martedì 10 marzo 2009

OCCUPAZIONE ERSAF A CREMA

La vicenda giudiziaria sull'occupazione di una palazzina dell'Ersaf dello scorso ottobre 2007 si è conclusa con la condanna ad un pagamento di una pena pecuniaria ai quattro compagni indiziati di "reato"di 400 Euro ciascuno.
Ancora una volta si è voluto legittimare il pugno duro dell'amministrazione fascista del razzista Bruttomesso,che dietro alla sua facciata perbenista e galante nasconte pensieri xenofobi propri del suo partito di provenienza,la Sega nord,prima contro i meridionali ora verso gli immigrati.
Questo è stato ai tempi una delle prime prove di forza della sua giunta,che a braccetto del prefetto e della polizia cremasca ha fatto sgomberare la zona al momento non occupata.
A Crema occupare è sempre stato difficile,e l'Acrateca 25 è stato solo l'ultimo episodio in ordine temporale,ai tempi anche il caso del centro sociale Stalingrado sgomberato,rioccupato ed alla fine incendiato fece parlare molto,soprattutto per l'interessamento in primis dell'imprenditore Bonetti proprietario della zona(aveva tanta fretta di ristrutturare tutto l'ex complesso industriale e si sono visti i risultati...).
Occupare più generalmente in Italia o solo mantenere uno spazio occupato è un'impresa sempre più dura a meno che non si sia di estrema destra,infatti l'apertura di molte Case Pound non solo hanno avuto un bene placito delle varie amministrazioni locali,ma addirittura in certe regioni le loro iniziative hanno trovato incentivi in denaro da parte dello stato...che aggiungere?
Il sito "Crema on-line"aveva già proposto lo scorso 19 novembre 2007 un articolo sullo sgombero di Acrateca 25,proposto per una ripassatina,e riporto pure l'articolo odierno con le sentenze.
Degli autonomi neanche l’ombra.Ma all’interno dell’edificio occupato da un mese c’erano brande e libri.Il blitz si è svolto senza incidenti.

Crema - Sgomberata la villetta dell’Ersaf. Questa mattina intorno alle 9 la polizia di stato è entrata in azione. A dirigere l’operazione c’era il vice questore Daniel Segre. Il dirigente della polizia di stato ha guidato gli agenti del commissariato avvalendosi anche, come rinforzo, di uomini in forza al reparto mobile.All’interno della villetta non è stato trovato nessuno. Gli agenti hanno rotto la catena che sbarrava la porta d’ingresso e hanno prelevato tutti gli oggetti che gli autonomi vi avevano lasciato: due brande e diversi libri. Il materiale è stato depositato in un magazzino.L'occupazione abusiva della villetta da parte degli autonomi durava da oltre un mese e tale situazione aveva scatenato molte polemiche.Anche il sindaco Bruno Bruttomesso aveva fatto sentire la propria voce denunciando la situazione “d’illegalità che si era venuta a creare”. Il primo cittadino si era appellato anche al prefetto Giuseppe Badalamenti, l’unico ad avere la possibilità, oltre ai magistrati della Procura, di chiedere l’allontanamento degli abusivi. L’ordine di sgombero è partito dal giudice per le indagini preliminari del tribunale cittadino su richiesta della Procura. Per ora sono indagate quattro persone.Lo stabile è stato di nuovo chiuso e restituito alla Regione, legittimo proprietario. Subito dopo l’occupazione, infatti, era stato l’ente regionale a denunciare il fatto all’autorità giudiziaria chiedendo lo sgombero immediato. “Violate le norme di sicurezza e i nostri dipendenti della struttura di Crema vivono con estrema apprensione questa iniziativa” aveva commentato il dirigente dell’Ersaf Roberto Bottaio.Ma i tempi tecnici non hanno permesso una soluzione più rapida. Il reparto mobile della polizia è stato chiamato per dare un aiuto in caso di scontri con gli occupanti. Fortunatamente non si sono verificati incidenti e l’edificio è stato restituito all’Ersaf senza problemi.
I quattro imputati avevano occupato lo stabile dell'Ersaf di via Massari.L'ente regionale aveva chiesto lo sgombero.Era intervenuta la polizia.Ora il proceso e le condanne.
Crema - Si è conclusa ieri in tribunale la vicenda dei quatto no global che nell’ottobre del 2007 avevano occupato uno stabile dell’Ersaf di via Massari. I quattro imputati sono stati condannati a pagare 400 euro ciascuno. Erano difesi dall’avvocato Sergio Pezzucchi che al termine dell’udienza ha manifestato la sua insoddisfazione per la decisione del giudice, dichiarando che avrebbe fatto ricorso in appello a Brescia. Il pm era Andrea Boschiroli, il giudice Cristian Vettoruzzo. L'occupazione dello stabile di via Massari e la denuncia dell'ErsafL’occupazione dell’Ersaf aveva tenuto con il fiato sospeso la città per alcune settimane. I no gobal erano entrati e avevano appeso dei teli con delle scritte fuori dalla finestra. Avevano organizzato dei volantinaggi in città. Era stato l'ente regionale dell’Ersaf a incaricare l’avvocato Marco Severgnini di procedere per sgombrare l’edificio. Il legale aveva fatto una precisa richiesta alla Procura della Repubblica. Poco dopo si era mossa la polizia. Gli agenti al comando del vice questore Daniel Segre avevano aperto con una tenaglia la porta dello stabile chiusa con un lucchetto. Poi avevano proceduto con lo sgombero. La tesi della difesa: il ricorso in appelloL’avvocato Pezzucchi ha fondato la sua arringa sul fatto che non si trattava di abitazione privata ma pubblica. Inoltre lo stabile era in una condizione di abbandono e sarebbe ulteriormente peggiorato. La presenza delle persone avrebbe potuto fare da deterrente. Ha anche elencato una serie di sentenze favorevoli alla sua tesi e ha proposto l’assoluzione. Il giudice però non gli ha dato ragione.

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