In questo post voglio che sia chiaro il fatto che mi ha fatto giungere ad una conclusione che è già mia da molto tempo con qualche motivazione,ovvero la mia personale contrarietà all'aborto che però non riesce a prevalere sull'insindacabile libertà personale che ognuno possa avere in materia visto che è la donna che ha la decisione ultima di un gesto che è sia dolore che libertà di una scelta consapevole che ha il diritto di poter prendere.
I primi due articoli tratti da Indymedia Toscana e Roma contestano giustamente il fatto che l'ingerenza della chiesa appoggiata dai nuovi paladini difensori delle crociate vaticane,i leghisti,non deve avere nelle scelte politiche di uno Stato laico.
Inoltre c'è la voglia dei massmedia del regime di allontanare dal Vaticano le accuse sempre più gravi ed infamanti sugli scandali pedofilia che coprono di episodi tutto il globo con la poca convinzione dei potenti della setta cattolica di voler veramente collaborare affinchè questi delinquenti vengano presi e condannati.
L'articolo conclusivo è più scientifico e scritto da Giorgio Nadali,che non conosco ma dal poco che vedo sul suo conto dovrebbe essere un integralista cattolico di quelli col paraocchi tendente al fascismo,ma lo allego lo stesso come controparte in quanto antiabortista.
Ognuno naturalmente è libero di trarre proprie conclusioni,il mio consiglio è quello comunque di usare metodi contraccettivi non solo per prevenire gravidanze indesiderate ma soprattutto per tutelare la propria salute e quella degli altri.
Aborto: sbarriamo la strada al fascismo di leghisti e Vaticano!
L’onda velenosa contro l’aborto partita da Cota in Piemonte si è estesa al Veneto con l’altro leghista Zaia che ha dichiarato che anche nella Regione Veneto bloccherà la pillola Ru486.
Ratzinger, Mons. Fisichella applaudono, si sfregano le mani vedendo come viene immediatamente attuato il loro anatema preelettorale contro l’aborto e si stringono in un nero abbraccio; mentre usano la Pasqua per far calare un silenzio sui preti e vescovi pedofili. La Lega vuole dare un immediato segnale di come userà il potere per far fare un salto politico, ideologico, pratico soprattutto, al clericofascismo; e non a caso le prime e principali armi sono: oppressione delle donne e razzismo verso gli immigrati. Questa orda nera deve essere fermata subito, prima che si espanda pericolosamente.Il governo Berlusconi non aspetta altro per riprendere la guerra, mai sotterrata, contro l’aborto e le donne, e oggi stretto dal risultato elettorale della Lega e dall’insuccesso del PdL necessariamente accentuerà i suoi programmi reazionari.Il PD anche questa volta balbetta miseramente, e “responsabilmente” farà un altro passo a destra.Ma questa orda è illegale, agisce contro le stesse leggi dello Stato; Ratzinger facendo ieri l’appello ai “cristiani a rifiutare le leggi ingiuste” dichiara apertamente che le leggi non devono valere per tutti e che la popolazione è da dividere per religione, che vi devono essere leggi per cristiani e leggi per non cristiani – cos’è questo se non chiamare ad una guerra santa? Se non incentivare il fanatismo nella gente? Cosa c’è di diverso dagli Stati integralisti? Questa orda è portata avanti da campioni di violenza reazionaria, di razzismo ostentato, di immoralità, da chi dovrebbe, in uno Stato minimamente democratico, stare in galera.NON SE LO POSSONO PERMETTERE!Non possono fermare la pillola Ru486. Su questo dobbiamo unire parole e fatti, denuncia e azione pratica: Che si faccia una legittima disobbedienza civile, che, prima di tutto le donne, occupino la Regione, e ogni altra struttura che impedisca alle donne di utilizzare la pillola. Ma questa è una battaglia di tutti: dei lavoratori, degli immigrati, della popolazione, degli intellettuali, dei democratici – o si sta contro la Lega, il Vaticano, il governo o si sta con il moderno fascismo. Non ci sono “ma” o giustificazioni. Il moderno fascismo cerca di colpire i settori più oppressi, ma anche i settori che più svelano la natura profonda antidemocratica, razzista, sessista del sistema sociale capitalista; ma poi colpirà gli altri, anche quei pezzi di lavoratori, di masse ottuse che hanno votato Lega pensando che sono gli immigrati o i “tutelati” del sud che gli tolgono lavoro e salario.
Proletari comunisti Taranto
La battaglia clerico -leghista sulla Ru486.
Dopo Cota, Zaia: "Mai la pillola negli ospedali veneti"
Nel giorno del suo arrivo negli ospedali italiani, la pillola abortiva Ru486 (da non confondere con la pillola del giorno dopo) innesca una dura battaglia clerico-leghista. Dopo Roberto Cota, il neo governatore del Piemonte che ha promesso di tenerla in magazzino, ora anche il neo governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, avverte che farà di tutto per impedire al farmaco di venire utilizzato negli ospedali della regione, dove, peraltro, il tasso dei medici anti-abortisti supera ormai il 90%. Come una reazione a catena, altri governatori appena eletti decidono di esternare sulla Ru486. Renata Polverini, nel Lazio, dichiara che l'utilizzo della pillola avverrà all'interno delle strutture sanitarie come prevede la 194, la legge che regolal'interruzione volontaria di gravidanza. Così anche Renato Scopelliti, neo governatore della Calabria. Nel frattempo mons Fisichella, presidente della pontificia accademia della Vita, plaude all'iniziativa di Cota introducendo una nota dichiaratamente politica alle parole del Papa che, giusto oggi, ha ricordato ai cattolici di combattere contro leggi ingiuste come quelle che prevedono "l'uccisione di bambini innocenti non ancora nati". E interviene anche Maurizio Gasparri, prendendosela con i vertici dell'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco che ha dato il via libera dopo anni alla commercializzazione in Italia della Ru486: "Porrò al governo il problema della gestione dell'Aifa, che a mio avviso non garantisce adeguati livelli di competenza, trasparenza, imparzialità. Con la salute e con la vita non si scherza". Guido Rasi, direttore dell'Aifa, ha ricordato che non è compito dell'agenzia decidere come e quando il nuovo farmaco deve arrivare nelle strutture sanitarie pubbliche, essendo compito dei presidenti delle Regioni. Nonostante la volontà dei governatori leghisti, i vertici regionali non possono sequestrare un farmaco già inserito nel prontuario farmaceutico nazionale. Possono, però, ritardare l'iscrizione della Ru486 nel prontuario farmaceutico regionale. Tuttavia i ginecologi possono fare richiesta urgente della pillola, se richiesta dalle pazienti, e ottenerla. "E' chiaro che vogliono mettere i bastoni tra le ruote", commenta Mirella Parachini, ginecologa dei Radicali e medico al San Filippo Neri di Roma: "Forse l'unico problema è il ricovero ospedaliero obbligatorio, visto che una paziente che opta per la Ru486 può comunque decidere di firmare le dimissioni dall'ospedale e tornare a casa".
Liberazione
RU486: L'aborto mascherato da pillola.
Cos'è la Ru 486?È un prodotto chimico a base di mifepristone, un potente antiormonale che interrompe l'annidamento dell'embrione nell'utero e provoca l'aborto. Qual è la differenza rispetto alla pillola del giorno dopo?Anche la cosiddetta pillola del giorno dopo è un preparato che impedisce all'embrione umano di impiantarsi nell'utero. Ma mentre questa deve essere presa entro e non oltre 72 ore dal rapporto sessuale fecondante, la Ru 486 può essere presa fino al 49esimo giorno dall'ultimo ciclo mestruale.
Come si usa?
La Ru 486 viene presa per via orale. Tre giorni dopo la donna deve assumere un'altra sostanza chiamata misoprostol, che provoca le contrazioni necessarie per espellere l'embrione. Dopo dieci giorni è necessaria un'ultima visita di controllo.Qual è il tasso di efficacia?Nel 5% dei casi si rende necessario ugualmente un aborto chirurgico. In alcune casistiche la percentuale sale all'8%. A Cuba il tasso di fallimenti è arrivato fino al 16%.
È compatibile con la legge 194?
Per la legge 194 la gestante deve rivolgersi a un consultorio, o a una struttura sociosanitaria abilitata, per svolgere i necessari accertamenti medici (mentre i medici devono aiutarla a rimuovere le cause che la spingono all'aborto). Un tale percorso, con una pausa di riflessione richiesta alla donna di 7 giorni, è difficilmente compatibile con l'uso della Ru 486, che prevede tempi molto ristretti. "L'introduzione in Italia della pillola abortiva RU486 è l'ultimo anello di una serie di forme di banalizzazione dell'aborto, cominciata trent'anni fa e che oggi raggiunge il suo vertice". Così l'Associazione Scienza & Vita reagisce alla notizia dell'annunciato via libera da parte dell'Agenzia italiana del farmaco, all'utilizzo della pillola abortiva nel sistema sanitario italiano. "Il ricorso alla pratica chimica è, in sostanza, per la presunta facilità di assunzione della pillola, il culmine della privatizzazione dell'aborto. E' un fatto di donne – secondo la retorica vetero femminista – nel quale anche la figura del medico risulta sempre meno decisiva ai fini della tutela della vita nascente. Anzi – evidenzia Scienza & Vita – è esattamente quello che i medici abortisti aspettavano da tempo per sottrarsi alla pratica chirurgica che li costringeva a cooperare all'atto abortivo. E che sempre più spesso, a ragion veduta, crea loro disagio. Ora la RU486 mette tutta la responsabilità in capo alla donna che dovrà assumere in solitudine la pillola e attenderne gli effetti a domicilio. Così che potrà vedere, con i propri occhi, quello che sino a ieri non aveva modo di osservare, ovvero il frutto del concepimento che ha rifiutato. Si tratterà di un supplemento di dolore che le donne finiranno per vivere spesso in totale solitudine". Infine Scienza & Vita ricorda che "non tutti i rischi per la vita e la salute delle donne legati all'assunzione della RU486 sono stati adeguatamente valutati" e in tal senso si augura che "i responsabili della salute pubblica facciano il possibile per informare tutte le donne che ricorreranno a questa tecnica". "Dinanzi a questa scelta – conclude Scienza & Vita – che conferma da un lato l'indifferenza e la superficialità rispetto alla vita al momento del concepimento e dall'altro il non considerare l'embrione umano come portatore di una specifica dignità di persona, l'Associazione conferma la propria missione pubblica in direzione della difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale. E in tal senso avvierà una grande campagna di sensibilizzazione soprattutto fra le giovani donne".
La Ru486 quali altri effetti potrebbe avere sulle giovani generazioni?
«L'avvio della sperimentazione e il dibattito che ne è sorto hanno creato grande attenzione. Oggi la donna che decide di abortire con la Ru486 va in ospedale, assume la prima pillola e dopo 24 ore la seconda: tutto avviene sotto stretto controllo medico. Il problema è che nel momento in cui la Ru486 fosse reperibile in farmacia con una semplice ricetta medica sarebbe davvero facile procurarsi il kit di pillole da gestire a casa propria, nella più completa solitudine. Così situazioni che oggi richiedono l'intervento di consultori e ospedali sfuggirebbero del tutto a ogni forma di controllo e di mediaazione. Durante il confronto in vista dei referendum di giugno sulla legge 40 non abbiamo chiesto di mettere in discussione la legge sull'aborto, ma che questa legge venisse chiamata – così com'era stata ideata – "legge per la tutela della vita nascente", che venisse cioè applicata nella sua parte positiva che consiste nell'ascolto della persona, e che fosse dato un aiuto per risolvere i problemi della madre in difficoltà. Ma è anche indispensabile che nelle èquipe dei consultori venga restituita importanza all'educazione alla sessualità, che non può essere sganciata da una formazione al diventare genitori».
Conseguenze per la salute:
Otto donne morte in 4 anni, emorragie e infezioni che in molti casi mettono a rischio la vita, con terapie che vanno dalla trasfusione all'intervento chirurgico. E soprattutto, una gravissima sottovalutazione di queste patologie da parte dell'Ente federale preposto al controllo. Sono questi i risultati più clamorosi presenti nella ricerca di due dottoresse americane riguardo i 607 casi di effetti collaterali sull'uso della pillola abortiva Ru 486 presentati alla Food and Drug Administration (Fda), l'ente americano che autorizza e controlla la commercializzazione dei prodotti farmaceutici. E in Congresso aumentano le voci di coloro che vogliono riaprire la discussione sulla legalizzazione della Ru486 voluta nel 2000 con procedura d'urgenza dall'amministrazione Clinton.Lo studio, firmato da Margaret M. Gary e Donna J. Harrison, si intitola Analysis of Severe Adverse Events related to the use of Mifepristone as an abortifacient (Analisi dei gravi effetti collaterali registrati per l'uso del mifepristone come abortifaciente) e sarà pubblicato sul numero di febbraio della rivista The Annals of Pharmacotherapy. I risultati si basano sull'esame dei 637 casi di effetti collaterali (riferiti a 607 pazienti) presentati alla Fda tra il settembre 2000 (data della commercializzazione negli Stati Uniti) e il settembre 2004. Si tratta perciò di una casistica tutt'altro che completa, inoltre 592 casi sono stati inoltrati alla Fda dallo stesso distributore del mifepristone e la maggioranza della documentazione allegata sull'evoluzione dei disturbi e sull'efficacia delle terapie, risulta molto lacunosa.
Conclusioni.
Col metodo tradizionale la donna fino al momento di entrare in sala operatoria può avere un ripensamento, e non sono rarissimi i casi in cui ciò accade. Poi, la sedazione, l'anestesia, e quando la paziente si risveglia, lo stato di incoscienza durante il quale è avvenuta l'Ivg rappresenta in qualche modo una sorta di difesa, di riconoscimento di un ruolo passivo di fronte all'atto abortivo, che, se non può rappresentare una esimente morale, certo ha un ruolo nella gestione psicologica dell'avvenimento.Se la società vuole assicurare ai suoi componenti la libertà, allora dovrà cominciare a garantire loro l'esistenza. Il diritto alla vita è la condizione storica e sociale perché l'uomo possa esercitare la sua libertà. Perciò l'impegno primario di ogni vera democrazia libera è quello di riconoscere la dignità di vita a tutti gli uomini. Da tempo, purtroppo, assistiamo in modo drammatico al diffondersi di una tendenza culturale che esaspera in senso individualista la libertà e legittima la sua riduzione egoistica, al punto che ciò che mi piace e ciò che oggi mi fa comodo assurge a un mio diritto soggettivo, prescindendo anche dai diritti fondamentali dell'altro. L'autentica libertà individuale, invece, nasce e si esercita in un contesto di libertà interpersonale e sociale. È inseparabile dal diritto alla vita, perché questo ne è il presupposto. Mi educa a scegliere il mio vero bene. Mi insegna ad amare in modo sincero e mi fa gustare la gioiosa bellezza dell'esistenza mia e degli altri,
Giorgio Nadali
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