mercoledì 13 gennaio 2010

AH,SIAMMO ITAGLIANI BRAVVA GGENTE!

Sta a vedere che ora le vere vittime della rivolta di Rosarno sono i rosarnesi stessi che hanno fatto della caccia al nero uno sport cittadino ampiamente legalizzato in quanto i tre fermati sono già liberi,tra cui un'intoccabile figlio di un boss locale,evidentemente amicone degli sbirri della località calabra protagonista negativa dei fatti di cronaca degli ultimi giorni e pure del blog.
Queste merde fasciste,perchè altro non sono(vedi collusioni oltre che con la n'drangheta pure con Ca$$a Pound e Fogna Nuova),che pure si trincerano dietro al solito"noi non siamo razzisti"che ormai non fa più ridere nessuno,sono protagonisti di tutti gli episodi di odio e d'intolleranza che hanno colpito fisicamente ma soprattutto psicologicamente gli immigrati.
Ed i bravi"intellettuali"figli di papà(ma soprattutto di puttana)i giovani cameratini made in Pdl che si prodigano su internet nella creazione di gruppi di supporto alla cacciata del nero dalle"noste terre"(che ci sia un tocco di Padania nella mente di questi damerini del sud?)girano impuniti ed anzi esaltati dal fatto di vedersi in televisione...cha vanto farsi vedere e soprattutto un giorno farsi riconoscere da chi di dovere e che gli farà un mazzo tanto.
Oltre che piangersi addosso ed affermare che la mafia c'è ma se per questo esiste dappertutto questi stronzi xenofobi se la ghignano e se ne sbattono apertamente della sorte dei lavoratori che sono scappati per paura di essere colpiti da sprangate e revolverate da questi che sono il tipico esempio malato dell'italiano brava gente!
Che se ne stiano nel loro feudo medievale perchè così sono ancora organizzati,col capo cosca che dirige il tutto,i cavalieri che riscuotono il pizzo,i vassalli e via dicendo fino agli schiavi:che però per paura se ne sono andati e che comunque dovranno essere sostituiti da qualcuno...
Da chi non si sa perchè questi viaziati mafiosi fascistoidi se non combinare un cazzo tutto il giorno e fare i picciotti arroganti e baldanzosi non sanno fare,non hanno un lavoro perchè non sanno e non vogliono lavorare,non hanno aspettative in quanto stanno bene nel loro recinto di paese stracolmo di merda...effettivamente questi bastardi in poche parole non hanno futuro.
Quindi concludendo statevene a casa vostra e non infettate col germe della vostra criminalità il resto dell'Italia,che di merda nel nostro paese ce ne abbiamo già troppa!
Contributo dal sito"Antifa"con l'articolo tratto da"Il manifesto"a firma di Antonello Mangano commentato da"terrelibere.org terre di confine".

Destra estrema e vittimismo. L’uomo nero di Rosarno ·

I “bravi cittadini” di Rosarno hanno deciso di imporre ai media la loro versione dei fatti: sono vittime e non sono razzisti. Invece i loro contenuti sono identici – parola per parola – ai comunicati della destra estrema xenofoba. E già in passato c’erano state prese di posizioni durissime contro i migranti, specie quando si sono ribellati al sistema di oppressione che gli italiani giudicano normale.
Destra estrema e vittimismo. L’uomo nero di Rosarno.
Pubblicato su "il manifesto"ROSARNO - “Quando i bambini vedono l’uomo nero, si spaventano. Non vorrei dirlo, ma aveva ragione Benito Mussolini. Se ne stiano a casa loro”. Dietro l’Hotel Vittoria di Rosarno, pochi metri dalla stazione ferroviaria, sono concentrati i mezzi blindati dei carabinieri ed i giornalisti delle testate nazionali. Arriva il comitato promotore della manifestazione dei cittadini “abbandonati dallo Stato e criminalizzati dai mass media”. Una piccola lezione di giornalismo, con qualche ardita incursione storica. “Bisogna dire la verità. Non siamo razzisti”, ripetono ossessivamente. E pretendono che lo facciano pure gli altri. Si piazzano dietro la giornalista di Rai News 24, mostrano un cartello sui cui c’è scritto “non siamo burattini della mafia”. A proposito, cosa pensate della ‘ndrangheta? “C’è anche qui, come in tutte le città”. Dallo schermo LCD arriva la voce del Papa: “Rispetto per gli immigrati”. Momenti di silenzio ed imbarazzo. Si può contraddire un inviato, ma come la mettiamo col vicario di Cristo? Meglio quindi ripiegare su Anno Zero. Ecco che circondano Ruotolo. Santoro è il “demonio” fin dai tempi di Samarcanda. Uno di quelli che non parla dei lati positivi di questa terra.“Non sono razzisti? Allora perché colpiscono solo noi neri e non gli altri immigrati?”, chiede Moussa, uno dei feriti nei giorni della caccia all’uomo. Viene dalla Guinea Conakry e mi mostra la sua gamba fasciata ed insanguinata, ferita da decine di pallini da caccia che dovranno essere estratti ad uno ad uno. Un’altra piccola sfera di piombo è invece la causa di tutto. E’ stata sparata con un fucile ad aria compressa contro Aiya Boussa, un togolese che si esprime in un ottimo francese, è arrabbiato ma non ha perso la lucidità. Sa che tutto è iniziato con il suo ferimento, ci parla senza mezzi termini di razzismo, spiega che adesso ha difficoltà a bere e mangiare, e non accetta quanto accaduto. Ci mostra il permesso di soggiorno come richiedente asilo. Scadrà a febbraio: era venuto in Europa per ottenere protezione umanitaria, si ritrova nel letto di un ospedale con un pezzo di piombo nella pancia. “Togliendolo faremmo più danno”, spiega il medico. Dovrà tenerselo tutta la vita, ricordo indelebile di “una ragazzata”.Così la definiscono in tanti, gli stessi che parlavano di corsie di ospedale piene delle “nostre donne e dei nostri bambini”. Siamo nel reparto chirurgia di Gioia Tauro, ed in effetti le stanze sono piene, ma di africani. Di italiani ricoverati non c’è traccia, meno che mai della fantomatica donna che avrebbe perso il bambino, un aborto dovuto alla paura. Crimine infame, secondo la cultura mafiosa che si respirava nell’aria (“le donne non si toccano”). Notizia falsissima invece, buona però ad esasperare anche animi solitamente miti ed a isolare gli africani. Pogrom, deportazioni e pulizia etnica, anno 2010. “L’Italia è un paese unito dal razzismo”, ha scritto ieri il Guardian. “Dai politici più importanti alla criminalità organizzata, il collante è la persecuzione degli immigrati”.Tranquillità“Bande di immigrati hanno messo a ferro e fuoco la cittadina nella provincia di Reggio Calabria. Siamo solidali con i cittadini di Rosarno, colpiti nella tranquillità quotidiana. Siamo pronti a scendere in piazza”, dice il coordinatore regionale di Forza Nuova. Il segretario Fiore ha annunciato l’intenzione di andare a Rosarno e tenere un comizio. “Non sono mafiosi”, spiega. “E’ gente che si sente abbandonata dalle istituzioni e che rivendica il diritto a vivere in tranquillità”.Esattamente quello che dicono i comitati dei rosarnesi. “Abbandonati dallo Stato, criminalizzati dai mass media, venti anni di convivenza non sono razzismo”, dice lo striscione del corteo dell’11 gennaio. Il giorno precedente, dopo le voci su un possibile arrivo dei “no global”, un comitato di “accoglienza” si era organizzato per lo scontro. “Se arrivano, li spappoliamo”, si legge nei violentissimi dibattiti su Facebook. Ed ancora: “Clandestini fuori dalle palle”. “Padroni a casa nostra”. “Adesso bisogna ristabilire l’ordine a Rosarno”, ribadiscono i giovani del PDL.Alcuni esponenti di Casa Pound Italia sono arrivati in Calabria. “Ciò che ci ha colpito maggiormente – dichiarano - è il messaggio che i media stanno facendo passare, ovvero quello che i cittadini rosarnesi sono razzisti e xenofobi. Nulla di più sbagliato. Da oltre venti anni la città di Rosarno aiuta quotidianamente e come può gli innumerevoli immigrati clandestini presenti nella piana di Gioia Tauro con pasti caldi”. Oltre ai “pasti caldi”, effettivamente forniti da chiese e volontariato, ai lavoratori erano riservati ricatti e condizioni durissime. Sono tante le storie di gente non pagata, come emerge anche da una inchiesta della magistratura che ipotizzava estorsioni ed uno stato di riduzione in schiavitù. Anche nei giorni della “pulizia etnica”, molti ragazzi - prima di andare via – volevano ricevere quanto dovuto. “Oggi non posso. Lunedì andrò in banca”, aveva risposto un proprietario. La reazione all’inchiesta, che risale allo scorso maggio e che parte dalla denuncia di una cittadina bulgara, è furiosa. Il movimento “La Destra” cavalca la protesta. Nasce un gruppo internet dal nome inequivocabile (“Gli africani hanno rotto il cazzo a Rosarno”) che insulta pesantemente tutti, dagli stranieri ai volontari. La stampa locale scopre all’improvviso l’invasione: “Arrivano 3000 extracomunitari in un territorio alle prese con la crisi economica”. Il responsabile de “La Destra” avviava una campagna di contrapposizione: “Ci sono tanti italiani in condizioni disagiate, come i dipendenti ASL in ritardo con gli stipendi”. Le accuse rivolte ai proprietari sarebbero ingiuste ed infamanti, le responsabilità unicamente dei caporali bulgari.In occasione della rivolta del dicembre 2008, quella che avrebbe suscitato solidarietà dei locali perché pacifica, “La Destra” lamentava “un città invasa da extracomunitari, quasi tutti clandestini, cassonetti rovesciati, vetri rotti, strade occupate, genitori costretti ad andare a prendere di corsa i figli a scuola…”.Nell’ospedale di Gioia Tauro, i ragazzi feriti sbarrano gli occhi ogni volta che pronunciano la parola Rosarno. Non ci metteranno mai più piede. Nei prossimi anni e finché non arriverà almeno una parola di scuse, Rosarno sarà un nome maledetto che riecheggerà negli internet café di Lagos, nelle comunicazioni Skype da Accra, nelle chiamate intercontinentali con Ouagadougou. Dall’altra parte si nascono nuovi eroi. “Fortugno libero”, diceva uno degli striscioni esposti nella piazza del Municipio. Si tratta dell’uomo che trovò il coraggio di rapinare braccianti poverissimi. Un ivoriano ebbe la milza spappolata. Fu la causa scatenante della prima rivolta: una notte di protesta dell’intera comunità africana. Purtroppo, non sufficiente a far comprendere agli autoctoni che questa è gente che non si rassegna.

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