domenica 11 aprile 2010

LA MALEDIZIONE DEL BAFFO

Articolo di Tommaso Vaccaro di dazebao.org preso da Toscana.Indymedia che analizza la figura del presidente polacco Lech Kaczynski morto ieri in un incidente aereo in Russia mentre si stava recando per la commemorazione dello stermino di Katyn ordinato da Stalin(maggiori info sul sito wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Katy%C5%84).
Breve riflessione su questa strage che fu uno degli atti più trucidi commessi dall'Urss durante la seconda guerra mondiale in quanto furono massacrati oltre a militari ed ufficiali polacchi pure migliaia di civili bambini,fatto scoperto solo nel 1943 e usato da Goebbels come propaganda contro i comunisti(tenendo ben segreti i loro campi di sterminio!).
Fatto sta che la vittima più illustre del disastro aereo di ieri,provocato da errate scelte del pilota,sia stato uno dei più fermi conservatori di destra che l'Europa del dopoguerra abbia mai avuto,anticomunista,massacratore di omosessuali,integralista cattolico e favorevole alla pena di morte.
Questo autoritario presidente che ha fatto di pestaggi sistematici contro i nemici e che ha imposto regole da periodo del terrore ha avuto quel che si meritava in anticipo rispetto alla data della sua carta d'identità,e con lui numerosi appartenenti al regime polacco ed i vertici militari del paese,che come in qualsiasi altro posto del mondo non guasta per niente.

Lech Kaczynski. La parabola nera del nazional-populista polacco.

Si chiude nel dramma l’epopea nazional-integralista del presidente polacco, Lech Kaczynski. Una parabola spezzata da un Tupolev di fabbricazione russa in volo da oltre vent’anni, che precipita per cause al momento ignote, decapitando di netto i vertici istituzionali della Polonia.

Muore il Kaczynski con il neo sulla guancia sinistra, l’unico segno che rende distinguibile Lech dal fratello-gemello Jaroslaw, ex premier del repubblica Est europea. Una vita in doppio, quella dei due leader ultraconservatori polacchi che, sin dagli esordi della loro attività politica, li vede uniti nel segno di un viscerale anti-comunismo e, successivamente, nelle battaglie omofobe, autoritarie, anti-Europee e nazionaliste del partito “Legge e Giustizia” da loro fondato. I Kaczinsky favorevoli alla reintroduzione della pena di morte, ideatori della legge che obbliga tutti i cittadini ad autodenunciarsi qualora abbiano avuto in passato rapporti con i servizi segreti comunisti. I gemelli che trascinano la Polonia in un vortice di cattolicesimo ultraortodosso, schierato in assetto di guerra contro un’Europa atea, permissiva, materialista, decadente moralmente, diventano un punto di riferimento per l’estrema destra del Vecchio Continente e di quella americana.La vita gemella dei Kaczinsky, da Solidarnosc al nazional-cattolicesimoLech e Jaroslaw Kaczynski nascono a Varsavia il 18 giugno del 1949, dall’ingegnere Rajmund e dalla filologa Jadwiga. Appena dodicenni, sono protagonisti del film della tv di stato nella Polonia sovietica: “I due che rubarono la luna” (1962). Ma, sin da giovanissimi, ad unirli davvero è la passione politica. Lech si laurea in Legge all'Università di Varsavia e consegue un dottorato presso l'Università di Danzica, dove poi insegnerà. Sposato e padre di una figlia, negli anni ’70 è impegnato con il fratello come attivista nel movimento polacco anticomunista. Dal 1980 comincia la collaborazione con la formazione cattolica Solidarnosc e l'anno dopo - nel periodo di legge marziale – solo uno dei due viene catturato ed arrestato. Ma con il crollo sovietico, i Kaczynski riprendono a fare politica, entrando nel governo di Solidarnosc, ma rompendo subito dopo con Walesa, colpevole secondo loro di un’eccessiva debolezza nei confronti degli ex-comunisti. Nel 2001 fondano così, ancora una volta insieme, il partito ultraconservatore “Legge e Giustizia” (Pis). Lech vince le elezioni amministrative di Varsavia nel 2002, la prima importante prova elettorale della nuova formazione ultracattolica. Per quattro anni sindaco, nell'ottobre 2005 Lech diventa presidente ad alcuni mesi dalla schiacciante vittoria elettorale del suo Pis. L'anno dopo, conferisce a Jaroslaw, presidente del partito, l'incarico di formare il nuovo governo, al posto di Marcinkiewicz, costretto alle dimissioni a soli nove mesi dall'insediamento. Jaroslaw, tuttavia, successivamente lascerà il proprio incarico. Per la Polonia, seguono anni di populismo, antieuropeismo, e di un nazionalismo conservatore autoritario e giustizialista. Lech Kaczynski, in un’intervista trasmessa dalla radio statale polacca, non fa mistero delle proprie posizioni: l’abolizione della pena di morte ha dato “un vantaggio inimmaginabile al criminale, il vantaggio della vita sulla morte”.Nel paese di Wojtyla, riesce a fare facilmente breccia il programma del Pis incentrato su famiglia e cattolicesimo intransigente. E’ proprio alla fine dell’anno in cui muore Giovanni Paolo II che “Legge e Giustizia” stravince le elezioni, sull’onda emotiva provocata dal lutto. I Kaczynski condannano i rapporti extraconiugali, sono contrari all’aborto e inaugurano una vera e propria caccia all’omosessuale. Mostrarsi tolleranti con i gay significherebbe, spiega Lech, il gemello alla presidenza della Repubblica, «aiutare la civiltà a disgregarsi». Su queste basi, iniziano i pestaggi e le persecuzioni sistematicamente coperte dalla polizia, vengono proposte leggi per porre il divieto di parlare della questione sessuale nelle scuole pubbliche e migliaia di omosessuali polacchi saranno costretti a fuggire dal Paese. A diciassette anni dalla fine della Repubblica Popolare di Polonia, un provvedimento voluto dai “gemelli di ferro” obbliga, inoltre, 700.000 cittadini a fare professione di fede anticomunista o, nel caso, a chiedere perdono per il loro passato. Quelli che si rifiuteranno, saranno espulsi e perderanno il lavoro. Un’eredità politica e culturale drammatica, quella che Lech Kaczynski lascia al suo Paese e al futuro Capo dello Stato. Una Polonia che, alla luce di quanto accaduto, vedrà anticipate di qualche mese le elezioni presidenziali previste per ottobre. Elezioni che, tragedia umana a parte, saranno l’occasione per voltare definitivamente pagina.
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