sabato 21 marzo 2009

LA BACCHETTATA DELL'ONU

Ennesima strigliata al governo-regime italiano da stavolta da parte dell'Onu e più precisamente dall'Ilo(l'agenzia per il lavoro per l'organizzazione delle nazioni unite)che conferma l'ultimatum all'Italia per la fine di quest'anno di cambiare la rotta xenofoba dell'esecutivo nei confronti dei lavoratori stranieri.
Il nostro paese è accusato giustamente di non offrire le stesse possibilità lavorative sia dal punto di vista remunerativo che di condizioni e diritti ai migranti,con seguente discriminazione verso certe categorie di persone come i rom.
I nostri politicanti della maggioranza continuano a difendere certe loro scelte perchè a loro modo sono quasi costretti da organismi internazionali come l'Unione Europea o l'Onu ad adempiere ad alcune direttive(come l'età pensionabile o la denuncia dei clandestini da parte dei medici)solo quando fanno comodo ai loro interessi.
Se invece vi sono norme che non aggradano a lor signori o fanno scena muta oppure trovano cavilli da azzeccagarbugli per non adempiere a tali disposizioni...cercando d'insabbiare che economicamente come salario percepito o come spese d'acquisto di molti generi di prima necessità non siamo a livello di altri stati europei...
L'articolo de "L'Unità"riassume la lavata di capo fatta dall'Onu.
L'Onu accusa i politici italiani: «Razzismo e discriminazioni».

L'Italia discrimina i lavoratori immigrati, soprattutto i Rom, con forme di intolleranza, razzismo e xenofobia. L'accusa arriva dal Comitato di esperti dell'Ilo - l'agenzia per il lavoro dell'Onu - che nel suo ultimo rapporto sull'applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni internazionali, punta il dito anche verso i «leader politici» italiani rei di usare una «retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalità, creando così un sentimento di ostilità e antagonismo nell'opinione pubblica».Il Rapporto - pubblicato il sei marzo scorso - chiede così a Roma «risposte» entro il 2009, sollecitando misure ed interventi per «per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status». Ma l'analisi del Comitato sulla situazione italiana dei «lavoratori immigrati», soprattutto - oltre ai rom - quelli provenienti da Africa, Asia ed Europa dell'Est, va oltre.E evidenzia come il clima di intolleranza esistente in Italia abbia un impatto anche sugli standard minimi di protezione «dei diritti umani e del lavoro» nonché sui livelli di vita e le condizioni lavorative, ponendosi in contrasto con la convenzione 143, sulla «Promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti», ratificata dall'Italia nel 1981.Il comitato richiama così il Governo al «rispetto» delle norme per gli immigrati, «a prescindere dal loro status» ricordando che «ha il dovere di assicurare» anche ai lavoratori «illegali» i loro diritti nel rispetto delle norme su «remunerazioni, sicurezza sociale e altri benefits». Il comitato spera – si legge nel testo del Rapporto - che il governo italiano sia in grado di eliminare il clima di intolleranza, violenza e discriminazione degli immigrati, con particolare attenzione alla comunità rom, e di assicurare loro, sia legalmente che socialmente, i diritti umani fondamentali. E, ancora, di far in modo che gli atteggiamenti discriminatori siano meglio identificati e condannati.

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