domenica 26 aprile 2020
MUSTAFA KOCAK
Il sultanato turco di Erdogan miete la seconda vittima del mese di aprile che faceva parte del gruppo musicale con simpatie socialiste del Grup Yorum dopo che da inizio mese la cantante Helin Bolek morì a conseguenza di uno sciopero della fame(vedi: madn helin-bolek ).
Stessa sorte accadute a Mustafa Koçak anch'egli ventottenne che dopo quasi trecento giorni di digiuno non ce l'ha fatta nonostante le proteste si erano intensificate dopo la morte della compagna in tutto il mondo,con altri membri del gruppo condannati anche all'ergastolo per motivi infamanti e con lo scopo di reprimere le opposizioni in Turchia da parte di Erdogan,sicuramente due gocce d'acqua(o meglio di sangue)nel mare del soffocamento dei diritti civili turchi.
L'articolo di Contropiano(erdogan-uccide-ancora-muore-mustafa-kocak )parla della lezione che l'Europa non ha ancora recepito visti i costanti aiuti miliardari che la Turchia riceve,assieme ad armamenti e altri aiuti economici dietro il costante ricatto di riversare in Ue milioni di profughi siriani e non.
Erdogan uccide ancora: muore Mustafa Koçak del Grup Yorum.
di Potere al Popolo!
Mustafa Koçak aveva 28 anni ed era membro del gruppo musicale Grup Yorum, famoso in tutto il mondo per la sua musica, per i messaggi che lanciava attraverso le canzoni.
Koçak è morto all’alba di venerdì 24 aprile. In un carcere nel quale era stato gettato perché condannato all’ergastolo per complicità in omicidio, accusato da un testimone “segreto”.
Da 297 giorni non toccava cibo: era in sciopero della fame per protestare contro la carcerazione sua e quella di migliaia di prigionieri.
Koçak non è il primo a morire così. Helin Bölek, anch’ella appartenente al Grup Yorum, se n’era andata il 3 aprile, dopo 288 giorni di sciopero della fame.
Il mondo fa finta di non accorgersi delle carceri turche strapiene di prigionieri politici; si gira dall’altra parte mentre Erdogan massacra i curdi e i siriani; l’UE parla di “indignazione” quando il “Sultano” spinge migliaia e migliaia di migranti siriani ad attraversare il confine e varcare la frontiera greca, ma gli affari sono affari e allora non si ferma il flusso di denari (6mld di €) e di armi verso Ankara.
Koçak e Helin non ci sono più. Il mondo ha perso le loro voci, i loro sorrisi, le loro parole. Quanto ancora dovremo aspettare prima che si faccia qualcosa di concreto per fermare il criminale Erdogan? Quanti ancora dovranno pagare con la vita? Quante morti siamo disposti a tollerare?
In sciopero della fame, come Koçak e Helin, ci sono oggi altre 5 persone, che stanno manifestando la propria innocenza e la necessità di aprire le carceri turche portando fino alle estreme conseguenze questa forma di protesta.
Potere al Popolo è al fianco di quanti, individui, organizzazioni, collettivi, in Turchia e nel mondo lottano contro Erdogan, contro il regime di morte che ha messo in piedi nel mezzo della finta indignazione di leader europei che sono capaci solo di versare lacrime di coccodrillo.
Oggi, in tempi di pandemia, Erdogan può agire ancor più indisturbato, fornendo dati chiaramente falsati sui contagi e spadroneggiando tra Libia e Siria. Gli occhi dei governi europei, ancora una volta, non vedranno. A meno che i popoli non li costringano a farla finita con ipocrisia e sostegno al regime autoritario turco.
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