venerdì 19 marzo 2010

UN'ALTRO DELLA LISTA

Un'altro fascista da aggiungere alla lista dei calciatori che si sono espressi apertamente a favore dei nostalgici delle camicie nere che comprende,a memoria:dopo
Cannavaro,Sereni,Buffon,Abbiati,Aquilani...ecco la new entry Zarate che nello stesso giorno della presenza in curva della Lazio della candidata alle regionali Polverini(vedi il linkhttp://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/03/dai-che-cadono-testa-in-giu.html)si è esibito in questo infame saluto romano.
Come analizza l'articolo della redazione di"Senza Soste"e come immortalato dall'eloquente foto iniziale questo neo Di Canio non ha avuto nessun richiamo e nessuna squalifica da parte della Lega calcio,mentre quando Balotelli ha zittito lo stadio di Verona per i continui cori razzisti i telegiornali non solo avevano questa notizia tra le prime da proporre...il giocatore interista addirittura è stato multato per il gesto!
Che merda di paese è diventata l'Italia,una fucina di nostalgici che della memoria storica se ne sbattono le palle e che ci stanno facendo calare lentamente in una guerra civile...la storia è ciclica,un conflitto tra qualche anno è imminente,speriamo non inevitabile.

Camerata Zarate, presente! Insieme alla Polverini...

Questa foto, scattata domenica all'Olimpico in occasione di Lazio-Bari, dimostra tutta la cultura politica di una curva e di Mauro Zarate, attaccante della squadra biancoazzurra. Per Zarate non c'è nemmeno la scusante delle umili origini e magari di una bassa cultura. Il numero dieci della Lazio proviene infatti da una famiglia piuttosto ricca e, probabilmente, magari piena di nostalgie verso la dittatura di Videla (quella che i dissidenti li gettava in mare dall'elicottero). Illuminante il confronto tra le reazioni a questo gesto (nessuna) e quelle che sono seguite nei confronti di Balotelli quando ha manifestato insofferenza per i cori razzisti a Verona. Balotelli è stato colpevolizzato ed accusato di non saper fare il calciatore mentre, per Zarate, fare il saluto romano e contribuire a propagandare il fascismo in un luogo pubblico fa parte della più tranquilla normalità. Siccome un calciatore può essere squalificato anche per i gesti allo stadio, e non solo se sta giocando, il paragone con Paolo Di Canio è illuminante.Cinque anni fa Di Canio, per un saluto romano dopo Livorno-Lazio, fu squalificato per una giornata. E al governo c'era il centrodestra. Oggi è tutto nella norma anzi, i media ritengono che non sia neanche opportuno sollevare l'attenzione su questo gesto. Questa naturalizzazione del fascismo dovrebbe far capire qualcosa al centrosinistra. Non è che omettendo di denunciare questi gesti pubblici che il fenomeno si sgonfia. Anzi, l'apologia del fascismo e dello squadrismo finisce per essere considerata naturale come se si trattasse di una conversazione durante una passeggiata. Del resto uno striscione enorme "Roma è fascista", in occasione di un Roma-Livorno, non trovò neanche un filo di critica presso l'allora sindaco della capitale Veltroni (che nello stesso anno intitolò una via al fascista Paolo Di Nella). Il centrosinistra, a furia di cercare di assorbire fenomeni, sta quindi giocando con un fuoco che rischia di bruciarlo (e noi con lui).E che dire di quel genialoide di consigliere comunale del centrosinistra che a Livorno voleva ripristinare "la sovranità democratica in curva" contro la cultura di sinistra della nord ?Lo vogliamo vedere subito al campo di allenamento della Lazio a chiedere il ripristino della sovranità democratica.Il difensore della democrazia si vede nei momenti difficili.
P.s: Inutile rammentare che insieme a Zarate era presente in balaustra anche la candidata del PdL alla Regione Lazio Renata Polverini. Una scena pietosa che racconta senza ulteriori commenti la ridicolezza sia della candidata che della curva-business della Lazio

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