Non c'era tanta fretta di evidenziare l'ennesima collusione tra politici del regime,camorre,mafia, organizzazioni criminali,appalti,colpi di Stato,sovietà segrete,riciclaggi,abusi di potere,corruzioni e molto altro,quindi per qualche giorno ho tralasciato l'argomento:in fondo tutti i telegiornali sono stati ben farciti(pure quello del tg1)di personaggi come Dell'Utri,Cosentino,Verdini,Carboni,Martino,Lombardi,e Martone,tutti politici altolocati del Pdl e imprenditori collusi,magistrati che hanno amicizie particolari e piduisti.
Ed ecco che salta fuori la nuova loggia massonica denominata P3,che tanto ha fatto ridere Berlusconi come per dire"sono solo quattro imbranati,quella giusta è ancora quella in cui ho le mie mani tentacolari in pasta":la lettura dell'articolo tratto da Roma Indymedia a firma di Monica Centofante rende meglio l'idea di cosa ci sia sotto le trame del regime fascista e mafioso italiano e di come in un altro paese democratico se fosse stato scoperto solo il 5% di ciò che è saltato fuori,tutto il malgoverno sarebbe stato subito costretto ad andarsene a casa!
Nuova P2: Indagati Dell'Utri e Cosentino
Il senatore Marcello Dell'Utri e il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino sono stati iscritti nel registro degli indagati della procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta che qualche giorno fa ha portato in carcere Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino. Quella sulla nuova P2 o sulla P3, come in molti l'hanno già ribattezzata.
I reati contestati, da quanto si apprende, sono di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Gli stessi che hanno portato agli arresti eccellenti della scorsa settimana in seguito all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni De Donato su richiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. E nella quale i nomi di Dell'Utri e Cosentino erano già apparsi:il primo per la sua partecipazione alle riunioni segrete tenute nella residenza romana del coordinatore del Pdl Denis Verdini, indagato per corruzione e riciclaggio. E durante le quali si discuteva, tra le altre cose, di come organizzarsi per influenzare l’esito del giudizio sul Lodo Alfano (la legge che prevede la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato);il secondo per l'appoggio ottenuto dal “gruppo di potere occulto”, che aveva tentato in ogni modo di far sì che la Corte di Cassazione accettasse il ricorso presentato dai suoi legali in seguito all'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. Che aveva bloccato la sua candidatura a presidente della Regione Campania ostacolando i piani della cricca che puntava su di lui.
Per queste ragioni le nuove iscrizioni nel registro degli indagati non giungono inaspettate. E proprio mentre vengono ufficializzate le dimissioni di Antonio Martone, ex avvocato generale in Cassazione e aspirante procuratore generale della Suprema Corte. Anche lui coinvolto nella stessa inchiesta, motivo per cui ha lasciato la magistratura con una lettera indirizzata al presidente dell'Anm Luca Palamara.
La faglia giudiziaria, che sembra destinata ad allargarsi sempre più, ha già fatto scricchiolare il terreno sotto i piedi a diversi nomi eccellenti della politica e della magistratura. Oltre a quelli già citati, nelle carte appaiono figure di spicco come quella di Ugo Cappellacci, governatore della Sardegna, di Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, dell'onorevole Giacomo Caliendo e di diversi magistrati o esponenti del Consiglio Superiore della Magistratura. Tra questi Celestina Tinelli del Csm, Arcibaldo Miller, capo dell'ispettorato presso il Ministero della Giustizia o Vincenzo Carbone, presidente della Cassazione.Nomi già apparsi nell'ambito del cosiddetto “caso de Magistris”, come ricorda oggi l'allora pubblico ministero di Catanzaro, ora europarlamentare Idv. “Io – dice – sono stato fermato da tre magistrati citati nell'inchiesta sulle logge e l'eolico: Miller ha diretto ispezioni contro di me per tre anni, Martone ha istruito il procedimento disciplinare e Carbone ha presieduto le sezioni della Cassazione che dovevano decidere sul mio ricorso”.
I colpi di scena quindi sarebbero soltanto all'inizio. Mentre ancora una volta occorre sottolineare che l'ennesimo scandalo all'italiana è emerso grazie alle intercettazioni telefoniche che il regime vorrebbe abolire.Sono loro ad aver portato gli inquirenti sulla pista tracciata dall'indagine. E una, in modo particolare, aveva reso esplicito il potere del sodalizio.E' il 1° ottobre del 2009 quando Pasquale Lombardi si rivolge ad Arcangelo Martino: “Che i tuoi amici o miei amici capiscano che senza di noi non possono andare avanti” “dobbiamo essere duri, loro ci devono rispettare sotto ogni aspetto perché come ci muoviamo noi forse manco loro si possono muovere date le... dato il nostro potere... non nostro, il potere dei nostri amici che è quello che è”.Il colloquio captato dagli inquirenti, insieme a tantissime altre conversazioni, è di significato inequivocabile. E gli sviluppi dell'inchiesta sono ancora tutti da scoprire.
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