giovedì 23 aprile 2020

FONTANA RIFAREBBE TUTTO,SALVINI ORGOGLIOSO DEL GOVERNO LOMBARDO

Perché la Lega voleva salvare con un emendamento i dirigenti della ...
Alla vigilia di una possibile riapertura di posti di lavoro e di servizi,alcuni già dal prossimo lunedì e altri dopo la fine della scadenza canonica del lockdown attuale,il 4 maggio,le regioni da giorni si stanno spalleggiando a vicenda alcune mentre altre si uniscono per motivi opposti,nello scontro perenne tra nord e sud.
Le dichiarazioni che sono più una minaccia e una provocazione di Fontana che rifarebbe tutto quello che di nefasto ha fatto assieme a Gallera e agli amministratori delle varie Ats e Asst regionali,in mano tutte a Lega,Forza Italia e FdI nella classica divisione delle aree e dei profitti,devono restare solo teoriche e si deve impedire attraverso un commissariamento che possano nuovamente causare migliaia di vittime nella terra al mondo dove si hanno più morti(contropiano impediamo-a-fontana-di-rifare-tutto ).
Allargando di poco gli orizzonti fisici vediamo che oltre l'80% delle morti per coronavirus accertate(ce ne sono molte di più e lo sanno tutti)in Italia sono concentrate nella Pianura Padana,la zona del paese e una tra quelle d'Europa più lacerate dall'inquinamento atmosferico,nonostante l'orgoglio espresso da quel coglione di Salvini verso il governo lombardo.
Le reazioni dei sanitari non si sono fatte attendere,evidenziando il fatto che si vorrebbe passare alla famosa Fase 2 senza che la prima sia finita:ogni giorno ci sono ancora circa duecento morti in regione e il territorio di Milano sta subendo un'impennata di casi,e con l'apertura di meno della metà di quello che non era stato chiuso(infatti in Lombardia la maggioranza dei lavoratori ha continuato a svolgere il proprio mestiere)la situazione degenererebbe(vedi:madn la-giunta-lombarda-sotto-accusa ).
Tra i mezzi di trasporto per i pendolari,autobus e treni,che difficilmente vedranno gli spazi minimi di contatto attuabili e la situazione impossibile da certificare sui luoghi di lavoro dell'adempimento alle norme riguardanti i dispositivi di protezione individuali,l'azzardo è troppo e la possibilità del proseguo della prima ondata(altro che seconda,l'iniziale è ancora galoppante)di mietere altri contagiati e vittime è solamente la continuazione del gioco del profitto contro le vite umane.
Ricordiamoci anche del fatto che Regione Lombardia in una situazione di pura emergenza con i soldi contati nei giorni scorsi ha pubblicato sui quotidiani i risultati ottenuti(!?)proprio durante questo periodo:queste provocazioni e intimidazioni un giorno torneranno tutte al mittente con gl iinteressi.

Impediamo a Fontana di rifare tutto.

di  M. D. 
“Rifarei tutto quello che ho fatto”. Con questa stentorea e rodomontesca frase il Presidente della Lombardia, Fontana, ha commentato il piano regionale per l’avvio della Fase 2 dell’emergenza sanitaria, che dovrebbe arrivare al suo pieno sviluppo dal 4 maggio, ma con anticipazioni importanti, quale la riapertura dei cantieri edili, già il 27 aprile.

Tuttavia, la frase di Fontana va presa molto sul serio, poiché contiene una verità: un effettivo piano lombardo per la Fase 2 non c’è, dal punto di vista sanitario ci sarà invece continuità con la Fase 1, naturalmente con i rischi accresciuti dalla riapertura di tutte le attività produttive.

Una riapertura totale, dopo che il non avere fermato a tempo un numero sufficiente d’attività – in Lombardia più della metà delle imprese ha sempre continuato la produzione – ha provocato un numero enorme di contagi e di morti.

E’ bene ricordare che la Lombardia, regione dove secondo Fontana si dovrebbe rifare tutto ciò che è stato fatto, è la zona di concentrazione di decessi da Covid.19 più alta del mondo.

Di fronte alla totale capitolazione del sistema sanitario regionale, dovuta soprattutto alla mancanza di prevenzione e assistenza territoriale, alla carenza nell’isolamento dei positivi e dei sospetti a al tracciamento dei contatti dei malati nei giorni d’incubazione, ci si sarebbe attesi che per la Fase 2, dove la prevenzione e l’igiene saranno fondamentali, la Regione mostrasse attenzione a tali settori d’intervento.

Al contrario, nessuna intenzione in tal senso è stata dimostrata e questo accresce le preoccupazioni di una riapertura incondizionata mentre ancora i contagi sono migliaia e ogni giorno in Lombardia si registrano circa 200 decessi.

Inoltre desta preoccupazione la situazione a Milano, dove la Regione continua a sostenere ci siano 16.000 malati, escludendo dal calcolo quelli che sono a casa e nelle Rsa, che raddoppierebbero la cifra.

L’inconsistenza del piano per la Fase 2 ha scatenato anche l’ira della sezione lombarda della Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale che ha emesso un duro comunicato in cui denuncia l’insipienza della giunta regionale.

Infine, la questione dei test sierologici, sui quali la Regione conta molto, ma sulla quale esiste la più grande confusione. Tali test, sulla cui attendibilità gli scienziati continuano a nutrire fondate perplessità, dovrebbero partire nei prossimi giorni, ma non è ancora chiaro esattamente in quali città e in quali settori della popolazione.

L’ipotesi più probabile è che siano scelte alcune tra le aree che hanno subito precocemente e in modo più duro l’impatto dell’epidemia, ma nella questione saranno coinvolti anche i comuni, quindi ci potranno essere dei cambiamenti.

Per esempio, il sindaco di Brescia, Del Bono, ha proposto i dipendenti del suo comune come campione per i test, mentre il milanese Sala lo ha proposto per i ferrotranvieri dell’Azienda Municipale dei Trasporti. Avendo ricevuto un diniego, sembra che farà da sé, in accordo con l’Università Statale.

Insomma, caos sugli obiettivi dei test, mancanza di coordinamento e collaborazione tra istituzioni al di là, forse, della sola cosa chiara; servirsi dei test per selezionare manipoli di lavoratori che possano andare in fabbrica senza rischio. Cosa tra l’altro per nulla certa, secondo i medici.

Infine, resta il dubbio su come i pazienti che devono sottoporsi al test sierologico arriveranno nei laboratori, dato che i positivi potrebbero usare i mezzi pubblici, diffondendo il contagio ed in seguito portarlo nei laboratori stessi.

Nel caos totale, si è introdotta la singolare iniziativa della sezione di Fratelli d’Italia di Ghedi (BS) che il 24 e 25 aprile (e ti pareva…) proporrà il test sierologico a tutti coloro che lo desiderano: è sufficiente registrarsi presso la sezione e pagare la somma di 45 euro a persona. Insomma, un’anticipazione della speculazione privata che già s’annuncia sui test sierologici, sfruttando le legittime ansie dei cittadini lasciati soli di fronte all’epidemia.

Un ultimo problema che la regione Lombardia sembra ignorare è quello dei trasporti pubblici. La Lombardia è una regione ad alto tasso di pendolarismo e la riapertura di tutte le attività comporterà un forte aumento della mobilità, gestita dalla Regione per tutte le tratte non di pertinenza comunale.

Non è noto quali provvedimenti Fontana intenda assumere per evitare che ogni carrozza di Trenord o dei bus regionali diventi un potenziale microfocolaio.

Per il bene di tutti, via questa giunta e commissariamento della regione Lombardia!

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