venerdì 11 giugno 2010

TRE COMPAGNI BASCHI ARRESTATI A ROMA

Che la repressione poliziesca congiunta tra gli sbirri spagnoli e francesi sia quotidiana da parecchi decenni in Euskal Herria non è certo una novità,e se per questo pure l'aiuto della polizia italiana non è cosa piovuta dal cielo per la prima volta,ma il susseguirsi in tempi sempre più serrati di azioni da parte delle forze del disordine nostrane contro compagni sia italiani che stranieri che lottano per l'autodeterminazione del popolo basco fanno parte sempre di più della cronaca.
Ne è esempio l'arresto di ieri di 3 ragazzi dei Paesi Baschi prelavati a Roma nei pressi di Montecitorio mentre ponevano all'attenzione delle persone e dei giornalisti lo stato soffocante con cui è oppresso chi vuole fare politica indipendentista in Euskadi,portati via dai carabinieri non si sa dove nè il perché di quello che appare più un sequestro di persona che un fermo:tutto ciò nell'ambito dell'incontro tra Zapatero e Berlusconi tenutosi nella capitale.
Il primo commento-denuncia è l'appello degli amici di Euskal Herria di Milano mentre il secondo è tratto da Roma.Indymedia a firma di Marco Santopadre per"Radio Città Aperta"di Roma dove si fa presente la latitanza dei tre,cosa secondo me da indagare visto che i ragazzi non si stavano nascondendo da nessuno ed anzi erano in prima linea nell'informare i cittadini italiani dello scempio che si compie tutti i giorni nel loro paese.

Ciao a tutti,
questo pomeriggio a Roma l'arma dei Carabinieri ha arrestato 3 giovani indipendentisti baschi: Fermin Martinez, Zarine Gojenola, Artzai Santesteban.
L'arresto è avvenuto in prossimità di Piazza Montecitorio nei pressi della galleria che avvicina alla piazza mentre i compagni stavano distribuendo volantini sulla situazione di criminalizzazione del movimento giovanile di Euskal Herria e di denuncia contro il governo spagnolo per per la violenta repressione politico-militare che attua da decenni contro il popolo basco.
I 3 compagni arrestati sono ricercati dalle autorità spagnole dallo scorso 24 novembre giorno in cui c'è stata in Euskal Herria una maxi retata contro la gioventù indipendentista, a posteriori della quale il governo spagnolo segnalò queste persone come membri di ETA.
Il motivo per il quale erano a Roma era quello di fare una conferenza stampa davanti al Parlamento Italiano, (P.zza Montecitorio), in concomitanza della riunione che il primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero teneva con Berlusconi.
Nella giornata di ieri, i compagni baschi, hanno informato tutte le agenzie di stampa italiane e straniere di questa iniziativa, agenzie che si sono presentate puntualmente (alle ore 13) in piazza , compresi giornalisti di testate spagnole, senza trovare assolutamente nessuno. Solo verso le 13.30, alcuni giornalisti italiani, hanno avuto la notizia tramite l'AGI (Associazione Giornalisti Italiani) che i 3 compagni che avevano indetto la conferenza erano già stati arrestati dai Carabinieri che, in collegamento continuo con le autorità spagnole, avevano saputo della loro presenza a Roma.
I Carabinieri che hanno provveduto all'arresto dei 3 ragazzi non hanno ancora dato informazioni su di loro...dove sono, come stanno, il perchè dell'arresto....
Ad adesso non riusciamo ad avere informazioni più dettagliate nonostante ci siano già avvocati e giornalisti che stanno facendo pressione per avere informazioni sull'accaduto.
Come EHL Milano esprimiamo tutta la nostra solidarietà con i compagni arrestati richiedendone l'immediata scarcerazione.
Ancora una volta vediamo il vero volto del governo Spagnolo che di fronte a proposte democratiche per la soluzione del conflitto nel Paese Basco risponde con la repressione più selvaggia...con arresti selettivi, illegalizzazioni di partiti, illegalizzazione di rappresentaze sociali, di collettivi giovanili e di rappresentanza dei lavoratori, con la chiusura di organi di stampa, con la tortura (pratica ormai quotidiana ad opera dei vari corpi di Polizia presenti sul territorio Basco), utilizzando la dispersione contro i prigionieri politici, ecc.................
Come comitato di Solidarietà con Euskal Herria rivendichiamo con forza la nostra assoluta complicità nel lavoro costante che i compagni baschi fanno per una Euskal Herria indipendente e socialista oggi ancor più convinti che l'internazionalizzazione delle lotte è la strada per sconfiggere tutti i governi totalitari capitalisti ed imperialisti.
Gora Euskal Herria Askatuta!!
EHL Milano

Tre giovani baschi arrestati a Roma .

Ricercati dalla polizia spagnola, erano a Montecitorio per volantinare le ragioni della loro innocenza. Prelevati dalla Digos. Di loro non si è saputo nulla per ore
Dopo più di sei mesi di latitanza e ricercati dalla Polizia spagnola, 3 giovani indipendentisti baschi sono stati arrestati dalla Digos poco dopo le 13 davanti alla sede del Governo, proprio mentre stava iniziando la Conferenza Stampa che aveva per protagonisti il premier iberico Josè Luis Rodriguez Zapatero e quello italiano Silvio Berlusconi. Dalle pochissime informazioni a disposizione i tre avrebbero cominciato a volantinare sotto la Galleria Alberto Sordi, proprio a pochi passi da Palazzo Chigi, e quando hanno tentato di esporre uno striscione sono stati arrestati e portati via dagli agenti della sezione politica della Polizia di Stato mentre qualche giornalista e qualche curioso si avvicinava per capire cosa stava accadendo.Fino alle 20 nessuna informazione esatta è stata fornita dagli inquirenti sulle condizioni degli arrestati, sulle accuse loro rivolte e sul luogo di detenzione mentre per tutto il pomeriggio alcune associazioni basche per la difesa dei diritti umani e le omologhe associazioni italiane di giuristi e avvocati democratici erano mobilitate e anche alcune realtà politiche della capitale stanno riflettendo sull'opportunità di organizzare una assemblea pubblica su quanto accaduto. Secondo un comunicato emesso dalla Questura i tre ragazzi, dopo le identificazioni, sarebbero stati rinchiusi in uno dei due carceri romani, anche se non è dato sapere quale...
L'intenzione dei tre ragazzi - Fermin Martinez Lacunza, Artzai Santesteban Arizkuren e Zurine Gogenola Goitia - era di realizzare una sorta di improvvisata conferenza stampa in Piazza Montecitorio, approfittando dell'interesse suscitato dalla presenza del leader spagnolo Zapatero, per denunciare una condizione di persecuzione alla quale sono sottoposti i movimenti giovanili baschi di sinistra, per lo più posti fuori legge e colpiti in questi anni da numerose retate. Ma ad incontrare i numerosi giornalisti che li aspettavano davanti a Montecitorio i tre baschi non ci sono mai arrivati.
I tre erano riusciti a evitare l'arresto lo scorso 24 novembre, quando durante la notte centinaia di agenti dei vari corpi di sicurezza di Madrid avevano realizzato una delle più grandi retate di indipendentisti baschi degli ultimi decenni: in quella che molti media progressisti baschi hanno definito ‘notte dei lunghi coltelli' erano stati alla fine 34 i giovani arrestati nei loro domicili in varie località della geografia basca. Molti degli arrestati hanno denunciato intimidazioni nei loro confronti o dei loro familiari e amici, quando non direttamente quelle torture per le quali Madrid è stata più volte messa all'indice dalle istituzioni internazionali che si occupano di tutela dei diritti umani.
16 giovani erano invece riusciti a evitare la detenzione, e da quel momento contro tutti loro la magistratura europea ha spiccato un ‘euro-orden', un mandato d'arresto valido in tutti i paesi aderenti all'Unione. Già ieri, nella località basca di Senpere, la polizia francese aveva arrestato uno dei 16 scampati all'operazione del 24 novembre. Il giornalista Jon Telleria è stato prelevato intorno alle 11 del mattino nel suo domicilio della piccola località di Iparralde e arrestato. Stamattina, poi, è arrivata la notizia della sua messa in libertà condizionata su ordine del Tribunale di Pau, in attesa di una decisione definitiva. Telleria era uno degli speaker della radio vicina alla sinistra indipendentista basca "Info 7", e da mesi svolgeva una vita normale nonostante contro di lui pendesse l'ordine di arresto.
Anche i tre ragazzi arrestati oggi a Roma volevano realizzare un atto pubblico per denunciare la criminalizzazione che colpisce i movimenti giovanili baschi accusati di essere - è questa la tesi che ha contraddistinto negli ultimi anni tutte le retate e i successivi maxiprocessi - il vivaio dell'organizzazione armata ETA. Con la stessa accusa è stata messa fuori legge una organizzazione giovanile di massa come Segi, alla quale sono accusati di appartenere tutti gli arrestati di novembre e i tre di oggi. Hanno scritto Lacunza, Arizkuren e Gogenola nel comunicato inviato ai media: "(...) Nel Paese Basco le illegalizzazioni di partiti e organizzazioni politiche, le macro retate, la tortura sono all'ordine del giorno ed in questo contesto la gioventù indipendentista è nel mirino degli stati oppressori. Negli ultimi anni centinaia di giovani sono stati arrestati, torturati e incarcerati con la sola accusa di aderire a SEGI. Ma già in passato la Francia e la Spagna hanno usato le accuse più fantasiose e inverosimili per colpire la gioventù basca. (...) Riteniamo fondamentale, oltre alla nostra lotta, la collaborazione internazionale per esigere che Francia e Spagna mettano fine allo stato di oppressione di cui soffre il popolo basco. (...) Oltre a diffondere la nostra denuncia vogliamo raccogliere il numero maggiore di adesioni possibile ad un appello pubblicato sul sito www.basqueyouth.wordpress.com".
Già lo scorso 29 maggio centinaia di giovani baschi erano arrivati in pullman a Bruxelles, accompagnati da piccole delegazioni provenienti anche da altri paesi europei, Italia compresa, per manifestare davanti alle sede delle istituzioni comunitarie e investirle di quelle richieste che da anni contraddistinguono l'attività di forze sociali e politiche che, nonostante la criminalizzazione e la repressione, rimangono molto attive. Le stesse che i tre giovani avrebbero voluto riportare oggi ai giornalisti durante la conferenza stampa poi frustrata: la difesa del diritto dei giovani ad organizzarsi e partecipare alla vita politica senza essere repressi o minacciati; la fine alla tortura e all'impunità per i torturatori, l'avvio di un processo di pace giusto e realmente democratico.

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