martedì 21 aprile 2009

PESTAGGIO A BRUZZANO

E'davvero durato molto poco l'occupazione del residence a Bruzzano dello scorso 17 aprile da parte di duecento migranti circa soprattutto eritrei o somali,che avevano cheisto lo status di rifugiati politici,figli di un colonialismo che ha sfruttato quel minimo che la loro terra offriva ai tempi di Mussolini.
Oltre ad avere i padri ed i nonni trucidati dai nostri colonizzatori negli anni trenta i degni successori degli usurpatori picchiatori,le nostre forze del disordine,hanno spaccato qualche testa a queste persone presenti per protestare contro lo scombero orchestrato dal vice-podestà Decoratto avvenuto in brevissimo tempo dall'occupazione dello stabile.
Già i tg nazionali della sera hanno dato rilievo alla notizia,come al solito a modo loro:ad esempio quella specie di sub contenitore di disinformazione di Studio Aperto dando spazio al ruolo di regia affibiato ai centri sociali più eversivi solidarizzando coi capotreni incazzati e gli sbirri assassini,mentre Tg2 e Tg3(entrambe lo stesso servizio)hanno dato uno spettro di visione più distaccato mostrando manganellate,sgambetti e placcaggi delle merde in divisa.
Che come al solito pur essendo ricoperti oltrechè di sterco e di armature hanno avuto il coraggio di farsi medicare ai pronto soccorsi delle località vicine.
Sia da alcune foto che dalle immagini televisive si vedono degli interessanti e nitidi primi piani di questi figli di troia,se si incontrano in giro,a fare la spesa,o nel parco,con la famiglia o amici(ma che amici avranno poi se non i loro luridi colleghi di massacri o qualche fascistello menatore!)si provvederà a segnalare:targa dell'auto,locali frequantati,indirizzi di abitazioni,il tutto per poi poterli prendere e rendere il mal tolto!
Sbirri assassini al soldo del regime state attenti che la vita concede(o a volte provvede?)strani scherzi del destino,incidenti capitano a tutti...
Di seguito l'articolo di Indymedia che si sta aggiornando continuamente su di una situazione che in queste ore si sta evolvendo.(Questo è l'aggiornamento delle 18.16).
Marcia al grido di «Yes, we can» fino al Paolo Pini.
Residence di Bruzzano, tafferugli tra i rifugiati e la polizia: sette feriti.
L'intervento degli agenti ha fatto scattare la protesta.
IL SIT-IN - Gli immigrati si sono allora spostati alla vicina ferrovia e e si sono seduti sui binari, bloccando la circolazione dei treni. Durante il sit-in sui binari i manifestanti hanno sventolato permessi di soggiorno e carte d'identità per dimostrare la loro regolarità, ed esposto lenzuola su cui avevano scritto «We need peace», abbiamo bisogno di pace. L'azione di protesta è stata interrotta dalla polizia che ha portato via di peso gli immigrati. Alcuni, trascinati a terra dagli agenti, hanno avuto bisogno di cure mediche. La protesta degli immigrati ha provocato ritardi di circa mezz'ora ad alcuni treni sulla linea Milano-Asso, secondo quanto reso noto da un portavoce delle Ferrovie Nord. Sui binari c'è stata anche un'accesa discussione tra un capotreno e i manifestanti.

GLI SCONTRI - Nel primo pomeriggio gli agenti di polizia hanno compiuto un'azione di contenimento per impedire che i rifugiati rioccupassero i binari delle Ferrovie Nord. Nel tafferuglio sono rimasti feriti due immigrati di origine cingalese, trasportati dal 118 al Multimedica di Sesto San Giovanni, e un poliziotto, portato all’ospedale Niguarda. C'è poi stata un'altra carica: sette i feriti, di cui cinque trasportati in ospedale. Una decina di contusi, per paura, ha rifiutato di farsi portare via in ambulanza. Un immigrato, colpito al sopracciglio da una manganellata, è stato medicato sul posto dai sanitari del 118 perché perdeva molto sangue.

LA TRATTATIVA - Una delegazione degli immigrati ha nel frattempo incontrato l'assessore alle Politiche Sociali Mariolina Moioli, che ha offerto una sistemazione provvisoria per le donne e i bambini (una ventina) e per quelli che non sono ancora inseriti nel programma di protezione per i richiedenti aiuto umanitario. «Per gli altri ho proposto l'inserimento nel programma che prevede sei mesi a carico delle istituzioni durante i quali si impara l'italiano e si apprende un mestiere, ma hanno rifiutato l'offerta», ha riferito la Moioli. «Tra loro non ci sono solo richiedenti asilo o aiuto umanitario da poco in Italia, ma anche gente che è qui da cinque anni», ha aggiunto.

LA MARCIA - Saputo degli incidenti e delle intenzioni dell’Amministrazione e sorpresi per il comportamento della polizia, a questo punto tutti gli immigrati rimasti nel residence, circa 200, si sono messi in marcia sulla Milano-Meda verso il centro di Milano, al grido di «Yes, we can», scortati da un crescente numero di blindati di polizia e carabinieri. Gli immigrati si trovano ora su un ponte che sovrasta la statale, circondati e «contenuti» dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Sul posto c’è anche il consigliere regionale del Prc Luciano Muhlbauer che parla di un «comportamento irresponsabile e inaccettabile» da parte delle Istituzioni milanesi e sottolinea che «gli immigrati stanno vagando bloccati di tanto in tanto a colpi di manganello dalle forze dell’ordine che non sanno che cosa fare, se non che non devono più rientrare nel residence». Gli immigrati dicevano di voler andare in Svizzera: «L’Italia non riconosce i nostri diritti di rifugiati politici e richiedenti asilo e dunque preferiamo andarcene per spostarci in un Paese civile».
ALL'EX PAOLO PINI - Dopo alcune ore di tensione, la marcia dei rifugiati si è conclusa all'ex Ospdale Psichiatrico Paolo Pini, in via Ippocrate: una delle associazioni presenti nell'area ha aperto loro i cancelli, consentendo al gruppo di stazionare all'interno del cortile. All'interno ci sono i locali gestiti dall'associazione Olinda e una chiesa ortodossa che risulta chiusa. All'esterno stazionano gli agenti della Digos.

DE CORATO: REGIA OCCULTA - Il vicesindaco Riccardo De Corato esprime «piena solidarietà alle forze dell'ordine che in un contesto difficile hanno operato con la consueta professionalità. Una situazione resa ancora più tesa per la presenza dei centri sociali, registi occulti dell'occupazione abusiva, che si sono ritrovati sul posto per seminare zizzania, scatenando incidenti». De Corato ha aggiunto che il Comune ha offerto ospitalità ai presunti rifugiati, ma da loro è arrivato un rifiuto. «Milano di certo non può essere il ricettacolo per tutti coloro che sbarcano in Italia. Né può correre dietro a comitive di manifestanti che girovagano per la città pronti a provocare nuove tensioni. Se qualcuno pensa che qui, dove già si spendono 8 milioni all'anno per dare ospitalità a 300 asilanti, sia il Paese di Bengodi, stiamo freschi», conclude il vicesindaco.

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