venerdì 5 marzo 2010

FUNERALE CONFERMATO

Come premesso qualche ora fà ecco che il regime ha inventato dal nulla un decreto legge interpretativo che in pratica oltre violentare palesemente la Costituzione permette nel caso Lazio che la presenza della persona deputata alla consegna delle liste("Milione"di tonnellate di merda)fosse comunque"salvo"in quanto presente nell'edificio del tribunale di Roma:come se io domani dovessi pagare un esame all'ospedale alla scadenza dell'ultimo giorno in un ufficio al 6°piano e pretendessi lunedì di non pagare la mora perchè ero seduto comodo al bar o ero al cesso in seduta.
Per quanto riguarda la Lombardia invece le firme omesse,falsificate o quelle dei morti saranno per magia con la nuova legge rispettivamente presenti,veritiere e di persone risorte:bisognerebe scendere in strada e cominciare ad assaltare tutti gli edifici statali,partendo dai covi delle merde in divisa!
Articolo e commenti di Toscana.Indymedia.

Elezioni: il governo approva decreto «interpretativo».

Le reazioni delle opposizioni sono durissime.

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani parla di «trucco», mentre Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori invoca le manifestazioni di piazza. Sinistra ecologia e libertà, attraverso Fabio Mussi, parla di «brogli elettorali».Il governo, al termine del consiglio dei ministri, ha approvato un decreto legge che «interpreta» le disposizioni a proposito della presentazione delle liste per il voto amministrativo del 28 e 29 marzo. Il decreto è stato deciso dal governo per recuperare gli errori e le irregolarità commesse nel Lazio e in Lombardia. Il decreto è stato deliberato alle 21,30 dopo un consiglio dei ministri di appena mezz’ora.

Di Pietro: "Forze armate contro il dittatore".

"Non si tratta di interpretazione, ma di un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l'intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore. Noi ci appelleremo alla società civile e scenderemo in piazza con una grande manifestazione di protesta civile e democratica". Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori.

Il governo tenta di assumere tutti i poteri.

Paese nel caos.Il governo si sostituisce al Tar, al tribunale amministrativo. Berlusconi ha fretta, non può attendere che vengano esaminati e discussi i ricorsi che proprio dal Pdl sono stati presentati. Domani, sabato, toccherà al ricorso che pende di fronte al Tar della Lombardia, lunedì a quello del Lazio. Il decreto del governo rappresenta un vero e proprio esautoramento degli organismi preposti alla tutela della legalità, al rispetto delle leggi. Un fatto del tutto inedito nella storia di questa nostra tanto martoriata democrazia. Mai però si era arrivati così vicini al confine tra l’autoritarismo e il fascismo. Certo, in chiave “moderna”. Ma pur sempre con un premier che intende dettare legge a tutti e a tutto.

Con il decreto “piede dentro” il governo salva la lista Pdl.

Lo si potrà chiamare il “decreto delle quattro mura”, oppure il “decreto del piede dentro”. Il governo ha varato un decreto “interpretativo”, nel senso che “interpreta”, cioè fornisce la versione rivista e corretta delle vigenti leggi elettorali. Decreto delle “quattro mura” perché una cosa almeno è sicura: i portatori della lista Pdl a Roma nel palazzo del Tribunale c’erano. Non dove si presentano le liste, non nell’ufficio preposto o davanti a quell’ufficio. All’ora stabilita Milioni e il suo accompagnatore erano forse al bar o in bagno o sparsi tra i corridoi, ma insomma erano nelle “quattro mura”. Quindi il decreto stabilisce: chi era dentro, dovunque fosse era “buono”. Una sorta di tocco del muro, un “tana libera tutti” del gioco a nascondino. Decreto del “piede dentro” perché “piede” i portatori della lista del Pdl a Roma dentro lo avevano messo e questa è “l’interpretazione autentica” del governo, il “piede” che per decreto vale.Meno fatica e dottrina ha richiesto per gli estensori del decreto la situazione lombarda: lì basta «autenticamente interpretare» le modalità di verifica delle firme. Lo schema però è analogo alla soluzione trovata per il Lazio: si guarda come erano fatte le firme presentate e si stabilisce per decreto che quello è il modo di legge. A Roma infatti si è guardato con attenzione a dove erano i portatori e i fogli della lista Pdl e si è stabilito per decreto che quello era il posto “di legge”. Elementare Watson.

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