mercoledì 26 maggio 2010

PROPAGANDA FASCISTA PAGATA DALLO STATO

Questo blog si prodiga contro la censura e per la conoscenza reale e non soggettiva della storia passata ed attuale,abbozzando pure a scenari futuri,e con questo non sono contro l'idea di fondo del quotidiano"Libero"di omaggiare i suoi lettori dei dvd con i discorsi e la vita di Mussolini:la storia è la base sulla quale poggia il presente,e studiarla e comprenderla può e deve essere d'ausilio per evitare errori ed orrori proprio come il fascismo.
Il post odierno vuole altresì evidenziare che non a caso è questo rozzo giornale di regime razzista e che incita all'odio creando casi giornalistici inesistenti,come già provato dalle centinaia di migliaia di euro di multe e di risarcimenti oltre alla radiazione seppur temporanea dall'albo dei giornalisti di alcuni collaboratori(nonchè il direttore Feltri),che divulga la storia del duce attraverso le sue gesta e proclami sulla scia del successo dell'applicazione(subito stroncata)per l'i-phone.
E scavando bene questi dvd allegati sono pagati dalla collettività in quanto a differenza di altri regalini come il libro che incensa Berlusconi e quello sulle barzellette sui comunisti curati dall'agenzia pubblicitaria della fascista Santanchè,questi supporti mediatici sono"offerti"da"Cinecittà Luce",il cui unico azionista è il ministero dell'economia.
E' su questo fatto che girano e non poco i coglioni in quanto praticamente il governo fa propaganda al fascismo attraverso i soldi delle nostre tasse ed il prodotto non viene offerto come monito di un esempio da non seguire e memorizzare bene per non cadere nuovamente in tragiche mani,ma bensì come modello da imporre per le nuove leve lobotomizzate dai massmedia del regime.
L'articolo preso da Indymedia.Lombardia è tratto dal blog"nonleggerlo"il cui link è posto alla fine dell'intervento.

Libero regala i dvd di Mussolini. Ma chi li paga?

Libero regala i dvd di Mussolini. Ho visto la pubblicità sul sito, su carta, e l'ho ascoltata pure su Radio24. Non so, così, mi è venuta in mente una domanda, in maniera spontanea: ma chi li paga questi dvd?
Sul giornale diretto da Maurizio Belpietro è già capitato di vedere spazi pubblicitari dedicati al Duce, le Monete del Duce, i Francobolli del Duce, i Libri ripieni delle prove sconvolgenti che "assolveranno" il Duce. Ma stavolta è diverso.
Provo a telefonare a Libero. Mi rimpallano da un ufficio all'altro, ma sono tutti cortesi. Finalmente parlo con il Marketing. Mi dicono che questi dvd sono dei veri e propri documenti storici, non roba pesante, non roba "fascista o nazista", si va dall'ascesa del Duce al declino del Duce. Mi dicono che ad ispirarli è stata la scaricatissima applicazione per iPhone sul Duce (rimossa per altro dall'App Store dopo giorni di polemiche): mi spiegano che "visto il successo internazionale dell'applicazione" hanno preso la decisione di cavalcare l'altissimo interesse che i cittadini hanno nei confronti di Mussolini. E così, dopo "le migliori barzellette di sempre sui Comunisti" e dopo "Berlusconi tale e quale: vita, conquiste, battaglie e passioni di un uomo unico al mondo", ecco nelle edicole la nuova sfida editoriale di Libero.
Stavolta ad occuparsi della cosa non è stata l'agenzia pubblicitaria controllata al 50% da Daniela Santanchè, la "Visibilia", com'era accaduto in passato, stavolta parliamo di un vero e proprio regalo di Libero ai propri lettori, "una cosa interna", mi dicono. Per la realizzazione del prodotto si sono avvalsi degli archivi di "Cinecittà Luce", Spa nata dalla fusione di "Cinecittà Holding" e "Istituto Luce" e che ha come azionista unico il Ministero dell'Economia. E' quindi una società pubblica, nostra.
E proprio qui nascono i miei dubbi. Non sarà che in un modo o nell'altro, Cinecittà Luce abbia contribuito al finanziamento di questa operazione? Non sarà che alla fine dei conti, a pagare questo "regalo" di Maurizio Belpietro sia proprio il contribuente italiano? A Cinecittà Luce mi rispondono che no, hanno fatto tutto quelli di Libero, "noi abbiamo solo messo a disposizione il materiale".
Ma quando chiedo a quelli del Marketing di Libero chi c'abbia messo il grano, le risposte diventano evasive. Un "abbiamo pagato noi" avrebbe chiuso immediatamente la questione. Ma la prima volta che pongo la domanda, l'interlocutore mi dice "su questo non le posso rispondere". Strano. Ma passiamo ad altro - le cose di cui ho scritto sopra - e prima di chiudere la telefonata ci provo di nuovo: "Mi scusi se insisto, ma capirà la curiosità dovuta alla sua risposta ... non mi può proprio dire chi li paga questi Dvd?". E lui: "Beh, se insiste la dovrò salutare, ho già risposto una volta a questa domanda, gliel'ho già detto una volta che non posso rispondere, non posso dire nulla di questo". Lo avviso che riporterò questa sua risposta nel mio pezzo, mi dice "scriva quello che vuole" e mi chiede l'indirizzo del blog.
Sicuramente sarà tutto regolare, ci mancherebbe, ma ora la curiosità di conoscere i nomi dei misteriosi finanziatori (se ce ne sono), a fronte di quel "non posso rispondere", si è fatta più forte. Il dubbio principale era e rimane comunque il seguente: siccome il cittadino italiano già sostiene con parecchi milioni di euro l'anno le casse di Libero - è uno dei quotidiani che prende più finanziamenti pubblici (40 milioni in 7 anni, 8 milioni solo nel 2007, primato assoluto) - ecco, non vorrei che pagassimo pure i Dvd del Duce, che un po' comunque li paghiamo già.
http://nonleggerlo.blogspot.com

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