sabato 29 maggio 2010

MARONI E MANGANELLI SBROCCANO ALLE DICHIARAZIONI DI DE ROSSI

Che Daniele De Rossi voti a destra o sinistra,che preferisca il cacio sui maccheroni o meno,o
che preferisca il mare alla montagna per oggi è superfluo perchè quel che ha detto al raduno della nazionale al Sestriere è la sacrosanta verita,e detta da un calciatore famoso in Italia conta più che averlo sentito da migliaia di persone o da qualche politico di sinistra(cosa che comunque non è avvenuta),ovvero che la tessera del tifoso è una gran cagata e che dovrebbero invece essere introdotte le tessere dei poliziotti che agiscono sempre nell'anonimato non essendo identificabili durante le loro battute di caccia.
Ormai le parole sono state pronunciate e le scuse cui è stato obbligato dalla federcalcio trovano il tempo che trovano,con Maroni e Manganelli,ministro degli interni e capo della sbirraglia,che sono rimasti scandalizzati dalle affermazioni del centrocampista della Roma e lo hanno urlato ai quattroventi.
Maroni ha inoltre proceduto con un atto intimidatorio da bravo mafioso col richiamo dei suoi due osservatori sulla sicurezza dalla sede del ritiro azzurro:la tessera del tifoso è solo un metodo di schedatura che sarà il modello precursore della tessera del manifestante(con già la digos che ha fascicoli enormi senza il nostro consenso ovviamente),la tessera del podista e quella del blogger,quella del dentista e dell'ascoltatore di musica.
L'articolo di Fulvio Bianchi dalle pagine de"La Repubblica on line"propone il pezzo dove si parla della vicenda sulla quale il capo dei conigli in divisa ha già trasmesso le dichiarazioni di De Rossi alla magistratura,con l'integrale intervista dove un calciatore ha finalmente affermato che con le schedature i problemi non si eliminano e il calcio muore.
De Rossi contro la poliziaManganelli: "Sono indignato"

Daniele De RossiDurissimo. "Sono contrario alla tessera del tifoso, perché non mi piacciono le schedature. E poi, in alcuni casi, viste le ultime vicende, servirebbe anche la tessera del poliziotto": Daniele De Rossi, centrocampista della Roma e della nazionale, attacca la polizia e ribadisce, dal ritiro azzurro, il suo no alla "card" che diventerà (quasi) obbligatoria il prossimo anno, almeno per chi vorrà andare in trasferta. Poi in serata - dopo le risposte "indignate" di Maroni e Manganelli, e la telefonata di Abete - si è scusato. I club, come da noi scritto (vedi Spy Calcio del 22 maggio), hanno accettato l'ordinanza di Roberto Maroni, ma non sono per nulla convinti (tranne eccezioni: Milan e Inter sono stati i primi a mettersi in regola) e difatti si stanno attrezzando con estrema lentezza. "Non credo sia la soluzione del problema - ha aggiunto De Rossi -. Certo, se un ultrà va in giro con un coltello e colpisce un'altra persona non è uno normale, non sta bene: ma non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un ragazzetto che non c'entra nulla". De Rossi ricorda quello che è successo dopo la finale di Coppa Italia a Stefano Gugliotta. L'idolo dei tifosi della Roma si era espresso già dopo l'ultima di campionato. "Perché sono convinto - ha spiegato di nuovo - che un pomeriggio come quello di Verona, con 30.000 persone al seguito, non lo potremmo vivere più. Non trovo giusto schedare un tifoso prima che lanci un fumogeno o si azzuffi. Ovviamente chi lo fa va punito severamente. Gli incidenti dopo il derby? Chi gira con un coltello per colpire qualcun altro non è una persona normale. La tifoseria della Roma, negli ultimi tempi, è stata nel complesso serena. Se la tessera servisse a risolvere i problemi, d'accordo: ma se schediamo tutti i tifosi della Roma e 10.000 vanno a Napoli, io penso che le tensioni e il rischio di incidenti ci sono lo stesso".
Le parole del romanista non sono piaciute al ministro Roberto Maroni: "Non condivido quanto ha detto". Il titolare del Viminale sottolinea poi che De Rossi "non è uno qualunque, è un giocatore importante, che andrà a rappresentare l'Italia ai Mondiali, insomma uno che ha un certo seguito (nell'opinione pubblica, ndr)". Maroni poi ha spiegato:"Ne ho parlato con il capo della polizia. Se qualcuno parla della tessera del tifoso, a cui sono particolarmente affezionato, e parla della polizia, a cui sono altrettanto affezionato, cerco di capire. Ci stiamo sforzando di mandare messaggi positivi ai tifosi, è ovvio che ogni reazione contraria su questo tema io la guardo e cerco di capire perché, che conseguenze può avere e che cosa è utile fare". Il progetto comunque va avanti: "Confermo che la tessera del tifoso è in programma e avrà regolare attuazione, come previsto e come concordato con tutte le società, per l'inizio del prossimo campionato". In serata è intervenuto il capo della polizia, Antonio Manganelli: "Sono indignato per le parole di De Rossi, una volgare strumentalizzazione di un fatto al vaglio della magistratura". Lo stesso Manganelli aveva chiesto un'ispezione alla questura di Roma. De Rossi ha anche commentato le dichiarazioni del ct dell'Inghilterra, Fabio Capello, che mesi fa aveva parlato di calcio italiano 'ostaggio' degli ultrà. "Il calcio italiano - ha detto il centrocampista - è ostaggio di tante cose: è ostaggio delle tv, è ostaggio degli sponsor, può essere anche ostaggio degli ultrà, dipende dalle piazze e dalle città. Ma gli ultrà, i tifosi dico, sono la parte positiva, una parte importante del calcio". Anche il centrocampista della Samp (e anche lui azzurro), Angelo Palombo, si era espresso tempo fa contro l'iniziativa del Viminale (indossando una maglietta con scritto, "no alla tessera del tifoso") mentre il tecnico giallorosso Claudio Ranieri è poco convinto dell'iniziativa: "Credo che la tessera del tifoso vada rivista, non si possono svantaggiare i tifosi che vogliono veramente bene alla squadra". Lo stesso Francesco Totti, pur non esprimendosi in maniera così netta come l'amico-compagno De Rossi, è scettico sulla tessera del tifoso. Moltissimi sostenitori della Roma (circa 1500) si sono ritrovati a Trigoria oggi per protestare (con magliette e striscioni) Totti ha detto: "Voglio giocare sempre, il prossimo anno e quelli a seguire, davanti a questa splendida gente che oggi è qui e chi vuole capire capisca...". Silenzio da parte della società, anche se Rosella Sensi aveva promesso un chiarimento. Le parole di De Rossi non sono piaciute nemneno alla Federcalcio, che nel pomeriggio ha addirittura emesso una nota. "La Federazione Italiana Giuoco Calcio vuole confermare oggi, superando dichiarazioni che non condivide e che non possono mettere in discussione rapporti, ruoli e responsabilità, pieno apprezzamento per il lavoro che le forze dell'ordine svolgono costantemente per garantire serenità e sicurezza al mondo del calcio". Abete, che ha raggiunto oggi Ginevra dopo essere stato a trovare gli azzurri al Sestriere, ci è rimasto di stucco. Le parole di De Rossi, in questo momento, possono creare un attrito col Viminale. "Ribadiamo il nostro grazie più convinto - è detto ancora nel comunicato della Figc- a tutte le forze dell'ordine che con spirito di sacrificio, e spesso in condizioni difficili e delicate, prestano il loro servizio a tutela dell'interesse generale, dentro e fuori gli stadi. In particolare, la gratitudine del mondo del calcio è rivolta agli uomini della polizia di stato e al ministero dell'interno che a tutti i livelli segue costantemente l'attività di prevenzione e di contrasto a ogni forma di violenza, con interventi che hanno già portato a risultati concreti e significativi, ma anche con scelte strategiche come la tessera del tifoso, che contribuirà a promuovere sempre più un clima di civile convivenza negli stadi". In serata le scuse di De Rossi alle forze dell'ordine. "Ho grande rispetto per l'impegno di tanti poliziotti che ogni domenica lavorano per garantire la sicurezza nel calcio".

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