mercoledì 3 marzo 2010

TUTTI A CASA!

Confermate le esclusioni delle liste Pdl a Roma e del cattofascista Formigoni in Lombardia vedremo quali stratagemmi il regime adotterà per poter"democraticamente"poter immettere contro tutte le regole e la Costituzione questi porci candidati per le prossime regionali.
Ma già il ministro Maroni(famoso come il premier cerebroleso per rimangiarsi la parola dopo cinque minuti)ha detto che non ci saranno decreti e leggine in extremis per poter ottenere una riammissione delle liste dimenticate per un panino...o per un pompino visto gli elementi in gioco.
Effettivamente i leghisti in Lombardia si fregano le mani così come i vari Storace,Casini e Fiore che si spartiranno i voti dei pidiellini...e questi ultimi sono in una situazione di enorme crisi interna con i finiani ed i berlusconiani che stanno affilando le lame per scontrarsi in una sfida all'ultimo testa di cazzo.
Che Berluscojoni si sia già amaramente pentito di aver celebrato il matrimonio tra Forza Italia con Alleanza Nazionale è risaputo da tempo,ed ora mettono zizzannia tra le due correnti che coese non lo sono mai state(con conflitti d'interessi sulle spartizioni di poltrone e di incarichi in aziende pubbliche e private)pure i due quotidiani più apertamente leccatotori di culo della dittatura,"Il giornale"e "Libero".
Articolo di"Senza Soste"che più o meno pensa che il progetto Pdl(partito delle"libertà"dalla galera o partito dell'amore dir si voglia)sia agli sgoccioli,tenuto assieme solo per affrontare le elezioni di fine marzo.

Il PDL esiste ancora? I motivi per dubitarne.

Non è da sottovalutare la mancata presentazione delle liste del PDL nel Lazio. Come è indicativo, di una complessiva implosione organizzativa del PDL, il fatto che in Lombardia il principale partito del centrodestra non ha ancora adesso presentato un sufficiente numero di firme necessario per presentare proprie liste alle regionali.Le continue frizioni tra finiani e berlusconiani all'interno del PDL sono solo una spiegazione di quello che sta succedendo in quel partito. Che è organizzato secondo il criterio della sovrapposizione di comitati d'affari, e di cordate clientelari, dal livello locale a quello nazionale. PDL che quindi si muove secondo la logica dell'ottimizzazione degli affari a qualunque costo. Mafia, 'ndrangheta, grandi appalti, piccole consorterie: niente è precluso al personale politico del PDL che, non avendo un asse organizzativo vero e proprio, rappresenta uno spazio politico instabile e rissosissimo. Tanto da non essere nemmeno regolato dallo stesso Berlusconi che ha più volte pubblicamente manifestato insofferenza per la stessa esistenza del PDL coltivando una rete di circoli, i promotori della libertà, in ottica post-PDL e postfiniana.L'episodio della mancata presentazione delle liste del PDL nel Lazio rappresenta quindi un episodio rivelatore di un caos che regna in un partito. Un caos frutto dell'instabilità di fondo del partito, causata dalla conflittualità tra cordate di affari interne al PDL, prima ancora della già grave divergenza strategica tra i due leader principali.Nei sondaggi il PDL sembra ancora esistere. Non sono all'orizzonte sconvolgimenti elettorali per la prossima tornata elettorale. Solo che se il PDL continua così andrà verso l'implosione e, prima o poi, mancherà persino la sigla da votare o da mettere in sovrapposizione sul teleschermo.Decisivi saranno tre fattori: la riorganizzazione del PDL che si impone dopo le regionali, il comportamento del PD (se darà fiato al PDL in nome delle "riforme" o se deciderà di incidere sulla sua crisi), il livello di distruzione operato nel centrodestra dai processi in corso e dalle inchieste della magistratura.
per Senza Soste, nique la police.

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