mercoledì 1 luglio 2009

C'ERA UNA VOLTA...L'IMMIGRATO ITALIANO

Quello proposto è un editoriale che ho ritagliato qualche settimana fa da un giornale distribuito a Crema e zone limitrofe,“Il Piccolo del Cremasco”,a firma di A.B. e che curiosamente può essere stato scritto tranquillamente da un leghista o un fascista proprio qualche mese fa,oppure potrebbe essere creato tra due mesi...invece è il risultato di uno studio degli USA nel 1912 sui nostri migranti,quindi quasi cento anni addietro.
E da come potrete constatare rimane di un'attualità allucinante...in ogni società si è sempre voluta trovare l'ultima ruota del carro per non essere gli ultimi,per non essere gli emarginati.
E facendo riferimento all'ultima parte è evidente il riferimento al nord Italia durante l'ultimo dopoguerra,quando gli immigrati meridionali cercavano lavoro,sperando di migliorare la propria vita lasciando la terra natìa e ricevendo in cambio diffidenza ed odio.

SENZA COMMENTO

Propongo ai lettori de “Il Piccolo del Cremasco” questo pezzo di storia.
Si tratta di una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti.
La relazione è del 1912.
Può essere motivo di riflessione e ognuno,se vuole,in cuor suo lo faccia.
Questo il testo.
“Non amano l’acqua,molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città,dove vivono,vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro,affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina.
Dopo pochi giorni diventano quattro,sei,dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili,probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà,con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e,se ostacolati,diventano violenti.
Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma,soprattutto,non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o,addirittura,di attività criminali”…
La relazione conclude dicendo:”Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi,tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.
Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri,quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione,
provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.

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