Tiziano Terzani,che per l'appunto essendo una grande firma praticamente ha sempre lavorato per testate estere nella sua vita e non italiane,ha avuto la capacità e a volte il coraggio di aver operato sempre senza obblighi e costrizioni,esercitando la propria morale con passione senza mai avere l'arroganza e la prepotenza di considerare il suo pensiero quello supremo e quello più giusto,riuscendo ad indagare nel proprio animo e nel proprio spirito con una serenità disarmante.
Anche se non condivido tutte le sue opinioni fino in fondo ritengo questa persona degna di essere chiamata"uomo",uno dei personaggi più carismatici che abbiano mai avuto l'onore di farci sapere che è esistito e che ha lasciato un grosso contributo anche dopo la sua morte:l'articolo sottostante è preso dal sito Asterischi.it(http://www.asterischi.it/buon-compleanno-tiziano-terzani-1491938# )mentre il video è di You Tube.
Namasté Tiziano.
Buon compleanno Tiziano Terzani (14/9/1938)
«Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti: un piccolo gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi: pensare diversamente.»
«La storia di questo viaggio non è la riprova che non c’è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. E’ così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. Non ci sono scorciatoie che posso indicare. I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. L’ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell’ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo.» ( dal libro Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo)
«Intellettuali — io odio anche questa parola, perché gli intellettuali sono quelli che “complicano il semplice”, io invece ho sempre cercato di “semplificare il complicato”. Trovo che chi ha accesso ai mezzi di comunicazione e chi ha delle riflessioni da fare su quello che succede nel mondo ha una grande responsabilità.»
«Nella civiltà occidentale, della quale io sono orgogliosissimo membro nonostante la mia apparenza così da “santone” — io sono “fiorentinissimo”, felice di esserlo, anche se mi devo trovare con delle concittadine con cui condivido proprio poco — dobbiamo smettere di pensare, ma lo dobbiamo smettere nel fondo, che la nostra civiltà sia superiore o che noi abbiamo il monopolio di alcunché, della civiltà, della felicità, del benessere, della dignità delle donne, di tutto. Non abbiamo questo monopolio. Ci sono altre civiltà che la pensano diversamente e che vedono noi come “civiltà del male”, così come noi pensiamo di loro.(…)La libertà ognuno se la deve conquistare per conto suo. Si può aiutare, dare una mano, ma la libertà bisogna conquistarsela da soli. È come scalare le montagne: se si vuol godere di arrivare in cima alla montagna, non è che ci si può mandare un altro, non è che qualcuno ci può portare in cima con un elicottero… Quella montagna bisogna conquistarsela da soli.»
( dal libro Anam. Il senza nome)
«Secondo me, la “non violenza” è l’unica alternativa da considerare per salvare l’umanità e anche la più conveniente, perché trovo che oggi il costo umano della guerra sia spaventoso.(…)Forse è il momento di pensare che la grande rivoluzione da fare non è quella fuori, ma quella dentro; che in verità le radici della guerra non sono fuori, ma dentro di noi, nelle passioni, nelle voluttà, nel nostro voler arraffare tutto, nel nostro pensare che noi possiamo controllare la natura, la conoscenza, uccidere animali, terra, mondo animale e poi rifarlo artificialmente. Noi siamo dei grandi assassini, però siamo già capaci di clonare la vita, questa è l’assurdità.»
«Avere un libro che ti accompagna è meraviglioso, è il miglior compagno di viaggio: sta zitto quando non vuoi che parli, parla quando vuoi sentir dire qualcosa, ti dà senza chiedere. È stupendo. Io trovo che i libri siano una grande e stupenda compagnia, ma questa selezione non la so fare. Se lei viene nella mia biblioteca li vede, i miei veri grandi amici sono lì.»
(Intervista maggio 2002 di Giovanni Amato)
«Tutta la nostra società è fatta per dare spago alla violenza, e allora violenza produce violenza, non c’è niente da fare. Per questo anche il mio essere vegetariano è una scelta morale. Ma come si può allevare la vita per uccidere e mangiarsela? Come si può tenere in delle spaventose, spaventose gabbie, migliaia e migliaia e migliaia di polli a cui si deve tagliare il becco perché non becchino, impazziti come sono, le galline che gli stanno avanti? Come si può allevare un vitello – che è bello, no? – un piccolo vitello, chiuderlo in una scatola di ferro, in una gabbia di ferro, perché cresca anchilosato dentro e la sua carne rimanga bianca? Tutto per ingrassare, tutto perché possiamo avere anche noi parte di questa realtà, ce la possiamo mangiare. Hai mai sentito gli urli di un macello di maiali? E come puoi mangiare il maiale, poi? È impossibile. »(da Anam, il senza nome- film di Mario Zanot)
«Il consiglio che do a tutti è di cominciare la giornata ridendo e finendo ridendo con una gran risata.»
Nota:
A prima vista verrebbe da definire Tiziano Terzani un santone, una guida spirituale, sarà per la barba bianca incolta, per la lunga veste che scende morbida fino alle caviglie o per il suo sguardo serafico e amichevole. In realtà Terzani, che inizia la sua carriera di scrittore come giornalista corrispondente dall’Asia riportando i risvolti della Guerra in Vietnam, il crollo dell’impero sovietico, le fasi delle rivoluzioni in Cina, stabilendosi per diverso tempo con la famiglia nel continente asiatico, non è altro che un uomo che ha trovato la pace interiore, l’equilibrio tra il bene e il male, tra piacere e sofferenza. Tutto dopo un lungo periodo di riflessione in vista della morte che gli sarebbe stata causata da un cancro. Nonostante molti lo definiscano un maestro di vita, Terzani non ha nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno ma di raccontare semplicemente a chi volesse l’esperienza della sua vita al fine di risvegliare il desiderio più intimo di curare lo spirito, tramite una rivoluzione interiore che non deve necessariamente scaturire da un viaggio in India ma anche pregando nella chiesetta sotto casa. Infine, la pace interiore deve tramutarsi in “pace esteriore”, cioè nel boicottaggio della guerra, riprendendo così la filosofia della non-violenza strenuamente sostenuta da uno dei più grandi maestri di Terzani, il Mahatma Gandhi.
(cv)
«La storia di questo viaggio non è la riprova che non c’è medicina contro certi malanni e che tutto quel che ho fatto a cercarla non è servito a nulla. Al contrario: tutto, compreso il malanno stesso, è servito a tantissimo. E’ così che sono stato spinto a rivedere le mie priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. E questo è ciò che posso consigliare ad altri: cambiare vita per curarsi, cambiare vita per cambiare se stessi. Per il resto ognuno deve fare la strada da solo. Non ci sono scorciatoie che posso indicare. I libri sacri, i maestri, i guru, le religioni servono, ma come servono gli ascensori che ci portano in su facendoci risparmiare le scale. L’ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce al tetto dal quale si vede il mondo sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quell’ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.
Io provo.» ( dal libro Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo)
«Intellettuali — io odio anche questa parola, perché gli intellettuali sono quelli che “complicano il semplice”, io invece ho sempre cercato di “semplificare il complicato”. Trovo che chi ha accesso ai mezzi di comunicazione e chi ha delle riflessioni da fare su quello che succede nel mondo ha una grande responsabilità.»
«Nella civiltà occidentale, della quale io sono orgogliosissimo membro nonostante la mia apparenza così da “santone” — io sono “fiorentinissimo”, felice di esserlo, anche se mi devo trovare con delle concittadine con cui condivido proprio poco — dobbiamo smettere di pensare, ma lo dobbiamo smettere nel fondo, che la nostra civiltà sia superiore o che noi abbiamo il monopolio di alcunché, della civiltà, della felicità, del benessere, della dignità delle donne, di tutto. Non abbiamo questo monopolio. Ci sono altre civiltà che la pensano diversamente e che vedono noi come “civiltà del male”, così come noi pensiamo di loro.(…)La libertà ognuno se la deve conquistare per conto suo. Si può aiutare, dare una mano, ma la libertà bisogna conquistarsela da soli. È come scalare le montagne: se si vuol godere di arrivare in cima alla montagna, non è che ci si può mandare un altro, non è che qualcuno ci può portare in cima con un elicottero… Quella montagna bisogna conquistarsela da soli.»
( dal libro Anam. Il senza nome)
«Secondo me, la “non violenza” è l’unica alternativa da considerare per salvare l’umanità e anche la più conveniente, perché trovo che oggi il costo umano della guerra sia spaventoso.(…)Forse è il momento di pensare che la grande rivoluzione da fare non è quella fuori, ma quella dentro; che in verità le radici della guerra non sono fuori, ma dentro di noi, nelle passioni, nelle voluttà, nel nostro voler arraffare tutto, nel nostro pensare che noi possiamo controllare la natura, la conoscenza, uccidere animali, terra, mondo animale e poi rifarlo artificialmente. Noi siamo dei grandi assassini, però siamo già capaci di clonare la vita, questa è l’assurdità.»
«Avere un libro che ti accompagna è meraviglioso, è il miglior compagno di viaggio: sta zitto quando non vuoi che parli, parla quando vuoi sentir dire qualcosa, ti dà senza chiedere. È stupendo. Io trovo che i libri siano una grande e stupenda compagnia, ma questa selezione non la so fare. Se lei viene nella mia biblioteca li vede, i miei veri grandi amici sono lì.»
(Intervista maggio 2002 di Giovanni Amato)
«Tutta la nostra società è fatta per dare spago alla violenza, e allora violenza produce violenza, non c’è niente da fare. Per questo anche il mio essere vegetariano è una scelta morale. Ma come si può allevare la vita per uccidere e mangiarsela? Come si può tenere in delle spaventose, spaventose gabbie, migliaia e migliaia e migliaia di polli a cui si deve tagliare il becco perché non becchino, impazziti come sono, le galline che gli stanno avanti? Come si può allevare un vitello – che è bello, no? – un piccolo vitello, chiuderlo in una scatola di ferro, in una gabbia di ferro, perché cresca anchilosato dentro e la sua carne rimanga bianca? Tutto per ingrassare, tutto perché possiamo avere anche noi parte di questa realtà, ce la possiamo mangiare. Hai mai sentito gli urli di un macello di maiali? E come puoi mangiare il maiale, poi? È impossibile. »(da Anam, il senza nome- film di Mario Zanot)
«Il consiglio che do a tutti è di cominciare la giornata ridendo e finendo ridendo con una gran risata.»
Nota:
A prima vista verrebbe da definire Tiziano Terzani un santone, una guida spirituale, sarà per la barba bianca incolta, per la lunga veste che scende morbida fino alle caviglie o per il suo sguardo serafico e amichevole. In realtà Terzani, che inizia la sua carriera di scrittore come giornalista corrispondente dall’Asia riportando i risvolti della Guerra in Vietnam, il crollo dell’impero sovietico, le fasi delle rivoluzioni in Cina, stabilendosi per diverso tempo con la famiglia nel continente asiatico, non è altro che un uomo che ha trovato la pace interiore, l’equilibrio tra il bene e il male, tra piacere e sofferenza. Tutto dopo un lungo periodo di riflessione in vista della morte che gli sarebbe stata causata da un cancro. Nonostante molti lo definiscano un maestro di vita, Terzani non ha nessuna pretesa di insegnare niente a nessuno ma di raccontare semplicemente a chi volesse l’esperienza della sua vita al fine di risvegliare il desiderio più intimo di curare lo spirito, tramite una rivoluzione interiore che non deve necessariamente scaturire da un viaggio in India ma anche pregando nella chiesetta sotto casa. Infine, la pace interiore deve tramutarsi in “pace esteriore”, cioè nel boicottaggio della guerra, riprendendo così la filosofia della non-violenza strenuamente sostenuta da uno dei più grandi maestri di Terzani, il Mahatma Gandhi.
(cv)
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