Dal sudamerica ennesima buona notizia,e purtroppo sembrerebbe che per averne si debba per forza uscire dai nostri confini,con la conferma del presidete Correa alla guida del paese andino dopo la chiamata elettorale della scorsa domenica vinta senza il bisogno di ulteriori ballottaggi.
L'Ecuador è uno dei paesi in cui si riesce ad avere un tenore di vita al di sopra degli altri stati sudamericani,ma non per questo ha pure sempre avuto una vita politica burrascosa con frequenti rivolte popolari,anche per il fatto della dollarizzazione del paese che ha avuto effetti sui prezzi dei beni di consumo ancor più devastanti che da noi con l'avvento dell'Euro.
Correa è il primo presidente ecuadoriano ad essere rieletto dal 1979,anno in cui si è ricominciato a parlare seriamente di democrazia nel paese,periodo trascorso con un presidente morto in un misterioso incidente aereo(dicono provocato da petrolieri statunitensi vogliosi di mettere le loro mani sull'oro nero ecuadoriano)e molti presidenti che non sono giunti alla fine del mandato per scandali,scioperi continui,rivolte sindacali e altro.
Correa,da quel che ho potuto constatare durante il mio recente viaggio,sta operando bene nel paese,con una politica di scolarizzazione buona,un sistema sanitario eccellente,certe accortezze nei sistemi di trasporto che da noi possiamo solo sognare.
L'Ecuador è un bellissimo paese,la povertà come in tutto il mondo esiste anche lì ma non credo,almeno nei posti in cui sono stato,che ci sia gente che muoia di fame come in altre parti:inoltre hanno un patrimonio culturale,artistico e paesaggistico-naturale(che solo con le Galapagos c'è da rimanere a bocca aperta)di elevatissimo livello.
E credo,e dai risultati ottenuti la pensano come me anche gli ecuadriani,che Alianza Pais stia facendo un buon lavoro assieme al riconfermato presidente Rafael Correa.
L'articolo seguente preso da"Senza Soste"parla in maniera più esauriente dei risultati elettorali,grazie ad una traduzione di Andrea Grillo tratta da Resumem Latinoamericano.
Ennesima vittoria della sinistra latinoamericana: Correa vince nelle presidenziali ecuadoriane.
Il mandatario ecuadoriano, Rafael Correa, è il virtuale vincitore delle elezioni presidenziali tenutesi ieri (domenica 26 aprile) in questo Paese andino, ottenendo il 50,21% dei voti, secondo le informazioni reperibili sulla pagina web del Consiglio Nazionale Elettorale quando sono stati scrutinati il 16,16% dei voti. Lucio Gutiérrez ha ottenuto il 30,41% e l'imprenditore Álvaro Noboa l'11,34% dei voti.A Madrid, Spagna, secondo fonti del Consolato citate da El Paìs
più del 69% dei votanti ha sostenuto Correa. Dalle otto della mattina fino alle cinque del pomeriggio migliaia di ecuadoriani si sono recati alle urne. In totale a Madrid hanno votato in 15.000, secondo fonti del consolato. La cifra rappresenta il 42% dei 36.545 ecuadoriani iscritti alle liste elettorali.
Reazioni.
Circondato dalla maggioranza dei candidati del Movimento PAIS, Rafael Correa ha ringraziato i nuovi elettori: migranti, detenuti in attesa di giudizio, stranieri e giovani, per il loro sostegno nelle elezioni. "Il popolo non si è lasciato ingannare e ci ha dato la vittoria più splendida degli ultimi 50 anni. Questo è un giorno di allegria, perché abbiamo fatto un passo storico per consolidare questa rivoluzione civica", ha detto Rafael Correa a Guayaquil, bastione della destra all'opposizione, pochi minuti dopo aver saputo della vittoria di larga misura al primo turno che gli hanno assegnato tutti gli exit poll. Ha ballato e cantato la canzone "Un solo turno" insieme al governatore Francisco Jiménez e il virtuale assessore di Guayaquil, Octavio Villacreses.
Con i media contro.
Correa ha sottolineato in varie occasioni l'atteggiamento della stampa del suo Paese, che si è sempre schierata contro di lui. "Come al solito abbiamo sconfitto non solo gli avversari ma anche una stampa legata a settori economici e politici del Paese", ha dichiarato. "Abbiamo dovuto batterci contro questo tipo di stampa in malafede e corrotta. Questo è un punto molto importante che rende ancora più rilevante la vittoria". Ha rilevato che, secondo questa stampa, "il governo non raggiunge mai alcun obiettivo. Guardate i risultati delle elezioni! Ma date un'occhiata agli editoriali. L'80% sono contro e il 20% neutrali; se qualcuno non conosce la realtà di questo Paese e legge la stampa, dirà che 'questo è il governo più corrotto, più impopolare e più inetto della storia', e invece è tutto il contrario". "Ora basta con questi signori che si credono al di sopra del bene e del male per inventarsi presunti attacchi alla libertà di espressione!". Ha indicato che sosterrà le iniziative di un osservatorio civico che vigili sulle azioni della stampa. "Ci batteremo contro questa stampa corrotta che si è inventata la narcopolitica e altre questioni, come ora più che mai risulta evidente", ha sostenuto il Capo dello Stato.
Vittoria rilevante.
Il leader socialista, 46 anni, è il primo presidente rieletto da più di trent'anni ad oggi, seppellendo un decennio di instabilità nel quale i suoi tre predecessori erano stati destituiti da rivolte popolari. Inoltre sarebbe la prima volta che gli ecuadoriani eleggono il loro presidente al primo turno dal ritorno alla democrazia nel 1979. Secondo la legge per evitare il secondo turno a un candidato sono necessari almeno il 40% dei voti e una differenza di 10 punti sul secondo classificato. Questo è stato un motivo sufficiente perché i militanti di PAIS festeggiassero alla grande. Tra loro c'erano altri candidati come María Duarte (Comune di Guayaquil), Pierina Correa (Prefettura di Guayas), Aminta Buenaño (consigliera per Guayas), Ricardo Patiño (ministro coordinatore della Politica). L'opposizione, intanto, ha festeggiato a Guayaquil, dove l'attuale sindaco socialdemocratico Jaime Nebot ha ottenuto la rielezione con il 68% dei voti. Quito, invece, è rimasta nelle mani degli alleati di Correa.
Le elezioni.
Le operazioni di voto nelle elezioni generali dell'Ecuador si sono concluse domenica 26 aprile alle 17 ora locale come dispone la legge del Paese andino, dopo una giornata caratterizzata dal senso civico e dalla tranquillità. (...)
Circa 510 osservatori, nazionali e stranieri, vigileranno sulla procedura [di scrutinio e contabilizzazione], la più complessa della storia di questa nazione andina. Poco più di 10 milioni di elettori sono stati convocati alle urne per eleggere il presidente e il vicepresidente dell'Ecuador, 118 parlamentari, 46 prefetti e viceprefetti, 221 sindaci e 1.581 assessori comunali. In precedenza un exit poll dell'emittente Teleamazonas ha indicato che Correa aveva ottenuto il 56% dei voti e Gutiérrez il 29%.
YVKE Mundial.