martedì 30 giugno 2009

FESTA ANTIFA A CREMA

Bella iniziativa lo scorso sabato in città e precisamente ai giardini di Porta Serio e organizzata dai ragazzi dello Spazio Popolare La Forgia di Bagnolo Cremasco.
Musica e materiale informativo hanno attirato molti cremaschi lontani dall'antagonismo e dall'antifascismo militante ma non per questo indifferenti alle derive cattolico fasciste che imperversano come una tempesta nell'Italia e a Crema.
Per quanto riguarda la città il nemico principale alla vera democrazia e libertà individuale e collettiva arriva dal movimento ciellino che comunque trova appoggio da parte dei fasciti,ma questi ultimi in città grazie al continuo monitoraggio e grazie pure ad iniziative come questa non trovano e non troveranno terreno facile per poter attecchire il seme della loro ignoranza.
Come accaduto durante i fatti di Artshot e dopo l'elezione di Salini a presidente della provincia il clima estivo si è surriscaldato ancor di più anche perchè da buona setta il potere e le ramificazioni di questa autorità subdola qua da noi se lo gesticono loro.
Da vedere i precedenti post:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/06/la-bigotta-crema-schiava-di-cielle.html e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/06/perche-votare-torchio.html .
L'articolo è di Andrea Galvani pubblicato da"Crema Online".
“Contro leggi razziali e pacchetto sicurezza. Riprendiamoci la città”. La festa popolare ai Giardini di Porta Serio.

Crema - Bandiere rosse, slogan antifascisti, striscioni contro le leggi razziali ed il pacchetto sicurezza; creste colorate, cani senza guinzaglio e rock'n'roll. Un via vai continuo di curiosi, uomini e donne brizzolati ai quali non pareva vero passare per i Giardini di Porta Serio e trovarci un palco, giovani e musica. In molti si son fermati a dare il proprio sostegno all'inizia, a discutere coi ragazzi di politica, di storia e delle prospettive future. Ai piedi di una delle telecamere della videosorveglianza e di fronte ad uno dei punti "strategici" dei Giardini, la fontanella, ragazzi e ragazze felicemente seduti a chiacchierare e a godersi la giornata, banchetti informativi sulla situazione in Palestina e l'analisi politica del territorio cremasco. Questo e molto altro nella Festa popolare, riprendiamoci la città ideata ed organizzata dallo Spazio popolare la Forgia di Bagnolo Cremasco. Ad aprire la lunga serie di concerti gli Insensa, seguiti da Ammalooza, The Nuclears, Bastardi senza nome, Point of impact, Rango tank, Zu Rino Band, Sniper dogs, Dcp, The Claw, Spleen Flipper.
Riprendiamoci la città.
L'obiettivo della manifestazione? Riassunto in un volantino-manifesto: “Per tornare nelle strade della nostra città e portarvi i nostri contenuti basati sull'anticapitalismo e antifascismo, affinché non si deleghi più a nessuno il compito di risolvere le contraddizioni che questo sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo ha portato e continuerà a portare. Un sistema che tenta di sradicare qualsiasi tentativo di auto-organizzazione, imponendo ritmi di lavoro soffocanti che tengono l'essere umano sul limite della sopravvivenza, per negargli ogni reazione possibile. Un sistema che ci indica nell'immigrato il nemico contro cui scagliare la nostra rabbia accumulata giorno dopo giorno, per i soprusi dei padroni. Un sistema che attraverso l'imperialismo americano, europeo e sionista, ci vuole passivi spettatori alle carneficine compiute in nome del potere economico e religioso”.

lunedì 29 giugno 2009

NADIR GISMONDI

Il suicidio avvenuto la scorsa notte di Nadir Gismondi,un giovane d'Imperia che si è sparato alla testa dopo essere stato sottoposto ad un esame con l'etilometro dimostratosi positivo,può venire considerato alla stregua di un'istigazione a togliersi la vita.
Non è il primo caso questo,purtroppo la cronaca degli ultimi mesi riporta a cadenze brevi episodi di suicidi dovuti al fatto di essere stati pizzicati al volante col tasso alcolico superiore al limite imposto dalla legge italiana,e con ciò non si dimostra con precisione lo stato di ebbrezza di una persona in quanto tale fatto varia prendendo in considerazione diversi fattori(dal peso all'età,al sesso,al livello di stanchezza e allo stato di salute in generale,etc.).
Non sono qui a giudicare un fatto che è una verità,ovvero che se si beve parecchio è meglio starsene dove si è piuttosto che vedere il doppio del dovuto delle corsie e correre come dei coglioni ubriachi persi.
Il livello che c'è in Italia e che si vuole abbassare ulteriormente è palesemente troppo basso e le pene spropositate:infatti non c'è solo la multa da pagare subito ma una trafila di esami costosi e prolungati nel tempo,sequestri dei veicoli e ritiro delle patenti.
Io ho una mia convinzione che è quella che la gente si ammazza in macchina perchè va troppo forte,con o senza alcol e droga nel sangue:ritirerei la patente a vita a chi schiaccia troppo il pedale,altro che menate sulla sicurezza stradale.
L'articolo a firma di Lucia Marchiò e Stefano Origone della"repubblica,it"raccontano la cronaca dell'avvenimento mentre un commento anonimo tratto da Indymedia Napoli sottolinea l'esistenza della grande macchina fabbrica soldi dei controlli e degli esami quando si è beccati indistintamente con fumo,alcol,coca o eroina.
Mai visto uno sbirro o un suo amico o parente fare questi esami?
Fermato dai Cc a Imperia: aveva un tasso di 0,7 invece di 0,5Il padre lo ha fatto tornare a casa a piedi.

Poi il gesto estremoPositivo al test dell'alcol22enne si uccide a Imperia.
Forse vedeva a rischio la domanda d'ingresso nei vigili del fuoco.

IMPERIA - Quando i carabinieri l'hanno multato per guida in stato di ebbrezza, per aver superato di un soffio il tasso alcolemico, gli è crollato il mondo addosso. Ha visto allontanarsi il suo sogno di diventare un vigile del fuoco come il padre che considerava un eroe. Ha avuto paura di averlo deluso e si è visto perduto. Nadir Gismondi avrebbe compiuto 23 anni il 3 luglio. Si è ucciso sparandosi un colpo di pistola alla tempia in camera da letto dopo che il padre lo ha rimproverato per una multa da 258 euro. Non avrebbe avuto conseguenze penali, non gli era stata ritirata la patente, ma per lui quella multa significava aver tradito la fiducia di papà Ivan, che due settimane fa lo aveva perdonato per aver distrutto una moto in un incidente.
Sabato sera il giovane elettricista era uscito con gli amici per festeggiare la fine della convalescenza. Il conto alla rovescia della fine della sua vita inizia alle 5.30, quando in piazza Calvi, a 150 metri da casa, lo fermano i carabinieri. Stanno svolgendo un servizio contro le stragi del sabato sera e hanno già controllato e denunciato sette automobilisti su otto per guida in stato di ebbrezza. Nadir supera il fatidico limite di 0.5 e i militari lo invitano a farsi venire a prendere. Probabilmente è bastato un sorso di birra o di vino in più per far salire di soli 0,2 milligrammi per litro il tasso alcolemico nel suo sangue.
Il giovane è disperato e con il cuore in gola telefona a casa per dare la cattiva notizia. Dopo pochi minuti arriva il padre. È infuriato. Chiede subito ai militari se il "fattaccio" avrà conseguenze penali che possono bloccare la domanda per il concorso nei pompieri e dopo che è stato rassicurato che non c'è stata denuncia, redarguisce il figlio: "Non ti porto con me. Torna a casa a piedi, così rifletti. Poi ne riparliamo".
Il giovane, ex volontario negli Alpini e "discontinuo" nei vigili del fuoco proprio nella caserma dove il padre è un rispettato capo reparto, è distrutto dalla vergogna. Il maresciallo gli dice di stare tranquillo, che non c'è reato e una volta pagata la multa, la serata sarà solo un brutto ricordo. Nadir, però, è convinto di aver perso la stima del genitore. Si incammina verso casa, in via Santa Lucia. Il padre torna con la Peugeot. Nadir non entra dalla porta principale, bensì dalla secondaria, sul retro. I suoi genitori lo aspettano in cucina, non si accorgono di nulla.
All'improvviso un rumore sordo. La mamma pensa sia una porta che si è chiusa sbattendo. Sale in camera e lo vede a terra. Urla al marito che Nadir è caduto e ha sbattuto la testa. Papà Ivan vede la Glock comprata dal figlio per fare tiro sportivo sul pavimento e capisce tutto. Cerca di rianimarlo, ma è inutile: il giovane muore all'ospedale di Imperia alle 10. La sua ragazza e gli amici gli hanno dedicato una pagina Facebook. "Non ti dimenticheremo mai".

Solo nella mia provincia (cuneo) sono almeno tre i suicidi in seguito al ritiro della patenteper guida in stato di ebbrezza documentati dalla stampa. Questa è la politica demenzialeed assassina del proibizionismo e della criminalizzazione, della repressione dei costumi.Aggiungo che qui la patente viene ritirata e si viene denunciati penalmente anche se sisupera di 0,1 il limite consentito, per poi finire in un tunnel infernale e costoso di medicilegali nazi e di SERT che fanno un solo fascio dal tossico al consumatore saltuario, dachi si è fatto una mezza canna a chi ha pippato un grammo di coca, dall'anziano chetorna dall'osteria all'alcolista cronico. Mentre io vedo carabinieri in servizio bere amarial bar e poliziotti che trafficano in cocaina, com'è successo poco tempo fa a Genova.Un clima terroristico di abusi e di militarizzazione del territorio in un contesto in cui nullaviene fatto sul lato informativo e culturale. Giù la mannaia della repressione e via lapatente che magari a te serve per lavorare, per mantenere la famiglia, per esistere.Da un momento all'altro finisce una vita normale e ne comincia una da problema sociale,fra psichiatri e tribunali.Per forza che qualcuno non regge e decide di farla finita. Condoglianze ma è ora di dire basta alla repressione che ci vuole tutti ai domiciliari rinchiusi in casa a farcinarcotizzare dalla tele.

domenica 28 giugno 2009

IL GOLPE IN HONDURAS

La notizia era nell'aria da mesi e le premesse nate dall'autodeterminazione degli ultimi anni di molti stati centro e sudamericani hanno fatto sì che nell'Honduras si sia verificato un colpo di stato con la relativa espulsione dal paese del presidente Manuel Zelaya e di alcuni ministri del governo deposto.
L'articolo tratto da"Repubblica.it"parla solamente della cronaca delle ultime ore dalla capitale Tegucigalpa e di alcune reazioni di capi di stato mentre non approfondisce il fatto che questo golpe militare sia stato appoggiato e foraggiato dagli Usa nonostante il presidente Obama smentisca il tutto.
Il 30% del territorio honduregno è praticamente occupato dalle imprese straniere(ovviamente la grande maggioranza statunitensi)che qui oltre a poter pagare tasse irrisorie,sfruttano e saccheggiano l'ambiente e lasciano la popolazione in uno stato di povertà.
Zelaya arrestato e trasferito in Costa Rica. Voleva riformare la Costituzione per essere rielettoI magistrati della Corte Suprema: "Siamo stati noi a guidare l'esercito". Obama "molto preoccupato".

Colpo di Stato militare in Honduras.Chavez minaccia di intervenire.

Il leader venezuelano pronto ad usare le armi per liberare il suo ambasciatore.
"Sequestrati" anche i rappresentanti diplomatici di Cuba e Nicaragua.

TEGUCIGALPA - Colpo di Stato in Honduras. Il presidente Manuel Zelaya è stato trasferito con la forza in Costa Rica; sua moglie è in un rifugio segreto sulle montagne. Arrestati altri otto ministri, tra cui il capo del dicastero degli Esteri Patricia Rodas allontanata oltre frontiera. "Sequestrati" anche gli ambasciatori di Venezuela, Cuba - poi rilasciato - e Nicaragua nella capitale Tegucigalpa. La città in cui oggi si doveva tenere il referendum per avrebbe permesso al presidente di candidarsi per un secondo mandato, è invasa dai corazzati militari e le comunicazioni con il paese sono quasi impossibili.
Pietre contro i soldati. Un cordone di soldati è schierato attorno al palazzo presidenziale dove un centinaio di sostenitori del presidente con indosso la t-shirt "sì al referendum", manifestano gettando pietre sui soldati e gridando "traditori, traditori".
I giudici ispiratori dell'intervento militare. "Siamo stati noi - ammettono i giudici della Corte Suprema di Tegucigalpa - ad ordinare ai militari di agire perchè Zelaya aveva tentato di violare la legge facendo votare un referendum per autorizzare la sua rielezione". Presidente ad interim è stato nominato il presidente del parlamento Roberto Micheletti in attesa delle nuove elezioni indette il prossimo 29 novembre.
Zelaya: "Hanno mitragliato la mia casa". Drammatico il resonto del golpe rilasciato dal presidente Zelaya giunto all'aeroporto di San José in Costa Rica: "Quello che ho subito stamane è stato un sequestro compiuto dai militari. Hanno mitragliato la mia casa. La mia guardia d'onore ha opposto resistenza per almeno venti minuti, sono stato svegliato dagli spari e dalle urla. Sono stato portato via in pigiama", ha raccontato Zelaya. I militari, ha aggiunto, sono entrati "sparando, e ho dovuto proteggermi dai colpi: mi hanno minacciato e puntato contro le armi". Zelaya ha concluso il drammatico resoconto con un appello alla comunità internazionale: "Io non mi sono dimesso. Nessuno riconosca gli usurpatori. Difendete l'Honduras".

Chavez: "Pronto ad intervenire con le armi". Il presidente venezuelano Hugo Chavez, vicino politcamente a Zelaya, ha annunciato di aver messo in stato di massima allerta le forze armate e ha minacciato un intervento militare in Honduras se il suo ambasciatore a Tegucigalpa non sarà rilasciato. "Dietro i soldati golpisti si nascondono la borghesia honduregna - ha detto Chavez - i ricchi che hanno trasformato l'Honduras in una repubblica delle banane, in una base politica, militare e terroristica dell'impero nordamericano", ha aggiunto. "Lancio un appello al presidente degli Stati Uniti perché condanni come noi questa aggressione".
Obama: "Sono preoccupato". E il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha espresso "profonda preoccupazione" per l'arresto del presidente dell'Honduras. "Chiedo a tutti gli attori politici e sociali in Honduras di rispettare lo stato di diritto" ha detto il presidente Usa. Anche il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha condannato senza remore il golpe: "Sono stati violati i principi democratici". La Casa Bianca ha respinto però con forza l'accusa di aver avuto un ruolo nel golpe: "Non c'è stato alcun coinvolgimento statunitense in quest'azione", ha riferito un funzionario della presidenza Usa.
Scontro Zelaya-esercito. La tensione a Tegucigalpa stava montando da giorni dopo che il presidente Zelaya aveva annunciato un progetto di modifica della Costituzione, sfidando così il potere dell'esercito e del Congresso. Zelaya puntava a cambiare la carta fondamentale per far sì che potesse essere rieletto per più di un singolo mandato di 4 anni. In un'intervista rilasciata qualche giorno fa al quotidiano spagnolo El Pais, Zelaya aveva sostenuto che "un altro tentativo di sottrargli il potere" era stato recentemente respinto dal suo governo solo dopo che gli Stati Uniti si erano rifiutati di sostenere il golpe.

sabato 27 giugno 2009

CELESTE NOSTALGIA

Oggi mi sento di vena romantica proponendo questa superba canzone d'amore di Riccardo Cocciante sritta con Mogol nel 1982 e facente parte dell'album"Cocciante",il decimo del cantante nato in Vietnam che ha diviso la propria vita artistica tra Italia e Francia.
Celeste nostalgia è una canzone che ognuno può dedicare e dedicarsi in quanto ognuno di noi ha avuto(personalmemte più di uno)un rammarico verso una persona che abbiamo amato e che il tempo,le situazioni o eventi imprevedibili ci hanno tolto.
E'la prima proposta di video musicale che in realtà e solo l'immagine ferma di Cocciante in quanto le altre versioni live della canzone hanno arrangiamenti che a me fanno preferire la versione originale.

Avevi ragione tu mia cara
la vita non dura mai, una sera
il tempo di una follia
è breve poi fugge via e poi

cosa rimane dentro noi
questa celeste nostalgia
questo saperti da sempre
ancora,ancora mia,mia...

Il bene profondo non si offende
si spegne se è il caso e poi riaccende
passione violenta sia
comprendimi amica mia tu puoi

tutto normale tra di noi
cara celeste nostalgia
dolce compagna di storie d'amore
sempre mia,sempre mia

Vederti un'estate sopra un treno
partire su un altro e andar lontano
quel lampo negli occhi, ciao!
d'accordo fa male, ciao ma tu

dentro di me non muori più
azzurra celeste nostalgia
qualche parola affettuosa è un po' poco
però per noi, forse no...

Amore più grande amica mia
cara celeste nostalgia
un'ora, un giorno, una vita
che cosa vuoi che sia resti mia

Amore più grande amica mia
cara celeste nostalgia
un'ora, un giorno, una vita
che cosa vuoi che sia

venerdì 26 giugno 2009

INTIMIDAZIONE,MINACCIA O PROMESSA?


Oggi dichiarazioni pesanti come macigni proprie di un perfetto dittatore del duemila,il presidente pagliaccio che non ho capito molto bene se abbia elargito intimidazioni piuttosto che minacce o promesse.
Ma vorrebbe chiudere la bocca a chi?A me che scrivo un blog che è nettamente contro(tra l'altro)la sua persona di merda,il suo governo totalitario,i suoi amici mafiosi,le prostitute ed i pusher che si porta in giro in tutta Italia?
Vuole chiudere la bocca a chi non la pensa come lui,che sono molti,moltissimi,a scapito della sua percentuale di consenso,a chi odia il fascismo di cui lui è un'amante,a chi crede veramente nella democrazia e nella libertà e non solo quella spicciola che lui vende come fumo agli italiani?
E poi vuole chiudere la bocca in senso metaforico o fisico?Vuole tagliare gole o soffocare parole o pensieri a lui non graditi?Vuole fare parlare solo i suoi servi fidati dei giornali e della tv figlie del suo potere basato sullo sfruttamento altrui?
La crisi c'è da quando è arrivato in politica questo pessimo esempio di essere umano,un'ameba unicellulare(ed ora sappiamo che il piccolo cervello ce l'ha al di sotto della cintura),la crisi c'è e io e gli altri che non lo hanno votato non la vogliamo pagare,per te e per i tuoi scagnozzi.
La crisi c'è e pagatela da solo pezzo di merda,io ho già dato pure troppo rispetto a quello che dovevo,anzi sarò sempre di più un problema per te e per i tuoi amici che essi siano mafiosi piuttosto che magnaccia,fascisti,giornalisti al soldo del padrone,usurai,ricettatori,ladri e corruttori,faccendieri e ciellini tuoi complici,in pratica tutto il ciarpame che ti segue e che fa si che col proprio voto ti mantenga sul trono di questo paese che stai portando sempre più verso il fondo di un baratro pieno di merda.
L'articolo odierno del"Corriere.it"è un atto d'accusa contro chi,democraticamente se fossimo al di fuori di un regime,lo critica in maniera agghiacciante di essere uno dei più importanti protagonisti di questo tracollo economico e sociale italiano.
Come al solito parla contro tutti coloro che stanno dall'altra parte,ma concludo che deve stare attento affinchè non sia la sua di bocca ad essere chiusa.E per sempre.
Duro affondo contro gli organismi economici internazionali e la stampa.

Crisi, Berlusconi va all'attacco«Chiudere bocca a chi sparge panico»
E insiste: niente pubblicità ai media catastrofisti. «Gli italiani con me nonostante i veleni e le calunnie».
ROMA - Per combattere davvero la crisi economica bisogna «chiudere la bocca a tutti questi organismi internazionali che ogni giorno dicono la crisi di qua e la crisi di là» e anche «agli organi di stampa che tutti i giorni danno incentivi alla paura e diffondono il panico». Lo dice il premier Silvio Berlusconi in conferenza stampa a Palazzo Chigi per l’approvazione del Dl manovra. «Gli organi di stampa - ha insistito Berlusconi - riprendono le posizioni del tanto peggio tanto meglio delle opposizioni e danno incentivi alla paura».

NO PUBBLICITÀ A MEDIA CATASTROFISTI - Illustrando i contenuti del decreto anti crisi, torna a parlare del rapporto con la stampa che da spazio al catastrofismo: «Occorre incentivare l'azione affinchè editori e direttori dei giornali non contribuiscano a diffondere pessimismo». Poi attacca: «L'ho detto a Santa Margherita anche se ha fatto scandalo e lo ripeto: gli imprenditori devono minacciare di non dare pubblicità a quei media che sono essi stessi fattori di crisi». Al G8 e G27 che «presiederò dirò agli imprenditori di non avere paura, di pubblicizzare i loro prodotti e di essere più convincenti con i direttori e i responsabili degli organi di stampa, incentivandoli affinchè non diffondano la paura».

ORGANISMI INTERNAZIONALI - «Bisogna rilanciare i consumi come prima. E per risollevarli bisogna far sì che prima di tutto il governo e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali, lavorino per rilanciare la fiducia». Secondo il Cavaliere queste organizzazioni internazionali «un giorno si» e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di lá, la crisi ci sará perfino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011... un disastro. Dovremmo - avverte - veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perché di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo, distruggono la fiducia dei cittadini dell'Europa e del mondo». Tra gli altri, a parlare del pil a meno 5% era stato giovedì il governatore di Bankitalia Mario Draghi.

GLI ITALIANI SONO CON ME - A suffragare il suo pensiero, il presidente del Consiglio cita gli italiani: «Gli italiani ci hanno votato e continuano a darci consenso nonostante tutti i miasmi, le calunnie e i veleni che tentano di lanciarci addosso per sommergerci. Gli italiani - prosegue Berlusconi - ne vengono fuori con un maggiore attaccamento a noi, alla nostra parte politica e a me personalmente. Io credo che gli italiani ci premino perché rispettiamo gli impegni assunti, questa è la vera moralità che abbiamo portato nella politica. Con il testo di questo decreto guardiamo al domani perché è un decreto di spinta all'economia».

P.S:Qui sopra un manifesto di anni fa quando la Lega era contro il premier sbruffone e vantava di essere un movimento antifascista ma...da quando hanno appoggiato il culo a Roma ne sono cambiate di cose!

RIZZO,VALORI E DILIBERTO

Due articoli tratti da Senza Soste,il primo del Manifesto di ieri e l'altro più corposo a firma di Nello Gradirà postato il 2 giugno scorso,forniscono un quadro di una situazione degna del migliore intrigo di un film di spionaggio e di giallo condito da immagini drammatiche...solo che quello raccontato non è cinema ma la realtà.
Che cosa hanno in comune Marco Rizzo,membro del partito dei Comunisti Italiani,Oliviero Diliberto,segretario dello stesso partito,e Giancarlo Elia Valori,ex piduista e importante e potente uomo di (mal)affari?
Un passo indietro quando nel periodo pre elettorale a Livorno Valori era presente ospite di un'associazione ebraica e dei rappresentanti politici cittadini e provinciali labronici per la presentazione del suo libro che tratta del mondo ebraico.
Questa infiltrazione di un personaggio ambiguo nella città ha insospettito il sito"Senza Soste"che ha scavato nel passato di Valori scoprendo che si tratta di una persona viscida,un classico uomo di merda che si vanta della sua famiglia che ai tempi della guerra salvò decine di ebrei e che poi appoggiò Peron in Argentina prima e durante la sua dittatura dove ci fu un massacro degli ebrei stessi.
Frequentatore del Vaticano fin dalla gioventù si iscrive alla Loggia P2 per poi venire scaricato da Licio Gelli per via dei suoi intrecci con la Chiesa e con Opus Dei:presidente nell'arco della sua carriera di importanti multinazionali,dirigente in altre aziende statali e non,insomma uno che ha messo le mani in pasta un poco ovunque negli ultimi cinquant'anni di storia italiana.
Negazionista del popolo palestinese come si può evincere in una sua famosa frase:"Serve cambiare registro: non è la Palestina, che peraltro non esiste come entità geopolitica, la soluzione, ma il problema. Parlare di popolo palestinese, siccome le parole sono pietre, vuol dire accettare la sua indipendenza, almeno semantica",negli ultimi periodi è stato assiduo frequentatore di Diliberto.
E Rizzo che fa?Critica questi strani colloqui tra il segretario del suo partito ed il luciferino Valori e di risposta il buon Oliviero caccia il povero ma non stupido Rizzo dai Comunisti Italiani.
Per la cronaca Valori è rimasto invischiato nell'ormai famosa inchiesta"Why not"condotta dal magistrato Luigi De Magistris in quanto sospettato di essere a capo della massoneria contemporanea avendo interessi in molti lavori pubblici,non ultimo l'insistere suo e delle sue aziende affinchè si costruisca il ponte sullo stretto.
Consiglio di andare direttamente sul link dell'articolo di Nello Gradirà sul sito di"Senza Soste"in quanto vi sono ulteriori links interessanti e importanti per la buona riuscita della stesura del suo articolo:http://www.senzasoste.it/la-mia-citt-/giancarlo-elia-valori-a-livorno-cosimi-lamberti-e-kutuf-omaggiano-il-capo-della-nuov.html anche perchè verso la fine dell'articolo ci sono dei rimandi a delle fotografie che non ho avuto lo spazio di pubblicare.

Rizzo espulso dai Comunisti Italiani a causa del piduista Valori .

Giancarlo Elia Valori, personaggio dal passato oscuro e oggetto di una nostra inchiesta nello scorso maggio in occasione di una sua visita a Livorno, è ancora una volta al centro della cronaca politica. Questa volta come causa indiretta dell'espulsione di Marco Rizzo dal partito dei Comunisti Italiani, che, giustamente, metteva in guardia e criticava il segretario Diliberto per la troppa frequentazione di questo personaggio. Diliberto e Il Manifesto minimizzano ma di fronte a questi personaggi c'è sempre da tenere la guardia alzata...

E’ stato espulso due giorni fa dal partito dei Comunisti italiani. Eppure Marco Rizzo non molla. Annuncia che resisterà alle querele già annunciate nei suoi confronti da Oliviero Diliberto. E non chiude la porta all’ipotesi di transitare nel partito di Rifondazione comunista.
«Sono convinto che Paolo Ferrero non si sarebbe mai seduto affianco a simili persone» ha detto ieri al Messaggero.Quali persone? Dall’inizio di questa polemica - vecchia per la verità di una decina di giorni - Rizzo è sceso in campo accusando Oliviero Diliberto di aver visto molto spesso in incontri pubblici con Giancarlo Elia Valori, oggi presidente di Sviluppo Lazio, holding di controllo di tutte le società partecipate dalla regione, ma in passato a capo di aziende importanti come la società autostrade.«Giancarlo Elia Valori stava nella P2», ha detto due giorni fa al Corriere: «Quando ho fatto notare la cosa a Diliberto lui ha minimizzato». Ammesso e non concesso che Valori sia ancora iscritto ad una loggia, partecipare alla massoneria non è reato. Il dirigente d’azienda, poi, fu espulso nel 1972 proprio da Gelli.
Giancarlo Elia Valori "il capo della nuova P2" ricevuto in pompamagna a Livorno.

Un articoletto in cronaca, a pagina 15 del Tirreno di oggi. Niente di appariscente. Il titolo è “Un libro di Valori racconta la Shoah e la sua negazione”. Il titolo del libro è “Antisemitismo, olocausto, negazione. La grande sfida del mondo ebraico del XXI secolo”, edizioni Mondadori. L’autore racconta: “Ero un ragazzino quando mia madre salvò più di 120 ebrei nascondendoli nei magazzini di tabacchi che avevamo in provincia di Venezia, a due passi dalle postazioni delle SS”. All’iniziativa, organizzata dall’Associazione ebraica Bené Berith di Livorno, hanno partecipato tra gli altri il sindaco Cosimi, l’ex sindaco e candidato Gianfranco Lamberti, il presidente della Provincia Kutufà e il senatore del PD Marco Filippi. Ed è stato addirittura trasmesso un videomessaggio del Presidente israeliano Shimon Peres.Fin qui niente di strano, se non fosse che Giancarlo Elia Valori è stato definito dal magistrato De Magistris come “il capo della nuova P2”. E’ un personaggio sconosciuto al grande pubblico (anch’io prima di occuparmi della storia argentina degli anni ’70 non sapevo neanche chi fosse) ma qualcuno lo considera addirittura “l’uomo più potente d’Italia”. Ha un passato incredibile alle spalle, e soprattutto un presente inquietante.Vediamo di raccontarlo. Poi facciamo alcune considerazioni conclusive.
Chi è Giancarlo Elia Valori.

Giancarlo Elia Valori nasce nel 1940 vicino a San Donà di Piave (VE) da genitori di origine toscana. Il padre era stato compagno di scuola di Amintore Fanfani e questo lo aiuta, una volta laureatosi in Economia e Commercio e trasferitosi a Roma, ad entrare negli ambienti vaticani e farsi nominare “Cavaliere di Cappa e Spada”. Nel 1965 entra alla RAI presieduta dal fanfaniano di ferro Ettore Bernabei e si iscrive alla massoneria, anche se formalmente la fede cattolica e l’appartenenza massonica sono incompatibili. Per questo viene espulso dalla Loggia Romagnosi. La sua passione sono le relazioni internazionali. Riesce a introdursi presso Kim Il Sung, Nicolae Ceausescu e Juan Domingo Perón, allora esule a Madrid.Il fratello Leo, che lavorava per l’ENI in Argentina, lo presenta all’ex presidente Arturo Frondizi, massone. Fa incontrare Perón e Frondizi e maturano le condizioni per il rientro in patria di Perón. Nel novembre 1972 Perón torna in Argentina su un aereo noleggiato da Valori. Valori si iscrive alla P2 (tessera 283) e con Licio Gelli è uno degli ispiratori della destra reazionaria argentina nel periodo della nuova presidenza Perón, nel quale si creano le premesse per la dittatura militare del 1976-1983. Ma Gelli, con il pretesto delle sue frequentazioni vaticane, espelle Valori anche dalla P2, per potersi affermare come principale punto di riferimento per i politici di Buenos Aires. Valori non se la prende più di tanto e continua le sue frequentazioni negli ambienti dei servizi segreti e del sottobosco della politica. Conosce Il generale Santovito, anche lui piduista, Mino Pecorelli, Francesco Pazienza e altri protagonisti delle trame di quegli anni.Per questi legami certamente non ordinari tra i manager e gli imprenditori italiani, Valori viene ripetutamente chiamato a deporre nelle indagini chiave dei primi anni ‘80, quelle della Procura di Roma sulla P2, del giudice Carlo Palermo sui traffici d’armi, di Rosario Priore sui suoi rapporti con i Paesi arabi, nel contesto dell’inchiesta sulla strage di Ustica.Grazie alle sue conoscenze nel 1976 diventa presidente di Italstrade, società dell’IRI.Nel 1981, quando vengono scoperte le liste della P2, Giancarlo Elia Valori è l’unico che risulta “espulso”, per cui l’inchiesta lo tocca marginalmente. Si dice che Tina Anselmi, presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta, non voglia assolutamente parlare di lui: “Io su quel signore non ho nulla da dire”.Diventa presidente della SME (anche questa società dell’IRI) e quando nel 1984 Prodi, presidente dell’IRI, non lo ricandida per il suo passato piduista, Valori si fa nominare presidente della telefonica SIRTI, società della Stet presieduta da un altro piduista, Michele Principe.Secondo alcune voci si sarebbe vendicato di Prodi facendo emergere lo scandalo Nomisma.Nel 1987 Valori diventa presidente della GS Supermercati (gruppo SME), poi nel 1990 presidente della SME. Nel 1995 è presidente di Italstrade, che lascerà poi per limiti di età.
Le attività odierne di Valori .
Attualmente è presidente dell’Unione degli Industriali di Roma.E' anche presidente della T-System Italia, "il marchio del Gruppo Deutsche Telekom dedicato alla clientela business"; è stato presidente di Blu, il consorzio di gestori di telefonia oggi in disarmo; ed è presidente onorario della filiale italiana del colosso cinese delle telecomunicazioni, Huawei Technologies. Come se non bastasse ricopre anche la presidenza di Sviluppo Lazio, la holding di controllo di tutte le società partecipate dalla Regione, gonfiata ai tempi di Francesco Storace fino a impiegare 4.300 persone.E’ vicepresidente dell’IGI (Istituto Grandi Infrastrutture), nella cui veste si batte a spada tratta per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.L’assemblea degli azionisti di Italintesa S.p.A. gli ha conferito la presidenza onoraria della società. Tra gli azionisti troviamo il politologo americano Edward Luttwak, già consulente di Italintesa ed assiduo editorialista nelle testate del Gruppo Monti e della siciliana Gazzetta del Sud. Come Valori, Luttwak vanta un passato contiguo ai poteri atlantici più o meno occulti. E’ stato tra i fondatori e gli animatori del Csis – Center of Strategic and International Studies di Washington, il centro di studi strategici legato alla CIA e al Pentagono americano, noto per aver elaborato l’interventismo Usa a fianco dei regimi fascisti-militari in America latina ed in Europa.Valori presiede anche una "Fondazione per le Bioscienze" che nel 2004 fa ha stabilito un patto di cooperazione scientifica a tre, con l’Università Campus Biomedico dell'Opus Dei e l’israeliano-francese Weizmann Institute France Europe of Science. Un patto stilato alla presenza di Francesco Cossiga, nella sede di Capitalia. Nel corso della sua carriera come top manager nelle grandi società a maggioranza pubblica, Valori si è distinto nella politica delle privatizzazioni e delle dismissioni delle aziende controllate. Da presidente della Sme, ad esempio, ha ceduto le prestigiose marche alimentari Cirio-Bertolli-De Rica ad una società nelle mani di uno sconosciuto finanziere, Saverio Lamiranda, che presto le ha rivendute con insperati guadagni al presidente della Lazio Sergio Cragnotti e alla multinazionale Unilever. Prima di passare alle autostrade, Valori ha avuto il tempo di disfarsi della nota catena di distribuzione alimentare e di ristorazione autostradale Autogrill, trasferita alla famiglia Benetton, che l’ex manager Sme ritroverà nei consigli d’amministrazione dell’Autostrade S.p.A. e del consorzio telefonico Blu. Alla guida della concessionaria Valori convincerà il governo a ridurre la propria presenza societaria e a cedere parte del pacchetto azionario ad una cordata d’imprenditori capeggiata dai Benetton e da Franco Caltagirone, l’editore de Il Messaggero a capo della Vianini costruzioni, socia IGI. Anche Caltagirone, come Benetton, entrerà poi nel consorzio Blu presieduto da Valori.
Valori nell’inchiesta Why not .
Il magistrato Luigi De Magistris, già pubblico ministero a Catanzaro, aveva condotto tempo fa l'inchiesta Why Not, partendo da un'agenzia di lavoro interinale e finendo per coinvolgere un consulente della Presidenza del Consiglio, il senatore Giancarlo Pittelli di Forza Italia, Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e persino l'allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi, assieme - come ricorderete - a Clemente Mastella. Il presidente Giorgio Napolitano interviene di persona per stroncare l'intraprendente magistrato, e l'inchiesta gli viene tolta. Interrogato a sua volta dai magistrati, Luigi De Magistris dichiara che negli atti di Why Not ci sarebbero "le carte della nuova P2": “Le indagini Why Not stavano ricostruendo l’influenza di poteri occulti (…) in meccanismi vitali delle istituzioni repubblicane: in particolare stavo ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni e altri, e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario”.Non solo: “Giancarlo Elia Valori - dice De Magistris - pareva risultare ai vertici attuali della 'massoneria contemporanea' e Valori s’è occupato spesso di lavori pubblici”.
Valori e i politici .
Non si deve pensare che Valori abbia legami con una sola parte politica. Le sue relazioni sono bipartisan, e nonostante la sua inimicizia per Prodi è in buoni rapporti con molti espondenti del centro-sinistra, in particolare con i dalemiani (soprattutto Minniti) e Rutelli (anche lui vicino a Caltagirone), che al momento della sua nomina alla presidenza dell’Unione Industriali di Roma gli ha dedicato parole di grande apprezzamento.
Il Valori sionista .
Valori ama presentarsi come docente di politica internazionale e le sue posizioni ricalcano quelle dell’estrema destra sionista. E’ uno degli sponsor del grottesco islamico pentito Magdi Allam, e un teorico della guerra di civiltà contro l’Islam. Nella prefazione a uno dei libri di Allam scrive: "È la difesa di Israele la nuova piattaforma della Grand Strategy europea e USA, fuori dalle chiacchiere democraticiste e dalla retoriche elettorali. Il libro di Magdi Allam è un buon inizio per questo progetto".Si oppone fermamente all’idea di uno Stato palestinese, anzi, all’idea stessa di popolo palestinese: “Serve cambiare registro: non è la Palestina, che peraltro non esiste come entità geopolitica, la soluzione, ma il problema. Parlare di popolo palestinese, siccome le parole sono pietre, vuol dire accettare la sua indipendenza, almeno semantica."Valori propone l’attribuzione a Israele di buona parte dei Territori Occupatii, mentre la Striscia di Gaza e la Cisgiordania dovrebbero essere assegnate rispettivamente all’Egitto e alla Giordania. Con l'aggiunta di una "area" palestinese, fuori dall'attuale Palestina, che Giancarlo Elia Valori forse intende come una sorta di riserva sul modello statunitense.Inoltre propone per i palestinesi una “rinuncia al ritorno” o, “in secundis, una dislocazione personale nelle aree designate fuori da quelle controllate dall’estremismo jihadista”. E si propone come gestore dei finanziamenti che arriverebbero per questo progetto.

In questa foto scattata alla serata in sostegno dell’aggressione israeliana a Gaza Valori (al centro) compare con Raffaele Sassun, presidente per l'Italia del Keren Keyemet LeIsrael (KKL) o Fondo Nazionale Ebraico, una gigantesca impresa multinazionale il cui capitale immobiliare è costituito da 372 villaggi palestinesi i cui abitanti sono stati espulsi con la forza, e con Cesare Anticoli che dirige invece la sezione italiana di Keren Hayesod o United Jewish Appeal, che Wikipedia definisce "la centrale finanziaria del movimento sionista mondiale".
Qui, sempre nella stessa occasione, è invece con Fabrizio Cicchitto, altro piduista oggi tra gli esponenti più in vista del governo Berlusconi.

Conclusioni

I politici livornesi che abbiamo citato si sono dunque sentiti in dovere, in piena campagna elettorale quando gli impegni sono numerosi e pressanti, di andare ad omaggiare questo personaggio in un’iniziativa che non era stata pubblicizzata e che quindi si deve ritenere riservata agli addetti ai lavori se non agli intimi. Sorgono spontanee alcune domande: perché? Quali reti di relazioni ha intessuto Valori a Livorno? Quali influenze esercitano sul territorio locale le lobby massoniche e sioniste? Non c’è stato nessun imbarazzo a legittimare un personaggio che propone soluzioni tanto aberranti per il Medio Oriente? Qual è il ruolo dell’Associazione ebraica Bené Berith, organizzatrice dell’evento? Chissà se qualcuno risponderà. Vorrei concludere con la dichiarazione di un sopravvissuto alla repressione dei militari argentini degli anni ’70, amici dei piduisti e in taluni casi piduisti essi stessi, per dimostrare che la madre di Valori potrà anche aver salvato 120 ebrei ma il figlio forse ne ha sulla coscienza molti di più: “Gli ebrei volevano cancellarli. L’interrogatorio ai nemici era un lavoro, quello agli ebrei un piacere o una maledizione. La tortura di un prigioniero ebreo riservava sempre un momento di divertimento per i reparti di sicurezza argentini (…). Un prigioniero politico poteva essere odiato perché stava dall’altra parte, ma si poteva anche provare a convincerlo, rigirarlo, fargli comprendere che stava sbagliando, fargli cambiare idea, farlo lavorare per sé. Ma come si può cambiare un ebreo? È l’odio eterno, interminabile, perfetto, inevitabile”. Gli ebrei soffrirono in misura particolare e furono sottoposti ad apposite e sadiche torture sotto la dittatura. Sebbene la percentuale di ebrei rispetto alla popolazione argentina non raggiunga l'1%, più del 10% dei desaparecidos (secondo alcuni addirittura il 13%) erano ebrei. L’ammiraglio Massera, piduista, dichiarava che la crisi dell'umanità era da imputare a Sigmund Freud,Albert Einstein e Karl Marx(non a caso tutti e tre ebrei), i quali, con le loro opere, minavano l'integrità e la dignità della civiltà occidentale e cristiana.

giovedì 25 giugno 2009

SENZA TITOLO

Oggi che fatica per poter scegliere un titolo adeguato a quello che mi sento di voler comunicare sugli scontri in Iran degli ultimi giorni,parole che si rincorrono in testa da diverso tempo sul cosa dire e come farlo.
Ho scelto di non scegliere perchè le idee erano troppe ma non per questo confuse,anzi erano proposte tutte valide e sensate:poteva essere"Teheran come Genova"(o come Atene,Madrid,
Milano,Londra,Soweto),oppure"Polizia di tutto il mondo vergognatevi"(ed eliminatevi)o anche"La protesta non si ferma"o"Il sangue versato per la libertà".
Anche l'etichetta del post potrebbe essere stata"polizia assassina"o"proteste"ma ho preferito porla nell'inseme della"politica"anche per le riflessioni che possono nascere dalle dichiarazioni degli articoli che seguono:il primo de"La Repubblica.it"a firma di Vincenzo Nigro ed il secondo di "City"(il giornalino dei metrò)a cura di B.M.
Tutte le foto pubblicate,da quella di Carlo Giuliani,a quella di Neda ammazzata a Teheran,a quella di una vittima di un pestaggio ancora accaduto a Genova fino ad una foto storica dove il capo della polizia di Saigon sparò in testa ad un vietcong,propongono immagini che hanno tutte un'origine comune,una stessa matrice:la violenza,l'abuso,la forza dell'ordine dispensatrice di morte.
E non so se le dichiarazioni del ministro degli affari esteri Frattini e di molte personalità politiche e non di quasi tutti gli schieramenti sia italiani ed internazionali mi facciano più ridere piuttosto che farmi provare reazioni di disgusto e di odio.
Secondo loro(ma anche per me)i manifestanti picchiati e ammazzati in Iran sono vittime di un regime che usa la polizia per reprimere la protesta di comuni cittadini di frontre ad un sopruso che avrebbero subito,in manifestazioni che tutti all'estero hanno appoggiato.
Quello che non mi trova in sintonia verso queste dichiarazioni è il fatto che quando questi movimenti di protesta accadono in Italia o nell'occidente in generale i manifestanti da vittime passano a criminali violenti,mentre il regime è il potere votato democraticamente dall'elettorato e la polizia è solo il braccio che deve controllare,sedare e reprimere queste contestazioni.
L'ultimo articolo proposto include frasi come“ci stavano aspettando. Avevano armi e tenute antisommossa. È stato come cadere in una trappola per topi. Ho visto molta gente con braccia, gambe e teste rotte. Sangue dappertutto e gas lacrimogeni come in guerra. È stato un massacro”,
oppure"ci sono stati tantissimi arresti;giovani e anziani, picchiati e portati via come animali"al posto di riportare Teheran come origine dei fatti poteva benissimo mettere Genova con data luglio 2001.
Questo comportamento tipico italiano del due pesi e due misure dovrebbe far riflettere sull'ipocrisia che regna sovrana ai vertici dello stato,un offuscamento mentale che condiziona le decisioni dell'escutivo che poi ricadranno sul popolo.
Voglio vedere come verranno accolte le prossime manifestazioni di protesta contro il G8 che avverranno a L'Aquila tra una decina di giorni,vorrei sentire e vedere le dichiarazioni dei nostri governanti e di quelli delle altre nazioni,se chi manifesterà sarà un criminale violento pronto a mettere a ferro e fuoco la città oppure dei cittadini che hanno sacrosanto diritto di contestare ciò che non ritengono giusto.
Staremo a vedere e per ora mi limito a non commentare ciò che sta accadento in Iran se non la violenta reazione ingiustificata della polizia serva di un regime...ne più ne meno come quello italiano.
Quando sono stato in Iran nel novembre 2007 avevo quasi un presagio che se non l'avessi visitato in tempo per parecchi anni non avrei potuto andarci,ma lo credevo soprattutto per il fatto di una possibile invasione americana(ipotesi non ancora tramontata,anzi...)e non per una rivolta intestina al paese(se poi appoggiata o meno dall'occidente non saprei ma penso di sì).
Ho conosciuto il fiero popolo iraniano che non fa parte erroneamente come si dice da giornalisti e politici del mondo arabo ma bensì si ritengono orgogliosamente persiani(come dire a me che sono di Ombriano o di Brescia,con tutto il rispetto verso gli amici ombrianesi e bresciani!)e questa gente è istruita molto più di noi,per non parlare della loro cultura che alla maggior parte degli italiani possono metterci i piedi in testa,umili ed ospitali ma che come si vede a tirar troppo la corda s'incazzano pure loro.
Per maggiori notizie sullo splendido Iran che ho avuto la fortuna di conoscere rimando al post etichettato nei viaggihttp://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2008/06/viaggio-in-iran.html
L' Iran dice no al vertice G8 di Trieste Frattini: Lieto che abbiano deciso così.
ROMA - L' Iran non è più un ospite gradito alla riunione dei ministri degli Esteri del G8 di Trieste. Ma il ministro degli Esteri Franco Frattini riesce ad evitare di dover esser lui a cancellare l' invito per il collega iraniano Manoucher Mottaki: impegnati nella gestione della loro crisi interna, fino a ieri da Teheran i diplomatici iraniani non avevano dato neppure mezza risposta all' invito italiano, avanzato ormai da mesi. «A questo punto noi consideriamo che l' invito non sia stato accettato: devo dire che le condizioni per avere il ministro iraniano al tavolo del G8 c' erano fino a pochi giorni fa, ma sono cambiate del tutto con la repressione che sta seguendo il voto», dice ai suoi collaboratori il ministro degli Esteri: «È un peccato, ancora un' occasione di dialogo mancato, ma non sarebbe stato possibile fare altrimenti: anzi se non avessero tardato loro a risponderci, avremmo cancellato noi l' invito a un governo che crea imbarazzo nel mondo». Frattini già dalla domenica successiva al voto, dopo le prime proteste ma prima ancora delle violenze più dure, aveva iniziato a correggere la rotta, la linea scelta dall' Italia per gestire il vertice di Trieste dedicato a Pakistane Afghanistan, una riunione in cui per la seconda volta si sarebbero incontrati allo stesso tavolo Hillary Clinton e Manoucher Mottachi. Ma la repressione in Iran ha ricordato ai membri del G8 quale sia il volto del governo Ahmadinejad, e tra l' altro una frattura al gomito impedirà alla stessa Hillary di volare fino a Trieste: il facciaa faccia Usa-Iran comunque non ci sarebbe stato. Prima di confermare la cancellazione dell' invito all' Iran, Frattini aveva fatto un' altra mossa di attenzione verso i giovani dell' onda verde che scende in piazza a Teheran. Il ministro ha annunciato infatti di aver dato istruzioni all' ambasciata a Teheran di dare assistenza ai manifestanti feriti durante gli scontri di piazza, un' idea della presidenza svedese della Ue che l' Italia ha voluto adottare immediatamente. «L' Italia continua a monitorare direttamente l' evoluzione della situazione in Iran e ripete l' invito alle autorità iraniane a giungere ad una soluzione pacifica della crisi, verificando con completezza e imparzialità quale sia stata la volontà espressa dal popolo, e a favorire la cessazione delle violenze e ad evitare ulteriori spargimenti di sangue». La svolta, l' indurimento della posizione della Farnesina, arriva non solo grazie al coordinamento con gli altri partner europei, ma anche a fronte del montare della protesta politica in Italia. Il più autorevole ad intervenire è il presidente della Camera Fini: «Sull' Iran io credo che l' Italia non possa fare nulla di diverso rispetto a quanto fanno le altre democrazie occidentali». Di tutto questo (e soprattutto del programma nucleare di Teheran) si parlerà molto diffusamente oggi a Roma con un altro ospite: Bibi Netanyahu, il primo ministro di Israele. «La nostra posizione è chiara - ha detto ieri il suo portavoce - sull' Iran e il suo programma nucleare non bastano le parole».
Iran nel caos, nuovi scontri “Ci stanno massacrando”.

Dopo le elezioni un’altra giornata di violenze in Iran raccontata sul web dagli oppositori. Monito della Guida suprema: “Non cederemo mai alle pressioni”.
TEHERAN - “Ci stavano aspettando. Avevano armi e tenute antisommossa. È stato come cadere in una trappola per topi. Ho visto molta gente con braccia, gambe e teste rotte. Sangue dappertutto e gas lacrimogeni come in guerra. È stato un massacro”. Così raccontava ieri su Twitter uno dei blogger iraniani che, nonostante la censura di Teheran, è riuscito a mettere in rete il breve messaggio per descrivere cosa stava accadendo.

“Picchiati come animali”.
Secondo il racconto dei blogger (le informazione sull’Iran arrivano ormai solo dal web perché ai pochi giornalisti stranieri rimasti non è consentito seguire le manifestazioni), rispondendo all’appello del leader dell’opposizione Hossein Mousavi, diverse centinaia di persone si sono riunite in piazza Baharestan, vicino al Parlamento: improvvisamente le cariche delle forze dell’ordine e della milizia Basiji (armata di bastoni e spranghe). Qualcuno parla di spari e di una donna morta. Mentre su Youtube è stato messo un video dove si vede un ragazzo, in fin di vita, con la camicia completamente insanguinata. “Ci sono stati tantissimi arresti - scrive un altro blogger - giovani e anziani, picchiati e portati via come animali”. Secondo notizie ufficiali sono diverse centinaia le persone arrestate e almeno 17 quelle uccise negli ultimi giorni. Tra queste Neda Agha-Soltan, la giovane diventata il simbolo delle proteste: secondo l’agenzia ufficiale Irna, potrebbe essere stata uccisa perché “scambiata per la sorella di un terrorista”.
Nessun passo indietro
Intanto il governo continua a vietare le manifestazioni sostenendo che dietro ai disordini ci sono “Gran Bretagna, America e regime sionista” (cioè Israele). La Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito che le proteste non potranno far cambiare il risultato delle elezioni: anche il riconteggio parziale del 10% dei voti, deciso dal Consiglio dei Guardiani, ha riconfermato la vittoria di Ahmadinejad. Tuttavia crescono i malumori dentro l’establishment. Secondo Al Arabiya, le forze di sicurezza iraniane avrebbero arrestato un generale dei Pasdaran (il corpo d’elite dei Guardiani della Rivoluzione), Ali al Fadly, perchè aveva rifiutato di ordinare alla sua divisione di reprimere le manifestazioni di protesta.

mercoledì 24 giugno 2009

MINZOLINI DEL TG1 PEGGIO DI FEDE DEL TG4(E CE NE VUOLE!)

Era già stato previsto che la nomina come direttore rispettivamente del Tg1 di Augusto Minzolini e di Mauro Mazza a Raiuno fossero state mosse studiate a tavolino del regime(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/05/il-regime-e-la-disinformazione.html)e dopo la prima avvisaglia(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/05/e-brava-la-rai.html)di uno schiaramento apertamente a favore di Berlusconi,ecco un altro ignobile episodio accaduto l'altra sera sui teleschermi di Raiuno durante l'edizione delle 20 del Tg1.
Il cagnolino Minzolini ha evitato dall'inizio del nuovo scandalo che riguarda il premier puttaniere nelle vicende baresi di informare il pubblico di questi eventi mentre in tutti gli altri giornali e telegiornali è stato dato ampio risalto(sia nazionali che esteri).
Addirittura del caso del giro di prostitute e cocaina che hanno visto protagonista Berlusconi ed i suoi amici anche Emilio Fede ha dato spazio,come sempre a modo suo difendendo il padrone,a tale notizia mentre Minzolini l'ha taciuta a milioni di italiani giustificandosi che è solo gossip e non vi sono al momento ipotesi di reato e di condanne.
Come dire che allora nei telegiornali non si parlerebbe più di nulla così come in tempi più lontani(ad esempio i delitti di Cogne e di Erba che ora hanno i colpevoli arrestati)oppure casi più recenti come quello di Garlasco e di Meredith a Perugia:queste notizie va bene divulgarle ed altre no?
Spero che quell'incompetente di pseudo-giornalista leccaculo di Minzolini venga radiato dall'albo professionale e che venga tolto prima ancora dagli schermi della televisione pubblica per evitare episodi di difesa personale nei confronti del presidente corruttore come quello dell'altra sera.
A supporto di quest'ultimo anti-scoop giornalistico l'articolo segnalato da"Senza Soste"tratto dal "Manifesto"di ieri a cura di Micaela Bongi.
TG1, la voce del regime.

Tg1 nella bufera. Il presidente Rai Garimberti convoca il direttore Minzolini e lo invita a rispettare «la completezza dell'informazione». Ma lui va in video e attacca: «Bari? Solo gossip e strumentalizzazioni» L'opposizione insorge, il cda ne discute domani. E il Pdl fa scudo al suo cronista: «Lo vogliono intimidire».
La procura di Bari indaga sull'ipotesi di induzione alla prostituzione (l'«utilizzatore finale» sarebbe Silvio Berlusconi, come dice il suo avvocato), e il Pdl cerca di spostare l'attenzione su Massimo D'Alema che tre giorni prima aveva previsto «scosse» in arrivo. Il Tg1 nasconde per giorni quella notizia evitando di far capire su cosa si indaghi o semplicemente parlando d'altro, e il partito del Cavaliere si scaglia contro Nino Rizzo Nervo, consigliere d'amministrazione Rai che arriva a ipotizzare, per il direttore della testata ammiraglia Augusto Minzolini, il licenziamento per giusta causa.Con le dita si cerca di nascondere la luna. Ma come il caso Bari, anche il caso Tg1 resta tale. E così, il suo direttore, il re del retroscena folgorato sulla via della «notizia certa», dopo essere stato per tutta la giornata nell'occhio del ciclone a sera rompe gli indugi. E con un editoriale nell'edizione delle 20 si giustifica di fronte ai telespettatori facendo da scudo umano a Silvio Berlusconi: nessuna omissione, ma solo «una posizione prudente sull'ultimo gossip del momento». Perché, spiega Minzolini, «dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori». Segue lezione di giornalismo: «Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchiericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici». E per dimostrare la sua imparzialità, Minzolini ricorda «quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva il suo collaboratore in una situazione definita scabrosa». Il caso Sircana, la cui foto in macchina vicino a una trans fu pubblicata non da Repubblica, ma dal Giornale. Ma insomma, come che sia sul Tg1 i «processi mediatici» non troveranno spazio: la linea è questa e questa, assicura Minzolini, resterà. Il Cavaliere può continuare a contare sull'uomo che ha catapultato alla guida del principale telegiornale della tv pubblica.L'opposizione è vieppiù sconcertata: «Il direttore del Tg1 ha liquidato un'inchiesta che è sulle pagine di tutta la stampa internazionale come semplice gossip», trasecola Pancho Pardi, Idv. «Minzolini è l'unico direttore di giornale del mondo occidentale a considerare 'non notizie' le notizie che da settimane coinvolgono il presidente del consiglio», concorda Paolo Gentiloni, Pd.I democratici, che protestano da giorni, già prima del clamoroso «editoriale» di Minzolini avevano alzato il tiro: chiamando in causa la commissione di vigilanza, i vertici della tv pubblica, persino la Corte dei conti, ipotizzando un «danno erariale all'azienda» (Roberto Giachetti). Nel corso della giornata, anche il presidente del cda di viale Mazzini, Paolo Garimberti, batte un colpo. A mezzogiorno chiama a rapporto Minzolini (già venerdì scorso gli aveva fatto una telefonata) ricordandogli che il servizio pubblico sarebbe tenuto alla «completezza e trasparenza dell'informazione».E subito il Pdl fa quadrato attorno all'ex giornalista della Stampa. Il contrattacco parte dal cda. Il consigliere forzista Verro si concentra su Rizzo Nervo le cui dichiarazioni, un gesto «imprudente e irresponsabile» di «natura censoria», rischerebbero di «delegittimare l'attività del consiglio» esponendolo «a forti pressioni esterne» (che novità...». L'altro consigliere forzista (ex Mediaset) Alessio Gorla, anticipa l'intervento serale di Minzolini: «Sono certo che non mancherà di informare i suoi ascoltatori in presenza di notizie certe». Poi scende in campo il viceministro alle comunicazioni, Paolo Romani: «Le parole di Rizzo Nervo suonano come una vera e propria minaccia nei confronti di Minzolini. Si vuole intimidire il neo direttore del Tg1 creando un clima di forte tensione». E se dal partito del premier è un coro contro il consigliere d'amministrazione del Pd, spetta a Maurizio Gasparri il compito di occuparsi anche di Garimberti: «Il presidente della Rai farebbe bene a garantire l'autonomia del direttore della principale testata dell'azienda». Ma per carità, non si parli di intimidazioni.Come sottolinea Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, il problema però non è solo Minzolini, perché «i direttori decidono gerarchia e impostazioni dei giornali. Ciascun giornalista e ciascun collettivo redazionale hanno il compito di far vivere la democrazia nei processi di formazione delle scelte redazionali. C'è bisogno di una riflessione anche di categoria». Eppure il comitato di redazione del Tg1 tace. Interviene invece quello del Tg3 («l'informazione democratica è un dovere») rispondendo duramente a chi, come Alessio Butti (ancora Pdl), difende la testata ammiraglia perché non si comporta da coiffeur pour dames.In questo clima incandescente domani il caso Tg1 approderà nel cda Rai (sarebbero all'ordine del giorno anche altre nomine targate palazzo Grazioli) e in commissione di vigilanza: l'ufficio di presidenza deciderà se ascoltare a San Macuto Augusto Minzolini.

martedì 23 giugno 2009

AUMENTATEGLI GLI STIPENDI!

Un appello accorato a chi da gli stipendi alle forze armate,il Ministro della difesa La Russa,o chi per lui,perchè il passo dal diventare guardie a ladri è brevissimo come si è visto recentemente a Livorno.
Naturalmente sono sacrastico in quanto credo dopo i politici di tutti gli schieramenti i peggiori approfittatori e sanguisughe siano proprio poliziotti,caramba & company in quanto oltre a ricevere uno stipendio dignitoso(io farei i salti a prendere quello che prendono loro dopo 13 anni di lavoro),avere casa gratis quando abitano in caserma,non si pagano caffè,giornali,a volte cene,aperitivi,funerali se caduti sul lavoro,etc.
A Livorno sabato scorso dopo averle prese sul campo i poveri bresciani si sono accorti appena tornati sui pullman di essere stati alleggeriti di portafogli e di altri beni mentre erano allo stadio.
Innanzitutto chi ha lasciato soldi sul bus non è proprio una cima di furbizia,ma siccome in un paese civile le ladrerie non dovrebbero esistere ecco che scendono in campo sbirri che avevano perquisito senza il permesso di nessuno e senza la presenza di qualcuno gli autobus facendo sparire tutto!
Io credo alla buonafede e alla veridicità delle testimonianze dei bresciani in quanto a me capitò un episodio analogo a Napoli quando andammo in trasferta con un treno speciale per una trasferta dell'Atalanta quando arrivati alla stazione lasciammo bottiglie per il viaggio di ritorno(che intanto nello stadio non entravano),indumenti e cibarie con la promessa che la polizia avesse fatto da guardia.
Infatti al ritorno la maggior parte delle vivande e degli abiti sparirono assieme al mio inalatore per le allergie che avevo pure imboscato tra i sedili!
Il brevissimo articolo è tratto dal sito di"Radio Onda d'Urto"su cui potrete trovare registrate delle testimonianze di ultrà del Brescia.
Aumentategli la paga a 'sti morti de fame di sbirri!!!
ULTRAS DERUBATI DI PORTAFOGLI E OGGETTI PERSONALI DOPO ISPEZIONE POLIZIESCA Vi proponiamo la tramissione di questa settimana di Onda Ultras, nella quale si denuncia il furto di oggetti personali (telefoni, portafogli...) dai pullman che hanno portato i tifosi del Brescia a Livorno per la partita di sabato scorso. Oggetti scomparsi in concomitanza con una ispezione della polizia sui bus, avvenuta mentre i tifosi erano all'interno dello stadio ad assistere alla partita di calcio. Abbiamo contattato un esponente della curva nord, gruppo Brescia1911, e la questura di Livorno per avere delucidazioni. Ma da questi ultimi nessuna risposta, come sentirete... [Scarica il contributo audio, durata: 49 min.]

LOVE IS ONLY A FEELING

Ciò che mi colpisce maggiormente in questo video è una cosa:l'assolo suonato sullo sfondo di una località posta nelle Blue Mountains in Australia a strapiombo nel vuoto.
Sia la musica che il paesaggio mi aggradano molto,in un crescendo di velocità della chitarra e di altezza della montagna,con le corde vocali che sembra possano rompersi da un momento all'altro.
La band britannica che suona un hard rock classico che segue l'orma principalmente dei Led Zepplin,Van Halen e Queen è composta dai fratelli Hawkins,Justin(voce e chitarra)e Daniel(chitarra)e dal batterista Ed Graham e dal bassista Frankie Poullain che sono tutti amici d'infanzia ma che non per questo(e soprattutto per i problemi con la coca del leader Justin)hanno saputo tenere unito il gruppo per più di sei anni anche se una reunion è nell'aria.
"Love is only a feeling"fa parte del primo(di due)album"Permission to land" del 2003,e la canzone è stata pure un singolo di discreto successo.

The first flush of youth was upon you when our eyes first met
And I knew that to you and into your life I had to get
I felt light-headed at the touch of this strangers hand
An assault my defences systematically failed to withstand

'Cos you came at a time
When the pursuit of one true love in which to fall
Was the be all and end all

Love is only a feeling
(Drifting away)
When I'm in your arms I start believing
(It's here to stay)
But love is only a feeling
Anyway

The state of elation that this union of hearts achieved
I had seen, I had touched, I had tasted and I truly believed
That the light of my life
Would tear a hole through each cloud that scudded by
Just to beam on you and I

Love is only a feeling
(Drifting away)
When I'm in your arms I start believing
(It's here to stay)
But love is only a feeling
Anyway, anyway

Love is only a feeling
(Drifting away)
And we've got to stop ourselves believing
(It's here to stay)
'Cos love is only a feeling

domenica 21 giugno 2009

LA BIGOTTA CREMA SCHIAVA DI CIELLE

Riprendo il discorso lasciato in sospeso nell'ultimo articolo postato nel blog non avendo avuto tutte le informazioni del caso e tuttavia le prime impressioni a caldo sulla vicenda dell'opera censurata nella mostra di Artshot a Crema sono state suffragate dalla risposta degli organizzatori della Consulta dei Giovani e dalla visione del lavoro di Riccardo Bianchi(Nemo).
Il giudizio di una creazione artistica è soggettivo e comunque ritengo l'opera interessante e ben disegnata,assolutamente non volgare e che anzi è riuscita a far rifelttere sulla questione della pedofilia nel candido e soffice mondo paradisiaco della chiesa.
Quindi confermo tutto quello che ho scritto e che ancora penso sulla setta di CL e sulla giunta clerico-fascista cremasca...se l'opera ha fatto talmente discutere significa che a Crema i preti hanno qualche scheletro nell'armadio...
In successione trovate l'articolo tratto dal"Corriere della Sera"di ieri a firma di Claudio Del Frate e l'esauriente articolo di Andrea Galvani pubblicato da"Crema OnLine".
Crema.Rimossa opera scandalo, polemiche alla mostra dei giovani.

CREMA - Epater la bourgeoisie, ovvero «scandalizzare la borghesia» era secondo Baudelaire lo scopo dell' arte. Nel loro piccolo ci sono riusciti anche gli organizzatori della rassegna Art Shot in svolgimento a Crema e che vuole dare spazio a giovani talenti: una delle opere esposte ritrae un gigantesco e cupo sacerdote di fronte al quale sta un bambino inginocchiato. In un' immagine a fianco si vede lo stesso bambino nell' atto di pulirsi la bocca, facendo intendere neanche tanto di sfuggita che l' intera scena ritrae un rapporto orale tra il religioso e il ragazzino. Dopo un braccio di ferro durato una giornata intera, ieri l' opera - intitolata «Save the children» e realizzata da un artista cremasco noto con lo pseudonimo di Nemo - è stata rimossa: un cartello nel chiostro di Sant' Agostino, sede di Art shot, avverte da oggi i visitatori che «Save the children» resta comunque visibile in una sala privata della città: l' atto di denuncia alla pedofilia dentro la Chiesa resta intatto.. La rassegna è aperta da una settimana, ma solo ieri la realizzazione di Nemo, una pellicola in bianco e nero alta più di due metri, ha raggiunto il suo scopo. Qualche visitatore un po' più attento ha avvertito il municipio, si sono intrecciate telefonate per tutto il pomeriggio fino a un incontro tra il coordinamento dei giovani organizzatori e l' assessore alle politiche giovanili Mia Milioli. «Ai ragazzi ho parlato chiaro - racconta quest' ultima - e ho detto che o l' opera spariva o io chiudevo tutto. Loro l' hanno presa all' inizio come una censura, ma non è questo il punto: Crema non è New York, il contesto è diverso e soprattutto non vogliamo dare sostegno a una manifestazione dove si reca offesa a un sentimento comune». «Abbiamo accettato il compromesso solo per garantire la continuità della rassegna e non mandare a monte la nostra fatica» spiega dal canto suo Simone Silva, uno degli organizzatori. E Nemo? «Non volevo offendere nessuno - dice l' artista - ma solo documentare un fenomeno come la pedofilia nella chiesa. Nessuno mi ha spiegato perché quell' opera è offensiva». In segno di protesta altri artisti hanno annunciato che ritireranno le loro opere da Art Shot. Claudio Del Frate (ha collaborato Piergiorgio Ruggeri).
Ritirata dalla mostra di Artshot l'opera “Save the children”. In città si scatena un polverone. Il giovane autore: “La mia è stata una denuncia sociale. La sconcezza è nella pedofilia”.

Crema - Save the children, l'opera realizzata da Riccardo Bianchi, 23 anni, di Crema, in arte Nemo è stata rimossa dalla mostra di Artshot alla Cittadella della Cultura. Ora è esposta in un locale della città, molto frequentato dai giovani e notoriamente grande sostenitore della libertà d'espressione, musicale o visiva.Sulla vicenda, in città, s'è scatenato un polverone. L'assessore Mia Miglioli - responsabile delle politiche giovanili – è stata messa sulla graticola perché - spiegano i vertici comunali - “avrebbe dovuto controllare, dato che la mostra gode del patrocinio dell'amministrazione. Noi ci assumiamo le nostre responsabilità, abbiamo sbagliato, abbiamo omesso un controllo”. In settimana Artshot era già stata criticata, vuoi per la musica a tutto volume, vuoi per l'eloquio non proprio oxfordiano dei protagonisti. Pare che il sindaco avesse già “avvertito” l'assessore Miglioli: “O si danno una regolata o interveniamo”. I nervi erano già tesi. La polemica sul quadro di Nemo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nell'occhio del ciclone, l'assessore ha cercato di trovare una soluzione dialogando coi ragazzi della Consulta: “Cosa mi avete combinato? Mi avete fatto perdere 10 anni in un giorno”, il suo esordio nella riunione a porte chiuse dopo lo scoppio dello scandalo, coi giornalisti fuori dalla porta e la notizia diffusa dal Corriere della Sera nelle pagine dedicate alla Lombardia e persino sull'Unione Sarda (sic!). Le segreterie di partito all'opposizione non sono rimaste con le mani in mano e si sono alacremente attivate per comunicare il proprio pensiero.Della vicenda - “ma per favore non mi strumentalizzate, io con le beghe politiche non c'entro niente” - abbiamo parlato col diretto interessato: “Io faccio illustrazione, mi laureo martedì allo Ied di Milano. Il mio sogno è fare illustrazione sociale. Io tocco tutti i temi, dalla Chiesa allo Stato, all'egemonia delle religioni. Sono un ragazzo con un orientamento di sinistra e racconto l'attualità, dalle Torri Gemelle alla Cina”.
Il quadro.
“Mi sono documentato, ho visto filmati, letto recensioni, articoli, non solo italiani, ma dall'Irlanda, dall'America, mi sono informato sui Jesus Camp americani. Io credo nelle cose più basilari, la bontà, la pace, mi lego poco ad uno schieramento religioso. La vicenda della pedofilia praticata da rappresentanti del clero mi ha profondamente indignato. Ho sofferto per questa cosa, non credevo che la gente fosse capace di fare queste cose, ai bambini, dove il male non dovrebbe esserci a priori.Quindi ho deciso di fare un'immagine che denunciasse questi fatti, ho cercato comunque di fare un'immagine pudica, che non fosse totalmente esplicita, che non fosse sconcia. E' un'immagine forte, d'accordo, ma la mia denuncia va riferita solo a questa parte malata, che fa delle cose tremende ai bambini”.
L'esigenza di esporla.
“Ho sentito l'esigenza di mostrarla perché comunque della pedofilia se ne parla ancora troppo poco e credo che l'immagine visiva sia molto più forte di un articolo di giornale, perché l'immagine arriva a tutti, uomini, donne, giovani, meno giovani, intellettuali e analfabeti”.
Le reazioni del mondo politico.
Il parere di Matteo Piloni, segretario cremasco del Pd: “Non voglio entrare nel merito della valutazione artistica, in quanto è per me soggettiva.Ciò che è certo è che si tratta di un'opera, di sicuro molto forte, di un ragazzo che partecipa ad una mostra dedicata ai giovani. Una mostra che nasce dall’intento di dare spazio ai ragazzi che hanno una sensibilità artistica con la quale vogliono esprimersi.L’opera in discussione nasce da fatti di cronaca. Ciò che dovrebbe scandalizzare sono i fatti di cronaca, reali, e non la riproposizione di un ragazzo che, evidentemente, e aggiungo “fortunatamente”, ne è rimasto colpito.Ciò che mi colpisce, invece, sono le “urla allo scandalo”. Proprio non si capisce chi e quali sensibilità religiose vengano urtate. Mi pare che si stia facendo un gran rumore per nulla.Se poi l’opera sia bella o brutta, lo si lasci dire a chi va a visitare la mostra. Che ha poi il diritto di dare un giudizio negativo all’opera in questione e anche alla mostra in generale se lo ritiene opportuno.”
Superficialità e bigottismo.
”Io, al contrario del Sindaco, non mi prendo la licenza per dire cosa possa o non possa essere un’opera d’arte. Francamente non me ne intendo.Nel momento in cui l’opera ha preso parte alla mostra, la palla passa ai visitatori. A chi decide di fruire della mostra. Il quadro ha colpito? Ha suscitato emozioni? Significa che è riuscito nel suo intento. Questa l’unica valutazione che mi sento di fare. Per il resto mi auguro che la superficialità e il bigottismo in seno a questa amministrazione non appartengano ai cittadini, liberi e capaci di dare giudizi su un disegno di un ragazzo.Forse è più conveniente a questa amministrazione togliere ai cittadini la possibilità di giudicare e, perché no, anche indignarsi?”.
Solidarietà dai Pantelù.
Sulla vicenda interviene anche il presidente de I Pantelù Renato Stanghellini: “Le vignette satiriche su Maometto erano da difendere per la libertà di satira, Magdi Allam abbraccia la fede cattolica e lascia l'Islam e diventa esempio da citare, i Versetti satanici di Rushdie sono un libro eroico. E l'installazione contro la pedofilia dei preti ad Arshot? Da condannare. Ma da che parte sta la libertà di espressione? Da che parte sta la satira?I Pantelù sono vicini alla Consulta dei giovani e condannano la decisione di censurare l'opera di denuncia contro la pedofilia nel mondo della chiesa.
”Piccole beghe politiche“.
Piccole beghe politiche – prosegue Stanghellini – più importanti di una battaglia che lo stesso Benedetto XVI porta avanti.Non è neppure la prima volta che capita. Noi nel 1999 presentammo al Carnevale Cremasco il carro Il vizietto, una satira goliardica sulla sessualità del clero. Per questa nostra scelta subimmo un anno di censura da parte del settimanale diocesano, tanto che la notizia finì addirittura sulle pagine del Corriere della Sera.
”Ragazzi, non mollate”.
“Ai ragazzi della Consulta – conclude Stanghellini - vogliamo esprimere solidarietà e mandare un messaggio: non mollate. A questi benpensanti dobbiamo ricordare che i loro paladini politici attuali fanno cose più gravi con certi fatti che tutti i giorni leggiamo sui giornali”.
Sinistra e Libertà.
In un comunicato stampa (che in serata sarà distribuito davanti a CremArena, poco prima del concerto di Sarah Jane Morris) e intitolato “La censura del comune di Crema si abbatte su Artshot”, il partito della Sinistra e Libertà scrive: “La verità fa paura, i giovani raccontano la verità, i giovani fanno paura”. “L'Amministrazione Comunale di Crema – prosegue il comunicato - ha imposto la rimozione dalla rassegna artistica giovanile Artshot di un'opera-denuncia del fenomeno della pedofilia dei preti.Proprio adesso che il mondo cattolico sta affrontando il problema, senza più occultarlo, il Comune di Crema in ossequio alle richieste della curia nostrana ritorna al medioevo.È un episodio arrogante ed oscurantista che non rappresenta la cultura della nostra Città.Cosa ci attende ancora?”.

venerdì 19 giugno 2009

GIU' LE MANI DA ARTSHOT!

Poche righe in un comunicato letto poco fa(articolo delle 20 di stasera)sul sito di"Crema OnLine" che sa molto di censura dovuta alla fresca elezione del presidente della provincia Massimiliano"Cielle"Salini,uno dei mafiosi in tonaca bianca della setta di Comunione e Liberazione.
Artshot è la più importante rassegna culturale della città organizzata dalla Consulta dei Giovani di Crema,fatta dai giovani per i giovani,fondamentale per il pubblico cremasco non solo perchè l'arte non ha età e non fa differenza tra le persone,ma la sua bellezza dev'essere alla portata di tutti
I ragazzi in questione sono esperti ed in gamba,sono volontari che si sbattono da mesi prima dell'evento e lo fanno per passione e per potere offrire alla città una mostra che non è solo un'esposizione di quadri,fotografie,installazioni varie e sculture,ma offre musica,balli,video,teatro,poesia ed iniziative di strada e piazza.
La cultura non si censura ma il sindaco di Crema Bruttomesso ha ritenuto opportuno non solo proibire l'opera in questione ma addirittura di chiudere in toto la mostra,naturalmente sotto l'influenza del vescovo Cantoni amico di Nazinger e del camerata clerco-fascista Salini,una faccia da schiaffi,un culo di legno d'altri tempi che con la sua setta capitanata dal presidente della regione Lombardia Formigoni e dal cremasco Don Mauro Inzoli altra eminenza grigia della cricca CL,amministrano colonizzando e sfruttando da sempre il nostro territorio.
Comunque nelle settimane precedenti avevo già parlato nel blog di queste becere persone che nel nome di Dio ingrassano e si riempiono le tasche di soldi...ora proverò a contattare qualcuno dei ragazzi della Consulta per sapere se nel weekend ci saranno delle reazioni che a parer mio sono dovute.
Tra le due immagini qui sotto,i cui nomi degli artisti non mi ricordo e nemmeno i titoli delle opere e me ne scuso,e che comunque non sono i lavori inciminati anche se quello del cane in croce per CL sarebbe sicuramente da bandire,vi è il comunicato cui facevo riferimento all'inizio del post.
Crema: Artshot, quadro ritenuto offensivo, chiusa la mostra.

A causa di un quadro ritenuto offensivo nei confronti dell'istituzione ecclesiastica, la mostra degli artisti cremaschi all'interno della rassegna Artshot, ospitata nella Cittadella della Cultura, è stata provvisoriamente sospesa.In merito, il parere del sindaco Bruno Bruttomesso: “Ho ordinato di togliere il quadro e di chiudere la mostra. Ci assumiamo la responsabilità, non abbiamo controllato, ci siamo fidati della consulta dei Giovani. Ho chiesto scusa al vescovo per quanto accaduto”.