sabato 31 luglio 2010

COMPLICAZIONI SENTIMENTALI

Per la serie"anche le migliori storie d'amore terminano"ecco il divorzio ufficiale tra Silvio e Gianfranco(per il premier puttaniere il secondo nel giro di pochi mesi)già paventato da diverso tempo e da molteplici litigate che sono sfociate del diktat di Berluscojoni che ha escluso il cofondatore del Pdl Fini(e ricordarsi che fino a più di due anni fa la nascita di questo emerito mostro politico veniva salutato come il più importante evento nella storia della seconda repubblica,ora ufficialmente morta)dalla successiva"vita"del partito.
Non è passato molto tempo dal"discorso del predellino"(novembre 2007)e meno ancora dalla nascita ufficiale avvenuta a marzo del 2009 che questo aborto politico è stato rigettato dai due genitori,impotenti davanti alle continue collusioni mafiose,scandali di droghe e prostitute,palazzi interi venduti a prezzo di appartamenti medi,corruzione,logge segrete,criminalità organizzata e appalti d'oro(e ho tralasciato sicuramente molto!).
Ora gli scontri verbali tra i due ex leader sono sempre più accesi e ognuno di questi contendenti dà dell'illiberale all'altro,ed ora si penserebbe alla tutela del figlio Pdl nelle mani del premier pagliaccio mentre l'allontanato Fini si terrebbe come contropartita 33 parlamentari ed un nuovo movimento,"Futuro e libertà"(con l'ennesimo abuso di quest'ultima parola).
Articolo tratto da"Senza Soste",link premonitore(ma era molto facile la previsione)dello scorso 5 luglio dalle pagine di questo blog:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/07/ma-divorziano-o-no.html.
E anche la seconda repubblica è finita.

Se la Prima Repubblica fu seppellita dagli avvisi di garanzia ai segretari dell'allora pentapartito, l'atto di dissoluzione della seconda repubblica sta tutto nella scissione del pdl ratificata dal documento dell'ufficio di presidenza di quel partito. La seconda repubblica ha garantito un'alternanza tra alleanze di governo che si sono succedute, entro dinamiche interne rissose e di corto respiro, il testimone delle politiche liberiste nel paese. Da un paio d'anni questo sistema politico non tiene. Prima, con l'esperienza del secondo governo Prodi, l'implosione interna è toccata al centrosinistra adesso al centrodestra. E' evidente che il sistema politico, specie in relazione alla complessità sociale, per come è adesso non è in grado di formare alleanze che non si disgregano velocemente.
La scissione interna al Pdl non farà che alimentare le dinamiche di scontro presenti nella destra, aprendo una vera e propria lotta per l'egemonia sull'elettorato del centrodestra (pena, per i finiani, la marginalizzazione nel gioco politico) e la complessiva fibrillazione di un sistema politico debole e delegittimato . Comunque vada la geografia complessiva della politica istituzionale italiana ne uscirà sconvolta. E le politiche di tagli della Ue, imposte di fatto e di legge all'Italia, accentueranno nei prossimi mesi gli aspetti più perversi di questi sconvolgimenti. C'è il rischio che, proprio a causa della ristrutturazione complessiva in atto nel sistema, che il modello Marchionne non venga esteso tanto da Pomigliano a Mirafiori ma proprio al paese. Diventando non un modello produttivo ma di relazioni sociali e politiche.
Allo stesso tempo, con un governo debolissimo e un parlamento delegittimato in ogni sua componente, la prima decisa e intelligente ondata di scioperi potrebbe lasciare il segno. Sarebbe l'ora.
red. 29 luglio 2010

(fonte)PDL: FINI "INCOMPATIBILE" CON IL PARTITO
Durissimo il documento approvato dall'ufficio di presidenza del Pdl. Le posizioni di Fini sono definite "assolutamente incompatibili" con i principi del partito e con l'impegno assunto con gli elettori. Di conseguenza, dice la bozza, non c'è più fiducia nel suo ruolo di garanzia come presidente della Camera. Deferiti ai probiviri Granata, Bocchino e Briguglio. Intanto i finiani pronti a formare gruppi autonomi in Parlamento. C'è anche l'ipotesi dell'appoggio esterno al governo
Un documento politico durissimo quello che uscirà dall'ufficio di presidenza del Pdl, una vera e propria censura nei confronti di Fini e il deferimento ai probiviri di Granata, Bocchino e Briguglio. Sembrerebbe prevalere la linea di chi - Ghedini in testa - non credeva alla via delle espulsioni ma premeva per una dichiarazione di guerra nei confronti dei finiani.Finiani che dal canto loro non stanno con le mani in mano. Sarebbero pronti ad uscire dal gruppo del Pdl sia alla camera che al Senato dove alcuni di loro, dopo una lunga riunione, assicurano: siamo più di 10. I vertici scandiscono una giornata convulsa e sicuramente importante per il futuro del Popolo della Libertà. A colloquio con Berlusconi nel pomeriggio i tre coordinatori nazionali del Pdl Verdini, Bondi, La Russa. Con loro anche Niccolò Ghedini.L'opposizione guarda con preoccupazione allo scontro in atto nel Pdl. E Pier Luigi Bersani assicura che il Pd e' "pronto a qualunque evenienza", non esclude una prospettiva di governi di transizione ma avverte: "Le elezioni anticipate non sono ne' nella nostra disponibilita' ne' nelle nostre intenzioni".

venerdì 30 luglio 2010

LE VITTIME DIMENTICATE

Può sembrare banale anche se la morte non lo è mai scontata,ma le ennesime manfrine delle più alte cariche dello Stato per l'arrivo delle salme dei mercenari deceduti in territorio afgano mentre
erano impegnati nella guerra di occupazione del paese asiatico,sono accompagnate nuovamente da lacrime di coccodrillo e la consapevolezza che le centinaia di uomini che muoiono ogni anno caduti sul lavoro non riceveranno mai tali onoreficenze da parte di questi personaggi(semmai le volessero).
Il fascista La Russa che ormai ha fissa nella tasca della giacca le solite frasi fatte,pronte,trite e ritrite di cordoglio verso chi come sostiene sempre lui"onorano il nostro paese,sono in missione di pace oppure sono eroi-martiri-cherubini..."ed ha rotto davvero i coglioni con queste commediole mentre giustifica sempre più invii di soldati italiani in Afghanistan.
L'elenco seguente è dedicato a tutti i morti che per lo Stato e per l'immagine dell'Italia non sono degni d'essere mostrati e vengono scopati sotto al tappeto,per non far vedere quanto il made in Italy sia macchiato di cotanto sangue,morti di serie B che non meritano nulla e che anzi spesso e volentieri la morte se la sono cercata lavorando in maniera non idonea od opportuna:il sito di riferimento è Toscana.Indymedia(che prende spunto dal blog"Caduti sul lavoro"il cui link è messo più avanti),il commento appena seguente riguarda sempre lo stesso post.

Gli eroi e gli operai.

In Italia ogni anno muoiono, uccisi in fabbrica, 1300 operai.
Non sono eroi della borgesia ma solo schiavi del padrone.
Nessun presidente della repubblica andra' ad accogliere le loro bare fuori dagli obitori degli ospedali.
Nessuna banda suonera’ per loro.
Nessun leccaculo dei giornali italiani andra’ a intervistare le vedove e le madri.
Nessun leccaculo dei giornali italiani ci parlera’ dei figli.
I magistrati fedeli alla legge indagheranno inutilmente per molti anni.Per gli schiavi non c’e’ nessuna cerimonia.
I soldati che muoiono durante l’occupazione dell’Afghanistan sono i veri eroi della borghesia Italiana.
Rientrate le salme dei militari uccisi, DIMENTICATE QUELLE DEI LAVORATORI.

Rientrate le salme dei militari uccisiLa Russa: «Hanno salvato altre vite»Rientrate le salme dei militari uccisi.La Russa: «Hanno salvato altre vite».
CRONACHEAccolti dal presidente Napolitano i feretri di Mauro Gigli e Pierdavide De Cillis, uccisi in Afghanistan mentre cercavano di disinnescare un ordigno. Nel pomeriggio i funerali solenni Il ministro della Difesa: «Confermato l'impegno, a fine anno 4 mila militari»
_______________________________________________________________________QUELLI CHE NON ACCOGLIERANNO MAI, CHE NON SONO EROI, MA MORTI DI UNA GUERRA CHE NON SAPEVANO CHE FOSSE LORO STATA DICHIARATA.
MESE DI LUGLIO 2010 - FRONTE DI GUERRA ITALIADA http://cadutisullavoro.blogspot.com/
PURTROPPO UNA VITTIMA ANCHE NELLA MIA CITTA' , A BOLOGNA E' MORTO MAURO GIARDINI. E' MORTO OPERAIO DI 24 ANNI A BARBERINO DEL MUGELLO DI FIRENZEPurtroppo una vittima anche nella mia cittàBologna E' morto Mauro Giardini un operaio di 54 anni schiacciato da un blocco di cemento nel cantiere dove stava lavorando. La sciagura nel primo pomeriggio in via Calvart, in zona Bolognina. L'operaio era in una buca profonda circa tre metri per alcune riparazioni alla rete fognaria di un condominio quando all’improvviso la parte di terreno non rinforzata sopra di lui è franata tirandosi dietro il pezzo di cemento che l’ha ucciso molto probabilmente sul colpo. Insieme alla vittima c’era anche un collega che in quel momento non era nella buca. La vittima lavorava da tempo con l’azienda proprietaria del cantiere che è stato sequestrato dall’autorità giudiziaria.
Firenze, 28 lug. - E' MORTO UN GIOVANE OPERAIO DI 24 ANNI SCHIACCIATO DA UNA BETONIERA A BARBERINO DEL MUGELLO. E accaduto questa mattina in uno dei cantieri per la manutenzione della A1, nel comune di Barberino del Mugello, in provincia di Firenze. Sulla vicenda indaga la Polstrada.
domenica 25 luglio 2010Tantissimo morti anche in queste ultime 48 ore.Sono morti A. Pisano. R. M. Wilczynski..f. Sandonato. A. Dulcetta. E. Russo e Daniele Vianello.
Belluno E' MORTO DANIEL VIANELLO un operaio edile di 28 anni, di Auronzo di Cadore. Daniele è morto, folgorato da una scarica elettrica, mentre stava lavorando alla ristrutturazione di una casa.Vianello, secondo quanto si è appreso, avrebbe accidentalmente toccato con una pertica di alluminio che aveva in mano i cavi a media tensione.Il contatto tra l'arnese metallico e la linea elettrica ha fatto partire una scarica di energia che è risultata letale per il muratore. Vianello è deceduto all'istante. Sul posto hanno operato carabinieri, vigili del fuoco e Suem.
E’ morto Ernesto Russo un autotrasportatore di 38 anni Ernesto è morto in un incidente sul lavoro accaduto a Cittanova in cui è rimasto anche ferito, in modo non grave, un meccanico. Secondo i carabinieri l'incidente è accaduto mentre Russo, insieme al meccanico, stava eseguendo lavori sul suo camion. La cabina del mezzo, che era stata sollevata per consentire la riparazione, ha ceduto, a causa di un guasto, schiacciando Russo e ferendo il meccanico.
Agrigento E’ morto Andrea Dulcetta di 60 anni. Andrea è morto dopo 9 giorni di coma all’ospedale Villa Sofia di Palermo dove era stato trasferito dopo un incidente sul lavoro. Dulcetta, operaio-manutentore alla ditta “Al.Pa. srl” che opera a Favara, in contrada Ramalia, trasformando oli vegetali in energia elettrica, il 13 luglio, mentre stava per salire una scala all’interno del cantiere per eseguire dei lavori, sembrerebbe aver perso l’equilibrio, probabilmente per un mancamento. E’ precipitato sul terreno dopo un volo di circa due metri e mezzo, riportando un vasto trauma cranico. Dopo un primo ricovero all’ospedale di Agrigento, Dulcetta è stato trasferito a Palermo dove è spirato ieri sera.
Rovigo E’ morto Silvio Daniel precipitando dalla sommità di un pagliaio nella sua azienda agricola a Trecenta. Stava lavorando nel proprio fondo, affittato all’interno della tenuta Spalletti, assieme a un suo dipendente. Erano circa le 11, ieri, quando Daniel ha chiesto al suo collaboratore di issarlo con la pala di un escavatore sopra una pila di rotoballe, per poter coprire la paglia con un telo e proteggerla in caso di maltempo. Purtroppo un costone del mucchio ha ceduto e l’imprenditore, dopo un volo di circa sette metri, è caduto a terra sbattendo violentemente la testa. L’operaio ha immediatamente allertato i soccorsi, ma gli operatori del Suem 118, giunti subito dall’ospedale San Luca di Trecenta, non hanno potuto far altro che constatarne la morte sul colpo per lo sfondamento della scatola cranica. Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche i carabinieri della locale stazione, assieme ai tecnici dello Spisal e della direzione provinciale del lavoro di Rovigo. La salma è stata trasportata al nosocomio di Trecenta, dove resta a disposizione dell’autorità giudiziaria per eventuali esami, anche se al momento sembrano da escludere coinvolgimenti e responsabilità di terzi nella tragedia.
Isernia E’ morto Nicola Pietrangelo. Nicola stava effettuando lavori nelò cimitero cittadino e morto poco dopo al "Neuromed" di Pozzilli. Nicola Pietrangelo stava effettuando venerdì scorso i lavori in una cappella insieme ad altri operai di una ditta locale. I colleghi lo hanno trovato riverso a terra, privo di conoscenza. Prima trasportato in ambulanza all'ospedale di Isernia, è stato poi trasferito al Neuromed, dove è arrivato in condizioni disperate, con grave trauma cranico ed emorragia cerebrale. I carabinieri, che hanno effettuato i rilievi, parlano di "sospetto caso di incidente sul lavoro". La Procura, valutando gli atti, ha ritenuto necessario l'esame autoptico - che sarà eseguito nelle prossime ore - per chiarire se Pietrangelo, colto da malore, sia caduto battendo la testa, oppure se abbia avuto un incidente mentre svolgeva le mansioni per cui era stato assunto dalla ditta edile. Al momento non sono stati assunti provvedimenti nei confronti del titolare dell'impresa, la cui posizione è comunque al vaglio degli inquirenti
Benevento E' morto Antonio Pisano all'ospedale 'Rummo' di Benevento. Antonio agricoltore di 52 anni di San Leucio del Sannio colpito violentemente alla testa lo scorso 9 luglio. Pisano è stato ritrovato intorno alle 13 in contrada San Marcello, all'interno di una baracca in legno, nel proprio fondo agricolo con gravi ferite alla testa. Soccorso e trasportato all'Ospedale Rummo di Benevento, era stato giudicato guaribile con prognosi riservata. Scattate subito partite le indagini da parte dei carabinieri del Reparto Operativo e di quelli della Compagnia di Montesarchio, si sono strette intorno a un rumeno, identificato e denunciato e che viene attivamente ricercato.
Aosta, 23 lug. E’ morto Rafal Mieczyslavv Wilczynski, autotrasportatore di 30 anni, di cittadinanza polacca. Rafal e' morto dopo essere stato investito da una Maserati mentre stava attraversando la ss26 ad Aosta, probabilmente dopo essere sceso dal camion per mangiare. L'incidente e' avvenuto verso le 21.45 di ieri. L'autotrasportare stava tornando al suo mezzo che aveva parcheggiato nella carreggiata opposta quando e' sopraggiunta l'auto. L'uomo e' finito sul parabrezza della Maserati ed e' stato scaraventato ad alcuni metri di distanza.I soccorsi sono stati immediati ma per il camionista non c'e' stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, gli agenti della Polizia stradale e i Carabinieri che stanno ricostruendo la dinamica dell'incidente.
Imperia, 22 lug. E’ morto Fausto Sandonato peraio di 40 anni. Fausto è morto mercoledi' scorso dopo essere rimasto schiacciato in mezzo a due blocchi di cemento, mentre lavorava in un cantiere per la realizzazione di una palazzina. Il sostituto procuratore Vittore Ferraro, di Sanremo, che ha disposto per domattina alle 12. Accertamenti sono in corso per ricostruire la dinamica dell'accaduto: in particolare, si vuole capire per quale motivo i cinque piloni, costituiti da altrettanti blocchi di cemento ciascuno, si siano coricati sul terreno, creando un vero e proprio scossone che ha fatto cadere dalla scala l'operaio, il quale e' stato scaraventato tra due pilastri.
giovedì 22 luglio 2010ANCORA TRE VITTIME IN EDILIZIA E IN AGRICOLTURA. E' MORTO ANGELO MOSSINI. E' MORTO C.R. E' MORTO UN EDILE ROMENO A PERUGIA
Monza E’ MORTO C.R DI 59 ANNI PRECIPITANDO DA UN SOPPALCO in un cantiere edile di via Sabotino. Le sue condizioni, all'arrivo dei soccorsi, erano apparse molto gravi tanto da richiedere l'intervento dell'elisoccorso che, atterrato nella vicina piazza Turati, ha trasportato l’edile al San Raffaele di Milano. C.R è morto nel pomeriggio. Le gravi ferite gli sono state fatali.
MANTOVA, 22 LUG E’ Morto Angelo Mossini un agricoltore di 52 anni. Angelo e' morto incastrato nel compattatore del fieno mentre stava lavorando. La moglie lo ha visto uscire di casa ieri sera per andare nei campi a raccogliere il fieno con l'apposito macchinario che lo compatta in grosse rotoballe. Questa mattina la donna, vedendo il letto vuoto, e' andata nei campi a cercarlo e lo ha trovato ormai morto, stritolato nel macchinario.
Perugia, 22 lug – E’ morto un edile di nazionalità romena in un cantiere alla periferia di Perugia, cadendo da una impalcatura di una palazzina in costruzione. L'infortunio mortale sul lavoro e' avvenuto poco prima delle 11 e sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri e dei vigili del fuoco.
20 luglio 2010Giornata tragica con 7 vittime. E' MORTO GIUSEPPE DELLE DONNE A NOLA DI NAPOLI. E' MORTO MASSIMO GNANI NEL FERRARESE
Mantova E’ morto un operaio caseario rimasto gravemente ferito, lunedì all'interno della Latteria sociale di Roverbella, dove lavorava. L’operaio , un 52enne, è deceduto nella notte all'ospedale Carlo Poma di Mantova dopo un delicato intervento chirurgico a cui era stato sottoposto in seguito alle gravi lesioni addominali da schiacciamento. L'infortunio era avvenuto lunedì mattina mentre l'operaio, con un collega, stava spostando con un muletto un contenitore di raschiature del formaggio da versare in una vasca per lo smaltimento.
Asti E' morto un giovane decoratore di 24 anni, precipitando da un'impalcatura di un ponteggio per la ristrutturazione di una palazzina in via Omedè. L'operaio, nonostante il rapido intervento dei soccorritori è morto sul colpo
Milano 21 luglio E’ MORTO LUIGI MARTANO DI 29 ANNI. LUIGI TECNICO RADIOLOGO ALL'ISTITUTO DI ONCOLOGIA E' MORTO DOPO ESSERE RIMASTO SCHIACCIATO DA UNA CELLA FRIGORIFERA DI OLTRE 200 CHILI. IL GIOVANEDEL SALENTO, LAUREATO IN BIOTECNOLOGIE E DA TEMPO TRASFERITOSI NEL CAPOLUOGO LOMBARDO, DOVE LAVORAVA PRESSO LA DIVISIONE DI MEDICINA NUCLEARE, SI SAREBBE OFFERTO DI AIUTARE DUE OPERAI IMPEGNATI NELL'INSTALLAZIONE DI ALCUNI MACCHINARI NUOVI.LA NOTIZIA DELLA TRAGEDIA HA RAGGIUNTO IL PICCOLO COMUNE SALENTINO DOVE VIVONO I GENITORI DEL GIOVANE LUIGI.
Napoli 20 luglio E’ morto Gennaro Gallo un operaio di 62 anni. Gennaro è morto oggi a Pollena Trocchia in provincia di Napoli, schiacciato dal trattore con il quale stava arando un appezzamento di terreno del convento delle "suore compassioniste di Maria". Gennaro Gallo di 62 anni, stava pulendo il terreno quando il ciglio di un avvallamento profondo circa 2,5 metri, sul quale si trovava, ha ceduto facendo ribaldare il mezzo. Per Gallo, deceduto sul colpo, non c'é stato nulla da fare. Nel corso delle prime indagini, i carabinieri di Cercola non hanno individuate responsabilità. Il corpo dell'uomo è stato portato all'obitorio del secondo policlinico di Napoli.
Ennesima tragedia sul lavoro oggi in Liguria.
Genova E’ morto un operaio di 40 anni in un cantiere di Taggia mentre un altro è rimasto ferito per l’accidentale caduta di un grosso pezzo di cemento. I due stavano lavorando alla costruzione di una palazzina quando sono stati investiti dal blocco. La vittima, di 40anni, è rimasta schiacciata, mentre il collega è rimasto ferito ad una gamba. Trasportato in ospedale anche un terzo operaio rimasto sotto choc dopo aver assistito da vicino al fatto avvenuto in tarda mattinata.
Ferrara 20 luglio E’ MORTO MASSIMO GNANI DI 53 ANNI E ALTRI DUE SONO RIMASTI GRAVEMENTE FERITI. Sonio dipendenti della provincia di Ferrara. Stavano riparando il manto stradale e la segnaletica sulla provinciale 54 Codigoro – Pomposa, alle porte di Pontemaodino. La tragedia verso le 11 del mattino. Massimo si trovava su un 'tre ruote' con Giuseppe Milone, 59 anni. Stavano tracciando la linea stradale laterale, quando il piccolo mezzo è stato investito dall'autocarro ed è stato sbalzato nella scarpata. Gnani è morto sul colpo. Milone è stato trasportato all'ospedale Sant'Anna di Ferrara. Il terzo operaio, Massimo Santi, 45 anni, di Consandolo, che lavorava sul tiralinee, ha riportato l'amputazione delle gambe ed è stato trasportato con l'elisoccorso all'ospedale Maggiore di Bologna. La circolazione sulla provinciale e’ rimasta bloccata per alcune ore. Per i rilievi, è intervenuta la Polstrada di Codigoro con i vigili del fuoco e il 118.

Napoli E’ morto Giuseppe della Donna un operaio 54enne. Giuseppe è rimasto vittima di un incidente sul lavoro poche ore fa. L'uomo, impiegato presso una ditta edile, era su una impalcatura quando, per motivi da accertare, è caduto, da un’altezza di otto metri che non gli ha lasciato scampo. Sul posto gli agenti del commissariato di Lauro ed una ambulanza dell'ospedale di Nola. Delle Donne è morto sul colpo.
lunedì 19 luglio 2010E' MORTO PIETRO ROCCO PANIO, E' MORTO UN AGRICOLTORE NEL BRESCIANO. E' MORTO EMANUELE FARACI A ISOLA DI SIRACUSA
Matera E’ morto Pietro Rocco Panio agricoltore di 43 anni. Pietro Rocco è morto schiacciato dalla macchina imballatrice.
Brescia 13 luglio E’ morto un agricoltore di 58 anni schiacciato dal trattore che guidava
Siracusa E’ morto Emanuele Faraci di 64 anni. Emanuele è morto nella tarda mattinata dopo essere caduto all'interno di un pozzo profondo una quindicina di metri, nel quale stava lavorando probabilmente per verificarne un impianto. Il fatto si è verificato nella zona di contrada Isola, a pochi km dalla città aretusea. Per estrarre dal pozzo il corpo ormai privo di vita di Faraci sono dovute intervenire le unità Saf, il servizio alpino-fluviale dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Siracusa. Secondo quanto emerso dalla prima ricostruzione Emanuele stava lavorando in un pozzo che si trova all'interno di un locale annesso ad una cascina in un fondo coltivato quando, per cause ancora da accertare, è precipitato all'interno della profonda cavità. A nulla è valso il primissimo tentativo di un figlio della vittima di calarsi all'interno del pozzo per soccorrere il padre. Scattato l'allarme, sul posto sono giunte le unità Saf dei vigili del fuoco ma per l'uomo non c'era più nulla da fare. Sul posto anche le volanti della polizia che hanno avviato gli accertamenti.
FIRENZE E’ MORTO LEO PALANDRI un elettricista di 59 anni. Leo ha perso la vita in un incidente sul lavoro avvenuto a Ponte a Cappiano, frazione del comune di Fucecchio (Firenze), intorno alle 12.30. Secondo una prima ricostruzione Palandri sarebbe stato ucciso da una scarica elettrica. L'infortunio mortale è avvenuto all'interno di un calzaturificio - scatolificio che si trova in viale Colombo, il River Group. Sul posto la centrale operativa del 118 ha inviato un'automedica e l'elisoccorso Pegaso che, però, una volta atterrato è ripartito dopo aver constatato il decesso dell'uomo. Intervenuti anche i carabinieri e i vigili del fuoco di Empoli che, per poter lavorare in sicurezza all'interno della cabina elettrica dell'azienda dove si trovava il corpo della vittima, hanno allertato l'Enel che subito ha staccato l'energia e permesso così ai pompieri di effettuare le operazioni di recupero della salma. Sono intervenuti anche i tecnici di sicurezza e prevenzione dell' Asl 11 di Empoli. L'incidente è avvenuto all'interno di una cabina privata di media tensione di proprietà dell'azienda River Group, che si trova a fianco a quella dell'ente erogatore.
E' MORTA FERDINANDA PROCUCCI. E' MORTO RICCARDO SPADARO. E' MORTO UBERTO CATAPANO. E' MORTO MARCO PELLICCIAE’ MORTO RICCARDO SPADARO A SOLO 20 ANNI. Riccardo è stato trovato ieri sera dai colleghi. Da un mese e mezzo lavorava come addetto alla manutenzione della piscina con un contratto stagionale. Lavorava con passione e ieri pomeriggio i colleghi lo avevano visto sereno come sempre. Tra le ipotesi un malore o una caduta accidentale.
Forlì-Cesena E’ morta Ferdinanda Procucci di 57 anni. Ferdinanda h perso la vita dopo esser stata investita da un mezzo pesante.. Nell'affrontare una manovra di retromarcia, un mezzo pesante avrebbe travolto l’operaia uccidendola sul colpo.
E'MORTO UBERTO CATAPANO DOPO ESSERE STATO INVESTITO DA UNA GIGANTESCA BOBINA D’ACCIAIO CHE SI E’ SGANCIATA DAL RIMORCHIO DI UN TIR. SCHIACCIANO UNA FIAT DOBLO’ CONDOTTA DA CATAPANO. ARTIGIANO DI 44 ANNI. CATAPANO trasportato immediatamente al Maggiore di Lodi, ha riportato traumi gravissimi, che ne hanno tragicamente segnato la morte. I due veicoli procedevano in senso opposto, quando in curva, per motivi ancora in fase d’accertamento, il pesante carico del tir è uscito dai legacci in fibra del rimorchio investendo in pieno l’abitacolo dell’auto di Catapano che gli stava passando affianco..
Pesaro Urbino. E’ MORTO MARCO PELLICCIA UN MURATORE DI 40 ANNI. Marco è morto per le ferite riportate cadendo dal tetto di un capannone industriale a Orciano (Pesaro Urbino), durante lavori per la rimozione di pannelli di eternit. Ancora da chiarire la dinamica dell'infortunio, su cui sono in corso accertamenti dei carabinieri e degli ispettori dell'Asur.L'uomo, sposato e padre di due figli piccoli, è stato subito soccorso e trasportato nell'ospedale di Ancona, dove però è deceduto. Marco Pelliccia, oltre alla sua bambina e al suo maschietto, lascia la compagna Sherley, il babbo Livio, la mamma Luciana, il fratello Arnaldo e le sorelle Rosaria e Lorella. I Carabinieri di Mondavio, in attesa di ulteriori disposizioni dal magistrato di turno, hanno posto sotto sequestro lo stabilimento in cui si è verificata la tragedia.
12 luglio 2010E' MORTO LUCIANO SPOSATO. E' MORTO DESHIR TAFA UN OPERAIO ALBANESE DI 38 ANNI A MIRANDOLA DI MODENA
Modena E' morto Deshir Tafa operaio albanese di 38 anni. Deshir è morto ieri pomeriggio, di Mirandola. Un operaio albanese di 39 anni, la vittima stava lavorando dentro un pozzetto, presso la ditta Malavasi, stava riparando da solo una pompa per il deflusso dei liquami. Le esalazioni di gas potrebbero non avergli dato scampo fino a soffocarlo ma potrebbe essere caduto accidentalmente, o per un malore, annegando nei liquami utilizzati dall'azienda per la produzione di funghi. L'allarme è stato dato dal padre del titolare dell'azienda Malavasi ma a trovare il corpo, ormai senza vita, di Deshir è stato un collega moldavo.
ALESSANDRIA 10 LUG E’ morto Luciano Sposato un operaio edile di 46 anni. Luciano ha perso la vita questa mattina in un incidente sul lavoro a Bozzole, nel Casalese. La vittima e' Luciano Sposato, 46 anni, abitante a Pieve del Cairo, dipendente di una ditta del Pavese. L'uomo verso le 6,30 stava eseguendo dei lavori di manutenzione al tetto del porticato di un cascinale, raggiunto con un cestello azionato da una gru. All'improvviso il tetto ha ceduto e l'operaio e' precipitato da un'altezza di otto metri.
E' MORTO LORENZO FARRONATO. E' MORTO LEONARDO IPPOLITI L'OPERAIO DELLA THISSEN DI TERNI. MUORE AGRICOLTORE IN PROVINCIA DI BOLZANO
Bolzano, 10 lug. –E’ morto un agricoltore schiacciato dal trattore. Ancora un infortunio sul lavoro mortale in Alto Adige ed ancora una volta a determinarlo il rovesciamento di un trattore. E' accaduto verso le 17 a Lana, nel Meranese, dove un agricoltore ha perso la vita per un mezzo agricolo che si e' ribaltato durante lavori nella zona di Platteda, poco lontano da via Palade. L'agricoltore, che e' finito sotto il trattore, e' morto sul colpo.Sul posto sono intervenuti la Croce bianca, i vigili del fuoco e i carabinieri, i quali non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Terni. E’ morto dopo una lunga agonia Leonardo Ippoliti l’operaio di 29 anni della Thyssenkrupp. Leonardo si è spento a Terni dopo aver ha lottato a lungo tra la vita e la morte, complice la totale mancanza di sicurezza in certe attività estreme da affrontare quotidianamente.
Vicenza 8 luglio E’ morto Lorenzo Farronato - Ancora una volta un luogo di lavoro si è trasformato nel teatro di una tragedia. La vittima questa volta è un uomo di 61 anni, Lorenzo Farronato. Un volo nel vuoto di 15 metri che non gli ha lasciato scampo. Lorenzo Farronato, socio con i suoi quattro fratelli (Giovanni, Antonio, Paolo, e Fabio) della Comac srl di Romano d’Ezzelino, conosceva bene il suo mestiere. Da anni. Ma l’esperienza non è stata sufficiente a farlo sfuggire ad un tragico destino, Si trovava con alcuni colleghi per la messa in sicurezza della parete rocciosa che delimita un lato della strada provinciale 76, Valgadena. Erano passate da poco le 15 quando si è verificato l’incidente. Cosa sia successo in quei pochi attimi che hanno preceduto la caduta. Forse una distrazione, o semplicemente un movimento sbagliato. Farronato è precipitato dalla parete rocciosa da un’altezza di 15 metri cadendo sull’asfalto.
mercoledì 7 luglio 2010E' morto Gabriele Griggio a Locate Varesino. E' morto a Mestre un operaio addetto alla manutenzione stradaleE’ MORTO UN OPERAIO TRAVOLTO DAL FURGONE DELLA DITTA PER CUI LAVORAVA LUNGO IL PASSANTE DI MESTRE. L’operaio era addetto alla manutenzione stradale. L'incidente è avvenuto tra Preganziol e Spinea in direzione Milano poco prima del casello di Spinea. Da quanto si è appreso l'uomo sarebbe stato investito dal furgone della ditta per cui lavorava parcheggiato lungo la corsia e tamponato da un autocarro proveniente da Preganziol.La Polstrada ha chiuso il tratto autostradale interessato dispondendo la deviazione lungo la A27 e l'immissione del traffico proveniente da Belluno-Treviso lungo la tangenziale di Mestre. Sul posto, oltre agli agenti della Stradale anche i vigili del fuoco di Mestre.
Varese 7 luglio E’ morto Gabriele Griggio un artigiano di 54 anni di Tradate di Varese. Gabriele è morto nel primo pomeriggio di mercoledì 7 luglio a Locate Varesino (Como) dopo essere precipitato da circa sette metri mentre stava compiendo alcuni lavori di manutenzione sul tetto di un magazzino. Per Griggio non c’è stato nulla da fare: troppo gravi le ferite riportate nella caduta. Luogo dell’infortunio mortale un magazzino di una ditta in via Garibaldi a Locate Varesino dove l’artigiano, un lattoniere, era impegnato in alcuni lavori di manutenzione della copertura.
E' MORTO IGNAZIO CARTA. E' MORTO FRANCESCO DE MICHELI, E' MORTO ANTONIO BORELLA. E' MORTO FRANCESCO GRANCHELLI. E' MORTA VITTORIA GIORDANO A LATINA
Nuoro E’ morto Ignazio Carta, operaio di 45 anni. Ignazio è morto oggi schiacciato dal suo trattore che si è ribaltato nelle campagne del paese. La tragedia, di cui si conoscono ancora pochi particolari, è avvenuta intorno alle 17 in un terreno su una strada di penetrazione agraria nella zona di gennecresia, a due chilometri dalla vecchia Orientale sarda. Quando l'équipe del 118 arrivata da Lanusei ha prestato i primi soccorsi, per Ignazio Carta non c'era più nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Lanusei, che hanno estratto il corpo dell'uomo dal mezzo, e i carabinieri, che hanno eseguito i rilievi per stabilire la dinamica e le cause della disgrazia.
Latina E' morta Vittoria Giordano, operaia 49enne di Terracina in seguito ad una caduta avvenuta in una fabbrica di Pontinia. Vittoria, dipendente di un’azienda di dolciumi ha perso l’equilibrio mentre era a bordo di un carrello elevatore per fare le pulizie. La caduta, da circa 3 metri di altezza le ha causato una ferita alla testa che non le ha lasciato scampo nonostante i soccorsi e il conseguente ricovero nel nosocomio del capoluogo pontino.
Cremona E’ morto Francesco de Micheli agricoltore sbandando con il trattore, si è spenta così la vita di un agricoltore di 53 anni, molto conosciuto a Motta Baluffi.
Livorno 5 luglio E’ MORTO ANTONIO BORELLA Un tragico incidente nei campi ha stroncato ieri mattina la vita di Antonio Borella, 69enne in pensione, meglio conosciuto a Collemezzano come "Gigi".L'uomo era uscito di casa verso le 5 del mattino ed è deceduto poche ore più tardi, schiacciato dal trattore a bordo del quale stava andando nei campi.I familiari si sono accorti della tragedia solo attorno alle 14, quando hanno iniziato ad allarmarsi per il ritardo di Antonio, che tutti aspettavano per pranzo. Così si è scoperto il profilo del dramma che ha gettato la famiglia Borella, la moglie Vera e i quattro figli, tre donne e un uomo, nello sconforto più nero. L'ambulanza medicalizzata della Pubblica assistenza di Cecina, accorsa a sirene spiegate sul luogo dell'incidente, è intervenuta senza poter fare altro per l'agricoltore che constatarne il decesso.Per l'uomo infatti, come ha spiegato il dottor Roberto Amore, medico del 118, la morte sarebbe avvenuta prima delle dieci di mattina. Il personale sanitario si è quindi adoperato per evitare alla moglie, che accusava un malore, che lo shock della scoperta potesse degenerare in un ulteriore dramma. Dalle prime ipotesi sulla dinamica dell'incidente pare che il trattore si sia inclinato e poi quasi ribaltato, sbalzando Antonio sul terreno, per poi passargli sopra la testa e ucciderlo all'istante, lasciandolo esanime in mezzo ai campi. Il mezzo, tornato diritto, avrebbe poi continuato la sua corsa fino ad andare a sbattere contro i primi anelli degli alberi del bosco. L'anziano si stava dirigendo nell'appezzamento di terra di sua proprietà, situato poche centinaia di metri dietro l'abitazione all'inizio di via Potenza. Borella era un agricoltore e aveva sempre lavorato in un'azienda agricola. Era quindi un esperto trattorista e per questo gli inquirenti hanno deciso di appurare se l'incidente possa essere stato causato da una perdita di controllo del mezzo provocata da un malore. Secondo un vicino di casa, Antonio avrebbe avuto diversi problemi di salute, il che renderebbe ancora più plausibile la supposizione. L'altra ipotesi presa in considerazione è che la tragedia sia stata provocata da un errore di conduzione. Certo questa è meno probabile, considerata la confidenza con la guida e la sua esperienza, ma il tragitto inclinato e disconnesso non consente di escluderla totalmente. I carabinieri della compagnia di Cecina stanno svolgendo le indagini, mentre il magistrato Giuseppe Rizzo ha autorizzato la rimozione del cadavere diverse ore dopo il decesso. Ancora da chiarire, a seguito dei rilievi effettuati dall'unità dell'Usl (servizio di prevenzione), che si occupa degli infortuni sul lavoro, se l'incidente possa rientrare nella casistica, visto che l'uomo era un pensionato: che però si apprestava a lavorare la sua terra.
Pescara 6 LUGLIO E’ MORTO Vincenzo Granchelli agricoltore di 71 anni. schiacciato dal mezzoche guidava. L'incidente si è verificato ieri mattina in contrada Riedi. A bordo del suo trattore gommato, stava passando da un terreno agricolo alla strada, quando, a causa di un avvallamento non ben considerato, il mezzo si è ribaltato. Il corpo dell'anziano è finito sotto il mezzo che lo ha schiacciato, senza lasciargli scampo. Inutili i soccorsi del 118 che pur sono giunti tempestivamente. Al loro arrivo, il cuore del settantunenne aveva già smesso di battere: inutile qualsiasi tentativo per rianimarlo. All'incidente ha assistito impotente un parente di Granchelli che ha subito lanciato l'allarme. Sul posto, in men che non si dica, sono intervenuti i carabinieri della vicina Compagnia di Penne, i medici del 118, gli uomini della Asl e i vigili del fuoco. La macchina dei soccorsi però nulla ha potuto contro un destino atroce che si era già compiuto. Il peso del trattore, infatti, è stato fatale per l'agricoltore che è morto sul colpo.
Foggia 6 luglio e’ morto Domenico Ciccorelli un operaio di 30 anni. Domenico e' morto per lo scoppio di una bombola di ossigeno in un deposito di rottami alla Secondo quanto accertato dai vigili del fuoco intervenuti sul posto, l'uomo stava smontando il gruppo valvolare di una bombola d'ossigeno, che probabilmente non era del tutto vuota. La fuoruscita del gas ha causato lo scoppio e la morte sul colpo dell'operaio. A poca distanza c'erano altri due operai che, pero', sono rimasti illesi. Ciccorelli aveva moglie e due figli piccoli
VENEZIA, 5 LUG E’ MORTO UN OPERAIO DI 59 ANNI a Noale (Venezia) schiacciato da alcune lastre di cemento armato crollategli addosso come un gigantesco domino. La vittima, 59 anni, era all'interno dell'azienda, specializzata nel movimento container, e stava attendendo che venisse caricato il suo automezzo. Un carrello elevatore avrebbe urtato una colonna che cadendo, ha trascinato nel crollo le lastre che si sono abbattute sull'uomo.
lunedì 5 luglio 2010E' morto Salvatore Vita operaio di 58 anni mente lavoravo in una linea elettricaPisa, 5 lug. E' morto salvatore vita operaio di 58 anni questa mattina mentre lavorava a una linea elettrica, in localita' Santa Colomba, nel comune di Bientina (Pisa). La vittima si chiamava Salvatore Vita, originario della provincia di Agrigento ma residente da anni a Crespina, nel Pisano. Secondo quanto ricostruito l'incidente mortale sul lavoro e' avvenuto poco dopo le 9.
venerdì 2 luglio 2010E' MORTA GABRIELLA BALDAS UN'OPERAIA DI 55 ANNI A SUSEGANA DI TREVISO. E' MORTO ENRICO TAMIAZZO OPERAIO DI 28 ANNI A PADOVA2 luglio tragico nel nordest 4 vittime
Bolzano 2 luglio E’ morto Klaus Tretti di 66 anni ad Appiano, vicino a Bolzano. klaus titolare di un magazzino intento al lavoro con un carrello per sollevare la merce. tretti e' caduto dal mezzo ed ha battuto il capo, riportando lesioni gravissime per le quali e' morto poco dopo il ricovero all'ospedale di Bolzano. Sono in corso indagini dei carabinieri per accertare l'esatta dinamica dell'incidente.
Bolzano E’ morto Johann Troger agricolttre.Johann e' stato travolto da una macchina per lavorare il fieno. La vittima aveva 51 anni. La disgrazia e' avvenuta nei campi di Tanas, nel comune di Laces (Bolzano).
Treviso 2 luglio E’ MORTA GABRIELLA BALDAS OPERAIA DI 55. GABRIELLA è morta in un’azienda alimentare di Susegana, nel pomeriggio di oggi. Gabriella è morta al grissinificio Roberto, nota ditta specializzata nello sfornare e commercializzare prodotti da forno sia per la grande distribuzione che per il mondo della ristorazione. L’esatta dinamica dell’accaduto è ancora al vaglio dello Spisal dell’Usl 7, intervenuto sul posto insieme ai sanitari del Suem di Treviso, ai vigili del fuoco di Conegliano e ai carabinieri della stazione di inutile: la donna era già deceduta, spirata praticamente sul colpo a causa delle gravissime lesioni riportate nell’infortunio, dovuto secondo le prime informazioni da un macchinario per la produzione dei grissini sotto cui l’addetta sarebbe rimasta schiacciata. Vano l’atterraggio dell’elicottero del Ca’ Foncello.
PADOVA, 2 LUG E’ morto Enrico Tamiazzo. Un giovane e’ morto in un incidente sul lavoro avvenuto stamani nella zona artigianale di Bovolenta (Padova) Enrico Tamiazzo, 28 anni lavorava come lattoniere stava compiendo un sopralluogo sul tetto di una stireria, quando il solaio ha ceduto sotto i suoi piedi. Il giovane e’ morto sul colpo e vani sono risultati i soccorsi dell’equipaggio del 118 arrivato sul posto con un elicottero.
E' MORTO FRANCESCO BRINA INVESTITO DA 30 QUINTALI DI PUTRELLE IN UN'AZIENDA DEL BRESCIANOBrescia 1 luglio E’ morto Francesco Luigi Brina, 40 anni.. A perdere la vita un autotrasportatore di Piancamuno,. Erano circa le 14,30 quando Ferancesco, alle dipendenze della società italiana trasporti europei spedizioni nazionali ed internazionali «Site» di Badetto di Ceto, stava caricando dei fasci di putrelle all'interno del reparto spedizioni del laminatoio, fermo per la cassa integrazione degli operai. Probabilmente a causa di un guasto del carro ponte, un fascio di putrelle di acciaio, del peso di circa 30 quintali, si è staccato ed è andato a colpire Brina, che proprio in quel momento, per cause da accertare, sostava tra la pila di putrelle ed il camion. Immediati sono scattati i soccorsi. Da Brescia è stato fatto decollare l'elicottero del 118 mentre da terra è partita un'ambulanza. Una volta giunti sul posto però i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso.Sul posto sono giunti anche i vigili del fuoco di Darfo Boario e di Edolo, i carabinieri di Cedegolo, i tecnici dell'Asl e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali camune, che hanno parlato di «ennesima morte bianca e attacco alla sicurezza sui posti di lavoro, appellandosi infine alla necessità di confronto». Se il reparto laminatoio era già chiuso e senza dipendenti, il reparto torneria ha cessato l'attività in segno di lutto. Francesco Brina era nato a Bergamo e abitava in Via XXV Aprile nella frazione Beata di Piancamuno, dove si era trasferito da poco con la famiglia. Lascia la moglie Paola Federici e due bambini maschi di 6 e 4 anni. La salma si trova nell'obitorio dell'ospedale di Esine, a disposizione dell'autorità giudiziaria.
I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO CALANO DEL 7%. MA GIUGNO E' STATO TRAGICO PER AGRICOLTORI E EDILI.I morti per infortuni sul lavoro sono stati dall’inizio dell’anno al 30 giugno 2010 265 contro i 283 dello stesso periodo del 2009. Assistiamo quindi ad un calo del 7 % . I morti in agricoltura sono stati 79 contro gli 85 del 2009. Nel mese di giugno del 2010 sono stati però 29 contro i 17 di giugno 2009. Assistiamo ad un terribile aumento del 38%. Purtroppo all’inizio del mese avevo previsto questa carneficina, l’ho scritto nel blog e tempestato di mail giornalisti, politici, giornali ecc. Bastava guardare le tabelle excel del 2009 (mandate a tantissimi che non si sono neppure degnati di guardarle) e l’andamento climatico d’aprile e maggio 2010: a causa del maltempo erano stati rimandati i lavori all’aperto. I nostri agricoltori, come gli edili, muoiono nell’indifferenza generale, schiacciati dal vecchio trattore che guidano in età avanzata. L’ex ministro dell’Agricoltura Zaia, sempre presente quando c’erano da inaugurare sagre e mostrarsi in televisione non ha fatto niente per ridurre queste morti così poco mediatiche. Ci aspettiamo dal nuovo Ministro dell’Agricoltura Galan una maggiore attenzione verso questo triste fenomeno che vede morire i nostri padri e i nostri fratelli.Per quanto riguarda gli edili i morti sono stati 73 dall’inizio dell’anno fino al 30 giugno del 2010 contro gli 83 dello stesso periodo del 2009. Nel mese di giugno 2010 sono stati 19 contro i 14 di giugno 2009. Anche per questa bistrattata categoria, formata sopprattutto da merdionali e stranieri, vale lo stesso discorso degli agricoltori: dai dati raccolti era possibile capire che ci sarebbe stato un giugno tragico anche per questa categoria che aveva rimandato i lavori all’aperto. CARI NAVIGATORI CHE VISITATE IL BLOG IN DIVERSE CENTINAIA AL GIORNO, CERCATE, ALMENO VOI, DI SENSIBILIZZARE I VOSTRI CONOSCENTI CHE LAVORANO IN EDILIZIA E IN AGRICOLTURA. DITE LORO CHE GIUDARE UN TRATTORE IN TARDA ETA’ E LAVORARE IN EDILIZIA SONO I MESTIERI PIU’ PERICOLOSI.
mercoledì 30 giugno 2010Anche l'ultimo giorno di giugno ha portato altre vittime. E' morto Nicola Moretti nel bellunese e Sirio Corte Mette in provincia di Trento
TRENTO E’ morto nicola Moretti operaio bellunese. Nicola si è spento martedì pomeriggio per le gravi ferite riportate, l'operaio rimasto ferito durante lavori di disgaggio in Val Daone, in Trentino. La vittima aveva 44 anni. Sul posto per gli accertamenti del caso, è intervenuto anche l'ispettorato del lavoro. L'incidente è avvenuto in località Boazzo. L'operaio veneto, era dipendente di una ditta valsuganotta. I soccorritori del 118 l'hanno trasportato in elicottero all'ospedale Santa Chiara di Trento, ma senza salvarlo.
Belluno E’ morto Sirio Corte Mette di 72 anni cadendo su di una falciatrice che gli ha reciso la gola - Auronzo in lutto per una tragedia inspoegabile. Sirio, maestro di sci a Cortina e a Misurina. Ha perso la vita mentre stava sfalciando il prato del maneggio che si trova vicino al lago di Auronzo. Aveva acceso la falciatrice per curare le pertinenze del maneggio e di un piccolo ristoro gestito durante l’estate dal figlio Giovanni. Per cause ancora non chiare, è caduto a ridosso della falciatrice che gli ha reciso la gola. È stata una turista che passeggiava da quelle parti ad accorgersi sconvolta dell’accaduto. Subito ha cercato qualcuno in possesso di un telefonino per dare l’allarme al 118. Giunti sul posto, ai sanitari non è rimasto che constatare il decesso.

giovedì 29 luglio 2010

QUASI QUASI DEI VERI CADUTI SUL LAVORO

Il titolo del comunicato che ho preso per spendere due parole su questa ennesima tragedia annunciata sul fronte afgano che ha visto uccisi altri due mercenari italiani potrebbe dare il senso di un articolo pesante contro questo ennesimo atto di belligeranza,ma invece i toni oltre che naturalmente di totale schifo nei confronti della missione di guerra,sono giustamente pesanti con la classe politica italiana(a dire il vero dovrebbero prendersela con tutti i politicanti nostrani anche se l'articolo rimarca solo Berluscojoni e i suoi adepti del centrodestra)rei di mandare ancora soldati ad ammazzare e venire uccisi.
Questa volta,a differenza di quasi tutte le altre morti di mercenari italiani,gli ultimi due possono essere considerati dei caduti sul lavoro in quanto uccisi durante l'importante attività di sminamento che permette alla popolazione civile afgana e a chi vuole davvero ricostruire l'Afghanistan di essere aiutata a vivere meglio(e poi bisognerebbe vedere chi come e quando tali mine siano state piazzate...magari sono made in Brescia!).
Che poi sia sbagliato ricordare in Parlamento questi soldati a scapito di chi muore quotidianamente per svolgere il proprio lavoro è l'ennesimo fatto riprorevole che giunge a cadenza quando qualche personaggio,in questo caso l'istituzionale fascista La Russa che non vedrà mai il suo figlio combattere queste guerre ma se ne starà al sole pieno di coca,è un fatto che ho sempre criticato così come il mantenimento delle famiglie colpite a spese nostre vita natural durante.
L'articolo postato da Piemonte Indymedia è del Collettivo Comunista Piemontese che rimarca il fatto che gli afgani stiano combattendo contro un'invasore che viene per invadere e non per portare aiuti se non morte e distruzione.
Ultima considerazione,visto che questi militari sono morti non per un attacco diretto a fuoco o per un attentato vero e proprio,ma a quanto pare per il momento per l'esplosione di un ordigno rudimentale messo apposta nelle vicinanze,i mass media dopo un primo momento della news calda nell'immediatezza in cui è stata data la notizia ha già posto questo accadimento nelle retrovie di tutti i più importanti tg(mediaticamente e non per le cagate del regime che sparano)...forse ci sono mercenari morti che fanno più notizia di altri?

W la resistenza afghana! Morte all'imperialismo!

Quelle famiglie dovrebbero augurare lo stesso dolore alla famiglia di Berlusconi e dei caporioni della sua banda di governo. Ma essi sono al sole delle loro spiagge e a godersi le loro sontuose ville al mare, attorniati da puttane e imbottiti di cocaina.
Mentre prosegue la missione italiana di guerra imperialista per l’occupazione dell’Afghanistan, altri due militari italiani sono morti cercando di disinnescare un ordigno. Altri due mercenari al soldo dei capitalisti nostrani, ci hanno lasciato la pelle. Non possiamo fare altro che prendere atto della loro prematura scomparsa e ribadire quanto questa missione militare, come tutte le altre in cui sono impegnati i militari italiani, non sia assolutamente una missione di pace, come vogliono fare credere le Autorità del nostro Paese, ma una vera e propria guerra di occupazione. Alla ferocia e alla arroganza degli occupanti, la resistenza afghana risponde colpo su colpo e, come i nostri partigiani durante l’occupazione nazista dell’Italia, difendono con le unghie e con i denti la loro patria e la loro autodeterminazione.
Berlusconi si dice addolorato e dice anche che però queste morti nostrane, rafforzano l’idea che dobbiamo continuare ad esserci. Il capo banda del governo di mafiosi, fascisti, razzisti e speculatori, rivolge anche il proprio cordoglio alle famiglie dei due militari morti. Ma quelle famiglie dovrebbero indignarsi e odiare chi manda i loro figli a morire in una missione di guerra spacciata per “missione di pace”. Quelle famiglie dovrebbero augurare lo stesso dolore alla famiglia di Berlusconi e dei caporioni della sua banda di governo. Ma essi sono al sole delle loro spiagge e a godersi le loro sontuose ville al mare, attorniati da puttane e imbottiti di cocaina.
Lo stesso dolore che provano le famiglie dei due giovani mercenari morti ammazzati dalla legittima resistenza di un popolo aggredito, devono provarlo i mandanti di questa missione militare. Sono le famiglie delle carogne che ci governano che devono perdere i loro figli e vederli ammazzati dalla necessaria e doverosa resistenza di un popolo al quale si vorrebbe mettere le catene!

W la resistenza afghana!
Morte all’imperialismo!

Collettivo Comunista Piemontese
colcompiemonte@yahoo.it
tel. 3476558445.
Via Spotorno 4 Torino.
Related Link: http://www.collcompiemonte.blogspot.com

mercoledì 28 luglio 2010

RATTI DI FOGNA VS PORCI PADANI

Articolo sul goliardico quello proposto e tratto da Roma Indymedia che demolisce un noto fascistello(mica tanto vista la mole)romano,tal Giuliano Castellino di cui sa parla più dettagliatamente in un articolo precedente(http://roma.indymedia.org/node/12112) e la cui foto la linko e basta perché oggi non voglio inzozzare il post con una faccia di merda fascista(http://www.militant-blog.org/wp-content/uploads/2010/01/prospettive.jpg).
Nella giornata di ieri tal servo dei servi ha attacchinato per Roma manifesti contro i suoi fratellini nazileghisti in quanto preso dalla sua romanità è capace di litigare con i suoi parenti più prossimi...che bello stare a guardare mentre si spandono merda addosso.
Ma questo vedere non deve durare molto poiché la vigilanza militante detta regole precise che chi sta troppo a guardare poi se lo piglia in culo:comunque ogni tanto è bello poter rilassarsi e ammirare i porci padani che le sentono sù dai ratti di fogna!Ahahah!

Fasciobesi VS nazipadani.

Il nostro prode fasciobeso nonché il Servo Sciocco alias l'Attacchino del sindacodabari ha colpito ancora.Dopo la polemica tra Bossi e Alemanno, in preda a un rigurgito nazionalista o nazi_onanista, è sceso in campo prendendo di petto la vile gente del nord che aveva osato criticare il condottiero capitolino dalla voce nasale.TACI PADANO NOI SIAMO ROMAquesto è lo slogan con cui ha tappezzato i quartieri bene della città mettendo il suo grassogrosso corpo in difesa del prode gianni
dunque TACI PADANO l'ha detto Giulianino, l'ex nazi-boneheads-ultras-fiammatricolore-osa-casapound e chi più ne ha più ne metta.Gianni non si tocca!!!!daje giulà continua a facce ride che tanto ormai te schifano tutti: gli antifa e pure i cameratti.
PSche tocca fa pe' la pagnotta...

martedì 27 luglio 2010

IL GARIBALDI MANGIAPRETI


Prendo spunto da un articolo apparso qualche mese fà sul sito Don Zauker(http://www.donzauker.it/2010/05/17/hasta-siempre-generale/) che tratta la figura dell'eroe nazionale Giuseppe Garibaldi artefice dell'unità d'Italia sotto il punto di vista anticlericale che lo contraddistinse durante la sua vita.
Oltre all'estratto di una delle sue ultime memorie si ricordi che definì Papa Pio IX un"metro cubo di letame"e padre di dichiarazioni come"Preti alla vanga!":l'eroe dei due mondi definito ultimamente assieme ai suoi"Mille"una banda di briganti da esponenti leghisti di certo storcerebbe il naso a fronte di chi sta preparando le solenni celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità italiana per cui ha creduto e combattuto.

Hasta siempre, Generale.

In tempi di celebrazioni dell’unità d’Italia, questo è il nostro ricordo di Garibaldi che difficilmente verrà celebrato in televisione.
Dal testamento:
« Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada ».

lunedì 26 luglio 2010

LA "LORO" POLITICA DEL FARE

Oggi propongo due esempi lampanti della politica odierna del centrodestra,uno passato sotto la lente d'ingrandimento e di cui tutt'ora sono pieni i notiziari televisivi e la carta stampata mentre l'altro passato maggiorente in sordina.
Il primo è ormai il celeberrimo caso del rappresentante del Pdl Fabio Granata che è stato attaccato dai suoi complici fascisti e mafiosi di partito perché costui vorrebbe finalmente,com'è giusto che sia,la verità sulle stragi del 1992 che coinvolsero lo Stato con le uccisioni dei giudici Falcone e Borsellino.
E fin qui tutto bene,se non qualunquistico e populista a meno che ciò non provochi l'indiavolata denuncia da parte di personaggi luciferini come La Russa e Alemanno e tutti i berlusconiani che guai volere verità scomode su fatti epocali nella storia italiani come quelli del'92!
Il secondo caso riguarda due carabinieri,i più sconosciuti Daniele Benegiano e Domenico Moscatelli,che sono stati richiamati e puniti con trasferimenti per aver adempiuto al loro lavoro senza guardare in faccia a nessuno e senza fare distinzioni tra le persone(come dovrebbe essere sempre)avendo elevato contravvenzioni verso alcuni generali di altre forze armate e ad altissimi funzionari dell’Amministrazione:non solo,vedendo che le multe poi non venivano pagate hanno denunciato questi fatti e sono stati castigati(ovvero la famosa piccola percentuale di forze del lavoro che svolge il proprio dovere e che poi vengono presi e paragonati alle merde che sono la stragrande maggioranza di loro).
Si parla molto della politica del fare,ma a centrodestra bisogna stare molto attenti a che cosa significhi"fare":se è svolgere il proprio ruolo onestamente questo diventa"sputtanare"o"fare del male",mentre quando si tende a insabbiare,coprire e spalleggiare gente corrotta come i vari Cosentino,Verdini e Mangano(a detta di Dell'Utri un eroe)oppure forze del disordine che stuprano,delinquono ed assassino allora sì che è"fare"e bene!
Il primo contributo è di"Repubblica on-line"ed il secondo di Toscana.Indymedia.

CENTRODESTRA
Granata: "Attaccano me per colpire Fini"Il Pdl: Gianfranco lo sconfessi
Il deputato Pdl punta l'indice contro Mantovano parlando di pezzi di governo che impediscono di arrivare alla verità sulle stragi del '92. Ma lui replica: Nulla di cui scusarmi, ho detto verità oggettive". Berlusconi ai suoi: Fini non superi certi limiti.

ROMA - "Non ho nulla di cui scusarmi. Ho difeso e difendo posizioni imprescindibili di legalità repubblicana. Questi sono attacchi strumentali e tendono a non colpire me, ma Fini". Resta saldo sulle sue posizioni Fabio Granata, il finiano che ha amplificato le tensioni interne alla maggioranza parlando di pezzi di governo che impediscono di raggiungere la verità sulle stragi del '92 e chiama in causa il sottosegretario Alfredo Mantovano per la decisione di negare la protezione al pentito Gaspare Spatuzza. Sdegnata la replica del diretto interessato che chiede a Fini di dissociarsi pronunciando, in Parlamento, una parola definitiva. La Russa pretende pubbliche scuse, senza le quali la strada è segnata: fuori dal partito. "Attaccano me per colpire Fini - insiste Granata - si scusino piuttosto coloro che hanno strumentalizzato le mie parole, distorcendone il senso agli occhi di Berlusconi per alimentare un clima di scontro, tra cui spiccano i miei ex amici di An quando non sono impegnati a esprimere solidarietà a Cosentino e Verdini". In serata l'agenzia Agi manda in rete un retroscena. Ecco cosa avrebbe detto Berlusconi a un "fedelissimo" per telefono: "Fini sa benissimo che può fare laguerriglia ma non la guerra, altrimenti verrebbe travolto...". "Deve capire che non può superare certi limiti...". "Fini vuole minare la mia leadership e l'immagine del governo"..

"Chieda scusa o via dal partito".
Ad aprire l'ultima giornata dei lavori del congresso di Gianni Alemanno a Orvieto era stato il messaggio con cui Berlusconi ha chiesto di mettere un freno "alle contrapposizioni delle correnti". Il premier si è detto d'accordo con la proposta del sindaco di Roma di tenere i congressi locali del partito. Ma le parole di Granata irrompono nella discussione. E l'assise si chiude con un messaggio diretto a Fini: le accuse del deputato non possono essere più ignorate. Il vicepresidente della commissione antimafia, di stretta osservanza finiana, diventa l'obiettivo centrale della maggioranza del Pdl. L'avversario. Lo confermano le parole di La Russa: "Chieda scusa o lasci il partito". E ancora: "Deve fare nomi e cognomi - insiste il ministro della Difesa - e offrire indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia ed in quel caso sarei io a lasciare il Pdl". La replica di Granata è secca: "Non ho nulla di cui scusarmi". E' il caos nelle file del Pdl e tra gli ex An. "Parole di una gravità assoluta - tuona Mantovano dal palco di Orvieto, seguito da un grande applauso - da componente della Camera esigo che ad esprimersi sia Gianfranco Fini".

Alemanno: "Vada a farsi un giro".
Ormai la convivenza fra Granata e la maggioranza del partito è complicata. Alemanno lo invita "a farsi un giro fuori dal Pdl, a meno di ripensamenti dell'ultima ora", e si associa alla richiesta di chiarimenti avanzata al presidente della Camera. "Se Fini lo sconfessasse sarebbe certamente un segnale importante per la ripresa del dialogo nel Pdl". In campo anche il ministro degli Interni Roberto Maroni. Che esprime "piena solidarietà al sottosegretario Mantovano, oggetto di ignobili insinuazioni". Parla pure Umberto Bossi: "Da Granata stupidaggini. Maroni i mafiosi li piglia tutti i giorni".

Fini tace.
Dagli uomini a lui più vicini non mancano dichiarazioni di apprezzamento per Mantovano. Andrea Ronchi gli rinnova "la stima personale e politica", Italo Bocchino e Adolfo Urso invitano tutti "ad abbassare i toni" chiarendo che "Mantovano e lo stesso Granata sono dalla stessa parte e cioè quella della legalità". Ma a questo punto è difficile che la pratica venga archiviata. Se ieri da più parti dello stato maggiore del partito arrivava la richiesta di sottoporre Granata al giudizio dei probi viri, oggi Alemanno insiste: partito, governo e Parlamento non possono più "ignorare" quello che ha detto.

Ma Granata insiste.
"Non ho davvero nulla di cui scusarmi - dice - perché le verità che ho detto sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella, se esiste, dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarietà a Verdini e Cosentino". In serata va al Tg3: "Attaccano me per colpire Fini, sono critiche strumentali". E aveva già detto, nel merito: "La Russa continua a strumentalizzare affermazioni serie ed equilibrate da me portate avanti nel contesto della Commissione Antimafia e che erano riferite all'inopinata negazione da parte della Commissione ministeriale presieduta da Alfredo Mantovano del regime di protezione per Spatuzza, considerato attendibile da ben tre Procure sulla questione delle stragi del '92". E ancora: "Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verità sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa può semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi".

La legge bavaglio, Dell'Utri, l'"eroe" Mangano.
Poi torna sul ddl intercettazioni e contesta le attestazioni di stima pronunciate nei confronti di Dell'Utri: "Mi riferisco anche ad un ddl sulle intercettazioni, difeso con forza dal governo in una stesura originale che, per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche ambientali, avrebbe indebolito lo strumento più importante per le indagini di mafia, se non fosse intervenuta la nostra volontà radicale di modificarlo. E alle decine di attestazioni di stima e solidarietà, anche da parte di esponenti del governo, dopo una condanna a sette anni a Marcello Dell'Utri per associazione mafiosa e dopo la sua ennesima proclamazione a eroe di un mafioso conclamato come Mangano".

La proposta-provocazione di La Russa.
Il ministro si dice pronto a spendersi "perché si trovi un accordo tra Fini e Berlusconi". E avanza quella che definisce "un'ipotesi fantascientifica": "Se si trovassero d'accordo che Fini entri nel governo, magari al ministero delle Attività produttive, lasciando la carica istituzionale per svolgere un ruolo anche nel partito, la situazione cambierebbe radicalmente. So che è molto difficile, ma se si chiudesse anche questo spiraglio avrebbero ragione i pessimisti".


carabinieri di Roma attenti alle multe...
italia diritti e libertà comunicati mercoledì 21 luglio, 2010 10:10 by raffa
Ecco cosa succede a due Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma per averfatto il proprio dovere, una triste vicenda, degna di segnalazione…
Carabiniere contravvenziona vip. Distaccato ad altro reparto, accusa malore efinisce al pronto soccorsoRoma, 21 giu - Il Maresciallo dei carabinieri Daniele Benegiano non immaginavache elevare contravvenzioni al codice della strada lo avrebbe condotto ad essereconvocato dai superiori, ad essere destinato ad un altro reparto e, addirittura,a finire al pronto soccorso.Il sottufficiale, unitamente all’appuntato Domenico Moscatelli, con cui facevada tempo coppia fissa in pattuglia per le strade di Roma, durante lo svolgimentodel servizio, aveva contestato infrazioni del codice della strada ad alcunigenerali di altre forze armate e ad altissimi funzionari dell’Amministrazione.Per tale motivo, entrambi i militari erano stati più volte convocati daisuperiori i quali avevano rappresentato il pericolo che il loro atteggiamentoinflessibile potesse incrinare i rapporti dell’Arma con le altre forze dipolizia e con alte personalità dello Stato. In tali colloqui, peraltro, erastato fatto loro presente che era in potere della scala gerarchica di destinarliad altri reparti.I due militari erano stati poi assegnati a distinte pattuglie, ma avevanonondimeno continuato a svolgere il loro servizio con l'abituale imparzialità,attenendosi al principio di non discriminare gli utenti della stradaintercettati a seconda della qualifica o del ruolo sociale. Anzi, sospettandoche in riferimento ad alcuni verbali da loro elevati non fosse stato dato ilregolare seguito, avevano presentato due denunce penali alle Procure dellaRepubblica militare ed ordinaria di Roma.Sennonché, il Maresciallo Benegiano, allorché intraprendeva il servizio delloscorso 12 giugno, ha ricevuto la comunicazione di essere stato aggregato per“esigenze di servizio” ad altro reparto. Lo stress determinato dalla notizia,unitamente alle pressioni psicologiche subite negli ultimi mesi, hannodeterminato il crollo del sottufficiale che, durante il servizio, si è sentitomale ed è stato accompagnato in divisa al Pronto soccorso dell’Ospedale Pertinidi Roma e lì trattenuto per tre giorni.“Il caso del Maresciallo Benegiano – rileva l’Avvocato Giorgio Carta che loassiste – rammenta a tutti le difficili condizioni psicologiche in cuiquotidianamente prestano servizio i nostri valorosi Carabinieri, soprattuttonell’area di Roma. L’esito delle denunce penali presentate dai due militari nonè ancora definito, ma può già ora rilevarsi l’anomalia di un’indagine delegataalla stessa Arma dei Carabinieri e delle singolari convocazioni gerarchichesubite dai due militari”.Peraltro, è prassi dell’Arma dei carabinieri far precedere un trasferimentodefinitivo da un’aggregazione temporanea. “Contro l’eventuale trasferimento perincompatibilità – prosegue l’avvocato Carta – esperiremo ogni opportuno ricorso,atteso che il Comandante di reparto dei militari non è più quello dell’epoca difatti oggetto di denuncia e, quindi, sarebbe difficile ravvisare oggi validimotivi di opportunità alla permanenza dei due militari nella attuale sede diservizio”.

domenica 25 luglio 2010

L'ECONOMIA IN CENTRO-SUDAMERICA

L'analisi a firma di Gennaro Carotenuto racconta il miracolo economico del centro-sudamerica che a differenza della totalità dei paesi di tutto il mondo nonostante il periodo di crisi riescono ad ottenere incrementi percentuali di crescita economica soprattutto per motivi quali forti investimenti pubblici,centralità del mercato interno e un target delle esportazioni molto diversificato geograficamente.
Non tutto è positivo,infatti due paesi sono in calo e se il caso di Haiti era praticamente certo visto il disastroso terremoto quello del Venezuela fa riflettere in quanto parecchi stati che incentrano la loro ricchezza sul petrolio possono subire l'altalenarsi della domanda mondiale oltre che la forte oscillazione dei prezzi del greggio.
Questi ultimi stati dovrebbero secondo l'autore dell'articolo provare a non indirizzare tutti gli investimenti solo sull'oro nero ma anche su altri settori:altro punto buio è la disoccupazione in quanto la maggior parte della manovalanza a basso costo rimane senza stipendio in quanto la crisi non fa aumentare i posti lavorativi nei settori a basso reddito e quindi la maggior parte dei poveri rimane così.
Al contrario crescono le richieste lavorative nei settori dove serve più specializzazione,ed i governi centro-sudamericani per questo stanno aumentando i fondi per l'istruzione in modo da poter far decrescere il tasso di disoccupazione che comunque rispetto agli scorsi anni è ulteriormente calato.


America latina, la crisi non abita qui.

Il continente intero nel 2010 crescerà del 5.2%. Se un tempo un battito d’ali a Wall Street provocava un uragano a Brasilia o a Buenos Aires, l’accelerata integrazione latinoamericana, voluta dai popoli e alla quale in questo decennio hanno dato impulso grandi dirigenti come Nestor Kirchner, Lula da Silva o Hugo Chávez, è stato solo un venticello (-1.9% nel 2009) nel Sud che continua a tessere la tela del proprio futuro da quando ha smesso di prendere ordini dalla Casa Bianca e dal Fondo Monetario Internazionale. Luci e qualche ombra dalla Patria Grande economica. I dati della Comisión Económica para América Latina y el Caribe (Cepal) delle Nazioni Unite sono contundenti nella loro complessità.
Da una parte il dato preoccupante è che la crisi non permette di creare posti di lavoro per settori a basso reddito e bassa educazione, e quindi i poveri nel 2010 sono ancora quasi 190 milioni, un terzo della popolazione totale, nonostante la disoccupazione sia diminuita dall’8.2% del 2009 al 7.8% di quest’anno. Inoltre i settori economici che più sono in crescita sono quelli che meno occupano (e più negativo impatto ambientale hanno), come l’agroindustria esportatrice (addirittura entusiasmante l’export argentino e brasiliano oltre che verso la Cina verso la sempre più presente India). Due soli paesi registreranno un PIL negativo. Haiti non ha alcuno strumento per fronteggiare la crisi e il terremoto di gennaio comporterà una diminuzione dell’8.5% del PIL e solo nel 2011 le commesse della ricostruzione riporteranno il segno positivo. L’altro paese che decrescerà, del 3%, è il Venezuela. Una decrescita tutta o quasi dovuta ad un solo dato, la catastrofica contrazione dell’export petrolifero del 30.4% dovuta alla crisi internazionale. Emerge in questo dato quanto chi scrive segnala da dieci anni. Se il governo bolivariano non punta tutto sull’uscita dalla (ricca) monocoltura petrolifera non riuscirà a mettere le basi per un Venezuela moderno e dall’economia diversificata e per sostenere le conquiste sociali di questi anni pagate essenzialmente con la bonanza petrolifera. Il paradosso è dunque che il paese e il governo che più hanno fatto per l’integrazione del continente oggi è ancora uno dei più sensibili agli alti e bassi internazionali del prezzo e del consumo di greggio. Integrazione, commercio regionale, politiche pubbliche, sono le chiavi. Non è un caso che ai vertici della crescita ci sia la coesione dei quattro paesi del Mercosur: il Brasile cresce del 7.6%, Uruguay, Paraguay e Argentina del 7%. Poco più in basso c’è il Perù e intorno al 5% troviamo Repubblica Dominicana, Panama e Bolivia. Più indietro, ma sempre con un recupero tra il 2 e il 4% gli altri, i centroamericani, il Messico, il Cile, la Colombia, l’Ecuador. Per Alicia Barcena, segretario generale del CEPAL, le ragioni della resistenza alla crisi dell’America latina vanno ricercate nella persistenza di politiche e investimenti pubblici, alla centralità del mercato interno e alla grande diversificazione dei partner commerciali, soprattutto l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa.
tratto da www.giannimina-latinoamerica.it

sabato 24 luglio 2010

A VOLTE BASTA UNO SPILLO!

Notizia gossippara oggi con l'arresto di uno spacciatore di sostanze dopanti e che di"mestiere"ufficiale è un picchiatore di Stato,ovvero un celerino,e la denuncia di due suoi colleghi anche loro entrati nel giro di quello cha alla fine è una droga anche se l'uso è depenalizzato(ma non il suo commercio).
Il celerino-buttafuori-pusher torinese è stato arrestato dai carabinieri in un'operazione atta a contrastare lo smercio di tali sostanze,di largo uso assieme a droghe più pesanti come anfetamine e cocaina che fanno parte dell'alimentazione quotidiana e straordinaria nel caso di cariche di queste fecce umane,come può comprovare chiunque abbia avuto a che fare contro questi tori imbizzarriti che sfiammano odio e rabbia durante le loro mattanze.
Altro che sprangate e pugni e calci contro queste merde...a volte basta uno spillo per abbattere questi grossi palloni gonfiati..articolo preso da Indymedia Piemonte.

Torino, stavolta arresti e denunce sono per i celerini.

Si chiama Danilo Ricci, ha 33 anni, è un poliziotto del V Reparto Mobile di Torino. La moglie possiede un solarium, lui faceva anche il buttafuori in un locale di Ivrea. Ieri i carabinieri dei Nas e gli agenti della squadra mobile, coordinati dal capo Sergio Molino, lo hanno arrestato mentre era in vacanza al mare. Altri due poliziotti torinesi sono agli arresti domiciliari.
Anche loro fanno parte del V reparto mobile. Indagati altri venti loro colleghi più un’altra serie di persone, in qualche modo collegati alle accuse mosse a Ricci, presunto trafficante di sostanze dopanti acquistate via Internet. Lo hanno scoperto i carabinieri monitorando il sto www.originalanabolics.com. Gli inquirenti avevano concentrato l'attenzione sull’acquisto di un ingente quantitativo di farmaci e specialità medicinali con effetti dopanti da parte di un unico soggetto, appunto il poliziotto torinese. L’indagine è partita con l’aiuto di intercettazioni telefoniche e di email.
Ricci dopo aver acquistato queste sostanze dopanti «pur conoscendone la provenienza delittuosa, le rivendeva ad altri colleghi», secondo le carte giudiziarie che hanno fatto da base agli ordini di custodia cautelare firmati dai pm della procura di Torino, coordinati dal sostituto procuratore Gianfranco Colace. Gli altri 21 denunciati, tutti della polizia, sarebbero clienti di Ricci e ora accusati di ricettazione. Al centro del traffico illegale, alcune palestre di Torino e provincia frequentate dagli accusati.
I reati contestati ai tre poliziotti vanno dalla ricettazione, alla vendita delle sostanze illegali, all’esercizio abusivo della professione di farmacista. Alcune confezioni, vendute anche per centinaia di euro, erano pure scadute. L’operazione congiunta di carabinieri e polizia s’è poi estesa a tutta Italia. La vicenda è stata seguita dal questore Aldo Faraoni. Non sono stati ancora presi provvedimenti amministrativi a carico dei poliziotti intercettati dai Nas.

venerdì 23 luglio 2010

FIAT AZIENDA COMANDATA DA CANNIBALI

Reazioni una volta tanto quasi unite da parte di molte rappresentanze politiche italiane(e non solo per continuare guerre o per aumentarsi gli stipendi)quelle alle dichiarazioni dell'amministratore delegato Fiar Marchionne che trasferirà per rappresaglia contro i sindacati la produzione di una nuova auto(denominata"LO")in Serbia,in barba alle rassicurazioni che le nuove produzioni sarebbero state effettuate in Italia.
Tolta la Polonia ecco che entra in gioco la Serbia con un importante investimento sostenuto dal governo serbo che offre una buona quota oltre che un area in disuso da bonificare perché intasata dalla diossina oltre la promessa di assumere nel giro di alcuni mesi tutti i duemila lavoratori dell'ex stabilimento di Kragijevac messo male dopo l'ultima guerra combattutta nella ex Yugoslavia.
Articolo tratto da"La Repubblica on-line"e non sto a rimarcare che la famiglia Agnelli da decenni e sotto qualsiasi copertura politica abbia campato allagramente con i soldi di tutti i contribuenti italiani e che alla fine abbia fatto tutto quello che voleva soprattutto nella gestione delle risorse umane.

AUTO
Fiat, bufera sul trasferimento in SerbiaSacconi: "Riaprire subito tavolo tra le parti"
Polemiche sulla scelta dell'azienda di trasferire la produzione della nuova monovolume. La presidente di Confindustria: "Importante perseguire l'investimento a Pomigliano". Bersani: "Annuncio sorprendente". Cgil parla di ritorsione sui lavoratori. Calderoli: "Battuta che non fa ridere".

ROMA - Scatena una vera e propria bufera la scelta di Fiat di produrre la monovolume "L O' in Serbia 1. Non si sono fatte attendere reazioni e polemiche alla notizia data da Sergio Marchionne: la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha annunciato un confronto nei prossimi giorni con l'amministratore delegato della Fiat e ha sottolineato l'importanza di "perseguire l'investimento a Pomigliano, cercando di evitare comunque conflitti troppo pesanti, che non fanno bene a nessuno". Il ministro del Welfare Sacconi auspica l'immediata riapertura di un tavolo tra le parti, mentre il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino ha definito 'paradossale' la scelta dell'azienda che farà pagare al capoluogo piemontese la vicenda di Pomigliano. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha parlato di "annuncio sorprendente" e i sindacati chiedono chiarezza.

Sacconi: "Subito tavolo tra le parti". Il ministro del Welfare e del Lavoro, Maurizio Sacconi insiste sull'urgenza della riapertura di un tavolo tra le parti per discutere l'insieme del progetto Fabbrica Italia: "Io credo - ha detto il ministro - che ci sia modo di saturare i nostri impianti alla luce dei buoni risultati che il gruppo sta conseguendo negli ambiziosi progetti che si è dato. Certo - ha concluso - occorrono relazioni industriali cooperative perché invece le attività che in qualche modo fermano la produzione,
minoranze che bloccano la produzione, non incoraggiano questi investimenti".

Calderoli: "Fiat in Serbia? Battuta che non fa ridere". "La Fiat in Serbia? Se si tratta di una battuta, magari fatta per portare a più miti consigli i sindacati, sappia che comunque non fa ridere nessuno, diversamente sappia che troveranno da parte nostra una straordinaria opposizione". Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli esprime il suo dissenso sulle parole di Marchionne: "Non si può pensare di sedersi a tavola, mangiare con gli incentivi per l'auto e gli aiuti dello Stato e poi - aggiunge - alzarsi e andarsene senza nemmeno aver pagato il conto".

Regione Piemonte chiede incontro urgente con Marchionne. Il neoassessore al Lavoro della giunta Cota, Claudia Porchietto, ha annunciato che la Regione Piemonte chiede un incontro urgente con l'amministratore delegato Fiat. ''La Regione con il piano per l'occupazione appena varato - afferma Porchietto - sta facendo la sua parte, ma non può rimanere sola. Tutte le aziende, Fiat compresa, devono fare la loro. La Fiat - aggiunge - ha dato molto a Torino e all'Italia. Ma non si può dimenticare che altrettanta attenzione gli è stata garantita negli anni dallo stato e dagli enti locali''. L'incontro, sottolinea l'assessore, è necessario "perché è indispensabile che si proceda nella stessa direzione, a tutela dei lavoratori torinesi e piemontesi''.

Bersani: "Annuncio sorprendente. Subito un tavolo sulla questione". Una decisione, quella della Fiat, che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non comprende: "La vicenda merita un chiarimento. Non si può fare spallucce. Del resto la Fiat si chiama Fabbrica italiana automobili Torino. Il punto di partenza resta questo". E invita la convocazione immediata di un tavolo: ''Chi può convochi subito un tavolo. Non pretendo che sia il ministro ad interim, in tutt'altre faccende affaccendato - ha aggiunto - è nel frutteto alle prese con le mele marce...''. Per Bersani un tema rilevante come quello della Fiat deve essere affrontato in modo serio e approfondito e non con "dichiarazioni o scambi di battute. C'è in gioco - ha sottolineato - qualcosa di sostanziale. Non avere aperto un tavolo sulle questioni poste da Fiat e sul tema dell'indotto sta portando alla dispersione delle risorse industriali del Paese''.

Chiamparino contro Marchionne: "Scelta paradossale". Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, in un'intervista 2 pubblicata nell'edizione torinese del quotidiano La Repubblica, giudica "davvero paradossale" la stiauzione che si determinerebbe "se fossero i lavoratori e la città di Torino a pagare le conseguenze della vicenda di Pomigliano". Non sfugge a nessuno, infatti, l'enorme valore simbolico che avrebbe una scelta del genere. Con la Fiat che volta le spalle allo stabilimento-simbolo dove sono state formate generazioni di lavoratori e cuore pulsante della Torino operaia.

La protesta di Cgil: "Ritorsione contro i lavoratori". "La scelta di spostare in Serbia la produzione prevista nello stabilimento di Mirafiori, e le motivazioni addotte, sembrano confermare una linea basata sulla ritorsione nei confronti del sindacato e dei lavoratori, in continuità con il clima determinato dai recenti licenziamenti individuali". In una nota la segreteria nazionale della Cgil esprime "preoccupazione per la continua indeterminatezza nelle decisioni che assume la Fiat sul futuro delle produzioni negli stabilimenti italiani. Se così fosse, si continua nel paradosso che vede il più importante gruppo industriale italiano registrare, pur nella crisi, importanti performance che però stridono con la necessità di serie relazioni sindacali basate sul confronto e il rispetto reciproco".

Per Giorgio Cremaschi della Fiom, "le affermazioni di Marchionne sono gravissime e confermano tutti i giudizi che abbiamo espresso in questa fase. La Fiat in realtà si prepara a chiudere Mirafiori e a dismettere l'Italia".

Cisl: "Marchionne faccia chiarezza". "Marchionne fermi le bocce. Occorre chiarezza su numero e modelli che si produranno in Italia". Il monito arriva dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al numero uno della Fiat. E poi un invito: la Fiat "avvii una discussione aperta col sindacato, per tutti gli stabilimenti del Lingotto". E aggiunge: "Ma a qualche pezzo del movimento sindacale diciamo anche di smetterla con i polveroni che servono solo a produrre incertezze tra i lavoratori".

Fim Cisl: "La Fiat affronti le sfide". Una decisione in contrasto con i programmi che prevedevano la futura produzione Fiat in un sito italiano. Così Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim Cisl commenta l'annuncio di Marchionne: ''Il piano industriale Fiat del 21 aprile scorso - afferma Vitali - prevede lo sviluppo di alcuni dei nuovi modelli senza indicarne ancora il sito di produzione. Su questo punto è pertanto necessario avviare al più presto un chiarimento ed un confronto con la Fiat. La Fim ha dimostrato di essere in grado di affrontare concretamente le questioni della flessibilità, della competitività, del lavoro". "Fiat affronti le sfide - conclude Vitali - dando maggior credito al sindacato che contratta davvero, senza fare di tutta l'erba un fascio".

I manager serbi: "Rispettati gli accordi". Grandissimo risalto, oggi, sui maggiori quotidiani di Belgrado alla notizia che dell'inizio del 2012 Fiat produrrà in Serbia nuove versioni dei modelli Fiat Idea e Lancia Musa. Una notizia che ha provocato immediatamente reazioni positive da parte del management serbo dello stabilimento di Kragijevac. "La decisione di Fiat di produrre qui questi due nuovi modelli - affermano i manager serbi del sito produttivo - conferma che vengono applicati tutti gli accordi stipulati con i partner italiani". Anche la stampa locale dà grande rilievo alla notizia. Sulla prima pagina sotto titolo 'Fiat ha scelto i modelli', il quotidiano Blic scrive per esempio che la fabbrica Fiat Automobili Srbija a Kragijevac (Serbia centrale) produrrà due monovolumi classe 'L 0'. Le nuove macchine saranno realizzate sulla piattaforma della 'Punto Evo', con diversi motorizzazioni e con versioni a cinque o sette posti. Annualmente si produrranno tra 160 e 200 mila macchine". Esperti di Fiat sono arrivati ieri a Kragujevac e si sono messi al lavoro per la realizzazione di una nuova ala dello stabilimento, proprio in funzione della messa in produzione dei nuovi modelli. L'investimento Fiat dovrebbe aggirarsi attorno agli 800 milioni di euro.

giovedì 22 luglio 2010

FEDE CI SEI O CI FAI?

Il presentatore del Tg4 che fortunatamente da quando la rete Merdiaset è passata sul digitale terrestre non vedo più e che definire direttore o giornalista è un'infamia,ha dato l'ennesima prova d'ignoranza o comunque di leccaculismo dettato dall'alto(come dice l'articolo di oggi preso da Toscana.Indymedia di Valeria Rossi"E se l’ha fatto apposta, non è stata un’idea sua,lui non ha idee,utilizza quelle del suo padrone")parlando delle"agende rosse"che i manifestanti agitano in segno di protesta durante tutti i comizi contro la mafia.
La famosa agenda rossa del magistrato(tutt'altro che di sinistra!)Paolo Borsellino,ricordiamoci morto ammazzato assieme alla sua scorta perchè stava trovando la verità sui mandanti dell'uccisione dell'amico e collega Falcone oltre che tutti i rapporti tra mafia e politica,poteva essere nera,verde o bianca,e molto probabilmente sparì dalla circolazione grazie al tempestivo intervento dell’allora capitano dei Carabinieri Giovanni Arcangioli immortalato in varie fotografie e filmati televisivi appena dopo la strage di Via D'Amelio mentre porta via la borsa del giudice.
Lui e il fedele Fede intanto sappiamo che hanno lavorato,lo fanno tutt'ora e lavoreranno sempre per lo stesso padrone mafioso che ora è l'attuale presidente del consiglio.
Il link sotto l'articolo proposto mostra l'originale dell'intervento del cagnolino Emilio durante il suo tg4 e il video preso da YouTube lo stesso servizio con un'aggiunta che pone chiarimenti:è giusto sottolineare la verità perché una balla raccontata più volte soprattutto attraverso i massmedia alla fine risulta verità per le labili menti della maggior parte degli italioti.

Le agende rosse comuniste di Emilio Fede.

Quando la realtà supera la fantasia:facciamoci due risate, nella speranza che una basti a seppellirne uno...e un'altra l'altro

Le agende rosse comuniste di Emilio Fede,di VALERIA ROSSI (ovvero VALERIA COMUNISTI) – I casi sono due: o è completamente imbecille (e allora non può fare il direttore di un TG), oppure l’ha fatto apposta (e allora non può fare il direttore di un TG).Sto parlando, ovviamente, di Emilio Fede, più noto come Emilio Fido, e della sua clamorosa reinterpretazione delle “agende rosse”, ovvero del movimento creato per ricordare Paolo Borsellino (la cui agenda, di quel colore, non venne mai ritrovata dopo l’attentato, sicuramente sottratta da qualcuno che non voleva far sapere quali nomi ci fossero scritti sopra).Per Emilio Fede le agende rosse sarebbero state “comuniste” e la gente che ha ricordato Borsellino le avrebbe isolate perché “tentavano di dare una svolta ideologica alla manifestazione” (sì, lo so, non ci credete. Ma l’ha detto davvero, vedere video qui sotto).Ora, che un giornalista – per quanto ignorante, povero di spirito e lecchino – non sappia cosa sono le agende rosse, non è credibile.Se ne parla da 18 anni esatti. Le agende rosse vengono sventolate ad ogni manifestazione contro la mafia. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, le nomina ad ogni suo intervento (e ne fa tanti, ovunque).Non-si-può-cre-de-re che Fede non ne avesse mai sentito parlare. Quindi deve averlo fatto apposta. E se l’ha fatto apposta, non è stata un’idea sua (lui non ha idee, utilizza quelle del suo padrone).Ergo, al suo padrone faceva comodo far pensare alle casalinghe italiane e ai quattro poveri pensionati che ancora seguono il TG4 che le agende rosse fossero la risposta italiana al libretto rosso di Mao, o qualcosa di simile alle brigate rosse; fossero, insomma, “comuniste” e quindi brutte, cattive e portatrici di “morte, miseria e disperazione” (come dice il Berlusca dei comunisti in generale).Dopo l’attacco a Saviano, ecco quello alla memoria di Borsellino.E poi ci venga ancora a raccontare che lui lotta contro la mafia, eh.Comunque, Berlusconi a parte, un direttore di TG che prende una topica di queste dimensioni va immediatamente sospeso dall’incarico. Ovviamente non lo farà il padrone, che l’incarico gliel’ha palesemente dato: e allora lo faccia l’ordine dei giornalisti.E non si limiti a sospenderlo come ha fatto con Feltri (che continua peraltro ad imperversare come se nulla fosse successo): lo sbatta fuori a pedate nel sedere.Che già uno così non poteva essere giornalista prima. Figuriamoci adesso.E intanto viene da chiedersi QUALI nomi ci fossero sull’agenda del magistrato ucciso… visto che un simile grottesco tentativo di deviare l’informazione non può non essere legato a interessi personali.IL VIDEO Emilio Fede e i 18 anni dalla morte di Borsellino http://www.youtube.com/watch?v=tHmUn7cm_8w
Related Link: http://www.savonaeponente.com/2010/07/21/le-agende-rosse-comuniste-di-emilio-fede/