sabato 2 gennaio 2010

DETTO FATTO

Il titolo odierno è una risposta allo striscione esposto allo stadio Barbera di Palermo l'anno scorso durante una partita casalinga dei rosanero in cui si suggeriva al capo dei capi di fare qualcosina verso i suoi affiliati in carcere,e questo è accaduto a cavallo di questo capodanno in quanto il boss Graviano ha ora la possibilità di scappare dal regime d'isolamento durante il giorno nel suo gabbio milanese.
A detta del quotidiano"Libero"questo è un regalo ai detrattori del premier supermercato,infatti nell'editoriale odierno di Belpietro(che non posso ancora mettere perchè sul sito di quella carta straccia del suo quotidiano ancora si paga)la detenzione più leggera del boss mafioso è visto come un aiuto,un incitamento a confessare tutto quello che conosce veramente del cagnolino berlusconiano Dell'Utri.
Fatto sta che solo Belpietro ha la faccia di cazzo per poter commentare così questa notizia sull'ingiustizia italiana;personalmente,ma non solo io,questo lo vedo come un enorme regalo natalizio differito di pochi giorni che il regime ha donato appunto per premiare Graviano per aver negato ogni collusione con Dell'Utri chiamato in causa da Spatuzza.
Ognuno è in grado di tirare le proprie conclusioni,qui sotto l'articolo tratto da il"Corriere"fornisce spunti su cui indignarsi nuovamente per questa assurda decisione.
I familiari delle vittime di via Georgofili ad Alfano: «È scandaloso»
Mafia, tolto l'isolamento diurnoal boss Giuseppe Graviano
Sta scontando l'ergastolo nel carcere di Opera. Al processo Dell'Utri lamentò uno stato di salute precario.

PALERMO - Il boss mafioso Giuseppe Graviano, che sta scontando l'ergastolo nel carcere di Opera, ha ottenuto la revoca dell'isolamento diurno. Graviano continua, comunque, a essere sottoposto al regime carcerario del 41 bis. La decisione è della terza sezione della Corte d'assise d'appello di Palermo ed è motivata con il superamento del tetto massimo dei tre anni previsto dalla legge, dato che il boss è in cella dal 27 gennaio del 1994 e che l'isolamento gli è stato dato più volte durante la sua reclusione. «I magistrati - dice l'avvocato Gaetamo Giacobbe - hanno applicato la norma che stabilisce un tetto massimo per il carcere duro. Cumulati i periodi di detenzione diurna trascorsi al 41 bis, si è arrivati al tetto di tre anni previsto dalla legge». Graviano continua ad essere regolarmente sottoposto al regime di carcere duro del 41 bis (tra le imposizioni ai capi di Cosa Nostra il vetro blindato per parlare con i parenti, l'impossibilità di toccare i figli minorenni, la limitazione nelle visite e nei colloqui anche con gli avvocati, la censura sulla posta e limiti anche nei pacchi da e verso l'esterno), ma potrà avere contatti con altri detenuti durante il giorno. Il 41 bis è tra l'altro illimitato e non sottoposto al tetto massimo dei tre anni.
IL PROCESSO - Graviano, capomafia di Brancaccio, è stato condannato all'ergastolo come organizzatore delle stragi del '93 a Roma, Firenze e Milano, dov'era stato arrestato assieme al fratello Filippo. L'11 dicembre scorso entrambi erano apparsi, collegati in videoconferenza, davanti alla Corte di Appello di Palermo che sta processando per concorso esterno in associazione mafiosa il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, condannato in primo grado a 9 anni. I due Graviano erano stati citati per confermare le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza sui loro presunti rapporti con il senatore. Sempre secondo Spatuzza, Giuseppe Graviano avrebbe detto nel '94 di avere tra i referenti politici anche l'attuale premier Silvio Berlusconi. Filippo Graviano aveva seccamente smentito Spatuzza, mentre Giuseppe si era avvalso della facoltà di non rispondere, lamentando di non essere in grado di sostenere un interrogatorio a causa dei suoi problemi di salute.
FAMILIARI VITTIME - «È scandaloso che in questo clima di buonismo a buon mercato, a Graviano sia stato fatto un regalo di Natale» afferma Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, riferendosi al ministro della Giustizia, Angelino Alfano. «Ministro, butti via le chiavi per il mafioso che ci ha rovinato la vita ammazzando i nostri figli - dice Maggiani Cheli -. Siamo pronti a mettere le tende con striscioni di protesta in via dei Georgofili«. Poi, rivolgendosi al ministro degli Interni, chiede se «i falsi attentati sparsi in giro in questi giorni natalizi non fossero il ricatto della mafia per l'annullamento del 41 bis».
DI PIETRO - Duro anche il commento di Antonio Di Pietro. «Se il buongiorno si vede dal mattino - afferma il leader dell'Italia dei Valori - "mala tempora currunt". Il nuovo anno non inizia bene. La revoca dell’isolamento diurno al mafioso Graviano è un segnale inquietante che non aiuta certo la credibilità della giustizia. Tra l'altro ciò avviene pochi giorni dopo il silenzio omertoso del boss e, al di là delle intenzioni, rischia di apparire come una ricompensa» conclude Di Pietro.
IL PD - La capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia, Laura Garavini, chiede di acquisire gli atti per «capire esattamente il tipo di provvedimento che ha preso la Corte d'Appello di Palermo e le sue motivazioni. Non vorremmo - continua - che nel sistema del 41 bis si fosse aperta una falla come già avvenuto nel 2005. Quello che deve essere chiaro è che nessun baratto è possibile con i boss mafiosi, l'unica cosa che possono fare è collaborare pienamente con la giustizia. Giuseppe Graviano ha avuto questa possibilità diverse volte e l'ha sempre rifiutata, per questo bisogna continuare a mantenere il massimo del controllo sulla sua attività in carcere».

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