giovedì 1 luglio 2010

DA ACCUSATORI A CONDANNATI

Aggiornamento riguardo al post di fine aprile
(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/04/pestaggio-pagato-dallo-stato.html) in cui si trattava del pestaggio di quattro ragazzi avvenuto nella caserma di Ferrara(che per quanto riguarda l'impunità di torturatori e assassini non è seconda a nessuno),e dopo la sentenza del processo praticamente quei ragazzi sono stati condannati al posto dei carabinieri con motivazioni assurde in quanto sono stati gli stessi infami in divisa ad essere stati aggrediti secondo l'ingiusto giudizio dei"giudici di sinistra".
Premetto che comunque anche se durante l'arresto siano nate collutazioni e ci può stare,e se pure i quattro stranieri abbiano agito sotto l'effetto dell'alcool e sia volato qualche ceffone da entrambe le parti ci sta pure quello,ma le immagini trasmesse a suo tempo parlano chiaro ed i segni delle manganellate sono state refertate dall'ospedale.
Assurdo pure il commento del difensore dei carabinieri che la mena col solito stipendio da fame che percepiscono le forze dell'ordine,i soliti 1200 Euro(base per un pivellino più straordinari e casa gratis oltra a numerosi privilegi che tutti sappiamo!)che milioni di operai e precari e disoccupati si sognano e che rischiano la vita ben più di uno sbirro di Ferrara o di Crema.
Articolo di Indymedia Lombardia col contributo de"Il Gazzettino.it",vergogna per queste sentenze,invochiamo la corte equa del popolo!

[Rovigo] Denunciarono pestaggio in caserma: condannati quattro rodigini.

Dissero di essere stati picchiati dai carabinieri a Ferrara ma per il giudice furono loro a reagire ai militari ferendoli.
ROVIGO (21 giugno) - Il video del loro pestaggio all'interno di una caserma di Ferrara fece il giro del web scatenando molte polemiche. Si tratta della vicenda di quattro ventenni rodigini che denunciarono di essere stati picchiati dai carabinieri il 24 febbraio scorso. Per il giudice, però, furono i quattro a reagire ai militari e a causare loro lesioni.I giovani, due ecuadoriani, un albanese, un nigeriano, tutti della provincia di Rovigo, sono stati condannati per resistenza a pubblico ufficiale a pene di 12 e 10 mesi, con una provvisionale di 3.000 euro a testa.Il giudice ha emesso il verdetto a conclusione del processo che vedeva imputati i quattro ventenni che dopo l'arresto in centro città, furono protagonisti di un parapiglia all'interno della caserma, in cui rimasero feriti i carabinieri parte civile al processo. Il pm Barbara Cavallo aveva chiesto pene inferiori, 10 e otto mesi in abbreviato.I ragazzi, dopo l'arresto e i colloqui con l'avvocato d'ufficio, dissero di essere stati picchiati e da questo è partita l'inchiesta d'ufficio dello stesso pm Cavallo. Conclusa la vicenda per l'accusa di resistenza fuori e dentro la caserma, resta aperto il troncone che vede indagato un carabiniere, ripreso in un filmato che ha fatto il giro di Internet e dei Tg, per l'uso improprio di un Tonfa, manganello di servizio.Il legale dei carabinieri: che sia dato risalto a questa sentenza. L'avvocato Alberto Bova che assiste i sette carabinieri come parte civile e come difensore nella tranche parallela ha voluto precisare: «La sentenza è giusta, secondo ciò che ci aspettavamo, che venisse ridata dignità a questi militari che per 1.200 euro al mese rischiano la vita tutti i giorni. La sentenza a mio parere, in automatico condizionerà anche il procedimento parallelo, in quanto i ragazzi erano accusati di resistenza fuori e dentro la caserma: se il giudice avesse valutato la legittima difesa sarebbe venuto meno il reato e non li avrebbe condannati. A seguito di questa condanna, credo che l'archiviazione sia scontata, anche alla luce delle conclusioni della requisitoria. Ora sono curioso di sapere se televisioni e giornali nazionali che hanno dato enfasi alla notizia, con un linciaggio mediatico con forzature senza precedenti, daranno pubblica notizia e se lo stesso ex senatore Luigi Manconi (che diffuse il video, ndr) darà lo stesso risalto sul sito che pubblicò lo pseudo-video d'accusa, alla condanna di questi giovani».Barbara Simoni, legale dei quattro ragazzi, attende di leggere le motivazioni per il ricorso, e attende anche l'esito dell'altra inchiesta. Soprattutto, dice di continuare ad avere dubbi sull'operato dei carabinieri: «Noi abbiamo discusso il processo puntando sul riconoscimento della causa di non punibilità per l'arbitrarietà delle azioni dei militari, perché a mio avviso restano molte le incongruenze. Evidentemente il giudice ha ritenuto i ragazzi non credibili. Vorrei chiarire che a parte l'episodio su cui si indaga ancora (per un solo carabiniere), gli stessi ragazzi hanno sempre riferito che le botte ricevute non sono state quelle filmate, ma quelle subite in punti diversi, nascosti alle telecamere, vicino alle celle di sicurezza e ai bagni».Circostanza confermata dallo stesso pm che ha raccolto testimonianze e prove «prima che scoppiasse la polemica», ha tenuto a precisare, sottolineando che la procura si è mossa subito senza indugi per verificare la vicenda. Lo stesso pm ha spiegato che dalle indagini svolte e sulla base di dati oggettivi, quali anche le consulenze medico legali che hanno escluso lesioni compatibili con eventuali colpi di Tonfa o altro, i ragazzi non sono stati ritenuti credibili. L'altro fascicolo, ha aggiunto, lo chiuderà entro poche settimane, assieme ad un terza tranche di inchiesta (per oltraggio e danneggiamenti) a carico degli stessi quattro ragazzi.
http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=107552&sez=NORDEST

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