Il primo contributo è tratto da Indymedia.Lombardia cui segue un breve commento di un utente,mentre il secondo è la cronaca a firma di Bruno Mattei della redazione di"Crema on-line"(il link è sotto)che traccia un profilo più ampio su quello successo e soprattutto fortunatamente non successo a Crema domenica scorsa.
Da rimarcare ancora una volta la totale incapacità dalla giunta di destra cremasca incapace di affrontare decisioni e scelte che non solo non avrebbero creato problemi ma tali questioni non sarebbero mai esistite del tutto senza tali provvedimenti!http://www.cremaonline.it/articolo.asp?ID=10694.
[Crema]prove tecniche di Resistenza quotidiana...
autore: Ardito del popolo.
cerco di farla breve...Qualche giorno fà Sindaco e Questura locale, di comune accordo,rendevano noto agli antifascisti che Piazza del Comune (o Duomo)non sarebbe stata concessa x motivi di ordine pubblico(!)...per quanto riguarda il Sindaco la motivazione era che la giornata del 25 Aprile doveva essere totalmente gestita dalle istituzioni cittadine,dunque zero cortei,zero presidi,niente di niente...messa nella chiesetta adiacente il Comune e corona d'alloro al Famedio,sito a 5 mt dalla chiesa stessa. Dall'altra parte la Questura poneva il veto adducendo scritto in calce,un'altra mirabolante motivazione:per quella data RaiUno avrebbe trasmesso in diretta nazionale dal Duomo cittadino la messa domenicale,facendo altresì presente,che avrebbe impedito fisicamnte ai compagn@ l'ingresso nella piazza antistante il luogo di culto.Ieri mattina 40/50 compagne/i,uniti dalla volontà di forzare i cordoni della polizia, si sono dati appuntamento in un'altra piazza centrale e messa a punto la strategia ci siamo divisi in gruppi per poi ritrovarci dopo soli 10 minuti in Piazza Duomo cogliendo impreparati i reparti adibiti a dis-ordine pubblico,posizionandoci davanti all'ingresso del Duomo stesso. Circondati dopo qualche minuto dai reparti mobili,siamo rimasti fermi e decisi a non indietreggiare, avvisati dal vice-questore,che saremmo stati denunciati x manifestazione non autorizzata.Ma da lì non ci siamo mossi... per due ore abbiamo scandito slogan e rivendicato la nostra azione,in continuità col nostro modo di agire sul territorio.Non per la Costituzione,non per le Istituzioni e ne per la Democrazia...sono sceso in piazza in nome della Resistenza quotidiana , dell'antifascismo militante e della Libertà, che, giorno per giorno dobbiamo conquistarci.p.s.non sò se qualcuno manderà un comunicato su questa giornata,io comunque ho provato a descrivere i fatti,spero in modo breve
un (A)ntifascista.
Solidarietà.
Bene. Nessuno può imporre divieti. Il vicequestore che minaccia può anche andare a farsi fottere e il giudice che accoglierà l'eventuale denuncia dimostrerà (se mai ce ne fosse bisogno) d'essere, ancora una volta, come durante il fascismo e come durante la democrazia formale del dopo-resistenza, il solito acefalo servo della repressione quotidiana (insieme al suo compare di cui sopra). Poi fanno le vittime se qualcuno li prende a calci nel culo o a pomodorate (i partigiani, nei confronti di questi figuri, avrebbero fatto ben altro).
Il 25 aprile a Crema: dalla diretta della messa ai cori dei no global, passando per le dieci versioni di Bella Ciao, il documentario che unisce la politica e gli agenti in assetto in anti sommossa.
Crema - Uno strano incrocio tra sacro e profano, tra civile e religioso, tra mediatico e tradizionale. Non è un 25 aprile come tutti gli altri, è chiaro sin da subito e lo si sapeva da giorni. A partire dal tam tam che in rete aveva dato le celebrazioni per la Festa della Liberazione sospese per far posto all’organizzazione della diretta su Rai 1 della messa delle 11 in cattedrale. L’atmosfera di preoccupazione poi si era improvvisamente alzata sabato. In tutta la città erano apparsi dei manifesti del centro sociale La Forgia: ci riprenderemo la piazza costi quel che costi. Toni alti da scontro frontale con chi ha negato la piazza ai centri sociali, ma anche alle celebrazioni ufficiali bisogna ricordare, per il 65° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. E così mentre su Rai 1 partono le patinate immagini di una cattedrale del Duomo illuminata e stupenda fuori, sotto un sole finalmente primaverile, va in scena l’eterno muro contro muro. Forze dell’ordine e autonomi, schieramenti contrapposti sul sagrato del Duomo.
Crema - Uno strano incrocio tra sacro e profano, tra civile e religioso, tra mediatico e tradizionale. Non è un 25 aprile come tutti gli altri, è chiaro sin da subito e lo si sapeva da giorni. A partire dal tam tam che in rete aveva dato le celebrazioni per la Festa della Liberazione sospese per far posto all’organizzazione della diretta su Rai 1 della messa delle 11 in cattedrale. L’atmosfera di preoccupazione poi si era improvvisamente alzata sabato. In tutta la città erano apparsi dei manifesti del centro sociale La Forgia: ci riprenderemo la piazza costi quel che costi. Toni alti da scontro frontale con chi ha negato la piazza ai centri sociali, ma anche alle celebrazioni ufficiali bisogna ricordare, per il 65° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. E così mentre su Rai 1 partono le patinate immagini di una cattedrale del Duomo illuminata e stupenda fuori, sotto un sole finalmente primaverile, va in scena l’eterno muro contro muro. Forze dell’ordine e autonomi, schieramenti contrapposti sul sagrato del Duomo.
Manifestazione senza tensione.
A onor del vero bisogna ammettere che nelle due ore di manifestazione non organizzata non c’è mai davvero stato un momento di tensione. Gli slogan contro la giunta locale, contro il sindaco Bruno Bruttomesso ribattezzato - ma non è una loro esclusiva - 'sottomesso', contro Berlusconi, pure contro Fini, qualche momento di colore, una contestazione vis a vis a Gianni Rossoni da parte di una dipendente comunale che da un po’ fa questa battaglia in tutte le piazze e per concludere il solito armamentario di sguardi duri e accuse incrociate. Nel dietro le quinte da segnalare gli screzi tra centri sociali, comitato antifascista ed esponenti di Rifondazione: tutte cose che rimangono in piazza.
La messa in san Bernardino, il Famedio.
E' però necessario fare un passo indietro. Va bene la diretta della messa in cattedrale - una tantum - i camion bianchi della Rai1 in piazza Duomo, ma vivaddio è anche il 25 aprile e in San Bernardino la messa di don Emilio Lingiardi scalda il cuore. Distante dal rito tirato a lucido che verrà proposto a tutta Italia dalla cattedrale. Don Emilio è un oratore nato. Per la maggior parte del tempo se ne sta giù dall’altare, tra le prime file. Dialoga con i bambini, chiama per nome i politici nelle prime file, ricorda soprattutto a più riprese gli: “uomini e le donne che hanno donato la vita per la nostra libertà”. Niente corteo dopo la messa. Solo i gonfaloni di comune e dell’Anpi che guidano i presenti sotto i portici del Famedio. Si depone la corona e ci sono i discorsi. Due interventi: quello del sindaco Bruno Bruttomesso e quello di Paolo Balzari, presidente dell’Anpi. Belli e sentiti tutti e due. Non c’è ombra della contestazione che nello stesso momento, a Cremona, sta colpendo il sindaco Oreste Perri ed il presidente della provincia di Cremona Massimiliano Salini.
La 'bestia mediatica' e le dieci versioni di 'Bella ciao'.
La contestazione cremasca e pochi metri più in la alle prese con la “bestia mediatica” della tv. La loro celebrazione i ragazzi dei centri sociali la faranno a mezzogiorno, a fine giornata, fermandosi di fronte alle lapidi ai caduti ed intonando Bella ciao, canzone che era risuonata in 10 versioni nella curiosa iniziativa dei Pantelù che hanno infilato nel lettore cd dell’impianto audio un dischetto con versioni classiche, rock, punk e ska dell’inno della Resistenza.
Gli interventi istituzionali.
Sentito il discorso del sindaco: “abbiamo la volontà forte di non dimenticare e di stringerci attorno al tricolore per festeggiare quanto è scaturito da quel periodo difficile della nostra storia”. Più emozionale e non scevro di critiche, quello di Paolo Balzari. Le sue parole in ricordo di Sandro Pertini e dei partigiani di Crema scomparsi fanno scaturire applausi. Gli si incrina la voce quando parla di Ronchi e di Galmozzi ma anche di Bruno Pinardi, che è lì in prima fila, attento ad ogni parola, testimonianza vivente della Resistenza. Le critiche arrivano per l’amministrazione provinciale: “deploriamo la scelta di non finanziare più i viaggi della memoria”. Matteo Soccini - assessore provinciale alle attività produttive, consigliere comunale a Crema per la Lega Nord - indossa la fascia blu di rappresentante ufficiale dell’amministrazione provinciale: è in prima fila, pare guardare Balzari un po’ storto, ma forse è solo un impressione.
Il documentario del Centro Galmozzi.
Dopo il momento ufficiale c’è stata la divisione della truppa politica. Il sindaco Bruttomesso, l'assessore regionale Giovanni Rossoni e l'omologa provinciale Paola Orini hanno fatto ingresso in cattedrale a celebrazione già iniziata per la messa in diretta su Rai 1, tutti gli altri sono saliti in sala dei Ricevimenti per assistere al nuovo documentario del Centro Galmozzi: una testimonianza inedita della scomparsa Giuseppina Aiolfi che ha raccontato a Daniele Grosso, alcuni anni fa, la storia del 25 aprile, il primo 25 aprile, a Crema. Filmato rimontato da Pietro Torrisi con musiche del direttore dell'istituto Folcioni, Alessandro Lupo Pasini. In sala per assistere tanta gente. Attentissimi la senatrice Cinzia Fontana, il consigliere regionale Agostino Alloni, il parlamentare Alberto Torazzi ed il presidente del consiglio comunale cremasco Antonio Agazzi. Bello che la memoria unisca le parti politiche, dal PD alla Lega passando per il PdL.
La Cattedrale in tv.
Intanto le riprese della Rai mostrano a tutta Italia una cattedrale stupenda, tirata a lucido. Il vescovo Oscar Cantoni ha una platea nazionale per parlare nell’omelia di uno dei punti di forza del suo episcopato: le vocazioni. E’ la Giornata mondiale delle vocazioni e il nostro vescovo dice a tutta Italia: “Lasciamoci amabilmente condurre in piena fiducia ai pascoli della vita. Solo da lui possiamo attingere la forza ed il coraggio per amare. Ci ha detto Gesù nel suo vangelo le mie pecore ascoltano la mia voce. La prima condizione per sentirci parte della sua famiglia occorre imparare a distinguere la sua voce, a volte sommessa e discreta, che deve diventarci familiare. Quando permettiamo che il signore possa parlarci nel segreto emergono i desideri più autentici. Ogni vocazione particolarmente quella alla vita consacrata si percepisce o si attua solo se si è capaci di ascoltare il signore che parla. Ascoltare significa obbedire”.
L’evento mediatico è salvo.
Dall'interno della Cattedrale non si sentono - se non dai banchi più prossimi all'uscita - i cori degli autonomi. E poi “la messa è finita andate in pace”, anche se uscendo si trovano poliziotti in assetto antisommossa e colorati ragazzi che cantano slogan. Intanto i camion della Rai se ne vanno in fretta e su Rai 1 vanno immagini di repertorio di Crema, un po’ in stile intervallo degli anni ’70. Alle 12.30 la piazza è vuota: sta a vedere che anche i no global hanno la mamma che butta la pasta.
1 commento:
Comunicato stampa
LA LITURGIA DI DON PAOLO BALZARI ALLALARGA
Da molti anni ormai il 25 aprile è stato ridotto dai partiti politici e associazioni costituite per onorarne la memoria, a un puro fatto celebrativo, che, il rifluire nel tempo di questi soggetti verso posizioni politiche di retroguardia per non dire reazionarie, che niente hanno a che vedere con il grande retaggio e patrimonio di libertà e riscatto sociale delle masse da ogni forma di servaggio, che la lotta resistenziale ci ha lasciato, ha ridotto ad una sorta di commemorazione del “caro esistito”. Il sig. Paolo Balzari, presidente dell’ANPI di Crema, non fa altro che ricordarci, limitandosi ad un’attività “liturgica” quale la deposizione di coccarde o magari dei fiori, come l’attività di questa associazione in molti casi si riduca ad un vero e proprio “de profundis”: così si seppellisce definitivamente quel grido incontenibile, quell’esplosione di libertà, quella voglia di partecipazione ed inclusione nella vita politica e sociale del paese che dal profondo del cuore dei partigiani e di moltissimi lavoratori si riversava in tutte le piazze d’Italia. È così che i Partigiani ci consegnarono le piazze: LIBERATE, simbolo e sacrario di uno spazio politico libero e partecipativo, che nessuno può violare. Mentre il nostro si vergogna per l’iniziativa del 25 aprile in Piazza Duomo a Crema, per altro negata dalla Questura con sedicenti motivazioni di ordine pubblico che nascondono solo la volontà politica di cancellare la memoria storica della Resistenza e di vietare l’esercizio di libertà fondamentali, a rivoltarsi nella tomba dalla vergogna sono soltanto coloro che, nella resistenza al dominio nazifascista, hanno lottato contro la dittatura. Come non ricordare che l’atteggiamento omissivo e arrembante di coloro che dovrebbero avere a cuore i valori della Resistenza, ha ormai spianato la strada ad una deriva autoritaria e reazionaria, la quale, attraverso, il revisionismo e l’uso distorto della storia, ha messo sotto attacco la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, i diritti sociali e di libertà da essa statuiti, distrutto le conquiste sociali dei lavoratori, sempre più sottomessi, privi di diritti e tutele e sfruttati fino ad offendere la dignità, inaugurando una restaurazione che la crescente militarizzazione della società, il varo di leggi xenofobe e razziste nei confronti degli immigrati, il proliferare di gruppi neofascisti espressione di un blocco reazionario di potere, salutano come inequivocabilmente fascista.
La vergogna e la presa di distanza da quelli che il 25 aprile hanno voluto ricordare come il giorno della ricorrenza della Liberazione dal fascismo e da ogni forma di oppressione e sfruttamento, anche attraverso un atto di doverosa disobbedienza con cui si sono ripresi la piazza, è in realtà una forma di approvazione di quel disegno restaurativo che si va imponendo.
Ricordiamo il compagno Leonardo Podio, fondatore dell’ANPI di Crema che ha sempre avversato le celebrazioni pretesche della Resistenza, e ricordava a noi, che la Resistenza continua ogni giorno attraverso l’esercizio della lotta quotidiana, per i diritti e la dignità dei proletari e dei lavoratori.
ANTIFASCISTI/E CREMASCHI
FIP 7 maggio 2010 Via Mazzini, 24 Bagnolo Cremasco (CR)
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