sabato 18 aprile 2020

CARLO BONOMI,IL VOLTO NUOVO DI CONFINDUSTRIA


Confindustria, Bonomi designato presidente: "Insieme cambiamo l ...
L'incarico del nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi avverrà a fine maggio,ma già la designazione con ampio margine sulla "rivale" alla candidatura Licia Mattioli,cosa che non avvenne con i suoi predecessori Squinzi e Boccia,è già segnale dell'unità degli industriali italiani che vogliono ancor più una posizione di comando in questi tempi di difficoltà.
Pur non avendo ancora deciso nulla,già dalla prima intervista si nota comunque che il dna del padrone ce l'abbia nel sangue e nella lingua,quando quasi commosso si offende addirittura nel pronunciare la frase:"non pensavo di sentire più l’ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori"riferendosi ai sindacati.
Un biglietto di visita malaugurante come fu l'esordio di Boccia(madn un-presidente-da-bocciare )di quattro anni fa,quando fu subito d'accordo con l'allora premier Renzi(che secondo Marchionne fu messo al governo da Confindustria)sul job act e sulla linea di un massiccio intervento di multinazionali da ogni dove per risollevare l'industria italiana(i loro tornaconti,mica quelli degli operai).
In linea con l'organizzazione(madn ancora-milioni-di-persone-costrette-al.lavoro e relativi link)la linea del "so tutto io" e la bramosia di indirizzare ancor più la politica del profitto a scapito della salute,vuole una ripartenza rapida in barba alle titubanze fondate degli addetti ai lavori(della sanità)e sostenuti dalla lega soprattutto nel Nord(Assolombarda di cui era presidente,l'ala estremista di Confindustria insegna),dove si è sempre andato avanti e le produttive e mortifere zone industriali che hanno distrutto migliaia di vite non si sono mai fermate.
L'articolo di Contropiano(carlo-bonomi-il-duce-conto-terzi-di-confindustria )spiega l'asset ancor più spinto di Confindustria e le prime parole del concittadino Bonomi,e la sua ascesa nelle gerarchie delle associazioni di rappresentanza degli industriali e il suo specifico lavoro,che consiste nel comprare sistemi medicali per rivenderli a prezzo gonfiato.
Sponsorizzato dalla famiglia Rocca(Techint,Tenaris,Istituto Clinico Humanitas)mdi lui si parla anche nel breve contributo di Crema online(Il+cremasco+Carlo+Bonomi+presidente+di+Confindustria ) dove si spiegano anche altre rappresentanze e partecipazioni in università e aziende.

Carlo Bonomi, “il duce” conto terzi di Confindustria.

di  Dante Barontini 
Confindustria ha scelto il suo nuovo presidente e, in qualche misura – ma molto ironicamente – si potrebbe dire che è “l’uomo giusto al momento giusto”. La sua carriera “imprenditoriale” ruota intorno al suo ruolo dirigente in Synopo, marchio sconosciuto ai più perché – letteralmente – non produce praticamente nulla.

Synopo, come spiega il sito aziendale, “commercializza apparecchiature elettromedicali, servizi di assistenza ed accessori per Aziende Ospedaliere, Istituti di Cura privati, Istituti a carattere scientifico e Studi Medici”. Compra e rivende, insomma, in particolare dispositivi monouso e apparecchiature elettromedicali per la terapia intensiva e la radiologia (dopo aver acquisito il marchio Sidam), oltre a dispositivi per la neurologia, neurochirurgia e riabilitazione prodotti dalla Natus, multinazionale Usa di cui aveva rilevato nel 2013 la filiale italiana.

La biografia stilata da IlSole24Ore (organo di Confindustria) è ovviamente più empatica, e parla dei ruoli già ricoperti nel “sindacato delle imprese”: “da giugno 2017 è presidente di Assolombarda, l’associazione delle imprese che operano nella città metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza”. Per chi conosce la storia italiana del dopoguerra, Assolombarda è come “i nazisti dell’Illinois”, per quanto riguarda le relazioni industriali e le pretese nei confronti dei lavoratori dipendenti…

Al contrario dei predecessori (Squinzi e Boccia), è stato “designato” dal Consiglio generale con una maggioranza dei due terzi (120 a 67), segno che i vertici delle imprese italiane confidano molto nella sua “linea politica”, specie di fronte alla catastrofe che si è aperta con la pandemia.

Già come presidente di Assolombarda, infatti, si era distinto per fustigare imparzialmente tutti i governi – quello “giallo-verde” come l’attuale – a botte di “meno burocrazia”, “lasciate fare a noi”, “dateci di più”, “tagliateci le tasse” e altri luoghi comuni della retorica padronale.

Le sue prime dichiarazione da Grande Capo sono in continuità esplicita con il suo stile.

«Dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative tali per affrontare con massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che è davanti a noi: continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavolo necessari rispetto ad una classe politica che mi sembra molto smarrita in questo momento, che non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese. Non pensavo di sentire più l’ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori. La politica ci ha esposto ad un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera importante in questo Paese», sull’emergenza lockdown. «Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente. Credo che dobbiamo rispondere con assoluta fermezza».

Come?  Incarcerando persino Landini e la Furlan?

Le imprese, al contrario, sanno benissimo dove andare… E lo dicono con esemplare brutalità.

Bisogna riaprire tutte le aziende subito, anche se non è per nulla finita la tremenda “fase 1” dell’epidemia. Il massimo della concessione è puramente verbale (“evitare una seconda ondata di contagio”), ma contraddetta dalla richiesta di riapertura senza limitazione.

Se altri milioni di lavoratori, oltre a quel 55% registrato dall’Istat nel momento di “massimo blocco”, ricominciano a circolare tutti i giorni, prima che il contagio sia stato ridotto entro limiti “controllabili”, è inevitabile che la salute dell’intera popolazione verrà pesantemente compromessa.

Ma chissenefrega, hanno sempre detto dalle parti di Confindustria e a maggior ragione di Assolombarda. Non può essere certo un caso che nessuna area industriale della Lombardia – “feudo” sui cui insiste questo ramo dell’Associazione – sia mai stata dichiarata “zona rossa”. Nemmeno in quelle aree dove il “massacro” è stato particolarmente pesante (la Val Seriana, nella bergamasca, la provincia di Brescia, il cremonese, ecc).

Non che i predecessori al vertice di via dell’Astronomia siano mai stati “buoni” o particolarmente inclini a mediare (a meno di non esservi costretti da un movimento dei lavoratori molto forte), ma tanta iattanza veniva quantomeno mascherata sotto “buone maniere”.

Con Bonomi, invece, si fa largo un modo di intendere il rapporto tra imprese e “politica” (tutta intera, senza particolari distinzioni, anche se è palese uno strettissimo rapporto di dominanza sulla destra leghista) di assoluto comando.

Qui, forse, diventa necessario sapere chi è Carlo Bonomi e quale storia “imprenditoriale” abbia. Non è impossibile trovare notizie – per lui – sgradevoli, perché la sua resistibile ascesa ai vertici confindustriali non è mai stata accolta con favore da tutto l’ambiente.

Diciamo che fino al 2013 non se ne aveva notizia, secondo un’inchiesta de Gli stati generali (non un organo “boscevico”, ma “Un laboratorio innovativo per la comunicazione dove le aziende possano interagire in modo trasparente e governato con i potenziali consumatori e l’opinione pubblica”).

E infatti lo presentano in questo modo quando emerge, nel 2017, come candidato alla presidenza di Assolmbarda: “la storia di Bonomi è invece recentissima e trova la sua cifra nell’audacia finanziaria del private equity applicato al settore biomedicale”.

Segue la ricostruzione delle su “partecipazioni e acquisizioni” per chiarire cosa vada inteso per “audacia finanziaria applicata a…”.

Nel 2013 acquisisce per l’appunto Synopo, filiale italiana di Natus. Due anni dopo “la svolta”, con l’acquisto dell’emiliana Sidam (specializzata proprio in dispositivi monouso o per terapia intensiva). Non lo fa con soldi suoi, ma “grazie ai capitali apportati da Caravaggio Tre srl, che fa capo a Berrier Capital, società di private equity di Vincenzo Alberto Craici”.

Bonomi, nella partecipazione azionaria di Synopo, neanche compare. Per capire il suo ruolo, spiegano, “bisogna risalire di due piani e incrociare due scatole vuote”: Marsupium e Ocean. Solo in quest’ultima, nel 2017, Bonomi risulta essere socio con il 33,3%.

Tradotto dunque in quote della “controllata Synopo”, a quella data, “secondo gli ultimi dati della Camera di Commercio di Milano, il candidato alla presidenza di Assolombarda ha in trasparenza appena il 4,5% dell’azienda che espone sul suo biglietto da visita, la Synopo. Una quota che a monte della piramide societaria corrisponde a un impegno di capitale di soli 31mila euro”.

Con un po’ di buona volontà, la troviamo anche noi, una cifra del genere…

Ocean è una scatola vuotissima. Nel 2014 dichiara ricavi per 1.300 euro, zero l’anno dopo 9.700 nel 2016. Però riesce a finanziare Marsupium con 60.000 (54.000 dei quali presi a prestito da ignoti).

Le controllate, invece, sfornano utili interessanti (Sidam nel 2015 presenta utili per 850.000 euro), ma non da “grande impresa”. Anche l’acquisto di Sidam da parte di Synopo, comunque, avviene solo in parte con “mezzi propri” e per la gran parte con il ricorso alla “leva finanziaria”, tanto che fino al 2018 il pacchetto di controllo di Sidam (il 90%) rimane “in pegno” alla Banca popolare di Milano.

Nonostante questo fuoco di sbarramento, che lo dipinge com un “imprenditore anomalo” soprattutto rispetto alla tradizione lombarda, Carlo Bonomi viene eletto alla guida di Assolombarda ed ora dell’associazione nazionale.

Com’è possibile?

Grazie agli sponsor, naturalmente. Che – spiegano sempre Gli stati Generali – sono concentrati intorno alla famiglia Rocca. Ma sì, proprio quella del presidente uscente (di Assolombarda) Gianfelice Rocca, il patron della Tenaris e del gruppo ospedaliero Humanitas.

In altre parole il “clan” di Bergamo, quel blocco di potere che ha opposto feroce resistenza a qualsiasi istituzione di una “zona rossa” nel proprio regno proprio mentre dipendenti, pensionati e cittadini della zona cadevano a centinaia vittime del coronavirus. Tanto lo guadagnavano anche su questa tragedia, controllando l’ospedale privato Humanitas, in cui intanto altre decine di componenti del personale medico si ammazzavano – non metaforicamente – di lavoro e di Covid-19.

Ecco, personaggi del genere pretendono da oggi anche il comando politico del Paese, come contoterzisti degli “imprenditori veri”, al di sopra e al di là di una “classe politica” perché, tanto, quella che c’è “non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese”.

Quella per l’inferno.

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Il cremasco Carlo Bonomi è stato designato come nuovo presidente di Confindustria.

Il cremasco Carlo Bonomi è stato designato nuovo presidente di Confindustria. Lo ha deciso il consiglio generale dell’associazione con voto online segreto (123 voti a favore e 60 contro). Bonomi ha avuto la meglio su Licia Mattioli, vicepresidente degli industriali. Il prossimo passaggio sarà l’assemblea privata dei delegati del prossimo 20 maggio.

Ai vertici di Assolombarda

Presidente di Assolombarda dal giugno 2017, Bonomi, classe 1966 e negli ultimi tre anni ha guidato Assolombarda, di cui è stato anche vicepresidente con delega a Credito e finanza, fisco, organizzazione e sviluppo. Nel 2016 il Consiglio di presidenza di Confindustria l'ha nominato presidente del gruppo tecnico per il fisco. È membro del consiglio generale di Confindustria e del consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia. Dal giugno 2017 è membro del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia, del Consiglio di Amministrazione di Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) e, dal novembre 2018, del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi.

Biomedicale

Presiede il Consiglio di Amministrazione della Synopo spa, società che opera nel settore della strumentazione e dei consumabili per neurologia e delle aziende manifatturiere che controlla: Sidam S.r.l. leader nella produzione di consumabili nella diagnostica per liquidi di contrasto, e BTC Medical Europe S.r.l. nella produzione di consumabili utilizzati in oncologia ed emorecupero post operatorio. Nonché Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ocean S.r.l. e Marsupium S.r.l. ed anche Consigliere indipendente di Springrowth S.G.R. S.p.A. Dal novembre 2019 fa parte del Consiglio di Amministrazione di Dulevo International S.p.A..

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