giovedì 8 aprile 2010

GIORNALISMO DA CIRCO

Questo è un articolo che parla a livello locale di un problema che però esiste su tutto il piano nazionale che è quello di dare una provenienza fisica e sociale a persone che fanno parte della cronaca quotidiana.
Parole come marocchino,zingaro,barbone,drogato,gay e altre,tutte usate in termini spregiativi,intasano un certo giornalismo di parte(destra)che mai parlano di bresciani piuttosto che milanesi e italiani quando i fatti di cronaca nera hanno per protagonisti negativi i nostri connazionali.
Il giornale preso di mira dall'articolo firmato Isabella e tratto da"Senza Soste"è quello livornese"Il Tirreno"che spesso associa alcuni termini a sproposito soprattutto nei titoli per attirare l'attenzione ed aumentarne le vendite per poi rivelarsi una bolla di sapone leggendo gli articoli per intero come specificato nel contributo appena sotto.

Basta con l'informazione che etnicizza i reati.

Ora, che il Tirreno scriva le locandine per vendere le copie del suo giornale e non per
informare, ormai, lo sappiamo. Che gli "zingari" siano odiati da tutti, pure, e che nemmeno i
sacerdoti della Chiesa livornese nutrano nei loro confronti sentimenti positivi, pure questa è
cosa nota.
Devo ammettere però che vedere tutte e tre queste cose riassunte in un articolo di cronaca,
questa mattina.. mi ha turbato non poco.
Per chi si fosse perso la notizia: "dieci nomadi circondano e derubano religioso", sfilandogli di
tasca 320 euro. Certo, chi ha voluto leggere l'articolo, come al solito, scopre che solo il
giornalista (e pare anche il parroco) ha la certezza di come si sono svolti i fatti: in realtà il
diacono si è accorto dell'ammanco dei soldi soltanto quando i rom se ne sono andati.
Niente flagranza di reato e, per quel che ne so, in Italia vige ancora l'innocenza fino a prova
contraria.
Credo sia scontato ma opportuno sottolineare che i mezzi di informazione possono svolgere,
attraverso il linguaggio che scelgono di usare, un ruolo attivo nel fomentare diffidenza,
razzismo e xenofobia. Inoltre l'enfasi attribuita a episodi di cronaca riguardanti rom, migranti e
in genere "l'altro"; la "etnicizzazione" dei reati e delle notizie e più in generale la
drammatizzazione e criminalizzazione dei fenomeni migratori sono tutti elementi che
contribuiscono a creare un'informazione distorta e xenofoba.
Nel sito della campagna "Giornalisti contro il razzismo"
www.giornalismi.info/mediarom/index.html, sostenuta da alcuni Ordini dei giornalisti di altre
città, si riporta la volontà di mettere al bando parole con una connotazione negativa, come
quelle usate nell'articolo: "nomadi" e "zingari" o come come "clandestino", "extra-comunitario" e
"vu-cumprà", con la convinzione che un linguaggio corretto e appropriato, quindi rispettoso di
tutti, sia la premessa necessaria per fare buona informazione.
C'è da tempo una discussione su questo che la nostra stampa locale sembra ignorare del tutto.
Sarebbe davvero troppo chiedere al Tirreno di interrogarsi su questo?

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