mercoledì 1 aprile 2009

ELEZIONI TURCHE

Le elezioni dello scorso 29 marzo ha aumentato considerevolmente il consenso del popolo curdo stanco delle promesse fatte dal premier Erdogan(AKP)che tardano a venire saldate.
Pur calando di qualche percentuale di preferenza(38,7%)il partito filoislamico del presidente Erdogan(AKP)ha ottenuto la stessa somma del partito CHP(il partito repubblicano del popolo del fondatore della Turchia moderna Kemal Ataturk)e dei nazionalisti dell'MHP,mentre il partito democratico filocurdo(DTP)ha ottenuto un buon 8% con una percentuale del 63%nel territorio curdo dove ha ottenuto diverse province e distretti nonchè numerose città popolose e meno.
Infine il partito islamico di Erbakan Saadet ha raggiunto il 5%,aumentando il suo bottino così come quello dell'etnia degli alawiti in Anatolia.
Queste votazioni,costellate pure da uccisioni,arresti e scontri,sono state vigilate non senza difficoltà da delegazioni internazionali,rappresentate pure da italiani di cui propongo la cronaca dei giorni che hanno fatto da cornice al 29 marzo,inoltre vi è anche una breve storia del partito democratico filocurdo(DTP).
E noi italiani vorremmo che una delegazione curda ricambiasse il favore ed il lavoro svolto per le prossime elezioni per l'europarlamento.
Kurdistan libero!
Elezioni di gioia in Kurdistan.
Circa venti milioni di kurdi di Turchia hanno ansiosamente atteso il giorno di domenica 29 marzo, perchè cominciassero a sperare in un concreto cambiamento delle loro difficili condizioni di vita.E queste elezioni amministrative hanno cominciato a soddisfare questo bisogno. Il DTP, il partito democratico filocurdo, ha vinto con una percentuale del 63% in Kurdistan e un buon 8% generale in tutta la Turchia.Sono stati eletti 104 sindaci (17 donne) di cui solo in una città importante come Bingol è stata disattesa l’elezione.Un gruppo di undici osservatori della società civile italiana ha assistito a queste elezioni nella città lacustre di Van.Due di questi sono stati dirottati nella città montana (2700 mt) di Baskale, rientrante nella municipalità di Van.Tutta ques’area è una delle più critiche della Turchia, causa la costante repressione poliziesca di regime. Già di primo mattino, divisi in due gruppi, siamo a disposizione per recarci ai seggi, accompagnati da interpreti. Si è votato dalle ore ore 7 alle 16. Ogni votante viene fornito di tre schede, una per il sindaco, una per il consiglio comunale ed una per il distretto.Chi non è autosufficiente o analfabeta può essere accompagnato da un parente, e dopo il voto le schede vengono timbrate dallo stesso votante, impresse con il dito ad inchiostro se analfabeta. Qualche presidente si è rifiutato di farci entrare nei seggi, con qualche tensione provocata dalla polizia; tentando di sequestrare la macchina fotografica di una di noi, un poliziotto ha colpito con un pugno un rappresentente del DTP, intervenuto a nostro favore.
All’ingresso dei seggi i poliziotti cercavano di dissuadere i votanti dal votare il DTP. Il partito di governo filoislamico AKP, anche in queste elezioni, ha cercato di aggiudicarsi voti con regalie verso le famiglie più povere, facendo giurare sul Corano questo impegno.Bizzarro il pretesto trovato dai poliziotti nell’ultimo seggio visitato, negandoci l’ingresso allo stesso, sostenendo di aver ricevuto l’ordine da Ankara in seduta stante!
Alla chiusura dei seggi ci rechiamo all’ufficio elettorale del DTP, dove avvertiamo un’atmosfera effervescente ed un po’ preoccupata, per via dei possibili brogli che il regime turco potrebbe attuare. Man mano che arrivano i risultati dalle varie zone, esplode la gioia della numerosissima folla presente. Momenti di tensione e scoramento avvengono quando arriva la notizia del ritrovamento di un certo quantitativo di schede dove non dovevano essere.Alcune donne scoppiano a piangere. Viene diffusa la voce di recarsi presso il vicino tribunale, dove si raccoglieranno tutte le schede scrutinate con i relativi verbali. Cinque di noi, assieme al nostro fidato amico Sevket, ci avviamo assieme alla fiumana umana la quale ha appena interrotto i primi festeggiamenti, indotti dai confortanti risultati pervenuti. Arrivati davanti al tribunale, gli agenti ci impongono di allontanarci, mentre arrivano a getto continuo i sacchi con le schede. Alcuni rappresentanti del DTP pretendono di entrare, con il tentativo fallito di respingerli daparte della polizia che insiste nel volerci allontanare pretestuosamente; noi resistiamo in modo composto, ma fermo e deciso. Alla fine restiamo vincitori nel nostro presidio a supporto della legalità.Si capisce che questa polizia così violenta (lo sperimentammo sulla nostra pelle lo scorso anno) è come un cane feroce semiaddormentato e con la museruola, disorientata dall’andamento dei dati elettorali! Torniamo poi, in una fredda e piovosa sera, ma scaldata dall’entusiasmo della folla pazza di gioia, presso la sede del DTP, dove apprendiamo che la difficilissima città di Van ha cambiato sindaco con il 52% dei suffragi! Ci uniamo ai festeggiamenti, con la coreografia di musica, balli e fuochi d’ artificio, inframmezzati dai brevi discorsi degli speakers, annunciando una nuova stagione per questo popolo sofferente ma orgoglioso.Anche noi, cittadini del mondo che amiamo la pace e la giustizia, ci auguriamo che finalmente le istituzioni ed i governi che ignorano il dramma del popolo kurdo possano non più considerarlo alla stregua di un manipolo di terroristi, e che la vittoria di un partito autenticamente democratico e progressista, possa essere decisiva per la fine della guerra interna e per il riconoscimento dei propri diritti, primi fra tutti l’autonomia, la smilitarizzazione del territorio e la cultura e lingua.

La delegazione italiana alle elezioni amministrative turche.
Il DTP è il partito di riferimento del sud-est della Turchia e il rappresentante del popolo kurdo nell’area.

Fino al 20 marzo l’AKP diceva di poter rappresentare i kurdi della zona del sud-est, ma la risposta del popolo kurdo forte, precisa e concreta era già arrivata alle celebrazioni del Newroz, facendo chiaramente capire chi è il vero ed unico rappresentante, confermandolo così con i voti di ieri, 29 marzo.
Per vincere l’AKP si è avvalso di tutte le possibilità ideologiche, economiche, politiche di cui una forza di governo può beneficiare, arrivando fino a puntare sulla carta dell’islamismo e dell’identità religiosa. Ormai, però non è più in grado di ingannare il popolo kurdo, ed insistendo sulle politiche di annientamento continuerà a perdere come è stato in quest’occasione.
In un clima di tensione, con una forte presenza militare (i militari sono stati chiamati a votare nei comuni in cui prestavano servizio), e almeno 100 persone arrestate, il DTP (Partito della democrazia del popolo) nella zona kurda si è attestato a più del 50% dei consensi, con il massimo ottenuto nel Botan (Hakkari 80%) ad Amed (Diyarbakir) ha ottenuto il 65%, riconfermando il Presidente dell’area metropolitana il sig. Osman Baydemir ed i sindaci di quasi la totalità dei suoi comuni.
Complessivamente il DTP si è aggiudicato 8 province, 51 grandi comuni e altri 40 di piccole dimensioni (meno di 30mila abitanti come Bostanici nell’area di Van).
Sono 13 le donne elette fra le candidate del DTP, considerato che sono state sedici quelle elette complessivamente in Turchia, il DTP si conferma come il primo partito a privilegiare la partecipazione delle donne, fatto che aveva già dimostrato alle elezioni politiche del 22 luglio.
Aggiudicandosi la maggioranza dei voti, nelle assemblee provinciali, e vincendo la presidenza di 8 province (Amed/Diyarbakir, Van/Wan, Batman/Heli, Siirt, Sirnak, Hakkari, Dersim/Tunceli, ed Igdir/Idir) sarà il DTP a parlare con tutti gli interlocutori nazionali ed internazionali rappresentando il popolo kurdo e le sue istanze, lavorando per una soluzione politica della questione kurda, per la pace e la democrazia in Turchia.
Il DTP e il popolo kurdo ringraziano gli osservatori italiani ed internazionali che si sono recati in Kurdistan prima e durante le elezioni ed ancora si trovano lì ad attestare la propria vicinanza e solidarietà con il popolo kurdo.
Il DTP, come dichiarato dal Presidente di Diyarbakir, Osman Baydemir, lavorerà non 8 ma 16 ore al giorno per servire il suo popolo, costruire la pace e favorire lo sviluppo dell’area. La sfida ora si rinnova per cinque anni di lavoro e sforzi non solo degli amministratori, ma della società civile tutta, e anche dei democratici italiani ed internazionali che continueranno a portare avanti progetti, percorsi e relazioni con l’area kurda della Turchia.

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