sabato 16 gennaio 2010

LA VITA(E LA MORTE)DI UN IMMIGRATO NON VALE NULLA

C'è la reale minaccia che uno sbirro assassino e per di più con l'aggravante delle motivazioni razziali venga rimesso in libertà definitivamente dopo che effettivamente il carcere non l'abbia nemmeno visto se non in cartolina visto che da maggio è agli arresti domiciliari dopo un periodo di internamento in un ospedale psichiatrico.
Questo bastardo razzista in divisa aveva ucciso,"per errore"naturalmente,un ambulante senegalese a Civitavecchia,dove in molti si sono mobilitati affinchè questo ispettore della polizia italiana stia nel posto che si meriti e per parecchi anni ancora.
L'articolo è tratto da Roma.Indymedia e racconta il passato,il presente e l'eventuale aberrante futuro di questa vicenda dove la vita di un immigrato(ma quando la mano insanguinata è quella di uno sbirro non c'è differenza tra migrante ed italiano)non vale proprio nulla così come la sua morte.

Uccise a fucilate un senegalese "A giorni sarà rimesso in libertà".

Gli avvocati dei familiari della vittima: "Così si dimostra che la vita di un immigrato conta poco".Proteste antirazziste a Civitavecchia.

A un anno dall´assassinio di Cheick Diouf, ambulante senegalese di 42 anni, l´ex poliziotto del commissariato di Civitavecchia potrebbe già tornare in libertà. Lo scorso maggio, a Paolo Morra erano stati concessi gli arresti domiciliari presso la casa della compagna vicino a Reggio Calabria. La misura era stata concessa dopo un periodo di ricovero nell´ospedale psichiatrico a causa dello stato depressivo ritenuto incompatibile con il carcere.
La "scarcerazione" potrebbe scattare per via dei termini delle misure cautelari destinati a scadere appunto a un anno dall´arresto dell´ispettore, fermato dopo aver sparato con un fucile a pompa, uno di quelli che si usano per la caccia grossa, contro l´africano che da 20 anni viveva regolarmente nella città a nord di Roma. Un omicidio, secondo l´accusa, determinato dalle liti frequenti con la piccola comunità di senegalesi.
«Abbiamo chiesto che la Procura prenda provvedimenti per evitare una scarcerazione ingiusta – spiegano gli avvocati Angelelli e Santoni, legali dei familiari della vittima – Non comprendiamo per quale ragione non sia stato ancora chiesto il rinvio a giudizio di Morra che ne avrebbe bloccato il ritorno alla libertà». L´ispettore aveva raccontato di aver aperto il fuoco accidentalmente per sedare una lite tra immigrati. Una versione smentita da alcuni testimoni e connazionali del senegalese che avevano, invece, ricordato i frequenti contrasti con il poliziotto che non voleva che i suoi vicini senegalesi si intrattenessero nel giardino davanti alla sua abitazione.
Dopo l´omicidio del venditore ambulante la comunità senegalese aveva manifestato davanti al commissario di Civitavecchia dove l´ispettore prestava servizio. La protesta era sfociata in blocco stradale con tanto di cassonetti messi di traverso. «Non vorremmo - concludono gli avvocati Angelelli e Santoni - che certe scene si ripetessero. Non vorremmo soprattutto che passasse il messaggio per cui la vita di un immigrato conta poco e che si può sparare e ammazzare un senegalese senza rischiare di restare in carcere».

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