domenica 28 marzo 2010

VIA FRACCHIA,GENOVA

L'articolo tratto da Indymedia Piemonte che fa riferimento al Collettivo Comunista Piemontese - coordinamento collettivi comunisti,racconta la storia bruttissima dell'assassinio spietato da parte degli sgherri dell'allora responsabile del nucleo speciale antiterrorismo Carlo Alberto Dalla Chiesa,un vero e proprio cane feroce contro i compagni negli anni settanta e nei primi anni ottanta.
Già responsabile della conclusione in un bagno di sangue di una rivolta nel carcere di Alessandria nel 1974 dove un'irruzione militare provocò la morte di sei persone,il generale Dalla Chiesa si rese protagonista negativo massacrando nel sonno quattrro appartenenti alle Brigate Rosse in via Fracchia a Genova il 28 marzo del 1980.
L'articolo presenta dettagli su quell'infame operazione:se proprio volevano incriminarli potevano arrestarli visto che non ci fu stata resistenza,ma lo spirito nazista dell'intervento(nonostante Dalla Chiesa avesse un passato da partigiano)è stato evidenziato nel massacro di quattro persone ammazzate nemmeno come bestie,di più.
Dalla Chiesa poi venne ucciso a sua volta in Sicilia pochi anni più tardi,una fine che non vorrei dire meritata perchè chi viene ammazzato dalla mafia è in fondo ucciso dallo Stato,ma per lo meno sia lui che i suoi familiari hanno provato come si possa stare dall'altra parte della barricata.

IN RICORDO DI 4 COMPAGNI MASSACRATI DAGLI SBIRRI DEL GEN. DALLA CHIESA

Il 28 marzo cade l’anniversario dell’eccidio di 4 compagni delle BR massacrati nel sonno dai carabinieri del Gen. Dalla Chiesa in via Fracchia a Genova. Nel riportare la sintesi degli avvenimenti tratta dal sito internet www.brigaterosse.org nel quale vi si può trovare anche un dossier sull’avvenimento, ricordiamo i compagni Lorenzo Betassa, nato a Torino, il 30 marzo 1952, studi medi, operaio, Riccardo Dura, nato a Roccalumera (ME), il 12 settembre 1950, operaio, Annamaria Ludmann, nata a Chiavari (GE), il 9 settembre 1947, segretaria, Piero Panciarelli, nato a Torino, il 29 agosto 1955, operaio Lancia, massacrati dai cani da guardia della borghesia senza che abbiano avuto nemmeno la possibilità ne di arrendersi, ne di difendersi.

All'alba del 28 marzo 1980 i carabinieri del nucleo speciale antiterrorismo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fanno irruzione in via Fracchia 12, a Genova, nell'appartamento abitato da quattro militanti delle Brigate Rosse. L'indirizzo e l'identità degli inquilini sono stati rivelati da Patrizio Peci, militante pentito delle BR. Colti nel sonno, Lorenzo Betassa, Riccardo Dura, Annamaria Ludmann e Piero Panciarelli vengono uccisi. L'esatta dinamica degli avvenimenti non è stata ancora perfettamente ricostruita. Il comunicato ufficiale dei carabinieri parla genericamente di conflitto a fuoco, ma l'ingresso nell'abitazione, dopo “l'operazione”, viene vietato alla stampa e alla televisione per diversi giorni. Il giorno 1 aprile la magistratura chiede un supplemento di indagini necroscopiche sui corpi e perizie balistiche su tutte le armi, per accertare la dinamica degli avvenimenti. Appare soprattutto incerta l'attribuzione del ferimento del maresciallo Benà, colpito di striscio da un proiettile calibro 9, arma in dotazione ai carabinieri. Solo otto giorni dopo, il 5 aprile 1980, la magistratura riceve il rapporto dei carabinieri su quanto accaduto quella notte ed emette un suo comunicato. Il comunicato delle magistrature è del 5 aprile 1980, ma i magistrati entrano nell'appartamento di via Fracchia soltanto l'8 aprile 1980. In complesso, quindi esso è rimasto sotto il pieno controllo dei carabinieri per 11 giorni. I giornalisti sono ammessi per la prima volta nell'appartamento il giorno 8 aprile 1980. La “vista” è permessa per soli tre minuti ed essi entrano uno solo alla volta, accompagnati da un ufficiale dell'Arma. Molti di essi rilevano che non tutte le cose riferite in forma ufficiale dai carabinieri combaciano con ciò che i loro occhi hanno potuto vedere.Il 30 marzo con una telefonata all’ANSA, era stato fatto trovare il volantino di commemorazione, datato sabato 29 marzo 1980. Copie del volantino vengono diffuse, nello stesso giorno, nelle maggiori città e, nei giorni successivi, a Genova, nell'Oregina, in via Napoli, a Granarolo e a Sampierdarena. In un reparto dell'officina 76 dello stabilimento Fiat di Mirafiori, a Torino, nei giorni successivi, compare una stella a cinque punte con la scritta rossa: “Onore ai compagni caduti a Genova”.
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