lunedì 25 gennaio 2010

ENNESIMA INCHIESTA PER BERLUSCONI

Tra frodi e appropriazioni indebite circolano milioni di Euro in quella che è stata denominata dal mondo giornalistico"l'inchiesta Mediatrade",ennesimo capitolo che vede coinvolto in prima persona il premier criminale Berlusconi.
Ora che le indagini preliminari della procura milanese sono finite l'articolo tratto da Indymedia Lombaria spiega inmtermini legali cosa può accadere ora al premier,se possa passare da indagato a imputato o se tutto si concluda,come auspicato dall'avvocato Ghedini,in un non luogo a procedere.
Vedremo tra meno di un mesetto se si possa parlare di qualche nuovo escamotage del premier puttaniere con l'acqua alla gola dopo l'anticostituzionalità del Lodo Alfano oppure se sia la volta buona per vederlo in galera per questo che comunque rimane un reato minore al cospetto di quelli contestati alla sua persona divina e merdosa nella sua lunga fedina criminosa.

Mediatrade, indagati Silvio Berlusconi e il figlio Piersilvio.

La Procura di Milano ha chiuso le indagini preliminari sull'inchiesta Mediatrade e contesta a Silvio Berlusconi e ad altri indagati (Frank Agrama, Daniele Lorenzano, Roberto Pace e Gabriella Ballabio) un'appropriazione indebita di quasi 35 milioni di euro, mentre al presidente del Consiglio, a due cittadini cinesi, a Piersilvio Berlusconi, Fedele Confalonieri, Frank Agrama, Daniele Lorenzano, Roberto Pace, Gabriella Ballabio, Giorgio Del Negro, viene attribuita una frode fiscale per circa otto milioni di euro.
L'avviso di conclusione delle indagini è previsto dall'articolo 415 bis del codice di procedura penale e, solitamente, prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, con la quale viene esercitata l'azione penale. Il pm, infatti, non deve informare l'indagato se decide di chiedere l'archiviazione delle indagini preliminari. L'avviso di conclusione delle indagini ha funzione di garanzia per l'indagato e contiene la sommaria enunciazione del fatto e le norme violate. La garanzia principale data all'indagato è che egli viene avvertito che può prendere visione ed estrarre copia del fascicolo delle indagini: è il momento della “discovery”, cade la segretezza e l'indagato viene a conoscenza non solo del fatto contestato, ma anche degli atti sui quali si regge l'accusa.
Entro 20 giorni dal ricevimento dell'avviso di conclusione delle indagini - che viene notificato anche al difensore - l'indagato può presentare richieste o memorie, chiedere al pm il compimento di ulteriori indagini o chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio. Queste attività, salvo l'ultima, non pongono un obbligo per i pm; l'unico obbligo è l'interrogatorio, che deve essere compiuto perché è un momento di esercizio del diritto di difesa.
Dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini, degli esiti degli accertamenti eventualmente disposti su richiesta della difesa e del contenuto dell'interrogatorio (se richiesto dall'indagato), il pm valuta se esercitare l'azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio dell'indagato (che solo allora diventa imputato) o richiedere al gip l'archiviazione delle indagini preliminari.
«Le contestazioni mosse hanno dell'incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono, periodo in cui Silvio Berlusconi non aveva la benché minima possibilità di incidere sull'azienda», ha detto Niccolò Ghedini.

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