni. Un'Italia dunque alla ricerca di un capro espiatorio di fronte alla crisi, all'impoverimento e all'incapacità di reagire e che spesso lo trova nel fantasma dello straniero che gli ruba il lavoro, gli stupra le donne e lo fa vivere nella paura. Basta leggere qualche forum filofascista sul web per rendersi conto delle erbacce che crescono in certi giardini. Ma i forum lasciano il tempo che trovano, i fatti che leggiamo ogni giorno, prontamente sminuiti dai media, sono realtà.
E noi ci sentiamo di dire questo perchè abbiamo sempre seguito le vicende di Casa Pound e conosciamo da vicino il contesto di Casa Pound Pistoia che Gianluca Casseri, l'omicida fascista, frequentava. Non solo frequentava, ma all'interno del sito di Casa Pound c'è anche una pagina a lui riservata che è stata prontamente cancellata oggi pomeriggio (http://www.ideodromocasapound.org/?author=17).Vedi foto.
E Casa Pound Pistoia (Circolo Agogè) non ha potuto fare a meno di riconoscere la frequentazione dei propri spazi da parte di Casseri, anche perchè era andato più volte proprio in quegli spazi a presentare il suo libro "Le chiavi del chaos".
Ma non finisce qui. Non appena uscite le foto del fascista killer in questione, a Livorno molti compagni lo hanno subito riconosciuto in quanto ha partecipato da uditore a quasi tutte le udienze del famoso processo di Pistoia ai danni di 7 compagni accusati ingiustamente di aver devastato il circolo di Casa Pound (Link: gli articoli che ripercorrono la vicenda). A quelle udienze di fascisti non se ne vedevano, eccetto che quando erano chiamati per testimoniare, mentre il Casseri era sempre lì, quasi fosse il delegato a seguire il processo da parte del circolo pistoiese.
Alla luce dei fatti di oggi, è con ancora più rabbia che analizziamo ciò che successe dopo quei fatti dell'11 ottobre 2009 a Pistoia: la superficialità colpevole con cui molte forze politiche, soprattutto di sinistra, espressero la loro solidarietà a Casa Pound ma sopratuttto i fitti legami che ci sono stati fra questura di Pistoia e fascisti sia prima che durante il processo (scarica il dossier).
I fatti di oggi a Firenze non sono quindi riconducibili alla sola follia, ma sono parte integrante di un sistema che tollera i fascisti, li foraggia, gli concede spazi e anche poltrone nelle istituzioni. Casa Pound è fra quelle organizzazioni che ha cercato di ripulirsi nella forma e nel linguaggio per essere accettabile e presentabile, ma appena si va più in profondità rispetto all'immagine che si vogliono creare (i fascisti del terzo millennio oltre la destra e oltre la sinistra...) rimangono i soliti fascisti di sempre.
red. 13 dicembre 2011
L'ANNUNZIATA SALVA LA FACCIA A IANNONE DOPO LA STRAGE DI FIRENZE!
Nella sua trasmissione di rai3 "la crisi in mezz'ora" l'Annunziata ha invitato Iannone per parlare della strage di Firenze dimostrandosi così stupida che, di fatto, lui è riuscito con le solite 4 cazzate da politicante, a salvare la faccia a Casapound.
L'Annunziata evidentemente è completamete ignorante rispetto a quelle che sono i contenuti pubblici di un gruppo come CPI, non deve nemmeno mai aver visto il loro sito.
Se invece che "siete razzisti" (cosa che formalmente negano), avesse chiesto "siete fascisti" (cosa che rivendicano), Iannone (che sogna uno Stato etico che schiacci indistintamente bianchi e neri ligi alle sue leggi) avrebbe avuto difficoltà ben maggiori a giocarsi le sue carte.
Poi chiaro, anche Iannone ha dalla sua quella di essere un politicante con la faccia come il culo, che non si fa remore a dare dello squilibrato ad uno dei suoi di cui presentavano i libri, visto che dopo la strage Gianluca Casseri non è più politicamente spendibile.
Poco importa che lo stragismo ed il fare da manovalanza ai poteri forti sia una costante in tutte le formazioni di ultra destra, il punto è che tutti i fascisti, formalmente per l'appunto, lo hanno sempre negato.
Lucia Annunziata aveva già dimostrato di essere un'idiota quando aveva presentato quella fascista di Marie Le Pen come una "femminista" e come un'alternativa alle destre (come dicono i socialdemocratici) "neo-liberiste".
In quell'occasione si era prestata a presentare la solita retorica nazista anni 30, con le sue demagogie sul popolo, la nazione, l'eticità in politica ecc... come una nuova spinta di trasparenza e rigore morale che l'estrema destra ha rispetto ai vari Berlusconi, Sarcozy ecc....
Quando lo vidi rimasi sconvolto dal vedere come questa cretina di una giornalista sdoganava i soliti 4 luoghi comuni che i nazi cavalcano per accaparrare consensi.
Di mio tendenzialmente tendo a rifiutare le letture complottiste, sono più propenso che quest'utile idiota di una giornalista, sia talmente ignorante su quella che siano le proposte di facciata elaborate dagli squadristi del terzo millennio e talmente ligia all'antiberlusconismo dal provarle tutte.
Dopotutto chi accetta lo spettacolo del confronto di una democrazia assassina è ben accetto (pur che non né metta in discussione le fondamenta basate sul dominio dello stato e del capitale, e non si attrezzi per combatterli).
Anzi, che a questo spettacolo prendano parte anche i fascisti, non gioca solo enormemente a favore dei nostalgici del terzo millenio, ma ed è per questo che le "merde-di-sinistra" si prestano al giochino, sopratutto al domino democratico che così può presentarsi ancora una volta come inclusivo, progressista e tollerante.
Dopotutto lei è la merda che anni fà ospito pisanu a delirare contro gli "anarco-insurrezionalisti".
Contro i fascisti e sopratutto i poteri che difendono non possiamo ovviamente aspettarci niente dagli estimatori di una democrazia che di pogrom e squadracce, tanto più in tempi di crisi necessiterà sempre di più.
Le uniche via sono l'azione diretta autogestita ed i percorsi che non si piegano alla concertazione.
Solidarietà ai senegalesi di firenze, a tutti gli immigrati e atutti gli sfruttati decisi aliberarsi delle proprie catene.
un anarchico a Bologna