sabato 31 luglio 2010

COMPLICAZIONI SENTIMENTALI

Per la serie"anche le migliori storie d'amore terminano"ecco il divorzio ufficiale tra Silvio e Gianfranco(per il premier puttaniere il secondo nel giro di pochi mesi)già paventato da diverso tempo e da molteplici litigate che sono sfociate del diktat di Berluscojoni che ha escluso il cofondatore del Pdl Fini(e ricordarsi che fino a più di due anni fa la nascita di questo emerito mostro politico veniva salutato come il più importante evento nella storia della seconda repubblica,ora ufficialmente morta)dalla successiva"vita"del partito.
Non è passato molto tempo dal"discorso del predellino"(novembre 2007)e meno ancora dalla nascita ufficiale avvenuta a marzo del 2009 che questo aborto politico è stato rigettato dai due genitori,impotenti davanti alle continue collusioni mafiose,scandali di droghe e prostitute,palazzi interi venduti a prezzo di appartamenti medi,corruzione,logge segrete,criminalità organizzata e appalti d'oro(e ho tralasciato sicuramente molto!).
Ora gli scontri verbali tra i due ex leader sono sempre più accesi e ognuno di questi contendenti dà dell'illiberale all'altro,ed ora si penserebbe alla tutela del figlio Pdl nelle mani del premier pagliaccio mentre l'allontanato Fini si terrebbe come contropartita 33 parlamentari ed un nuovo movimento,"Futuro e libertà"(con l'ennesimo abuso di quest'ultima parola).
Articolo tratto da"Senza Soste",link premonitore(ma era molto facile la previsione)dello scorso 5 luglio dalle pagine di questo blog:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.com/2010/07/ma-divorziano-o-no.html.
E anche la seconda repubblica è finita.

Se la Prima Repubblica fu seppellita dagli avvisi di garanzia ai segretari dell'allora pentapartito, l'atto di dissoluzione della seconda repubblica sta tutto nella scissione del pdl ratificata dal documento dell'ufficio di presidenza di quel partito. La seconda repubblica ha garantito un'alternanza tra alleanze di governo che si sono succedute, entro dinamiche interne rissose e di corto respiro, il testimone delle politiche liberiste nel paese. Da un paio d'anni questo sistema politico non tiene. Prima, con l'esperienza del secondo governo Prodi, l'implosione interna è toccata al centrosinistra adesso al centrodestra. E' evidente che il sistema politico, specie in relazione alla complessità sociale, per come è adesso non è in grado di formare alleanze che non si disgregano velocemente.
La scissione interna al Pdl non farà che alimentare le dinamiche di scontro presenti nella destra, aprendo una vera e propria lotta per l'egemonia sull'elettorato del centrodestra (pena, per i finiani, la marginalizzazione nel gioco politico) e la complessiva fibrillazione di un sistema politico debole e delegittimato . Comunque vada la geografia complessiva della politica istituzionale italiana ne uscirà sconvolta. E le politiche di tagli della Ue, imposte di fatto e di legge all'Italia, accentueranno nei prossimi mesi gli aspetti più perversi di questi sconvolgimenti. C'è il rischio che, proprio a causa della ristrutturazione complessiva in atto nel sistema, che il modello Marchionne non venga esteso tanto da Pomigliano a Mirafiori ma proprio al paese. Diventando non un modello produttivo ma di relazioni sociali e politiche.
Allo stesso tempo, con un governo debolissimo e un parlamento delegittimato in ogni sua componente, la prima decisa e intelligente ondata di scioperi potrebbe lasciare il segno. Sarebbe l'ora.
red. 29 luglio 2010

(fonte)PDL: FINI "INCOMPATIBILE" CON IL PARTITO
Durissimo il documento approvato dall'ufficio di presidenza del Pdl. Le posizioni di Fini sono definite "assolutamente incompatibili" con i principi del partito e con l'impegno assunto con gli elettori. Di conseguenza, dice la bozza, non c'è più fiducia nel suo ruolo di garanzia come presidente della Camera. Deferiti ai probiviri Granata, Bocchino e Briguglio. Intanto i finiani pronti a formare gruppi autonomi in Parlamento. C'è anche l'ipotesi dell'appoggio esterno al governo
Un documento politico durissimo quello che uscirà dall'ufficio di presidenza del Pdl, una vera e propria censura nei confronti di Fini e il deferimento ai probiviri di Granata, Bocchino e Briguglio. Sembrerebbe prevalere la linea di chi - Ghedini in testa - non credeva alla via delle espulsioni ma premeva per una dichiarazione di guerra nei confronti dei finiani.Finiani che dal canto loro non stanno con le mani in mano. Sarebbero pronti ad uscire dal gruppo del Pdl sia alla camera che al Senato dove alcuni di loro, dopo una lunga riunione, assicurano: siamo più di 10. I vertici scandiscono una giornata convulsa e sicuramente importante per il futuro del Popolo della Libertà. A colloquio con Berlusconi nel pomeriggio i tre coordinatori nazionali del Pdl Verdini, Bondi, La Russa. Con loro anche Niccolò Ghedini.L'opposizione guarda con preoccupazione allo scontro in atto nel Pdl. E Pier Luigi Bersani assicura che il Pd e' "pronto a qualunque evenienza", non esclude una prospettiva di governi di transizione ma avverte: "Le elezioni anticipate non sono ne' nella nostra disponibilita' ne' nelle nostre intenzioni".

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