martedì 21 dicembre 2010

DOMANI SI STACCHERA' LA SPINA ALLA SCUOLA IN COMA?

Per placare la situazione pesante che si respira già da giorni in vista del dibattimento per la definitiva approvazione del decreto Gelmini con la morte per la scuola pubblica a favore di quella privata e che taglierà di netto le risorse alle università italiane,ecco un placebo divertente ed irriverente firmato Anacleto Mitraglia che gira in Indymedia da un paio di giorni.
Con le polemiche tirate in piedi ad arte da Gasparri(un"uomo"tanti perché),Maroni,Alfano e per ultimo un'ordigno esplosivo(che puntualmente l'esperto in materia Alemanno ha detto che non poteva esplodere)trovato all'indomani della data prefissata in metrò a Roma c'è bisogno di sdrammatizzare,poiché sinceramente non credo che domani ci siano scontri violenti come quelli accaduti lo scorso martedì.
Comunque non c'è da disperare in quanto avendo poi a disposizione altri 364 giorni di possibili rivolte altri scossoni contro lo Stato-regime-dittatura criminale sono molto possibili e senza tanti controlli e menate da parte dei poliziotti fascisti...anche perché non ci sono più soldi oper poterli pagare per tutto l'anno per proteggere le merde parlamentari da attacchi più o meno preciosi e mirati.
E come ha insegnato ieri il pensionato milanese che ha menato De Corato in un bar di Milano tutte questi stronzi non devono essere tranquilli da nessuna parte,in nessun luogo in quanto la gente incazzata tira fuori la rabbia e altro sempre più disperatamente e sempre più facilmente...occhio ai crani!
Per dare una rinfrescata sul ministro Gelmini,la nostra"Beata ignoranza"integralista cristiano-fascista al soldo del regime,vergognati per quello che stai facendo alle migliaia di studenti e non solo italiani)ecco due links del blog:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/06/la-maturita-firmata-dal-regime.html
e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/03/donne-nere.html.

Tredici modi non violenti per manifestare contro la Gelmini.

Avendo preso in seria considerazione le riflessioni espresse da Roberto Saviano sul pericolo di degenerazione delle proteste contro la legge Gelmini, ho pensato di proporre agli studenti alcuni metodi non violenti di sicuro effetto per contestare l’approvazione del provvedimento.

Il girotondo temporale

Circondando la zona rossa nel centro di Roma con una catena umana di migliaia di manifestanti ed iniziando un girotondo in senso contrario all’asse di rotazione terrestre, è possibile riportare indietro nel tempo le leggi sulla pubblica istruzione. Il problema è quando fermarsi, perché nel troppo entusiasmo si rischia di tornare a prima della legge Casati, con ovvi effetti negativi sul fronte del diritto allo studio.

La negazione ontologica

E’ il metodo più radicale di contrapposizione politica, che spinge all’estremo la negazione dell’esistente: occorre negare non solo ogni valore ma anche ogni consistenza ontologica alla legge Gelmini, all’attuale governo ed al sistema capitalista nel suo insieme, fino a convincersi che essi semplicemente non esistono. Malgrado sia tacciato di estremismo inconcludente, il metodo è stato adottato nella sua versione positiva (affermazione ontologica) anche dal Partito Democratico, che da tempo sostiene contro ogni evidenza di esistere ed essere di sinistra.

Lo specchietto per le allodole

Prendendo spunto dai noti episodi di Roma, occorre arrivare quanto più possibile vicino al Parlamento ed urlare a squarciagola di fronte ai poliziotti schierati “sono una minorenne, sono una minorenne”; c’è la forte possibilità che il presidente del Consiglio, sentite queste parole, non resista alla tentazione di venire a dare un’occhiata, interrompendo le votazioni ed esponendosi alla giusta ira dei manifestanti.

Quel mazzolin di fiori

Arrivare a Roma con un carico di diecimila profumatissime gardenie da donare ai poliziotti che circondano la zona rossa, attirandosi così la benevolenza dell’opinione pubblica progressista; dopodiché, liberare uno sciame di centomila calabroni affamati, lasciando a loro il compito di liberare le strade di accesso al Parlamento.

La società dello spettacolo

Acquistare trecentomila copie di Gomorra, da bruciare o recitare in piazza a seconda che si condividano o meno le recenti posizioni dell’autore (metodo suggerito dall’Ufficio Reminders della Mondadori).

De te fabula narratur

Contrapporre alla Narrazione del Potere una Narrazione di insussumibile alterità al Codice Dominante, che sappia ricomporre la radicalità dell’Essere sociale così come espresso dall’azione Biopolitica della Moltitudine in un immaginario vittorioso di Eversione dell’Esistente. Nessuno sa cosa significa ma scatenerà nelle assemblee e sui media di Movimento un furioso dibattito che farà dimenticare a tutti cos’è la Gelmini e perché bisognava bloccarla.

Le Trombe di Gerico

Accatastare di fronte alle barriere della zona rossa tutti i sound system delle situazioni occupate italiane, aprendo un bombardamento sonoro di un trilione di watt a base di techno, ska, reggae, rap estremo, etc.; anche se non crolla Montecitorio e rimane qualche celerino in piedi, sarà difficile che le operazioni di voto possano procedere secondo programma.

Il ricatto

Appartarsi in un posto telefonico isolato con una scorta di schede telefoniche e chiamare al cellulare tutti i parlamentari, sussurrando al microfono “la troia ha parlato, so tutto di quell’affare e se ti azzardi a votare la Gelmini spedisco foto e documenti ai giornali, poi sono cazzi tuoi”, quindi buttare giù; la percentuale di successo, dati la qualità dei parlamentari e l’attuale consistenza della maggioranza, sono discretamente alte.

Il nostro agente all’Avana

Dividersi in gruppi di due-tre persone e presentarsi ai varchi della zona rossa brandendo una tessera dell’Atac e un santino con la faccia di Cossiga, grugnendo “sono un collega in borghese, devo portare questo stronzetto teppista in caserma per fargli il terzo grado”; dopodiché sgattaiolare dentro e filarsela per ritrovarsi tutti sotto Montecitorio a protestare.

Protesta globale

Seguendo le leggi della complessità ed il principio del “pensare globale, agire locale”, è stato ipotizzato che la dispersione di cinquecentomila macaoni in Tasmania dovrebbe creare a Roma una potente tromba d’aria che si porterebbe via Montecitorio, palazzo Madama e palazzo Chigi; data l’estrema complessità delle simulazioni metereologiche su base stocastica, c’è una forte probabilità che il tentativo fallisca e si scateni un altro nubifragio sul Veneto. Ma in tal caso, oltre ad aver rotto simpaticamente i coglioni alla Lega, si sarà fornito un lieto diversivo estetico agli aborigeni australiani.

N.I.M.B.Y.

Organizzare a Roma una manifestazione di un milione di persone, che però passano prima per Napoli e si prendono un sacchetto di spazzatura da deporre per protesta davanti alla zona rossa; anche se non ferma la Gelmini, questa opzione ci leva dalle palle un poco di immondizia (metodo suggerito da alcuni compagni napoletani con tendenze opportuniste).

Bleat Block

Detto anche “fronte del piagnisteo”, il Bleat Block agisce piazzandosi in massa davanti agli schieramenti di polizia e salmodiando a squarciagola slogans che, a seconda dell’orientamento politico dei manifestanti, possono ispirarsi alla Bibbia, alla Costituzione o a Mao Tse Tung; si va quindi da “siamo tutti fratelli, anche voi poliziotti siete sfruttati” a “ogni cittadino ha diritto alla libera espressione del suo pensiero” fino a “coi Maestri vinceremo, costruiamo un governo di Fronte popolare”. Malgrado la sua apparente pacificità, il Bleat Block è quello che maggiormente rischia di far degenerare le manifestazioni, perché è difficile che di fronte ad una tale geremiade di cazzate qualche pulotto non perda la tesa e parta una pericolosa carica di silenziamento.

La numero tredici

E’ l’unica praticabile e quella con più possibilità di riuscita; purtroppo nessuno la conosce, perché ognuna delle milioni di persone che vorrebbero cambiare questa baracca ne possiede solo un pezzetto e non c’è verso di metterle tutte insieme per decifrare il messaggio. Inoltre la sinistra istituzionale si oppone al suo utilizzo perché sostiene che il tredici porta sfiga.

sabato 18 dicembre 2010

ALEMANNO TACI CHE E' MEGLIO.PER SEMPRE!

Purtoppo post quasi fotocopia rispetto a quello precedente dedicato con tutto l'odio a La Russa,stavolta tratto sempre un altro ratto di fogna il fascistissimo e molto più periocoloso podestà di Roma Gianni Alemanno.
Pure lui ha avuto il coraggio assieme a Maroni di aver criticato i giudici che hanno scarcerato la ventina di giovani arrestati per i fatti del 14 dicembre,visto che anch'egli da buon picchiatore è stato a più riprese denunciato,arrestato e incarcerato per otto mesi per violenze contro tutto e tutti(soprattutto compagni).
Anche lui ex ministro ed ora sindaco della capitale non ha perso occasione di spandere merda su chi giustamente protestava in maniera civile o più rivoluzionaria,paventanto tessere dei manifestanti o intere interdizioni di aree e addirittura di interi cortei.
L'articolo tratto da"Senza Soste"riassume sia i fatti romani recentissimi che quelli un poco più datati quando il pezzo di merda fascista era segretario provinciale del Fronte della Gioventù,una di quelle sette di estrema destra che hanno tentato sporadicamente di mettere fuori i loro musetti appuntiti dalle fogne.

Le amnesie di Alemanno: tre arresti e tre assoluzioni. Ma oggi è contro le scarcerazioni altrui .


Alemanno: "VIOLENZA VERGOGNOSA" "Non dobbiamo tornare agli anni '70".

Forse il sindaco di Roma, ex appartenente alla formazione di matrice fascista 'Fronte della gioventù' ha poca memoria del suo non tanto lontano passato di militante fascista (alcuni direbbero 'picchiatore'), e dei suoi trascorsi nei tribunali.
Questo il dubbio che ci è venuto ieri quando non riusciva a capacitarsi delle decisioni motivate dei giudici sulle scarcerazioni degli studenti arrestati al corteo del 14 dicembre:"Sono costretto a protestare a nome della città contro le decisioni assunte dalla sezioni II e V del tribunale di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti imputati degli incidenti del giorno 14".
E ancora: "C'è una profonda sensazione di ingiustizia perché i danni provocati richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati. Non è minimizzando la gravita di certi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostracittà".
"E' evidente che queste persone hanno dimostrato di essere soggetti molto pericolosi per la nostra città", ha detto ancora Alemanno ieri.
Ma invece, cosa ha dimostrato, più volte, Alemanno a questa città?

Piccolo pro-memoria per il sindaco:
Alemanno entra da giovanissimo in politica, nelle organizzazioni giovanili del MSI-DN diventando segretario provinciale romano del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile missino.

Ha al suo attivo 3 arresti:
nel novembre 1981 per aver partecipato insieme ad altri quattro componenti del Fronte della Gioventù all’aggressione di uno studente di 23 anni. (Ansa, 20/11/1981)

Nel 1982 viene fermato per aver lanciato una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica a Roma, scontando poi 8 mesi di carcere a Rebibbia. (Ansa, 15/05/1988)

Il 29 maggio 1989 viene arrestato a Nettuno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di corteo ufficiale, lesione ai danni di due poliziotti, in occasione
della visita del Presidente Usa George H. W. Bush (Ansa 29 e 30/05/1989).

Un po' strana allora la sua reazione di ieri. Soprattutto se si tiene conto che gli arresti ai danni di Alemanno non avvenivano nei confronti di un giovane studente (incensurato, casomai importasse) che protestava in piazza. Avvenivano nei confronti di un militante di un'organizzazione post fascista che faceva della violenza (fisica,verbale, potendo anche armata) il proprio segno di riconoscimento, soprattuto (e chissa' quanti episodi non sono agli atti) verso i ragazzi di sinistra, i migranti, e tutti coloro giudicati 'non conformi', si direbbe oggi usando il linguaggio squadrista. Cosa che accomunava il Fronte a tante altre associazioni di estrema destra
dell'epoca ma anche più recenti. Come per esempio il Foro753, figlio di An e di Alemanno, i cui picchiatori 6 anni fa presero di mira gli studenti di Roma3 ai tempi in cui Alemanno era ministro dell'agricoltura e, oltre alla scorta ufficiale, si portava dietro la 'scorta nera'.
Quel giorno i fascisti di Foro753 che proteggevano l'allora ministro mandarono in ospedale 5 studenti che lo contestavano in un sit-in fuori dall'università.
Ma Alemanno non si indignava...
tratto da ateneinrivolta.it

LA RUSSA IL VIGLIACCO

Come democratico e degno rappresentante della libertà,alla pari dei suoi simili che quando incalzati e messi alle corde prendono e scappano,il gerarca Ignazio La Russa ministro della difesa del regime neofasicsta italiano ha fatto l'ennesima figuraccia nella trasmizzione di ieri di"Annozero"insultando pubblicamente e gratuitamente uno studente intervenuto per esprimere la propria idea.
A mò di un provetto Sgarbi non conto nemmeno le volte che pronuncia l'epiteto"vigliacco-vigliacchi"rivolto allo studente ed al pubblico presente in sala durante il battibecco:non è la prima occasione in cui il ministro sclera con dei giovani per motivi politici e non(pure a Barcellona ebbe un diverbio con dei ragazzi partendo dalla sua amatissima Inter).
Che paese democratico conosciamo con rappresentanti così indegni di una popolazione(anche se infelicemente incapace occasionalmente d'intendere e volere)che davvero si ritiene civile:solo noi abbiamo personaggi(e parlo solo di ministri!)come Calderoni,Bossi,Brambilla,Brunetta,Maroni ed altri.
Ah,aggiungo concludendo che la ministra fascista sovracitata è stata indagata per favoreggiamento al suo partito tramite false consulenze pagate da noi e che ancora Verdini è risultato iscritto nel registro degli indagati per lo scempio del post terremoto de L'Aquila.
Articolo preso da Indymedia Lombardia che fa riferimento al sito"100cosecosi",dove si parla di La Russa quando partecipava a manifestazioni di ratti e maiali fascisti non ancora in parlamento ma per strada,col link a piè pagina.
Dimenticavo,un post dello scorso marzo sul ministro buttafuori:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/03/regime-ridicolo.html.

IGNAZIO LA RUSSA QUANDO TIRAVA LE BOMBE ....CORREVA L'ANNO 1973 !
Vedere il Ministro della Difesa Ignazio La Russa che aggredisce uno studente al grido di “Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco!“, con una prepotenza,una arrogante irrefrenabile protervia,una vera aggressione che preclude e incita allo scontro fisico con argomentazioni nulle, tra grida, e minacce con il rifiuto all'ascolto dell'altro e un solo spazio aperto:quello della provocazione,dell'insulto in cui l'altro idiotizato dal fiume di parole e dalla veemenza dovrebbe precipitare (VittorioSgarbi ha fatto scuola) beh, è uno spettacolo banale,rivoltante e da brividi.
Qui sotto un esempio della tecnica con cui è uso affrontare le contestazioni vissute come una lesa maestà all'icona (lui) che vuole incarnare e interpretare il diffuso risentimento degli sfigati marginali di una terza età con un piede nella tomba,incarnare il risentimento verso il ribellismo come lesivo del privilegio " dell'età della ragione " e si,il giovanilismo gagliardo irrita da sempre certe classi (...)
Mi permetto di ricordare a lui che dà del vigliacco a uno studente con tanta veemenza (...) quando lui partecipava a cortei che lanciavano bombe che ammazzavano poliziotti !
Si granate (è storia ufficiale ormai) facendo vittime (sotto l'episodio storico in cui è coinvolto Ignazio La Russa) dapprima incoraggiando il suo partito di allora (...) la violenza nelle sue forme più estreme e sovversive e poi con la delazione strumentale più ignobile consegnando gli autori alle forze dell'ordine sperando di salvare la faccia ad un partito armato,complottista,antidemocratico e terrorista !
Anche questa è storia!

L'EPISODIO,LA MANIFESTAZIONE IN CUI ERA PRESENTE IGNAZIO LA RUSSA E CHE COSTO LA VITA AD UN AGENTE DI POLIZIA !

L'agente Antonio Marino ucciso nel 1973 da una bomba a mano lanciata dai cordoni di una manifestazione dell'Msi a cui partecipava anche il giovane Ignazio La Russa. Altro che "meno vigliacchi" erano degli assassini
Milano si svolge una manifestazione (non autorizzata) del Msi. Il corteo, guidato dai dirigenti nazionali Servello e Petronio, si scontra con la polizia. Nel corso degli scontri, violentissimi, vengono lanciate alcune bombe a mano contro le forze dell'ordine, provocando la morte dell'agente di polizia Antonio Marino.
L'immagine legalitaria e di forza d'ordine del Msi è irrimediabilmente incrinata. I dirigenti missini, nel tentativo di recuperare un'immagine rispettabile per il movimento, denunciano i presunti autori dell'attentato (riconosciuti poi colpevoli), sperando di dimostrare, in tal modo, l'estraneità del partito alle violenze. Tuttavia, ciò contribuirà ancor di più a sottolineare i legami tra estremisti violenti e Msi. I colpevoli (Murelli e Loi), infatti, appartengono al gruppo milanese La Fenice, che risulterà avere piena legittimità all'interno del Msi.

FONTE : http://100cosecosi.blogspot.com/2010/12/ignazio-la-russa-quando-tirava-l...

mercoledì 15 dicembre 2010

RIPARTIRE DA QUESTI PRESUPPOSTI

Senza entrare nel vergognoso (de)merito politico che la giornata di ieri ha apportato alla storia della repubblica delle banane(ovvero nulla di nuovo sotto il sole),vorrei soffermarmi sulla grande riuscita della protesta popolare che si è avuta ieri a Roma nei dintorni dei palazzi del potere.
Tralasciando polemiche su zone rosse,infiltrati,accuse e denunce il fatto vero e reale che politicanti ed imprenditori,chiunque dentenga un relativo potere socio-econiomico in Italia deve sentirsi costantemente sotto tiro,minacciato in modo da venire svegliato e col pensiero sul dove e sul come cagarsi addosso,perchè le azioni di ieri che da anni non si vedevano da noi sono la prova che la gente(e per fortuna degli sfruttatori la maggior parte erano solo studenti)se s'incazza veramente è capace di ogni cosa,in faccia ad arresti e denunce e percosse e torture.
Perchè dopo un arrestato,un denunciato,un percosso o un torturato ne nasceranno dieci altri,e così fino a quando si arriverà ad uno scontro aperto rivoluzionario oppure chi detiene il potere la capisce di levarsi fuori dai coglioni lasciando la dittatura ed aprendo la strada verso la vera democrazia e la vera libertà.
Per tutto questo appoggio le azioni di ieri,solidarizzo con i manifestanti ed i fermati e gli arrestati,alla faccia di Berluscojoni,Alemanno,Maroni,La Russa e non solo,anche in culo all'opposizione che lancia messaggi di vicinanza alle forze del disordine che ieri qualche calcata vera l'hanno presa,la paura vera l'hanno vista e che a tratti sono stati in grosse difficoltà davanti ad un avversario molto meno preparato ed armato.
Per un futuro migliore bisogna partire da questi presupposti,articolo tratto da"Senza Soste".
Da Roma uno spiraglio di luce.

La giornata di ieri a Roma è stata per molti una liberazione. Era da molto tempo, forse da Genova 2001 che non si vedeva tante persone veramente incazzate in piazza dopo ormai più di un anno di mobilitazione capillare e di massa sulla riforma Gelmini che consegna definitivamente scuola e università in mano a mercato e aziende impoverendola in misura tale da non poter che guardare ai privati e lavorare in funzione loro.
Nel momento di massima espressione simbolica del teatrino della politica con un voto parlamentare preceduto da roboanti dichiarazioni televisive e compravendita di voti, la piazza ha risposto con altrettanta carica simbolica, lasciando per una volta la protesta classica e ordinata per darsi alla guerriglia non appena è stato annunciato il voto di fiducia al governo. Non si preoccupino i tromboni dell'ultim'ora. Anche chi era in piazza a fare gli scontri sa che la politica si fa con la quotidianeità, con il coinvolgimento delle masse e il sacrificio giorno per giorno. Ma arriva anche il giorno in cui chi lotta ha il diritto di riprendersi la scena, di mettere un punto alle mobilitazioni e rappresentare la propria rabbia verso un potere sempre più corrotto e lontano dalle esigenze di tutti quelli che stanno sotto. E a Roma ieri questo è avvenuto, nel giorno giusto. E chissà in futuro quanti altri giorni giusti ci saranno.
Ieri a Roma non c'erano i Black Bloc. In Italia non sono mai esistiti perchè rappresentano una modalità di stare in piazza e di creare disordini che proviene storicametne dal nord europa. In Italia le organizzazioni politiche e la maniera di stare in piazza ha sempre preso poco spunto dal nord europa e ha sempre fatto ferimento più che altro ad altre pratiche: quella più politica e inquadrata che viene dagli anni '70 oppure quella più di massa e improvvisa "da stadio". Tuttavia i quotidiani, con in testa i falsi amici di Repubblica e del Fatto Quotidiano hanno eseguito l'ordine del ministero degli interni di definire i manifestanti Black Bloc. D'altra parte Repubblica rappresenta il potere precostituito della famiglia De Benedetti mentre il Fatto Quotidiano è espressione di una cultura che mette ordine e legalità davanti a tutto. Nel bene e nel male.
Ieri a Roma invece c'erano migliaia di giovanissimi, una generazione abbandonata e frustrata che per un giorno ha scelto un protagonismo diverso. E non si venga a parlare di infiltrati, centri sociali o altri fantasmi. Ieri a Roma è esplosa una rabbia collettiva di chi si vede fuori dalla storia mentre le generazioni che hanno creato uno dei debiti pubblici più alti del mondo sono in parlamento a fare teatrini alle spalle di tutti e vivono da garantiti su tutto: dalla casa, al lavoro, alle liquidazioni d'oro fino ad indennità di carica che fanno rabbrividire.
Per anni in Italia si è sempre pensato che alla fine qualcuno avrebbe rimesso a posto tutto, tra un finanziamento pubblico e un posticino da qualche altra parte. Oggi la sfera pubblica non può più rispondere a queste esigenze diffuse ne' dare soluzioni clientelari di massa come prima. Oggi il futuro va conquistato palmo a palmo e lo si può fare solo col protagonismo di queste generazioni.
Il disordine e la paura sono fattori che nella storia hanno fatto svegliare le classi dirigenti e che spesso le hanno fatte crollare. Speriamo che questo sia solo l'inizio. Ricordandosi che questa era solo una battaglia, per vincere la guerra serve molto di più e non solo in termini di piazza, da parte di tutti e a partire da domattina.

p.s: il governo si è salvato con il voto di Catia Polidori che da buona fascista ha tradito all'ultimo secondo. La signora Polidori e la sua famiglia detengono il Cepu, la famosa scuola privata che regala esami universitari a chi paga. Sembra che abbia votato la fiducia sotto il ricatto del governo circa la sua attività economica. Probabilmente se in questo mese le scuole Cepu fossero state assaltate dagli studenti in rivolta, a questo punto la signora Polidori avrebbe avuto più paura della rabbia studentesca che delle mincce di Berlusconi. Invece hanno vinto le minacce di Berlusconi. Avere coraggio politico spesso significa essere lungimiranti...

Link: Il fuoco della conoscenza
per Senza Soste, Franco Marino

martedì 14 dicembre 2010

MORTE DI UN CLANDESTINO

Ennesima morte sospetta quella avvenuta a Brescia in un comando dei carabinieri dove a rimetterci la vita è stato un cittadino senegalese di 36 anni,Elhdy Seyou Gadiaga in Italia da quindici e che ultimamente causa la perdita del posto di lavoro non aveva più potuto ottenere il permesso di soggiorno e quindio rientrato come altre migliaia di persone nella famigerata rete dei clandestini della legge Bossi-Fini.
Brescia negli ultimi mesi è sempre stata nell'occhio del ciclone perché di fatto è una delle città italiane con maggior presenza di immigrati,con relativi controlli severi e con proteste sia collettive che personali che hanno avuto risalto nella cronaca nazionale.
Elhdy non rientrava nelle categorie lavorative definite"indispensabili"come colf e badanti,salvate dall'indulto riguardante alcune classi lavorative piuttosto che altre e quindi come tanti altri è risultato da un giorno all'altro clandestino e quindi passibile di arresto ed espulsione.
La morte avvenuta sabato notte pone più di un interrogativo sulle cause di questo decesso visti i precedenti ben poco edificanti nei confronti delle forze del disordine che in più casi si sono resi protagonisti negativi di pestaggi,torture e della morte di fermati e carcerati:contributo odierno tratto da Radio onda d'urto.

MUORE IN UNA CELLA DEL COMANDO DEI CARABINIERI UN GIOVANE SENEGALESE: PERCHE’?


Brescia, domenica 12 dicembre. Attorno alle 8.45 del mattino presso l’ospedale civile viene constatato il decesso di Elhdy Seyou Gadiaga, 36 anni, cittadino del Senegal, in Italia da circa 15 anni. In ospedale era arrivato da poco. Da venerdì pomeriggio Elhdy era trattenuto presso la caserma dei carabinieri di piazza Tebaldo Brusato.
In base alla legge Bossi-Fini e al “pacchetto sicurezza” del 2009, si trovava in stato d’arresto soltanto perché era stato trovato privo dei documenti per il soggiorno regolare in Italia e mesi fa era stato colpito da un provvedimento di espulsione per “immigrazione clandestina”. Come previsto dalla legge, Elhdy non aveva più il permesso di soggiorno che ha avuto per molti anni perché aveva perso il lavoro.
Sono in corso accertamenti da parte della magistratura sulle cause del decesso di Elhdy, che secondo la versione dei carabinieri ha avuto un malore improvviso e inspiegabile.
L’Associazione Diritti per Tutti sta seguendo il caso con la massima attenzione. Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie a capire che cosa sia successo all’interno della caserma dei carabinieri di piazza Tebaldo Brusato. Non desisteremo finché tutto non sarà chiarito.
Certo è, già ora, che Elhdy in quella caserma è entrato vivo e ne è uscito morente, o forse addirittura già morto, dopo poco più di 24 ore.
Certo è che i carabinieri non potevano non sapere che Elhdy soffriva di una forma d’asma cronica, per la quale portava sempre con se’, oltre ad un’apposita bomboletta, anche la necessaria documentazione medica.
Certo è che Elhdy è stato condotto in quella caserma grazie all’applicazione della legge Bossi-Fini e del “pacchetto sicurezza” (L 94/09) che trasforma in colpevoli di reato gli immigrati irregolari.
Certo è che nella giornata e nella serata di venerdì 10 dicembre, guarda caso alla vigilia della manifestazione dei migranti per i permessi di soggiorno del giorno successivo, le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri, hanno intensificato nelle strade le massicce azioni di controllo dei documenti che soprattutto da novembre, per rappresaglia contro la battaglia della gru per la regolarizzazione, hanno reso Brescia città blindata dalla polizia, territorio di caccia aperta agli immigrati cosiddetti clandestini e non solo, un vero laboratorio dell’autoritarismo padano e del razzismo, voluto direttamente da Maroni.
Elhdy è incappato in questi controlli, come del resto anche Lai, giovane immigrato senegalese molto conosciuto fra i partecipanti alla lotta per la regolarizzazione. Entrambi venerdì 10 dicembre sono stati condotti nelle caserme dei carabinieri. Lai ne è uscito soltanto sabato pomeriggio. Elhdy non ne è più uscito, se non per un’ormai tardiva corsa verso l’ospedale.
Vogliamo sapere. Perchè quel che già sappiamo è inquietante, oltre che doloroso soprattutto per i familiari e gli amici di Elhdy Seyou Gadiaga.
Le testimonianze che abbiamo raccolto soprattutto tra le persone più vicine a Elhdy avvalorano e rendono meritevole di accertamenti molto approfonditi l’ipotesi che si tratti di un caso di grave omissione di soccorso, tanto più inammissibile perché ad esserne responsabili sarebbero i carabinieri che avevano in custodia Elhdy dopo averlo arrestato e trattenuto per più di 24 ore in una cella di sicurezza della caserma dei carabinieri di piazza Tebaldo Brusato.
Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri, Aldo Bianzino, Carlo Giuliani… Omicidi di Stato. Impossibile non domandarsi chi sarà il prossimo. Non siamo affatto sicuri che la riposta non sia già arrivata, che non venga da Brescia, che non abbia il nome di un uomo senegalese di 36 anni. (Dal sito dell’Associazione Diritti per tutti).
Oggi pomeriggio l’associazione “Diritti per Tutti”, l’Associazione senegalesi di Brescia e provincia e diversi esponenti della comunità senegalese hanno tenuto una conferenza stampa nella sede di Radio Onda d’Urto per chiedere che sia fatta piena luce sulla morte di Elhdj Seyou Gadiaga nella caserma dei carabinieri del comando di Piazza Tebaldo Brusato.

venerdì 10 dicembre 2010

LA NERA COERENZA DI ALEMANNO


Una"bella"lista quella pubblicata dall'Espresso in un articolo-dossier dove sono elencati nomi,cognomi ed incarichi di parecchi fascisti entrati nel tessuto politico ed amministrativo della città di Roma,tutti amici o meglio dire affiliati(da il senso più criminoso del termine)di Gianni Alemanno,il sindaco nero della capitale.
Una congrega di delinquenti pluripregiudicati e pluricondannati,come del resto la merda fascista di Alemagno,appartenenti alla malavita romana e a gruppi estremisti di destra come Terza Posizione e dei Nar o"semplici"naziskin legati alla sfera degli ultrà.
Nomi più o meno noti,legati a stragi,pestaggi,spaccio di droga oppure accomunati ai più svariati reati quelli proposti da Alemanno per avere incarichi anche molto in vista per quanto riguarda la sua personale gestione dal posto più alto di chi guida una città.
E poi una schiera di persone di merda che dagli ultimi vent'anni partendo da Fini e Storace arrivando all'ultima camerata Polverini fa sì che Roma sia diventata un ricettacolo tra i più vergognosi e puzzolenti d'Italia,che è riuscita a sdoganare il fascismo nonostante le belle parole ed i funesti fatti che la cronaca quotidiana riempie con notizie di aggressioni,minacce e pestaggi contro compagni,immigrati ed omosessuali i giornali ed i notiziari.
E'proprio vero che gli amici non si abbandonano nel momento del bisogno(a spese della collettività!).
Vedi anche: http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/04/alemanno-fascista-di-merda.html
e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/02/gli-amici-della-polverini-e-di-alemanno.html.

Roma, poltrone ai fascisti.
Ex di Avanguardia Nazionale, esponenti di Terza Posizione, perfino naziskin vicini a Mokbel. Così Alemanno ha piazzato nei posti che contano della Capitale i suoi amici estremisti neri.

Boia chi molla, gridava a fine anni Ottanta il giovane Gianni Alemanno, al tempo capo del Fronte della Gioventù e fedelissimo di Pino Rauti, leader dell'ala movimentista dell'Msi e futuro suocero.
Vent'anni dopo, nessuno può accusarlo di incoerenza: Gianni, diventato sindaco di Roma, non ha mollato nessuno. Non ha tradito, non ha lasciato per strada i vecchi camerati, nemmeno quelli finiti in galera per banda armata e atti terroristici, neppure i personaggi più discussi della galassia d'estrema destra protagonista degli anni di piombo. Anzi.
Nell'anno di grazia 2010 Roma è sempre più nera, con fascisti ed ex fascisti che spuntano dappertutto. Nei posti cardine dell'amministrazione comunale e nell'entourage ristretto del nuovo Dux, nell'assemblea capitolina e nelle società controllate dal Comune, passando per enti regionali e ministeri.
Vecchie conoscenze sono comparse anche nella parentopoli che ha investito l'Atac, dove lavorano - come ha scritto Ernesto Menicucci sul "Corriere" - l'ex Nar Francesco Bianco (in passato arrestato e processato per rapine e omicidi insieme ai fratelli Fioravanti, fu scarcerato per decorrenza dei termini) e l'ex di Terza posizione Gianluca Ponzio. Ponzio oggi è a capo del Servizio relazioni industriali della municipalizzata del Comune, negli anni Ottanta fu protagonista di arresti plurimi per rapina e possesso d'armi.
La sinistra ha gridato allo scandalo, ma i due sono sono solo la punta dell'iceberg di un gruppo di potere sempre più radicato in città, cementato dagli ideali e dall'antica appartenenza, da interessi (anche economici) e da relazioni amicali e familiari. La lista comprende ex militanti di Terza posizione e dei Nuclei armati rivoluzionari, uomini di Forza nuova, naziskin vicini alla cricca di Gennaro Mokbel, capi storici di Avanguardia nazionale, ultrà e combattenti delle battaglie degli anni Settanta e Ottanta. Battuto a sorpresa Francesco Rutelli, disintegrati i potentati di Forza Italia (già messi a dura prova durante la giunta regionale guidata da Francesco Storace) ora sono nella cabina di controllo e, nella nerissima capitale, comandano loro.

Uomini d'oro.

I due personaggi più influenti dell'amministrazione non sono assessori, ma due amici del sindaco: Franco Panzironi e Riccardo Mancini. Del primo, a capo dell'Ama, si sa praticamente tutto. Meno noti, invece, sono i trascorsi dell'uomo che Alemanno ha voluto alla guida di Eur spa, società controllata dal Campidoglio e dal ministero dell'Economia che ha nel suo portafoglio immobili per centinaia di milioni. Mancini, classe 1958, ha finanziato la campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella del 2008.
È un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel 2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura oltre 6 milioni di euro l'anno. Anche lui, che ha sempre vissuto all'Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato - insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con Teodoro Buontempo - e la Corte d'Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo vent'anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che conosce bene, quello del "mitico" bar Fungo, dove un tempo si ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.
Una curiosità: un socio in affari di Mancini, Ugo Luini (amministratore della holding del gruppo, la Emis) è pure tra i consiglieri della fondazione del sindaco, Nuova Italia.
Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il capo dell'Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo indeterminato. La scelta ha fatto gridare allo scandalo il centrosinistra, ma sono altre le indiscrezioni che preoccupano Alemanno.
Mancini, l'uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei Nar e leader della sezione dell'Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale della Banda della Magliana: il personaggio del "Nero" del film "Romanzo Criminale" è ispirato alla sua storia. I due sono spesso insieme, tanto che qualcuno sospettava che l'ex estremista (incriminato per vari delitti efferati ma assolto - quasi sempre - da ogni accusa) fosse stato assunto dalla municipalizzata. «Una sciocchezza» chiosano a "L'espresso" gli uomini del sindaco «Mancini lo vede solo perché si conoscono da anni. Nessun rapporto di lavoro».

Naziskin & C.

Un lavoro ben retribuito Alemanno e Panzironi l'avevano invece trovato a Stefano Andrini, assurto agli onori delle cronache perché insieme a un gruppetto di naziskin picchiò selvaggiamente, nell'estate del 1989, due "compagni" davanti al cinema Capranica. Andrini, 40 anni, fa parte di una generazione successiva a quella dei movimenti storici degli anni di piombo. La rissa costò a lui e al fratello gemello una condanna a quattro anni e otto mesi (poi ridotti a tre) per tentato omicidio.
La carriera criminale continua anche dopo la reclusione: entrato nell'orbita del gruppo di Delle Chiaie, Stefano nel 1994 viene arrestato per alcuni scontri con gli autonomi. Un passato burrascoso che nel 2009 non gli impedisce di sedersi sulla poltrona di amministratore delegato di Ama Servizi Ambientali. Andrini, ultrà della Lazio, non c'è rimasto molto. Lo scorso febbraio è stato travolto dall'inchiesta sugli affari della banda capeggiata da Gennaro Mokbel. Secondo i magistrati sarebbe stato proprio lui a organizzare - tramite i suoi agganci a Bruxelles - la falsa candidatura di Nicola Di Girolamo, il senatore tanto caro a Mokbel («Sei il mio servo», gli diceva) e alle famiglie 'ndranghetiste di Isola Capo Rizzuto.
Il sindaco, si sa, non molla mai nessuno. E perdona tutti, forse perché anche lui è stato sfiorato da vicende giudiziarie, come aggressioni e lancio di bombe molotov (sempre assolto). Non bisogna sorprendersi, così, che abbia provato a sistemare anche altri ex skin protagonisti del pestaggio al cinema Capranica. Così Mario Andrea Vattani (arrestato con gli Andrini ma poi assolto al processo), figlio del potente presidente dell'Ice Umberto, è diventato capo delle relazioni internazionali e del cerimoniale del Campidoglio. Assunto fino al 2013, costerà ai contribuenti 488 mila euro tra stipendio e oneri previdenziali.
Anche Demetrio Tullio, pure lui arrestato e prosciolto, ha ottenuto un posto fisso. Stavolta al ministero delle Politiche agricole: è entrato grazie a un concorso bandito nel 2006, quando Alemanno era titolare del dicastero. Tullio lavora alla direzione generale della Pesca marittima, ma nel tempo libero si occupa anche di manifestazioni culturali. Il mensile di Ostia "Zeus" lo indica come «presidente dell'associazione Minas Tirith», dal nome della città assediata del Signore degli Anelli, che qualche giorno fa ha organizzato un convegno intitolato "Serate dannunziane". Secondo il giornale, la tre giorni è stata un successo.

Mi manda Mokbel.


Non sappiamo se Alemanno ha perdonato anche Mokbel, che si è vantato di averlo preso a schiaffi durante una manifestazione (era il 1998) in cui Gennaro organizzava il sevizio d'ordine. Di sicuro l'inchiesta sul faccendiere che ha messo in piedi la più colossale truffa dal dopoguerra non gli fa dormire sonni tranquilli.
Mokbel (in passato «destinatario», scrive il gip Aldo Morgigni nell'ordinanza, «di provvedimenti cautelari per fatti omicidiari collegati ad azioni di gruppi terroristici di estrema destra unitamente a soggetti - quali ad esempio Carminati Massimo - ancora oggi oggetto di ricerche da parte delle forze di polizia») ha infatti complici assai vicini al mondo di quella che fu Alleanza nazionale. In primis l'avvocato Paolo Colosimo, finito anche lui in galera per associazione a delinquere: fino a qualche tempo fa tra i suoi clienti c'era Nicolò Accame, l'ex portavoce di Francesco Storace alla Regione Lazio. Rampollo della dinastia Accame (il papà Giano, "fascista di sinistra", fu un intellettuale influente, la sorella Barbara è la moglie del leader carismatico di Terza posizione Peppe Dimitri, morto tragicamente nel 2006) è stato condannato per corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Lazio-gate".
Non solo. Del gruppo Mokbel fa parte anche Silvio Fanella, considerato dagli inquirenti il cassiere della banda. Il suo nome è spuntato a sorpresa nella compravendita di una società, la Mondo Verde, fondata anni fa dal capo della segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli, e da due suoi cugini. A "L'espresso" risulta che Fanella rilevi il 50 per cento delle quote nel luglio del 2000, quando Antonio ha già lasciato l'impresa. Dopo pochi mesi, Fanella e il suo socio Teodolo Theodoli vendono le azioni a una ditta amministrata da tal Fabrizio Moro. Sarà un caso, ma Moro è un amico di Lucarelli. Sarà una coincidenza, ma per la Mondo Verde targata Moro lavorerà in alcuni progetti - come ha rivelato "Repubblica" - il cognato di Gennaro Mokbel.

I fedelissimi.

Lucarelli, classe 1965, imprenditore, è uno dei fedelissimi di Alemanno. Con l'estrema destra ha sempre avuto grande feeling: il segretario del sindaco nel 2000 era il portavoce romano di Forza Nuova, movimento di estrema destra fondato nel 1997 dai latitanti Massimo Morsello, ex Nar, e Roberto Fiore, ex Terza posizione, che sfuggirono a una retata.
Era il 1980, l'anno della strage di Bologna. I due scapparono a Londra, e tornarono solo quando le condanne per banda armata furono prescritte o, nel caso di Morsello gravemente malato, inapplicabili. Lucarelli si dà da fare: con i suoi organizza sit in inneggianti al leader dell'ultradestra austriaca Haider, manifestazioni contro il gay pride (i volantini lo definivano «la saga del pervertito») e risse davanti al Campidoglio (Marcello Fiori, vicecapo di gabinetto di Rutelli, denunciò di essere stato spintonato da Lucarelli).
Nel who's who della cerchia di Alemanno ci sono anche altri ex camerati di rango. Vincenzo Piso, ex militante di Terza posizione e di Ordine nuovo, siede oggi in Parlamento ed è coordinatore del Pdl regionale. Venne arrestato nel 1980, restò in carcere per quattro anni con l'accusa di banda armata, venne poi prosciolto.
Influente consigliere di Piso e del sindaco è poi Marcello De Angelis, anche lui di Terza posizione, cinque anni di carcere alle spalle e una carriera come cantante del gruppo musicale 27Obis, riferimento all'articolo del codice penale sulle associazioni con finalità di terrorismo. Fratello del leader di Terza posizione Nanni, morto in circostanze misteriose in carcere, Marcello ora è senatore e direttore di Area, la rivista fondata da Alemanno e Storace.

Duri e puri.

Da un anno al Comune lavora anche Loris Facchinetti (nell'ordinanza del 31 dicembre 2009 si specifica che la collaborazione è «a titolo gratuito»), ex leader di Europa civiltà, un movimento neopagano e paramilitare di estrema destra nato nel 1969 che aveva rapporti pure con la massoneria. Fermato «per reticenza nell'inchiesta di piazza Fontana», come ricorda Ugo Maria Tassinari nel suo libro "Fascisteria", Facchinetti - sposato con la sorella di Fabio Rampelli - oggi è delegato del sindaco di Roma per il Mediterraneo, ed esperto di "Politiche internazionali" della fondazione di Alemanno.
Che ha voluto vicino a sé pure Claudio Corbolotti, aiutante di Lucarelli al Comune, arrestato nel 2004 per gli scontri avvenuti fuori l'Olimpico durante il derby Lazio-Roma. A proposito di ultrà, anche Guida Zappavigna, ex dei Boys della Roma ed ex Fuan, arrestato come presunto Nar e prosciolto in istruttoria, ha avuto un incarico dalla Polverini: ora è presidente del parco del Lago Lungo e Ripa. Grande tifoso di Totti e compagni è anche Mirko Giannotta.
Le cronache ricordano che è stato arrestato nel 2003 insieme al fratello perché accusato di rapine ai danni di banche e gioiellerie, e che dal 2008 è diventato capoufficio del decoro urbano del gabinetto del sindaco. Già. Alemanno, cuore nero, non molla mai nessuno.
tratto da http://espresso.repubblica.it/

giovedì 9 dicembre 2010

MALAMILANO

Di seguito,in ordine non cronologico,faccio girare gli appelli che i compagni antifascisti milanesi stanno divulgando da giorni affinchè la vigilanza nel capoluogo lombardo sia ai massimi livelli in vista di un periodo caldissimo che vede nel giro di una settimana eventi e ricorrenze come gli anniversari di Piazza Fontana e la morte di Pinelli oltre al presidio a Lima contro l'apertura di una sede di Fogna Nuova in corso Buenos Aires,e visti i precedenti di qualche anno fa la tensione è già alle stelle.
Il tutto sottolineando per bene il fatto che la giunta fascista della Mo-ratti e di De Co-ratto stiano pressochè azzerando o tendando seriamente di attuare un bavaglio mediatico e fisico verso le realtà comuniste,anarchiche ed antifasciste cittadine a scapito di una sempre maggiore visibilità socio-politica dei ratti fascisti,con esempi elencati nel secondo documento.
Il primo invece è una breve analisi del Leoncavallo che oltre ad evidenziare le tematiche scottanti che riguardano il sindaco ed il suo vice con i fascisti ed i mafiosi(beh,sono gli stessi comunque)richiama alle manifestazioni che si terranno a Milano a partire da questo sabato cui sono invitati tutti quelli che hanno a cuore non solo il futuro della città ma pure quello della società italiana sempre più divorata da una classe politica insignificante che è pronta tra pochi giorni a legittimare il regime che già è venuto ad instaurarsi.

Ormai da mesi assistiamo, da parte di alcuni settori


dell'amministrazione comunale di Milano, ad una martellante campagna

volta alla chiusura di centri sociali e spazi pubblici autogestiti

attivi sul territorio cittadino.

Potrebbe sembrare un capitolo dell'eterna e strumentale battaglia che

una parte del centrodestra conduce ormai da anni con finalità

prettamente elettorali se non fosse che parallelamente questa stessa

Amministrazione lavora per consentire l'apertura di sedi ad

associazioni e raggruppamenti della destra più xenofoba e di chiara

ispirazione neofascista. In questo contesto l'apertura della sede di

Forza Nuova in corso Buenos Aires presso un immobile di proprietà Aler

non può essere limitata ad una contrapposizione tra soggetti opposti

ed estremi ma pone una questione di democrazia a tutta Milano.


E' intorno a questa questione che lo Spazio Pubblico Leoncavallo

interverrà alle iniziative che attraversano il 41 ° anniversario della

strage di Piazza Fontana, partecipando alla manifestazione prevista

nel pomeriggio di sabato 11 dicembre, promuovendo la serata del 15

dicembre, anniversario della morte di Pino Pinelli, organizzata dal

Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa e aderendo alla manifestazione

indetta da un ampio orizzonte di forze politico-sindacali sabato 18

dicembre proprio in occasione della prevista inaugurazione della sede

di Corso Buenos Aires con concentramento alle ore 14 in piazza Lima.

Sabato 11 dicembre ore 15.00 Corteo da Porta Venezia a Piazza Fontana
Sabato 18 dicembre ore 14.00 Inizitiva pubblica in Piazza Lima
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito

LA CONTIGUITÀ DEL SINDACO DI MILANO LETIZIA MORATTI COL NEOFASCISMO MILANESE

La Moratti e i suoi assessori hanno dimenticato che l'apologia di fascismo

è reato, che Milano è città medaglia d'oro alla Resistenza e che

l'antifascismo è il valore su cui si fonda la nostra Costituzione.

Fascisti e nazisti avrebbero dovuto sparire dalla storia e invece si

riciclano, tornando fuori anche a Milano grazie alla complicità del

sindaco Moratti e della sua Giunta di centrodestra, nella persona di Marco

Osnato (consigliere comunale Pdl, ex An e un passato tra le file del

Fronte della Gioventù) e di Carlo Fidanza, vicepresidente commissione Expo

in quota Pdl, con un passato nel Fronte della Gioventù e An. Quello della

Moratti e della sua Giunta si configura come una specie di arruolamento

dei neofascisti nella campagna elettorale per le comunali di maggio, e

magari anche per le elezioni politiche sempre più imminenti.


1) il sindaco Letizia Moratti è stata contestata al festival del PD a

Milano (ANSA 04-SET-08) per l'apertura di ''Cuore nero'', un centro

sociale di estrema destra dove si riciclavano avanzi del mai morto

cameratismo stragista.

2) Il volto di Davide 'Dax' Cesare, il giovane del centro sociale Orso di

Milano che nel 2003, a 26 anni, fu ucciso a coltellate da due esponenti di

estrema destra, non appare piu' sui muri della Darsena dei Navigli per

ordine della Moratti e del suo sceriffo il fascista De Corato. (ANSA

05-SET-07). "Mi sento trafitta da un doppio dolore, quello di mamma e di

antifascista'', ha detto la madre di Dax, Rosa Piro. Non servono altri

commenti.

3) la revisionista Moratti auspica "Milano come simbolo della

riconciliazione'', confermando l'intenzione sua e della sua Giunta di

realizzare "un sacrario comune che raccolga le spoglie di partigiani e

repubblichini". (ANSA 02-NOV-07), equiparando in tal modo gli eroici

partigiani che hanno liberato l'Italia con le belve sanguinarie fasciste.

4) il sindaco di Milano Letizia Moratti ha fatto visita al Campo 10 del

Cimitero Maggiore, dove si trovano i corpi di chi parteggiò per la

famigerata Repubblica sociale italiana fascista (ANSA 02-NOV-07). Lo

stesso sindaco Moratti era stato criticato il giorno precedente dall'ANPI

per la sua assenza alla cerimonia di commemorazione dei caduti della

Resistenza al Campo della Gloria del Cimitero Maggiore di Milano

5) secondo il ministro Andrea Ronchi l'estremista di destra il «barone

nero» Roberto Jonghi Lavarini. "ha fatto campagna elettorale per il

sindaco Moratti".(ANSA 18-MAR-09)

6) Letizia Moratti ha affermato che "non chiedera' a questore e prefetto

di impedire il raduno dei movimenti europei di estrema destra previsto

per il 5 aprile nel capoluogo lombardo". (ANSA 26-MAR-09)

7) il vicesindaco fascista del Comune di Milano, Riccardo De Corato, e'

stato fra i firmatari della proposta di legge per equiparare repubblichini

e partigiani. (ANSA 27-APR-09)

8) senza che il Comune di Milano e il suo sindaco muovessero un dito, il

23 marzo 2010 si è tenuta una commemorazione al cimitero Monumentale,

presenti ex aderenti alle Ss italiane e alla Legione Muti, per il 91°

anniversario della fondazione dei Fasci di combattimento a Milano, con

corone a un piccolo sacrario fatto erigere da Mussolini a ricordo di

alcuni squadristi caduti negli anni Venti nei vari assalti alle camere del

lavoro e alle sedi dei partiti di sinistra. Sono poi seguite: una messa in

onore di Benito Mussolini, il 18 aprile, al campo X del cimitero Maggiore

dove sono raccolte le spoglie di alcune centinaia di repubblichini, tra

loro Alessandro Pavolini, il comandante delle Brigate nere, e altri

gerarchi fucilati a Dongo.

9) il sindaco Moratti e la sua Giunta di centrodestra hanno autorizzato

una fiaccolata il 29 aprile 2010, per le vie di Città studi in ricordo dei

fascisti Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani: più che un

corteo, da Forza nuova a Azione giovani sfilò una vera e propria parata di

loschi figuri stile Germania anni Trenta: file da cinque, bandiere con la

croce celtica, saluti romani ritmati e camicie nere.

10) domenica 2 maggio 2010, patrocinato direttamente dal Comune che

controlla la Spa Milanosport (ANSA 30-APR-10), si è tenuto un torneo di

calcetto al Lido, in memoria del fascista Sergio Ramelli, con la

partecipazione di squadre tipo Forza nuova, Azione giovani, Hammerskins.

Lo stesso giorno fu autorizzato dal Comune un concerto nazirock in zona

Porta Venezia con l'esibizione di Skoll, un cantautore che, per sua stessa

ammissione, si ispirerebbe a un «lupo feroce» della mitologia germanica,

dedito «alla violenta cancellazione della vita sulla terra azzannando il

pianeta e riempiendo l'universo di spruzzi di sangue».

11) Sabato 22 maggio 2010 venne autorizzato dal Comune un comizio in

piazza Aspromonte di Forza nuova, con la presenza di una delegazione del

partito di estrema destra ungherese Jobbik (estimatore delle Croci

frecciate, collaborazioniste dei nazisti durante l'occupazione tedesca),

12) Il 25 ottobre 2010 è emerso che per la mostra fotografica in ricordo

della battaglia di El Alamein, allestita allo Spazio Oberdan in centro,

gli spazi espositivi erano stati appaltati alla Ritter, una delle

principali case editrici di riferimento della destra neonazista.

13) Letizia Moratti, il 21 novembre 2010, è stata presente a un convegno

organizzato presso l'hotel Cavalieri dai tristi figuri de "La Destra",

suoi prossimi alleati alle elezioni comunali. La Destra di Francesco

Storace è un partito che enumera, fra i suoi elementi, energumeni del

Fronte sociale nazionale di Adriano Tilgher, già condannato per

ricostituzione del partito fascista, e Francesco Cappuccio, portavoce di

Casa Pound Lombardia, ed ex capo di Cuore nero, un'organismo dove si

riciclavano avanzi del mai morto cameratismo stragista. Carlo Lasi de La

Destra, e il «barone nero» Roberto Jonghi Lavarini, capo di Destra per

Milano col leghista Valerio Zinetti volevano organizzare una

manifestazione per il 10 aprile 2010 in piazza Duomo per realizzare in

quel luogo una croce di dodici metri con delle fiaccole tipo Ku Klux Klan

nel luogo dove i musulmani due anni fa pregarono.

14) A fine ottobre 2010 è stato concesso un altro spazio di proprietà

pubblica nelle case popolari di Viale Brianza 20 a un'altra formazione

esplicitamente nazifascista, l'"Associazione Lealtà Azione", una delle

organizzazioni di facciata degli Hammerskins. La prima iniziativa di

questi individui si è tenuta il 3 novembre, ed ha riguardato una

conferenza in onore di Lèon Degrelle, un tempo generale delle Waffen-SS,

poi condannato come criminale di guerra. Tra i partecipanti anche Roberta

Capotosti, consigliera provinciale del Pdl.

15) l'11 dicembre si terrà il prossimo lugubre raduno dell'Associazione

degli ex combattenti della X Flottiglia Mas, presente Mario Bordogna, uno

dei più stretti collaboratori di Junio Valerio Borghese . Sarà organizzato

da Casa Pound che si trova nella sede dei volontari verdi di Borghezio.

16) A Milano sono in atto intollerabili tentativi di radicamento

territoriale di gruppi fascisti e razzisti con tanto di supporto della

Giunta Moratti, che, mentre da una parte nega una sede all'associazione

SOS Racket e Usura, dall'altra il 24 novembre 2010 assegna al gruppo

militante Forza Nuova un locale di proprietà pubblica in C.so Buenos

Aires, una zona centrale di Milano. , 290 mq e per 12 anni. Forza nuova è

un movimento di estrema destra antisemita, xenofobo e omofono, che nei

suoi proclami offende costantemente la memoria di chi è caduto per la

libertà del nostro paese. Demanio e patrimonio del Comune

TUTTA LA MILANO ANTIFASCISTA SI DEVE MOBILITARE IL 18 DICEMBRE RECLAMANDO
LA CHIUSURA DELLA NUOVA SEDE DI FORZA NUOVA IN CENTRO .

LA CONTIGUITÀ DEL SINDACO MORATTI CON LE ORGANIZZAZIONI NEOFASCISTE
MILANESI È ORMAI MANIFESTA ED È UN ALTRO TASSELLO DEL MALGOVERNO MORATTI A MILANO PER QUANTO RIGUARDA:

- LE POLITICHE FALLIMENTARI SULLA CASA
- I PALAZZINARI CHE PROSPERANO
- IL RAZZISMO DELLA MORATTI E LA SUA INCAPACITA' DI GESTIRE L'IMMIGRAZIONE
- L'AUMENTO DELLA POVERTÀ A MILANO
- GLI ANZIANI ABBANDONATI A SÉ STESSI
- LE PERIFERIE ABBANDONATE E IL CENTRO STORICO SVUOTATO
- I GIOVANI DIMENTICATI
- LE PRIVATIZZAZIONI E I TAGLI PER ASILI NIDO E SCUOLE
- GLI SPRECHI E LE INEFFICIENZE
- IL TRAFFICO E L'INQUINAMENTO CHE AUMENTANO
- LA LONTANANZA DELLA MORATTI DAI LAVORATORI
- LA PESSIMA GESTIONE DELL'EXPO
- IL PGT (PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO) CHE NON MIGLIORA LA NOSTRA VITA
- LA MALAPOLITICA & IL MALAFFARE DILAGANTI A MILANO
- LA SICUREZZA BIZZARRA DEL SINDACO MORATTI
- PIOVE A MILANO: GOVERNO LADRO!
- LA CAPORETTO DI MALPENSA
Tutti temi che verranno trattati nel prossimo documento sulle elezioni a
Milano.

venerdì 26 novembre 2010

ELENCHI LETTI E NON

In barba a tutte le querelle tra Saviano e Maroni chi per il momento non ha potuto esprimere la propria idea-elenco al nuovo programma di Rai tre"Vieni via con me"(che non posso giudicare non avendolo mai visto causa la mia forte antipatia nei confronti di Fazio e diciamo pure di avere dei dubbi di forte sopravvalutazione verso l'autore di Gomorra),è stata la signora Patrizia Moretti,la mamma di Federico Aldrovandi il ragazzo ferrarese ammazzato da quattro sbirri cinque anni orsono.
In tale elenco vengono citate,togliendo il fatto di aver perso un figlio,tutte le offese e le ingiurie che lei,la sua
famiglia e tutti gli amici,parenti e conoscenti si sono sentiti dire a parole e con minacce da sbirri,questori,pubblici ministeri e sindacati di polizia nel corso di questi anni,e poi un altro elenco dove ringrazia tutte le persone(fortunatamente sia numericamente che di spessore umano molto maggiori)che sono stati accanto a lei ed alla famiglia e che hanno combattuto magari solo divulgando la verità per la causa che ha come fine la possibilità di rendere giustizia a Federico.
Il sito di"Senza Soste"grazie a"giornalettismo.org"è riuscito ad avere il testo che avrebbe dovuto essere letto e lo ha pubblicato integralmente:la prepotenza del ministro fascista e razzista Maroni ha fatto sì che il popolo italiano abbia perso(credo però solo momentaneamente)la possibilità di sapere di una storia tragica fino ad un certo punto poichè la tragedia l'hanno cercata quei quattro criminali in divisa servi di uno Stato altrettanto delinquente e fascista,la verità è venuta a galla,è solo la giustizia che ora latita.

La mamma di Aldrovandi: “Ecco cosa avrei detto a "Vieni via con me”.
La replica di Maroni a Saviano cancella l’intervento di Patrizia Moretti. Riportiamo gli elenchi che avrebbe dovuto leggere in diretta.
Il caso Saviano-Maroni, scoppiato una settimana fa dopo il monologo dell’autore di Gomorra e che ha scatenato le ire del partito del Nord, accusato dallo scrittore di interloquire con la ‘Ndrangheta, ha avuto ripercussioni sulle successive puntate della trasmissione condotta da Fabio Fazio e dallo stesso Saviano. Così succede che l’intervento del ministro degli Interni, che nei giorni scorsi aveva chiesto ed ottenuto il diritto di replica alle parole scomode dello scrittore, causerà un cambio nella scaletta della terza puntata in onda stasera.

I DUE ELENCHI – Viene annullato così l’intervento della mamma di Federico Aldrovandi, il ragazzo ferrarese ucciso nel 2005, all’età di 18 anni per mano di quattro poliziotti, condannati nel 2009 a 3 anni e sei mesi di reclusione. “Purtroppo – ha annunciato la signora Patrizia Moretti nei giorni scorsi – il prossimo 22 novembre non parteciperò a Vieni via con me. I primi contatti precedono la prima trasmissione, si erano già definiti quasi completamente poi, oggi, è cambiata l’impostazione della prossima puntata e quindi non sono più in scaletta. Certo mi dispiace, era una grande occasione, ma non cala di una virgola la mia ammirazione sconfinata per Saviano, la stima per Fazio e la redazione“. La mamma di Federico – ce lo ha segnalato RedStripe – avrebbe dovuto leggere due elenchi. Quello delle offese ricevute da Federico “per il solo fatto di essere morto per mano di quattro poliziotti” e quello delle persone che si sono mostrate vicine alla famiglia persone “manifestando il loro senso civico, l’esigenza umana e sociale di trasparenza e di giustizia“. Li riportiamo qui di seguito.

ELENCO DELLE OFFESE RICEVUTE PER IL SOLO FATTO CHE FEDERICO E’ MORTO PER MANO DI QUATTRO POLIZIOTTI

- 54 lesioni. Ciascuna di queste avrebbe dato luogo ad un processo (Giudice F.M.Caruso)

- 3 invocazioni di aiuto rivolte da Federico agli stessi poliziotti, prima dei rantoli mortali.

- “Federico è morto perchè drogato” : dichiarazione dell’allora questore Elio Graziano

- la pm che non si è degnata di andare sul posto e noi siamo stati avvisati solo dopo 5 ore

- il fatto che a me e mio marito è stato impedito con la menzogna di vedere il corpo di mio figlio abbandonato sul selciato a poca distanza da casa

- le parole “io so sempre dov’è mio figlio” pronunciate dalla prima pm per farci sentire in colpa dopo che il blog aveva scatenato la polemica e l’urgenza di chiarezza

- “calunniatori”, “sciacalli” sono le offese e le umiliazioni dichiarate da alcuni sindacati di polizia ai media su di noi e chi ci aiutava

- il rifiuto di riceverci da parte del vescovo di Ferrara

- l’indagine per calunnia subita dagli avvocati Fabio e Riccardo che si ribellavano alle dichiarazioni ufficiali rilasciate dai vertici di Procura e Questura

- le offese rivolte alla memoria di Federico dai difensori degli imputati durante il processo nell’impossibilità per lui di difendersi

- le offese rivolte alla memoria di Federico definito “povero disgraziato” dal procuratore Minna intervenuto nel processo bis a difesa della dott.ssa Guerra

- la querela della dott.ssa Guerra nei miei confronti, nonostante lei non sia andata sul posto, non abbia sequestrato i manganelli, le auto, non abbia raccolto testimonianze se non quella spontanea di Anne Marie Tsegueu e non abbia indagato i poliziotti che 6 mesi dopo, poco prima di lasciare il caso. Non ha avuto conseguenze disciplinari eppure ha querelato me e Lanuovaferrara che ha riportato la notizia della condanna in primo grado di suo figlio per spaccio di droga

ELENCO DEGLI ANGELI INCONTRATI DOPO CHE MIO FIGLIO E’ MORTO PER MANO DI QUATTRO POLIZIOTTI
è un elenco qui molto parziale perchè la realtà include una moltitudine di persone che ci hanno sostenuto manifestando il loro senso civico, l’esigenza umana e sociale di trasparenza e di giustizia.

- FabioAnselmo, avvocato. A lui si sono affiancati Venturi, Gamberini e DelMercato. E’ diventato la voce di Federico in Tribunale e fuori dalle aule. E non solo per Federico, anche per Stefano Cucchi, e Giuseppe Uva, e diversi altri. Assume un ruolo politico perchè non ha paura di schierarsi contro chi commette abusi di potere. Riceve minacce, richiami e querele.

-il popolo del blog costantemente presente

- il cardinal Ersilio Tonini, Arcivescovo di Ravenna. Insieme a don Domenico Bedin ci ha trasmesso il calore della fede e il calore umano della condivisione e della solidarietà

- Anne Marie Tesgueu, la cittadina di via Ippodromo. Ha dato a tutti una lezione di civiltà.

- Nicola Proto, il magistrato che ha avuto il coraggio di fare il suo dovere senza condizionamenti e lavorando in un clima difficilissimo perchè fosse fatta giustizia

-Gaetano Sateriale, sindaco di Ferrara, che si è ribellato all’ipocrisia delle versioni ufficiali in una città che aveva paura di conoscere la verità, rompendo il nostro isolamento

-Dean Buletti, Checchino Antonini, Cinzia Gubbini e tutta la stampa che ha impedito che venisse calato un velo sulle circostanze della morte di mio figlio, e Filippo Vendemmiati che ha salvato la memoria di ciò che è successo con il suo prezioso film “E’ stato morto un ragazzo”

- Francesca Boari, che ha messo nel libro “Aldro” i sentimenti miei e di Federico togliendoli dall’oblio della morte

- gli amici di Federico, a cui voglio un gran bene, e che per me sono ciascuno una parte di lui.

giornalettismo.org

mercoledì 24 novembre 2010

LA TRAGEDIA CAMBOGIANA PASSATA SUBITO NEL DIMENTICATOIO

Davvero non ci sono parole da dire e almeno subito dei commenti da fare,ed infatti a caldo non ho detto nè scritto niente,poichè la strage avvenuta a Phnom Penh mi ha fatto pensare e riflettere riguardo agli splendidi giorni trascorsi così pochi giorni fa in Cambogia e nel vicino Vietnam e quello che è accaduto mi ha addolorato il cuore.
Il popolo cambogiano credo sia uno di quelli migliori che io abbia mai incontrato,un paese povero ma pieno di dignità,e quello che mi è rimasto negli occhi e nell'anima sono state le persone che ho incontrato e che sorridevano sempre seppur a volte non avessero nulla per cui rimanere allegri:gesti accompagnati da risate,visi sereni nonostante carichi di lavoro eccessivi,genuinità nel confrontarsi senza comprendersi e inchini e ringraziamenti reciproci perchè sia negli hotel che ristoranti o mercati tutti ci si è trovati sempre bene.
Mi spiace che questo fatto non abbia avuto un degno risalto nelle notizie di cronaca dei nostri massmedia,se non accenni e passaggi di qualche breve filmato:in questi giorni fanno più clamore le beghe interne alla maggioranza al governo piuttosto che la spazzatura per strada o incomprensioni su programmi televisivi.
Notizie che sono le stesse da quest'estate,ritrite e risapute e casomai un ferito in Afghanistan tra i nostri mercenari avrebbe di certo scavalcato per importanza la notizia di 345 morti in un paese ancor più lontano.
Io voglio invece ricordare e semmai pregare come la divinità su in cima nella foto,anche se non sia proprio il mio mestiere,per le vittime ed i loro amici e parenti,e so che la stragrande maggioranza di questi morti sono giovanissimi e bambini perchè avevo visto un'anticipazione di questa grande festa in un'altra città cambogiana che è Battambang.
Pure qui si battagliavano le imbarcazioni in una sorta di qualificazione per poi accedere alla festa finale di Phnom Penh,con le strade attorno al fiume colme di famiglie con bambini,ragazzi e ragazze e pochi adulti(dobbiamo ricordarci che in Cambogia una generazione è stata eliminata dal regime criminale di Pol Pot e di cinquantenni uomini in giro se ne vedono pochissimi)in un clima bello di festeggiamenti,anche se si faceva fatica a procedere tra quell'enorme folla di gente.
Il motivo di questa festa dell'acqua è descritto nell'articolo de"La Repubblica",ed in poche parole si ringrazia la fine della stagione delle pioggie che permette al lago Tonlé Sap di gonfiarsi e di dare fertilità alla terra e abbondante cibo ai pescatori:dicono che la strage forse sia dovuta agli idranti della polizia che bagnando e facendo cadere molte luminarie abbiano cominciato a fulminare le persone e che da qui sia partito un fuggi fuggi generale che ha provocato il calpestio ed il soffocamento di centinaia di persone,con un conto delle vittime ancora incerto purtoppo.
A tutto il popolo cambogiano va il mio affetto e la mia gratitudine per gli splendidi giorni passati come ospite nella loro terra,dove si respira un misticismo reale e dove regna la pace e l'amore ed il rispetto verso il prossimo nonostante un passato recente travagliato.
Buona fortuna Cambogia!

Cambogia.
Phnom Penh, panico sul ponte,almeno 345 i morti nella calcaIl sito della Cnn: "Polizia ha usato idranti". Forse una scarica elettrica ha colpito alcune persone e la folla, presa dal panico, si è riversata su un ponte per fuggire, scontrandosi con chi invece arrivava. Si festeggiava la Festa dell'Acqua.

PHNOM PENH - In un attimo un moto di paura, senza apparente motivo, e la festa religiosa si trasforma in una ressa mortale. Accade a Phnom Penh, capitale della Cambogia, dove è salito a 345 il bilancio - destinato a crescere - delle vittime della calca su un ponte che collega l'isola di Koh Pich alla città. Oltre 440 persone sono rimaste ferite. Così, la tradizionale Festività dell'Acqua si è trasformata, proprio alla fine dei festeggiamenti, in una tragedia.
A scatenare il panico, scrive il sito della Cnn, sarebbe stato un intervento della polizia, che avrebbe usato gli idranti per affrettare lo sgombero della folla che gremiva il ponticello sul fiume Tonle Sap. La Cnn cita un giornalista del giornale in lingua inglese Phnom Penh Post, Steve Finch. La presunta scarica elettrica che avrebbe colpito alcune persone, secondo il cronista, potrebbe essere partita dai festoni di luci intermittenti che ricoprono le campate del ponte per la festività, colpiti dall'acqua. Il governo cambogiano da parte sua, scrive la Cnn, ha negato che qualcuno sia rimasto fulminato. Ma un medico, che ha chiesto l'anonimato, ha riferito che diversi cadaveri hanno segni di scosse elettriche e che fra i morti vi sono anche dei poliziotti.
Il giornalista citato da Cnn dice di aver ascoltato diversi testimoni. Gli idranti della polizia "hanno scatenato il panico", ha detto Finch.
Il bilancio delle vittime è stato aggiornato, durante la notte, dal primo ministro cambogiano, Hun Sen che, però, già dai primi momenti ha messo in chiaro che il numero dei morti era "destinato ad aggravarsi ancora". Hun Sen si è scusato con il suo popolo per la strage e le tv hanno mandato in onda le immagini della gente disperata su cumuli di cadaveri, mentre decine di ambulanze si affollavano, in piena notte, sul luogo della tragedia. "È la più grande tragedia che abbiamo mai visto", ha dichiarato il governatore del distretto di Phnom Penh, Sok Sambath.
Anche secondo un cameraman della Reuters si sarebbe verificata una non meglio precisata scarica elettrica: "Stavamo attraversando il ponte verso Diamond Island, quando alcune persone hanno cominciato a spingere dal lato opposto. Ci sono state spaventose grida di panico. La gente ha iniziato a correre, cadendo le une sulle altre. Anche io sono caduto. Sono ancora vivo perché qualcun'altro mi ha rimesso in piedi", ha raccontato Kruon Hay, 23 anni.
Ogni anno a Phnom Penh arrivano milioni di cambogiani per partecipare alla Festa dell'Acqua (Bon Om in lingua Khmer), una delle più importanti festività cambogiane che dura tre giorni e si svolge in tardo autunno. Per l'occasione la gente si innaffia reciprocamente con l'acqua come segno beneaugurante per il nuovo anno. Durante la Festa dell'Acqua si svolgono anche gare fra barche, una delle quali era terminata poco prima dell'incidente.
La festività cade annualmente in ottobre o novembre in occasione della luna piena, quando la corrente del fiume Tonle Sap, che normalmente confluisce nel Mekong, inverte la sua corrente per la piena stagionale del Mekong e riempie, a monte, il grande lago, Tonle Sap, alluvionando le pianure circostanti, garantendo buoni raccolti e pesce in abbondanza. Per questo si tratta di una sorta di ringraziamento al fiume Mekong.
L'incidente è avvenuto verso le 21.30 ora locale, ma è solo attorno alla mezzanotte che tutti i corpi sono stati portati via dal ponte e i feriti condotti in cinque ospedali di Phnom Penh. Un numero ancora sconosciuto di persone è saltato in acqua per sfuggire alla ressa e sono ancora in corso ricerche dei soccorritori nel fiume.
La Farnesina sta verificando, attraverso l'Unità di Crisi e l'Ambasciata competente per la Cambogia, l'eventuale coinvolgimento di italiani nell'incidente.

lunedì 22 novembre 2010

VIVA L'ITALIA MULTIETNICA

Con qualche giorno di ritardo voglio soffermarmi sull'ennesima figuraccia che l'Italia grazie a poche decine di imbecilli ha fatto di fronte a tutta l'Europa nel match giocato in Austria contro la Romania,a poca distanza dalla disfatta di Italia-Serbia dove siamo stati messi sotto scacco da ancor meno delinquenti neonazisti.
Tra cori,saluti romani,striscioni razzisti e puzza di merda che emanavano tali bestie e con gli sbirri che hanno coperto tutto approvando e sorridendo a tali atti criminosi non dobbiamo sbalordirci a fronte di uno scenario molto più ampio che non tocca solo l'universo football ma che abbraccia sia la politica che la società.
La storia darà ragione all'Italia multietnica in barba a questi dementi,anzi siamo già nel pieno di una situiazione di globalizzazione umana in Italia,e già in alcuni casi alla seconda generazione piena,un processo naturale e inarrestabile e se queste teste di cazzo vogliono un paese solo di italiani avranno un target irraggiungibile,utopico.
Quindi suggerirei a tali coglioni da fare una fine a mò di setta,rinchiudersi in una fogna o porcilaia ed ammazzarsi tra di loro e stop e buonanotte perché la loro fine,il loro destino,è già segnato.
Articoli tratti dal"Corriere della Sera"ed il sito"Indymedia Lombardia".
Nazionale, cori razzisti contro Balotelli.
Romeni e ultrà italiani denigrano SuperMario. Uno striscione: «No alla nazionale multietnica».
MILANO - Altro che amichevole. «Buu» razzisti sono stati rivolti all'indirizzo di Mario Balotelli nel corso di Italia-Romania a Klagenfurt. I cori sono partiti dal settore dello stadio occupato dai supporter romeni e in precedenza erano stati diretti a tutti i giocatori dell'Italia. Di contro, dal settore occupato dai tifosi azzurri è partito un coro «Italia-Italia», al quale i romeni hanno risposto con altri «buu».
LA CONTESTAZIONE - Ai fischi per l'Italia e ai «buu» razzisti all'indirizzo di Balotelli da parte dei tifosi romeni hanno dato manforte, per alcuni tratti del primo tempo , anche il centinaio di ultrà arrivati dal Nord Italia e assiepati dietro la porta di Viviano. Prima dell'inizio della partita hanno acceso un fumogeno ed esposto uno striscione «Giustizia per Gabriele», in ricordo di Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un poliziotto in un'area di servizio sulla A1 mentre partecipava ad una trasferta. Poi a partita già avviata è arrivato una volta il coro «non ci sono negri italiani» e verso la fine «nell'Italia solo italiani». Cori anche contro la tessera del tifoso. Poi alla mezzora del secondo tempo gli ultras hanno esposto uno striscione con la scritta «No alla nazionale multietnica». I tifosi di estrema destra avevano già cantato cori contro Balotelli e gli oriundi quando ancora l'italo-ghanese e l'italo-argentino erano in campo.
Prima dell'inizio della partita, i funzionari del Viminale inviati da Roma avevano identificato una cinquantina di persone, alcune delle quali colpite in passato da Daspo.
ABETE - Sui cori razzisti è intervenuto successivamente anche il presidente della Figc, Giancarlo Abete. «È un qualcosa che va sempre condannato - ha dichiarato Abete, durante l'intervallo della partita ai microfoni della Rai -. Purtroppo ci sono ancora modalità di comportamento di determinate persone, in tutti gli stadi, che non sono accettabili».
LA REPLICA DI BALOTELLI - «Quella gente non la conosco, dico solo loro che dove vico io, a Brescia, l'Italia multietnica esiste già. E si può fare anche meglio...» ha replicato dopo la gara Balotelli. «Da Manchester mi piacerebbe vedere che si parla di questi problemi, più che delle mie ragazze» ha concluso il giocatore del City.

Ultras Italia - il tifo di estrema destra che segue la nazionale.


KLAGENFURT - Italia-Romania, un'amichevole un po' insipida, riesce comunque a salire agli onori delle cronache. Il merito è di alcuni emeriti rappresentanti del tifo azzurro. Si tratta degli Ultras Italia, gruppo nato a Trieste agli albori del decennio con l'obiettivo di radunare le tifoserie di estrema destra dello stivale. Non hanno siti internet, né sedi ufficiali; l'ultima traccia della loro esistenza risaliva a oltre due anni fa, agli incidenti provocati a Sofia durante un Bulgaria-Italia di qualificazione ai Mondiali. A Klagenfurt sono un centinaio; forse sono gli stessi che fecero casino a Sofia due anni fa. All'epoca Abete e Maroni giurarono che avrebbero fatto di tutto per impedire ai nuovi balilla di seguire la Nazionale fuori casa; invece gli Ultras Italia, chissà com'è, la nazionale continuano a seguirla. Se ne vanno in giro per gli stadi d'Europa, questi grandissimi baluardi, intonando canzoncine del ventennio, sfoderando un saluto romano durante l'inno di Mameli e inneggiando al Duce. Ci sono anche stasera: il repertorio prevede i soliti, noiosi buuuh razzisti per Balotelli, nativo di Palermo ma non abbastanza italiano. E poi un coro, "Nell'Italia solo italiani", evidente riferimento alla presenza in azzurro di Cristian Ledesma, in Italia da nove anni, sposato con un italiana. Però c'è poco da fare: se sei italiano lo decidono loro.
Seicento in tutto, la maggior parte dal NordEst ma anche dal Sud, con tanti precedenti penali ma pochi ‘Daspo’ perché la loro violenza non viene dal calcio. E soprattutto, tifosi solo da esportazione.È il profilo degli Ultrà Italia, il gruppo di ‘supporter’ particolari che dal 2004 seguono la nazionale di calcio all’estero. Più per portare in giro il loro messaggio di ‘purezza’ italiana che per sostenere la squadra.
Il gruppo che ieri ha cantato ‘Non esistono neri italiani’ o ‘Nell’Italia solo italiani’ e ha poi detto ‘no alla nazionale multietnica’ era composta da una cinquantina di persone. Non vanno mai negli stadi italiani, preferiscono le ribalte estere, dove tra l’altro i biglietti si acquistano più facilmente – per Italia-Romania non erano nominali – e la legislazione locale si intreccia più difficilmente con i divieti italiani.
Tutti sono stati identificati: c’erano alcuni ex diffidati, colpiti cioè dal divieto di ingresso negli stadi, e molti con precedenti per rissa o resistenza a pubblico ufficiale. La polizia austriaca non ha potuto far nulla, se non per il ventenne di Udine che aveva colpito con un pugno al volto un austriaco: violenza personale l’incriminazione prima di rilasciare il giovane.
L’area politica è quella dell’estrema destra, quella geografica il NordEst: Padova, Venezia, Mestre, Udine. Ma anche Busto Arsizio, Roma, Latina, Casarano, qualche sigla anche dalla Campania: tutti là in fila, quei nomi, sugli striscioni tricolori con sopra la scritta delle città in caratteri tipici delle organizzazioni della destra. Ma i rapporti delle Digos di tutta Italia dicono che non c’è un’identificazione diretta con gruppi politici, né una leadership definita.
Gli Ultrà Italia nascono in occasione dell’Europeo 2004 in Portogallo. Tante trasferte, qualche saluto romano, e a ottobre 2008 incidenti e polemiche a Sofia, per quel ‘Duce-Duce’ scandito durante Bulgaria-Italia. Dieci-venti ragazzi dai venti ai trent’anni per ogni città, e lo squadrone è fatto. I rapporti in mano al Viminale dicono che in passato hanno tentato di fare proselitismo tra le tifoserie organizzate dei club, senza troppo successo.
Così mercoledì 17 novembre hanno ripreso la macchina da soli, hanno attraversato il confine a Tarvisio, e a Klagenfurt hanno intonato l’inno di Mameli, cantato contro Balotelli, fatto saluti romani. E mostrato quella scritta ‘no alla nazionale multietnica’ composta girando una serie di foto di Gabriele Sandri dietro alle quali c’erano lettere sparse. ”Perché dobbiamo toglierlo, non è razzismo ma solo un’opinione”, hanno detto ai poliziotti italiani che in borghese li controllavano in curva a Klagenfurt, e che con l’aiuto dei colleghi austriaci sono subito intervenuti. Ma gli Ultrà Italia bastavano quei due minuti di visibilità. Lontano da casa.

venerdì 19 novembre 2010

QUESTA NON LA SAPEVO!

    Questa mi mancava e con grande gioia ho letto dell'aggressione avvenuta ai danni di quel gran leccaculo di Daniele Capezzone,colui che passa da papà Pannella a pappone Berlusconi nel giro di pochi mesi(questo è uno sport che nei prossimi tempi sarà molto in voga nella politica italiana)e che quando lo si vede in televisione viene proprio di prenderlo a gran calci in faccia. Di personaggi così strafottenti,squallidi e servili ce ne sono pochissimi,o almeno che raggiungono uno stato di saper catalizzare l'odio da parte non solo degli avversari politici che naturalmente ed ipocritamente hanno subito difeso e coccolato,ma da parte di una gran quantità di persone. Capezzone avrebbe bisogno di simili lezioni ripetutamente e costantemente,poichè oltre ad essere uno dei tanti cagnolini del branco del premier spacciatore,è uno dei più infidi e provocatori della muta:è proprio vero,esatto quello che scrive"Senza Soste"dove si può parlare di uno dei rari casi in cui tutta la solidarietà possa andare all'aggressore.
    Capezzone, tutta la solidarietà umana all’aggressore.
    ATTO PRIMO, Capezzone, il libertario Berlusconi è come Vanna Marchi e Tremonti è come il suo Mago do Nascimento. (Daniele Capezzone da L'omonimo, CARTA CANTA, 31 marzo 2006).
    Dopo il cieco di Sorrento, la muta di Portici, e lo smemorato di Collegno, arriva lo sciancato di Arcore. Berlusconi è patetico. (Daniele Capezzone da Repubblica, 19 marzo 2006)
    ATTO SECONDO, Capezzone, il liberale "se l’opposizione fosse lucida e non posseduta dall’odio, dovrebbe riflettere: Silvio Berlusconi è in sintonia con il Paese, con le attese e le speranze degli italiani” (Daniele Capezzone, da Il Giornale 16 settembre 2009)
    ATTO TERZO, Capezzone, il giudizio popolare
    (ANSA) - ROMA, 26 OTT - Aggressione contro Daniele Capezzone. Il portavoce del Pdl e' stato colpito da uno sconosciuto che gli ha sferrato un pugno al viso e uno sul petto, poi e' fuggito. Il tutto e' accaduto a due passi dalla sede del partito, a via dell'Umilta'. Sono intervenuti gli agenti di polizia, Capezzone e' stato subito soccorso e trasportato in ambulanza all'Ospedale Santo Spirito. L'esponente del Popolo della liberta' si sta sottoponendo ora a tutti gli accertamenti clinici. L’episodio avvenuto nel pomeriggio del 26 ottobre nel centro di Roma rappresenta un caso classico in cui tutta la solidarietà umana va all’aggressore piuttosto che all’aggredito. Perché, al contrario di quanto sostiene Cicchitto per pura propaganda, Capezzone non è stato vittima di un atto di squadrismo ma di qualcuno che semplicemente quando l’ha incontrato non ci ha visto più. Il riflesso condizionato dell’epoca dell’emergenza ha portato i partiti del centrosinistra a esprimere l’immediata solidarietà nei confronti di Capezzone. “Un gesto odioso” ha commentato un collega di centrosinistra di Capezzone. Ma siamo sicuri che sia un gesto odioso? Cosa porta una persona che passeggia per il centro di Roma a cambiare programma, dare un paio di cazzotti a Capezzone e poi fuggire di corsa per strade che sono blindate e sorvegliate? Non è difficile immaginarlo. Qui tratta di una persona che Capezzone ce l’ha in casa. E più precisamente in cucina. Mentre cena, mentre prepara il pranzo per gli ospiti, la mattina a colazione. E quotidianamente Capezzone gli vomita in casa slogan feroci contro studenti, insegnanti, precari, disoccupati, extracomunitari visti come colpevoli semplicemente di reclamare diritti e di esistere. Fosse solo questo: non appena Capezzone va in onda non mancano alte lodi ai peggiori rapaci della repubblica. Verdini, Cosentino, Bertolaso, Dell’Utri: non c’è uno di questi signori che non trovi quotidianamente una parola di difesa e di conforto dal nostro Capezzone. E i sindacati, la gente che difende la scuola o i servizi pubblici? Semplicemente gente “accecata dall’odio”, “illiberale”, “golpista”, tutto reiterato quotidianamente con una voce monotona, di sapore orwelliano, che ha il tono della condanna morale senza appello e senza clemenza. Poi uno realizza che Capezzone va in onda quotidianamente grazie al canone Rai ed è una persona che, non molto tempo fa, vomitava serialmente slogan..contro Berlusconi. Una conversione sicuramente dettata dalla capacità di riconoscere la superiorità morale del leader del centrodestra mica dagli assegni del signore di Arcore, ci mancherebbe. Beh, insomma poi uno Capezzone se lo trova davanti davvero. Statisticamente è normale che non tutti reagiscano allo stesso modo. Magari toccando ferro e tirando dritto. Chi parla di squadrismo in questo gesto, e sono gli stessi che hanno paragonato il lancio di uova al terrorismo, dovrebbe rendersi conto che su milioni di persone quotidianamente sotto tiro degli insulti della propaganda berlusconiana ci sta anche che qualcuno perda il fair play. A questo qualcuno non può che andare una convinta solidarietà umana. La quotidiana iniezione di una robusta dose di Gasparri, Cicchitto, Bondi, Capezzone, La Russa, Brunetta (per non parlare dell’artefice principale della loro, si fa per dire, esistenza) può sortire effetti traumatici. A volte un pugno altro non è che un tentativo di riequilibrio di un trauma. Ci pensino gli stregoni della propaganda del Tg1 e del Tg5 prima di sottoporre questo paese a dosi smisurate di stupidaggini. per Senza Soste, Bill Shankly