Al ministro degli esteri Frattini devono fischiare parecchio le orecchie in questi ultimi giorni visto che spesso,causa la sua incapacità politica,morale ed umana di affrontare temi come la rappresentazione di una nazione al di fuori dei propri confini,il suo nome compare nei blog,nei notiziari e nei quotidiani che se non del rgime lo trattano abbastanza male(come merita).
Solo che questo è un articolo antecedente alla vicenda del blitz terrorista di Israele,e riguarda un richiamo che Amnesty International ha appuntato al nostro paese in un report stilato dall'organizzazione sulla situazione dei diritti umani nel mondo in quanto sia auspicabile che l'Italia introduca il reato di tortura nel suo codice penale per i pestaggi e gli abusi di potere nelle carceri e fuori da parte delle forze del disordine oltre che per le innumerevoli violazioni verso i migranti,i richiedenti di asilo politico ed i rom.
L'articolo de"La Stampa"è stato segnalato da Indymedia Piemonte ed oltre alla nostra situazione che peggiora al passare di ogni anno vi è un piccolo contributo riguardo alle altre condizioni di emergenza che riguardano il mondo intero.
In Italia troppi abusi della polizia.
"In Italia troppi abusi della polizia" Amnesty: inserite il il reato di tortura.
Sotto la lente Aldrovandi e Cucchi "Serve un organismo di denuncia" Nel mondo dito puntato sulla Cina "Basta pressioni contro i dissidenti C'è un uso politico della giustizia".
ROMAPesanti critiche nei confronti dell’Italia sul dossier immigrazione sono contenute nel rapporto 2010 di Amnesty International su "La situazione dei diritti umani nel mondo": l’ong, in particolare, punta il dito contro la condotta delle autorità che in alcune circostanze «hanno messo a repentaglio i diritti di migranti e richiedenti asilo», nonchè le loro stesse vite, lasciandoli in mare «per giorni senza acqua e cibo». Accuse che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, da Caracas dove si trova in visita, «respinge al mittente» bollandole come «indegne»: «L’Italia è certamente il Paese europeo che ha salvato più persone in mare. Amnesty ha fatto sempre la sua parte - ha detto il titolare della Farnesina - ma i nostri dati sono molto chiari». Per questo, secondo il ministro, il rapporto dell’organizzazione è «indegno per il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne delle forze di polizia, che ogni giorno salvano le persone, tutto il contrario di quello che dice Amnesty». Il filo conduttore del rapporto 2010 - presentato oggi alla stampa e pubblicato da Fandango - sono «le lacune» della giustizia internazionale, con «alcune grandi potenze che pensano di essere al di sopra della legge», anteponendo la politica alla giustizia: non a caso l’organizzazione rivolge un appello di «coerenza» al G20, chiedendo a quei paesi che ne fanno parte che ancora non lo hanno fatto - come Usa, Cina e Russia - di riconoscere al più presto la Corte penale internazionale (Cpi), il primo tribunale internazionale permanente chiamato a giudicare reati come genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Ma «lacune» Amnesty le individua anche in Italia. Nelle cinque pagine del report annuale dedicate alla situazione italiana, l’organizzazione stigmatizza il trattamento riservato ai rom, vittime di «sgomberi forzati illegali» (a Roma e Milano) ed esclusi da «un equo accesso all’istruzione, all’alloggio, alle cure sanitarie e all’occupazione». Ancora più pesanti le accuse sulla gestione dell’immigrazione, in particolare sulla pratica dei respingimenti: «Gli sforzi da parte delle autorità per controllare l’immigrazione - si legge - hanno messo a repentaglio i diritti di migranti e richiedenti asilo». L’Italia, ad esempio, «ha continuato ad espellere persone verso luoghi in cui erano a rischio di violazioni di diritti umani» - ovvero la Libia - «senza valutare le loro necessità di asilo e protezione internazionale». Inoltre, sottolinea Amnesty, «i governi italiano e maltese, in disaccordo sui rispettivi obblighi di condurre operazioni di salvataggio in mare, hanno lasciato i migranti per giorni senza acqua e cibo, ponendo a grave rischio le loro vite». Tirata d’orecchi alle autorità italiane anche per non aver collaborato «pienamente» alle indagini sulle violazioni dei diritti umani compiute nel contesto delle ’extraordinary rendition’ e segnalazioni di «tortura e altri maltrattamenti commessi da agenti delle forze di polizia», anche nelle carceri. Qui si imputa all’Italia di non aver istituito un organismo indipendente di denuncia degli «abusi» della polizia e di non aver ancora introdotto il reato di tortura nel codice penale.Per il resto, lo sguardo di Amnesty si posa a 360 gradi sulla situazione dei diritti umani nel mondo, che resta molto preoccupante malgrado timidi progressi. In Medio Oriente, ad esempio, l’organizzazione punta l’indice contro i «crimini di guerra» commessi da Israele durante l’operazione militare "Piombo Fuso" nella Striscia di Gaza conclusasi a gennaio 2009 e allo stesso tempo contro «le gravi repressioni» e «i processi farsa di massa» che dominano in Iran, soprattutto dopo il contestato esito delle elezioni presidenziali di giugno. Allarme «repressione» anche in Cina, Corea del Nord e Birmania. Drammatica, infine, la situazione in Africa, dove «l’assoluta mancanza di volontà politica di garantire la giustizia per i crimini commessi a qualsiasi livello» è testimoniata dalla mancata collaborazione dell’Unione africana all’arresto del presidente sudanese Omar al Bashir, colpito da un mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale e malgrado ciò "protetto" dall’Ua.
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