giovedì 31 dicembre 2009

DON GELMINI CRIMINALE


Tratto direttamente da Indymedia Lombardia ecco un articolo con un lungo elenco dell'attività criminale di Don Pierino Gelmini,prete molto attaccato al premier Berlusconi,un sacerdote che dicendo messa vìola numerosi dogmi della Chiesa(non che me ne importi molto ma i clericali magari non lo sanno),stupratore,assassino e fascista.
Questa feccia della società è stato uno dei primi a sentire il presidente del consiglio quando è accaduto il fatto di Piazza Duomo(l'incidente farsa della statuetta)ed è tra l'altro pluripregiudicato e condannato,scappato dall'Italia per non essere arrestato e reintegrato grazie alle sue amicizie ambigue.

Biografia non autorizzata di Don Pierino Gelmini.

tratto da" Wikio".www.wikio.it
L'accusa di molestie sessuale mossa da alcuni ex ospiti di don Pierino Gelmini ha fatto venire alla luce il passato pluripregiudicato di questo sacerdote. E' stato condannato a quattro anni di carcere e, dopo un omicidio avvenuto nel 1991, si inizia a parlare di abusi sessuali. Di seguito una breve biografia non autorizzata del fondatore della Comunità incontro.
1963 - L'uso fraudolento del titolo di MonsignoreDon Pierino Gelmini viene diffidato dalla curia nell'uso del titolo monsignore, che ancora non possiede. Ancora oggi sul sito della comunità incontro si sostiene che nel 1963 era già monsignore.
1969 - Il primo arrestoE' il 13 novembre, i Carabinieri arrestano don Gelmini, all'epoca segretario del cardinale Luis Copello, arcivescovo di Buenos Aires. E' accusato emissione di assegni a vuoto, truffa e del fallimento di una cooperativa di costruzioni delle Acli. E' anche convolto negli affari poco chiari di una ditta di import-export tra Italia e Argentina costituita grazie al suo incario nella curia romana. Nella sua villa viene trovata una Jaguar.
1970 - La fuga in VietnamDon Pierino, fugge nel Vietnam del Sud. Qui venne denunciato per appropiazione indebita ai danni della vedova del Presidente da parte del fratello di quest'ultimo, l'arcivescovo di Hué Nho-Dihn Thuc.
1971 - Quattro anni di carcereCostretto a tornare in Italia, non può sfuggire alla condanna del luglio 1971 a quattro anni di carcere per fallimento, truffa ed emissione di assegni scoperti. Viene isolato a causa delle lamentele degli altri detenuti per i suoi comportamenti promiscui.
1976 - Il secondo arrestoDon Gelmini viene arrestato per la seconda volta insiema al fratello frate Eligio, noto frequentatore di feste mondane, confessore di calciatori, cappellano del Milan e amante del lusso. Sono accusati di aver ricevuto una bustarella di 50 milioni da Vito Passera, un imprenditore in difficoltà, per farlo diventare console onorario della Somalia ed avere facilitazioni nel commercio di burro tra gli Usa e il paese africano.
1977 - Ritorno alla Villa del lussoMentre il fratello frate Eligio continua a vestire maglioncini di cashmire, don Pierino ritorna ad abitare nella villa romana che La Stampa descrive così: «due piani, mattoni rossi, largo muro di cinta con ringhiera di ferro battuto, giardino, piscina e due cani: un pastore maremmano e un lupo. A servirlo sono in tre: un autista, una cuoca di colore e una cameriera».
1979 - Il nuovo businessDon Gelmini disse di aver rinunciato alla "carriera per salire su una corriera di balordi". Nasce il nuovo business delle Comunità incontro per il recupero dei tossico dipendenti. La prima è ad Amelia, nel cuore dell'Umbria, in un vecchio casale ottenuto in concessione 40ennale dal comune. Oggi sono oltre 150 in tutto il mondo, costruite grazie ad ingentissime donazioni tra cui 100 milioni di euro da Silvio Berlusconi.
1988 - Abuso nell'uso dell'anello vescovileDon Pierino è un prete di rito latino, ma nel 1988 viene insignito del titolo di Esarca Mitrato della Chiesa cattolica greco-melkita. Ha diritto all'uso dell'anello, della mitra, della croce e della pastorale quando celebra la messa con rito greco, anche se non è vescovo. Don Gelmini commette spesso gravi abusi celebrando la messa in rito romano, ma vestendo paramenti greco-ortodossi. Inolre utilizza l'anello da vescovo pur non essendolo.
1991 - Omicidio e prime indagini su abusi sessualiIl 23 novembre Fabrizio Franciosi viene ritorvato morto sgozzato al grattacielo di Rimini. E' un cittadino di San Marino ed era stato ospite della casa madre della Comuntà incontro, il Mulino Silla. Dopo l'omicidio, tuttora avvolto nel mistero, il fratello aveva raccontato agli inquirenti riminesi di abusi sessuali ad opera di don Gelmini avvenuti in una casetta del parco della comunità. Carlo Franciosi, padre di Fabrizio, è uno stimato medico ed è Consigliere della Repubblica di San Marino. Ha dichiarato di essere molto turbato dalle nuove accuse a don Gelmini.
1993 /2003 - Una lettera a don Mazzi accusa don GelminiNel 2003 don Antonio Mazzi riceve una lettera da parte di un ragazzo che sostiene di aver subito molestie sessuali da parte di don Gelmini nel 1993. E' stato per due anni ospite anche della comunità di don Mazzi, dove ha raccontato quello che è accaduto.
2004 - Un libro di Marco Salvia racconta la vita in comunitàNell'ottobre 2004 esce il libro di Marco Salvia "Mara come me" che racconta la vita all'interno di una comunità di recupero di tossicodipendenti. La storia è romanzata e i nomi dei presonaggi non sono quelli reali. Il 23 gennaio 2005 il quotidiano Il Manifesto pubblica una lettera on cui l'autore usciva allo scoperto, dichiarando, al contrario di come solitamente avviene, che nulla di quanto raccontato è “puramente casuale”. Inoltre, il personaggio chiamato “don Luigi”, è in realtà don Pierino Gelmini.
2006 - Il sostegno alla legge Fini-GiovanardiDon Pierino fu uno dei maggiori sostenitori della nuova legge sulla droga che ha eliminato la differenza tra droghe leggere e pesanti. Ad un'anno e mezzo dalla sua entrata in vigore, iniziano ad essere evidenti i danni di tale provvedimento. I dati contenuti nell'indagine ipsad presentata dal ministro Ferrero in Parlamento e quelli della relazione annuale della Polizia parlano chiaro: è aumentato il consumo di droghe pesanti.
2007 - Bruno Zanin accusa don Gelmini di violenza sessuale, il Vaticano sapevaL'attore Bruno Zanin (Amarcord, L'Agnese va a morire, Il caso Moro), è l'autore dell'autobiografia "Nessuno dovrà saperlo" dove racconta di aver subito abusi sessuali da Don Gelimini all'età di 13 anni. Il capitolo che parle dell'abuso è disponibile gratuitamente in rete per volontà dell'autore sul sito Bipensiero, può essere scaricato cliccando qui. Zanin, che è stato collaboratore di Radio Vaticana durante le guerre della ex-Yugoslavia, aveva raccontato gli abusi al direttore dell'emittente Padre Lombardo, che oggi portavoce del Vaticano. Zanin aveva informato anche un altro alto prelato: Monsignor Giovanni d' Ercole.
2007 - Il portavoce massoneAldo Curiotto, addetto stampa di don Gelmini e sua moglie Maretta, segretaria del prete, lasciano gli incarichi presso la comunità dopo 18 anni. Il nuovo responsabile della comunicazione della comunità è Alessandro Meluzzi, psichiatra, onnipresente sugli schermi TV. Meluzzi è membro della Loggia massonica Madre Ausonia massoneria dal 1982, l'unca cosa a cui ha tenuto fede. Per il resto è un ex comunista, ex socialista, ex forzista, ex cossighiano, ex buttiglionano, ex diniano, ex mastelliano e ex verdi. E' anche sposato, divorziato e risposato.
2007 - Nuove accuse di abusi sessualiPochi giorni fa' si è diffusa la notizia che don Gelmini è indagato da sei mesi per presunti abusi sessuali nei confronti degli ospiti della comunità. Le accuse sono mosse da cinque ragazzi e sembrano credibili. Il cardinale Marchisano, ex vicario per la città del vaticano, invita don Pierino a farsi da parte e ad affidare la comunità ad un fiduciario. Si scatena il pandemonio: c'è chi grida santo subito, chi tace e chi come don Pierino non perde occasione per stare zitto combinando un gran casino.
2007 - Vittima delle lobby, non si devono risarcire le vittimeDon Gelmini dichiara di essere vittima di un complotto ebraico, suscitando le reazioni di Alan Elkan, del Rabbino Di Segni e di Riccardo Pacifici, il vicepresidente della comunità ebraica romana. Il giorno dopo ritratta e dice di essere vittima di un complotto della massoneria, lobby a cui appartiene il suo addetto stampa. Tuttavia, non ritratta le accuse di essere vittiama della lobby gay, della lobby radicale e della lobby della magistratura anticlericale.Inoltre, Don Gelmini ha sostenuto che la chiesa cattolica sbaglia a risarcire le vittime dei reati di pedofilia commessi dai sacerdoti.A seguito di queste esternazioni, il portavoce di don Pierino "la peste" Gelmini ha dichiarato il silenzio stampa e l'avvocato Coppi, difensore anche di Andreotti e di Licio Gelli, ha comunicato la propria rinuncia a difendere il sacerdote.

mercoledì 30 dicembre 2009

CRAXI LEADER DEI LADER

Che tradotto in italiano diventa"Craxi capo dei ladri",era una scritta che appariva sui muri di diverse località cremasco-bergamasche fatte da appartenenti della ex Lega Lombarda,ormai cancellate da qualcuno o dal tempo,e che ricorda di come i leghisti della prima ora"amassero"il guru di Silvio Berlusconi,il paparino del papi pappone.
La gente con la memoria lunga si ricorda il periodo di latitanza dell'ex leader socialista ad Hammamet quando aveva sul groppone una decina d'anni di carcere da scontare per svariati reati legati soprattutto alla vicenda Tangentopoli.
Ebbene ora nel decimo anniversario della sua dipartita(ma anche molto prima temporalmente)si discute ancora a Milano grazie al sindaco Moratti sull'intitolazione di una piazza o di una via o qualcos'altro alla memoria di Bottino Craxi.
L'articolo tratto da"Senza Soste"riprende una riflessione di Mariavittoria Orsolato del sito"altrenotizie.org"che traccia pure una breve biografia sulle malefatte che questo personaggio ante berlusconiano,precursore dell'attuale premier mafioso,che tanti danni ha arrecato all'Italia.
Craxi e la toponomastica riabilitativa.

Chi da bambino non si è mai chiesto chi fossero i signori e le (sempre poche) signore a cui erano intitolate magari la via di casa o la piazza del paese? Chi non ha mai spiegato al proprio figlio o nipote chi fosse l’Aldo Moro del piazzale di fronte casa del nonno, oppure cosa fossero le Fosse Ardeatine a cui è titolata la via della scuola? La toponomastica, fin dalla sua lontana nascita, è frutto di una precisa esigenza di identificazione storica e culturale, ed è forse per questo motivo che in molti hanno già sollevato una dura polemica nei confronti dell’intenzione di dedicare una via o un parco comunale milanese al defunto leader socialista Bettino Craxi.
Probabilmente, nella frenesia di celebrare degnamente il decimo anniversario dell’illustre trapasso, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha scordato di pensare alle risposte scomposte che un nonno o una mamma dovranno dare all’eventuale prole, curiosa di sapere chi mai sia l’uomo che dà il nome al loro indirizzo o al giardinetto sotto casa. Delle monete lanciate all’hotel Raphael ne abbiamo tutti vivida memoria, ma se si tratta di ripercorrere la lunga vita politica del primo uomo di sinistra assurto a palazzo Chigi, sono molte le amnesie che colpiscono chi deve raccontare e sono altrettanti i buchi di chi vuole ricordare.Bettino Craxi è stato il delfino di Pietro Nenni e come tale è divenuto segretario del Partito Socialista Italiano all’indomani della crisi dinastica scaturita dall’anomala tornata elettorale del giugno 1976, che vide il PCI di Berlinguer balzare ad un inaspettato 34,4% e minacciare così la supremazia incontrastata della DC. Dopo 7 anni e svariati governi di breve respiro, il nostro riesce a farsi affidare da Pertini la presidenza del Consiglio grazie a quella raffinatissima opera di inciucio politico che fu il Pentapartito (formato da PSI, DC, repubblicani, democratici e liberali). In 1093 giorni - perché questa fu la lunga durata della sua prima prova - Craxi riuscì a gonfiare smisuratamente la spesa pubblica, ad aumentare il rapporto Pil-debito pubblico dal già pessimo 70% al disastroso 90%; compì condoni edilizi e pur di aiutar l’amico Silvio (allora solo un gretto palazzinaro con il vezzo della tivvù) arrivò a porre la fiducia sul decreto che con un geniale colpo di spugna rendeva legali le illegali trasmissioni propagate da Cologno Monzese.
Tentò poi una riforma costituzionale in chiave presidenzialista e per poco non fece scontrare l’esercito italiano con quello americano durante i famosi 5 giorni della cosiddetta “crisi di Sigonella” e del sequestro dell’Achille Lauro. Un curriculum politico sicuramente degno di nota, che per chiudere in bellezza aveva bisogno di un’azione plateale e fragorosa come in effetti fu lo scoppio di Tangentopoli. Bettino se la cavò con una ventina di avvisi di garanzia per corruzione e finanziamento illecito - mossi a suo dire da un “preciso disegno politico” della Procura di Milano (ricorda niente?) - e seppur condannato rispettivamente a 5 anni e 6 mesi, e a 4 anni e 6 mesi, non scontò nemmeno un giorno di carcere in quanto nel maggio del 1994 si auto-esiliò ad Hammamet, in Tunisia. Una latitanza a tutti gli effetti, in cui, oltre a trovare la morte per cause ovviamente fisiologiche, trovò anche un degno riparo dai numerosi processi che lo vedevano coinvolto e che furono puntualmente chiusi nel 2000, ad avvenuta dipartita dell’imputato.
Ora, non che si voglia condannare questo ex presidente alla damnatio memoriae che colpì Commodo così come Caligola - è roba antica e mal si confà alla già corta memoria storica del popolo italiano - ma dedicare un qualsiasi luogo ad un personaggio di tal risma, a soli 10 anni dalla morte, sfugge ad ogni logica, oltre che al buon gusto. Negli anni in molti hanno cercato di far titolare qualsivoglia oggetto al vecchio Bettino: la prima è stata la figlia Stefania che già nel 2002 scriveva accorata al sindaco Albertini, affinché la città di Milano restituisse all’uomo Craxi un po’ dell’affetto che egli le aveva elargito (via mazzetta); ad un certo punto si arrivò quasi a posizionare una targa sul portone del suo ufficio, in piazza Duomo 19, ma le dure reazioni dei componenti dell’ex pool di Mani Pulite mandarono all’aria il nobile progetto.
Il 19 gennaio si compirà il decennale della morte di Craxi e, stando al trend imperante dell’agenda berlusconiana, i tempi sono ormai maturi per riabilitare quello che in molti chiamavo “Bottino” ma che, proprio per la sua particolare posizione politico-giudiziaria, è un ottimo testimonial; un baluardo che riporti alla mente la terreur di Tangentopoli, ricordando implicitamente quanto cattivoni siano anche i magistrati odierni che, per “preciso disegno politico”, stanno perseguitando il povero e disarmato Silvio. O no?

martedì 29 dicembre 2009

POLENTA CON PROVOLA E PROSCIUTTO

Questo piatto tipico del nord Italia ideale in questo periodo invernale è stato rivisitato per l'occasione rendendolo un poco più ricco così lo si può mangiare senza intingoli vari(le mitiche pucine!):solo polenta e qualche elemento per renderla sfiziosa e golosa.
La fantasia ricorre in aiuto con la farina di mais,infatti con pochi ingredienti si può ottenere una polenta concia con burro fuso,affettati a scelta e soprattutto formaggi che sciogliendosi con l'elevato calore che il piatto raggiunge ben si accompagnano alla giusta e buona riuscita del prodotto finale.
Ingredienti:
-farina di mais
-olio
-burro
-cipolla
-prosciutto cotto
-provola affumicata
-dado
In poca acqua salata facciamo arrivare la temperatura appena prima del punto d'ebollizione e cominciamo ad aggiungere la farina di mais,facendo attenzione ad alcuni particolari.
E'sempre meglio non usare troppa acqua poichè per fare addensare poi la polenta ci vuole tanta farina e alla fine rischieremo di cuocerne più del necessario,al limite si fa sempre a tempo ad aggiungere altra acqua durante la cottura se la consistenza è troppo dura.
Dobbiamo sapere che farina usiamo per una giusta durata di esposizione al fuoco perchè esistono anche delle polente precotte che richiedono vari minuti di preparazione,anche se la farina di mais normale è quella preferibile se si ha un attimo di tempo a disposizione in più.
Ultimo punto la farina si aggiunge poco alla volta,diciamo nel giro di cinque minuti,e si mescola bene per evitare il crearsi di grumi dopodichè si può lasciare cuocere da sola e al limite dare una mischiata per sapere a che punto è arrivata la cottura.
Dopo queste premesse,che sono solo suggerimenti e non regole invalicabili,torniamo alla ricetta ponendo in un tegame a parte le cipolle nell'olio e nel burro che devono essere abbondanti,quindi da una fetta alta di prosciutto cotto si tagliano pezzettini e si fanno rosolare alle cipolle fino a quando non assumono un bel colorito rosa scuro.
Intanto cominciamo a tagliate a dadini la provola affumicata che aggiungeremo assieme al composto del tegame nella polenta pochi minuti prima che essa sia pronta,e buon appetito(naturalmente servendo il tutto caldissimo).

lunedì 28 dicembre 2009

A QUANDO IL BUCO NERO DA NOI?

Come già anticipato a giugno dopo i primi gravi scontrihttp://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/06/senza-titolo.htmloppure
http://lombardia.indymedia.org/node/19387 accaduti in Iran ecco un intelligente articolo tratto da"Senza Soste"dove si puntualizza lo stesso fatto del due pesi e due misure sugli scontri di piazza con a carico il valore aggiunto delle ultime dichiarazioni bellicose dei politici italiani nei confronti di Internet.
Il web in Italia è la fucina del neoterrorismo e dei mali più gravi del paese mentre in Iran è acclamato come strumento d'informazione corretta e veritiera per far vedere al mondo intero che cosa succeda all'interno di un regime che ha il monopolio delle televisioni e dei mass media(oddio non so più se sto parlando dell'Italia o dell'Iran,sembra tutto così simile!).
L'intervento sul sito livornese,oggetto di pesanti critiche e di minacce di chiusura negli ultimi tempi,offre spunti interessanti sotto questo punto di vista e credo che quanto scritto sia lo specchio dell'ipocrisia che attanaglia il sitema politico italiano,purtroppo nella quasi interezza.
La prima immagine,non so quanto aggiornata,rappresenta con dei buchi neri gli stati al mondo(quindici)in cui l'informazione via Internet è pesantemente limitata e censurata,a quando il nostro spazio oscuro?

Per i tg internet va bene in Iran ma non in Italia.

Nelle ultime settimane i telegiornali, poi ripresi dalla seconda carica dello stato, si sono scatenati contro l’uso di massa dei social network. L’impagabile Schifani ha parlato di Facebook come di un fenomeno “peggiore di quello dei gruppi extraparlamentari degli anni ‘70” come se aprire una pagina o un account su un social network fosse paragonabile ad un esproprio proletario di una volta o alle gambizzazioni della fase più calda degli anni di piombo. In questo contesto di criminalizzazione della rete non poteva mancare il favoloso Bruno Vespa che ha definito Tartaglia “una persona appartenente ad ambienti vicini ai social network” (testuale).

Difficile trovare una frase più stupefacente: è la stessa identica cosa di dire l’aggressore appartiene ad ambienti vicini all’uso della telefonia cellulare. La stampa italiana, come il Corsera che ufficialmente rappresenta l’opinione pubblica moderata e riflessiva, ha poi ripreso nei suoi editoriali la citazione di libri dove si parla di internet come un luogo privilegiato di pedofili, estremisti islamici, neonazisti e fabbricanti online di bombe all’idrogeno. Insomma, giusto il clima di ottimismo democratico della convergenza tra nuovi e vecchi media teorizzato da molti mediologi come piattaforma della comunicazione del presente e del futuro.Questo atteggiamento dei media e delle istituzioni italiane nei confronti di internet e dei social network cambia invece magicamente quando si tratta di parlare di opposizione e di rivolte in Iran ovvero di un paese estraneo al gioco delle alleanze dell’Italia. Sembrerà strano ma improvvisamente gli stessi social network da covo del terrore e dell’adescamento dei pedofili diventano “opinioni indipendenti”, “voci libere”, serie “fonti di informazione riformista”.
Le informazioni trasmesse via Twitter vengono immediatamente accreditate dai tg italiani come “verosimili”, “attendibili”, “certamente corrispondenti alla realtà”. Sorte mai capitata alle stesse fonti in lingua italiana. Viene da provare una certa invidia, perché nasconderlo.Le prese di posizioni dei siti “riformisti” finiscono sui banner dei principali telegiornali italiani. Immaginate se il primo canale tedesco, o France 2, mandasse dei banner con le notizie trasmesse da Indymedia Italia. Roba da richiamare gli ambasciatori di quei paesi alla Farnesina per consultazioni immediate. E che dire dei video sgranati, spesso confusi e frammentari, che dai siti iraniani finiscono direttamente sui tg? Fa piacere vedere come i social network siano ripresi dai principali telegiornali. Suscita ilarità il fatto che i video, e ce ne sono di interessanti, di youtube Italia non finiscono mai nei tg mentre quelli iraniani si. Per far vedere al grande pubblico dei tg le voci indipendenti italiane dobbiamo chiedere aiuto ai bloggers di Teheran?
E che dire dell’ultrapacifista tg3 quello che montava servizi televisivi come se fossero tribunali speciali non solo quando volava un sasso ma anche se qualcuno osava bruciare una bandiera americana? Già, che dire di questo tg che sembra trasmettere da Assisi? Ebbene si l’onda iraniana (così è stata definita) ha travolto anche il dogmatismo gandhiano del tg di riferimento del centrosinistra. In un servizio su Teheran un emozionato giornalista parlava di giovani che “si armano di coraggio e di bastoni” per sfidare “finalmente a viso aperto il regime”. Ci attendiamo altrettanta compiacenza sociologica alla prossima manifestazione di black bloc nel nostro paese.E che dire del governo al potere in Iran? Quello che viene chiamato ossessivamente “il regime” vince le elezioni controllando i principali canali televisivi. Tutto questo non vi ricorda forse il libero sistema dell’informazione del nostro paese? Certamente, solo che tutto questo da loro è regime mentre da noi si chiama democrazia.
Detto questo non resta che ringraziare i manifestanti iraniani nel loro impegno per la libertà di espressione e di comunicazione. Sicuramente hanno fatto più loro per far capire in Italia che Internet non è il covo del terrore e della pedofilia dei media italiani quando parlano della comunicazione di rete nel nostro paese. Resta da porsi una domanda: quando il presidente iraniano legge le prese di posizioni ufficiali italiane su Facebook non si sente più vicino ad una moderna democrazia?

Per Senza Soste,
Bill Shankly

domenica 27 dicembre 2009

MORE THAN WORDS

La ballad più celebre degli statunitensi di Boston"Extreme"è sicuramente"More than words",il loro pezzo melodico più famoso e pure quello più bello a mio avviso:questa canzone d'amore è inclusa nel secondo album della rock band Pornograffitti del 1990,e per la prima volta l'avevo ascoltata nell'epico concerto Freddie Mercury Tribute Concert in onore del defunto leader dei Queen Freddie Mercury,tenutosi il 20 aprile 1992 al Wembley Stadium di Londra.
Scritta dal talentuoso chitarrista di origini portoghesi Nuno Bettencourt e dal cantante Gary Cherone,il testo e la stessa melodia sono un inno all'amore ed ai suoi modi di manifestarsi che vanno oltre le semplici parole:ai tempi dell'album la band era completata dal bassista Pat Badger e dal batterista Paul Geary.

More than words.

Saying I love you
Is not the words I want to hear from you
It's not that I want you
Not to say, but if you only knew
How easy it would be to show me how you feel
More than words is all you have to do to make it real
Then you wouldn't have to say that you love me
Cos I'd already know

What would you do if my heart was torn in two
More than words to show you feel
That your love for me is real
What would you say if I took those words away
Then you couldn't make things new
Just by saying I love you

More than words

Now I've tried to talk to you and make you understand
All you have to do is close your eyes
And just reach out your hands and touch me
Hold me close don't ever let me go
More than words is all I ever needed you to show
Then you wouldn't have to say that you love me
Cos I'd already know

What would you do if my heart was torn in two
More than words to show you feel
That your love for me is real
What would you say if I took those words away
Then you couldn't make things new
Just by saying I love you

More than words

Più delle parole.

Dire ti amo
Non sono le parole che vorrei sentire da te
Non è che ti voglio
Non sono cose da dire, ma se solo sapessi
Come sarebbe facile mostrarmi cosa provi
Più delle parole è quanto devi fare per renderlo reale
Così non dovrai dirmi che mi ami
Perché lo saprei già

Che faresti se il mio cuore fosse strappato in due
Più che parole da mostrare senti
Che il tuo amore per me è reale
Che diresti se togliessi quelle parole
Allora non potresti fare nuova ogni cosa
Solo dicendo ti amo

Più delle parole

Ora ho provato a parlarti e farti capire
Non devi far altro che chiudere gli occhi
allungare le mani e toccarmi
Tienimi stretto non lasciarmi mai
Più delle parole è ciò che ho sempre avuto bisogno tu mi mostrassi
Così non dovrai più dirmi che mi ami
Perché lo saprei già

Che faresti se il mio cuore fosse strappato in due
Più che parole da mostrare senti
Che il tuo amore per me è reale
Che diresti se togliessi quelle parole
Allora non potresti fare nuova ogni cosa
Solo dicendo ti amo

Più delle parole

sabato 26 dicembre 2009

LA FIABA DI NATALE

Tratta da Indymedia Lombardia una fiaba che somiglia tanto ad una cronaca che non ha tempo,duemila anni fa oppure oggi certe cose non sono cambiate,certe autorità hanno solo cambiato nomi e personaggi,diversi sono i luoghi ma stesse sono le persecuzioni ed i protagonisti malvagi(quelle cattivi per davvero).
La stalla è diventata un C.I.E.,i magi sono i clandestini,Erode ha varie facce e nomi,i soldati sono gli sbirri,Giuseppe e Maria sono immigrati denunciati e reclusi,Gesù è un oggetto da assistenza sociale...buon Natale comunque!

"Trovato neonato in una stalla - La polizia e i servizi sociali indagano""Arrestati un falegname e una minorenne".

BETLEMME, GIUDEA -L'allarme è scattato nelle prime ore del mattino, grazie alla segnalazionedi un comune cittadino che aveva scoperto una famiglia accampata in una stalla.Al loro arrivo gli agenti di polizia, accompagnati da assistenti sociali, sisono trovati di fronte ad un neonato avvolto in uno scialle e depositatoin una mangiatoia dalla madre, tale Maria H. di Nazareth, appenaquattordicenne. Al tentativo della polizia e degli operatori sociali di farsalire la madre e il bambino sui mezzi blindati delle forze dell'ordine, unuomo, successivamente identificato come Giuseppe H. di Nazareth, haopposto resistenza, spalleggiato da alcuni pastori e tre stranieri presentisul posto. Sia Giuseppe H. che i tre stranieri, risultati sprovvisti didocumenti di identificazione e permesso di soggiorno, sono stati tratti in arresto.
Il Ministero degli Interni e la Guardia di Finanza stanno indagando perscoprire il Paese di provenienza dei tre clandestini. Secondo fonti dipolizia i tre potrebbero infatti essere degli spacciatori internazionali,dato che erano in possesso di un ingente quantitativo d'oro e di sostanzepresumibilmente illecite.Nel corso del primo interrogatorio in questura gli arrestati hanno riferitodi agire in nome di Dio, per cui non si escludono legami con Al Quaeda.Le sostanze chimiche rinvenute sono state inviate al laboratorio per leanalisi. La polizia mantiene uno stretto riserbo sul luogo in cui è statoportato il neonato. Si prevedono indagini lunghe e difficili.Un breve comunicato stampa dei servizi sociali, diffuso in mattinata, silimita a rilevare che il padre del bambino è un adulto di mezza età, mentrela madre è ancora adolescente. Gli operatori si sono messi in contatto conle autorità di Nazareth per scoprire quale sia il rapporto tra i due. Nelfrattempo, Maria H. è stata ricoverata presso l'ospedale di Betlemme esottoposta a visite cliniche e psichiatriche.Sul suo capo pende l'accusa di maltrattamento e tentativo di abbandono diminore. Gli inquirenti nutrono dubbi sullo stato di salute mentale delladonna, che afferma di essere ancora vergine e di aver partorito il figliodi Dio. Il primario del reparto di Igiene mentale ha dichiarato oggi inconferenza stampa: "Non sta certo a me dire alla gente a cosa devecredere, ma se le convinzioni di una persona mettono a repentaglio - comein questo caso - la vita di un neonato, allora la persona in questionerappresenta un rischio sociale. Il fatto che sul posto siano staterinvenute sostanze stupefacenti non migliora certo il quadro. Sono comunquecerto che, se sottoposte ad adeguata terapia per un paio di anni, lepersone coinvolte - compresi i tre trafficanti di droga - potranno tornaread inserirsi a pieno titolo nella società." Pochi minuti fa si è sparsa lavoce che anche i contadini presenti nella stalla potrebbero essereconsumatori abituali di droghe.Pare infatti che affermino di essere stati costretti a recarsi nella stallada un uomo molto alto con una lunga veste bianca e due ali sulla schiena(!), il quale avrebbe loro imposto di festeggiare ilneonato. Un portavoce della sezione antidroga della questura ha cosìcommentato: "Gli effetti delle droghe a volte sono imprevedibili, ma sitratta senz'altro della scusa più assurda che io abbia mai sentito daparte di tossicodipendenti."

venerdì 25 dicembre 2009

MERRY X-MAS


Il merry x-mas del titolo del post ha un doppio significato,sia natalizio che auguro a tutti o quasi,
sia riferito alla decima mas,cui ha fatto riferimento il ministro della difesa quel pagliaccio col pizzetto di Ignazio La Russa.
E lo ha fatto pure a Livorno durante il discorso per il festeggiamento del Natale alle forze armate italiane,ricordando con pathos e nostalgia di quando in Italia e nella R.S.I. esisteva la flottiglia di assassini fascisti che da soli o assieme ai loro amici nazisti trucidarono centinaia di persone inermi che con la guerra non c'entravano nulla.
Ecco un piccolo elenco di alcune delle atrocità compiute tratte da Wikipedia:
I crimini di guerra e contro l'umanità della Xª MAS si svolsero essenzialmente in paesi e frazioni, dove era concentrata l'attività partigiana. Sono stati citati i seguenti episodi a carico della Decima durante il processo al suo comandante nel dopoguerra:
Forno (frazione di Massa (Italia)), 13 giugno 1944: 68 persone (tra le quali il maresciallo dei carabinieri Ciro Siciliano, che cercò di impedire il rastrellamento), per lo più civili e qualche partigiano, vennero uccise da un reparto di SS e da uomini della Compagnia "O" della Decima al comando di Bertozzi (che secondo alcune fonti fu colui che selezionò chi tra i prigionieri sarebbe stato fucilato).
Borgo Ticino (NO), 13 agosto 1944: in collaborazione con le SS, fucilazione di 12 civili, saccheggio e distruzione del paese per mezzo del fuoco, in rappresaglia per il ferimento di tre soldati tedeschi (al paese venne chiesto un risarcimento di 300.000 lire a compensazione del fatto e per evitare l'esecuzione, ma dopo aver riscosso la cifra, come ammesso anche al processo dal Capitano Krumhar che guidava il gruppo delle SS, la fucilazione e le successive violenze avvennero ugualmente).
Guadine (fraz. di Massa (Italia)), 24 agosto 1944: rappresaglia sulla popolazione civile, ritenuta fiancheggiatrice dei partigiani, con alcune decine di civili uccisi. Il paese e le sue frazioni furono quasi completamente bruciate e distrutte. L'operazione probabilmente aveva anche lo scopo di bloccare eventuali fuggitivi dalla contemporanea azione della 16. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, agli ordini del maggiore Walter Reder e degli uomini della Brigata Nera di Massa, che si stava svolgendo a Vinca (comune di Fivizzano).
Castelletto Ticino (NO), 1º novembre 1944: pubblica esecuzione esemplare: un ufficiale della Xª MAS fa fucilare in pubblico cinque partigiani "garibaldini", dopo aver raccolto una folla per dare l'esempio.
Valmozzola (PR): fucilazione sommaria di otto partigiani presi prigionieri in seguito ad azioni di guerra.
Crocetta del Montello (TV): tortura su partigiani catturati tramite fustigazione e ustioni con stracci imbevuti di benzina e accesi, nonché sei esecuzioni sommarie.

L'articolo è tratto da Indymedia Toscana e narra le gesta semiserie di un farabutto che senza la sconfitta e la sparizione di questo corpo militare che si è reso colpevole di sole disgrazie al popolo italiano,(ma con alcuni dei suoi rappresentanti sopravvissuti alla caduta del fascismo resisi attori di sgradevoli attacchi alla repubblica italiana,vedi il "Golpe Borghese")non potrebbe nemmeno parlare liberamente proferendo cazzate.

La Russa rende omaggio alla X Mas.

«L'indimenticata Decima Mas». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa non rinuncia al tributo al corpo militare che durante la guerra di Liberazione legò il suo nome al Terzo Reich e alla Repubblica di Salò. L'omaggio lo affida ad un aggettivo - «non dimenticata» - che rimanda direttamente alla memoria e a tutte le ferite che le sono state inferte.
La Russa è a Livorno, nella caserma Vannucci della Folgore, per incontrare le forze armate e pronunciare il suo discorso di auguri di Natale e di fine anno. «C'è l'orgoglio di sapere che le nostre forze armate sono una vera eccellenza, un esempio per le nuove generazioni», scandisce davanti ai reparti schierati della Folgore, ma anche dell'aeronautica, della marina e dei carabinieri. «La stragrande maggioranza degli italiani - ha aggiunto La Russa - guarda a voi con affetto e si sente rappresentata da questi uomini e donne che hanno scelto di servire la patria in armi. Purtroppo abbiamo anche quest'anno avuto dei lutti e pianto la scomparsa di uomini valorosi che si sono spinti fino all'estremo sacrificio nella meritoria opera di consolidamento della pace». Discorso con tutti i crismi dell'ufficialità, quindi. Nel quale il ministro della Difesa ha voluto inserire il tributo al passato che non passa: «Tra i reparti schierati in questo piazzale - si compiace - c'è l'elite delle nostre forze armate, come il Consubin della marina, erede della non dimenticata Decima Mas».

giovedì 24 dicembre 2009

THE SOUND OF SILENCE

Il primo aggettivo che mi balza alla mente sentendo questa canzone è splendida seguita da un bell'intramontabile,visto che questa melodia pubblicata come singolo dal duo Simon & Garfunkel nel 1965(ma scritta un paio di anni prima).
Il testo è uno dei migliori mai scritti in assoluto e tratta il tema dell'incomunicabilità umana,anche se qualcuno vede nelle righe un omaggio al presidente Usa Kennedy morto nel novembre dell'anno di nascita della canzone.
Il silenzio è uno stato che a volte raggiungiamo per sentire meglio noi stessi,a volte è piacevole,a volte fa paura,delle volte crea imbarazzo ma sempre nella vita avremo a che fare col silenzio,che piaccia o meno.
Il duo folk statunitense è stato un continuo tiramolla di unioni e separazioni,con concerti memorabili come quello del Central Park a New York nel 1981,oppure quello più recente di Roma davanti al Colosseo:in questo momento credo che non suonino più assieme ma visto i precedenti mai dire mai.
Ecco i testi con una traduzione in italiano,credo abbastanza corretta.

Il suono del silenzio.

Ciao oscurità, vecchia amica mia
son venuto per parlare ancora con te
perchè una visione strisciando senza far rumore
ha sparso i suoi semi mentre stavo dormendo
E la visione così piantata nel mio cervello,
rimane ancora
nel suono del silenzio

In sogni irrequieti vagai da solo
per viottoli di acciottolato sotto la tenue luce di un lampione
rivoltai il mio bavero per il freddo e per l'umidità
quando i miei occhi vennero trafitti
dal flash di una luce al neon
che lacerò la notte e toccò
il suono del silenzio

E nella luce nuda vidi
diecimila persone, forse più
gente che comunicava senza parlare
gente che sentiva senza ascoltare
gente che scriveva canzoni
che nessuna voce avrebbe mai cantato
e nessuno osava
disturbare il suono del silenzio

"Sciocchi" dissi io "non sapete
che il silenzio si espande come un cancro"
Ascoltate le mie parole così che io possa insegnarvi
prendete le mie braccia così che io possa raggiungervi
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia silenti
Ed echeggiarono nel prorompere del silenzio

E la gente s'inchinò e pregò
il dio-neon che aveva creato
e l'insegna saettò il suo avvertimento
nelle parole che si stavano plasmando
E le insegne dissero: "Le parole dei profeti
sono scritte sui muri della metropolitana
e nei corridoi delle case popolari
e sussurrate nel suono del silenzio.

The sound of silence.

Hello darkness, my old friend,
I've come to talk with you again,
Because a vision softly creeping,
Left its seeds while I was sleeping,
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence.

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone,
neath the halo of a street lamp,
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night and touched
the sound of silence.

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more.
People talking without speaking,
People hearing without listening,
People writing songs
that voices never share
And no one deared
Disturb the sound of silence.

Fools said i,you do not know
Silence like a cancer grows.
Hear my words that I might teach you,
Take my arms that I might reach you.
But my words like silent raindrops fell,
And echoed
In the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon God they made.
And the sign flashed out its warning,
In the words that it was forming.
And the signs said, the words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls.
And whisperd in the sounds of silence.

LAURO CERASO

Il caso Berlusconi-Tartaglia(vero falso che sia è superfluo in questo post)ha fatto faville nei pochi neuroni presenti nelle teste dei politicanti destronzi a dimora nel Parlamento contribuendo ad alcune uscite fasciste come quella del senatore Pdl Raffaele Lauro.
Questo rinco sulle ali di qualche sostanza strana ha proposto un disegno di legge in cui si può arrivare fino a dodici anni di carcere per chi istiga alla violenza su Internet:a parte il fatto che se venisse applicata tale cazzata avremmo bisogno di costruire centinaia di nuove carceri(senza far distinzioni politiche degli utenti on-line)tale proposta non farebbe altro che aumentare atti criminosi nella realtà quotidiana dei fatti come già evidenziato in post precedenti.
Quindi questo coglione deve pensare un attimo ai cazzi suoi e non venire a ravanare le palle a chi fa della libertà d'espressione una forma di corretta e veritiera d'informazione alla faccia della censura che sempre più attanaglia il web e non solo.
Articolo del"Corriere"ripreso da"Senza Soste".

Disegno di legge e pene dure contro il web: la vendetta del governo.

Carcere fino a 12 anni a chi su internet istiga alla violenza o ne fa apologia.
Il disegno di legge presentato dal senatore Lauro (Pdl):«Voglio parlare in Senato anche dell'uso patologico del cellulare da parte dei giovani»
Link: Sicurezza, Maroni fa marcia indietro su legge per stretta al web
ROMA - Chi istiga a commettere delitti contro la vita e l'incolumità delle persone o ne fa apologia, sarà punito con la reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso avvalendosi di comunicazione telefonica o telematica (internet e social network), la pena è aumentata. È quanto contenuto nel disegno di legge presentato dal senatore Raffaele Lauro (Pdl).

DOPO L'AGGRESSIONE A BERLUSCONI - «L'aggressione a Berlusconi ha evidenziato la necessità di intervenire sul fenomeno diffuso, caratterizzato da esortazioni alla violenza e all'aggressione mediante discorsi, scritti e interventi che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono ad acquisire una rilevanza mediatica significativa», ha spiegato Lauro, secondo il quale «è diffusa, anche tra i minorenni, l'abitudine a utilizzare gli strumenti informatici per ledere la dignità delle persone con diffamazione, ricatti e ingiurie a sfondo sessuale o razzista. Il legislatore non può più attendere», ha aggiunto.

USO PATOLOGICO DEL CELLULARE - Lauro ha reso noto inoltre che «insieme con il disegno di legge ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori di maggioranza e opposizione, per discutere al Senato di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico del cellulare da parte di giovani e giovanissimi, e delle conseguenze nei rapporti genitori-figli e sulle istituzioni scolastiche».

mercoledì 23 dicembre 2009

TESTIMONI SCOMODI

Se ricordate poco più di un mese fa il carcere di Teramo era balzato agli onori della cronaca e ai disonori dell'umanità per merito di un'intercettazione dove il comandante delle guardie carcerarie dell'istituto di detenzione(e dovrebbe essere pure di rieducazione)se la prendeva con un secondino perchè la gente non si massacra di botte in sezione ma la si pesta"di sotto"(al di fuori di occhi indiscreti).
Protagonista come testimone dell'episodio un"negro"come epitetato dall'indiziato Giuseppe Luzi,
ed il ragazzo in questione è morto quasi certamente per motivi estranei(si pensa per un tumore al cervello ma purtroppo la manina sul fuoco ora non ce la mette nessuno)al pestaggio cui aveva assistito.
Oggi a Vicenza un altro detenuto si è ucciso e la lunga lista di reclusi morti quest'anno per suicidi o pestaggi o per malattie curabili in un ospedale attrezzato si è allungata di un'altra"tacca"poichè per chi lavora in questo ambito la vita di un uomo è considerata un numero.
Articolo del"Corriere"ripreso da Indymedia Lombardia:il link seguente rimanda al post dove si può sentire l'audio della registrazione tra il capo(o kapò)ed un suo subalterno:
http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/11/la-prassi-del-pestaggio-poliziesco.html.

[Teramo]Carcere, muore il «negro» Il detenuto testimone del pestaggio.

http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_21/detenuto-testimone-morto
Carcere di Teramo, muore il «negro»Il detenuto testimone del pestaggioDi lui parlava in un nastro anonimo mandato ai giornali il capo dei secondini: «Il negro» ha visto tutto.

MILANO - Un detenuto, Uzoma Emeka rinchiuso nel carcere di Castrogno, è morto venerdì scorso in circostanza misteriose nell'ospedale di Teramo. Nigeriano, 32 anni, condannato a due anni per spaccio di stupefacenti, l'uomo aveva assistito il 22 settembre al pestaggio di un altro detenuto. In quell'occasione scoppiarono le polemiche perché un nastro anonimo, che parlava delle violenze, fu affidato alla stampa: «Non si massacrano così i detenuti in sezione, si massacrano sotto... il negro (Uzoma Emeka) ha visto tutto». Queste parole, dette da Giuseppe Luzi, capo delle guardie carcerarie ad un sottoposto, furono registrate da qualcuno e inviate al quotidiano locale La Città. Luzi fu sollevato dall'incarico dal ministro della Giustizia Alfano. Ora, a distanza di tre mesim arriva il decesso di Uzom. La procura ha aperto un'inchiesta anche su questa morte e secondo il quotidiano La Stampa, che lunedì mattina riportava la notizia, i giudici hanno disposto che l'autopsia del giovane nigeriano sia filmata.

MANCONI - Sentitosi male alle 8.30 mentre era al telefono con la moglie, Uzoma Emeka, è stato ricoverato in ospedale nel pomeriggio quasi cinque ore dopo ed è morto. «Non sappiamo, ma in ogni caso è certo che a Teramo si è verificato l’ennesimo caso di ’abbandono terapeutico’», commenta in una nota Luigi Manconi, presidente dell’associazione A buon diritto. «Ora, va da sé - aggiunge - si parla di ’morte per cause naturali’: ma sappiamo che oltre il 50% dei decessi in cella è classificato come dovuto a cause da accertare». Autolesionismo, abusi, morti improvvise, overdose presentate come suicidi, suicidi presentati come overdose, mancato aiuto, assistenza negata, «è un vero e proprio regime di omissione di soccorso - dice Manconi - quello che governa il sistema penitenziario italiano. Sullo sfondo di questo tragico avvenimento, l’ultimo di una lunga teoria di morti o inspiegate o sospette, c’è la vicenda del ’negro ha visto tutto’, del ’massacro’ involontariamente confessato, dei testimoni che esitano a parlare. Forse non ci sono ’misteri’ nel carcere di Teramo, ma certamente c’è un bubbone che va eliminato».

I DATI - Con il detenuto nigeriano morto nel carcere di Teramo le morti in carcere nel 2009 toccano quota 172: viene così superato il triste record del 2001, che aveva segnato con 171 detenuti morti, il numero più alto di morti in carcere nella storia della Repubblica. I dati sono dell’Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Negli ultimi 10 anni, nelle carceri italiane, sono morte 1.560 persone, di queste 558 si sono suicidate. Per la maggior parte si trattava di persone giovani, spesso con problemi di salute fisica e psichica, spesso tossicodipendenti.

martedì 22 dicembre 2009

IL PAPA DI HITLER


Il pastore tedesco Ratzinger ha sollevato un polverone natalizio con la proposta,ma sarebbe meglio dire la prosecuzione della causa di beatificazione di Papa Pio XII e in minor spessore quella di Papa Wojtyla.
Il Papa complice delle aberrazioni del nazismo quindi per le sue indubbie"virtù eroiche"è stato dichiarato"venerabile"(quasi come Gelli)e quindi praticamente la sua corsa verso un posto nell'olimpo dei santi è sempre più veloce.
Non vi sono indecisioni storiche sul fatto che questo pontefice(Pio XII)abbia chiuso un paio di occhi sul fascismo in casa nostra e sul nazismo in Europa creandosi colpevole e compare dello sterminio di milioni di ebrei e centinaia di migliaia di diversi,comunisti,antifascisti,zingari,invalidi
e alienati,insomma quasi tutti gli oppositori non ariani.
E sono stati soprattutto i rabbini ad indignarsi maggiormante per queste ultime decisioni del Papa che andava alle adunate della gioventù hitleriana,che da tutte le parti del mondo hanno lanciato profonde critiche e immensa delusione.
I due articoli sottostanti sono presi da Roma.Indymedia,con l'ultimo a firma di Sergio Luzzatto.
Vorrei concludere con un breve contributo di PierPaolo Pasolini prendendo le ultime righe di un epigramma dedicato proprio a Pio XII:

Lo sapevi, peccare non significa fare il male:
non fare il bene, questo significa peccare.
Quanto bene tu potevi fare! E non l' hai fatto:
non c'è stato un peccatore più grande di te.

Il Papa: "Wojtyla e Pio XII beati".

CITTA' DEL VATICANO - Benedetto XVI ha firmato oggi il decreto che riconosce le "virtù eroiche" di Giovanni Paolo II e, a sorpresa, di Pio XII. Perché possano essere proclamati beati dalla Chiesa cattolica e portati agli onori degli altari manca l'accertamento ufficiale di un miracolo da attribuire alla loro intercessione. La notizia ha riacceso le polemiche intorno alla figura di papa Pacelli e al suo presunto silenzio rispetto alla Shoah: pur sottolineando di "non poter in alcun modo interferire su decisioni interne alla Chiesa", le comunità ebraiche hanno ribadito la loro "valutazione critica".
Il parere positivo della commissione. La firma del decreto sulla santità spirituale di Pio XII è in parte una sorpresa. Il processo di beatificazione, infatti, era fermo da tempo anche a causa della posizione della comunità ebraica mondiale. L'anno scorso, dopo una votazione con cui cardinali e vescovi si erano pronunciati all'unanimità in favore delle "virtù eroiche" di papa Pacelli, Ratzinger non aveva firmato il decreto, chiedendo un ulteriore approfondimento storico. Il parere della commissione istituita per esaminare il dossier deve essere stato positivo: di qui la firma di oggi.
Le critiche del mondo ebraico. Buona parte del mondo ebraico, però, ha sempre mostrato una certa avversità nei confronti di Pacelli, accusandolo di aver taciuto di fronte all'Olocausto. Alcuni rabbini e organizzazioni autorevoli hanno chiesto la moratoria alla beatificazione, fino a quando non verranno pubblicati i documenti degli archivi vaticani relativi al periodo del suo pontificato, dal 1939 al 1958.
E oggi le critiche sono state riformulate in una nota congiunta del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che il prossimo 17 gennaio accoglierà Benedetto XVI in visita alla Sinagoga della capitale, del presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna e del presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici. "Se la decisione di oggi - si legge nella nota - dovesse implicare un giudizio definitivo e unilaterale dell'operato storico di Pio XII, ribadiamo che la nostra valutazione rimane critica". Gli ebrei italiani e quelli capitolini assicurano infatti di non poter dimenticare "le deportazioni degli ebrei dall'Italia ed in particolare il treno di 1021 deportati del 16 ottobre 1943 che partì verso Auschwitz dalla stazione Tiburtina di Roma nel silenzio di Pio XII".
Parole simili a quelle del Rabbino Giuseppe Laras presidente dell'Assemblea rabbinica italiana: "Quel che è certo è che non seppe gridare forte la sua opposizione contro la Shoah".
Per il rabbino David Rosen, consulente per il dialogo interreligioso del Gran Rabbinato di Israele, la decisione del Pontefice "non mostra grande sensibilità nei confronti delle preoccupazioni della comunità ebraica". Ancora più duro il segretario generale del consiglio Centrale degli ebrei di Germania, Stephan Kramer, che si è detto "furioso" e "triste" e ha sottolineato che in questo modo Benedetto XVI "riscrive la storia senza aver permesso che ci fosse una discussione scientifica seria".
Giovanni Paolo II beato ad autunno. Per quanto riguarda papa Wojtyla, è probabile che la cerimonia di beatificazione si svolga già l'autunno prossimo, con milioni di pellegrini che affolleranno Roma. Adesso spetta a una commissione di medici e teologi il compito di certificare un miracolo avvenuto per intercessione dei due pontefici. Come ogni tappa del processo di beatificazione, il miracolo dovrà poi essere approvato dai vescovi e dai cardinali della congregazione per la Causa dei Santi e, da ultimo, dal Papa. Nel caso di Wojtyla, è già stata individuata una suora francese guarita dal morbo di Parkinson. Ma all'interno della Chiesa c'è anche chi nutre dei dubbi: secondo il cardinale Godfried Danneels, primate del Belgio, il processo di beatificazione di Giovanni Paolo II "sta procedendo troppo in fretta".
PIO XII, Ma così si riaprono antiche ferite.

La contemporaneità delle due notizie è da ritenersi casuale, ma colpisce ugualmente. In Polonia, alcuni criminali rubano da Auschwitz la scritta-simbolo della Soluzione finale, «Arbeit macht frei». In Vaticano, Papa Ratzinger firma il decreto che avvia Pio XII sulla strada della beatificazione. Un increscioso affronto simbolico alla memoria della Shoah coincide con un clamoroso riconoscimento canonico delle "virtù eroiche" di chi era pontefice durante lo sterminio degli ebrei.Nei giorni scorsi, le due notizie hanno provocato reazioni differenti. Il furto compiuto in Polonia ha suscitato l'unanime riprovazione dell'opinione pubblica internazionale, che ha tirato un grande sospiro di sollievo quando si è saputo che l'insegna era stata ritrovata. Il decreto firmato in Vaticano ha invece diviso. Da una parte gli apologeti di Pio XII, fieri che Ratzinger abbia rotto gli indugi e fiduciosi di vedere Pacelli elevato presto agli altari. Dall'altra parte i critici di Pio XII, inquieti che la decisione vaticana offenda le comunità ebraiche e penalizzi il dialogo interreligioso.In realtà, la doppia notizia di questi giorni andrebbe sottratta sia al tempo troppo rapido delle news, sia al riflesso quasi pavloviano delle contrapposte appartenenze. Andrebbe consegnata a un'analisi più distesa, a una riflessione più storica. Si scoprirebbe forse, a quel punto, che non tutto il male viene per nuocere.Lo sciagurato furto di Auschwitz ha offerto una testimonianza straordinaria di come la Polonia stia cambiando. Nelle quarantotto ore intercorse fra il trafugamento dell'insegna e il suo ritrovamento, il paese natale di papa Wojtyla - amico vero degli ebrei - è stato colpito da un trauma collettivo. Di là dalla mobilitazione poliziesca per identificare e arrestare i responsabili del furto (a quanto sembra, non immediatamente legati a circoli neonazisti), la Polonia si è dimostrata compatta nel vivere l'episodio criminale come un terribile memento dei suoi trascorsi di nazione antisemita.Pochi anni fa, la pubblicazione di un libro di storia che sottolineava il volenteroso contributo dei polacchi alla Soluzione finale del problema ebraico (Jan T. Gross, I carnefici della porta accanto, Mondadori 2002) aveva suscitato reazioni piccate e scomposte nella Polonia dei fratelli Kaczynski e di Radio Maryia. Oggi, l'antisemitismo che tuttora alligna in alcuni settori della società polacca ha dovuto inchinarsi alle passioni e alle ragioni di una nazione altrimenti matura e civile.Quanto alla prospettiva di un'elevazione agli altari di Papa Pacelli, non c'è dubbio che si tratti di una faccenda carica d'implicazioni gravi. Lo attestano i segnali di protesta che si vanno levando - oltreché dalle comunità ebraiche - dagli ambienti cattolici più impegnati sul fronte dell'ecumenismo. La decisione di Joseph Ratzinger minaccia di riaprire ferite che ci si poteva augurare rimarginate per sempre grazie all'impegno di Karol Wojtyla.Eppure, anche nel caso del decreto vaticano su Pio XII non tutto il male viene per nuocere. Perché qualunque cosa la Chiesa cattolica voglia decidere riguardo alla beatificazione di un papa, la collettività intera ha ancora bisogno di studiare, di ragionare, di sapere intorno alla questione del rapporto fra carnefici, vittime e spettatori della Shoah.La storia guadagna poco da un approccio di tipo giudiziario, da una dialettica secca colpevole/innocente. E tanto meno guadagna la storia della Shoah, che tra il bianco e il nero conobbe infinite gradazioni di grigio. Pio XII non va trasformato nell'unico responsabile di quella che fu l'indifferenza diplomatica - o, peggio, il calcolo politico - anche delle maggiori potenze impegnate nella guerra contro il nazismo. Dal 1941 al '45, il silenzio di Churchill e di Roosevelt (per tacere di Stalin) fu altrettanto assordante del silenzio di Papa Pacelli.Ciò detto, il Vaticano potrebbe ben guardare alla vicenda di cattolici i quali, durante la Soluzione finale, mostrarono di possedere "virtù eroiche" assai più sviluppate che quelle di Pio XII. Uno per tutti: Jan Karski, eccezionale figura di messaggero della Resistenza polacca presso i governi alleati. In un giorno d'agosto del 1942, questo giovane uomo vide lo spettacolo inenarrabile del ghetto di Varsavia, e da allora ebbe una sola idea fissa: far sapere al mondo che gli ebrei venivano sterminati. Le torture dei nazisti non lo fermarono. Fra il '43 e 'il 44 Karski fu a Londra, fu a Washington, bussò a tutte le porte di tutti i potenti della coalizione anti-hitleriana. Non fu creduto, ma non smise di battersi per salvare - se non la vita degli ebrei - almeno la coscienza del mondo. Lui sì che andrebbe fatto santo, santo subito.

Sergio Luzzatto insegna storia modernaall'Università degli studi di Torino.

lunedì 21 dicembre 2009

APPELLI INASCOLTATI

Con il titolo del post odierno mi riferisco agli appelli fatti dai giornalisti del quotidiano livornese"Il Tirreno"che alla città toscana spesso e volentieri non offre una mano ed una possibilità di mostrare le molteplici bellezze cittadine e delle persone,richieste di pesanti sanzioni contro il tifo labronico che secondo il giornale si è reso colpevole di ingiuriosi cori contro il premier mafioso.
Oltre a questo(a parte il fatto che i cori fossero inneggianti a Tartaglia)i"giornalisti"locali hanno colpevolizzato eccessivamente gli ultras amaranto per avere esploso qualche bombetta e acceso alcune torce:come al solito ci si attendevano strascichi pesanti ma nulla di tutto ciò visto che il giudice sportivo ha cominato"solo"una multa di 8000 Euro alla società Livorno calcio.
E'ovvio che le squadre paraculate di Serie A,ovvero le big e le romane,di grossi problemi con le multe ed eventuali squalifiche e diffide non ne hanno,basti vedere il fatto che la Juventus continui a giocare impunemente in casa nonostante da tutto l'anno ci siano cori offensivi e razzisti contro giocatori neri ed a Roma col casotto e la sospensione del derby se la siano cavati solo con una sanzione pecuniaria.
Cose che a Bergamo(per citare la realtà che seguo da anni)neppure se le sognano multe così irrisorie per atti così gravi,considerando le ultime decisioni in arco di tempo(vedi la curva nord vuota per metà campionato per i fatti di Atalanta-Milan per un tombino!)quando in media a Roma l'anno scorso c'erano almeno tre accoltellati a partita(senza tener conto delle tifoserie impossibilitate ad andarci).
"Senza Soste"offre alcuni brevi articoli che trattano l'argomento,con precisazioni sul fatto che testa di minchia Maroni si scoglioni ancora perchè i cori contro il suo premier puttaniere non abbiano subito ripercussioni alcune(e ci mancherebbe!):per ora sguinzaglierà i suoi digossini alla ricerca di qualche colpevole che proprio ora che sto scrivendo sembra già esserci.
Infatti da poco sempre sullo stesso sito è stata pubblicata la notizia dell'arresto di un'ultrà livornese per i fatti(non so come altro classificarli visto che non è successo niente!)di domenica.
Solidarietà eterna agli ultras amaranto!
Precisazione dopo aver letto il post dove può sembrare che gli appelli inascoltati possano comprendere pure arresti e diffide Daspo:nulla di ciò,col titolo mi riferivo meramente alle sanzioni rivolte alla società calcistica e non a tutto quello che concerne le sorti dei tifosi che finiscono in galera o che devono pagare con restrizioni e sanzioni la passione calcistica(del Livorno e di poche altre realtà!).
Curva: Il lancio di fumogeni in campo dopo il gol del Livorno è senz'altro un atto che non serve a nulla e rischia di danneggiare il Livorno. Ma è chiaramente dovuto più ad un eccesso di festeggiamento che a una volontà di danneggiare la squadra e la società. Basta vedere che dopo che Cosmi e Danilevicius hanno chiesto di smettere non ne sono stati più lanciati per tutta la partita. I cori per Tartaglia invece rientrano nella libertà di espressione delle migliaia di persone che l'hanno cantato. Sicuramente è una cosa meno scontata e ipocrita di tutto ciò che ha seguito il ferimento di Berlusconi. Sicuramente è meno pericolosa delle dichiarazioni liberticide di Cicchitto e Maroni e della strumentalizzazione da parte del governo di un gesto che lascia il tempo che trova per tentare un golpe che modifica la costituzione. Le parole di Spinelli a fine partita sembrano dunque esagerate. Non vorremmo che rientrino nelle parti che solitamente il presidente recita alla vigilia del mercato di gennaio.
Giudice sportivo: 8.000 euro di multa al Livorno. Ma per Maroni e Il Tirreno è troppo poco.

8.000 euro di multa per il lancio di bengala e niente per i cori a Tartaglia. Alla fine il puzzo alzato da Il Tirreno era, come da noi annunciato, privo di fondamento regolamentare ma solo finalizzato alla vendita di qualche copia in più a discapito del Livorno e dei livornesi. E visto che il regolamento non lo prevede, solo la pressione mediatica e politica a cui Il Tirreno ha dato fiato può forzare il regolamento. Ma lo stesso Maroni è il primo ad essere dubbioso su quello. Anche perchè gli ennesimi cori razzisti degli juventini contro Balotelli (sui quali Maroni non può certo usare la mano pesante) sono stati multati solo 2.000 euro in più di 2 bengala. Insomma, alla fine nemmeno l'ombra di una multa sui cori su Tartaglia anche perchè non esiste nessun regolamento che possa multare l'ironia e la contestazione, chissà per quanto ancora..... red. 21 dicembre 2009
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Le decisioni del giudice sportivo
Ammenda di € 10.000,00 : alla Soc. JUVENTUS per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, in tre occasioni, intonato cori ingiuriosi, di breve durata, nei confronti di un calciatore tesserato per altra Società; per avere inoltre, nel proprio settore, acceso quattro fumogeni e fatto esplodere quattro petardi; entità della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere b) ed e) e comma 2 CGS per avere la Società concretamente operato con le Forze dell'Ordine a fini preventivi e di vigilanza.
Ammenda di € 8.000,00 : alla Soc. LIVORNO per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato due bengala sul terreno di giuoco e, nel proprio settore, fatto esplodere sette petardi; entità della sanzione attenuata ex art. 14 comma 5 in relazione all'art. 13 comma 1 lettera b) CGS per avere la Società concretamente operato con le Forze dell'Ordine a fini preventivi e di vigilanza.
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Le parole di Maroni
Apc-calcio/ Cori pro-tartaglia a Livorno, Maroni: valuterò provvedimenti "Ma presa di distanza di spinelli è apprezzabile"Roma, 21 dic. (Apcom) - "mi riservo di verificare assieme all'osservatorio per le manifestazioni sportive se devono essere presi dei provvedimenti" dopo i cori partiti ieri dalla curva della tifoseria allo stadio di livorno e inneggianti a massimo tartaglia, l'uomo che ha ferito il presidente del consiglio berlusconi durante un comizio a milano. Lo ha detto il ministro dell'interno, roberto maroni, intervenendo a gr parlamento.Maroni ha però sottolineato: "l'osservatorio valuterà eventuali provvedimento ma credo che la presa di distanza da parte del presidente spinelli (che ha condannato i cori, ndr.) Sia molto importante e sia da sottolineare con forza". Secondo maroni, si è trattato di un gesto "apprezzabile" da parte del presidente amaranto.I cori di ieri durante livorno-sampdoria "sono atti di inciviltà equiparabili ai cori razzisti. Che si tratti di violenza fine a se stessa o violenza criminale - ha aggiunto maroni - sono tutti episodi da condannare e da puinire, sui quali non bisogna mostrate tolleranza".

Rappresaglia di regime: arrestato ultrà amaranto per i cori di domenica.

La campagna di odio de Il Tirreno ha trovato il caprio espiatorio da servire a Maroni
E' di poco fa la notizia, un tifoso del Livorno è stato arrestato per i fatti di ieri. Che nessuno pensi che questo è dovuto al lancio di 4 petardi natalizi e di 2 fumogeni (altrimenti le carceri sarebbero piene ogni domenica), ma perchè ormai nessuno può più dissentire e criticare.L'arresto è chiaramente una rappresaglia per dare un segnale a tutta Livorno, al suo spirito beffardo e ribelle e al fatto di essere la bestia nera per il centro destra. Mentre i fascisti di tutte le curve possono cantare cori indegni si prende come capo espiatorio un tifoso 33enne del Livorno. Maroni ha guidato la mano della questura labronica e il Tirreno (che guarda caso ha l'esclusiva della notizia) ha fatto da risonanza mediatica.Ormai il regime, che ha fatto dello stadio il suo banco di prova, è completo, alla faccia di tutte quelle anime belle (poche ma rumorose) che domenica in tribuna inveivano contro la Nord. Un'altra dimostrazione di dove stiamo andando, un altra dimostrazione di come il Tirreno e il governo siano i veri portatori di odio politico, guidato ed indirizzato contro ogni critica o contestazione.

La notizia dal sito del Tirreno
Petardi, cori antipremier: arrestato ultrà amaranto
Un tifoso arrestato per i fumogeni allo stadio, conditi da cori come "Tartaglia uno di noi". Spinelli: "Che vergogna"

Arrestato un ultrà. Un tifoso di 33 anni è stato arrestato per gli episodi di ieri allo stadio Picchi di Livorno. Allo scadere del primo tempo erao stati lanciati due petardi e la partita era stata sospesa. La curva aveva inoltre intonato cori come: "Tartaglia uno di noi" e "Spinelli compraci Tartaglia", inneggiando a Massimo Tartaglia, autore dell'aggressione del presidente del Consiglio a Milano. A fine partita, il presidente della società, Aldo Spinelli, aveva definito il comportamento della curva "non degno di una squadra di serie A". "Questi episodi - ha aggiunto - mi allontanano da Livorno"

domenica 20 dicembre 2009

PRECISAZIONI SULL'ACCOLTELLAMENTO DI GENOVA

Comincia a dipanarsi la nebbia che è circolata in rete poche ore fa su di un accoltellamento mortale al C.S.O.A.Emiliano Zapata di Genova,dove un ragazzo ecuadoriano di diciassette anni è morto poco dopo l'arrivo in ospedale per le gravi ferite riportate.
Nei primi momenti si era parlato di un diciannovenne morto e di feriti,e stando ai primi accertamenti la matrice politica del gesto è da escludere come invece in un primo tempo era da considerarsi come ipotesi.
Il quotidiano genovese"Il Secolo XIX"aveva lanciato una news con poche e confuse notizie,che l'agenzia Ansa ha reso più chiare:sembrerebbe che la lite sia avvenuta tra ragazzi sudamericani ma riporto la velina integrale:

Rissa a Genova, ucciso ecuadoriano di 17 anniFerito, a coltellate, un giovane italiano
20 dicembre, 23:30
GENOVA - Un ragazzo ecuadoriano di 17 anni é stato ucciso ed un giovane italiano è rimasto ferito non gravemente a coltellate in un rissa scoppiata stasera nel centro sociale Zapata di Sampierdarena, a Genova. La rissa, sulla quale indaga la squadra mobile, è scoppiata tra immigrati sudamericani e non avrebbe motivazioni politiche.
La vittima è stata portata con un'auto da alcuni connazionali, tra i quali il fratello, al pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi. Il ragazzo è morto poco dopo a causa di una grave emorragia interna provocata da una profonda coltellata. Nello stesso ospedale è stato trasportato con un'autoambulanza del 118 il giovane italiano, che aveva diverse ferite da taglio ad un braccio. Non è in gravi condizioni. Sul posto sono intervenute pattuglie della volante ed agenti della squadra mobile con il dirigente Gaetano Bonaccorso per ricostruire la vicenda. Dalle prime informazioni, sembra che l'italiano, estraneo al litigio, fosse intervenuto per fare da paciere.

RISOTTO AI CHIODINI E VERZE

Mentre fuori ci sono parecchi gradi sotto lo zero e l'inverno almeno quello ufficiale è solo alle porte,propongo un piatto autunnale che ha come protagonisti i chiodini,che quest'anno si sono visti in abbondanza in un periodo decisamente tardo rispetto alle stagioni passate:a mia memoria non ne ho mai raccolti nei primi giorni di dicembre visto anche che nelle stagioni passate già nella prima decade novembrina le gelate erano già cosa certa e quotidiana.
Un piatto caldo per questo periodo che unisce due tipici prodotti della zona cremasca,i funghi chiodini e le verze,per un risotto delizioso e decisamente buono e che si può gustare con i prodotti freschi solo in pochissimi mesi dell'anno,quindi godiamoceli!
Ingredienti:
-riso
-funghi chiodini
-verze
-funghi orecchiette
-cipolla
-aglio
-olio
-burro
-strutto
-spezie miste
-croste di formaggio
-vino nero
-vino bianco
-dado funghi
-dado normale
-brodo vegetale

Per prima cosa si puliscono i chiodini e si sbollentano per alcuni minuti e pure le foglie di verze strappate in pezzi più piccoli si saltano in padella con un poco di strutto e dell'aglio e si lasciano da parte;le orecchiette(le ho messe perchè le avevo in casa ma si possono anche tralasciare)si puliscono e si tagliano a listarelle e si usano a crudo.

In una pentola si rosolano nel burro e nell'extravergine di oliva le cipolle e si sfuma col vino bianco,e successivamente si uniscono le spezie miste(coriandoli,semi carvi,cannella,noce moscata,chiodi di garofano e anice stellato,tutti in polvere)ed i chiodini e le orecchiette già preparati,e dopo qualche attimo possiamo unire le verze.

Aggiungiamo al composto il risotto e subito le croste di formaggio in modo che si possano ammorbidire,si mesce del vino nero alzando un attimo la fiamma ed uniamo i dadi ed il brodo vegetale poco alla volta a fuoco basso e si lascia cuocere per una ventina di minuti affinchè i chicchi del risotto siano belli al dente...buon appetito!

sabato 19 dicembre 2009

I BUONI ESEMPI RELIGIOSI


Di neocrociati e paladini della fede e della (a)moralità l'Italia è sempre stata piena,figuratevi che persino i religiosi di mestiere ma non certo di vocazione si ritengono tali e poi hanno relazioni sessuali come minimo con adulti consenzienti,quindi è addirittura lecita una certa dose d'ipocrisia su temi che riguardano la devozione.
Per non parlare dei fascisti Dio-patria-famiglia,dei leghisti,dei chierichetti della politica di ogni colore che menano,ammazzano,deridono,respingono,divorziano,rubano e chi più ne ha più ne metta,sono l'immagine della scabrosità e dell'imbecillità del'oratore che predica bene e razzola malissimo.
E le ultime dichiarazioni del Vaticano che sottolineano la linea politica(perchè di ciò si tratta)dei religiosi cattolici rimarcando il no assoluto all'eutanasia,alle nozze gay,all'aborto ed alle ricerche in campo scientifico che riguardano gli embrioni.
Il perchè?E'scritto nella Bibbia,e siccome il suddetto libro rappresenta la sacralità ciò che vi è scritto è ineluttabile.
Prendendo spunto dall'interessante blog"Pagine Corsare"(il link è più avanti)propongo un post caricato lo scorso aprile che narra le gesta corrette da seguire e attuare"imposte"dal testo sacro per antonomasia della religione cristiana ed in parte ebraica,un elenco di insegnamenti biblici che definire al di fuori del comune pensiero di tolleranza e di rispetto e amore verso il prossimo è il minimo.
Si fa riferimento ad un libro e nella seconda parte ad una giornalista statunitense la cui ottusità si può evincere dalla sua biografia(http://en.wikipedia.org/wiki/Laura_Schlesinger) che però è in lingua inglese,una summa d'ignoranza e d'intolleranza che ahime si diffonde sempre più nelle persone che fanno della religiosità un punto importante della loro esistenza(almeno esteriormente,interiormente sono più laidi della monnezza).
http://paginecorsare.myblog.it/religioni

Consiglio la lettura di un bel libro Kaosedizioni (OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE. Gli orrori della “Bibbia”): sono 140 pagine circa che si leggono in un fiato. Vi trascrivo qui di seguito la "scheda del libro" dal sito della casa editrice:Sesta piaga: le ulcere – Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Procuratevi una manciata di fuliggine di fornace: Mosè la getterà in aria sotto gli occhi del faraone. Essa diventerà un pulviscolo diffuso su tutto il paese d’Egitto e produrrà, sugli uomini e sulle bestie, un’ulcera con pustole, in tutto il paese d’Egitto». Presero dunque fuliggine di fornace, si posero alla presenza del faraone, Mosè la gettò in aria ed essa produsse ulcere pustolose, con eruzioni su uomini e bestie.Menomati e bastardi – [Mosè disse:] «Non entrerà nella comunità del Signore chi ha il membro contuso o mutilato. Il bastardo non entrerà nella comunità del Signore: nessuno dei suoi, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore».Prepuzi di filistei – Allora Saul disse: «Riferite a Davide: Il re non pretende il prezzo nuziale, ma solo cento prepuzi di filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici del re»... Non erano ancora passati i giorni fissati, quando Davide si alzò, partì con i suoi uomini e uccise tra i filistei duecento uomini. Davide riportò i loro prepuzi e li contò davanti al re per diventare genero del re. Saul gli diede in moglie la figlia Mikal.Testa e braccio mozzati – [Giuda] comandò che tagliassero la testa di Nicanore e la sua mano con il braccio e li portassero a Gerusalemme. Quando vi giunse, chiamò a raccolta tutti i connazionali e i sacerdoti davanti all’altare... Mostrò loro la testa dell’empio Nicanore e la mano che quel bestemmiatore aveva steso contro la sacra dimora dell’Onnipotente pronunciando parole arroganti. Tagliata poi la lingua del sacrilego Nicanore, la fece gettare a pezzi agli uccelli e ordinò di appendere davanti al tempio la mercede della sua follia.Bruciati vivi nello stagno di fuoco – [Dall’“Apocalisse”] Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.Preciso che non credo che "il Cavaliere" sia quello che ammorba attualmente anche noi... o forse... chissà...
Insegnamenti biblici.
La dottoressa Laura Schlesinger è una famosa giornalista di una importante emittente radiofonica americana; nella sua trasmissione dispensa consigli alle persone che le telefonano o le scrivono: è un po' la trasposizione americana della nostra Radio Maria. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che l'omosessualità secondo la Bibbia (Lev.18:22) è un abominio, e non può essere tollerata in alcun caso proprio "perché lo dice la Bibbia". La seguente è una lettera spedita alla signora Schlesinger da un ascoltatore della radio.
Cara Dottoressa Schlesinger,
le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e a come applicarle.
1. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce Esodo 21:
7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?
2. Quando do fuoco a un toro sull'altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un soave profumo per il Signore. (Lev. 1.9). Il problema è con i miei vicini. I blasfemi sostengono che l'odore non è piacevole per loro. Devo forse prenderli a schiaffi?
3. So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni. (Lev. 15: 19-24.) Il problema è: come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne si offendono...
4. Lev. 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?
5. Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?
6. Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Lev. 11:10), lo è meno dell'omosessualità. Non sono d'accordo. Può illuminarci sulla questione?
7. Lev. 21:17-23 afferma che non posso avvicinarmi all'altare di Dio se ho qualche difetto fisico. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere... La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'è qualche scappatoia alla questione?
8. Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono essere puniti?
9. Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E' proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?
So che Lei conosce questi argomenti molto meglio del sottoscritto, per cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell'occasione, la ringrazio ancora poiché ricorda a tutti noi che la parola di Dio è eterna e immutabile.
Sempre suo ammiratore devoto.
AVVERTENZA: i passi biblici qui ricordati non sono opera di fantasia o di critica beceramente anticlericale delle Sacre Scritture, ma corrispondono fedelmente a quanto prescrive la Bibbia ai rispettivi capitoli citati.