L'articolo pubblicato da"El Pais"e tradotto in italiano per"Il Manifesto"ieri(a firma di L.M.)è una lettera scritta da intellettuali o ritenuti tali dalla gran parte della gente,tutte figure che hanno sempre lottato per la libertà e schierate apertamente a sinistra,a parte l'ex repubblichino Dario Fo che non stimo più di tanto.
Questo scritto paragona a ragione le leggi razziali emanate durante il ventennio fascista conto gli ebrei solo che quelle odierne sono state fatte su misura contro i migranti ed i clandestini,una vergognosa sconcezza per un governo sostenuto per la sua maggioranza da un partito che pone la parola"libertà"nel prorio nome.
Fa specie che questa lettera sia stata proposta prima ad un quotidiano estero e non ad uno nazionale,forse perchè negli ultimi tempi le verità riguardo la situazione politica italiana è prerogativa della stampa staniera,con la nostra schiava del padrone o imbavagliata dietro subdoli ricatti.
DDL SICUREZZA.LETTERA AL «PAIS»: «NO AL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI»
In una lettera pubblicata oggi sul quotidiano spagnolo «El Pais», alcuni intellettuali italiani, tra cui Andrea Camilleri, Dacia Maraini e Dario Fo, denunciano «l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati» da parte del governo italiano. L'appello sottolinea come il governo Berlusconi, «agitando il pretesto della sicurezza», ha soltanto sostituito l'oggetto delle discriminazioni: «non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari». La lettera, indirizzata «alla cultura democratica europea», chiama alla mobilitazione tutti gli europei che hanno a cuore il destino del loro continente, e dei «principi garantisti e di civiltà giuridica» su cui si basa. Per gli autori il pericolo è che, provvedimenti che non si vedevano «dai tempi delle leggi razziali», si propaghino con il rischio di «sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero». (l.m.)
In una lettera pubblicata oggi sul quotidiano spagnolo «El Pais», alcuni intellettuali italiani, tra cui Andrea Camilleri, Dacia Maraini e Dario Fo, denunciano «l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati» da parte del governo italiano. L'appello sottolinea come il governo Berlusconi, «agitando il pretesto della sicurezza», ha soltanto sostituito l'oggetto delle discriminazioni: «non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari». La lettera, indirizzata «alla cultura democratica europea», chiama alla mobilitazione tutti gli europei che hanno a cuore il destino del loro continente, e dei «principi garantisti e di civiltà giuridica» su cui si basa. Per gli autori il pericolo è che, provvedimenti che non si vedevano «dai tempi delle leggi razziali», si propaghino con il rischio di «sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero». (l.m.)
CAMILLERI ED ALTRI «NO AL RITORNO ALLE LEGGI RAZZIALI»Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono.L’appello degli intellettuali:
Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sull’intera società europea,dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state,però conosciute in tempo. In questo momento c'è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo,però, un dovere di quanti vivono in Italia richiamare l'attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l'esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
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