Effettivamente è una persona che pur avendo delle conoscenze nel campo economico sopravvaluta enormemente le proprie capacità giungendo a conclusioni nella maggior parte dei casi poco felici.
E anche le sue poche intuizioni oggettivamente positive cadono in una latrina colma di merda quando pronuncia frasi come quelle dette ieri dopo gli scontri in diversi atenei nazionali:"Non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte dell'associazione Onda. Ma vedo che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l'Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti, quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri"per poi aggiungere:"Mi sono sbagliato, non hanno la dignità di guerriglieri, che sono una cosa seria: sono solo quattro ragazzotti in cerca di sensazioni."
Ma Brunetta vive con i paraocchi per non essere venuto a conoscenza dei gravi disordini che ormai a cadenza quotidiana stanno succedendo nelle università dallo scorso autunno ad oggi?
Penso proprio che sia pure lui uno dei pochi eletti "degni" di abitare nelle famose gabbie d'oro lassù nell'Olimpo degli dei rincoglioniti e vendicativi nei confronti del popolo.
E' talmente pieno di sè che ad una domanda postagli da Mentana in un suo(ormai ex)programma televisivo ha detto:"Volevo vincere il Premio Nobel per l'Economia. Ero... non dico lì lì per farlo, però ero nella giusta... ha prevalso il mio amore per la politica, ed il Premio Nobel non lo vincerò più. [...] Ho molti amici che hanno vinto il premio Nobel e non sono molto più intelligenti di me."
Propongo un articolo della redazione di "Senza Soste"che fa riferimanto anche ad una dichiarazione dei Cobas che giustamente additano certe colpe alla CGIL ed all'opposizione attuale sulle nuove disposizoni dei cortei degli scioperi a Roma(di solito anche nei paesi del cosidetto terzo mondo e pure nelle dittature se il popolo protesta lo fa sotto le sedi ed i palazzi del potere,in Italia non si può più fare!).
Successivamete un articolo del "Corriere.it" con la pura cronaca delle reazioni scaturite dai neuro deliri di Brunetta,ed un'interessante resoconto tratto da Indymedia sui passati del ministro quando lavorava per Craxi ed ha seguito le orme dei socialisti truffaldini che hanno aderito a Forza Italia e quando il punitore dei fannulloni manteneva la percentuale di presenza all'europarlamento appena al di sopra del 50% in modo da ricevere l'elevato stipendio e tutte le agevolazioni del caso.
Brunetta bastardo sei nella lista nera,come c'erano stati D'Antona e Biagi.
Brunetta: "Quelli dell'Onda sono guerriglieri". Bernocchi: "Colpa anche di Cgil e Pd".
Ce lo aspettavamo, dopo l'uso vegognoso dei maganelli, delle cariche inconprensibili verso un movimento che ancora non è entrato nell'o ttica di difendere i cortei e la propria incolumità, ecco che arriva il chiaro indirizzo del ministro Brunetta che ci riporta inditro di 35 anni ai tempi delle leggi speciali contro studenti e lavoratori.Sì perchè questa cosa deve essere chiara a tutti, ieri li studenti della Sapienza sono stati caricati perchè volevano raggiungere dall'università lo sciopero della CGIL. In base alle nuove disposizioni sui cortei in alcune zone non si può manifestare le proprie idee e cosi la polizia ed i carabinieri hanno caricato, volentemente come ormai accade quotidianamente.Questa legge è un attacco impressionante alla libertà di parola, movimento e protesta che unita al tentativo di scardinare il diritto di sciopero completa il quadro del regime fatto di ronde, polizia costantemente vogliosa di menare le mani, provocazioni fasciste e leggi speciali.Oggi arriva il ministro Brunetta a gettare ancora benzina sul fuoco."L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti - ha insistito Brunetta - quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri" questo è il delirio del centro destra. A chi gli faceva notare che nel mondo della scuola e dell'università la protesta sta di nuovo montando Brunetta risponde: <>Dopo queste vergognose dichiarazioni ci chiediamo chi è che sta portando il paese all'esasperazione degli anni '70?
L'aggressione agli studenti romani e la complicità di Cgil e PD.
Ce lo aspettavamo, dopo l'uso vegognoso dei maganelli, delle cariche inconprensibili verso un movimento che ancora non è entrato nell'o ttica di difendere i cortei e la propria incolumità, ecco che arriva il chiaro indirizzo del ministro Brunetta che ci riporta inditro di 35 anni ai tempi delle leggi speciali contro studenti e lavoratori.Sì perchè questa cosa deve essere chiara a tutti, ieri li studenti della Sapienza sono stati caricati perchè volevano raggiungere dall'università lo sciopero della CGIL. In base alle nuove disposizioni sui cortei in alcune zone non si può manifestare le proprie idee e cosi la polizia ed i carabinieri hanno caricato, volentemente come ormai accade quotidianamente.Questa legge è un attacco impressionante alla libertà di parola, movimento e protesta che unita al tentativo di scardinare il diritto di sciopero completa il quadro del regime fatto di ronde, polizia costantemente vogliosa di menare le mani, provocazioni fasciste e leggi speciali.Oggi arriva il ministro Brunetta a gettare ancora benzina sul fuoco."L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti - ha insistito Brunetta - quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri" questo è il delirio del centro destra. A chi gli faceva notare che nel mondo della scuola e dell'università la protesta sta di nuovo montando Brunetta risponde: <
L'aggressione agli studenti romani e la complicità di Cgil e PD.
La selvaggia aggressione di oggi a Roma ai danni degli studenti che volevano uscire dall'Università per protestare contro la politica scolastica governativa - che ha provocato numerosi feriti tra ragazzi/e inermi a cui va la nostra totale solidarietà - è stata materialmente condotta da "forze del disordine" istigate da un ministero degli Interni che sembra garantire copertura ad ogni violenza poliziesca.
Ma gli strumenti politici per l'aggressione sono stati forniti anche da tutti i partiti della opposizione parlamentare (PD in prima fila), nonchè dai sindacati concertativi (Cgil in prima fila), che hanno sottoscritto un dittatoriale Protocollo per vietare a Roma qualsiasi forma di protesta che non si svolga in sei piazze prestabilite e in sei itinerari. Secondo il Protocollo non si potrebbe protestare davanti a ministeri, uffici pubblici, sedi aziendali o padronali, Parlamento e sedi politiche: insomma, non si potrebbe portare il conflitto davanti alle sedi delle "controparti". La motivazione dell'intralcio al traffico è totalmente fasulla: gran parte del centro storico è pedonalizzato o riservato al solo traffico dei residenti (clamoroso il divieto al Parlamento e al Senato, al Campidoglio o a Piazza Navona, tutte zone vietate al traffico).
In realtà si vuole impedire che si manifesti ogni forma di conflitto nelle strade, in linea con il tentativo di vietare lo sciopero nei servizi pubblici, nel timore di una valanga crescente di proteste di fronte alla sempre più micidiale crisi. Ma il governo ha trovato la complicità e collaborazione di Cgil, Cisl, Uil nonchè del PD, IdV e degli altri partiti di opposizione che, mentre fingono di protestare contro i progetti liberticidi berlusconiani, si fanno portatori del più brutale attacco al diritto di manifestare degli ultimi 60 anni. Suona insopportabilmente ipocrita il comunicato di solidarietà agli studenti da parte di una Cgil senza la cui firma il Protocollo non sarebbe stato proponibile e che fino a ieri lo ha difeso in comunicati e interviste. I Cobas, insieme alle altre forze del Patto di Base (Cub e SdL) si sono già rifiutati di accettare i diktat polizieschi in occasione delle manifestazioni dei lavoratori Telecom e di quelli dei Trasporti: e continueranno così per far saltare l'ignobile Protocollo e aiutare i cittadini/e romani a riconquistare rapidamente il diritto di manifestare liberamente.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
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Brunetta: «L'Onda? Sono guerriglieri. Anzi ragazzotti in cerca di sensazioni».
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Brunetta: «L'Onda? Sono guerriglieri. Anzi ragazzotti in cerca di sensazioni».
PD: «ALIMENTA LA TENSIONE». PRC: «la dice lunga sulla sua idea di democrazia». «Non c'è negli organi di rappresentanza degli studenti». Uds: «Dimissioni e immediate scuse del ministro».
ROMA - Prima ha detto che sono dei guerriglieri («e come tali saranno trattati»), poi ha precisato che non arrivano nemmeno alla dignità dei guerriglieri, ma che sono solo dei «ragazzotti in cerca di sensazioni forti». Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta non fa sconti agli studenti dell'Onda, protagonisti mercoledì di una manifestazione davanti alla Sapienza contro i tagli all'università sfociata in scontri con la polizia.
«ASSENTI NELLE ELEZIONI» - In una conferenza stampa a Palazzo Chigi con la collega Mariastella Gelmini ha risposto così a chi gli faceva notare che nella scuola la protesta sta montando: «Non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte dell'associazione Onda. Ma vedo che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l'Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti, quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri». La Gelmini ha tentato di sdrammatizzare: «Come tutti sanno, a volte Brunetta usa toni forti e provocatori ma mi auguro vivamente che gli episodi della Sapienza non si ripetano più. Il diritto di manifestare va sempre rispettato, ma la democratica dimostrazione del dissenso non può mai trascendere nella violenza, che non può mai essere accettata. In questo senso credo vadano interpretate anche le dichiarazioni del ministro Brunetta».
«QUATTRO RAGAZZOTTI» - Poco dopo, intervistato da Sky Tg24, è tornato all'attacco: «Mi sono sbagliato, non hanno la dignità di guerriglieri, che sono una cosa seria: sono solo quattro ragazzotti in cerca di sensazioni. Se Fioroni e il Pd li difendono ce ne facciamo una ragione e prendiamo atto che il Pd difende quattro ragazzotti in cerca di sensazioni: io preferivo il vecchio Partito comunista. A Roma ci sono state cariche e scontri perché un gruppo di giovani un po' estremisti ha infranto delle regole che la città si era data nel definire le manifestazioni. Come si definisce chi infrange le regole, chi fa violenza sulle strade e costringe la polizia a scontri che ha altro da fare? Io sto dalla parte dei poliziotti, dell’ordine pubblico, delle regole, di chi vuole manifestare legalmente e democraticamente, dalla parte dei rappresentanti degli studenti, non di questi signori che per avere una qualche visibilità usano la violenza».
«ALIMENTA TENSIONE» - Per il Pd ha parlato Pina Picierno: «Amareggiano e sorprendono i toni usati dal ministro Brunetta che dovrebbe scusarsi con gli studenti, le loro famiglie e il paese tutto per l'asprezza e la violenza delle parole usate. In tale maniera si alimenta in modo sconsiderato uno stato di tensione. Simili parole offendono le stesse istituzioni che il ministro Brunetta è chiamato a rappresentare, sarebbe bene che il governo prendesse rapidamente le distanze da simili atteggiamenti». E il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero: «Che il ministro Brunetta sia un provocatore non mi stupisce, ma che ora vesta i panni anche del manganellatore rispetto agli studenti dell'Onda caricati dalla polizia a Roma e che lui ritiene dei guerriglieri che come tali vanno trattati, la dice lunga sull'idea di democrazia, libertà e rispetto del dissenso di Brunetta e del governo di cui fa parte. La verità è che il governo delle destre sta attentando al diritto di manifestare così come attenta al diritto di sciopero, in puro stile anni Cinquanta, e che usa la polizia come la usava allora il ministro degli Interni Scelba, a puro scopo repressivo».
DONADI: PICCOLO DUCE - «Deve esserci stato un corto circuito tra il cervello e la lingua del ministro Brunetta. Non c'è altra spiegazione per giustificare le affermazioni nei confronti dei ragazzi dell'Onda. Parole incendiarie da piccolo duce. Il governo chieda scusa immediatamente - è il duro commento del capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera Massimo Donadi -. Le esternazioni del ministro sono inqualificabili e pericolose, aumentano senza motivo la tensione e il conflitto. Brunetta non si illuda di infuocare gli animi. Gli studenti sono molto più maturi di lui e non cadranno in provocazioni».
L'UNIONE STUDENTI - L'Unione degli studenti chiede le dimissioni e le «immediate» scuse del ministro Brunetta. «Un ministro non dovrebbe mai permettersi di definire dei giovani che esprimono il loro pensiero come dei "guerriglieri" da trattare come tali. Mercoledì - afferma l'Uds - c'è stata un'aggressione di cui gli studenti sono state vittime. Quella di Brunetta è una dichiarazione degna dei peggiori regimi sudamericani, dove gli studenti sono equiparati a terroristi. Già il presidente del Consiglio in autunno aveva provato a usare metodi repressivi, invocando la polizia nelle scuole pur di reprimere la protesta, ma aveva incontrato la netta ostilità della società tutta. Chiediamo le immediate scuse e le dimissioni del ministro Brunetta. Non ci lasceremo intimidire».
«È LUI IL GUERRIGLIERO» - Secondo l'Unione degli universitari è il ministro Brunetta «l'unico guerrigliero». «È fuori dalla realtà - afferma l'Udu in una nota - definire guerriglieri centinaia di migliaia di studenti che da questo autunno a oggi sono scesi nelle piazze dimostrando all'opinione pubblica di voler manifestare pacificamente il proprio dissenso contro i provvedimenti del governo per l'università. Intendiamo ricordare, a questo punto con maggior vigore, che il ruolo di un governo, come dei ministri che lo compongono, è quello di ascoltare le esigenze della popolazione, non di rimanere sordi a straordinarie manifestazioni di protesta, di discutere con il Paese e con il Parlamento, non di essere autoreferenziali alimentando un clima di tensione contro chi dissente».
La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall'ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell'università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: "Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro". Eravamo a metà dei ruggenti anni '80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis.
Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l'ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola. In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell'esecutivo Berlusconi. La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali. I sondaggi lo incoronano - parole sue - 'Lorella Cuccarini' del governo, il più amato dagli italiani. Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà. Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine. Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza. A 'L'espresso' risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all'altezza di un Nobel. Ma c'è un settore nel quale l'ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell'economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali.
Chi l'ha visto Appena venticinquenne, Brunetta entra nel dorato mondo dei consulenti (di cui oggi critica l'abuso). Viene nominato dall'allora ministro Gianni De Michelis coordinatore della commissione sul lavoro e stende un piano di riforma basato sulla flessibilità che gli costa l'odio delle Brigate rosse e lo costringe a una vita sotto scorta. Poi diventa consigliere del Cnel, in area socialista. Nel 1993, durante Mani Pulite firma la proposta di rinnovamento del Psi di Gino Giugni. Nel 1995 entra nella squadra che scrive il programma di Forza Italia e nel 1999 entra nel Parlamento europeo.
Proprio a Strasburgo, se avessero applicato la 'legge dei tornelli' invocata dal ministro, il professore non avrebbe fatto certo una bella figura. Secondo i calcoli fatti da 'L'espresso', in dieci anni è andato in seduta plenaria poco più di una volta su due. Per la precisione la frequenza tocca il 57,9 per cento. Con questi standard un impiegato (che non guadagna 12 mila euro al mese) potrebbe restare a casa 150 giorni l'anno. Ferie escluse. Lo stesso ministro ha ammesso in due lettere le sue performance: nella legislatura 1999-2004 ha varcato i cancelli solo 166 volte, pari al 53,7 per cento delle sedute totali. "Quasi nessun parlamentare va sotto il 50, perché in tal caso l'indennità per le spese generali viene dimezzata", spiegano i funzionari di Strasburgo. Nello stesso periodo il collega Giacomo Santini, Pdl, sfiorava il 98 per cento delle presenze, il leghista Mario Borghezio viaggiava sopra l'80 per cento. Il trend di Brunetta migliora nella seconda legislatura, quando prima di lasciare l'incarico per fare il ministro firma l'elenco (parole sue) 148 volte su 221. Molto meno comunque di altri colleghi di Forza Italia: nello stesso periodo Gabriele Albertini è presente 171 volte, Alfredo Antoniozzi e Francesco Musotto 164, Tajani, in veste di capogruppo, 203.
La produttività degli europarlamentari si misura dalle attività. In aula e in commissione. Anche in questo caso Brunetta non sembra primeggiare: in dieci anni ha compilato solo due relazioni, i cosiddetti rapporti di indirizzo, uno dei termometri principali per valutare l'efficienza degli eletti a Strasburgo. L'ultima è del 2000: nei successivi otto anni il carnet del ministro è desolatamente vuoto, fatta eccezione per le interrogazioni scritte, che sono - a detta di tutti - prassi assai poco impegnativa. Lui ne ha fatte 78. Un confronto? Il deputato Gianni Pittella, Pd, ne ha presentate 126. Non solo. Su 530 sedute totali, Brunetta si è alzato dalla sedia per illustrare interrogazioni orali solo 12 volte, mentre gli interventi in plenaria (dal 2004 al 2008) si contano su due mani. L'ultimo è del dicembre 2006, in cui prende la parola per "denunciare l'atteggiamento scortese e francamente anche violento" degli agenti di sicurezza: pare non lo volessero far entrare. Persino gli odiati politici comunisti, che secondo Brunetta "non hanno mai lavorato in vita loro", a Bruxelles faticano molto più di lui: nell'ultima legislatura il no global Vittorio Agnoletto e il rifondarolo Francesco Musacchio hanno percentuali di presenza record, tra il 90 e il 100 per cento.
Brunetta hai Rotto i Coglioni!
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