giovedì 1 aprile 2010

ANALISI TEDESCA

Che la visione dell'Italia che si ha dall'estero sia certe volte molto più azzeccata rispetto a quella che si ha vivendoci(e con questo respirando i fumi velenosi della disinformazione e della corruzione mediatica)è un concetto più volte ripetuto in questo blog.
Ne è un buon esempio questo articolo preso da Indymedia Lombardia a firma di un giornalista tedesco,Manfred Bleskin,che traccia con lucidità ed obiettività la situazione italiana del dopo voto per le regionali e che rispecchia comunque l'andazzo degli ultimi anni di regime Berlusconi.
Punti chiave dell'intervento sono la deriva xenofoba della maggioranza dei connazionali che"grazie"al contributo notevole dei massmedia al soldo del dittatore fanno ricadere sull'immigrato la causa di tutti i mali,nonostante la cattiva amministrazione del bene pubblico,gli scandali sessuali e di droga che coinvolgono il premier puttaniere e la cerchia dei suoi portaborse,le leggi ad personam e le mani in pasta alla criminalità organizzata.
Altro spunto d'analisi è il disgregamento dell'equilibrio politico venuto a crearsi nel dopoguerra con il blocco comunista e socialista da una parte e quello democristiano dall'altra che se pur protagonista di troppi mali dell'Italia comunque aveva l'antifascismo nel proprio dna:con l'avvento della Lega e di Berluscojoni nello scenario politico italiano i pochi fascisti e razzisti rimasti si sono rimessi a strisciare nuovamente fuori dalle fogne e grazie al potere della disinformazione su larghissima scala l'odio verso il diverso è tornato a prevalere in questa crociata del nuovo millennio.
Non ultima è la dura critica all'opposizione che da quando ha voluto abbandonare falce e martello rifugiandosi sotto simboli arborei come sotto a un temporale hanno perso smalto,ideologie e soprattutto numeri per contrastare democraticamente l'avvento del nuovo duce..dobbiamo tornare a mangiare i bambini ed i preti!

La democrazia ha il tempo contato.

Articolo di Politica interna, pubblicato martedì 30 marzo 2010 in Germania.
[NTV]
Quando Berlusconi è sotto pressione si cerca un capo espiatorio. Con questa strategia continua ad avere successo. G8 e UE dovrebbero interrompere il loro silenzio. Il caso Berlusconi dimostra cosa succede a un paese senza un centro.
No, il risultato positivo della destra italiana alle regionali non è una sorpresa. I risultati riflettono una realtà creata da 15 anni quasi ininterrotti di dominio di Silvio Berlusconi. Corruzione, collusioni con la mafia, manipolazione dei media e delle leggi, scandali sessuali e una cattiva amministrazione non hanno danneggiato la coalizione del cavaliere.
Al contrario: grazie al controllo quasi assoluto dei media è riuscito a persuadere la maggioranza della popolazione che la colpa dei problemi del Paese sia di altri. I colpevoli sono gli immigranti contro i quali è stata spiegata una campagna senza precedenti in tutta l’Europa occidentale. Un esempio: il settore a basso reddito, incentivato da Berlusconi, ha portato nel settore tessile veneto all’assunzione in massa di lavoratori stranieri invece che italiani. Ma nel nord l’agitazione xenofoba non ha portato ad un rafforzamento della coalizione elettorale di Berlusconi “Popolo della Libertà (PdL)”. Per la prima volta la Lega Nord, partito separatista e razzista, ha superato il PdL in Veneto.
Dalla fine della guerra fino ai primi anni ‘90 l‘Italia è rimasta fondamentalmente divisa in due blocchi più o meno omogenei, la sinistra da un lato, i democristiani dall’altro. Tuttavia, entrambi erano accomunati dal consenso anti-fascista dal 1946. Questo consenso è venuto meno con il crollo dei due blocchi e con la nascita di un’alleanza di destra grazie all’unione di neo- e postfascisti.
L’aspetto negativo di questa “berlusconizzazione” della società italiana è l’incapacità dell’opposizione di offrire un’alternativa credibile. Il breve interludio della coalizione di centrosinistra con Romano Prodi dal 2006 al 2008 sfociò in un caos senza precedenti. Il più forte partito comunista in Europa occidentale era diventato prima un partito socialdemocratico senza entusiasmo e poi, da un punto di vista ideologico, un partito democratico ideologicamente poco definibile. Persino alcuni irremovibili ex-socialisti hanno aderito allo schieramento di Berlusconi. I comunisti sono infetti dal “fungo della disgregazione” e non sono più rappresentati in Parlamento. Desta preoccupazione, come in Francia, la scarsa affluenza alle urne.
Il risultato delle elezioni rafforza la destra italiana. La rafforzata Lega Nord spingerà ad per incrementare il divario sociale ed economico tra un nord ricco e un mezzogiorno povero. La persecuzione degli stranieri aumenterà. Prima o poi, il G8 e l’UE dovranno rompere il loro silenzio sugli sviluppi in Italia. Sarebbe meglio prima che poi, perchè la democrazia sull’Appennino ha sempre più il tempo contato.
[Articolo originale "Demokratie zieht den Kürzeren" di Manfred Bleskin]

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