Reazioni una volta tanto quasi unite da parte di molte rappresentanze politiche italiane(e non solo per continuare guerre o per aumentarsi gli stipendi)quelle alle dichiarazioni dell'amministratore delegato Fiar Marchionne che trasferirà per rappresaglia contro i sindacati la produzione di una nuova auto(denominata"LO")in Serbia,in barba alle rassicurazioni che le nuove produzioni sarebbero state effettuate in Italia.
Tolta la Polonia ecco che entra in gioco la Serbia con un importante investimento sostenuto dal governo serbo che offre una buona quota oltre che un area in disuso da bonificare perché intasata dalla diossina oltre la promessa di assumere nel giro di alcuni mesi tutti i duemila lavoratori dell'ex stabilimento di Kragijevac messo male dopo l'ultima guerra combattutta nella ex Yugoslavia.
Articolo tratto da"La Repubblica on-line"e non sto a rimarcare che la famiglia Agnelli da decenni e sotto qualsiasi copertura politica abbia campato allagramente con i soldi di tutti i contribuenti italiani e che alla fine abbia fatto tutto quello che voleva soprattutto nella gestione delle risorse umane.
AUTO
Fiat, bufera sul trasferimento in SerbiaSacconi: "Riaprire subito tavolo tra le parti"
Polemiche sulla scelta dell'azienda di trasferire la produzione della nuova monovolume. La presidente di Confindustria: "Importante perseguire l'investimento a Pomigliano". Bersani: "Annuncio sorprendente". Cgil parla di ritorsione sui lavoratori. Calderoli: "Battuta che non fa ridere".
ROMA - Scatena una vera e propria bufera la scelta di Fiat di produrre la monovolume "L O' in Serbia 1. Non si sono fatte attendere reazioni e polemiche alla notizia data da Sergio Marchionne: la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha annunciato un confronto nei prossimi giorni con l'amministratore delegato della Fiat e ha sottolineato l'importanza di "perseguire l'investimento a Pomigliano, cercando di evitare comunque conflitti troppo pesanti, che non fanno bene a nessuno". Il ministro del Welfare Sacconi auspica l'immediata riapertura di un tavolo tra le parti, mentre il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino ha definito 'paradossale' la scelta dell'azienda che farà pagare al capoluogo piemontese la vicenda di Pomigliano. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha parlato di "annuncio sorprendente" e i sindacati chiedono chiarezza.
Sacconi: "Subito tavolo tra le parti". Il ministro del Welfare e del Lavoro, Maurizio Sacconi insiste sull'urgenza della riapertura di un tavolo tra le parti per discutere l'insieme del progetto Fabbrica Italia: "Io credo - ha detto il ministro - che ci sia modo di saturare i nostri impianti alla luce dei buoni risultati che il gruppo sta conseguendo negli ambiziosi progetti che si è dato. Certo - ha concluso - occorrono relazioni industriali cooperative perché invece le attività che in qualche modo fermano la produzione,
minoranze che bloccano la produzione, non incoraggiano questi investimenti".
Calderoli: "Fiat in Serbia? Battuta che non fa ridere". "La Fiat in Serbia? Se si tratta di una battuta, magari fatta per portare a più miti consigli i sindacati, sappia che comunque non fa ridere nessuno, diversamente sappia che troveranno da parte nostra una straordinaria opposizione". Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli esprime il suo dissenso sulle parole di Marchionne: "Non si può pensare di sedersi a tavola, mangiare con gli incentivi per l'auto e gli aiuti dello Stato e poi - aggiunge - alzarsi e andarsene senza nemmeno aver pagato il conto".
Regione Piemonte chiede incontro urgente con Marchionne. Il neoassessore al Lavoro della giunta Cota, Claudia Porchietto, ha annunciato che la Regione Piemonte chiede un incontro urgente con l'amministratore delegato Fiat. ''La Regione con il piano per l'occupazione appena varato - afferma Porchietto - sta facendo la sua parte, ma non può rimanere sola. Tutte le aziende, Fiat compresa, devono fare la loro. La Fiat - aggiunge - ha dato molto a Torino e all'Italia. Ma non si può dimenticare che altrettanta attenzione gli è stata garantita negli anni dallo stato e dagli enti locali''. L'incontro, sottolinea l'assessore, è necessario "perché è indispensabile che si proceda nella stessa direzione, a tutela dei lavoratori torinesi e piemontesi''.
Bersani: "Annuncio sorprendente. Subito un tavolo sulla questione". Una decisione, quella della Fiat, che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non comprende: "La vicenda merita un chiarimento. Non si può fare spallucce. Del resto la Fiat si chiama Fabbrica italiana automobili Torino. Il punto di partenza resta questo". E invita la convocazione immediata di un tavolo: ''Chi può convochi subito un tavolo. Non pretendo che sia il ministro ad interim, in tutt'altre faccende affaccendato - ha aggiunto - è nel frutteto alle prese con le mele marce...''. Per Bersani un tema rilevante come quello della Fiat deve essere affrontato in modo serio e approfondito e non con "dichiarazioni o scambi di battute. C'è in gioco - ha sottolineato - qualcosa di sostanziale. Non avere aperto un tavolo sulle questioni poste da Fiat e sul tema dell'indotto sta portando alla dispersione delle risorse industriali del Paese''.
Chiamparino contro Marchionne: "Scelta paradossale". Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, in un'intervista 2 pubblicata nell'edizione torinese del quotidiano La Repubblica, giudica "davvero paradossale" la stiauzione che si determinerebbe "se fossero i lavoratori e la città di Torino a pagare le conseguenze della vicenda di Pomigliano". Non sfugge a nessuno, infatti, l'enorme valore simbolico che avrebbe una scelta del genere. Con la Fiat che volta le spalle allo stabilimento-simbolo dove sono state formate generazioni di lavoratori e cuore pulsante della Torino operaia.
La protesta di Cgil: "Ritorsione contro i lavoratori". "La scelta di spostare in Serbia la produzione prevista nello stabilimento di Mirafiori, e le motivazioni addotte, sembrano confermare una linea basata sulla ritorsione nei confronti del sindacato e dei lavoratori, in continuità con il clima determinato dai recenti licenziamenti individuali". In una nota la segreteria nazionale della Cgil esprime "preoccupazione per la continua indeterminatezza nelle decisioni che assume la Fiat sul futuro delle produzioni negli stabilimenti italiani. Se così fosse, si continua nel paradosso che vede il più importante gruppo industriale italiano registrare, pur nella crisi, importanti performance che però stridono con la necessità di serie relazioni sindacali basate sul confronto e il rispetto reciproco".
Per Giorgio Cremaschi della Fiom, "le affermazioni di Marchionne sono gravissime e confermano tutti i giudizi che abbiamo espresso in questa fase. La Fiat in realtà si prepara a chiudere Mirafiori e a dismettere l'Italia".
Cisl: "Marchionne faccia chiarezza". "Marchionne fermi le bocce. Occorre chiarezza su numero e modelli che si produranno in Italia". Il monito arriva dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al numero uno della Fiat. E poi un invito: la Fiat "avvii una discussione aperta col sindacato, per tutti gli stabilimenti del Lingotto". E aggiunge: "Ma a qualche pezzo del movimento sindacale diciamo anche di smetterla con i polveroni che servono solo a produrre incertezze tra i lavoratori".
Fim Cisl: "La Fiat affronti le sfide". Una decisione in contrasto con i programmi che prevedevano la futura produzione Fiat in un sito italiano. Così Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim Cisl commenta l'annuncio di Marchionne: ''Il piano industriale Fiat del 21 aprile scorso - afferma Vitali - prevede lo sviluppo di alcuni dei nuovi modelli senza indicarne ancora il sito di produzione. Su questo punto è pertanto necessario avviare al più presto un chiarimento ed un confronto con la Fiat. La Fim ha dimostrato di essere in grado di affrontare concretamente le questioni della flessibilità, della competitività, del lavoro". "Fiat affronti le sfide - conclude Vitali - dando maggior credito al sindacato che contratta davvero, senza fare di tutta l'erba un fascio".
I manager serbi: "Rispettati gli accordi". Grandissimo risalto, oggi, sui maggiori quotidiani di Belgrado alla notizia che dell'inizio del 2012 Fiat produrrà in Serbia nuove versioni dei modelli Fiat Idea e Lancia Musa. Una notizia che ha provocato immediatamente reazioni positive da parte del management serbo dello stabilimento di Kragijevac. "La decisione di Fiat di produrre qui questi due nuovi modelli - affermano i manager serbi del sito produttivo - conferma che vengono applicati tutti gli accordi stipulati con i partner italiani". Anche la stampa locale dà grande rilievo alla notizia. Sulla prima pagina sotto titolo 'Fiat ha scelto i modelli', il quotidiano Blic scrive per esempio che la fabbrica Fiat Automobili Srbija a Kragijevac (Serbia centrale) produrrà due monovolumi classe 'L 0'. Le nuove macchine saranno realizzate sulla piattaforma della 'Punto Evo', con diversi motorizzazioni e con versioni a cinque o sette posti. Annualmente si produrranno tra 160 e 200 mila macchine". Esperti di Fiat sono arrivati ieri a Kragujevac e si sono messi al lavoro per la realizzazione di una nuova ala dello stabilimento, proprio in funzione della messa in produzione dei nuovi modelli. L'investimento Fiat dovrebbe aggirarsi attorno agli 800 milioni di euro.
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