Vi siete mai chiesti dove andassero i soldi devoluti per l'otto per mille delle dichiarazioni dei redditi italiani?
Questa cifra,che piccola o grande sia sta a persona a persona ma che sommate arrivano a milioni di Euro,sono soldi che lo Stato pone di tasca sua per se stesso o per varie chiese che professano diverse religioni,ed i successivi articoli presi dapprima da"Senza Soste"a firma di Franco Marino(articolo del maggio 2006)e successivamente dal blog"Attualizzando"del giugno dello scorso anno(http://attualizzando.wordpress.com/2009/06/10/otto-per-mille/) ci aiutano a capire meglio questo meccanismo di spartizione di un'enorme massa di denaro.
Quel che è chiaro è che i soldi donati non finiscono tutti come vogliono farci credere i due beneficiari principali,lo Stato e la chiesa cattolica,rispettivamente per musei e nel sociale e per la chiesa in missioni.
Infatti lo Stato"investe"quasi tutto in guerre mentre la chiesa che già gode di innumerevoli vantaggi fiscali utilizza questi introiti per la manutenzione e la costruzione di nuovi edifici ecclesiastici(chiese,seminari ed uffici)mentre per la fame nel mondo rimangono solo briciole.
Inoltre è da ricordare che chi non decide di destinare il proprio otto per mille in pratica lo fa convogliare allo Stato o alla chiesa cattolica(le altre chiese-sette-religioni per motivi di onestà si sono tirate fuori da questi spartimenti)in percentuale delle scelte che sono a grosse linee sull'80% alla chiesa e il 15% per lo Stato.
Altro discorso quello del 5 per mille cui possono usufruire numerosi enti ed associazioni dove in pratica percepiscono questa percentuale fissa mentre il 3% rimane nel limbo delle scelte valide per l'otto per mille.
Il video conclusivo molto caustico come al solito è tratto dal sito"Don Zauker"dove viene riproposta in chiave ironica e veritiera lo spot della destinazione dell'otto per mille alla chiesa cattolica.
La truffa dell'8x1000.
Cosa significa 8 per mille?
Con il Concordato del 1929, lo Stato italiano si impegnò a pagare direttamente lo stipendio al clero cattolico, con il meccanismo della “congrua”. La congrua era una specie di stipendio assegnato dallo Stato italiano ai sacerdoti “in cura d'anime" (addetti cioè ai servizi di assistenza spirituale). Con il “nuovo” Concordato del 1984 si decise un nuovo meccanismo di finanziamento alla Chiesa cattolica, solo in apparenza più democratico in quanto allargato alle altre religioni: lo Stato decideva di devolvere l’8 per mille dell’intero gettito IRPEF alla Chiesa cattolica (per scopi religiosi o caritativi) o alle altre confessioni o allo Stato stesso (per scopi sociali o assistenziali), in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi.
Come funziona il meccanismo?
Ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi può scegliere la destinazione dell’8 per mille del gettito IRPEF tra sette opzioni: Stato, Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane.
In realtà nessuno destina il proprio gettito: il meccanismo assomiglia di più ad un gigantesco sondaggio d’opinione, al termine del quale si “contano” le scelte, si calcolano le percentuali ottenute da ogni soggetto e, in base a queste percentuali, vengono poi ripartiti i fondi. Anche la mancata formulazione di un’opzione viene ripartita in base alle scelte espresse. Alcune confessioni, più coerentemente, lasciano allo Stato le quote non attribuite, limitandosi a prelevare solo quelli relativi ad opzioni esplicite a loro favore: cosa che non fa la Chiesa cattolica, ottenendo un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi espliciti ottenuti a suo favore. La distribuzione sui dati del 2001: 87,25% Chiesa Cattolica, 10,28% Stato, 1,27% Valdesi, 0,42% Comunità Ebraiche, 0,31% Luterani, 0,27% Avventisti del settimo giorno, 0,20% Assemblee di Dio in Italia. Va notato che su oltre 30 milioni di contribuenti, solamente il 39,62% ha espresso un’opzione e quindi solo il 34,56% della popolazione ha espresso una scelta a favore della Chiesa cattolica (che invece ha incassato l'87,25%), per un ammontare di 936,5 milioni di euro (quasi 2.000 miliardi delle vecchie lire).
Come vengono spesi i soldi?
La Chiesa Cattolica sembra che prediliga destinare i fondi ricevuti dallo Stato alle cosiddette “esigenze di culto” (47,2%): finanziamenti alla catechesi, ai tribunali ecclesiastici, alla costruzione di nuove chiese, manutenzione dei propri immobili e gestione del proprio patrimonio. Ovvio che non vedremo mai alcuno spot su queste tematiche: ai tanto strombazzati aiuti al terzo mondo, cui è dedicata quasi tutta la pubblicità cattolica, va guarda caso solo l’8% del gettito. Ma anche lo Stato non scherza. Come emerso a novembre 2006 dalle pagine di Repubblica, nell'ultimo anno di legislatura del governo Berlusconi l'8 per mille dato dai cittadini italiani per l'arte, la cultura e il sociale è finito nei fondi per la guerra in Iraq e solo una minima parte per la fame nel mondo.
Gli altri aiuti dello Stato alla Chiesa?
Tuttavia gli aiuti dello Stato alla Chiesa non finiscono qui: esiste un fondo speciale pagamento pensioni al clero dal disavanzo perennemente in rosso; è prevista l'esenzione fiscale totale, comprese imposte su successioni e donazioni, per le parrocchie e gli enti ecclesiastici; i pagamenti degli stipendi agli insegnanti di religione, nominati dai vescovi incidono per più di 500 milioni di euro sul bilancio statale; ci sono i finanziamenti alle scuole cattoliche ed in varie regioni, parte degli oneri di urbanizzazione a disposizione dei comuni deve essere destinata agli «edifici di culto». Infine, nell’ambito del Decreto Fiscale collegato alla Legge Finanziaria 2006, il Parlamento ha introdotto l’esenzione ICI per gli immobili adibiti a scopi commerciali per la Chiesa. Secondo stime dell’ANCI, il provvedimento comporta minori entrate per i Comuni nell’ordine di 700 milioni.
Che fare?
Abbiamo visto che non scegliere equivale a dare alla Chiesa Cattolica. Per questo, oltre alla classica scelta di devolvere l'8 per mille allo Stato sperando che questa volta non lo mandi in Afghanistan ma lo utilizzi per arte, cultura e ricerca, molte persone legate ad una cultura laica e di sinistra hanno scelto di devolverlo ai valdesi.
Il 5 per mille?
Il 5 per mille è un meccanismo che permette ai contribuenti di destinare a favore di determinati soggetti legati al non profit una quota pari al 5 per mille dell'IRPEF. Tale previsione normativa è inserita nell'ambito delle misure relative al "sostegno alle famiglie, alla solidarietà, alla ricerca e sviluppo".Il 5 per mille non è un'imposta aggiuntiva, lo Stato rinuncia alla quota del 5 per mille per destinarla alla finalità indicata dal contribuente. La scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell' 8 per mille non sono in alcun modo alternative fra loro e inoltre questa scelta, come per l' 8 per mille, non comporta ulteriori esborsi per il contribuente. Quindi si può scegliere di destinarlo ad associazioni riconosciute del Comune di residenza, a Università ed enti di ricerca, a organizzazioni non governative come Emergency o Medici senza Frontiere o ad associazioni come Jalla (www.jalla03.org) che promuove il progetto Sport sotto l'assedio in Palestina a cui contribuisce anche il nostro giornale.
Otto per mille.
L’otto per mille è una fregatura colossale. Ci sono diversi punti un tantino schifosi nel suo meccanismo. Intendiamoci, io non sono contrario a priori all’otto per mille. Laicità significa anche garanzia della libertà di culto, altrimenti non è laicità ma ateismo. L’otto per mille dovrebbe essere un aiuto alle chiese al fine di permettere loro di vivere e praticare il loro culto. Funziona così? No, nemmeno lontanamente. Prima di tutto non tutte le chiese e le organizzazioni religiose usufruiscono dell’otto per mille. Tra tutte quelle esistenti solo la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, la Chiesa Cristiana Avventista del settimo giorno, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia, l’Unione delle Comunità Ebraiche e lo Stato hanno diritto all’otto per mille. E gli altri? Che so, i Testimoni di Geova, i Wiccan, gli Islamici, i Buddisti, gli Indù… Nulla, non prendono un centesimo. Vi sembra giusto? A me no.
Ma non finisce qui. C’è il problema anche dell’otto per mille di coloro che non firmano. Solitamente si crede che esso vada allo stato invece viene subdolamente e fraudolentemente diviso tra gli aventi diritto all’otto per mille in base alle percentuali di chi ha firmato. In pratica se l’80% dei firmatari ha firmato per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, questa si piglia l’80% dell’otto per mille di chi non ha firmato. La solita disinformazione all’italiana fa in modo che la gente non lo sappia così molti atei o non cattolici non firmano. Attenti dunque! Se non firmate i vostri soldi se li pigliano lo stesso! Se volete far rimanere allo stato i soldi bisogna firmare per lo stato. Piccolo particolare: la ripartizione dei soldi dei non firmatari non è per tutti. Solo la Chiesa Cattolica Apostolica Romana e lo stato vi Partecipano. Le altre Chiese aventi diritto all’otto per mille hanno rinunciato a questa cosa per onestà.
E i soldi che vanno allo stato? In gran parte ritornano ancora alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana attraverso diversi meccanismi. Lo stato infatti dovrebbe usare questi soldi per opere umanitarie o per sostenere la cultura e l’arte. In un certo senso lo fa: restaura le chiese e finanzia le opere di bene della Chiesa.
L’otto per mille dato alla Chiesa Cattolica invece va a finire in mantenimento dei preti, investimenti vari e solo il 20%circa va in opere di bene. Complimenti! Si vociferava addirittura che la Chiesa Cattolica avesse investito in azioni di una ditta produttrice di armi, ma avere certezze non è facile visto che il Vaticano è uno stato straniero e noi non abbiamo il diritto di sapere dove finiscono e come usano i soldi che gli regaliamo!
Quest’anno ho dato il mio otto per mille ai Valdesi che si sono dimostrati una Chiesa seria e onesta. Speriamo che prima o poi si riesca a cambiare questo meccanismo truffaldino!
Trovate maggiori informazioni sul libro “La casta dei casti” edizioni Malatempora con introduzione di Franco Grillini. Altre informazioni ancora le potete trovare sul sito dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti).
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