lunedì 30 settembre 2013

I COMPAGNI DI HERRIRA LIBERI SUBITO!

Stamattina in maniera simultanea la polizia fascista spagnola ha fatto irruzione in molte sedi del'organizzazione basca di Herrira,che da tempo lavora per i diritti dei presos politici di Euskal Herria,arrestando diciotto compagni e chiudendo alcune delle sedi violate.
L'articolo preso da Infoaut(il link con un video di Ateak Ireki:http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/9127-retata-contro-herrira-arresti-e-perquisizioni-in-varie-città-basche )spiega del come la Guardia (In)Civil dietro gli ordini della merdosa Audencia Nacional abbia fatto irruzione pressoché dappertutto in tutte le provincie del territorio basco,dietro il permesso del giudice Velasco,un altro bastardo della stessa specie di Garzon.
La risposta degli abitanti di Euskal Herria non si è fatta attendere e già oggi pomeriggio e stasera sono state indette manifestazioni in tutto il territorio in solidarietà e sostegno verso gli arrestati che svolgono un prezioso lavoro per quanto riguarda la dispersione dei prigionieri politici,gente con le palle che mettono la faccia operando volontariamente(vedi anche:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2013/06/eushal-preso-eta-iheslariak-etxera.html ).
La retata ha coinvolto anche l'informazione di Internet con siti e profili di social network chiusi dalle autorità del cazzo di Madrid,e questa notizia deve fare lo stesso il giro del mondo e deve avere un giusto rilievo per denunciare nuovamente il clima di tormento e di terrore che lo stato spagnolo attua verso i Paesi Baschi.

Retata contro Herrira. Arresti e perquisizioni in varie città basche.

Imponente operazione di polizia nelle strade basche quest'oggi. A metà mattinata la guardia civil ha iniziato una retata contro il movimento popolare Herrira che da anni lavora per i diritti dei prigionieri e delle prigioniere politiche basche. Diverse sedi sono state perquisite, almeno 18 persone arrestate. L'operazione ordinata dalla sezione numero 6 del Tribunale Nazionale e diretta dal giudice Eloy Velasco è stata ufficializzata attraverso una dichiarazione del Ministero degli Interni spagnolo. All'interno dell'ordinanza che ha autorizzato le perquisizioni e gli arresti di questa mattina si specifica che gli arrestati sono accusati di “apologia al terrorismo” e “integrazione e finanziamento a banda armata”.
La retata è stata condotta simultaneamente in diverse città dei Paesi Baschi, come Hernani, Bilbao, Gasteiz, dove centinaia di persone si sono riunite sotto le sedi per esprimere il proprio appoggio a Herrira e agli arrestati. Non solo perquisizioni, la successiva chiusura dei locali di Herrira e detenzioni: con la stessa ordinanza, l'Audencia Nacional ha autorizzato la chiusura di 32 profili Twitter, 125 profili di Facebook e 38 pagine web e il blocco del contro corrente bancario di Herrira.
Un'operazione in grande stile come non si vedevano da tempo nelle strade dei Paesi Baschi. Dietro alla retata di questa mattina, è evidente come la magistratura e le istituzioni affini, vogliano dare continuità al vecchio teorema “tutto è ETA”, e altrettanto evidente è come il giudice Velasco rappresenta la macchietta di colui che ideò e diede il via a tale teorema: il giudice Baltasar Garzon, noto ai più per aver emesso un mandato di arresto nei confronti di Pinochet, noto alla storia dei Paesi Baschi invece per aver portato avanti una dura politica repressiva nei confronti del movimento indipendentista basco. La retata di oggi è da inquadrare all'interno di una fase di risoluzione del conflitto (che ora più che mai sembra essere unilaterale) in cui l'organizzazione armata ETA ha dichiarato un cessate al fuoco permanente e si è dichiarata propensa, attraverso un comunicato di due giorni fa, al disarmo.
Intanto, per dimostrare solidarietà agli arrestati e al movimento Herrira, nella giornata di oggi sono state convocate numerose mobilitazioni a Baiona, Gasteiz, Donostia, Hernani, Pamplona e domani a Leioa. Ancora una volta per ribadire che non saranno né gli arresti, né le ordinanze giudiziarie a cancellare la solidarietà nei confronti dei prigionieri politici baschi, che piaccia o no al ministro degli interni e alle marionette che siedono nei banchi dei tribunali spagnoli.

domenica 29 settembre 2013

LO SCARICABARILE

La crisi di governo nata ieri sera è il frutto di quasi sei mesi di orrori politici che hanno visto all'esecutivo mano nella mano il Pd e il Pdl che in tutto questo tempo non sono riusciti ad ottenere nulla di concreto e vantaggioso per il popolo italiano ed anzi hanno fatto solo dei danni a livello economico,sociale e politico,facendo pagare le tasse sempre più ai meno abbienti,non riuscendo a promulgare leggi contro tutti i discriminati e senza cambiare una legge elettorale immonda.
Le colpe sono di tutti i rappresentanti del governo,da dividersi equamente tra la maggioranza e la minoranza che non ha saputo trovare punti d'accordo per sostituire quella esistente e praticamente facendo qualcosa che equivale a zero mandando a troie milioni di voti da parte degli elettori.
L'articolo del Corriere della sera on line parla dello scaricabarile tra Letta e Berlusconi,con quest'ultimo che ancora tiene al guinzaglio il paese dove in molti oggi al posto degli auguri di un buon compleanno gli auspicherebbero di sparire dall'esistenza,per il bene dell'Italia e degli italiani.

PALAZZO CHIGI

Lo sfogo di Letta: «Berlusconi ribalta la frittata
Gesto folle per coprire vicende personali»

Il presidente del Consiglio: la mancata copertura dell'Iva colpa delle dimissioni annunciate dai parlamentari Pdl

«Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l'alibi dell'Iva». Usa toni durissimi il premier Enrico Letta per commentare la decisione del Cavaliere di imprimere un'accelerazione alla crisi di governo intimando le dimissioni ai ministri del Pdl. Ufficialmente per prendere le distanze dal mancato rinvio dell'aumento dell'Iva, deciso venerdì in Consiglio dei ministri e votato anche dai cinque esponenti berlusconiani dell'esecutivo. In realtà, secondo il capo del governo, per motivi completamente diversi e legati, fa trasparire tra le righe di una nota affidata alle agenzie di stampa, alla vicenda della sua decadenza che già aveva provocato nei giorni scorsi l'annuncio delle dimissioni di massa dei parlamentari pidiellini. E proprio quel gesto, compiuto in concomitanza con il suo intervento alle Nazioni Unite - particolare questo considerato dalle parti di Palazzo Chigi uno sgarbo istituzionale studiato con malizia dal Cavaliere e dal suo inner circle -, è stato il vero freno al provvedimento sull'Iva. Letta lo ha voluto precisare subito, con un Tweet, a pochi minuti dalla diffusione della notizia dello showdown del Pdl (GUARDA). E perché non ci fossero dubbi lo ha pio ribadito con la nota ufficiale.
LA TELEFONATA DI ALFANO - Del forfait dei ministri berlusconiani il capo dell'esecutivo è venuto a conoscenza poco prima dell'annuncio. E' stato Angelino Alfano, che del governo era il numero due, a metterlo al corrente con una telefonata prima che la notizia fosse ufficializzata. Fosse stato per Letta, la questione si sarebbe risolta, in un modo o nell'altro, in Parlamento, con quel «chiarimento davanti al Paese» e «lontano dalle stanze chiuse» che caratterizzavano le verifiche prima Repubblica, che aveva evocato nel suo ultimo giorno di permanenza a New Yor Il precipitare della situazione lo ha invece costretto a prendere subito posizione, con una nota dai toni a lui inusuali che esprime fino in fondo tutto il suo malumore.
IL RUOLO DI NAPOLITANO - Domenica pomeriggio Letta salirà al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato. Napolitano sarà da poco rientrato dalla trasferta a Napoli che non ha subito modifiche di programma, nonostante l'escalation della crisi. E con lui farà di nuovo il punto della situazione e stabilirà una nuova road map, cercando magari di capire se davvero una nuova maggioranza può essere possibile. Premier e Presidente si sono già consultati al telefono e scambiati le prime impressioni. Quando si vedranno faccia a faccia valuteranno se ci sono i presupposti per tentare subito la nascita di un nuovo esecutivo, un governo di scopo che abbia come punti centrali del programma l'approvazione della legge di stabilità e il varo di una nuova legge elettorale. Senza la quale difficilmente Napolitano sarà propenso a indire nuove elezioni. Ma chi dovrà fare parte del nuovo governo e chi lo guiderà è però ancora tutto da stabilire.

(modifica il 29 settembre 2013)

sabato 28 settembre 2013

GRECIA:SBIRRI E NEONAZI IN GALERA

I due articoli proposti oggi,il primo di Contropiano(http://www.contropiano.org/internazionale/item/19347-grecia-in-manette-michaloliakos-e-la-cupola-di-alba-dorata )ed il successivo di Infoaut(http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/sull-illegalizzazione-di-alba-doratan )parlano di Alba dorata,della possibilità che venga illegalizzata e dell'arresto del suo Fuhrer Michaloliakos.
Riassumendo brevemente dopo la morte di Pavlos Fyssas(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2013/09/lomicidio-di-pavlos-fissas.html )da dieci giorni in Grecia la lotta antifascista ha praticamente accompagnato e sempre più integrato la protesta del popolo greco contro i ricatti della troika dei potenti,e l'opinione pubblica ellenica supportata anche da quella del resto dell'Europa e inaspettatamente talvolta anche rimarcata dai media italiani,è rimasta scossa da questo avvenimento.
Fatto sta che(http://www.infoaut.org/index.php/blog/antifascismoanuove-destre/item/9056-destituite-alte-cariche-della-polizia-per-connivenza-con-alba-dorata )già ad inizio settimana numerosi sbirri erano stati denunciati per esplicite connivenze con i neonazisti di Alba dorata,e stamattina l'arresto del segretario ex militare e già attivo ai tempi dei colonnelli fascisti,di un deputato e altre merde del movimento sono dei fatti concreti che vogliono stroncare questo abominio di partito politico.
I capi d'imputazione di questi criminali vanno dall'omicidio al riciclaggio passando tra rapine e ricatti,e staremo a vedere se gli investigatori ed i giudici riusciranno a stanare tutte queste merde inutili e farle finire in galera per molto tempo.

Grecia. In manette Michaloliakos e la cupola di Alba Dorata.

13.00 - Sono diventati circa 400 gli aderenti ad Alba Dorata che stanno manifestando e sventolando bandiere greche davanti alla sede del Gada, la questura centrale di Atene dove vengono portati gli arrestati man mano che vengono trovati dalle forze di sicurezza. All'inizio i neonazisti gridavano il loro tradizionale slogan 'Sangue, onore, Alba Dorata' poi riconvertito nel meno compromettente 'Patria, onore, Alba Dorata'. Si ha notizia dell'arresto anche di una donna poliziotto, una sergente in servizio al dipartimento di sicurezza del Pireo. Eseguiti finora 18 arresti, su 32 mandati di cattura complessivamente spiccati. Ancora irreperibile i deputati Michos e Pappas.
 
12.00 - E' Nikolaos Michaloliakos, il segretario di Alba Dorata, colui che in casa nascondeva tre pistole detenute illegalmente e ritrovate dalla polizia durante la perquisizione all'alba di questa mattina. Il fondatore di Alba Dorata è già passato per il carcere alla fine degli anni '70, quando era militare in servizio attivo e fu arrestato assieme ad alcuni commilitoni con l'accusa di aver dato vita ad una organizzazione terroristica fascista. Poi, in cambio della sua collaborazione con le forze di sicurezza, la pena gli fu ridotta a 'possesso di armi ed esplosivi" e quindi fu liberato dopo soli 13 mesi di reclusione. In precedenza Michaloliakos era stato un attivo sostenitore della dittatura dei colonnelli fino al 1974. 
11.35 - Durante la maxiretata contro Alba Dorata ancora in corso è stato arrestato anche un esponente delle forze speciali della Polizia 'Dias'.
11.30 - Durante la perquisizione nel domicilio di un militante di Alba Dorata poi arrestato la polizia ha rinvenuto tre pistole.
11.15 - Arrestato anche un altro deputato di Alba Dorata, Ilias Panayotaros. Che poco prima di essere ammanettato, secondo alcuni giornalisti greci che hanno raccolto le sue deliranti dichiarazioni, avrebbe accennato ad una rifondazione del movimento neonazista con un altro nome, per ovviare ad una eventuale messa fuori legge del movimento o ad un embargo del finanziamento pubblico minacciato dal governo.
11.10 - Secondo alcuni media ellenici, che citano l'intervento del costituzionalista K. Chrysogonos, anche se agli arresti in custodia cautelare, i deputati di Alba Dorata non sono automaticamente decaduti dalla loro condizione di parlamentari. Il che avverrà solo nel caso in cui dovessero essere riconosciuti colpevoli dei reati che vengono loro contestati e condannati alla privazione dei diritti politici.
11.00 - Alcune decine di estremisti di destra stanno manifestando, per ora silenziosamente, davanti alla sede centrale della polizia di Atene. Finora secondo i media solo 4 parlamentari e 12 altri esponenti di Alba Dorata sarebbero stati arrestati rispetto ai 36 ordini di cattura emessi da un magistrato dell'Aeropago, la Corte Suprema ellenica.
10.30 - Tra gli arrestati c'è anche il segretario della sezione di Alba Dorata del quartiere di Nicea, quella alla quale era escritto Giorgos Roupakias, l'assassino di Fyssas.
10.15 - Secondo le notizie diffuse dai media ellenici questa mattina sarebbero stati arrestati anche due agenti in servizio della polizia, accusati di collaborare con le attività criminali di Alba Dorata.
10.00Man mano che vengono arrestati i dirigenti e gli esponenti di Alba Dorata vengono portati dagli agenti negli uffici dell'antiterrorismo al dodicesimo piano del Gada, il palazzo della questura centrale di Atene all'ingresso del quale si è concentrata una discreta folla di giornalisti. Dal suo sito il movimento neonazista sta diffondendo un appello a dimostrare la propria solidarietà ai camerati finiti in manette anche se per ora non si ha notizia di manifestazioni, mentre alcuni dei parlamentari oggetto del mandato di cattura sono per il momento irreperibili.
9.30A quanto traspare finora quindi la maxioperazione contro l'estrema destra sarebbe giustificata da un comportamento 'criminale' dell'organizzazione neonazista, definitita "associazione a delinquere" e coinvolta in omicidi, rapine, ricatti e riciclaggio di denaro. Una formula ambigua e che non ha a che fare quindi con il carattere neonazista del partito, a detta di alcuni esponenti della sinistra greca, la stessa che nei giorni scorsi ha già portato all'arresto di alcuni attivisti che da anni animano la protesta delle comunità locali della penisola calcidica contro una miniera d'oro che una multinazionale canadese è stata autorizzata a realizzare nel villaggio di Ierissos.
09.00 - Nikos Michaloliakos, il fondatore e leader del partito neonazista greco Chrysi Avgì (Alba Dorata), è stato arrestato dalla polizia all'alba di oggi. Insieme con il segretario generale di Alba Dorata, che gli squadristi amano chiamare Führer, sono stati arrestati un'altra trentina di dirigenti di spicco e militanti del movimento. Tra questi anche quattro parlamentari tra i più in vista dell'organizzazione, compresi Ilias Kasidiaris, Lagos e Nikos Patelis.
Gli arresti sono scattati per ordine di un magistrato della Corte Suprema che ha emesso 36 mandati di cattura contro altrettanti esponenti dell'estrema destra accusati di essere coinvolti a vario titolo nell'omicidio, la sera dello scorso 17 settembre, del rapper antifascista Pavlos Fyssas, accoltellato a morte nel quartiere di Keratsini dal sicario del movimento neonazista 
Giorgos Roupakias, dopo che il 34enne era stato aggredito da decine di squadristi.
Non sono state ancora rese note le accuse alla base degli arresti ma i provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal procuratore della Corte Suprema Charalambos sulla base delle intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti sui cellulari di alcuni membri del partito e di suoi simpatizzanti. Dalle intercettazioni sarebbero emersi in maniera evidente collegamenti della dirigenza di Alba Dorata con l'omicida, il 45enne Roupakias. Le prove raccolte dagli inquirenti dimostrerebbero che il partito neo-nazista si muove sulla base di una precisa catena di comando con le connotazioni di una vera e propria organizzazione criminale dedita ad aggressioni razziste e ad attività illegali come la richiesta del pizzo ai negozianti in cambio dell'offerta di 'protezione'. Secondo alcune indiscrezioni alcuni dirigenti di Chrysi Avgi sono stati indagati anche per riciclaggio di denaro sporco e per il coinvolgimento in alcuni casi di omicidio e aggressioni attribuiti inizialmente alla malavita organizzata.
Ieri pomeriggio alcuni media avevano diffuso la notizia del possibile arresto di tre parlamentari del partito di estrema destra. Qualche ora Michaloliakos era intervenuto pubblicamente offrendo al partito di centrodestra Nea Dimokratia del premier Samaras la propria collaborazione per evitare che la coalizione di sinistra Syriza vinca le elezioni, ribadendo la minaccia di far dimettere tutto il gruppo parlamentare di Alba Dorata.
Sull'«illegalizzazione» di Alba Dorata.
Atene - Secondo alcuni media il governo di Atene avrebbe avviato la procedura legale per dichiarare fuorilegge il partito neonazista ellenico Alba Dorata, dopo l'omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas la sera del 17 settembre commesso da un sicario 45enne poi arrestato. Afferma ad esempio il Wall Street Journal che giovedì l'esecutivo avrebbe presentato alla procura generale la documentazione in cui si dimostra che Alba Dorata ha agito come un'organizzazione criminale organizzata, rappresentando così una minaccia all'ordine pubblico. La documentazione si baserebbe su circa 30 casi avvenuti nell'ultimo anno in cui membri o seguaci del partito neonazista sono stati accusati di atti criminali. Anche dopo l'ingresso in Parlamento, nel giugno 2012, con circa il 7% dei voti, il partito di estrema destra non ha mai smesso di aggredire politici di sinistra, immigrati, artisti e omosessuali ma, godendo di una condizione di quasi totale impunità sta consolidando la sua popolarità a scapito degli altri partiti.
Ma tra i movimenti antifascisti e i partiti di sinistra ellenici c’è molto scetticismo sulle reali intenzioni del governo composto dal centrodestra e dai socialisti. Finora ad Alba Dorata è stata accordata, grazie alla tolleranza dei vari esecutivi degli ultimi anni e alla evidente complicità di pezzi interi degli apparati di sicurezza e della magistratura, una quasi totale impunità. I governi che si sono fatti in questi anni strumento della troika hanno orientato in questo modo il malcontento popolare generato dal massacro sociale ordinato da UE e FMI verso l’estrema destra, scaricandolo quindi contro immigrati ed estrema sinistra, piuttosto che contro le politiche di taglio indiscriminato del lavoro e dei servizi sociali. Gli squadristi di Alba Dorata, del resto, non hanno mai aggredito rappresentanti del governo o dei partiti che lo compongono, o esponenti del mondo finanziario o delle banche che pure affermano di combattere. Sono stati sempre e solo immigrati o attivisti di sinistra a subire le aggressioni squadristiche, in alcuni casi mortali. Antonis Samaras ha veramente cambiato strategia? Per ora lo scetticismo è d’obbligo e a combattere Alba Dorata restano le organizzazioni antifasciste e gruppi autorganizzati di quartiere.
tratto da http://www.infoaut.org
25 settembre 2013

giovedì 26 settembre 2013

GUDARI EGUNA

L'articolo odierno è un contributo che anticipa di un giorno la data del Gudari Eguna con un contributo un poco datato(2005)anche perché questa celebrazione non è tanto sponsorizzata e conosciuta in Italia,grazie ad un contributo preso da"Euskal Herria.info"(http://www.euskalherria.info/?q=node/3913 ).
Tale data rappresenta"il giorno del soldato o del guerriero"e vuole ricordare tutte le vittime morte per la libertà del popolo basco,e questo giorno da quel che ho capito ha sostituito la data del 28 ottobre quando nel 1937 furono fucilati 42 combattenti in Cantabria durante la guerra civile spagnola,cambiandola in quella di domani 27 settembre quando furono ammazzati due militanti dell'Eta e tre del Frap(Fronte Nazionale Antifascista e Patriota)dal regime franchista.
Questa commemorazione molto sentita in Euskal Herria è vista male da quasi tutto il resto della Spagna che vede in questa data una legittimazione del"terrorismo"e della lotta armata,per altre informazioni in castigliano rimando a Wikipedia(http://es.wikipedia.org/wiki/Gudari_Eguna ).

Gudari Eguna 2005

Ieri, 27 settembre, si compirono 30 anni dalle esecuzioni dei militanti di ETA Txiki ed Otaegi, insieme a tre attivisti del FRAP, per mano del regime franchista. Da quel giorno ed in quella stessa data, tutti gli anni si commemora in Euskal Herria il Gudari Eguna per tutti quei volontari e militanti baschi "che hanno dato la loro vita nella lotta per Euskal Herria."
In tutti gli atti celebrati ieri si ricordarono tutti essi, dal primo militante di ETA deceduto, Txabi Etxebarrieta, fino all'ultimo, Imanol Gómez. Ma, con motivo del 30 anniversario, ci fu uno speciale ricordo per quelli fucilati per ordine di Franco.
Incensieri con "la fiamma del fuoco che simbolizza la lotta di questo paese", mazzi di fiori e striscioni con le sembianze "dei volontari per la libertà caduti nella lotta" presero le strade basche.

Due detenuti in Errenteria.

Di mattina, i centri di insegnamento furono scenario di mobilitazioni, e quella di Errenteria-Orereta si saldò con due detenzioni. Due giovani di 20 e 24 anni furono arrestati dall'Ertzaintza accusati di "apologia del terrorismo e disordini pubblici." Secondo il Dipartimento dell'Interno, i giovani furono fermati dopo che in una manifestazione si lanciarono pietre" ad una dotazione dell'Ertzaintza e si proferissero grida in appoggio ad ETA." Rimasero liberi dopo essere passati davanti al giudice.
In Hernani 200 studenti realizzarono una manifestazione, ed in tutti i centri di Sestao si realizzarono concentrazioni. In Zizur furono 50 quelli che si mobilitarono, come nell'istituto gasteiztarra Koldo Mitxelena, dove realizzarono un blocco stradale. Nel centro gasteiztarra Ikasbidea, come in quello di Zarautz, furono 30 gli studenti mobilitati.
Di pomeriggio, gli atti e mobilitazioni si estesero a tutte le località. In Bizkaia, centinaia di cittadini parteciparono alle manifestazioni. In Bilbo, più di 450 persone realizzarono un atto e percorsero la città in manifestazione. In Barakaldo furono 160, in Markina 90, in Zalla 70, in Lemoa e Derio 50, in Durango 90, in Txorierri 30, in Basauri 75, in Laudio 120, in Gernika e Bermeo 60, ed in Algorta 200. In Zornotza dove l'Ertzaintza identificò tre persone che installavano striscioni e manifestarono 100 persone.
In Gasteiz non ci furono problemi durante l'atto e la posteriore manifestazione che, sotto la vigilanza dell'Ertzaintza, riunì oltre un migliaio di persone. 42 persone si concentrarono su Otxandio.
In Baiona, da parte sua, furono 70 i manifestanti, in Hendaia furono 40 ed in Baigorri 15. In Nafarroa, Iruñea fu scenario di una manifestazione nella quale si concentrarono 600 persone. In Altsasu furono 75, in Tafalla 30 ed in Leitza 40.
Gipuzkoa fu l'herrialde (regione) dove l'Ertzaintza si impiegò più a fondo per ostacolare il Gudari Eguna. In Arrasate 600 persone subirono le cariche dell'Ertzaintza mentre si realizzava un atto di omaggio. Decine furono i fermati e gli identificati. Anche in Tolosa, l'Ertzaintza volle ostacolare la manifestazione, ma i 150 partecipanti terminarono la marcia. A San Sebastian furono più di 200 i manifestanti, 40 in Aretxabaleta, 33 in Getaria, 500 in Hernani, 100 in Andoain, 800 in Orereta, 15 in Segura, 200 in Zarautz, 200 in Eibar e 100 azpeitiarras (abitanti di Azpeitia, NdT) andarono fino a Nuarbe, dove davanti alla casa di Otaegi omaggiarono tutti i gudaris.
Euskal Herria esiste grazie alla "lotta"
GARA
SAN SEBASTIAN
Nel contesto del Gudari Eguna, Batasuna affermò che 30 anni dopo "il paese basco non conosce una variazione fondamentale delle strategie che stanno affrontando lo Stato spagnolo e lo Stato francese: non è riconosciuta come nazione ed il suo diritto a decidere è negato dalle costituzioni di entrambi gli stati", sottolineando la "strategia di annientamento del paese basco ed i suoi segni di identità."
Nonostante ciò, la formazione indipendentista basca considera che in questi anni "Euskal Herria ha compiuto un passo importante: ha saldato i contesti politici e giuridici pensati per dividere il nostro paese e continuare a rifiutare sine die il diritto di decidere che ci compete", in riferimento allo Statuto di Gernika e l'Amejoramiento Giurisdizionale.
Batasuna si congratulò che "oggi l'immensa maggioranza di Euskal Herria è per il cambiamento e la soluzione", ma segnalò che "solo dalla lotta ed il lavoro militante è stato possibile avanzare fino ad ottenere qualcosa che, sembrava un fatto, la sparizione di un paese, "non si sia consumato."
Al suo giudizio, "è aperta una nuova opportunità per avanzare verso un scenario di democrazia e pace", per cui mostrò il suo "impegno più fermo per lavorare su questo obiettivo."
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Irabazi arte!
www.inventati.org/irrintzi

mercoledì 25 settembre 2013

DEBELLATE INIZIATIVE DI ESTREMA DESTRA IN LOMBARDIA

Ultimamente nella zona lombarda che comprende le province di Milano,Como e Varese,sono troppi(anche uno lo è già)i tentativi di gruppi fascisti e neonazisti di ottenere spazio e luoghi per fare concerti o promuovere eventi,spesso mascherati dietro una facciata di associazioni difficili da scovare.
L'articolo di Ecn.org propone l'esempio di un raduno di alcuni gruppi musicali di estrema destra che avrebbero dovuto suonare a metà dicembre presso il teatro Manzoni nel così detto"concerto nazirock",una sorta di riunione di scoppiati nostalgici pronti alle loro cameratesche cinghia-mattanze.
Propongo anche un comunicato in solidarietà al sindaco ed alla giunta della città di Saronno che giustamente ha proibito un banchetto di raccolta firme per un'organizzazione vicina a Fogna Nuova(http://www.ecn.org/antifa/article/3989/saronno-no-a-forza-nuova-la-solidariet-al-sindaco-da-partiti-e-anpi ).
Rinnovo lo schifo e lo sdegno verso questi gruppi che non dovrebbero nemmeno esistere,e come sottolinea la prima vignetta nemmeno nelle fogne,perché anche ratti,topi e altri abitanti underground non li vorrebbero nemmeno lì.

Milano Il dietrofront del teatro Manzoni: niente sala al concerto nazi-rock 
 
La decisione dopo l'articolo di 'Repubblica' che segnalava l'evento del 16 dicembre sul palcoscenico milanese. Il direttore Arnone: "Gli organizzatori non ci avevano illustrato la vera natura di quel raduno"
di MATTEO PUCCIARELLI

Il dietrofront del teatro Manzoni: niente sala al concerto nazi-rock Il Teatro Manzoni

Niente Teatro Manzoni per il concerto neonazista fissato per il prossimo 16 dicembre a Milano. È il primo effetto sortito dopo che Repubblica ha dato notizia dell’evento. Con il direttore della struttura che fa marcia indietro e attacca gli organizzatori: «Avevamo dato l’ok all’affitto seguendo le normali procedure e fidandoci del nostro interlocutore — spiega Alessandro Arnone — poi quando abbiamo aperto il giornale siamo cascati dalle nuvole. Non ci avevano illustrato quale fosse la vera natura del raduno. Che non assolutamente è in linea con la politica del nostro teatro».

In sostanza — è la ricostruzione di Arnone — le sigle di estrema destra avevano mandato avanti il circolo culturale Excalibur, un nome “pulito” e sconosciuto ai non addetti ai lavori grazie al quale poter prenotare un teatro prestigioso, centralissimo e capiente (700 posti) senza troppi problemi. Omettendo il programma dell’iniziativa, che negli ambienti neofascisti era già stata ribattezzata come la “Woodstock nera”. Cioè un festival con ospiti le band più conosciute nei circuiti eversivi e negazionisti. «Abbiamo fatto gli approfondimenti del caso, a volte capitano delle sviste, l’importante è rimediare in qualche modo», rimarca il direttore del teatro.

Adesso resta da capire se il raduno verrà soppresso del tutto o se l’estrema destra cercherà un altro luogo sempre a Milano o nei dintorni. Per questo l’Anpi non abbassa la guardia: «Mentre chiediamo l’intervento delle istituzioni cittadine e delle autorità competenti perché questi raduni che si pongono in aperto contrasto con i principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino vengano vietati, chiamiamo i cittadini e gli antifascisti alla massima vigilanza democratica», dice il presidente provinciale Roberto Cenati. Concetto ribadito dalla Cgil: «Milano e i milanesi devono indignarsi e pretendere che tali iniziative vengano proibite». Soddisfatto il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, perché «la decisione del Manzoni è un chiaro segnale, le mobilitazioni antifasciste hanno dato fiducia a chi intende rispettare la Costituzione e la Resistenza. Abbiamo fatto capire che in città tira un’aria nuova, sono sicuro che anche altri negheranno i propri spazi».

Già nei giorni scorsi a Milano si sarebbe dovuto tenere il Festival Boreal, una sorta di Internazionale nera; ma le pressioni della giunta comunale avevano costretto lo spostamento a Cantù. «Le diverse formazioni della galassia neofascista da tempo lottano per riconquistare uno spazio di visibilità in città», commenta il deputato pd Emanuele Fiano. Pericolo che anche stavolta sembra sventato.

(19 settembre 2013)


Dopo la denuncia del Fatto, il Teatro Manzoni annulla il concerto nazirock
Il direttore: “Non ci eravamo resi conto della natura dell'evento”, anche se dal sito era chiaro chi fossero gli organizzatori. Gioisce la galassia antifascista milanese. Ora però resta da capire se la “Woodstock nera” verrà spostata in un'altra arena o annullata
di Lorenzo Galeazzi | 19 settembre 2013

Dopo la denuncia del Fatto, il Teatro Manzoni annulla il concerto nazirock

I rocker neonazisti dovranno trovare un altro palco sul quale esibirsi. Dopo la denuncia del fattoquotidiano.it, che aveva raccolto una segnalazione dell’Osservatorio democratico, il sito dedicato al monitoraggio della destra estrema di Milano e dintorni, il Teatro Manzoni ha ingranato la retromarcia e dato il ben servito agli organizzatori della kermesse nazirock.

Doveva essere la “Woodstock nera”, “il concerto più importante dal Campo Hobbit a oggi”, appuntamento fondamentale per gli amanti della svastica e del rock estremo. E i camerati avevano deciso di fare le cose in grande: per commemorare la figura di Carlo Venturino, il fondatore della band di estrema destra Amici del Vento, scomparso 30 anni fa, avevano scelto uno dei teatri più importanti di Milano e d’Italia, il Manzoni, appunto, che dal 1978 è di proprietà della Fininvest.

Nonostante si fosse cercato fino all’ultimo di tenere segreta la location, sul sito che promuoveva l’evento c’era scritto “le indicazioni sul teatro verranno date solo a chi ha già acquistato il biglietto”, l’Osservatorio democratico era riuscito a identificare il luogo nell’arena di proprietà del gruppo Berlusconi. Contattati dal fattoquotidiano.it, in un primo momento lo staff del Manzoni si era trincerato in un “non sappiamo niente della natura dell’evento”. Ma poi, in seguito alla segnalazione di Saverio Ferrari, animatore del sito cane da guardia delle nuove destre, ripresa anche da altri organi stampa, la pressione è diventata troppo forte e così il direttore ha deciso di voltare le spalle all’adunata neonazista.

Contattato dai colleghi di Repubblica Milano, il numero uno della struttura, Alessandro Arnone, spiega la sua versione dei fatti: “Avevamo dato il via libera all’affitto fidandoci del nostro interlocutore, che non vi ha assolutamente informato della vera natura del raduno. Che non è assolutamente in linea con la politica del nostro teatro”. In realtà bastava farsi un giro sul sito promotore dell’evento per rendersi conto della sua “vera natura”. Sì, perché a differenza di altri casi nei quali i neonazisti si nascondono dietro il paravento di associazioni culturali in apparenza innocue, sul portale erano ben visibili i banner di Lealtà Azione e altre consorterie della galassia neofascista milanese. Che, vale la pena ricordarlo, non sono né Forza nuova ne qualche altro raggruppamento della destra sociale, ma gli Hammerskin, la più pericolosa formazione di teste rasate ramificata in molte città del mondo compreso il capoluogo lombardo.

Tira un sospiro di sollievo l’universo antifascista cittadino, dall’Anpi alla Cgil fino a diversi esponenti della maggioranza di centrosinistra in Comune. “Le tante mobilitazioni hanno fatto capire che in città tira un’aria nuova”, dice soddisfatto il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo al dorso locale di Repubblica. Resta però da capire se l’evento sarà annullato oppure spostato in un’altra arena. Quel che conta, per il momento, è che il salotto buono della città, seppure in ritardo, ha detto “No” all’orgoglio neonazi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/19/dopo-denuncia-del-fatto-teatro-manzoni-annulla-concerto-nazirock/716335/

martedì 24 settembre 2013

SOLO A LIVORNO

La scorsa settimana Livorno è stata teatro di uno sciopero spontaneo dei lavoratori dell'Ipercoop cittadino in solidarietà con i colleghi campani che dovrebbero avere a breve una bella lettera di licenziamento che interesserà 250 lavoratori.
L'articolo di Senza soste descrive la giornata con l'arrivo di una delegazione dei lavoratori campani diretti presso la sede di Unicoop Tirreno di Vignale-Riotorto e che poi hanno manifestato nella galleria dell'Ipercoop di Livorno costringendola ad abbassare le serrande per due volte consecutive,con la seconda in maniera definitiva con l'adesione pressoché totale dei dipendenti del negozio livornese.
Un'esempio di solidarietà magnifico che solo poche città italiane possono vantarsi di avere,mentre in altri posti(con la Cgil al posto dell'Usb)un fatto del genere sarebbe solo utopia o riuscirebbe solo a metà,anzi con i colleghi degli scioperanti pronti a fare orario straordinario per mantenere aperto un ipermercato per tutto il giorno!

Protesta in Toscana dei lavoratori Coop della Campania: i colleghi solidarizzano e l'Ipercoop di Livorno chiude .
Giornata lunghissima questa di oggi per i lavoratori Coop della Campania, sotto minaccia di licenziamento da parte di Unicoop Tirreno che da tempo ha annunciato l'intenzione di abbandonare la regione. Per non far rimanere senza lavoro centinaia di dipendenti, nell'ultimo anno sono state portate avanti diverse trattative con altri operatori, ma prima è tramontata (dopo il voto contrario dei lavoratori dovuto a troppi aspetti a dir poco oscuri) l'ipotesi di cessione dei negozi all'imprenditore Catone, e negli ultimi mesi si è arenata anche la trattativa per il subentro di altre cooperative.
Le lettere di licenziamento erano quindi già pronte per essere inviate, e 250 lavoratori della Campania, con cinque pullman, sono partiti stamattina alle 4 alla volta di Vignale-Riotorto per portare la loro protesta davanti alla sede centrale dell'azienda. Qui sono stati raggiunti da alcuni colleghi Coop provenienti da Livorno, che hanno portato la loro solidarietà e uno striscione che recitava: "Lavoratori Coop di Livorno al fianco dei colleghi della Campania".
Una delegazione di lavoratori campani è stata ricevuta dall'azienda, la quale ha comunicato il blocco delle lettere di licenziamento per altri 20 giorni, in modo da consentire un ultimo tentativo con le altre cooperative per la cessione. Troppo poco per questi lavoratori, che aspettano una soluzione per la loro situazione ormai da tantissimo tempo. E così arriva la decisione di proseguire verso nord, per portare la protesta direttamente nel punto vendita simbolo di Unicoop Tirreno: l'Ipercoop di Livorno.
A metà pomeriggio i pullman arrivano all'ipermercato di Porta a Terra, i lavoratori salgono nella galleria commerciale e costringono l'Ipercoop alla chiusura. Un grande risultato. Ma ad emozionare è anche la reazione dei dipendenti dell'ipermercato livornese, che immediatamente sospendono in maniera spontanea il lavoro in solidarietà con i colleghi che stanno rischiando di perdere il posto. Viene letto un comunicato dall'altoparlante col quale i lavoratori e le lavoratrici livornesi esprimono tutta la loro vicinanza e il loro sostegno alla lotta dei dipendenti campani, e viene steso uno striscione di solidarietà sorretto dai lavoratori all'interno del negozio. La protesta prosegue tra cori reciproci di appoggio e incitamento a non mollare nella lotta per il mantenimento dei posti di lavoro. Ma non finisce qui.
Quando, alla fine della protesta, l'azienda decide di riaprire al pubblico l'Ipercoop, la Rsu dell'ipermercato consegna alla Direzione un'indizione di sciopero immediato, che registra un'adesione pressoché totale costringendo poco dopo il negozio ad una nuova chiusura.
Una bella e commovente giornata di lotta. Ora la speranza è quella di una soluzione positiva per la vertenza dei lavoratori Coop della Campania.
Redazione
19 settembre 2013

lunedì 23 settembre 2013

GINO BARTALI "IL GIUSTO"

Il campionissimo di ciclismo Gino Bartali,uno tra i corridori più forti e vincenti di sempre,ha avuto l'onore di essere stato giudicato degno di entrare nel"Giardino dei giusti tra le nazioni"di Gerusalemme,il primo e più importante luogo di commemorazione di tutte le persone che si sono prodigate in più modi a salvare migliaia di ebrei perseguitati dalla folle ideologia nazista durante il vergognoso periodo dell'Olocausto.
A dir la verità già da anni si sapeva di queste azioni di Bartali volte a salvare circa ottocento persone durante le seconda guerra mondiale quando per quasi un anno vista l'inattività per via della guerra lavorò come ciclista e si allenava occultando documenti e fotografie che servivano per falsificare i documenti di tutti quegli ebrei che per il coraggio del campione nello sport e nella vita ebbero salva la loro vita.
Lo stesso Bartali fu costretto poi a vivere da latitante per cinque mesi fino alla fine del conflitto perché ricercato dalla polizia fascista che aveva scoperto il contrabbando del materiale che finiva in una stamperia clandestina.
L'articolo di"Gonews.it"(http://www.gonews.it/articolo_223376_Gino-Bartali-Giusto-tra-le-nazioni-Riconosciuto-il-suo-impegno-favore-degli-ebrei-REAZIONI.html )parla della notizia,del fatto che Bartali era già stato presente di altri giardini della commemorazione e della memoria simili raccogliendo alcune testimonianze di persone aiutate e ancora in vita e reazioni dei parenti e di personalità varie.

 
Gino Bartali 'Giusto tra le nazioni'. Riconosciuto il suo impegno a favore degli ebrei.

Il sacrario della Memoria di Gerusalemme ha concesso al grande ciclista fiorentino l'inserimento nello speciale elenco. Portava documenti 'caldi' nella sua bici
 
Gino Bartali, il grande campione di ciclismo, è stato dichiarato 'Giusto tra le nazioni' da Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme.
Lo si legge sul sito dell'organizzazione. La decisione riconosce l'impegno di Bartali a favore degli ebrei perseguitati in Italia.
Yad Vashem spiega che Bartali, ''un cattolico devoto, nel corso dell'occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'Arcivescovo della citta' cardinale Elia Angelo Dalla Costa''.
Ques'ultimo e' stato gia' riconosciuto Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem.
''Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell'occupazione tedesca e all'avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato - prosegue Yad Vashem - centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia''. Bartali ha agito ''come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto''.
Yad Vashem ha infine annunciato che in onore di Bartali si terra' una cerimonia in Italia in una data ancora da stabilire.
 
La moglie di Gino Bartali e il figlio Andrea sono felicissimi che il grande campione sia diventato Giusto tra le nazioni. ''E' una cosa magnifica", ha affermato Andrea che ha detto di aver appreso la notizia dall'ANSA.
"Aspettavamo questa notizia già da qualche tempo, soprattutto dopo che un mese fa hanno fatto giusto tra le nazioni il cardinale Elia Dalla Costa", ha aggiunto.
"Saperlo proprio oggi quando qui a Firenze sono iniziati i Mondiali di ciclismo ha un significato enorme", ha detto ancora il figlio di Bartali.
La famiglia di Bartali era stata invitata già nelle settimane scorse a Gerusalemme dal governo israeliano per il mese di ottobre quando si terrà una gran fondo di ciclismo intitolata a Gino Bartali.
Costretto a lavorare come riparatore di ruote di biciclette, risulta che Bartali, fra il settembre 1943 e il giugno 1944, si sia adoperato in favore dei rifugiati ebrei, compiendo numerosi viaggi in bicicletta dalla stazione di Terontola-Cortona fino ad Assisi, trasportando documenti e foto tessere nascosti nei tubi del telaio della bicicletta affinché una stamperia segreta potesse falsificare i documenti necessari alla fuga di ebrei rifugiati, tanto che nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d'oro al merito civile per aver salvato «circa 800 cittadini ebrei».
Ricercato dalla polizia fascista, sfollò a Città di Castello, dove rimase cinque mesi, nascosto da parenti ed amici.
 
RENZI: "Il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo"
 
La decisione di Yad Vashem di dichiarare Gino Bartali Giusto tra le Nazioni ''è una scelta che commuove Firenze, è il più bel regalo alla città ed il modo : così il sindaco di Firenze Matteo Renzi all'ANSA. Proprio l'11 agosto scorso, in occasione delle celebrazioni della Liberazione di Firenze Renzi, con il rabbino del capoluogo toscano Joseph Levi, aveva auspicato il pronunciamento sul campione.
''Il ciclismo in Toscana - ha aggiunto Renzi - è un'esperienza di vita e ha formato uomini, oltre che campioni, come Bartali che rischiava la pelle per salvare gli ebrei. Abbiamo voluto qui i mondiali pensando a figure come lui, perché rende esplicito che non sono solo una competizione sportiva ma per Firenze l'occasione di affermare la propria identità di valori. Bartali - ha poi detto Renzi - diceva che era 'tutto sbagliato tutto da rifare', ma poi si metteva al lavoro. Era un brontolone col cuore grande, come tutti i fiorentini".
 
Il Museo Bartali pronto a far festa
 
L'Associazione Amici del Museo Gino Bartali, appresa stamani, direttamente dal figlio Luigi, la notizia del conferimento al "grande Gino" dell'ambìto riconoscimento di "Giusto fra le Nazioni" promuove per giovedì prossimo 26 settembre, alle ore 10,30 - presso lo stesso Museo - una iniziativa per festeggiare e divulgare a soci, simpatizzanti e concittadini la grande notizia.
Per tutti, per chi ha già avuto modo di vederlo e soprattutto per coloro che ancora non hanno visitato il Museo, sarà un occasione per riammirare i preziosi cimeli esposti.
Luigi Bartali, insieme al presidente dell'Associazione, Andrea Bresci, ricordano che, oltre che per questa occasione il Museo del Ciclismo rimane aperto, dalle ore 9,30 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 19,00 tutti i giorni della settimana dello svolgimento dei Mondiali.
Venerdì e sabato prossimo il Museo resterà aperto ininterrottamente fino alle ore 22,00.
 
'Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina' 
 
"Gino Bartali è stato un campione immenso, sui pedali e nella vita. Il riconoscimento dello Yad Vashem è il giusto premio per una vicenda umana esemplare": lo afferma Guido Vitale, direttore della redazione di Pagine Ebraiche, il mensile dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane protagonista di rivelazioni inedite sul coraggio del ciclista durante il nazifascismo.
 
A partire dalla testimonianza di Giorgio Goldenberg, il piccolo ebreo fiumano che ad Adam Smulevich raccontò di essere stato nascosto in un appartamento di proprietà del campionissimo in via del Bandino a Firenze. "Sono vivo perché Bartali ci nascose in cantina", spiegò Goldenberg, 81 anni, oggi residente in Israele a Kfar Saba. Arriva da Pagine Ebraiche anche la testimonianza di Giulia Donati, 91 anni, nascosta da due sorelle a Lido di Camaiore. Solo incidentalmente, come raccontato al mensile Ucei, non poté beneficiare dell'azione di staffetta clandestina di documenti falsi portata avanti da Bartali nel centro Italia.
 
Stefanai Saccardi: “Rende merito a un grande campione e a un grande uomo”
 
“Una scelta che ci riempie di soddisfazione, che rende merito non solo a un grande campione, ma soprattutto a un grande uomo e che cade in un momento particolarmente importante per la nostra città”. E’il commento del vicesindaco e assessore allo sport Stefania Saccardi una volta appresa la notizia che Gino Bartali è stato dichiarato da Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme, “Giusto fra le nazioni”. 

“Bartali – dice ancora il vicesindaco Saccardi – vede riconosciuto il suo impegno a favore degli ebrei perseguitati in Italia. Da grande campione qual era utilizzò la sua fama per nascondere falsi documenti e carte nella sua bicicletta e portandoli in vari luoghi durante i suoi allenamenti. Lo scorso 11 agosto, giorno della liberazione di Firenze, il sindaco Renzi lanciò l’appello affinché ‘Ginettaccio’ potesse essere insignito di questo riconoscimento. Ebbene oggi questo diventa realtà e la ribalta dei mondiali di ciclismo che ospitiamo nella nostra città, amplificherà più che mai questo momento”.
 
Giocoli (Noi con Matteo Renzi): Nel 2006 la consigliera aveva promosso la posa di un albero dedicato al campione nel Giardino dei Giusti

Gino Bartali è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme. L’importante riconoscimento è stato attribuito al campione italiano per aver attivamente contribuito a salvare la vita di molti ebrei durante l’occupazione nazista. Come si legge nelle motivazioni dell’Istituto, Gino Bartali si è messo al servizio di una rete ed ha agito “come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, con la scusa dei suoi allenamenti”.
Esprime grande soddisfazione la capogruppo di Noi con Matteo Renzi Bianca Maria Giocoli, che nel 2006 aveva promosso la posa di un albero dedicato a Bartali nel “Giardino dei Giusti”, nei giardini del Parnaso in via Trento.
“Si tratta di un riconoscimento internazionale, il più importante, che giunge proprio nei giorni dei Mondiali di Ciclismo nella sua città: non possiamo che dirci entusiasti – ha dichiarato Giocoli –. E la nostra è una doppia soddisfazione, per aver per primi voluto che Firenze riconoscesse il grande Ginettaccio come uno dei Giusti sette anni fa”. 
 
Vannino Chiti: "Riconosciuto il suo impegno in prima persona"
 
''Il titolo di Giusto tra le Nazioni attribuito a Gino Bartali da parte di Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme,è un riconoscimento meritato ad un uomo di sport che si impegnò in prima persona per proteggere gli ebrei perseguitati dalla feroce dittatura nazifascista''.
Lo afferma Vannino Chiti, senatore del Partito Democratico.

''La Toscana - aggiunge - fu triste teatro di eccidi e rastrellamenti drammatici che provocarono morte e distruzione. Grazie all'impegno di donne e uomini come Gino Bartali fu possibile salvare la vita a diverse persone e costruire una cultura della libertà, della tolleranza e della democrazia che è a fondamento della nostra Costituzione e della Repubblica''.
 
Enrico Rossi: "Bartali campione anche nella vita"
 
"Un riconoscimento che premia il coraggio civile di uno dei più grandi uomini di sport della storia italiana. Un riconoscimento di cui la Toscana dev'essere orgogliosa, ma che fa bene a tutto lo sport, in tempi in cui è più facile che lo sport sia collegato ai cori razzisti degli stadi". Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi saluta la decisione dello Yad Vashem , il sacrario della Memoria di Gerusalemme, di proclamare Gino Bartali, il grande campione di ciclismo, Giusto tra le Nazioni, per il suo impegno a favore degli ebrei perseguitati sotto l'occupazione nazista.
"Sono storie come quella di Gino Bartali che ci aiutano a tenere viva la memoria e a trasmetterla alle nuove generazioni, insegnando loro i valori della solidarietà e dell'impegno - sottolinea il presidente - Allo stesso tempo Bartali ci insegna che per essere davvero campioni nello sport bisogna essere anche campioni nella vita. E come toscano, mi sembra particolarmente bello che questa notizia arrivi proprio nei giorni in cui la Toscana ospita i Campionati mondiali di ciclismo, che ora si arricchiscono anche di un altro significato".

sabato 21 settembre 2013

IL TORTURATORE GARZON CONTESTATO IN ARGENTINA

L'oppressore e torturatore spagnolo Baltasar Garzon,ex magistrato della vergognosa e atroce Audiencia Nacional,è stato contestato più volte nel corso del suo viaggio in Argentina,beccato soprattutto dai compagni della sezione nazionale degli amici e amiche dei Paesi Baschi.
Invitato in due dibattiti pubblici(uno sui diritti umani!)in uno non si è nemmeno presentato e nell'altro è scappato da un'uscita secondaria pressato dai manifestanti che hanno scandito slogan contro questo personaggio infame che a più riprese si è schierato in particolar modo contro il movimento indipendentista basco.
Gli stessi partecipanti a queste proteste hanno mostrato le foto dei prigionieri politici di Euskal Herria torturati con i volti e non solo tumefatti,storie di ordinaria amministrazione che fanno parte della pratica quotidiana della sbirraglia fascista spagnola.
L'articolo è preso da Infoaut(link con video:http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/9025-buenos-aires-nuova-contestazione-per-lex-magistrato-garzón )e racconta gli avvenimenti dell'hombre de mierda Garzon in terra sudamericana.

Buenos Aires, nuova contestazione per l'ex-magistrato Garzón.

Il viaggio in Argentina dell'ex magistrato Baltasar Garzón si è rivelato tutt'altro che improntato ad una tranquilla accoglienza: l'ex giudice dell’Audiencia Nacional spagnola, infatti, invitato in Argentina per intervenire in due dibattiti pubblici, ha collezionato due contestazioni nel giro di pochi giorni.
Garzón è noto per la sua azione di persecuzione nei confronti dell'organizzazione ETA e degli esponenti del partito basco Batasuna e porta dunque sulle proprie spalle la responsabilità di decine di attivisti baschi passati attraverso i meccanismi della tortura e del carcere in tutti gli anni di attività del giudice.
La notizia del suo viaggio in Argentina ha subito mobilitato il nodo locale del gruppo 'Amici e amiche di Euskal Herria, che si è attivato per preparare la giusta accoglienza a Garzòn: dopo la contestazione di martedì alla facoltà di Lettere e Filosofia della capitale argentina (dove il magistrato ha preferito non presentarsi del tutto), ieri era stato invece invitato a tenere un’intervista nella sede della Radio Nacional di Buenos Aires per intervenire sul tema dei diritti umani. Una scelta evidentemente intollerabile che ha portato gli attivisti ad organizzare una seconda contestazione: poco dopo l'inizio dell'intervista, dalla platea dell'auditorium si sono alzate diverse persone che hanno cominciato a scandire slogan contro Garzòn, sventolando bandiere basche e mostrando le foto con il volto tumefatto di Unai Romano, uno dei giovani attivisti baschi sottoposto a tortura da parte della polizia spagnola durante l'attività da magistrato di Garzòn.
L'ex giudice è stato in breve costretto ad abbandonare la sala, decidendo di scappare da una porta sul retro scortato da decine di poliziotti in tenuta antisommossa che controllavano i contestatori. Questi ultimi, dal canto loro, si sono spostati all'esterno dell'auditorium rimanendo in presidio con uno striscione che recitava 'Fuori Garzon dall’Argentina. Non vogliamo persecutori del popolo basco'.

venerdì 20 settembre 2013

TRA GIUCAS CASELLA E RASPUTIN

Come etichetta per catalogare il post odierno ho scelto la politica,ma anche"analisi di poesie"(ma pure"neuro deliri")poteva essere adatta visto che l'argomento trattato,il videomessaggio di Berlusconi,in un certo senso ha del poetico e del sognante,l'arrampicarsi sugli specchi di una merda che è giunta alla disperazione più totale.
Con gli avvoltoi che già gli volano sopra la testa,altro che falchi e colombe,l'imbonitore mediatico Berlusconi a metà tra un Giucas Casella sotto l'effetto di acido ed un Rasputin rivisitato cerca di ipnotizzare gli italiani con un messaggio a cui non crede molto nemmeno lui,ormai stremato dalle continue sconfitte che"i giudici comunisti"gli stanno infliggendo.
Dopo le condanne Mediaset,i risarcimenti milionari prima all'ex moglie e ora a De Benedetti,l'impero finanziario dell'ex premier burattinaio sta crollando pure in borsa,costringendo le proprie aziende a tagli di stipendio e di personale anche se non lo si dice a voce alta.
Almeno avesse ragione il mietitore delle speranze italiane a dire che il nostro paese sia pieno di comunisti,confonde ancora il Pd e la magistratura con l'idea di un fiero partito che ormai conta pochi consensi(speriamo per non molto tempo ancora),attacca chi governa con lui,ce l'ha contro chi ha votato assieme la propria condanna(legge Severino)e lavora gomito a gomito con un esecutivo che ancora non ha partorito una nuova legge elettorale e non ha ancora tagliato veramente i fondi e i privilegi alla casta.
L'articolo è preso da"Il fatto quotidiano"(http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/18/videomessaggio-berlusconi-con-voi-decaduto-no-forza-italia-evitera-catastrofe/715852/ )dove cliccando sul link si può ammirare una,spero,delle ultime interpretazioni cinematografiche di questo uomo di merda che è sempre più preda dei suoi deliri e dei propri incubi.
In questi giorni in cui i media parlano sempre e solo di questo e di poco altro,tralasciando tragedie come quelle del Messico,la morte del compagno Pavlos Fissas e accennando qualcosa in merito all'insabbiamento sulla legge contro l'omofobia,ancora questo stronzo fa parlare di se stesso e di una nuovo partito,no scusate la riedizione di uno vecchio....Forza Italia,Forza Italia,Forza Italia...
(Traduzione della vignetta:Berlusconi in prigione?Sono tutti contenti...pare che crei una bella atmosfera...).

Videomessaggio Berlusconi: “Con voi decaduto o no. Forza Italia vince sull’odio”

Il Cavaliere ripropone il repertorio degli ultimi anni: i magistrati "contropotere dello Stato", la "via giudiziaria al socialismo", la sinistra che "vuole le tasse", la battaglia al "bombardamento fiscale". Sul governo neanche una parola. Ma un appello ai suoi elettori: "Diventa anche tu un missionario della libertà".

Il rilancio di Forza Italia c’è, con toni a metà tra il comizio e la telepromozione: “Diventa anche tu un missionario di Forza Italia”. Il rilancio di Forza Italia c’è e senza ironia è l’unica novità. Perché tutti gli altri ingredienti sono i soliti: la magistratura “contropotere dello Stato”, la “via giudiziaria al socialismo”, la sinistra che “vuole le tasse” (e che infatti governa con lui), la battaglia al “bombardamento fiscale”, una spruzzatina di ammiccamenti all’elettorato cattolico (“La libertà è l’essenza dell’uomo e Dio, creando l’uomo, l’ha voluto libero”). Ma il videomessaggio di Silvio Berlusconi atteso come fosse lo spartiacque della vita politica del Paese, l’indispensabile presa di posizione per capire che destino avrà l’Italia in realtà evita accuratamente di entrare nel merito di tutte le domande di più stretta attualità. Cosa farà il Pdl quando l’Aula del Senato voterà la decadenza di Berlusconi da senatore? I berlusconiani ritireranno la fiducia al governo? E lui, Berlusconi, si dimetterà da senatore o aspetterà il voto dell’Aula del Senato? A parte la richiesta di una revisione del processo, che intenzione ha il Cavaliere? Accetterà i domiciliari o chiederà i servizi sociali? “Io sarò sempre con voi, decaduto o no. Si può fare politica anche al di fuori del Parlamento” dice. E’ vero: ma se e quando dovrà scontare la pena come ha intenzione di guidare il “nuovo” soggetto politico?
Niente. In sostanza è la riproposizione del repertorio degli ultimi vent’anni. Un video prolisso: 16 minuti trasmessi integralmente da SkyTg24 e dai tg Mediaset, per stralci sulle reti Rai e perfino alla Vita in diretta. Seduto dietro a una scrivania del suo studio di Arcore, indossa il doppiopetto scuro che pare quello di 19 anni fa. Scenografia minimalista: nessun simbolo politico, alle spalle una libreria bianca e due foto familiari: in una ha accanto i suoi figli, l’altra è con due nipotini. Nessuna traccia di Francesca Pascale né di Dudù. Ma soprattutto in 16 minuti non c’è traccia del governo Letta o dell’ipotesi di elezioni anticipate. C’è chi racconta che l’ex presidente del Consiglio sia stato tentato dal rovesciare il tavolo: dare le dimissioni, bloccare la procedura della Giunta per le elezioni e mandare anche un interessato segnale di “responsabilità” (anche se il termine giusto sarebbe “normalità”) al Quirinale. Le stesse fonti riferiscono che vicino all’ex presidente del Consiglio sono rimasti Fedele Confalonieri, Marina Berlusconi e Gianni Letta, mentre al momento risulterebbe sconfitta la linea dell’epico scontro finale di Denis Verdini e Daniela Santanchè. Ma alla fine il risultato, nel video messaggio, è una mezza ammissione che, sì, decaduto o meno, potrà continuare a fare politica: non è necessario essere in Parlamento. Ridimensionando, così, il futuro voto del Senato che quasi certamente lo farà decadere. E dall’altra parte rassicurando i suoi elettori che lui ci sarà, ci sarà sempre, qualsiasi cosa succeda. Insomma, un video da campagna elettorale senza la campagna elettorale.
“Forza Italia eviterà la catastrofe e vincerà sull’odio”Quello di Berlusconi è un appello a ribellarsi: “Dico a tutti voi agli italiani onesti e di buon senso: reagite, protestate, fatevi sentire. Avete il dovere di fare qualcosa di forte, grande per uscire dalla situazione nella quale ci hanno precipitato”.
“Forza Italia, Forza Italia, Forza Italia!”: Berlusconi quasi grida, mentre conclude il suo messaggio con il nome del suo ex partito che diventerà il suo futuro partito. “Dobbiamo liberarci dall’oppressione giudiziaria, fiscale e burocratica – dice come fosse lo zio Sam, con l’indice puntato alla telecamera – Per questo vi dico scendete in campo anche voi, scendi in campo anche tu con Forza Italia” perché è quello che, se uno “prende la bandiera” può portare alla “vittoria dell’amore sull’invidia e sull’odio”. Forza Italia “non è un partito ma è un’idea, un progetto che unisce tutti. Forza Italia è l’ultima chiamata prima della catastrofe”. Il leader del Pdl invita più volte gli italiani ad “aprire gli occhi”. Adombra, come sempre, a presunti brogli subiti: “Diventa un missionario di libertà pronto a impegnarsi alle prossime elezioni nei seggi elettorali per evitare che ci vengano sottratti voti come è sempre successo”. Poi il consueto rammarico di non aver mai avuto una maggioranza schiacciante per fare tutto ciò che avrebbe voluto: “Devo ricordare – ha scandito – che gli elettori purtroppo non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera, abbiamo sempre dovuto fare i conti con i piccoli partiti della nostra coalizione che, per i loro interessi particolari, ci hanno sempre impedito di realizzare le riforme indispensabili per modernizzare il Paese, prima tra tutte quella della giustizia”. E quindi Forza Italia “sarà un movimento di elettori e cittadini, deve essere una forza che può e deve conquistare la maggioranza dei consensi. Solo così in Parlamento potremo fare del bene all’Italia per tornare ad essere una vera democrazia e liberarci dall’oppressione giudiziaria e fiscale”.
I giudici politicizzati e la via giudiziaria al socialismo
Siamo una democrazia dimezzata, dice Berlusconi. E non per una legge elettorale a detta di tutti pessima o per un governo di larghe intese che nessuno, alle elezioni politiche, ha potuto scegliere. No: “Siamo una democrazia dimezzata, alla mercé di una certa magistratura politicizzata che, unica fra Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità e immunità”. L’ex capo del governo spiega che “siamo diventati un Paese in cui non vi è più la certezza del diritto” e racconta di nuovo che “subito dopo la mia discesa in campo i pm – ha detto il Cavaliere – di Magistratura Democratica si sono scatenati contro di me. Certi magistrati hanno frugato ignobilmente e morbosamente nel mio privato”. A dimostrazione di tutto ciò il fatto che la magistratura ha riconosciuto a “un noto, molto noto sostenitore della sinistra, una somma cinque volte superiore alle mie quote”. Secondo il capo del Popolo della Libertà i giudici si sono trasformati da ordine dello Stato, costituito da impiegati pubblici non eletti, in un contropotere in grado di condizionare il potere legislativo ed il potere esecutivo e si è data come missione quella, è una loro dichiarazione, di realizzare la via giudiziaria al socialismo“.
“Sono innocente, si illudono di eliminarmi dalla politica”
Berlusconi naturalmente dichiara la sua innocenza a reti unificate: “Io non ho commesso alcun reato, io non sono colpevole di alcunché, io sono innocente, io sono assolutamente innocente”. E sottolinea che “amo ancora questo Paese, nonostante l’amarezza di questi anni, una grande amarezza, e nonostante l’indignazione per quest’ultima sentenza paradossale”. E promette: “Dopo 41 processi che si sono conclusi, loro malgrado, senza alcuna condanna, si illudono di essere riusciti ad estromettermi dalla vita politica, con una sentenza che è politica, che è mostruosa, ma che potrebbe non essere definitiva come invece vuol far credere la sinistra, perché nei tempi giusti, nei tempi opportuni, mi batterò per ottenerne la revisione in Italia e in Europa”.
“Sinistra dell’invidia e dell’odio, mai diventata socialdemocratica”
Berlusconi si dice convinto di pagare “un prezzo altissimo”, ma con “l’orgoglio di aver impedito la conquista definitiva del potere a questa sinistra. Sono orgoglioso, molto orgoglioso di questo risultato”. Infatti con la sinistra ci sta governando da 5 mesi. Eppure attacca a testa bassa: è la sinistra “dell’invidia e dell’odio” che non è “mai riuscita a diventare socialdemocratica”. Quella sinistra capace di portare contro di lui “un’aggressione scientifica, pianificata e violenta del loro braccio giudiziario visto che non sono stati capaci di farlo con gli strumenti della democrazia”. ”Con la sinistra al potere – aggiunge – il programma sarebbe invece, come sempre, altre tasse, un’imposta patrimoniale sui nostri risparmi, un costo più elevato dello Stato e di tutti i servizi pubblici”. Per contro il segretario del Pd Guglielmo Epifani gli ricorda che “il governo di centrodestra, quando la crisi è scoppiata, ha portato il Paese sull’orlo del baratro”. ”I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per per fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese – insiste Berlusconi – Il peso dello Stato, delle tasse, della spesa pubblica, è eccessivo”. Infatti il governo si sta preparando ad aumentare l’Iva.

giovedì 19 settembre 2013

ANTIFASCISTI GRECI IN LOTTA IN TUTTO IL PAESE

Prosegue la cronaca dalla Grecia e con l'articolo odierno si arriva al trittico di post dedicati alla vera e propria guerra che gli antifascisti ellenici stanno combattendo contro i nazisti di Alba Dorata e la polizia,apertamente schierata dalla loro parte.
Sembra di essere tornati indietro di più di quarant'anni fa al periodo dei colonnelli quando la Grecia fu controllata da una dittatura fascista,e gli articoli odierni presi da Infoaut sono tutti incentrati sulle reazioni degli antifa greci hanno avuto per la morte di Pavlos Fissas in tutta la nazione e anche in alcune città europee.
E'ancora altissimo il livello di rabbia e di sdegno che questo omicidio ha provocato,con i ratti neri costretti a starsene barricati nelle loro case e nelle loro fogne di sedi protetti da centinai di sbirri in tenuta antisommossa.
I contributi in foto e video sono numerosi,e aggiungo pure il link del sito di Atenecalling che fornisce news e aggiornamenti in tempo reale(http://atenecalling.org/ ):il secondo contributo racconta la storia triste per il protagonista,un italiano ufficiale di marina tale Matteo Simone che ha fermato la sua auto e ha minacciato i manifestanti a Patrasso impugnando una pistola e puntandola contro di loro.
Posto anche un altro link sempre preso da Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/antifascismoanuove-destre/item/9003-grecia-il-profilo-dell’assassino-albadorato )che traccia un profilo dell'assassino reo confesso che ha sempre bazzicato in storie di illegalità e che ultimamente è stato molto vicino a politici deputati nel parlamento greco proprio in quel gruppo ignobile di Alba Dorata,che vorrebbe espandere le sue schiere anche in altri paesi europei,Italia compresa.

"Il sangue scorre, cerca vendetta!" La collera antifa dilaga nelle strade greche.
 
Più di 25 città greche, tra cui tutte le principali, si sono sollevate oggi per vendicare il vile assassinio del rapper e militante antifascista Pavlos Fyssas da parte dell'affiliato di Alba Dorata Giorgios Roupakias.
La giornata di lotta è partita da Chania nell'isola di Creta - dove una folla inferocita ha preso d'assalto la sede locale di Alba Dorata - e continuata a Patrasso, con blocchi stradali generalizzati ed il lancio di molotov contro gli uffici del partito nazista - provocando la reazione poliziesca e quella di un militare della marina italiana che ha puntato la pistola contro gli antifa. Nel pomeriggio sono state indette iniziative ovunque, in molte città di concerto con le contemporanee proteste degli insegnanti, che hanno accolto al proprio interno corposi spezzoni antifascisti. Serrande abbassate per Alba Dorata a Trikala davanti a 500 antifascisti, mentre a Salonicco i dimostranti si sono scontrati a più riprese con la polizia in una sommossa che ha investito l'intero centro città.
Ad Atene il concentramento si è dato nel quartiere di Keratsini, vicino al luogo dell'assassinio di Pavlos, dove sono stati deposti fiori, dolci e candele, mentre le bacheche dei social network si affollavano di messaggi di cordoglio, collera e commozione sotto il suo nome d'arte #KillahP, tra i quali l'omaggio degli ultras della squadra madrilena del Rayo Vallecano.
Le decine di migliaia nella piazza hanno dapprima espulso energicamente dall'adunata prima il provocatore Panos Kammenos (leader del partito di destra populista Greci Indipendenti) e le sue guardie del corpo, poi i giornalisti compiacenti delle televisioni e dei quotidiani dell'establishment; successivamente si sono dirette verso la municipalità di Keratsini, scontrandosi una prima volta con la polizia all'altezza del commissariato, mentre venivano erette barricate ed incendiati cassonetti lungo le arterie di Grigoriou Lampraki e Panagi Tsladari.
Successivamente il corteo si è diretto verso l'obiettivo finale - gli uffici di Alba Dorata a Nikaia, con alla testa un enorme blocco antifa di 4000 compagni. Ai cordoni delle squadre MAT di polizia intervenuti per sbarrare loro la strada si sono affiancati nazisti armati di pietre, con le quali hanno iniziato a bersagliare i manifestanti. La tenacia degli antifa ha costretto la polizia a schierare i cannoni ad acqua, ed a sparare lacrimogeni nel mucchio, ad altezza uomo.
Ad ora si segnalano un ferito grave all'occhio, ricoverato all'ospedale di Atene, e 70 arresti confermati (più altri 30 a Salonicco). Ma la tensione non si placherà a breve. Domani il Fuhrer di Alba Dorata Michaloliakos ha annunciato di tenere un discorso vicino al luogo dell'assassinio di Pavlos, mentre sono ancora in corso scontri in tutto il paese ed annunciati presidi di solidarietà antifascista in altre metropoli europee quali Parigi, Stoccolma, Valencia, Bruxelles e Londra.
Patrasso: ufficiale della marina italiano punta la pistola contro gli antifascisti.

Aggiornamento: l'uomo che ha puntato la pistola contro i manifestanti antifa di Patrasso è Matteo Simone, ufficiale di 38 anni della Marina Militare Italiana, e non un poliziotto in pensione come raccontato in un primo momento dai media locali della città greca. Sarà processato domani per direttissima per porto e possesso d’armi illegale e minacce.
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A Patrasso, durante l'attacco agli uffici di Alba Dorata da parte di un corteo antifascista convocato per vendicare l'omicidio a coltellate di Pavlos - KillahP, un uomo ha preso la pistola e l'ha puntata contro i manifestanti. In seguito l'uomo è stato arrestato dopo l'inseguimento della polizia che si era messa sulle tracce di un'automobile con i numeri di targa italiani. Secondo i media locali la persona è italiana e risulta essere un poliziotto in pensione "i cui contatti con gruppi nazifascisti sono oggetto di indagine". Un altro cittadino italiano era nella macchina insieme all'ex-poliziotto e risulta essere un dipendente del consolato di Patrasso.

Guarda i video: video1 video2 video3 Seguiranno aggiornamenti mentre tutta la Grecia antifascista si sta sollevando per vendicare l'omicidio del compagno...
Da Atenecalling
Gravi episodi si sono verificati a Patrasso per l’omicidio di Pavlos Fisass a Keratsini. Alcuni sconosciuti hanno tirato molotov contro la sede di Alba Dorata ed hanno danneggiato alcune automobili parcheggiate e un bancomat, mentre un uomo ha puntato una rivoltella contro i manifestanti.
È scioccante il fatto che un uomo, durante la manifestazione, è uscito da un’automobile e in posizione di tiro ha mirato contro i manifestanti. L’uomo è stato arrestato e si trova in una caserma della polizia di Patrasso. Secondo alcune informazioni è un italiano, un poliziotto in pensione che ha contatti con organizzazioni di estrema destra italiane. L’arma trovata in suo possesso è una scacciacani e ha sostenuto di averla utilizzata per spaventare, quando alcuni antiautoritari hanno tirato pietre contro la sede di Alba Dorata. Nell’automobile si trovava anche un impiegato del consolato italiano.
Un collaboratore del sito thebest.gr descrive la scena sconvolgente: “Si trovava sul lato sinistro della strada. Indossava maglietta e pantaloncini neri. Era uscito da una Ford Focus con un baule sul tetto. La portiera sul lato del passeggero è stata colpita da una pietra. L’uomo ha estratto l’arma e in posizione di tiro, tenendo con due mani la pistola e mirando, ha rivolto l’arma contro i manifestanti. Immediatamente le persone che si trovavano in coda al corteo e che, a quanto pare, avevano lanciato la molotov sul balcone della sede di Alba Dorata, hanno iniziato a gridare “un’arma, un’arma…”. E’ scoppiato il pandemonio. L’italiano ha fatto un gesto orizzontale con la mano sulla gola, come a dire “vi sgozzo”. I manifestanti si sono sparpagliati ma alcuni sono tornati subito all’incrocio tra via Gounaris e via Karaiskakis. L’uomo si trovava tra i manifestanti e i MAT. Ha puntato la pistola contro i manifestanti per dieci, quindici secondi che sono sembrati un’eternità. I negozianti sono rientrati nei loro negozi e il marciapiede si è svuotato. Poco dopo l’uomo, di circa 40-45 anni, è salito in macchina e si è diretto verso via Ipsilandou. Tutti coloro che si trovavano sul posto sono rimasti sbalorditi dal suo gesto”.

mercoledì 18 settembre 2013

L'OMICIDIO DI PAVLOS FISSAS

La notizia dell'antifascista militante greco Pavlos Fissas ucciso vigliaccamente nel sobborgo di Keratsini ad Atene l'ho letta stamattina prima di recarmi al lavoro sul Televideo,e accendendo il computer oggi sono già innumerevoli le notizie ed il susseguirsi di particolari che fanno da contorno a questa vicenda.
Questa non è una storia tragica,è un avvenimento che con la disgrazia o con l'imponderabile ha poco a che fare,non è un incidente ma un atto di violenza premeditato di Alba Dorata sostenuto dalla polizia greca che nulla ha fatto durante la rissa che ha ucciso Pavlos a parte intervenire per arrestare il colpevole ad avvenimenti ormai conclusi.
Oggi in varie zone dello Stato ellenico ci sono scontri contro le merde naziste di Alba Dorata,infatti l'assassino fa parte di questa fogna a cielo aperto legittimata dal Parlamento greco,dall'ignoranza della gente e protetta dalle forze del disordine.
Gli articoli proposti spaziano da un contributo di ecn.org a firma di Luciano Muhlbauer che fa dei confronti con la situazione italiana dove troppa gente,anche se non ha simpatie verso l'estrema destra,comunque dice"perché no"a una discesa in politica di queste merde,mentre quello successivo di Infoaut racconta più nel dettaglio l'omicidio di Pavlos,rapper conosciuto col nome di Killah P,con voci e testimonianze dei presenti.
Questi figli di puttana devono sparire dalla faccia della terra,Grecia o Italia che sia,la violenza nazifascista non deve tornare nel mondo ed è ora che la gente si svegli e che si ritorni ad un antifascismo militante di strada,attaccare i covi neri e sprangare le teste vuote di chi le frequenta.

Grecia Militante di sinistra ucciso da esponente di "Alba dorata" ·

La lite è cominciata per motivi legati al calcio e poi è presto degenerata in una rissa a sfondo politico
Atene, 18 Settembre 2013

E' degenerata in una vera e propria rissa a sfondo politico, e con esito letale, una lite scoppiata la notte scorsa ad Atene per i classici 'futili motivi': nel sobborgo di Keratsini, alla periferia occidentale della capitale ellenica, due gruppi di persone hanno cominciato a discutere animatamente di calcio all'esterno di un bar. Poi i toni si sono arroventati sempre di più a causa delle divergenze ideologiche tra i contendenti, ulteriormente esasperate dalle ripercussioni della gravissima crisi economica che la Grecia da tempo sta attraversando.

Alla fine è rimasto esanime al suolo un uomo di 34 anni, militante di 'Antarsia', una piccola formazione della sinistra radicale: trasferito d'urgenza in ospedale con ferite multiple da coltello, è deceduto poco dopo il ricovero. La polizia ha arrestato il sospetto omicida, un 45enne membro del gruppo neo-nazista Alba Dorata. Appena venerdì scorso, in una zona limitrofa della città', otto attivisti del partito comunista Kke erano rimasti feriti in un'aggressione attribuita anch'essa a esponenti del movimento di estrema destra.

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=181573&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter


 Alba Dorata Assassina il Rapper Pavlos Fyssas: Nazi Non è un Partito come gli Altri..
mercoledì 18 settembre 2013

di Luciano Muhlbauer

Si chiamava Pavlos Fyssas, aveva 34 anni, faceva il cantante hip hop con il nome Killah P, era un antifascista e militava nell’organizzazione di sinistra Antarsya. Stanotte, in un quartiere periferico di Atene, è stato assassinato a coltellate dai neonazisti di Alba Dorata.
Un delitto infame, ma anche un delitto ampiamente annunciato, perché al di là di luogo, circostanza e identità della vittima era purtroppo soltanto questione di tempo perché l’escalation di violenze da parte del partito neonazista greco, Alba Dorata, sfociasse nell’omicidio. Aggressioni a migranti, gay e militanti della sinistra sono ormai all’ordine del giorno e soltanto una settimana fa è stata sfiorata la tragedia, allorché un gruppo di militanti del KKE (partito comunista greco) è stato aggredito a freddo e a suon di sprangate.

D’altronde, i neonazisti sono galvanizzati dal consenso che riescono a canalizzare in una Grecia devastata dalle politiche d’austerità della Troika (siedono in Parlamento e i sondaggi li danno al 13% delle intenzioni di voto) e dalle ampie complicità di cui godono all’interno della polizia greca. Insomma, sono un fenomeno in preoccupante crescita, come ci ricorda anche l’ottima inchiesta di Leonardo Bianchi, Nazisti sull’orlo del potere. Il caso Alba Dorata, pubblicata pochi giorni fa su MicroMega.
Alba Dorata è sicuramente un caso estremo, ma non certamente unico. In tutta Europa i movimenti neofascisti, neonazisti e razzisti trovano oggi nuovi spazi e a volte, appunto, riescono a riempirli, come ad esempio in Ungheria. Ed è per questo, anzitutto, che ci deve preoccupare quello che accade in Grecia e altrove, perché anche qui ci sono la crisi e le politiche d’austerità e anche qui ci sono spazi che si aprono per ideologie e gruppi nazifascisti. E il fatto che qui i gruppi militanti neofascisti e neonazisti siano allo stato tutto sommato piccoli e marginali non cambia di una virgola il problema, poiché anche Alba Dorata era fino a pochi anni fa soltanto un gruppuscolo insignificante, dalla consistenza organizzativa ed elettorale non dissimile da Forza Nuova.

Ed eccoci a noi, cioè al nostro problema. Già, perché anche il più distratto degli osservatori si è ormai accorto che vi è una certa inflazione di iniziative, manifestazioni e raduni di ispirazione nazifascista in Lombardia e nell’area metropolitana milanese. Loro vedono e sentono i nuovi spazi che si aprono e quindi si comportano di conseguenza. Ma quello che forse non stupisce, ma sicuramente preoccupa molto, è che a sinistra e, in generale, nell’opinione pubblica democratica sembrano essere venuti meno gli anticorpi, a tutto beneficio della banalizzazione e della sottovalutazione.
Non intendo certo aprire qui una riflessione sulle ragioni di questo stato di cose, che sono molteplici e peraltro stranote, dal tempo che passa al vuoto culturale a sinistra, ma voglio piuttosto insistere sulla ormai inderogabile necessità di ricostruire gli anticorpi, cioè l’antifascismo.
Ebbene sì, perché ultimamente succedono delle cose preoccupanti dalle nostre parti e alle consuete sottovalutazioni (“ma cosa vuoi che sia?”, “ma ignoriamoli”, “il fascismo è cosa di altri tempi” ecc. ecc.) si sono aggiunte nuove e più insidiose varianti, come i nazi sono “un partito come un altro” e quindi, in nome della libertà e della democrazia, si concedono spazi pubblici a iniziative nazifasciste, come è avvenuto di recente a Cantù. Cioè, intendiamoci, un conto è che lo facciano esponenti istituzionali provenienti da esperienze neofasciste, ma ben altra cosa è che lo facciano anche amministratori pubblici di formazione democratica, come il Sindaco di Cantù. E non importa un fico secco che il raduno di Forza Nuova a Cantù sia stato un mezzo fiasco o che il Sindaco, al di là delle tante chiacchiere, fosse soltanto interessato a un po’ di pubblicità personale (purché se ne parli, diceva qualcuno che se ne intendeva). No, importa che un altro argine sta cedendo, proprio quando ci sarebbe bisogno di ricostruire gli argini!
A proposito, siccome l’antifascismo non sembra più andare di moda, qualcuno ha pensato bene di osare il colpo grosso, come ha denunciato l’Osservatorio democratico sulle nuove destre: un concerto nazirock in pieno centro Milano, al Teatro Manzoni, il 16 dicembre prossimo. L’iniziativa è sempre del giro Lealtà Azione, cioè l’organizzazione di copertura milanese dei neonazisti Hammerskin, e i buoni uffici sono dei consiglieri provinciali dei Fratelli d’Italia, Turci e Capotosti. Insomma, come volevasi dimostrare, quando cedono gli argini…

Oggi ad Atene c’è dolore e rabbia tra gli antifascisti, nella sinistra, tra i democratici. Noi siamo vicini a loro. Ma non basta, dobbiamo fare la nostra parte qui. E questo significa anzitutto indicare e comprendere il problema, porre fine ai cedimenti culturali e politici, prima che sia troppo tardi, perché i nazisti e i fascisti non sono un “partito come un altro”.

http://www.milanox.eu/alba-dorata-assassina-il-rapper-pavlos-fyssas-nazi-non-e-un-partito-come-gli-altri/
Alcune testimonianze sull'omicidio di Pavlos Fissas.

Col passare delle ore emergono maggiori dettagli sull'omicidio del rapper antifascista greco avvenuto questa notte. Di seguito riportiamo alcune testimonianze raccolte quest'oggi e alcune brevi considerazioni su come diversi apparati che sostengono Alba Dorata si stiano già muovendo per tentare di salvare la faccia al gruppo neonazista dopo la gravissima aggressione di stanotte.
Dal padre di Pavlos: “Gli amici di Pavlos hanno fatto un’osservazione contro Alba Dorata in un caffè, dove stavano guardando una partita di calcio. Qualcuno da un tavolo vicino li ha sentiti e ha telefonato ai membri di Alba Dorata. Le squadracce di Alba Dorata sono arrivate quasi contemporaneamente alla polizia in moto DIAS. Pavlos ha cercato di aiutare i suoi amici a sottrarsi alla situazione, ma è stato attaccato da un’altra squadra di Alba Dorata e circondato. Dopo, un altro membro di Alba Dorata che guidava contromano in una strada a senso unico, si è fermato e ha accoltellato a morte Pavlos, mentre i poliziotti della DIAS non intervenivano. Una ragazzo ha chiesto loro aiuto, ma non hanno fatto niente. Loro si sono solo avvicinati in seguito per arrestare il principale sospetto.
Da giornalisti vicini alla polizia: il 45enne che è stato arrestato dalla polizia, ha ammesso di essere l’assassino di Pavlos e di essere un membro del partito nazista Alba Dorata.
Dal sindaco di Keratsini: gli aggressori erano neonazisti ben noti, questo è solo uno degli episodi di una serie di violenze, principalmente contro i migranti.
Da altri residenti locali: tutto questo sembra un’imboscata e non una discussione, c’erano dozzine di persone che davano la caccia e circondavano solo uno (Pavlos), le loro facce e uniformi sembravano le stesse di quelli che hanno attaccato i membri del partito comunista (KKE) pochi giorni fa.
Tutti i mezzi di comunicazione, tv, web e radio, continuano a diffondere confusione, ospitando membri di Alba Dorata in un tentativo patetico di rigirare le cose. Uno dei personaggi televisivi più orrendi (chiamati in Grecia “pappagalli” per la loro ripetizione della propaganda del governo), noto per le sue calunnie contro gli scioperanti, i manifestanti e le lotte dei lavoratori, Aris Portosalte ha perfino provato a convincere un parlamentare di Alba Dorata che loro dovrebbero assicurarsi che nessuno accusi il partito! Allo stesso tempo, c’è una pesante presenza di polizia intorno agli uffici di Alba Dorata, ufficialmente per un’ “indagine” (come se gli altri assalitori si nascondessero negli uffici centrali), ma la scena sembra più un cordone protettivo per i teppisti parastatali servi dello stato.
Fonte: Athens.indymedia