Ci sono donne,non le mamme e sorelle che fanno sì che il gentil sesso sia così dolce e materno nell'immaginario collettivo,in questo caso due in particolare,che vederle come madri o mogli fa ribrezzo in quanto la loro stupidità e cattiveria le fanno apparire come donne nere nel profondo dell'animo,il nero del fascismo che incarnano e propagandano.
La Polverini appena eletta che festeggia col saluto romano verso i suoi camerata invasati da bamba e chissà cos'altro,e la Gelmini...beh la Gelmini talmente ignorante che in un regime come quello attuale non poteva far altro che il ministro dell'istruzione in quanto di un'incompetenza totale in materia educativa.
Ora ne ha fatta un'altra delle sue,ovvero ha cancellato dal nuovo programma scolastico l'antifascismo e la Resistenza così gli studenti italiani già bombardati da messaggi devianti da parte dei massmedia si ritroveranno davanti la storia del fascismo e della fine della guerra mondiale così con uno schiocco di dita senza capire come abbiamo fatto a perderlo quel conflitto e di come ci siamo liberati dalla prima dittatura del nazifascismo.
E'ora di scendere in strada e comincire ad organizzarsi per la futura Resistenza,la seconda nel giro di sessantacinque anni:articolo di Infoaut.org ripreso da"Senza Soste".
Resistenza, Liberazione, Antifascismo: tutto un pezzo della nostra storia, che nei programmi di storia che si studieranno nei licei dal prossimo anno scolastico è stato semplicemente dimenticato, o meglio, depennato, bandito.
La nuova articolazione dei programmi, spigano dal ministero all'istruzione, si è resa necessaria vista la troppa mole del programma di quinta e la difficoltà per moltissime classi di arrivare a studiare quantomeno la II Guerra Mondiale: ecco perchè la commissione per la storia, presieduta da Sergio Belardinelli, ha deciso di dedicare l'intero ultimo anno allo studio del Novecento.
Andando però a spulciare le indicazioni date dal ministero sui temi fondamentali, si legge che "non potranno essere tralasciati i seguenti nodi tematici": si citano nazismo, shoah (con la clausola di parlare però anche degli altri genocidi del XX secolo), guerra mondiale, guerra fredda, Onu e Italia repubblicana, ma non vi è nessun accenno a Resistenza, antifascismo e guerra di liberazione.
I primi (e fino ad ora gli unici) a sollevare il problema e a schierarsi in aperto contrasto con la decisione del ministro Mariastella Gelmini, sono i partigiani dell'Anpi, la cui scelta e la cui storia rischia di essere liquidata in poche righe: "è un grave errore, una vergogna".
Da qui l'appello a mobilitarsi, a far sentire la propria voce, anche sul forum dell'Indire, aperto fino al 22 aprile al dibattito sui programmi ministeriali, non ancora definitivi.
La decisione del ministro, che meno di un mese fa ha addirittura incontrato a Verona una delegazione dell'organizzazione neofascista Blocco Studentesco, opera di fatto un ulteriore passo in avanti rispetto al revisionismo e a chi vorrebbe riscrivere parte della storia italiana, equiparando partigiani e repubblichini, verso la cancellazione, verso il negazionismo.
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