martedì 3 marzo 2009

ELEZIONI FARSA IN EUSKAL HERRIA

La scorsa domenica giornata elettorale in due regioni spagnole,la Galizia ed i Paesi Baschi.
Per quanto riguarda Euskadi elezioni farsa in quanto già da qualche settimana il governo spagnolo di fatto ha escluso dalla giornata elettorale,illegalizzandoli,i partiti Askatasuna e D3M,ciononostante i rappresentanti dei due movimenti abbiano invitato lo stesso il proprio elettorato a votare comunque.
La sinistra abertzale(che in basco significa un misto tra patriota e nazionalista)di fatto,dopo la già nota estromissione di Batasuna ormai da tempo,non ha più frecce al suo arco almeno per farsi sentire istituzionalmente,ma siamo certi che le voci del fiero popolo basco risuoneranno ancora per lungo tempo.
Di seguito due articoli tratti da "Senza Soste"(a cura di Tito Sommartino)e da "Infoaut"con un breve riferimeno anche alle elezioni tenutesi in Galizia.
Elezioni basche: macchina illegalizzazioni produce parlamento spagnolista.

La giornata elettorale di ieri per l'elezione del nuovo presidente basco, ha visto una partecipazione alle urne del 65,84%, con un'astensione del 34,12%, leggermente superiore a quella delle elezioni del 2005.I risultati elettorali danno la maggioranza nel Parlamento basco ai nazionalisti del PNV con un totale di 30 seggi: 8 per Araba, 12 in Bizkaya e 10 in Gipuzkoa. Il Partito socialista spagnolo raggiunge un totale di 24 rappresentanti - 8 in ogni provincia- mentre il Partito Popolare ne ottiene 13: 6 in Araba, 4 in Bizkaya e 3 in Gipuzkoa. EA (Eusko Alkartasuna) - partito nato negli anni '80 dalla scissione con il Partito nazionalista basco - risulta avere 2 seggi, mentre uno è stato ottenuto dalla coalizione EB (Ezker Batua), un altro da UPyD (Union Progreso y Democracia) - partito spagnolo nato nel 2007 - e 4 sono i seggi per Aralar.La sinistra abertzale, rimasta fuori da queste elezioni in seguito alle illegalizzazioni dei partiti D3M e Askatasuna, avrebbe ottenuto 7 seggi nel Parlamento di Gasteiz, con più di 100.900 voti, secondo la proiezione realizzata da GARA effettuata in base all'appello della sinistra indipendentista di presentarsi alle urne con la scheda elettorale di uno dei due partiti illegalizzati. Occorre tuttavia segnalare che i risultati dei voti nulli non sono stati resi pubblici dal Governo di Lakua. Questo occultamento si allinea naturalmente alla persecuzione nei confronti della sinistra abertzale durante tutta la campagna elettorale e nella giornata di ieri.Senza dubbio queste elezioni farsa, portano a paradossi. E paradossale è che chi, a suo tempo, trasse vantaggio dall'apartheid messo in atto nei confronti della sinistra abertzale per guadagnare più potere, ora si trova nella fragilità di non sedere più nella poltrona di lehendakari nel Parlamento basco. Infatti, nonostante il PNV abbia raggiunto la maggioranza dei seggi, l'accordo che definisce che "sarà lehendakari colui che il giorno della investitura riuscirà ad ottenere 38 dei 75 seggi", non permette a Ibarretxe di presiedere il nuovo governo neanche sommando i voti degli altri partiti nazionalisti (EA, EB, Aralar), con i quali raggiungerebbe un totale di 37 seggi.La vera novità di queste elezioni è stato l'incremento di voti per il Partito socialista spagnolo, che ha portato ad ottenere 24 seggi nel parlamento basco, mentre il candidato socialista Patxi Lopez si dice già pronto a governare la comunità autonomica basca. Per fare ciò deve però contare con l'appoggio del PP e del UPyD. Quest' ultimo avrà la responsabilità dell'esito di queste votazioni e determinerebbe l' uscita dal Governo di Lakua della quasi trentennale legislatura del PNV.Durante la giornata elettorale di ieri non sono mancati arresti e identificazioni nei confronti dei cittadini e cittadine basche: 4 sono stati gli arrestati - successivamente rilasciati - per essersi recati alle urne e aver espresso il loro dissenso nei confronti di queste elezioni farsa, mentre si aggira intorno a un totale di 50 le persone identificate in varie località delle province basche, per essere andate a votare insieme con la scheda elettorale dei partiti illegalizzati.

Nota sulle elezioni in Galizia.

A far da contraltare, per il Partito socialista spagnolo di Luis Zapatero, a questa tornata elettorale nelle regioni autonomiste c'è il risultato registrato in Galizia. Perchè se nei Paesi Baschi la macchina delle illegalizzazioni e la povertà/compatibilità politica del Pnv ha dato un buon risultato ai socialisti, nelle elezioni regionali in Galizia il Partito Popolare di Mariano Rajoy, dopo 4 anni di "purgatorio" (dinnanzi a 20 anni di dominio conservatore), torna a conquistare la maggioranza assoluta in parlamento e il governo con Alberto Nunez Feijóo. Una doccia fredda per Zapatero e il Partito socialista, arrivato ad una delle sue prime sconfitte elettorali in una regione tra le più povere e colpite dalla crisi della Spagna.
Elezioni basche, 100.000 voti all'Izquierda Abertzale illegalizzata. E per il PNV sono dolori.

BILBAO - Elezioni fraudolenti solo possono dar luogo a paradossi e paradossale è che coloro che avrebbero dovuto beneficiare dell'illegalizzazione di Democracia Tres Millones (D3M, la coalizione della sinistra abertzale a cui è stato impedito di presentarsi alle elezioni) per sommare voti a loro spese, potrebbero essere spodestati dalle loro poltrone. Tutto ciò pur avendo vinto le elezioni comodamente. Ci riferiamo al PNV di Juan Jose Ibarretxe, che pur essendo stato il più votato nelle elezioni di ieri, a causa della messa al bando della sinistra indipendentista potrebbe non essere riconfermato Lehendakari.
Per governare in maggioranza, il PNV avrebbe bisogno di 38 seggi. Solo un'alleanza con il PSE di Patxi Lopez, e una serie di concessioni da elargire loro, potrebbe permettere alla formazione jeltzale, in teoria, di non perdere il governo. Difficile, anzi, difficilissimo, che il PSE, come invece lascia intendere il quotidiano più venduto di Spagna, El Paìs, possa stringere la mano portale dal PP. Per almeno due motivi: il primo è che si prospetta una legislazione molto difficile, forse la più difficile dalla Transizione ad oggi, e governare direttamente non sembra allettare più di tanto i socialisti per tutta una serie di motivi. Molto meglio per loro prendere in mano alcuni posti chiave dell'esecutivo e "inquinare" con lo spagnolismo il governo basco piuttosto che chiedere ad un PP alle prese con gravi problemi di immagine e feroci dispute interne, di fargli da stampella. Ecco perché, se il PNV è stato il partito più votato, il vero vincitore è senz'ombra di dubbio il PSE, che adesso può permettersi di guardarsi attorno e "vendersi" al miglior offerente. E più in generale ha vinto il potere, che non può che guardare con favore a formule di negoziazione governamentale transnazionali.
D3M, che all'indomani della sua illegalizzazione ha chiesto ai suoi elettori di andare comunque a votare per la sua lista ("votos de oro" sono stati chiamati), ha ottenuto circa 100.000 voti che si tradurrebbero in 7 seggi. 100.000 voti nulli ma dal grande significato. Sono tanti: solo un terzo in meno rispetto a quelli ottenuti nel 2005 con EHAK. Sono tanti per vari motivi: primo perché la macchina repressiva basco-spagnola ha illegalizzato tutto quello che poteva rimandare a D3M: anche essere beccati con una "papeleta" (scheda elettorale) di D3M in strada o fuori dalle urne era passibile di arresto e infatti quattro militanti sono arrestati ieri (ricordiamo che nello stato spagnolo si vota con le schede precompilate e ogni partito ha la sua); secondo perché, com’era ovvio che fosse, alcuni potenziali elettori hanno preferito non annullare il voto e darlo ad altri partiti; terzo perché l’astensionismo è stato ancora più alto rispetto al 2005, il 34% (nel grafico a sinistra).
Ovviamente, se Madrid non avesse mutilato il diritto alla democrazia della sinistra indipendentista, tutte queste analisi si convertirebbero in aria fritta. Tra l’altro nessuno ad eccezione del giornale Gara ha ritenuto doveroso offrire il dato numerico dei voti conquistati da D3M, limitandosi ad inserire (e non sempre) la percentuale totale dei voti nulli (l’8,84%).Comunque si giudichino i risultati elettorali di ieri, la sinistra abertzale continua ad essere la quarta forza politica (la terza se si considera anche Aralar) e a nessuno sfugge che si tratti di un risultato ottenuto in condizioni che definire estreme è riduttivo e tutto ciò non fa che accrescere in modo chiaro la potenzialità della propria proposta politica. "Condizioni - come scrive giustamente Gara - che ricordano più la resistenza francese sotto Vichy piuttosto che un territorio dell'Unione Europea del XXI secolo; condizioni per i militanti che ricordano più quelle in cui era costretta ad operare il CNA sudafricano ai tempi dell'apartheid piuttosto che uno stato di diritto; condizioni più difficili di quelle che dovette sopportare lo Sinn Fein con la Thatcher. Negare all'izquierda abertzale il diritto di esistere ed essere rappresentata significa negare democrazia, ma soprattutto negare la realtà e accrescere il conflitto. Anche se quest'ultimo è probabilmente il vero obiettivo dello stato spagnolo, ci chiediamo fino a che punto possa rivelarsi una strategia vincente.
Chi ha guadagnato di più dall’illegalizzazione di D3M è stato senza dubbio Aralar, ovvero i fuoriusciti dell’izquierda abertzale che condannano le azioni di ETA, che hanno presumibilmente raccolto voti potenziali di D3M ed Eusko Alkartasuna. Non ne ha approfittato, anzi, deve essere considerato il vero sconfitto di queste elezioni, proprio Eusko Alkartasuna , i socialdemocratici indipendentisti, che hanno avuto un tracollo tremendo. Solo briciole per Izquierda Unida, che in Euskadi si presenta come Ezker Batua (EB) così come UpyD, una corrente fuoriuscita dal PP, che però potrebbe far risultare decisivo il suo unico seggio conquistato nell’improbabile caso che il PSE dovesse allearsi col PP.
Nel primo schema proposto che non si vede benissimo sono riportate le quote dei vari partiti ottenute nelle elezioni di due giorni fa,con D3M che ha ottenuto in percentuale il 5,38% pari a 100.900 voti e 7 seggi virtuali,mentre nel secondo appena qui sopra la percentuale di astensionismo in Euskal Herria nelle elezioni degli ultimi anni.
Nelle foto scattate durante le elezioni si notano alcuni votanti che per protesta si sono tappati la bocca con la bandiera spagnola con scritte di protesta contro l'illegittimazione di Askatasuna e D3M.

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