venerdì 24 luglio 2009
RIPASSINO SULLA MAFIA
Questa storia nasce tanti anni fa,negli anni sessanta e settanta quando Salvo Lima e Vito Ciancimino si sono susseguiti a sindaci della città di Palermo,quando la capitale siciliana è stata sfregiata da un abusivismo che ha sconvolto gran parte delle sue bellezze architettoniche a favore di imprese di proprietà delle cosche mafiose cittadine,da quando la mafia si è sostituita alla legalità.
Questi due personaggi,ed in particolar modo Don Vito,sono tra i protagonisti dell'articolo di Giogio Italiano postato su Indymedia Lombardia che si basa sulle testimonianze dell'ex sindaco ormai morto raccolte in un libro mai pubblicato e scritto tra gli anni ottanta e novanta,una sorta di memoriale da chi la mafia la conosceva bene essendo uno dei primi collusi politici eccellenti.
Si parla di omicidi eccellenti,di ordini partiti non dalla mafia ma direttamente dalle più alte cariche dello Stato(quell'Andreotti capo cosca che già il fatto che lo stesso Ciancimino abbia
definito traditore è tutto un programma),della massoneria e della chiesa che in maniere differenti sono sempre state coinvolte in malaffari mafiosi(cardinali che negli anni settanta definirono la mafia come una leggenda).
Ebbene nell'articolo è riassunta una trentina d'anni di storia siciliana e italiana,con gli intrecci tra politica e mafia solo in pochi casi emersi e puniti,con il capo cosca di quel mafioso assassino di Andreotti che come il suo successore Berlusconi per ora se la sono sempre cavata con prescrizioni o con la corruzione di giurie e magistrati.
Una storia vera che è accaduta in Italia e che continua a succedere nonostante il martirio di centinaia di persone,da magistrati a politici(quelli veri),dai sindacalisti e appartenenti alle forze dell'ordine(quelli con i coglioni),dei giornalisti(non gli pseudo),della gente capitata a caso nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo,a tutti quelli che hanno combattuto contro il cancro della criminalità organizzata sul territorio italiano.
"Gli anticomunisti di Gladio coinvolti negli omicidi eccellenti di Palermo". La sconvolgente rivelazione di Don Vito Ciancimino.
Ci sarebbero i servizi segreti deviati e gli anticomunisti di Gladio dietro gli omicidi eccellenti del procuratore Scaglione, del generale Dalla Chiesa, del comunista Pio La Torre, e del presidente della Regione Mattarella. La sconvolgente rivelazione e' contenuta nel clamoroso memoriale di Don Vito Ciancimino, il chiacchierato sindaco democristiano di Palermo negli anni del sacco edilizio. Un libro scottante (dal titolo le mafie) che nessun editore ha mai voluto pubblicare per timore di querele, ma che un blog italiano mette integralmente a disposizione dei suoi lettori.Il racconto di Ciancimino sui delitti eccellenti inizia nel 1971, anno dell'uccisione di Pietro Scaglione, procuratore capo di Palermo. Giudici e pentiti di ieri e di oggi hanno sentenziato che Scaglione fu un magistrato integerrimo e persecutore spietato della mafia, onesto e rigoroso. Ciancimino sostanzialmente conferma questo orientamento comune, ma non condivide la tesi ufficiale del delitto di mafia in senso stretto, cioe' la vendetta delle cosche contro un magistrato impegnato.Ciancimino riconosce che Scaglione combatte' contro le cosche mafiose, scrive che il procuratore non si fermo' di fronte ai potenti democristiani (mentre i magistrati dell'epoca e i cardinali sostenevano che la mafia non esistesse), rivela che Scaglione inquisi' anche Lima, gli andreottiani e lo stesso Ciancimino, ma i mandanti sarebbero al di fuori della mafia. Secondo Ciancimino "Scaglione non obbediva al Palazzo".Come scrive Ciancimino, i mandanti dei delitti Scaglione, Mattarella, Dalla Chiesa e La Torre sarebbero di un livello alto, altissimo: "Dentro lo Stato hanno operato forze apparentemente legittime, mi riferisco a Gladio (quelli che hanno fatto sparire i depositi di armi belliche) o ai servizi segreti (quelli deviati), che ben hanno potuto commettere crimini orrendi per conto di qualcuno che possibilmente,ieri od oggi, occupa incarichi di alta responsabilita' ai vertici istituzionali...."Chi erano i Mister x, che secondo Ciancimino avrebbero commissionato questi omicidi eccellenti a Gladio e ai servizi segreti deviati? I nomi dei mandanti occulti non sono scritti nel libro mai pubblicato di Ciancimino che, si badi bene, fu scritto tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, pochi anni di morire...Secondo Ciancimino, dunque, Scaglione non fu ucciso dalla mafia di Corleone per le sue inchieste rigorose(come si era ipotizzato finora). Pio La Torre, l'eroico segretario regionale comunista, non sarebbe stato ucciso per la sua coraggiosa legge sulle confische dei beni mafiosi, ne' per fantomatiche questioni dentro il partito comunista (Ciancimino considera ridicola la pista interna al Pci, accreditata da revisionisti di destra pronti a gettare fango sui comunisti). Piersanti Mattarella, invece, fu uno dei pochi democristiani siciliani onesti, ma non sarebbe stato ucciso per la sua lotta contro la mafia. Infine, il generale Dalla Chiesa non sarebbe stato ucciso per il suo impegno antimafia. Tutti questi delitti eccellenti sarebbero delitti di stato, opera, secondo Ciancimino, "del Palazzo, di Gladio o dei servizi segreti deviati".Nel libro, Ciancimino non nasconde il suo rancore verso due simboli dell'antimafia come il giudice Giovanni Falcone e l'ex sindaco della primavera di Palermo, Leoluca Orlando: due indomiti nemici della mafia e della DC dei Lima e dei Ciancimino. Infine, l'attacco piu' pesante di Ciancimino e' rivolto contro Giulio Andreotti, definito "un traditore" e accusato di tante malefatte dallo stesso Ciancimino.
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