sabato 15 maggio 2010

SEMPRE LORO

Come accade quotidianamente dal giorno dell'insediamento del nuovo regime Berlusconi ecco altri due membri del Pdl indagati dai giudici per reati che vanno dalla corruzione all'abuso d'ufficio passando per la bancarotta fraudolenta,e quello che veramente mi fa girare i coglioni è il fatto che i due criminali(oggi parliamo del neo presidente della Sardegna Ugo Cappellacci e del senatore Vincenzo Nespoli,sindaco di Afragola)hanno già fatto sapere in prima persona o tramite i loro avvocati che sono del tutto tranquilli.
Infatti il loro stato d'animo rispecchia l'impunità che è già la certezza che avranno tra qualche mese o anno di rimanere indenni e puliti da queste schermaglie giuridiche,con il culo parato dal padron Berluscojoni e da decreti e (de) cretini ad personam:una vergogna che la maggioranza degli italiani continuino ad appoggiare questo partito enormemente zavorrato da corrotti e corruttori(e fascisti,non scordiamocelo!).
Il premier duce ha dichiarato di voler una pulizia interna al Pdl cacciando gli approfittatori e i collusi in azioni criminose...m'immagino il parlamento vuoto dal loro settore(e pure dal lato Pd e Lega ed il resto ci sarebbero tante sedie vuote!),cosa che ovviamente non si presenterà davanti ai nostri occhi.
Cappellacci è indagato per avere indirizzato appalti per la costruzione di parchi eolici nella sua regione,fatto appurato da intercettazioni telefoniche,mentre Nespoli(che per assurdo ma non in Italia evidentemente è firmatario della legge che separa le cariche istituzionali ed infatti è sia sindaco che senatore)è sotto inchiesta per il fallimento di un istituto di vigilanza da cui ha tratto profitti personali.
I due articoli sono presi da"La Repubblica"(di Francesco Viviano)e dal"Corriere del mezzogiorno"(a firma di Titti Beneduce)per questo ennesimo post dedicato alla cronaca dei fuorilegge targati Berlusconi.
SARDEGNA Eolico, indagato Cappellacci, amico di Flavio Carboni.
Gli appalti dei parchi nel mirinoIndagini sulla nomina del direttore dell'Arpa. La pista delle intercettazion.i
Eolico, indagato Cappellacci gli appalti dei parchi nel mirino.
ROMA - Si allunga la lista degli indagati della Procura di Roma sull'eolico in Sardegna e in altre regioni, un'inchiesta nella quale sono già stati coinvolti il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, Flavio Carboni, Pasquale Lombardi, il costruttore Arcangelo Martino, Pinello Cossu, consigliere provinciale di Iglesias, e Ignazio Farris, direttore generale dell'Arpa Sardegna. L'ultimo degli indagati è il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (Pdl).
Il procuratore aggiunto di Roma, Capaldo e glli altri magistrati che seguono l'inchiesta - Rodolfo Sabelli ed Ilaria Calò - accusano il presidente della Sardegna di corruzione ed abuso d'ufficio per avere raccolto ed eseguito i consigli di Flavio Carboni, del senatore Marcello Dell'Utri - che non è indagato - e del suo coordinatore del partito, Verdini: suggerimenti per nominare come direttore generale dell'Arpa Sardegna, Ignazio Farris. L'iscrizione nel registro degli indagati di Ugo Cappellacci è stato deciso dopo la trascrizione di numerose intercettazioni telefoniche che coinvolgono politici e imprenditori, ed il sequestro negli uffici della Regione Sardegna e dell'Arpa, di documenti ed atti amministrativi che proverebbero la corruzione e l'abuso d'ufficio da parte del presidente della Sardegna per nominare il direttore dell'Arpa, l'uomo che governa concessioni e licenze per l'installazione di parchi eolici.
Parchi eolici a cui erano interessati lo stesso Marcello Dell'Utri e Flavio Carboni che aveva veicolato verso il Credito Cooperativo di Firenze, la banca di Denis Verdini, "anticipi" degli imprenditori interessati al business e che, secondo gli investigatori, erano soldi destinati ad agevolare le concessioni delle licenze per i parchi eolici. Agli atti dell'inchiesta ci sono numerose telefonate. E tra queste telefonate una nella quale Denis Verdini chiede al governatore sardo di incontrarsi con Carboni, capofila di un gruppo di imprenditori interessati all'eolico. L'incontro si sarebbe svolto a Roma: al tavolo Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, Verdini e Carboni, per ottenere la firma di un accordo di programma con gli imprenditori da lui rappresentati. Il procuratore Capaldo con le intercettazioni avrebbe puntato l'interesse su decine di persone.
Ed anche in questa inchiesta romana il nome di Claudio Scajola viene fuori dalle conversazioni tra gli imprenditori interessati al business dell'eolico, insieme a quelli di Marcello Dell'Utri, di Denis Verdini, del sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo (Pdl, non è indagato). Ma non ci sono soltanto queste intercettazioni, i carabinieri hanno anche registrato colloqui dove alcuni indagati raccontano dei contatti tra Verdini, Marcello Dell'Utri Flavio Carboni. In una conversazione si scopre che sarebbe stato Dell'Utri a consigliare a Flavio Carboni di dirottare verso il Credito Cooperativo Fiorentino, capitali degli imprenditori che cercavano contatti con i politici non soltanto romani, per superare le lungaggini burocratiche delle autorizzazioni per impiantare i siti eolici in Sardegna ma anche in Sicilia, Campania e Basilicata.
Provviste che, secondo le ipotesi investigative, sarebbero state dirottate verso società che, come nel caso della gruppo dell'inchiesta G8 sarebbero servite per attingere a fondi neri. Quando il nome di Ugo Cappellacci venne fuori e non era ancora indagato, il presidente della Regione Sardegna aveva sostenuto che "sulla partita delle rinnovabili mi ha contattato l'universo mondo, ma non ho mai ricevuto richieste meno che lecite". Ed i politici che avrebbero chiesto al presidente della Sardegna erano quelli che hanno raccomandato o avrebbero tentato di farlo i titolari di alcune imprese che si sono buttati a capofitto sull'eolico. "Vento in Poppa", "Nà Volta", "Eolo 3W", "Serre dei Venti" ed anche "Via Col Vento", tutti nomi esotici ma di imprese napoletane, siciliane ed alcune anche del Trentino Alto Adige, che insieme ad altre decine e decine di società, hanno messo gli occhi sul grande business dell'Eolico.
È anche sindaco di Afragola. tra gli indagati anche l'autista e il nipote.
Fallimento di un istituto di vigilanza: chiesti gli arresti del senatore Nespoli
L'accusa al parlamentare del Pdl è di bancarotta fraudolenta: chiesta l'autorizzazione al Senato.

NAPOLI - I pm John Woodcock, Vincenzo Piscitelli e Mariella Di Mauro hanno chiesto gli arresti domiciliari per il senatore del Pdl, Vincenzo Nespoli, che è anche sindaco di Afragola. Il gip Alessandro Buccino Grimaldi ha emesso l'ordinanza e ha chiesto l'autorizzazione agli arresti al Senato della Repubblica.
FALLIMENTO - L'accusa nei confronti del parlamentare è di bancarotta fraudolenta e reimpiego di denaro di provenienza illecita. La vicenda riguarda il fallimento della società di vigilanza «La Gazzella» di Afragola, gravata da un passivo di 25 milioni di euro (nel 2008 furono arrestati i due amministratori pro-tempore, attualmente a giudizio). Secondo l'accusa il denaro destinato, prevalentemente, ai contributi dei dipendenti veniva «distratto» e impiegato in una speculazione edilizia nell'area di Afragola.Proprio in relazione a quest'ultimo «investimento» si ricorda lo scontro tra il comandante dei vigili urbani, Felice Esposito, e il parlamentare del Pdl, dopo i controlli delle guardie municipali che avevano apposto i sigilli ai manufatti. Un contrasto tanto ruvido che Esposito lasciò l'incarico e attualmente svolge un altro lavoro.
IL RUOLO DI NESPOLI - Gli accertamenti, scrive la Procura, avrebbero evidenziato il ruolo di «dominus occulto» svolto dal senatore nella gestione della società fallita, di cui egli «era il titolare di fatto attraverso un prestanome e l'utilizzo della stessa ai fini di arricchimento personale e di acquisizione di consenso elettorale nonché diverse condotte di distrazione di somme raccolte dai clienti con conseguente occultamento e falsificazione della documentazione contabile e societaria».
INDAGATI ANCHE AUTISTA E NIPOTE DEL SINDACO - Le richieste di ordinanze di custodia avanzate dalla procura erano otto. Il gip, pur riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ha concesso solo quella per Nespoli, non ravvisando per gli altri le esigenze cautelari. Tra gli indagati vi sono l'amministore della «Gazzella», un consigliere comunale, l'autista e il nipote del sindaco, un imprenditore ed un commercialista. I militari della Guardia di finanza hanno sequestrato la Sean, società immobiliare riconducibile alla moglie di Nespoli, che, secondo l'accusa, realizzava speculazioni con fondi sottratti alla «Gazzella» e provenienti da altri reati. Nell'inchiesta, c'è anche un filone che riguarda la corruzione elettorale: posti di lavoro venivano offerti in cambio di voti, ma il reato è prescritto.
CICCHITTO E GASPARRI - «Esprimiamo al senatore Nespoli la nostra solidarietà non facendoci influenzare da un clima giustizialista che invece affascina e coinvolge alcuni amici del PdL. Non si capisce perchè a Nespoli debbano essere inflitti gli arresti domiciliari se non per marcare davanti all’opinione pubblica il ricorso ad un provvedimento di privazione della libertà», afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. Da parte sua il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri aggiunge: «Sono certo che il senatore Nespoli dimostrerà agevolmente e rapidamente la sua totale estraneità agli addebiti che gli vengono mossi. Devo constatare che si rinnovano opinabili modalità di azione da parte di alcuni settori della magistratura».

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