lunedì 31 maggio 2010

MASSACRO ISRAELIANO DI PACIFISTI

Per chi bazzica in internet alla ricerca di notizie mondate dal controllo del regime e da interventi censori di direttori di testate giornalistiche sia televisive che della carta stampata ha avuto sotto gli occhi in questi ultimi giorni la grande immagine di un cargo ancorato come home page del sito di controinformazione Indymedia.
Quella nave,assieme ad altre,era in attesa di partire destinazione il porto israeliano di Ashdod e sono rimaste bloccate a Cipro dalle autorità del vero Stato canaglia Israele:le navi piene di aiuti umanitari per la popolazione detenuta a Gaza hanno deciso di partire ed in acque internazionali sono state attaccate dalle truppe dell'esercito infarcite da agenti del Mossad.
Per ora confermata l'uccisione di ben diciannove pacifisti presenti sulle imbarcazioni che sono stati sorpresi dai militari israeliani e che ben poco hanno potuto fare per potersi difendere, mentre le immagini dell'assalto(sulla nave battente bandiera turca Mavi Marmara da cui proviene il video postato alla fine grazie a"You Tube"e pure su altre erano presenti pure numerosi giornalisti e fotoreporter di agenzia e freelance)stanno facendo il giro su tutti i network mondiali.
Da segnalare l'assoluto mutismo italiano a fronte di questo sconvolgente attacco terrosistico legalizzato ed avallato da tutto il mondo mentre l'Unione Europea per ora chiede solo che venga fatta luce sulla vicenda e l'esercito israeliano ha avuto il coraggio di affermare che i pacifisti hanno attaccato con coltelli e di aver strappato la divisa ad un soldato e ciò quindi ha giustificato il massacro.
Il primo contributo è quello del sito"Peacereporter"tratto da"Senza Soste"mentre il secondo è la diretta imbastita da"La Repubblica on line"che viene costantemente aggiornata.

Israele attacca la Freedom Flotilla: almeno dieci morti e vari feriti tra i partecipanti.

Israele ha attaccato la Freedom Flottilla. Ci sono morti e feriti, ma le cifre sono ancora poco chiare
L'attacco è avvenuto in acque internazionali (Il video), contro la nave turca Mavi Marmara. Secondo una televisione privataisraeliana i morti sono quindici , trenta i feriti, di cui uno grave. Ma il numero delle vittime è ancora poco chiaro. Il governo e l'esercito di Tel Aviv non commentano. Media turchi hanno diffuso un sonoro in cui si sentono i colpi di pistola e immagini in cui si vedono almeno una trentina di feriti a bordo di una delle navi della flottiglia.
Le navi vengono dirottate verso il porto di Haifa.
La flottiglia era composta da numerose navi che intendevano portare 10.000 tonnellate di aiuti umanitari a Gaza, dove sarebbero dovute arrivare in giornata. Nella notte, l'attacco.
La radio israeliana ha riferito che ad Ankara il governo turco è stato convocato in seduta di emergenza e che l'ambasciatore di Israele è stato convocato al ministero degli esteri per una protesta.
Secondo l'emittente Ntv il ministro degli esteridi Ankara avrebbe trasferito all'ambasciatore israeliano la vibrante protesta del governo urco e avrebbe definito come 'inaccettabile' l'attacco di questa mattina.
Alcune navi della flottiglia battono bandiera turca e una ONG turca sarebbe uno dei principali organizzatori dell'intera operazione di invio di una flottiglia di aiuti a Gaza sotto assedio. Israele, che nega che a Gaza sia in atto una crisi umanitaria, aveva ripetutamente avvertito che avrebbe impedito alla flottiglia di arrivare a Gaza ma si era offerto di far pervenire a destinazione gli aiuti, dopo ispezione, tramite un valico terrestre. Le agenzie internazionali battono una prima reazone di un ministro israeliano. "Le immagini non sono certo piacevoli. Posso solo esprimere rammarico per tutte le vittime", ha detto il ministro israeliano per il Commercio e l'Industria, Binyamin Ben-Eliezer, alla radio dell'esercito.
Angelo Miotto
tratto da http://it.peacereporter.net/
Diretta - Esteri.

Israele assalta navi pacifiste"Almeno 19 morti", protesteL'azione della marina israeliana nella notte contro il convoglio Freedom Flotilla che si stava dirigendo verso la Striscia per forzare il blocco e portare aiuti umanitari. I militari hanno sparato, le vittime sono almeno 19 secondo i volontari a bordo ma il bilancio potrebbe salire. I militari: "Dalla nave hanno sparato sui commando che stavano salendo a bordo". La denuncia delle ong: "Assalto illegale in acque internazionali". Protesta ufficiale di Ankara, che convoca l'ambasciatore. Attaccata l'ambasciata di Israele a Istanbul, Hamas chiama all'Intifada "contro le ambasciate".
10:13 Ankara chiede ad Israele la consegna dei turchi feriti
Il governo di Ankara ha chiesto all'ambasciatore israeliano in Turchia, Gaby Levi, che Israele consegni al più presto i cittadini turchi rimasti feriti stamani nel corso dell'arrembaggio della Marina dello Stato ebraico alla flottiglia di navi che portavano a Gaza aiuti umanitari. Lo ha riferito l'emittente privata Ntv citando fonti del ministero degli Esteri turco
10:10 Berlino è "molto preoccupata"
Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, si è dichiarato "molto preoccupato per quanto accaduto"
10:01 I giordani contro Israele: "Chiudete l'ambasciata"
E' iniziata Ad Amman una manifestazione di protesta contro l'attacco subito dalla flotta di pacifisti diretti verso Gaza da parte della marina israeliana. Secondo quanto riferisce l'inviato della tv araba 'al-Jazeera', alcune centinaia di persone si sono ritrovate stamane davanti alla sede dei sindacati di Amman per esprimere la loro solidarietà ai volontari uccisi e feriti nell'attacco. Tra i volontari della flotta partita la scorsa settimana dalle coste greche e turche ci sono anche 15 pacifisti giordani. I manifestanti chiedono l'immediata chiusura dell'ambasciata israeliana ad Amman
09:58 Israele avverte i suoi cittadini: "Lasciate la Turchia"
Le autorità israeliane hanno chiesto ai propri cittadini presenti in Turchia di lasciare immediatamente il paese e di rientrare in patria. Lo ha annunciato la tv satellitare 'al-Arabiya'. Le autorità dello stato ebraico temono ritorsioni nei confronti dei propri cittadini presenti in Turchia per l'attacco eseguito dalla propria marina alla flotta di navi con a bordo numerosi pacifisti, tra cui diversi cittadini turchi, che si dirigevano verso la striscia di Gaza
09:57 Istanbul, proteste davanti al consolato d'Israele
Non si placa in Turchia la rabbia. Dopo l'attacco da parte della marina israeliana ai danni della nave turca che trasportava materiale umanitario sulla striscia di Gaza, a Istanbul, nel corso di un presidio davanti al consolato israeliano, nel quartiere di Levent, parte europea della città, la polizia sta faticando a contenere la rabbia della folla e ci sono stati numerosi momenti di colluttazione fra manifestanti e forze dell'ordine
09:56 Madrid chiede spiegazioni
Madrid, presidente di turno dell'Unione europea, convoca l'ambasciatore israeliano. "Vogliamo spiegazioni"
09:43 Il Kuwait convoca un Consiglio
Il Consiglio dei ministri del Kuwait convocherà una riunione straordinaria per discutere l'azione israeliana e valutare il da farsi
09:41 Atene convoca l'ambasciatore d'Israele
Il governo d'Atene ha convocato l'ambasciatore d'Israele per ottenere spiegazioni
09:36 La Lega araba si riunirà per "adottare una linea comune"
La Liga araba terrà domani una riunione straordinaria per decidere sul da farsi dopo il raid israeliano contro la flotta internazionale in navigazione verso Gaza. Il segretario generale dell'organizzazione panaraba, Amr Moussa, ha spiegato che "una riunione si terrà al Cairo per adottare una posizione araba collettiva"
09:34 L'esercito: "Ci sono 19 vittime"
Sale a 19 il numero delle vittime. Lo ha annunciatio una fonte ufficiale dell'esercito dello stato ebraico. Tra loro ci sarebbero almeno nove cittadini turchi e diversi arabi, anche se non è stata fornita la nazionalità di tutte le vittime. Al momento sono stati inoltre ricoverati 16 feriti, tra cui 10 soldati israeliani colpiti con coltelli durante l'assalto alle navi dai volontari
09:22 Gli italiani sulla Freedom Flotilla
Sono almeno cinque gli italiani a bordo della flotta di navi dirette verso la striscia di Gaza partite la scorsa settimana dalla Turchia e dalla Grecia. Al momento non si hanno loro notizie perchè il telefono satellitare che avevano a bordo è spento. La Farnesina ha comunque comunicato che per il momento non risultano vittime tra i connazionali. A guidare la pattuglia di volontari italiani è la giornalista torinese Angela Lano, del sito internet 'Infopal.it', accompagnata dal cantante Joe Fallisi, da Manolo Luppichini, regista e reporter, dal freelance Manuele Zani e da Angelo Stefanini, un medico italiano che vive da anni a Gerusalemme. Con loro ci sono anche due palestinesi residenti in italia, dell'associazione umanitaria 'Abspp', Tamim Abdel Jaber e Munim Qaraqe. Non sono invece a bordo l'ex senatore comunista Fernando Rossi e Monia Benini, del movimento politico 'Per il Bene Comune', bloccati venerdì scorso dalle autorità greco-cipriote che hanno impedito loro di imbarcarsi su una nave della flotta diretta verso Gaza.
09:22 Ue: "Inchiesta su attacco"
L'Unione Europea ha sollecitato un'inchiesta accurata sul sanguinoso attacco alla flotta umanitaria che era diretta verso Gaza e ha esortato Israele a consentire il libero fluire degli aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza.
09:20 L'Autorità palestinese: "Si riunisca l'Onu"
L'Autorità nazionale palestinese ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
09:20 Al Jazeera: 10 militari feriti
Secondo la tv satellitare al Jazeera i soldati israeliani feriti nell'attacco contro le navi dirette a Gaza sono 10 e sono stati ricoverati in ospedale. Il portavoce militare israeliano ha fissato a quattro il bilancio dei militari feriti, di cui uno in gravi condizioni.
08:56 Abu Mazen: "Un massacro"
Il presidente palestines Abu Mazen ha condannato il raid israeliano definendolo "un massacro" e ha decretato tre giorni di lutto nei Territori palestinesi
08:56 Riunione d'emergenza del governo turco
Una riunione d'urgenza di ministri e alti ufficiali delle forze armate turche si è svolta stamani nell'edificio del primo ministro ad Ankara, subito dopo l'attacco della marina israeliana contro la flottiglia di attivisti filo-palestinesi che portavano aiuti umanitari a Gaza. Lo riferisce l'agenzia Anadolu. Alla riunione, tuttora in corso, partecipano tra gli altri il vice premier Bulent Arinc, il ministro degli Interni Besir Atalay, il sottosegretario Efkan Ala, il comandante dello Stato Maggiore operativo generale Mehmet Eroz, il vice comandante della Marina ammiraglio Nusret Guner. Il primo ministro Tayyip Erdogan è assente in quanto impegnato in un viaggio ufficiale in vari paesi dell'America Latina.
08:54 Netanyahu in Canada in contatto con governo e forze armate
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, in visita ufficiale in Canada, è in costante contatto con ministri e forze armate per seguire gli sviluppi della situazione. Il ministro della difesa Ehud Barak, secondo media locali, si è sentito per telefono con i ministri degli Esteri e della Difesa turchi, oltre a tenere in Israele urgenti consultazioni col capo di stato maggiore e con i capi dei servizi segreti
08:46 La Difesa israeliana: "Pacifisti hanno opposto resistenza, soldati feriti"
"Durante l'operazione i soldati israeliani hanno fronteggiato dure violenze fisiche - si legge in un comunicato della Difesa israeliana - Alcuni passeggeri hanno utilizzato coltelli e hanno tentato di strappare l'arma a uno dei soldati. Di fronte alla necessità di difendere la propria vita, i soldati hanno impiegato dei mezzi anti-sommossa e hanno aperto il fuoco. Questi scontri hanno provocato diversi morti e feriti tra i passeggeri. Almeno quattro soldati sono stati feriti, di cui uno da un colpo d'arma da fuoco, e sono stati trasferiti in ospedali israeliani"
08:41 Esercito: "Oltre 10 vittime"
Sono "più di 10", secondo l'esercito israeliano, le persone rimaste uccise nell'assalto al convoglio umanitario in rotta verso Gaza.
08:41 Farnesina: accertamenti su italiani a bordo
La Farnesina sta verificando se, nell'assalto israeliano alla flotta umanitaria in rotta verso Gaza, siano stati coinvolti anche gli italiani che erano sul convoglio di navi. Lo si apprende da fonti diplomatiche che hanno sottolineato che l'ambasciata e il consolato italiani sono in stretto contatto con le autorità israeliane.
08:20 La Difesa israeliana conferma: "Morti e feriti"
L'esercito israeliano ha confermato in un comunicato che ci sono morti e feriti tra i passeggeri a bordo della nave assaltata dai commando della marina militare israeliana
08:17 La Difesa israeliana: "Ci hanno sparato"
Fonti della Difesa israeliana hanno dichiarato che dalla nave sono partiti spari contro i commando che stavano salendo a bordo
07:51 Hamas: "Intifiada contro ambasciate israeliane"
Il movimento islamico Hamas esorta arabi e musulmani di tutto il mondo a sollevarsi in un'intifada dinanzi alle ambasciate israeliane del globo, dopo il sanguinoso attacco israeliano alla flotta umanitaria in rotta verso Gaza.
07:49 Al Jazeera: "Probabile attacco in acque internazionali"
Secondo l'emittente del Qatar Al Jazeera, è probabile che sia confermata la denuncia degli attivisti a bordo della Freedom flotilla, secondo cui l'assalto sarebbe avvenuto in acque internazionali. Il corrispondente da Gerusalemme ha ricordato che mai, nelle passate missioni pacifiste condotte con navi, era stato possibile per i pacifisti entrare nelle acque territoriali di Gaza - controllate dalla marina israeliana, che li aveva sempre bloccati prima.
07:48 Israele, tensione con gli arabi
La polizia israeliana ha elevato lo stato di allerta nelle zona del Wadi Ara (60 chilometri a nord di Tel Aviv), dopo che nella città di Um el-Fahem si è sparsa la voce - finora non confermata - che nell'attacco della marina israeliana alla flotta di attivisti filo-palestinesi diretti a Gaza sia stato ferito dai militari lo sceicco Raed Sallah, leader del Movimento islamico nel Nord di Israele, che vive a Um el-Fahem. La radio militare aggiunge che i vertici della polizia israeliana hanno condotto stamane una seduta di emergenza e che continuano a seguire da vicino l'evolversi della situazione nella popolazione araba
07:47 Ministro degli Esteri turco: "Inaccettabile"
Il ministero degli Esteri turco ha espresso la propria vibrata protesta all'ambasciatore israeliano in Turchia per il grave attacco - definito "inaccettabile" e ha messo in guardia da "conseguenze irreparabili"
07:47 Ministro israeliano: "Rammarico"
Un ministro israeliano ha espresso il proprio "rammarico per tutte le vittime" dell'assalto della marina alla flotta di attivisti pro-palestinesi diretti a Gaza.
07:44 Il comunicato degli attivisti
"Nel cuore della notte, commandos israeliani hanno abbordato la nave passeggeri turca "Mavi Marmara" sparandole contro (...) Israele ha dichiarato che sta entrando in possesso delle imbarcazioni. Lo streaming video mostra i soldati israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio spot diceva: 'aiutateci, siamo stati abbordati dagli israelian', continua la nota. "La coalizione formata dal Free Gaza Movement (fg), European Campaign to end the siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim vakfi (ihh), Perdana global peace organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International committee to lift the siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a Gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino. L'attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale", aggiunge il comunicato.
07:42 La protesta turca
La Turchia ha convocato l'ambasciatore israeliano ad Ankara dopo l'assalto militare DI Tsahal a una nave turca, che partecipava al convoglio umanitario filo-palestinese in rotta verso Gaza. Lo ha reso noto un diplomatico turco. "L'ambasciatore Gabby Levy è stato convocato al ministero degli Esteri. Faremo presente la nostra reazione nei termini più perentori", ha detto il diplomatico, che ha voluto rimanere anonimo. Intanto il vice-premier Bulent Airnc ha convocato una riunione di emergenza ad Ankara a cui partecipano tra l'altro il ministro dell'Interno, il comandante della Marina e il capo delle operazioni dell'esercito
07:41 Al Jazeera: "I morti sono almeno 15"
Secondo la tv del Qatar Al Jazeera, le vittime dell'attacco sono salite almeno a 15
07:35 Israele: censura su morti e feriti
La censura dell'esercitoisraeliano ha bloccato la pubblicazione di qualsiasi notizia di vittime, feriti o ricoverati in ospedali israeliani, dopo l'assalto alla flotta umanitaria in rotta verso Gaza.
07:34 Hamas: "Terrorismo di Stato"
Hamas ha denunciato stamane a Gaza l'arrembaggio della flottiglia di aiuti umanitari e di attivisti filopalestinesi da parte della marina israeliana, affermando che si tratta di "terrorismo organizzato di Stato".
07:33 "I morti sono almeno 10"
Almeno dieci passeggeri della flotta internazionale di attivisti pro-palestinesi che si dirigeva verso Gaza sono rimasti uccisi durante l'assalto di un commando israeliano. Lo ha annunciato la catena televisiva privata israeliana "10". La Cnn turca, invece, parla di due morti e di 30 feriti
07:32 Le prime testimonianze
Le forze di sicurezza israeliane hanno intercettato almeno una delle sei imbarcazioni della flotta internazionale di attivisti pro palestinesi che si dirigevano verso Gaza. Lo ha annunciato la tv di Hamas, mostrando immagini dei feriti, mentre la radio israeliana ha riportato la testimonianza di un giornalista arabo a bordo di una delle imbarcazioni che per primo ha parlato di vittime a bordo
07:31 Attacco nella notte
La marina militare ha assaltato nella notte una nave del convoglio Freedom Flotilla, organizzato dalle ong internazionali e diretto verso Gaza.

domenica 30 maggio 2010

UNO STRONZO SPECIALE

Sfogliando alcuni articoli di qualche tempo fà che avevo messo da parte mi è capitato questo che se non fosse per l'estrema gravità e per l'abuso di potere di un'alta carica delle forze armate italiane farebbe ridere,ovvero il caso"spigole a Predazzo"che vide coinvolto l'allora comandante generale della guardia di finanza ora deputato del Pdl sotto l'ala di AN Roberto Speciale.
Ovviamente questo è solo un caso da film comico come quelli militareschi con Gianfranco D'Angelo e Alvaro Vitali degli innumerevoli privilegi personali che questo merdoso si è ritagliato a spese del contribuente,ma l'invio di dieci casse di pesce con un bimotore dall'aeroporto romano di Pratica a Mare a Verona dà proprio il senso dello sperpero e del senso traviato che politici e forze del disordine hanno dello Stato,un abbuffarsi a più non posso delle risorse comuni di un paese.
L'articolo di Roma.Indymedia racconta sia la cronaca che la condanna in appello a 18 mesi di reclusione che naturalmente non sconterà questo aborto della società italiana.

Ex generale Speciale (ora parlamentare del PDL) condannato in appello a 18 mesi per peculato.

L’ex comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale, parlamentare del Pdl, è stato condannato in secondo grado a 18 mesi di reclusione (pena sospesa) per peculato in relazione al famoso carico di spigole ed altro pesce fatto portare il 26 agosto 2005 a Predazzo (Trento), dove il generale era in vacanza.
In primo grado Speciale era stato assolto dal tribunale militare di Roma “perché il fatto non sussiste”. Contro la sentenza di assoluzione aveva fatto ricorso la procura.
Speciale, secondo l’accusa, avrebbe impiegato per fini diversi da quelli istituzionali uomini e mezzi delle Fiamme gialle. L’episodio incriminato, documentato anche in un video, risale all’agosto del 2005. Secondo quanto ricostruito durante l’inchiesta coordinata dal procuratore militare di Roma Antonino Intelisano, l’allora comandante generale delle Fiamme gialle si trovava vacanza a Predazzo (Trento), presso la Scuola alpina della Gdf, con moglie, consuoceri, un altro generale e consorte. Il soggiornò durò dal 20 al 27 agosto.
Ad un certo punto, come venne ricordato da un testimone nel processo di primo grado, Speciale osservò che i finanzieri, lassù in montagna, di pesce non ne mangiavano mai. E così sarebbe nata l’idea di far arrivare un carico di spigole per una grande cena con il personale della Scuola. Proprio quel carico ittico è costato al generale l’accusa di peculato.
Un altro dei testi ascoltati, il pilota dell’aereo che portò il pesce da Pratica di Mare (Roma) a Verona (l’Atr 42 non atterrò a Bolzano, come previsto, a causa delle condizioni meteo), riferì che quella mattina del 26 agosto lui sapeva di dover trasportare a Bolzano due autorità. Accanto all’aereo trovò invece un furgone con circa 10 casse di pesce. A quel punto punto si rifiutò di partire, ma intervenne un ufficiale che ordinò di fare il trasporto. L’aereo, come detto, atterrò a Verona e qui fu preso in consegna da un’auto dei baschi verdi che lo portò a destinazione.

sabato 29 maggio 2010

MARONI E MANGANELLI SBROCCANO ALLE DICHIARAZIONI DI DE ROSSI

Che Daniele De Rossi voti a destra o sinistra,che preferisca il cacio sui maccheroni o meno,o
che preferisca il mare alla montagna per oggi è superfluo perchè quel che ha detto al raduno della nazionale al Sestriere è la sacrosanta verita,e detta da un calciatore famoso in Italia conta più che averlo sentito da migliaia di persone o da qualche politico di sinistra(cosa che comunque non è avvenuta),ovvero che la tessera del tifoso è una gran cagata e che dovrebbero invece essere introdotte le tessere dei poliziotti che agiscono sempre nell'anonimato non essendo identificabili durante le loro battute di caccia.
Ormai le parole sono state pronunciate e le scuse cui è stato obbligato dalla federcalcio trovano il tempo che trovano,con Maroni e Manganelli,ministro degli interni e capo della sbirraglia,che sono rimasti scandalizzati dalle affermazioni del centrocampista della Roma e lo hanno urlato ai quattroventi.
Maroni ha inoltre proceduto con un atto intimidatorio da bravo mafioso col richiamo dei suoi due osservatori sulla sicurezza dalla sede del ritiro azzurro:la tessera del tifoso è solo un metodo di schedatura che sarà il modello precursore della tessera del manifestante(con già la digos che ha fascicoli enormi senza il nostro consenso ovviamente),la tessera del podista e quella del blogger,quella del dentista e dell'ascoltatore di musica.
L'articolo di Fulvio Bianchi dalle pagine de"La Repubblica on line"propone il pezzo dove si parla della vicenda sulla quale il capo dei conigli in divisa ha già trasmesso le dichiarazioni di De Rossi alla magistratura,con l'integrale intervista dove un calciatore ha finalmente affermato che con le schedature i problemi non si eliminano e il calcio muore.
De Rossi contro la poliziaManganelli: "Sono indignato"

Daniele De RossiDurissimo. "Sono contrario alla tessera del tifoso, perché non mi piacciono le schedature. E poi, in alcuni casi, viste le ultime vicende, servirebbe anche la tessera del poliziotto": Daniele De Rossi, centrocampista della Roma e della nazionale, attacca la polizia e ribadisce, dal ritiro azzurro, il suo no alla "card" che diventerà (quasi) obbligatoria il prossimo anno, almeno per chi vorrà andare in trasferta. Poi in serata - dopo le risposte "indignate" di Maroni e Manganelli, e la telefonata di Abete - si è scusato. I club, come da noi scritto (vedi Spy Calcio del 22 maggio), hanno accettato l'ordinanza di Roberto Maroni, ma non sono per nulla convinti (tranne eccezioni: Milan e Inter sono stati i primi a mettersi in regola) e difatti si stanno attrezzando con estrema lentezza. "Non credo sia la soluzione del problema - ha aggiunto De Rossi -. Certo, se un ultrà va in giro con un coltello e colpisce un'altra persona non è uno normale, non sta bene: ma non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un ragazzetto che non c'entra nulla". De Rossi ricorda quello che è successo dopo la finale di Coppa Italia a Stefano Gugliotta. L'idolo dei tifosi della Roma si era espresso già dopo l'ultima di campionato. "Perché sono convinto - ha spiegato di nuovo - che un pomeriggio come quello di Verona, con 30.000 persone al seguito, non lo potremmo vivere più. Non trovo giusto schedare un tifoso prima che lanci un fumogeno o si azzuffi. Ovviamente chi lo fa va punito severamente. Gli incidenti dopo il derby? Chi gira con un coltello per colpire qualcun altro non è una persona normale. La tifoseria della Roma, negli ultimi tempi, è stata nel complesso serena. Se la tessera servisse a risolvere i problemi, d'accordo: ma se schediamo tutti i tifosi della Roma e 10.000 vanno a Napoli, io penso che le tensioni e il rischio di incidenti ci sono lo stesso".
Le parole del romanista non sono piaciute al ministro Roberto Maroni: "Non condivido quanto ha detto". Il titolare del Viminale sottolinea poi che De Rossi "non è uno qualunque, è un giocatore importante, che andrà a rappresentare l'Italia ai Mondiali, insomma uno che ha un certo seguito (nell'opinione pubblica, ndr)". Maroni poi ha spiegato:"Ne ho parlato con il capo della polizia. Se qualcuno parla della tessera del tifoso, a cui sono particolarmente affezionato, e parla della polizia, a cui sono altrettanto affezionato, cerco di capire. Ci stiamo sforzando di mandare messaggi positivi ai tifosi, è ovvio che ogni reazione contraria su questo tema io la guardo e cerco di capire perché, che conseguenze può avere e che cosa è utile fare". Il progetto comunque va avanti: "Confermo che la tessera del tifoso è in programma e avrà regolare attuazione, come previsto e come concordato con tutte le società, per l'inizio del prossimo campionato". In serata è intervenuto il capo della polizia, Antonio Manganelli: "Sono indignato per le parole di De Rossi, una volgare strumentalizzazione di un fatto al vaglio della magistratura". Lo stesso Manganelli aveva chiesto un'ispezione alla questura di Roma. De Rossi ha anche commentato le dichiarazioni del ct dell'Inghilterra, Fabio Capello, che mesi fa aveva parlato di calcio italiano 'ostaggio' degli ultrà. "Il calcio italiano - ha detto il centrocampista - è ostaggio di tante cose: è ostaggio delle tv, è ostaggio degli sponsor, può essere anche ostaggio degli ultrà, dipende dalle piazze e dalle città. Ma gli ultrà, i tifosi dico, sono la parte positiva, una parte importante del calcio". Anche il centrocampista della Samp (e anche lui azzurro), Angelo Palombo, si era espresso tempo fa contro l'iniziativa del Viminale (indossando una maglietta con scritto, "no alla tessera del tifoso") mentre il tecnico giallorosso Claudio Ranieri è poco convinto dell'iniziativa: "Credo che la tessera del tifoso vada rivista, non si possono svantaggiare i tifosi che vogliono veramente bene alla squadra". Lo stesso Francesco Totti, pur non esprimendosi in maniera così netta come l'amico-compagno De Rossi, è scettico sulla tessera del tifoso. Moltissimi sostenitori della Roma (circa 1500) si sono ritrovati a Trigoria oggi per protestare (con magliette e striscioni) Totti ha detto: "Voglio giocare sempre, il prossimo anno e quelli a seguire, davanti a questa splendida gente che oggi è qui e chi vuole capire capisca...". Silenzio da parte della società, anche se Rosella Sensi aveva promesso un chiarimento. Le parole di De Rossi non sono piaciute nemneno alla Federcalcio, che nel pomeriggio ha addirittura emesso una nota. "La Federazione Italiana Giuoco Calcio vuole confermare oggi, superando dichiarazioni che non condivide e che non possono mettere in discussione rapporti, ruoli e responsabilità, pieno apprezzamento per il lavoro che le forze dell'ordine svolgono costantemente per garantire serenità e sicurezza al mondo del calcio". Abete, che ha raggiunto oggi Ginevra dopo essere stato a trovare gli azzurri al Sestriere, ci è rimasto di stucco. Le parole di De Rossi, in questo momento, possono creare un attrito col Viminale. "Ribadiamo il nostro grazie più convinto - è detto ancora nel comunicato della Figc- a tutte le forze dell'ordine che con spirito di sacrificio, e spesso in condizioni difficili e delicate, prestano il loro servizio a tutela dell'interesse generale, dentro e fuori gli stadi. In particolare, la gratitudine del mondo del calcio è rivolta agli uomini della polizia di stato e al ministero dell'interno che a tutti i livelli segue costantemente l'attività di prevenzione e di contrasto a ogni forma di violenza, con interventi che hanno già portato a risultati concreti e significativi, ma anche con scelte strategiche come la tessera del tifoso, che contribuirà a promuovere sempre più un clima di civile convivenza negli stadi". In serata le scuse di De Rossi alle forze dell'ordine. "Ho grande rispetto per l'impegno di tanti poliziotti che ogni domenica lavorano per garantire la sicurezza nel calcio".

venerdì 28 maggio 2010

SENZA MEMORIA NON C'E' FUTURO

Voglio riproporre un articolo scritto all'indomani della morte di Eluana Englaro da parte dell'avvocato e magistrato torinese Massimo Ottolenghi,che da giovane militò nelle formazioni dell'organizzazione antifascista"Giustizia e libertà",che dall'alto della sua esperienza di personaggio che ha vissuto i tragici anni del fascismo apporta un peso particolare ai suoi commenti.
Analisi dal punto di vista di un uomo di legge che durante la sua carriera ne ha viste di tutte e che ha notato nelle ultime scelte in ambito legislativo del regime al potere oscure similitudini al ventennio fascista:da un punto di vista prettamente di avvocato e magistrato trova scandaloso i tagli alle forze dell'ordine scavalcate da ronde di esaltati integralisti cattolici,xenofobi e fanatici...anche se per me a parte il discorso delle ronde ciò che guadagnano gli sbirri con tutte le agevolazioni che la loro sporca divisa comporta la maggioranza degli operai e dei lavoratori(che lavorano veramente)è già fin troppo.
A parte questo è nella ragione affermando che si tende a trasformare i cittadini in delatori sicuri di essere ricompensati ma non spiegando che questo clima da spy story e di diffidenza e sputtanamento generalizzato è la storia del cane che si morde la coda,la solita guerra tra poveri che si combatte quando si è sotto una dittatura.
L'articolo è stato segnalato dal sito di Indymedia.Lombardia qualche giorno fà.

Un fascismo senza divisa.

Dopo la morte di Eluana Englaro e i provvedimenti del governo in materia di sicurezza
Testimonianza di Massimo Ottolenghi (Torino 1915), decano dell’Ordine degli avvocati di Torino
Situazione triste e allarmante quella in cui versa il nostro Paese: sono angoscianti le analogie con le vicende che io, testimone ultranovantenne, ho già vissuto sotto il fascismo, e che oggi non posso e non devo tacere.
La grave crisi finanziaria si presenta di nuovo come occasione per scardinare lo Stato di diritto. E offre la tentazione di svincolare il potere da qualsiasi ostacolo e controllo conclamando, nel caso di Eluana Englaro, il trionfo di un’invocata legge naturale o divina in spregio alle sentenze definitive dei supremi organi giudiziari.
La crisi si presta a individuare come nemici la Costituzione e i “diversi”, che appaiono come la fonte di tutti i guai, mentre il Parlamento è costituito da rappresentanti designati dalle segreterie di partiti anziché essere eletti dal popolo, così come era costituita la Camera delle Corporazioni durante il Fascismo.
Inoltre, con i nuovi provvedimenti avviati dal governo, la giustizia viene spogliata dal potere di avviare le indagini su notizie di reato; potere che viene invece conferito alla polizia giudiziaria, soggetta direttamente all’esecutivo. Nel contempo la polizia, depotenziata di mezzi, viene umiliata dal controllo di costituende ronde di volontari designati dai partiti: una nuova milizia costituita da squadre di tifosi e di facinorosi così come è accaduto sotto il Fascismo. E per controllare l’opinione pubblica e trasformare l’informazione in propaganda, non sarà più permesso divulgare prima del processo i contenuti delle intercettazioni sebbene messe a disposizione delle parti.
Si tende infine a trasformare i cittadini in delatori, a cominciare dai medici, che ora sono indotti a denunciare gli immigrati irregolari, in violazione dei loro principi deontologici. Mancano solo i capifabbricato e la taglia sui diversi. Non occorre neppure la marcia su Roma né il Concordato: bastano un nuovo uomo della Provvidenza e un Papa re.

giovedì 27 maggio 2010

I TENTACOLI DEL VATICANO

La Chiesa deve ritenersi sottisfatta e tronfia dei regalini che il regime berlusconiano ha donato dopo le scaramucce degli ultimi tempi dove il presidente pagliaccio con le sue burlesche e rocambolesche vicissitudini personali con ninfette adolescenti e prostitute,attacchi a Dino Boffo che l'hanno costretto a dimettersi dal quotidiano cattolico"L'Avvenire"ed il divorzio(non il primo)da sua moglie,e così facendo ha voluto riappacificarsi col Vaticano e vediamo come.
Innanzitutto permette che le frange integraliste cattoliche si completino con gli ex mangiapreti dei leghisti con cui sono diventati compagnoni di ronde e xenofobia,permette che la setta di comunione e liberazione abbia privilegi economici enormi ed irrispettosi verso la scuola pubblica facendo erigere loro"palazzi del sapere"un poco ovunque(a Crema una delle più grandi).
Altri doni:durante indagini che comportino intercettazioni e che riguardino religiosi della Chiesa lo Stato Vaticano deve esserne informato immediatamente,alla faccia dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e delle altre religioni,e a favorirne saranno soprattutto pedofili e preti-cassieri di banche finiti sotto inchiesta ultimamente assieme ad Anemone e compagnia brutta.
Per non parlare dello Ior(l'istituto per le opere religiose,insomma la banca del Vaticano)unico caso in Europa dove i conti di tale istituto bancario sono top secret alla faccia delle leggi sull'antiriciclaggio,azione che comunemente tale banca fa(proventi di estorsioni mafiose,traffici di droga,compravendita di esseri umani...).
Insomma un bel risarcimento sostanzioso quello descritto nell'articolo di Mazzetta postato da Toscana.Indymedia in attesa del solito impressionante gettito monetario dell'8 per mille.
Berlusconi compra il Vaticano.

È a tutti evidente che il fallimentare governo Berlusconi non potrebbe resistere senza l'appoggio esplicito e spesso sguaiato della chiesa romana, che alle ultime regionali è giunta fino all'esplicito appello elettorale a favore del PDL.

Dopo le scosse portate dalla relazione con Noemi e un branco di prostitute e la repressione di Boffo a quietare la fronda cattobuonista, i rapporti tra chiesa e governo sono tornati più che sereni e questo si è affrettato a sfruttare ogni occasione per retribuire la benvolenza vaticana. Retribuzione tangibile, misurabile in esenzioni fiscali e altri vantaggi materiali, fino alla donazione di preziosi terreni nelle zone terremotate. C'è da capire, se la Chiesa dovesse esercitare il suo magistero morale e giudicare secondo la morale cattolica questo governo, sarebbe una strage e volerebbero parole grosse. Se la fede del paese vacilla, se le vocazioni latitano, accumulare patrimoni e ricchezze rimane l'unica via praticabile per alimentare il potere di Santa Romana Chiesa e qui si ritrova la coincidenza d'amorosi sensi con il governo, al quale la Chiesa sta estorcendo di tutto, l'ostia dello spot con la pubblica comunione di Berlusconi, in contrasto con la dottrina cattolica corrente, ci è di sicuro costato una cifra. Una paradossale cointeressenza tra la chiesa in crisi e un massone che si è costruito un mausoleo evitando di metterci qualsiasi rappresentazione sacra al cattolicesimo. Una convergenza suicida quella del Vaticano, visto che il cattolicesimo nel nostro paese è stato abbattuto proprio dall'avvento della cultura berlusconiana, non certo dal '68. Ma gli anziani sacerdoti faticano a capirlo, incassano una vittoria di Pirro dietro l'altra e qualche manciata d'oro, tanto basta a mantenerli sazi e indifferenti alla rovina del numero dei credenti e delle vocazioni, non ha più energie il clero ottuagenario, si rotola tra lussi e intrighi mentre promuove la messa in latino e strizza l'occhio al fanatismo cattolico, sempre più influente e sempre meno bello.Ma c'è di peggio e un'immagine del peggio la possiamo ritrovare tra i provvedimenti allo studio per evitare che i magistrati possano intercettare e indagare i politici e che se ne possa discutere sui media. Una legge anacronistica e probbilmente incostituzionale. All'interno di questo orrore c'è: -"Il comma 24 dell’articolo 1 del ddl intercettazioni, approvato in commissione Giustizia del Senato, (che) stabilisce che “se un pubblico ministero intercetta o indaga un uomo di Chiesa deve darne immediato avviso al Vaticano”-.La ratio della orma è del tutto oscura, se vogliamo rimanere alle ragioni che hanno cittadinanza nel nostro diritto. Non c'è un motivo al mondo per il quale sia mai stato previsto, in alcun ordinamento, che prima di controllare uno straniero sul territorio si debba avvisare il suo governo, essendo appunto un'idea bislacca e priva di senso, anche senza arrivare ai predicatori jihadisti. Gli "uomini di chiesa" sono inoltre di regola cittadini italiani e quindi non si capisce nemmeno perché il governo italiano dovrebbe avvertire uno stato estero quando indaga dei sacerdoti italiani. Per non parlare della plateale infrazione del principio d'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, della implicita discriminazione verso gli altri culti e gli altri cittadini in generale.Ma se ci caliamo nella realtà di arroganza, privilegio e sopraffazione da tempo interpretata dal governo, troviamo in quel comma un classico favore indebito al Vaticano. Sul piano pratico significa che non si potranno più usare le intercettazioni per documentare il favoreggiamento dei preti pedofili da parte dell'istituzione, i traffici in contanti e in nero di personaggi come il Don Bancomat dell'ultima cricca salita all'onore delle cronache e molto altro. Inoltre, prima di indagare seriamente su un traffico che coinvolga istituti vaticani come lo IOR, una vera e propria sentina di scandali, bisognerebbe avvertirne i vertici. È appena il caso di ricordare che il Vaticano, pur associato all'area-euro, non ha firmato alcuna delle convenzioni antiriciclaggio e non ha mai risposto ad alcuna curiosità o rogatoria delle autorità italiane. La nuova protezione concessa agli "uomini di chiesa" renderebbe di fatto impossibile monitorare e indagare le attività della banca dell'unico stato-canaglia europeo che non si è piegato alle richieste della UE in materia di trasparenza bancaria. La concessione di un tale privilegio è però estremamente dannosa per l'immagine stessa della chiesa, che sulle accuse di favoreggiamento ai pedofili sembra aver perso la testa e proprio in settimana ha impostato la difesa di un vescovo-complice facendogli dichiarare che non ha denunciato il confratello, permettendogli altre violenze, perché non conosceva la procedura. Difficile pensare che il decreto salva-preti, che difficilmente passerà il sindacato di costituzionalità, possa portare grandi vantaggi in una situazione del genere.
Related Link: http://www.mazzetta.splinder.com/

STOP AI BENI PRODOTTI NEI TERRITORI OCCUPATI

Quando il passa parola di militanti,associati e consumatori favoriscono l'incontro tra i vertici di alcune importanti catene della grande distribuzione ed associazioni che combattono per l'autodeterminazione dei popoli ed in questo caso quello palestinese,si riesce ad unirsi e confrontarsi ed i risultati a volte si vedono e sono tangibili.
Infatti è successo che dirigenti di Coop e Conad si siano messi in contatto,dopo numerose segnalazioni di clienti e soci,con i rappresentanti della Coalizione italiana Stop Carmel-Agrexco che è un importante azienda israeliana che commercia prodotti d'esportazione come avocados,fiori recisi e succhi di frutta e che esporta questi beni prodotti nei territori occupati.
E già il ministro Frattini ha tacciato di razzismo questa iniziativa...
L'articolo di Toscana.Indymedia va nello specifico delle motivazioni di queste catene di supermercati specificando che boicottare i prodotti israeliani è una piccola ma significativa misura di protesta contro questo Stato che vìola i più elementari diritti umani dei palestinesi appoggiati in primis dagli Stati Uniti e da tutta la comunità europea,con in testa l'Italia.
L'altro contributo è invece tratto dal sito"Askapena"ripreso da EHL Lagunak che traccia un profilo più ampio sulla situazione israelopalestinese con particolare riferimento alla striscia di Gaza e alle iniziative di boicottaggio come arma di solidarietà avvenute nei Paesi Baschi.
Altre informazioni con l'elenco delle principali aziende israeliane si trovano a questo link:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/01/boicottare-israele.html.

Coop e Conad sospendono le importazioni di prodotti Agrexco!

Un importante risultato della campagna di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l'apartheid israeliano.

A seguito della campagna di pressione della coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco, due importanti catene italiane di supermercati, COOP e Nordiconad, hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti Agrexco, principale esportatore di prodotti agricoli da Israele e dalle colonie israeliane illegali nei Territori Palestinesi Occupati. Nordiconad è il gruppo cooperativo con funzione di centro di acquisto e distribuzione di CONAD che opera in nord Italia. Il direttore di Nordiconad, dott. Covili, ha dichiarato che dalla fine di aprile ogni prodotto riconducibile ad Agrexco non è più nei loro supermercati. COOP Italia nella persona del Dott. Zucchi, direttore qualità di COOP Italia, ha invece affermato che esiste un problema di tracciabilità commerciale, ovvero che il consumatore non è in grado di verificare se il prodotto in questione provenga o meno dai territori occupati. Pertanto COOP Italia ha deciso di "sospendere l'approvvigionamento di prodotti provenienti dai territori occupati".
La campagna di pressione sulle aziende della grande distribuzione ha preso il via a gennaio di quest anno dopo un incontro nazionale della coalizione Stop Agrexco a Savona, dove arrivano le navi container di Agrexco per la distribuzione in Italia. Viene coordinata a livello europeo con movimenti analoghi, inclusa la Coalition Contre Agrexco in Francia, che riunisce più di 90 associazioni nell'obbiettivo comune di opporsi all'insediamento della ditta israeliana al porto di Sete (Languedoc-Roussillon). In Italia, clienti e soci Coop e associazioni attive nella campagna hanno iniziato a inviare lettere di protesta alle riviste dei consumatori Coop per chiedere di ritirare dalla vendita le merci prodotte nelle colonie dei territori occupati. Questa iniziativa è stata estesa anche a CONAD. La campagna è culminata il 30 marzo, quando in occasione della giornata della Giornata della Terra Palestinese e del BDS Day, manifestazioni, sit in e azioni informative si sono coordinate nei supermercati di varie città italiane. Dopo queste azioni è iniziata una corrispondenza con le dirigenze di COOP e CONAD, a cui sono seguiti contatti diretti e incontri con rappresentanti della Coalizione italiana Stop Agrexco. Negli incontri i rappresentanti di Stop Agrexco hanno documentato ulteriormente in maniera puntuale la denuncia della commercializzazione illegale di prodotti provenienti dalle colonie e della situazione di violazione della legalità internazionale e dei diritti umani in Palestina che caratterizza la produzione di quelle merci.
Il risultato ottenuto grazie alle pressioni messe in campo da consumatori responsabili, soci e attivisti è senza dubbio positivo. Tuttavia gli attivisti e le attiviste di Stop Agrexco continueranno a vigilare se alle dichiarazioni seguiranno i fatti, e invitano tutti e tutte a partecipare a questa lotta per il rispetto del diritto internazionale, e la libertà e l'autodeterminazione del popolo palestinese.

Contatti:Stop Agrexco Italia333 11 03 510stopagrexcoitalia@gmail.com
Ulteriori informazioni sulla campagna contro l'Agrexco sono disponibili sul sito internet della coalizione: www.stopagrexcoitalia.org
Al Nakba in Euskal Herria, boicottaggio a Israele e solidarietà con la Palestina.

Al-Nakba
Sono passati 62 anni dalla creazione dello stato di Israele ed il popolo Palestinese continua a vivere "la catástrofe" del 15 maggio 1948 ogni giorno. In più la già ingiusta divisione della Palestina ad opera dell'ONU (al nuovo stato sionista costruito si concesse il 55% delle terre, essendo molto inferiore il numero degli immigrati ebrei), si è convertito sei decenni dopo nell'occupazione dell' 85% del territorio storico Palestinese. Mentre il popolo palestinese resiste tanto nella Gaza isolata e sottoposta ad un ferreo blocco, come in Cisgordania, circondata dal muro della vergogna que raggiunge già i 750 km, e infestata di colonie illegali e posti di controllo militari. Senza dimenticare il milione e mezzo di palestinesi che risiede in territorio israeliano totalmente esenti da diritti civili e politici, la diaspora palestinese che ammonta a 5 milloni di rifugiati o gli 11mila prigionieri e prigioniere politiche.
Mentre la comunità internazionale guarda dall'altra parte il genocidio continua, ed il popolo palestinese resiste, sopravvive.
Il boicottaggio come arma di solidarietà
Per farla finita con l'Apartheid che subì la popolazione nera in Sudafrica per anni, il boicottaggio internazionale fu un pezzo chiave. Per questo, più di 200 associazioni ed organizzazioni palestinesi hanno lanciato un appello al boicottaggio di Israele, con alcune richieste assumibili per qualunque persona con un minimo di senso di giustizia e solidarietà:
Il diritto al ritorno dei rifugiati e rifugiate;
La fine dell'occupazione tanto militare come politica e sociale di Gaza e Cisgiordania;
il riconoscimento dei diritti civili e politici ai cittadini palestinesi residenti in Israele.
Nei paesi del mondo questa campagna avanza rapidamente dal suo linizio quattro anni fa, e va dando i suoi primi frutti. In Euskal Herria sempre più organizzazioni di solidarietà, politiche, sociali o sindacali hanno aderito alla richiesta di boicottaggio e ci impegnamo a mettere in pratica il principio della solidarietà fra i popoli realizzando questa iniziativa internazionale nella nostra terra.

Azioni solidali in Euskal Herria
Askapena ha voluto approfittare del 62 aniversario della Nakba per approfondire la solidarietà con la Palestina ed il boicottaggio a Israele, in questo senso bisogna sottolineare le seguenti iniziative:
A Bilbao e Donostia si sono fatte iniziative di protesta e invito al boicottaggio in due impianti di H&M. Questa impresa ha intrapreso una campagna di investimenti ed espansione in Israele ed è già stata obiettivo dei solidali con la causa palestinese nei paesi nordici o a Parigi.
Si sono realizzati concentramenti di solidarietà con la Palestina invitando al boicottaggio di Israele in Lizarra, Algorta, Sopela, Urduliz e Irun e conferenze sulla situazione della Palestina e la campagna di boicottaggio di Israele in Altsasu, Billabona ed in molti paesi e città basche come Iruñea, Gasteiz, ... si sono collocate bandiere palestinesi. Così pure hanno fatto diversi comuni baschi che hanno appeso la bandiera palestinese nelle loro sedi municipali (Oiartzun, Alegia, Zestoa); in più bisogna segnalare che varie organizzazioni politiche e sindacali pure hanno esposto la bandiera palestinese nelle loro sedi.
In Bermeo si è realizzato un programa festivo culturale in cui la musica e la gastronomia palestinese sono state le protagoniste, oltre a distribuire informazione, cibo e musica a centinaia di persone e realizzare un murale per il boicottaggio di Israele "Israel? Ez eskerrik asko" ("Israele? Grazie mille no).
Per ultimo in due grandi festival musicali e di fronte a migliaia di persone solidali che portavano kufiyyas (fazzoletti palestinesi) si sono resi pubblici i comunicati di boicottaggio nel mezzo dei concerti. I gruppi di musica SuTaGar e Ken 7 hanno offerto canzoni per la Palestina.
Noi di Askapena continueremo a produrre la solidarietà internazionalista con il popolo palestinese finchè non verranno rispettati i diritti fondamentali che gli sono stati negati per lunghi decenni e non cessi tanto la pulizia etnica come l'Apartheid politico da parte della mano sionista israeliana.
Gora Palestina askatuta!
(Viva la Palestina liberata!)
Israeli boikota!
(Boicotta Israele!)
Gora herrion arteko elkartasuna!
(Viva la solidarietà verso i popoli!)
Askapena (organizzazione internazionalista basca)
http://askapena.org/?q=it/node/900

mercoledì 26 maggio 2010

PROPAGANDA FASCISTA PAGATA DALLO STATO

Questo blog si prodiga contro la censura e per la conoscenza reale e non soggettiva della storia passata ed attuale,abbozzando pure a scenari futuri,e con questo non sono contro l'idea di fondo del quotidiano"Libero"di omaggiare i suoi lettori dei dvd con i discorsi e la vita di Mussolini:la storia è la base sulla quale poggia il presente,e studiarla e comprenderla può e deve essere d'ausilio per evitare errori ed orrori proprio come il fascismo.
Il post odierno vuole altresì evidenziare che non a caso è questo rozzo giornale di regime razzista e che incita all'odio creando casi giornalistici inesistenti,come già provato dalle centinaia di migliaia di euro di multe e di risarcimenti oltre alla radiazione seppur temporanea dall'albo dei giornalisti di alcuni collaboratori(nonchè il direttore Feltri),che divulga la storia del duce attraverso le sue gesta e proclami sulla scia del successo dell'applicazione(subito stroncata)per l'i-phone.
E scavando bene questi dvd allegati sono pagati dalla collettività in quanto a differenza di altri regalini come il libro che incensa Berlusconi e quello sulle barzellette sui comunisti curati dall'agenzia pubblicitaria della fascista Santanchè,questi supporti mediatici sono"offerti"da"Cinecittà Luce",il cui unico azionista è il ministero dell'economia.
E' su questo fatto che girano e non poco i coglioni in quanto praticamente il governo fa propaganda al fascismo attraverso i soldi delle nostre tasse ed il prodotto non viene offerto come monito di un esempio da non seguire e memorizzare bene per non cadere nuovamente in tragiche mani,ma bensì come modello da imporre per le nuove leve lobotomizzate dai massmedia del regime.
L'articolo preso da Indymedia.Lombardia è tratto dal blog"nonleggerlo"il cui link è posto alla fine dell'intervento.

Libero regala i dvd di Mussolini. Ma chi li paga?

Libero regala i dvd di Mussolini. Ho visto la pubblicità sul sito, su carta, e l'ho ascoltata pure su Radio24. Non so, così, mi è venuta in mente una domanda, in maniera spontanea: ma chi li paga questi dvd?
Sul giornale diretto da Maurizio Belpietro è già capitato di vedere spazi pubblicitari dedicati al Duce, le Monete del Duce, i Francobolli del Duce, i Libri ripieni delle prove sconvolgenti che "assolveranno" il Duce. Ma stavolta è diverso.
Provo a telefonare a Libero. Mi rimpallano da un ufficio all'altro, ma sono tutti cortesi. Finalmente parlo con il Marketing. Mi dicono che questi dvd sono dei veri e propri documenti storici, non roba pesante, non roba "fascista o nazista", si va dall'ascesa del Duce al declino del Duce. Mi dicono che ad ispirarli è stata la scaricatissima applicazione per iPhone sul Duce (rimossa per altro dall'App Store dopo giorni di polemiche): mi spiegano che "visto il successo internazionale dell'applicazione" hanno preso la decisione di cavalcare l'altissimo interesse che i cittadini hanno nei confronti di Mussolini. E così, dopo "le migliori barzellette di sempre sui Comunisti" e dopo "Berlusconi tale e quale: vita, conquiste, battaglie e passioni di un uomo unico al mondo", ecco nelle edicole la nuova sfida editoriale di Libero.
Stavolta ad occuparsi della cosa non è stata l'agenzia pubblicitaria controllata al 50% da Daniela Santanchè, la "Visibilia", com'era accaduto in passato, stavolta parliamo di un vero e proprio regalo di Libero ai propri lettori, "una cosa interna", mi dicono. Per la realizzazione del prodotto si sono avvalsi degli archivi di "Cinecittà Luce", Spa nata dalla fusione di "Cinecittà Holding" e "Istituto Luce" e che ha come azionista unico il Ministero dell'Economia. E' quindi una società pubblica, nostra.
E proprio qui nascono i miei dubbi. Non sarà che in un modo o nell'altro, Cinecittà Luce abbia contribuito al finanziamento di questa operazione? Non sarà che alla fine dei conti, a pagare questo "regalo" di Maurizio Belpietro sia proprio il contribuente italiano? A Cinecittà Luce mi rispondono che no, hanno fatto tutto quelli di Libero, "noi abbiamo solo messo a disposizione il materiale".
Ma quando chiedo a quelli del Marketing di Libero chi c'abbia messo il grano, le risposte diventano evasive. Un "abbiamo pagato noi" avrebbe chiuso immediatamente la questione. Ma la prima volta che pongo la domanda, l'interlocutore mi dice "su questo non le posso rispondere". Strano. Ma passiamo ad altro - le cose di cui ho scritto sopra - e prima di chiudere la telefonata ci provo di nuovo: "Mi scusi se insisto, ma capirà la curiosità dovuta alla sua risposta ... non mi può proprio dire chi li paga questi Dvd?". E lui: "Beh, se insiste la dovrò salutare, ho già risposto una volta a questa domanda, gliel'ho già detto una volta che non posso rispondere, non posso dire nulla di questo". Lo avviso che riporterò questa sua risposta nel mio pezzo, mi dice "scriva quello che vuole" e mi chiede l'indirizzo del blog.
Sicuramente sarà tutto regolare, ci mancherebbe, ma ora la curiosità di conoscere i nomi dei misteriosi finanziatori (se ce ne sono), a fronte di quel "non posso rispondere", si è fatta più forte. Il dubbio principale era e rimane comunque il seguente: siccome il cittadino italiano già sostiene con parecchi milioni di euro l'anno le casse di Libero - è uno dei quotidiani che prende più finanziamenti pubblici (40 milioni in 7 anni, 8 milioni solo nel 2007, primato assoluto) - ecco, non vorrei che pagassimo pure i Dvd del Duce, che un po' comunque li paghiamo già.
http://nonleggerlo.blogspot.com

DENUNCE AD ANTIFASCISTI A CREMA

Come anticipato ieri indignazione per le denunce a cinque antifascisti cremaschi"colpevoli"di aver manifestato senza autorizzazione il giorno della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo in Piazza
Duomo a Crema,dove in contemporanea si teneva la messa trasmessa in diretta da Rai uno.
Per ulteriori informazioni sulle polemiche con la giunta di Bruttomesso e quelle interne con le farneticazioni del presidente Anpi della sezione di Crema Balzari rimando ai seguenti links:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/04/il-25-aprile-crema.html e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/05/cremaanpi-e-giunta-di-destra.html.
Le denunce che hanno colpito i compagni sono basate sul testo di una legge del 1931 promulgata in pieno periodo fascista,e mentre i camerati hanno agibilità politica dappertutto senza venire lambiti da notifiche e querele a Crema grazie ai digossini e ad una questura zeppa di camerati succede anche questo.
Queste intimidazioni e minacce targate ed avallate dal tribunale di Crema stanno a testimoniare il latente fascismo rimasto nella nostra zona esaltato da politici neri e razzisti,pidiellini e leghisti soprattutto perchè qui Fogna nuova e Ca$$a Pound non attecchiscono facilmente visto che la vigilanza è sempre alta,grazie anche a questi antifascisti colpiti da piagnistei sbirreschi pilotati dal sindaco di Crema che combattono e che sono stati minacciati da queste denunce che credo cadano nel nulla come nullo è il pensiero nella testa dei nuovi repubblichini(e anche quelli vecchi).
Articoli tratti dai siti dei Giovani comunisti e dal Comitato in difesa della scuola pubblica.

Crema, denunciati gli antifascisti per il presidio del 25 Aprile

Diversi attivisti antifascisti (tra cui alcuni militanti dei Giovani Comunisti) di Crema sono stati denunciati per aver promosso un presidio antifascista, in Piazza Duomo, in occasione del 25 aprile. Con il pretesto di una diretta della RAI in cattedrale, qualsiasi iniziativa antifascista nella piazza centrale della città, era stata vietata, proprio nel 65° anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
Ora sono partite le denunce che – ironia della sorte – per reprimere una manifestazione antifascista, si basano su un articolo del Testo Unico di Pubblica Sicurezza del 1931 (il fascistissimo codice Rocco) che prevede il reato penale di manifestazione non autorizzata.Questo mentre le forze neofasciste vengono lasciate libere d’agire ed il revisionismo storico (che delegittima la resistenza e tenta di rivalutare i repubblichini) va di pari passo con la distruzione sistematica di diritti e garanzie sociali.
Intendiamo rispondere – a quello che è un attacco al diritto di organizzarsi, manifestare e lottare – in maniera politica e collettiva. Denunciamo ed intendiamo contrastare questo continuo aumento della repressione che nel colpire chi scende in piazza per difendere i propri diritti si concentra su coloro che sono da sempre in prima fila nelle lotte sociali in difesa dei diritti dei giovani, degli studenti e dei lavoratori.

ANDREA BETTINELLICoordinatore GC Crema

RIUNIONE CSP CREMA 26 MAGGIO
SOLIDARIETA’ ATTIVA AGLI ANTIFASCISTI DENUNCIATI A CREMA!

Il 25 aprile scorso la questura di Crema ha negato la possibilità di tenere un presidio antifascista nel centro della città. Gli antifascisti cremaschi, fra cui il Csp di Crema, hanno convocato ugualmente il presidio denunciando l’inaccettabile atteggiamento della questura, proprio il giorno dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo.
La questura, fallito il tentativo intimidatorio, tenta ora di giocare la carta della repressione legale, denunciando 5 antifascisti, fra cui alcuni militanti del Csp, per manifestazione non autorizzata.
Come non abbiamo allora tollerato il divieto di scendere in piazza, non accettiamo oggi un attacco politico che colpisce gli attivisti politici antifascisti per intimorire chi non è disposto a star fermo mentre le formazioni di estrema destra vengono sdoganate ovunque con abbondanti protezioni istituzionali.
Chiediamo l’archiviazione immediata delle denunce, dando tutta la nostra solidarietà ai compagni denunciati e impegnandoci da subito a contribuire a quella risposta politica e collettiva che impedisca che questo attacco possa andare a fondo.

Alessio Marconi, Coordinatore nazionale Csp-Csu.

martedì 25 maggio 2010

IL PROLETARIATO E L'ODIO DI CLASSE

Propongo un contributo dello scrittore e poeta Edoardo Sanguineti deceduto la scorsa settimana,che nel corso della sua vita è sempre stato legato alla Sinistra(quella con la esse maiuscola)sia come mente pensante e proponitiva che come parlamentare del Pci.
Lo scritto qui sotto potrebbe essere stato scritto ieri o potrebbe venire steso domani vista la drammatica contemporaneità dei temi trattati come la destra che cerca di ottenere consensi con temi legati alla sinistra,l'abbandono della lotta di classe da parte dei compagni,l'incapacità di generare nuovo odio di classe frutto della lotta del proletariato.
Perchè Sanguineti ha ragione,loro ci odiano,i fascisti,i padroni,i governanti ci odiano e ci vogliono sottomessi per poter avere sempre più potere e denaro...noi dobbiamo ricominciare a odiarli e combatterli per riuscire a riportare a casa tutto quello che la lotta dei nostri predecessori hanno conquistato e che ora stiamo riperdendo per strada poco a poco.
Lo scritto è stato segnalato da Toscana.Indymedia,da meditare.

Ciao Edoardo!

Uno scritto di sconcertante attualità

“Bisogna restaurare l’odio di classe. Perché loro ci odiano, dobbiamo ricambiare. Loro sono i capitalisti, noi siamo i proletari del mondo d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma «tutti coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro.

A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione. E’ il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. E' un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via via si sproletarizza.

Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di una classe del proletariato di oggi, è essenziale.

E’ importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni”.

ELIO GERMANO SFANCULA IL REGIME

Dopo che in alcuni degli ultimi post avevo rimarcato il fatto di non essere particolarmente orgoglioso di essere italaino l'altra sera l'attore Elio Germano premiato a Cannes come miglior attore assieme a Javier Bardem mi ha rincuorato in quanto ha dedicato all'Italia ed agli italiani che combattono per rendere un paese migliore la nostra terra nonostante il regime presente a governare il suo riconoscimento personale.
In pratica ha elogiato tutti quegli italiani che non vanno in giro a fare proclami bardati del tricolore e che si arrogano il diritto di parlare per tutti quando elevano ad eroi dei soldati assassini o che contribuiscono a dare agibilità politica ai fascisti ed anzi denunciano gli antifascisti per manifestazione non autorizzata il 25 aprile giorno della Liberazione come accaduto ora qui a Crema(dettagli più avanti).
Grazie Elio Germano che in diretta mondiale hai sfanculato il regime Berlusconi ed in particolare il ministro Bondi che già deve vergognarsi di essere stato nelle file del Pci e che poi come ministro della cultura(ognuno proprio al suo posto come la Gelmini all'istruzione!)ridicolizza il cinema italiano che denuncia i mali nostrani assieme al suo padrone neoduce.
L'articolo è tratto dal sito de"Il Messaggero.it"che riporta la cronaca della premiazione dei principali protagonisti dell'ultimo Festival del cinema di Cannes...eh sì,l'Italia migliore dei suoi leader!
Postilla:naturalmente la notizia la sera di domenica è rimbalzata su tutti i telegiornali italiani e mondiali e su quello del berluscominzoliniano Tg1 Elio Germano che critica il regime è stato censurato...non è una novita!

Cannes, Elio Germano miglior attore:dedicato all'Italia, migliore dei suoi leader
«Mai pensato di dedicarlo a Bondi». Premiato ex aequo conXavier Bardem. Palma d'oro al thailandese Zio Boonmee.

ROMA (23 maggio) - Il thailandese Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives (film onirico, protagonista un uomo alla ricerca delle sue vite passate) di Apichatpong Weerasethakul ha vinto la Palma d'oro al 63° festival di Cannes. Elio Germano porta via il premio per il miglior attore, sia pur ex aequo con Javier Bardem. L'attore italiano ha ottenuto il riconoscimento per La nostra vita, di Daniele Luchetti, lo spagnolo per Biutiful, di Alejandro Gonzalez Inarritu. La migliore attrice è Juliette Binoche, per Copia Conforme del regista iraniano Abbas Kiarostami. Il Grand Prix è stato assegnato al francese Des Hommes et des dieux.

Elio Germano ha dedicato il premio «all'Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere il paese migliore nonostante la loro classe dirigente», rimarcando che «non è vero che tutti gli italiani parlano male del proprio paese». Germano, in italiano e tutto d'un fiato, prima ha ringraziato produttori e regista, poi ha lanciato la sua stoccata.

Germano, pur sapendo che il suo commento è polemico e politico, non ha fatto altro che ripeterlo anche dopo la premiazione. A chi gli chiede se ha voglia di dedicarlo al ministro Sandro Bondi, Germano replica: «Non ci ho mai pensato davvero. Credo che se Bondi fa il ministro della Cultura si debba occupare di quella e basta. Comunque non voglio fare polemiche». E al sottosegretario Francesco Giro che ha definito la sua dichiarazione moralista e snob, replica: «Il bello è che proprio siamo tutti diversi l'uno dall'altro - dice - Sono libero di dire quello che voglio. E poi sono io che ho preso il premio, non lui». Il nostro paese «è pieno di talenti e io ne voglio parlare solo bene. Gli artisti non parlano sempre contro». Comunque una cosa ci invidiano i francesi, conclude Germano: «Il fatto che noi italiani riusciamo a parlare delle nostre cose con capacità e coraggio. Insomma, che abbiamo un cinema davvero alternativo alla tv».

Bardem invece ha preferito l'amore. Durante i ringraziamenti di rito (inclusa la madre Pilar e soprattutto il regista, accanto a lui, il messicano Alejandro Gonzalez Inarritu che era tra i favoriti della vigilia) si è rivolto alla fidanzata Penelope Cruz: «Voglio dare un bacio al mio amor», ha detto tirandole un bacio.

Juliette Binoche ha invece voluto ricordare al mondo il regista iraniano Jafar Panahi, in carcere a Teheran. «C'è un uomo - ha detto l'attrice - la cui colpa è di essere un artista. Penso a lui proprio questa sera e spero di essere con lui qui l'anno prossimo. È una lotta difficile. Il paese ha bisogno di noi artisti».

In linea con la spiritualità e la visionarità dei suoi film, il thailandese Weerasethakul ha voluto «inviare un messaggio alla mia gente. È lo spirito e i fantasmi della Thailandia che mi hanno permesso di essere qui. E ringrazio mia madre che 30 anni fa mi ha introdotto al mistero del cinema, un mistero che tuttavia non ho risolto».

Alberto Barbera, nella giuria diretta da Tim Burton, racconta del premio a Elio Germano: «È stato facilissimo - dice - perché a tutti il tema e il contesto del film di Luchetti sono apparsi chiarissimi e l'interpretazione del protagonista quasi una sintesi ideale. Giovanna (Mezzogiorno) ed io abbiamo parlato per ultimi, confermando così un percorso che ci suggeriva il Presidente». Burton aggiunge: «Quelle di Germano e Bardem erano due interpretazioni così intense e così diverse che, idealmente, si completano e permettono di segnalare due opere importanti». Mentre la Mezzogiorno sottolinea che «il film di Luchetti è certamente italiano, ma non mi sembra connotabile come specialmente legato solo alla nostra realtà. La sua forza è nell'essere universale ed Elio è stato bravissimo a creare un ritratto che resta nella memoria».

lunedì 24 maggio 2010

CINEMA A MILANO,PECCATO PER CANNES!

Sabato scorso a Milano ennesima figuraccia delle merde di Fogna Nuova che dovevano marcettare sulla città medaglia d'oro della Resistenza e non sono riusciti nemmeno a fare mezzo chilometro tra il loro letamaio di piazza Aspromonte e piazza Bernini perché hanno voluto fare il cinema facendo finta di fare la figura dei martiri in accordo con il loro amici sbirri che li hanno protetti come da prassi.
Dalle immagini tratte dal sito di"Repubblica"
(http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/05/22/foto/milano_scontri_fra_polizia_e_forza_nuova-4266014/16/) si può notare come in certi scatti addirittura alcuni ratti si mettano in posa e sorridano muso a muso con i celerini,che squallore...questa commedia,evidenziata pure dal fatto che non ci sono stati feriti nè fermi(ed in tali situazioni c'è sempre qualche sbirro che per una mezza botta si piglia dieci giorni di prognosi)e la pagliacciata organizzata dal ratto madre Fiore purtoppo per lui non ha fatto tempo ad approdare a Cannes in tempo per il Festival.
Articolo a firma del giornalista de"Il Manifesto"Giorgio Salvetti postato da Roma.Indymedia,poche parole per un evento di poco spessore numerico ma di elevata importanza in quanto un'altra volta questi cameratti hanno avuto il consenso istituzionale del Pdl di poter metter fuori i loro musi appuntiti dai tombini...vi curiamo state attenti!

Milano, fallisce la sfilata non autorizzata di Forza Nuova.

Ci hanno provato, ma sono stati fermati. È finito con qualche spinta e due manganellate il tentativo dei militanti di Forza Nuova di sfilare in corteo a Milano «contro lo strapotere delle banche». Giusto il tempo per fare qualche saluto romano e per applaudire il leader del partito. Roberto Fiore ha addirittura minacciato di voler denunciare il questore di Milano. «Era disposto a trasformare questa piazza in un campo di battaglia per un puntiglio», ha esagerato Fiore parlando alla piazza.La manifestazione dei neofascisti in un primo tempo era stata vietata. La questura infatti avrebbe fatto volentieri a meno di dover gestire la comparsata di Forza Nuova, tanto più nel giorno della finale di coppa dell'Inter. All'ultimo momento, venerdì sera, invece è stata permessa ma trasformata in un semplice presidio che si sarebbe dovuto tenere in piazza Bernini, a 500 metri da piazza Aspromonte dove si trova la sede milanese del gruppo di estrema destra. La concessione in estremis è arrivata solo grazie all'intercessione e alle pressioni di alcuni politici di Pdl e ex An che da tempo coprono le iniziative neofasciste milanesi. Gli stessi che avevano sponsorizzato la manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli per il primo maggio, vietata dal prefetto su richiesta della questura.Ieri invece Forza Nuova ha potuto farsi vedere. Il trasferimento da piazza Aspromonte e piazza Bernini sarebbe dovuto avvenire senza striscioni e solo a piccoli gruppi. Gli estremisti di destra, 150 in tutto, hanno voluto comunque accennare a formare un corteo sbraitando «Boia chi molla è il grido di battaglia». Ma hanno mollato quasi subito. La polizia infatti ha formato un cordone e ha impedito al piccolo drappello di fare la sfilata. E allora si è deciso di restare sul posto e di tenere i discorsi in piazza Aspromonte. L'attesa è stata spezzata da un ragazzo straniero che si è messo a gridare «antifascismo sempre» scatenando la reazione da parte dei neofascisti, subito bloccati dai poliziotti e dal loro stesso servizio d'ordine. In piazza hanno parlato anche estremisti di estrema destra venuti da Grecia e Ungheria. Poi tutti a casa.Contro il raduno di Forza Nuova, gli antifascisti milanesi, centri sociali ma anche circoli Anpi, hanno organizzato un presidio in piazza XXIV Maggio. Anche qui si è tentato di formare un corteo bloccato dalla polizia senza però cordoni e manganelli. E' bastato dire che non era il caso di fare cortei visto che Forza Nuova era stata bloccata e che Milano era colma di tifosi in attesa della partita. Gli antifascisti non hanno accettato l'equiparazione tra la loro manifestazione e quella dei neofascisti, e hanno continuato la loro protesta in piazza con reading e musica.

domenica 23 maggio 2010

L'OUTING DELLA BUSI

Una voce fuori dal coro delle pecore targate Rai(o Raiset,Mediarai,insomma la divulgazione dell'informazione controllata e censurata dal regime)è stata quella di Maria Luisa Busi che ha esternato il suo disagio,vergogna ed indignazione a fronte della linea editoriale intrapresa dalla testata del Tg1 di cui era annunciatrice.
Lo stesso telegiornale passato nelle mani del pluriguinzagliato Minzolini e dell'ex braccio destro di Berluscojoni Masi,una sorta di omelia pro-governo sbattuta in faccia agli italiani ogni giorno dall'emittente maggiore della televisione di Stato.
Questo blog ha già affrontato diverse volte questo tema,quello dell'informazione imbavagliata dai tagliatori e truccatori delle notizie del Tg1(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/10/guinzaglio-stretto-e-borchiato.html e http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2009/05/il-regime-e-la-disinformazione.html solo per citarne un paio)e in tutti i casi si è sempre fatto riferimanto al rapporto cane-padrone instauratosi tra il fedele Minzolini ed il capo neo duce Berlusconi.
L'outing della Busi,che non scrive di suo pugno gli articoli ma che comunque ci mette la faccia,è una sorta di confessione di una giornalista che ha avuto le palle di raccontare la verità che numerosi blogger e giornalisti hanno sempre evidenziato,ovvero il totale controllo del governo fascista sull'informazione del telegiornale di Rai uno(senza voler tirare in ballo altro!).
Gli articoli successivi sono tratti da Roma.Indymedia(dal sito di Domenico Ciardulli)e dal sito di"Repubblica on-line"dove spicca un esempio su tutti,quello sottolineato dal presidente Rai Garimberti dove nel tg serale del 20 maggio la notizia della creazione prima cellula artificiale non è stata nemmeno accennata mentre in tutto il mondo questa comunicazione se non è stata la prima di tutti gli organismi divulgativi ha avuto comunque un notevole spessore.

La lezione magistrale di Maria Luisa Busi.

http://www.ciardullidomenico.it/ARTICOLI/BUSI_lacrime.htm
Le lacrime di Maria Luisa Busi e i suoi occhi azzurri cerchiati di rosso sono un monumento alla dignità professionale dei giornalisti italiani. Dopo l'esempio coraggioso dato da Santoro, un'altra figura storica ha avuto la determinazione di mettere i piedi nel piatto del suo "capo" denunciando, ad alta voce, l'attuale processo di asservimento totale dell'informazione del Tg1 ai partiti.
Sia chiaro che non condivido interamente le analisi, come quelle di Giovanni Valentini su "Repubblica" e della stessa Busi laddove queste analisi tendono un pò a santificare l'informazione Rai dell'era pre-minzoliniana. Diciamo, a mio avviso più obiettivamente, che la lottizzazione partitica dell'azienda di viale Mazzini con le sue derive clientelari, in qualche caso con venature boccaccesche, ha sempre danneggiato il servizio pubblico e la qualità dell'informazione ed ha rafforzato nel tempo la forza magnetica esercitata dai "carri dei vincitori".
Ma sia la scelta di Santoro, sia il coraggioso "ammutinamento" della celebre Maria Luisa Busi, che ha scelto di togliere la sua faccia dal tg1 di prima serata per difendere le sue prerogative e la sua dignità professionale, evidenziano, a mio avviso, due questioni grosse come macigni:
1) Esistono ancora in un'azienda venduta ai partiti e piena di collaboratori scodinzolanti assunti per grazia ricevuta, alcune donne e uomini di valore che, con le loro inchieste o con le loro missioni sui fronti di guerra o, semplicemente, con il loro apporto critico nelle riunioni, rappresentano l'ultimo fortino di resistenza a difesa del servizio pubblico radiotelevisivo. Ma è proprio contro questi pochi e minoritari professionisti e professioniste storiche che si sta sviluppando una strategia di sfiancamento offensiva, fatta di mobbing strisciante e vessazioni, tipica delle grandi holding industriali post-fordiste. Isolamento, demansionamento, etichettamento sono le classiche potenti armi dei nuovi "capibastone" che preludono al tentativo di rendere innocui e annientare tutti coloro che vogliono salvaguardare la propria identità etica e professionale e non intendono omologarsi al pensiero unico imposto dal "capo".
2) Una tale situazione nasce proprio dall'impronta sempre più verticistica e soffocante data all'assetto redazionale del Tg1. Si è insediato, cioè, un direttore decisionista che, invece di fare squadra e conquistare i suoi collaboratori attraverso il confronto dal basso e la valorizzazione delle differenze, ha deciso di esercitare la sua leadership connotandola interamente come potere "rozzo" proveniente dall'investitura "regia". Con obiettivi politici ben precisi che lo stesso Paolo Garimberti, presidente del Consiglio di Amministrazione Rai, sembra svelare quando mette in discussione le qualità giornalistiche del direttore di testata. Infatti, del Tg1 Garimberti dice: "...siamo oltre la disinformazione".
Il gesto di Maria Luisa Busi è certamente solo una goccia limpida e trasparente versata in un grande oceano inquinato di petrolio. Ma il valore educativo di quello che ha fatto è enorme e, a mio avviso, incoraggia tutti quei cittadini, angustiati da situazioni ingiuste nel lavoro o nella vita quotidiana, a non svendere o smarrire la propria dignità di persona. La lezione magistrale che viene dalla giornalista riafferma il valore del concetto di "empowerment" attraverso il quale ognuno di noi può fare qualcosa di creativo e di efficace per opporsi a situazioni piccole e grandi di ordinaria ingiustizia.
Bastano solo questi pochi elementi per poter esprimere alla giornalista e alla sua collega rimossa dal video, Tiziana Ferrario, solidarietà e gratitudine per il lavoro che hanno fatto e per quello che faranno da "menti libere" dando così significato a quel concetto ormai in disuso noto come "deontologia professionale".
LUPI: «LEI E SANTORO FANNO UN USO PRIVATO DELLA TV PUBBLICA»
La Busi: «Rinuncio a condurre il Tg1»
Lettera affissa sulla bacheca della redazione: «Non mi riconosco più nella testata». Minzolini: «Non condivido».
Milano - Maria Luisa Busi rinuncia alla conduzione del Tg1. Lo scrive lei stessa in una lettera (LEGGI IL TESTO) che ha affisso nella bacheca della redazione. Tre cartelle e mezzo per spiegare le motivazioni della sua decisione. Uno dei volti più celebri dell'edizione serale del telegiornale di Rai1 afferma di non riconoscersi più nella testata, e dichiara che se un giornalista ha come unico strumento per difendere le sue prerogative professionali quello di togliere la propria firma, un conduttore può solo togliere la sua faccia. Così ha deciso di fare lei, abbandonando la conduzione del Tg1 delle 20.

LO SCONTRO - La decisione della Busi arriva dopo una serie di scontri con il direttore della testata Augusto Minzolini. Un dissidio aperto da tempo, soprattutto da quando la giornalista, inviata all'Aquila il 21 febbraio (nelle ore della protesta delle carriole) e contestata sul posto al grido di «Tg1 scodinzolini», commentò: «Non posso rispondere dell’informazione in generale che il Tg1 ha dato in questi dieci mesi di terremoto».

REPLICA DI MINZOLINI - «In realtà, nell'ambito della rinnovamento del telegiornale, nei giorni scorsi - spiega Minzolini, interpellato telefonicamente - avevo ragionato con la direzione dell'ufficio del personale sulla mia intenzione di spostare la Busi al Tg delle 13. Del rinnovamento, infatti, oltre alla sigla, allo studio e al nuovo sito, deve far parte anche la scelta di un nuovo volto». Minzolini si «arrabbia» quando gli chiedono se sia in atto una «epurazione» nel Tg della rete ammiraglia: «Ma quale epurazione, ma quale "epurator", non sopporto questa storia. Sotto la mia direzione sono stati assunti diciotto precari, ho mantenuto tutti i capiredattori, ma di che parliamo?». A chi gli fa notare che Busi non condivide la linea della testata, Minzolini replica: «Se ha questa convinzione, è giusto che abbia preso questa decisione. Se non si riconosce, ha fatto bene. Ma sono motivazioni che non condivido». «Il mio telegiornale non è mai stato di parte, ho sempre dato voce a tutti e gli ascolti mi hanno dato ragione. Le accuse che mi rivolge la collega sono false per questo non condivido neanche una riga della sua lettera. Che poteva - se vogliamo dircela tutta - farmi recapitare prima di affiggerla in bacheca».

GARIMBERTI E CDR - Per il presidente della Rai Paolo Garimberti la situazione al Tg1 è tale da richiedere «massima attenzione da parte dei vertici dell'azienda, un'attenzione che sollecito da tempo nella sede deputata, cioè il Consiglio di amministrazione, nel pieno rispetto delle responsabilità che fanno capo al direttore generale». Per Garimberti «la scelta di Maria Luisa Busi va rispettata soprattutto da chi sa quanto, per un giornalista, possa essere difficile e doloroso rinunciare alla propria firma nel giornale dove ha lavorato per tanti anni». Sulla questione interviene anche il Cdr del Tg1: «La lettera di Maria Luisa Busi chiama la redazione a una riflessione. Quello di Maria Luisa Busi è un gesto mai fatto prima da nessun altro conduttore nella testata che testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione sull'indirizzo che Augusto Minzolini ha fatto prendere al Tg1». «Come la collega Busi - prosegue il Cdr - siamo preoccupati per la rinuncia del Tg1 alla leadership nella qualità e nella credibilità: anche ieri la clamorosa notizia sulla prima cellula artificiale che ha aperto i siti mondiali, uscita nelle agenzie alle 14 con embargo fino alle 20, nonostante fosse stata segnalata dal servizio competente, è stata ignorata nell'edizione delle 20». «Alla collega Busi, che per il coraggio e la coerenza con cui ha sempre esercitato il diritto di critica è stata fatta oggetto in questi mesi di inaccettabili e denigratori attacchi da parte di alcuni giornali, esprimiamo affetto e solidarietà. Il suo è un gesto di rispetto anche per i telespettatori. Un gesto che, dopo le rimozioni e i demansionamenti di tanti colleghi non 'omogenei' alla linea editoriale del direttore, testimonia ulteriormente il rischio che si chiuda ogni spazio di dialettica all'interno del Tg1. Anche questo - conclude la nota del Cdr - sarebbe una cosa mai avvenuta nella lunga storia della nostra testata. Da sempre Telegiornale di tutti».

FNSI: GRANDE DISAGIO - La Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti, esprime alla Busi «la massima solidarietà» e parla di «spia del grande disagio di una professionista seria e credibile che, nella sua funzione, ha concorso fino ad ora a rendere affidabile un telegiornale che, da qualche tempo va cambiando connotati»: così scrivono Franco Siddi e Roberto Natale, segretario generale e presidente della Fnsi, per i quali «il disagio e l'amarezza che esprime la Busi nella sua lettera sono segnali di un malessere più diffuso che riguarda ampi settori della redazione». Siddi e Natale sottolineano che «dopo la rimozione, fuori dal normale processo degli avvicendamenti professionali, che aveva colpito professionisti impegnati senza sbavature sul loro lavoro come Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Massimo De Strobel, la denuncia di Maria Luisa Busi non può cadere nel vuoto né essere derubricata, come tenta di fare il direttore Minzolini, a reazione bizzosa per le voci sulle sue intenzioni di futuri cambiamenti al Tg1».

REAZIONI POLITICHE - La mossa della Busi ha scosso il mondo politico. Dal Pdl Maurizio Lupi accusa l'«uso privato della televisione pubblica»: «Dopo Santoro anche la Busi veste i panni della vittima e coglie la palla al balzo per godersi quei dieci minuti di notorietà. Mi dispiace per entrambi, ma la Rai non è di loro proprietà». Il deputato del Pdl Giorgio Lainati, vicepresidente della commissione di vigilanza Rai, difende Minzolini: «Ha tutto il diritto di decidere una linea editoriale e di puntare sulle tante riconosciute professionalità che da anni sono un patrimonio del Tg1». Sul fronte dell'opposizione Rosy Bindi sottolinea che «il Pd sta con chi afferma l'autonomia dei giornalisti del servizio pubblico e il pluralismo culturale della Rai, con chi non vuole mandare al macero un'azienda centrale per la vita democratica del Paese». Per il portavoce Idv Leoluca Orlando «è vergognoso che professionisti dalla schiena dritta siano stati costretti, in seguito a comportamenti vessatori, ad arrivare addirittura a prendere una decisione tanto drastica. Davanti a un caso tanto grave, quale quello che ha riguardato Maria Luisa Busi, non possiamo limitarci a dare pacche sulla spalla».