L'incapacità organizzativa,il voler cambiare a tutti i costi la sede negli ultimi tre mesi dall'isola della Maddalena a L'Aquila,la pochezza degli incontri e dei congressi nell'elenco dei lavori sopperita da inviti a svariati capi di Stato(quantità contro qualità)e gli ultimi scandali dei govrnanti italiani e soprattutto del capo cosca,hanno indispettito gli stati del gruppo dei grandi capitalisti manipolatori,un paventato foglio di via alla terra dei cachi.
Da stamattina inoltre Roma è paralizzata da gruppi di contestatori(a ragione)del G8,e si ha notizia di alcuni fermi ed arresti come riportato da il"Corriere.it"qui sotto,mentre l'articolo de"Il Messaggero"riporta la traduzione del tabloid inglese"The Guardian"sulle minacce fatte all'Italia cui ho parlato prima,il tutto grazie a Indymedia Lombardia.
Sicuramente ci saranno degli sviluppi anche da altre città italiane.
[ROMA] NEL CAOS PER IL G8 - Guerriglia urbana no global: blitz, cortei e scontri. Black bloc in azione a Testaccio.
Dieci arresti e 26 fermi. Identificati anche 9 stranieriLa Digos sequestra anche mazze, bastoni e candelotti.
Blitz e manifestazioni in centro e sulle principali arterie: i no-global usano una tecnica da guerriglia urbana per bloccare la Capitale alla vigilia del G8 dell'Aquila. A ventiquattro ore dall'inizio del summit, la città è blindata per i primi arrivi dei leader mondiali e per le manifestazioni di protesta annunciate e non. Circa 15 mila gli uomini messi in campo tra militari e forze dell'ordine. Scontri violenti e arresti a Testaccio, quartiere a ridosso dell'Università di Roma Tre, e in piazzale Ostiense dove sono in azione i black bloc. Per questi disordini, la polizia ha fermato 36 manifestanti. Tra loro anche 9 stranieri di cui 4 svedesi, 2 tedeschi, uno svizzero, un francese e un polacco. Sequestrate mazze, bastoni e candelotti. Per 10 persone, il fermo si è tramutato in arresto: dovranno rispondere degli incendi a pneumatici e cassonetti, del possesso di oggetti «atti a offendere» oltre che del reato di blocco stradale. Al vaglio della squadra mobile e della Digos le posizioni degli altri 26 fermati ancora negli uffici della Questura. Caos in città anche per lo sciopero dei treni dalle 10 alle 14 che può avere ripercussioni anche sulla circolazione metropolitana.
SCONTRI A ROMA TRE - I primi blitz sono avvenuti in alcune parti della città da San Giovanni a Piazzale Ostiense. I maggiori problemi arrivati da un corteo non autorizzato della Rete No G8 partito da San Giovanni: i 150 dimostranti - molti dei quali vestiti interamente di nero con bandiere nere con sopra una «V» viola - si sono diretti verso l'università Roma Tre e poi verso il Lungotevere dove poi si sono sparpagliati in piccoli gruppi. Alcuni portavano un carrello della spesa pieno di sassi e bottiglie di birra che sono stati lanciati contro la polizia. A Testaccio, quartiere popolare vicino all'università di Roma Tre, e in piazzale Ostiense ci sono stati scontri tra black bloc provenienti anche dall'estero e la polizia. Circa cento persone si sono invece rifugiate all'interno dell'ateneo. Numerosi fermi da parte della polizia. Secondo la Reuters, le forze dell'ordine hanno avuto l'indicazione di «bloccare, identificare e arrestare» tutti i manifestanti.
27 FERMATI PER I COPERTONI BRUCIATI IN VIA CILICIA -Problemi anche in via Cilicia, vicino all'Appia Antica, dove sono stati incendiati tre copertoni messi in mezzo alla strada. L'azione dimostrativa è stata compiuta da circa 150 manifestanti, alcuni vestiti di nero, altri con caschi da motociclista in testa e sventolando una bandiera con la lettera «V». Alcuni automobilisti, dopo aver avvertito le forze dell'ordine, hanno spento il piccolo incendio nella strada che collega il quartiere di San Giovanni a via Cristoforo Colombo. Alcuni testimoni hanno raccontato che l'azione è stata fatta da alcuni giovani con il volto coperto da fazzoletti. Per quest'azione 27 no global sono stati fermati e attualmente si trovano per l'identificazione negli uffici della Digos di Roma.
CORTEO DELL'ONDA ALLA SAPIENZA - Continuano le proteste degli studenti dell'Onda a La Sapienza dopo il fermo di ventuno studenti per gli incidenti di Torino del maggio scorso. Un corteo composto da circa 300 ragazzi ha attraversato la Città universitaria ed è uscito verso San Lorenzo con l'intenzione di fermare il traffico tra viale dell'Università e viale Regina Elena. Scortati da un consistente numero di agenti in tenuta antisommossa, i manifestanti (che espongono cartelli e striscioni «Liberi tutti» e «G8 a Torino: io c'ero») hanno deciso di rientrare alla Sapienza.
BLOCCO DELLA TANGENZIALE - Per l'intera giornata sono attesi blitz no global in tutta la città. Un blocco di protesta contro il G8 è stato effettuato presso lo svincolo dell'A24 sulla Tangenziale Est nei pressi del cimitero del Verano da un gruppo di circa 50 no global. Con finte tende da campeggio e indossando caschi da lavoro hanno bloccato la circolazione per circa 20 minuti. Il gruppo si è poi dileguato prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.
PROTESTA A PIAZZA DEL POPOLO - Protesta simbolica e del tutto pacifica a piazza del Popolo organizzata dalla Coalizione italiana contro la povertà che raggruppa oltre 70 associazioni. Con gonfiabili alti oltre due metri che raffiguravano i capi di stato del G8, i manifestanti hanno chiesto il rispetto degli impegni presi in tema di lotta alla povertà dai Grandi riuniti all'Aquila. Un 'blitz' durato qualche minuto con piccole piscine gonfiabili lanciate in aria o una contro l'altra. Sul fondo delle piscine la caricatura del primo ministro Berlusconi «sotto torchio» o la foto-caricatura di gruppo dei grandi della terra riuniti insieme. Una manifestazione alla quale hanno partecipato una trentina di attivisti per ricordare ai capi di governo come «la guerra più importante da combattere e da vincere è quella contro la povertà».
ROMA (6 luglio) - Il Guardian pubblica questa sera nella sua edizione online un articolo di Julian Borger il quale scrive, citando fonti degli staff diplomatici, che all'interno del G8 aumentano le richieste di escludere l'Italia dal gruppo degli 8 grandi, visto il caos intorno ai preparativi del summit a L'Aquila.
Borger scrive che nelle ultime settimane, in assenza di sostanziali iniziative per l'agenda del G8, gli Stati Uniti hanno preso il controllo, organizzando conferenze fra i cosiddetti sherpa per rivitalizzare il summit. Una fonte europea dice che «il G8 è un club la cui appartenenza comporta dei doveri, doveri che l'Italia non ha assolto». Richard Gowan, analista del Centre for International Cooperation alla New York University dice che «i preparativi italiani per il summit sono stati caotici dall'inizio alla fine. Gli italiani da gennaio avevano detto di non avere piani per il summit e che se l'amministrazione Obama avesse avuto delle idee, avrebbero preso istruzioni dagli americani». Gowan critica anche la decisione italiana di aumentare il numero dei partecipanti al G8, portando da 39 a 44 il numero di capi di stato presenti, supplendo così con il gigantismo alla mancanza di iniziative.
Citando rumors e dietro le quinte, Borger scrive di un'idea di rimpiazzare l'Italia con la Spagna. Ipotesi che però si scontra con l'eccesso di eurocentrismo del quale da più parti viene accusato il G8. In alternativa si parla di sostituire il G8, come già discusso, con il G20, idea al momento prematura. Borger ipotizza una via di mezzo per l'immediato futuro, qualcosa che oscilli dal G13 al G16, con l'ingresso di Cina, India, Brasile, Messico e Sud Africa.
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