Invitato in due dibattiti pubblici(uno sui diritti umani!)in uno non si è nemmeno presentato e nell'altro è scappato da un'uscita secondaria pressato dai manifestanti che hanno scandito slogan contro questo personaggio infame che a più riprese si è schierato in particolar modo contro il movimento indipendentista basco.
Gli stessi partecipanti a queste proteste hanno mostrato le foto dei prigionieri politici di Euskal Herria torturati con i volti e non solo tumefatti,storie di ordinaria amministrazione che fanno parte della pratica quotidiana della sbirraglia fascista spagnola.
L'articolo è preso da Infoaut(link con video:http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/9025-buenos-aires-nuova-contestazione-per-lex-magistrato-garzón )e racconta gli avvenimenti dell'hombre de mierda Garzon in terra sudamericana.
Buenos Aires, nuova contestazione per l'ex-magistrato Garzón.
Il viaggio in
Argentina dell'ex magistrato Baltasar Garzón si è rivelato tutt'altro che
improntato ad una tranquilla accoglienza: l'ex giudice dell’Audiencia Nacional
spagnola, infatti, invitato in Argentina per intervenire in due dibattiti
pubblici, ha collezionato due contestazioni nel giro di pochi giorni.
Garzón è noto per la sua azione di persecuzione nei confronti dell'organizzazione ETA e degli esponenti del partito basco Batasuna e porta dunque sulle proprie spalle la responsabilità di decine di attivisti baschi passati attraverso i meccanismi della tortura e del carcere in tutti gli anni di attività del giudice.
La notizia del suo viaggio in Argentina ha subito mobilitato il nodo locale del gruppo 'Amici e amiche di Euskal Herria, che si è attivato per preparare la giusta accoglienza a Garzòn: dopo la contestazione di martedì alla facoltà di Lettere e Filosofia della capitale argentina (dove il magistrato ha preferito non presentarsi del tutto), ieri era stato invece invitato a tenere un’intervista nella sede della Radio Nacional di Buenos Aires per intervenire sul tema dei diritti umani. Una scelta evidentemente intollerabile che ha portato gli attivisti ad organizzare una seconda contestazione: poco dopo l'inizio dell'intervista, dalla platea dell'auditorium si sono alzate diverse persone che hanno cominciato a scandire slogan contro Garzòn, sventolando bandiere basche e mostrando le foto con il volto tumefatto di Unai Romano, uno dei giovani attivisti baschi sottoposto a tortura da parte della polizia spagnola durante l'attività da magistrato di Garzòn.
L'ex giudice è stato in breve costretto ad abbandonare la sala, decidendo di scappare da una porta sul retro scortato da decine di poliziotti in tenuta antisommossa che controllavano i contestatori. Questi ultimi, dal canto loro, si sono spostati all'esterno dell'auditorium rimanendo in presidio con uno striscione che recitava 'Fuori Garzon dall’Argentina. Non vogliamo persecutori del popolo basco'.
Garzón è noto per la sua azione di persecuzione nei confronti dell'organizzazione ETA e degli esponenti del partito basco Batasuna e porta dunque sulle proprie spalle la responsabilità di decine di attivisti baschi passati attraverso i meccanismi della tortura e del carcere in tutti gli anni di attività del giudice.
La notizia del suo viaggio in Argentina ha subito mobilitato il nodo locale del gruppo 'Amici e amiche di Euskal Herria, che si è attivato per preparare la giusta accoglienza a Garzòn: dopo la contestazione di martedì alla facoltà di Lettere e Filosofia della capitale argentina (dove il magistrato ha preferito non presentarsi del tutto), ieri era stato invece invitato a tenere un’intervista nella sede della Radio Nacional di Buenos Aires per intervenire sul tema dei diritti umani. Una scelta evidentemente intollerabile che ha portato gli attivisti ad organizzare una seconda contestazione: poco dopo l'inizio dell'intervista, dalla platea dell'auditorium si sono alzate diverse persone che hanno cominciato a scandire slogan contro Garzòn, sventolando bandiere basche e mostrando le foto con il volto tumefatto di Unai Romano, uno dei giovani attivisti baschi sottoposto a tortura da parte della polizia spagnola durante l'attività da magistrato di Garzòn.
L'ex giudice è stato in breve costretto ad abbandonare la sala, decidendo di scappare da una porta sul retro scortato da decine di poliziotti in tenuta antisommossa che controllavano i contestatori. Questi ultimi, dal canto loro, si sono spostati all'esterno dell'auditorium rimanendo in presidio con uno striscione che recitava 'Fuori Garzon dall’Argentina. Non vogliamo persecutori del popolo basco'.
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