sabato 2 maggio 2009

ITALIA PAESE PARZIALMENTE LIBERO

L'organizzazione autonoma statunitense"Freedom house"nell'annuale classifica stilata in base alla libertà di stampa a livello mondiale colloca l'Italia al settantunesimo posto,e cosa molto peggiore è stata declassificata da paese libero a paese parzialmente libero.
Questo studio si basa su vari parametri come il numero di denunce,arresti e minacce ai giornalisti,su come sia veramente intesa la libera espressione del proprio pensiero senza ledere le leggi in vigore nei singoli stati,su chi detenga il potere mediatico,etc.
Da questi criteri si evince che da noi la libertà e possibilità di divulgare notizie sia enormemente limitata da leggi create apposta da chi ha in mano sia il potere politico che quello mediatico,a chi la verità fa male eper queso tenta d'insabbiare.
L'articolo che segue è di Rosaria Amato,giornalista de"La Repubblica",e credo che ben poca carta stampata abbia riportato tale notizia,quotidiani come"Il giornale"o"Libero"dubito che abbiano diffuso ciò che provaamaramente quello su cui campano.
Come già detto numerose volte su post precedenti che hanno riguardato il tema della censura ormai quasi esclusivamente per poter disporre di notizie non censurate e comunque veritiere bisogna ricorrere ad Internet:poi sta ad ognuno prenderle e giudicarle,naturalmente se uno ha idee politiche,religiose,anche sportive di un certo indirizzo sa dove andare a cercarle.
Tuttavia ogni tanto è cosa utile cercare(senza vomitare o spanciarsi dalle risate)informazioni e aggiornamente pure su quotidiani,libri o siti di chi non la pensa come noi,innanzitutto per essere obiettivi,e secondariamente ma non per ordine d'importanza,avere una sicurezza e una certezza sempre maggiore in ciò che si crede e che si porta avanti.
Personalmente più osservo siti deliranti di clerico-fascisti e sono sempre più convinto della bontà delle mie idee(ed inoltre ci sono foto,indirizzi,date ed altro che possono sempre tornare utili!).

Stampa, Freedom House declassa l'Italia: "Non è più un Paese pienamente libero".

L'organizzazione non governativa segnala in generale nel rapporto 2009 un peggioramento delle condizioni di libertà di manifestazione del pensiero e dei media. Nell'Europa Occidentale il nostro è l'unico Paese 'partly free' seguito solo dalla Turchia. Al primo posto l'Islanda e i Paesi scandinavi.
ROMA - La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, e l'Italia non è esente da questa forma di degrado. Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo), infatti il nostro Paese viene declassato per la prima volta da Paese 'libero' (free) a 'parzialmente libero' (partly free), unico caso nell'Europa Occidentale insieme alla Turchia. Le ragioni della retrocessione dell'Italia sono molteplici, spiegano gli estensori del Rapporto, che esamina la libertà di stampa in 195 Paesi da quasi 30 anni (dal 1980): "Nonostante l'Europa Occidentale goda a tutt'oggi della più ampia libertà di stampa, l'Italia è stata retrocessa nella categoria dei Paesi parzialmente liberi, dal momento che la libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra, e a causa dell'eccessiva concentrazione della proprietà dei media".
Più in dettaglio, Freedom House riconosce che, in generale, in Italia "la libertà di parola e di stampa sono costituzionalmente garantite e generalmente rispettate, nonostante la concentrazione della proprietà dei media". Ma è proprio quest'ultimo il punto dolente. Certo, c'è la legge Gasparri, rispetto alla quale l'organizzazione avalla le critiche secondo le quali introduce norme che favoriscono l'attuale presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ci sono i tanti processi per diffamazione a carico di altrettanti giornalisti, Freedom House ne cita alcuni tra i più eclatanti, tra i quali quelli a carico di Alexander Stille e di Marco Travaglio.
Ma il punto veramente dolente, a giudizio dell'organizzazione, è costituito "dalla concentrazione insolitamente alta della proprietà dei media rispetto agli standard europei". Berlusconi, affermano senza reticenze gli autori del rapporto, controlla attraverso il governo la Rai, e possiede Mediaset. E la crisi di La7 non ha certo giovato in questo panorama. Tra i Paesi europei, anche la Grecia ha subito un significativo arretramento: precede infatti l'Italia di una sola postazione, e tuttavia mantiene la valutazione 'free', a differenza del nostro Paese. La quartultima posizione nell'Europa Occidentale è occupata dalla Grecia, preceduta, a parità di giudizio, da Malta, Francia e Cipro. Nella classifica generale l'Italia è al settantunesimo posto, a pari merito con Benin e Israele (tutti e tre primi 'partly free' della tabella).

I Paesi più liberi dell'Europa Occidentale sotto il profilo della libertà di stampa, sono, a giudizio di Freedom House, l'Islanda (primo), la Finlandia e la Norvegia (secondi), la Danimarca e la Svezia (quarti). Gli stessi Paesi sono anche in cima alla classifica generale. I primi Paese non europei nella classifica mondiale della libertà di stampa redatta da Freedom House sono la Nuova Zelanda e la Repubblica di Palau, all'undicesimo posto a pari merito con il Liechtenstein. Gli Stati Uniti arrivano solo al ventiquattresimo posto, a pari merito con la Repubblica Ceca e con la Lituania (rientrano ampiamente comunque tra i Paesi che godono di una libera stampa). Ma la situazione europea, a parte il significativo deterioramento del clima in Italia, è decisamente positiva rispetto a quella di altre aree del mondo. "La professione giornalista è attualmente alle corde - denuncia Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Freedom House - e sta lottando per rimanere in vita, stremata dalle pressioni dei governi e di altri potenti soggetti e dalla crisi economica globale. La stampa è la prima difesa della democrazia e la sua vulnerabilità ha enormi implicazioni per la sua tenuta, se i giornalisti non sono in grado di tener fermo il loro tradizionale ruolo di controllori dei poteri".
Poco più di un terzo dei 195 Paesi esaminati garantiscono attualmente la libertà di stampa: sono classificati 'free' solo 70 Stati, il 36% del campione. Sessantuno (il 31%) sono 'parzialmente liberi' e 64 (il 33%) sono 'non liberi'. Secondo l'indagine, solo il 17% della popolazione mondiale vive in Paesi che godono di una stampa libera.
La situazione è particolarmente peggiorata, oltre che in Italia, nell'Est asiatico, mentre per alcuni Paesi dell'ex Unione Sovietica, del Medio Oriente e del Nord Africa Freedom House parla di vere e proprie intimidazioni nei confronti della stampa libera. Un significativo passo in avanti è stato registrato dalle Maldive, passate dalla categoria 'not free' a quella 'free' grazie all'adozione di una nuova costituzione che protegge la libertà di manifestazione del pensiero, e al rilascio di un importante giornalista, detenuto in carcere. Decisi peggioramenti si sono registrati in Cambogia ('not free'), Paese nel quale sono aumentate le forme di intimidazione e di violenza nei confronti dei giornalisti; Hong Kong ('partly free'), a causa delle eccessive forme di pressione esercitate dalla Cina, la stessa Cina e Taiwan; Bulgaria, Croazia, Bosnia e Russia; Israele, dove le pressioni sui giornalisti sono fortemente aumentate nel corso dell'ultimo conflitto a Gaza; Senegal e Madagascar; Messico, Bolivia, Ecuador, Guatemala e Nicaragua.

Nessun commento: