mercoledì 7 aprile 2010

GIUSTIZIA DEL POPOLO

Che l'apartheid,la politica di segregazione voluta dal Sudafrica nel corso del secolo passato fosse stato eliminato solo sulla carta,me ne resi conto nel 2005 appena atterrato a Nairobi in Kenia con le file distinte oltre che per i kenioti e gli extracomunitari(in questo caso noi)anche dalla corsia preferenziale per i cittadini olandesi(i boeri)che strafottenti ci guardavano dall'alto verso il basso e non facevano file:capitò pure in Tanzania,m'immagino in Sudafrica.
La giustizia del popolo qualche giorno fa ha eliminato uno dei personaggi più inutili al mondo,tale Eugene Terreblanche,leader del partito più razzista dello stato africano,un nostro Bossi o Fiore per intenderci o un Le Pen d'oltralpe.
Che la modalità dell'omicidio sia stata efferata un poco mi spiace perché tale merda umana se n'è andata presto senza soffrire molto:una morte più lenta e sofferente sarebbe stata più consona ad una"persona"di quella levatura di bassezza umana.
Articolo tratto da Infoaut ripreso da"Senza Soste",nessuna lacrima da piangere per questo assassinio,ogni tanto qualche notizia lieta tra tante tristi ci vuole,morte ai fascionazistoidi che ancora inquinano l'aria del pianeta col loro respiro!

Turbolenze Sudafrica: ucciso leader dell'estrema destra razzista.

Eugene Terreblanche, 69 anni, leader del Movimento di Resistenza Afrikaner (Awb), retaggio
razzista dell'estrema destra sudafricana sopravvissuto alla fine del regime d'apartheid, è stato
ucciso nella sua proprietà agricola nel nordovest del paese. Incarnazione dell'opposizione
bianca ad ogni ipotesi di superamento del razzismo di Stato e condensatore dei pruriti e delle
rivendicazioni segregazioniste di parte della minoranza white. Terreblanche è stato assalito da
due suoi giovani dipendenti neri di 15 e 21 anni, in seguito ad una diatriba nata per il mancato
pagamento del lavoro effettuato nella sua tenuta agricola. Avvenimento di sangue che, al di la
della natura razzista del personaggio Terreblanche (...), non ha in se particolarità rilevanti; ne
avvengono sporadicamente dappertutto, rabbia e frustrazione contro il comando prepotente del
padrone di turno, bianco o nero che sia. La differenza, in questo caso, la demarca il contesto:
un Sudafrica che arranca nel superamento reale delle discriminazioni razziste, immersa nei
macro e micro conflitti sociali che l'imperversano, avviato verso la vetrina internazionale dei
mondiali di calcio 2010 nell'emersione e, per certi versi, esplosione, delle contraddizioni e delle
conflittualità sopite.
Terreblanche, ex poliziotto e proprietario agricolo, fondò il suo movimento d'estrema destra
negli anni '70: molti esponenti razzisti anche sotto l'apartheid furono condannati per detenzioni
di armi ed esplosivi, all'inizio degli anni '90 le sfilate paramilitari dell'Awb assunsero lo spazio
pubblico anche di "rivendicazione" delle azioni violente e degli attentati dinamitardi compiuti dal
gruppo contro i neri. Il leader segregazionista nel 2001 fu condotto in carcere per tentato
omicidio, per aver picchiato con una spranga di ferro un vigile nero, al quale provocò lesioni
celebrali irreversibili. Nel timore di una nuova escalation di conflitto interrazziale il presidente
sudafricano Jacob Zuma ha invitato alla calma, lo stesso ha fatto, da altra angolatura, il partito
razzista di Terreblanche, preannunciando però che l'Awb vendicherà l'assassinio contro il suo
leader...

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